- San Cornelio il centurione
20 ottobre
Cesarea di Palestina, I secolo
Era un centurione romano noto come uomo pio e timorato, che pregava ed
era generoso nelle elemosine. La sua residenza era a Cesarea di
Palestina, sede del governatore romano e apparteneva alla coorte detta
«Italica». Gli Atti degli Apostoli narrano che mentre un giorno verso le
tre del pomeriggio, pregava Dio desideroso di conoscerne la volontà,
ebbe la visione di un angelo che gli disse di mandare degli uomini a
Giaffa (Ioppe) per invitare nella sua casa un uomo di nome Simone detto
anche Pietro, il quale l'avrebbe istruito su quanto chiedeva. Cornelio
inviò allora due servitori ed un soldato alla sua ricerca. Pietro
l'Apostolo, che era in visita alle Chiese della Giudea, aveva nel
frattempo avuto una visione simbolica che gli chiariva la volontà di Dio
sull'ammissione dei Gentili nella Chiesa. Pertanto incontrati i messi
di Cornelio, accettò l'invito e venne a Cesarea nella sua casa. Entrato,
si mise a predicare il Vangelo e mentre parlava lo Spirito Santo scese
su tutti i presenti, manifestandosi con il dono delle lingue. Da qui
ebbe inizio l'evangelizzazione dei «gentili». (Avvenire)
Martirologio Romano: Commemorazione di san Cornelio centurione, che fu
battezzato da san Pietro Apostolo a Cesarea in Palestina, primizia della
Chiesa dei gentili.
Di Cornelio si parla negli ‘Atti degli
Apostoli’ cap. 10, egli era un centurione romano noto come uomo pio e
timorato, che pregava ed era largo di elemosine.
La sua residenza
era a Cesarea di Palestina, sede del governatore romano e apparteneva
alla coorte detta ‘Italica’; è probabile che sapesse del cristianesimo e
che il suo cuore fosse turbato e alla ricerca di Dio, non
accontentandosi più degli dei pagani.
E mentre un giorno verso le
tre del pomeriggio, pregava Dio desideroso di conoscerne la volontà,
ebbe la visione di un angelo che chiamandolo per nome, gli disse che le
sue preghiere e le sue elemosine erano gradite a Dio, e poi gli disse di
mandare degli uomini a Giaffa (Ioppe) ad invitare nella sua casa, un
uomo di nome Simone detto anche Pietro, che era ospite di un certo
Simone conciatore, nella sua casa in riva al mare, il quale l’avrebbe
istruito su quanto chiedeva.
Cornelio inviò allora due servitori ed
un soldato alla sua ricerca; Pietro l’Apostolo, che era in visita alle
Chiese della Giudea, aveva nel frattempo avuta una visione simbolica che
gli chiariva la volontà di Dio sull’ammissione dei Gentili nella
Chiesa.
Pertanto incontrati i messi di Cornelio, accettò l’invito e
venne a Cesarea nella sua casa. Cornelio attorniato dai familiari,
quando lo vide, lo accolse con gli onori dovuti ad un inviato di Dio,
prostrandovisi davanti, ma Pietro lo esortò ad alzarsi dicendo: “Alzati
anche io sono un uomo!”, quindi entrato prese a predicare di Gesù il
Risorto “per il quale ottengono la remissione dei peccati, tutti coloro
che credono in Lui”.
E mentre proseguiva nel suo parlare apostolico,
ecco lo Spirito Santo scendere su tutti i presenti, manifestandosi con
il dono delle lingue; dietro il verificarsi di questa nuova Pentecoste,
Pietro comprende chiaramente la volontà di Dio, quindi li battezza
aggregandoli alla Chiesa, senza la prescritta circoncisione della legge
mosaica, per cui anche i pagani potevano così essere ammessi nella nuova
religione, che inizialmente sembrava riservata solo agli ebrei
circoncisi.
Da qui parte l’inizio ufficiale dell’evangelizzazione
dei Gentili e della loro ammissione “non come ospiti e forestieri, ma
come cittadini e membri della famiglia di Dio”. A questo punto finisce
la narrazione apostolica che riguarda Cornelio il centurione, tutto
quanto poi si sa sul suo futuro, non ha carattere di certezza, anzi è
argomento di diverse interpretazioni fra la Chiesa latina e la Chiesa
Greca, che nei suoi ‘Menologi’ lo classifica a volte come vescovo a
volte come martire.
Egli certamente soffrì per la fede in Skepsi in
Misia, dove i greci lo pongono se non come vescovo, come ‘prefetto’
ecclesiastico di quella città, con la sua predicazione ‘testimoniò’
unitamente ai patimenti, quel Gesù che così prodigiosamente gli si era
rivelato.
Le sue sofferenze inflitte da Demetrio prefetto della
città, ebbero fine quando questi, veduti i miracoli operati dal
centurione, anche in favore di sua moglie e del figlio, si convertì al
cristianesimo e non solo lo liberò dal carcere, ma lo ricoprì di onori.
Quindi Cornelio fu si incarcerato, ma poi morì in pace; tutti i
menologi greci portano la sua ricorrenza al 13 settembre. La sua casa,
tramutata in chiesa, fu visitata dalla matrona romana santa Paola, alla
fine del IV secolo, nel suo pellegrinaggio in Terra Santa, descritto da
s. Girolamo.
Inoltre la Chiesa Greca lo ricorda insieme con i santi
martiri Demetrio, la moglie Evanzia e il figlio Demetriano, convertiti
da Cornelio; la Chiesa Latina lo ricordava da solo il 12 febbraio, i
vari ‘Martirologi’ occidentali lo qualificavano come vescovo di Cesarea
di Palestina, ma il silenzio su ciò di autorevoli storici ecclesiastici
dell’antichità, come Eusebio di Cesarea e Origine, tanto legati a
Cesarea, non fa confermare questo episcopato.
La recente edizione del ‘Martyrologium Romanum’ porta s. Cornelio il centurione al 20 ottobre.
Autore: Antonio Borrelli
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