domenica 23 dicembre 2018

(Lc 1,67-79) Ci visiterà un sole che sorge dall’alto.


VANGELO DI LUNEDì 24 DICEMBRE 2018
(Lc 1,67-79) Ci visiterà un sole che sorge dall’alto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
Parola del Signore




RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA: Spirito Santo eterno amore, porta la tua luce nel mio cuore, fammi vivere la tua parola, fammi vedere la tua luce, fammi splendere del tuo riflesso. Amen.
- Le donne come madri, non vivono da sole la loro maternità, neanche nel caso di Maria che, pur non avendo in Giuseppe la figura del padre di suo figlio, non può fare a meno di concedergli la figura della guida , a cui si affida ed affida la protezione della famiglia. Egli era un semplice fedele, mentre Zaccaria era un sacerdote, quindi queste due figure collegate tra loro da un vincolo di parentela terrena, si trovano ad avere anche un vincolo di parentela divina. Due uomini scelti come padri, direttamente da Dio! Alla nascita di Giovanni, Zaccaria torna a parlare, per prima cosa benedice il Signore, perché ha capito che aveva sbagliato a dubitare, ad avere paura e così si affida anche lui allo Spirito, sulle orme di Maria ed Elisabetta e pieno di fiducia ringrazia Dio della venuta del salvatore, come aveva promesso. Alla luce della conoscenza, anche la missione del figlio Giovanni diventa chiara e la preghiera di Zaccaria, dopo essere passata per la profezia arriva al ringraziamento. Ricordiamo il magnificat di Maria? Ed ora il cantico di Zaccaria, la prima cosa che sale alle labbra dopo aver riconosciuto lo Spirito Santo ed essersi affidati a lui è una preghiera, perché il contatto con il Signore procura gioia, meraviglia e fiducia, una fiducia che diventa certezza, addirittura profezia….. E poi eccolo l’ avvenimento meraviglioso della nascita di Gesù, in una stalla, straniero, povero, ricercato per essere ucciso, non è certo questo il modo in cui si pensava alla nascita del Messia; ma una stella guida il cammino dei pastori e dei Magi; una luce che fa intravedere nel buio della notte, la speranza della salvezza. Gli angeli del Signore avvisano i pastori che la salvezza è nata per il mondo… Buon Natale a tutti coloro che sono davanti alla capanna semplice di Dio, che lo riconoscono come il Messia e che vivono per lodare il Suo nome e testimoniare la sua venuta!

sabato 22 dicembre 2018

(Lc 1,39-45) A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?



VANGELO DI DOMENICA 23 DICEMBRE 2018
(Lc 1,39-45) A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e aiutami a percepire il volere di Dio in ogni piccola sillaba della scrittura. Fa che io possa sempre accettare quello che il Signore mi chiede, che possa non aver mai dubbi e che mi renda sempre disponibile a tutto quello che decide per me.

 In questo brano vediamo che Maria inizia da subito a vivere il suo sì a Dio, mettendosi al servizio della cugina Elisabetta, anziana e incinta per grazia di Dio del piccolo Giovanni, che precederà Gesù nella sua missione. Due modi diversi di rispondere alla chiamata di Dio, quello di Maria, forse l'unico della storia, incondizionato e perfetto, l'altro quello d’Elisabetta e Zaccaria suo marito, che mettono davanti al Signore, come tutti in fondo facciamo, la propria umanità. Ma il miracolo di Dio si compie ugualmente, nonostante la nostra titubanza, ed allora ecco che, se riusciamo a lasciarci condurre, possiamo far parte di quest’avvenimento, così com’è stato per loro, sarà anche per noi. C’è chiesto di arrenderci a Gesù, di riconoscerlo la dove non riusciamo a vederlo, perché questo vuol dire accettare di far parte di un progetto Divino, che ci fa vivere in questo mondo, non solo per il proprio gusto di farlo, ma per esserne partecipi. A Dio nulla è impossibile, se ancora non riusciamo a convincerci di questo, vuol dire che lo sentiamo lontano, forse indifferente al nostro destino, e questo è forse la cosa più sbagliata che possiamo fare, perché non riusciamo così a toccare l'amore di Dio. Viene tra noi, si fa piccolo, accetta di nascere povero, umile, senza nulla, eppure è Dio; pensiamoci, quando ci lamentiamo di tutto quello che ci manca, cerchiamolo nella semplicità delle piccole cose di apprezzarlo, nel nostro vivere quotidiano e di abbracciarlo, condividendo con Lui la nostra vita. Cominciamo da questo Natale, perché sia il nostro Natale con Gesù.

venerdì 21 dicembre 2018

(Lc 1,46-55) Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente.



VANGELO DI SABATO 22 DICEMBRE 2018
(Lc 1,46-55)
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Dolcissimo Spirito del Signore, ti prego di entrare nel mio cuore e di illuminarmi con la tua sapienza, di insegnarmi a vivere con la stessa umiltà di Maria, per Cristo nostro Signore, nel quale io credo ed al quale affido il mio destino. Amen.
Maria inizia da subito la sua opera, spinta da quello che lo Spirito Santo opera in lei, ci insegna a pregare.
Gesù non è una teoria, è un fatto e ci vuole rendere partecipi di quanto sta accadendo, Lei che lo sta vivendo in prima persona ci annuncia che sta arrivando il salvatore, il suo salvatore, il salvatore di tutta l’umanità, ed esulta Maria, ci invita a gioire con lei e a ringraziare per essere stati scelti, nonostante il nostro niente.
Non è finta umiltà quella di Maria, ma consapevolezza che di fronte a Dio, noi non siamo degni di nulla, eppure grazie alla sua onnipotenza e alla sua misericordia, Egli sceglie di compiere in noi grandi cose, basta accoglierlo.
La fede in Lui ci renderà giustizia, nei secoli dei secoli, perché così ha promesso.
Maria, che riconosce come opera di Dio, quello che succede, ringrazia e gioisce, ripone in Lui la sua speranza, e si mette al Suo servizio, accettando da subito,
di fare parte del suo progetto per la salvezza dell’umanità. Attraverso Maria anche noi potremo far vivere in noi Gesù, il Messia, il Redentore, perché la grazia di Dio per gli uomini passa attraverso Maria per arrivare a Gesù.

giovedì 20 dicembre 2018

(Lc 1,39-45) A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?


VANGELO DI VENERDì 21 DICEMBRE 2018
(Lc 1,39-45) A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito e aiutami a percepire il volere di Dio in ogni piccola sillaba della scrittura. Fa che io possa sempre accettare quello che il Signore mi chiede, che possa non aver mai dubbi e che mi renda sempre disponibile a tutto quello che decide per me. 

In questo brano vediamo che Maria inizia da subito a vivere il suo sì a Dio, mettendosi al servizio della cugina Elisabetta, anziana e incinta per grazia di Dio del piccolo Giovanni, che precederà Gesù nella sua missione. Due modi diversi di rispondere alla chiamata di Dio, quello di Maria, forse l'unico della storia, incondizionato e perfetto, l'altro quello d’Elisabetta e Zaccaria suo marito, che mettono davanti al Signore, come tutti in fondo facciamo, la propria umanità. Ma il miracolo di Dio si compie ugualmente, nonostante la nostra titubanza, ed allora ecco che, se riusciamo a lasciarci condurre, possiamo far parte di quest’avvenimento, così com’è stato per loro, sarà anche per noi. C’è chiesto di arrenderci a Gesù, di riconoscerlo la dove non riusciamo a vederlo, perché questo vuol dire accettare di far parte di un progetto Divino, che ci fa vivere in questo mondo, non solo per il proprio gusto di farlo, ma per esserne partecipi. A Dio nulla è impossibile, se ancora non riusciamo a convincerci di questo, vuol dire che lo sentiamo lontano, forse indifferente al nostro destino, e questo è forse la cosa più sbagliata che possiamo fare, perché non riusciamo così a toccare l'amore di Dio. Viene tra noi, si fa piccolo, accetta di nascere povero, umile, senza nulla, eppure è Dio; pensiamoci, quando ci lamentiamo di tutto quello che ci manca, cerchiamolo nella semplicità delle piccole cose di apprezzarlo, nel nostro vivere quotidiano e di abbracciarlo, condividendo con Lui la nostra vita. Cominciamo da questo Natale, perché sia il nostro Natale con Gesù.

mercoledì 19 dicembre 2018

(Lc 1,26-38) Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio.


VANGELO DI GIOVEDì 20 DICEMBRE 2018(Lc 1,26-38) Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA 
Vieni o Santo Spirito e guida il mio cuore in quell’ umile casa.... 

Alla base della nascita di Gesù, c’è la grande e meravigliosa umiltà di Maria. La grazia di Dio si riconosce anche da questo, dalla sua personalità docile, ma al tempo stesso ferma e consapevole. Insegnaci Maria l’arte del silenzio, guidaci verso una fede forte e consapevole, aiutaci ad accettare tutto quello che accade con pazienza ed umiltà. Nulla è impossibile a Dio, nulla è impossibile all’ uomo che ha fede, spesso Gesù ci ripeterà che è la fede che salva, che guarisce, e noi dobbiamo fare tesoro di ogni attimo di vita di Gesù, per farlo nostro, cominciando proprio dalla semplicità nella quale è nato, che getta le basi sulle quali fondare la nostra fede, 
nell’ umiltà.

martedì 18 dicembre 2018

(Lc 1,5-25) La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo.


VANGELO DI MERCOLEDì 19 DICEMBRE 2018
(Lc 1,5-25) La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
Parola del Signore


LA RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA : Vieni o Santo Spirito, ti prego, vieni e soffermati su di me che voglio capire; vieni e aiutami a discernere quello che tu vuoi insegnarmi da quello che viene dalla mia scarsa intelligenza, e aiutami a vedere quello che tu vuoi insegnarmi.
Zaccaria è nella tenda del Signore e si preoccupa di quello che pensa la gente di fuori, del tempo che passa, di quello che deve dire…. preoccupazioni inutili, perché il Signore lo rende muto. Per gli ebrei la sterilità era una grave disgrazia, tanto che c’ era la possibilità di ripudiare la moglie o di fare figli con le schiave, perché la discendenza era molto importante. Zaccaria ed Elisabetta dedicavano la loro vita al tempio e mentre era in preghiera, ecco che il Signore si china verso di lui e accoglie quella che era la preghiera di sempre del povero Zaccaria. Uno si aspetta che a quel punto, alla promessa dell’ angelo, egli venga preso dalla gratitudine, ed invece ecco giungere per prima la paura, il dubbio… Non basta essere del tempio per saper riconoscere la verità, e questo perché non sempre si riesce a staccarci dalla parte umana, non sempre si decide veramente per Dio, magari le intenzioni iniziali ci sono, le promesse sono state fatte, ma poi ci si allontana dal servizio con i dubbi e le tentazioni prettamente umane. Oggi vorrei invitarvi a pregare per i sacerdoti, perché sono le mani consacrate attraverso le quali passa la nostra salvezza, perché sono i discepoli consacrati di Gesù, e poverini, se noi siamo tentati, loro lo sono molto di più, e non è certo giudicandoli che li aiutiamo.

lunedì 17 dicembre 2018

(Mt 1,18-24) Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, figlio di Davide.


VANGELO DI  MARTEDÍ 18 DICEMBRE 2018
(Mt 1,18-24) Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, figlio di Davide.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Parola del Signore


RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA : Vieni Signore mio,con il tuo Santo spirito,ad aiutare la mia mente a capire quello che Tu ritieni giusto che io debba capire e a liberare la mia mente da tutto il resto.
Matteo continua a raccontarci la storia della nascita di Gesù,vedendola dalla parte di Giuseppe.
La notte di Giuseppe! Questo dovrebbe essere il titolo di questa pagina di vangelo; ve la immaginate la notte del povero Giuseppe? Dubbi, angosce, paura, delusione… credo che nella sua mente sia passato veramente di tutto, e molto probabilmente ha anche pianto e a lungo, perché alla fine è crollato in un sonno profondo…. Ecco ora l’uomo Giuseppe finisce di comportarsi da uomo, ora stremato si lascia andare, allenta le difese, smette di pensare, e il Signore riesce ad intervenire mandando un suo angelo. Quello che mi colpisce e mi fa riflettere è proprio questo, quando l’uomo ha provato tutto, ha pensato tutto, si arrende a Dio, e da lì in poi tutto è possibile. Giuseppe, semplice falegname, aveva come promessa sposa la piccola Maria; una fanciulla mite e sicuramente degna del massimo rispetto, tanto che anche a lui riesce difficile pensare male di lei, quando le dice che aspetta un bambino. Giuseppe sa di non averla toccata, come può essere successa una cosa simile? E adesso che sarà di lei? Anche oggi come 2000 anni fa una ragazza che deve affrontare una gravidanza da sola si trova in mille difficoltà, dirlo alla famiglia, il giudizio della gente, ma in quei tempi era ancora peggio; una ragazza era messa al pubblico sdegno ed addirittura lapidata. Egli sente che non può farle questo, ma non può neanche sposarla! Non la sta giudicando, ma non comprende; le sue intenzioni erano altre: una casa, dei figli suoi, una bottega di falegname….. ed ora questa cosa gli sembra inaccettabile. Molti uomini cercano di capire come una Vergine possa aver partorito ed essere restata tale, ed a questo proposito io vorrei dire: che questo possa essere un dubbio legittimo in chi non crede in Gesù Cristo, è normale, ma quando si riesce a scoprire ed accettare il mistero dell’incarnazione di Dio, perché questi dubbi? Perché resistere al miracolo della fede? Perché cercare di capire e limitare Dio? Che tipo di fede è questa? Nella nostra vita avremo avuto e avremo sempre dei momenti in cui ci sarà difficile comprendere i disegni di Dio, ma se ci affidiamo a lui, tutto ci sarà poi comprensibile. Senza il Sì di Maria e di Giuseppe noi non saremmo qui dopo 2000 anni a parlare dei disegni di Dio, non aspetteremmo ancora una volta un Natale che ci rappresenta la nascita di “Dio con noi”, non spereremmo in un mistero ancora più grande di noi, in cui un piccolo esserino che sceglie di nascere in una stalla e morire su una croce, cambierà la storia della nostra vita! Ma quando Dio decide di intervenire nel mondo, non ci chiede il permesso, anzi, a volte sconvolge i nostri piani ed è proprio quello che ha fatto con Giuseppe, che, poverino, credeva di aver già programmato la sua vita. Se la nostra vita, non è sconvolta dall’arrivo di Gesù, se non cambia nulla, c’è qualcosa che non quadra, forse non è a Gesù che diamo ascolto, ma al nostro IO che grida più forte di DIO! La vita del mondo ci spinge a cercare il benessere e la sicurezza nelle cose materiali, nel lavoro la solidità del futuro, ecc. e seguendo questi schemi è facile che quando qualcuno dei paletti su cui poniamo le basi della nostra esistenza, ci viene a mancare, ci sentiamo franare la terra sotto ai piedi e temiamo che tutto possa crollare, ma se la nostra vita è basata su solide fondamenta e sulla fede, niente, neanche la prova più dura, ci metterà paura, perché in ogni cosa cercheremo di accettare e di riconoscere la mano del Signore e faremo riferimento a Lui. Non sarà sempre facile, Gesù ci ha avvertito che seguirlo non è una passeggiata, ma ci ha anche convinto che è l’unica via possibile per la nostra salvezza. San Giuseppe, tu che hai ascoltato la voce dell’angelo mandato dal Signore, proteggici e guidaci come hai fatto con il piccolo Gesù, che ti fu affidato da Dio, e guidaci nella vita verso il progetto di Dio per noi. Grazie, amen.

domenica 16 dicembre 2018

(Mt 1,1-17) Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.


VANGELO DI LUNEDì 17 DICEMBRE 2018
(Mt 1,1-17) Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE 

PREGHIERA
 Vieni Spirito Santo di Dio, illuminami, fa che io possa riconoscermi in questa famiglia, in questa stirpe, come Figlia Di Dio. Vieni, datore di doni, riempimi di sapienza per poter conoscere tutto quello che Dio mi concede di sapere, per seguire la luce che indica la via segnata dalla stella fino all' umile stalla dove nacque Gesù e, da lì in poi vivere con il Figlio, il volere del Padre, alla luce del tuo Spirito. Amen.
La genealogia di Gesù, è riportata in due versioni nei Vangeli, quella di Matteo e quella di Luca, abbastanza dissimili tra loro, per vari motivi, ma questa è la parte che interessa gli studiosi teologi, o quelli che amano spaccare il capello in quattro. Io non sto ad indagare sulle differenze, vi dico solo che probabilmente Luca sta riportando la genealogia di Maria mentre Matteo sta riportando quella di Giuseppe. Attraverso entrambe i lignaggi Gesù è un discendente di Davide e quindi corrisponde alle caratteristiche del Messia. Tracciare la genealogia dal lato materno è una pratica insolita, ma era insolita anche la nascita da una vergine. La spiegazione di Luca è che Gesù era il figlio di Giuseppe, “ così si pensava ” (Luca 3:23) Ma la fede in Gesù Cristo segna la fine di tutte le diatribe possibili, riunisce tutto i popoli della terra, ci rende tutti figli di Dio. Nasce dalla famiglia di Davide, è vero, ma nella sua storia terrena manda i suoi discepoli ad ammaestrare i popoli di tutta la terra, è il primo grande eroe dell’ unità, in un mondo che non sa far altro che dividersi, Lui rivoluziona tutto e ci dice che pur essendo diversi, di etnie, razze, popoli, colori, tutti siamo figli dello stesso Dio, fratelli in Cristo. Non serve sapere altro, ma vivere questo è secondo me, già sufficiente per entrare a far parte di questo benedetto Regno di Dio. Una famiglia è unita da legami di sangue, d’ amore e, se solo pensassimo ogni giorno, prima di adirarci con un nostro fratello, che in lui scorre lo stesso dna di figlio di Dio, forse potremmo pian piano, riuscire a vivere in pace e letizia. Oggi il Vangelo, sembra solo una lunga lista di nomi, per ricordarci che la genealogia di Gesù, è riconoscibile nella storia, e Matteo che è ebreo, la scrive per gli ebrei. Eppure sappiamo che molti di loro non hanno riconosciuto in Gesù il Messia che aspettavano,.....perché? Perché aspettavano un re, un vincitore, un conquistatore, uno che li avrebbe resi ricchi e potenti, conquistato terre per loro; un trascinatore che li avrebbe vendicati..... Ed ecco che invece Gesù, viene in un umile stalla e, anche se non trova posto tra la sua gente, attira già da neonato, moltitudine di folle da ogni parte, che guardando al cielo, e seguendo una stella ed il canto degli angeli, vengono a vedere il Bambino Gesù. Non sanno ancora bene chi è; vengono per conoscerlo e si avvicinano alla culla con venerazione e curiosità. Salutano Maria e Giuseppe e portano i loro doni, chi poco chi tanto, ma tutti lo fanno con il cuore. Persino i re venuti da lontano, non conoscendolo si erano dapprima messi d' accordo con Erode, che lo cercava per ucciderlo, per denunciare dov' era quel bambino che avrebbe cambiato la storia del mondo. Ma Dio scrive una storia diversa da quella degli uomini e davanti a quel piccolo capiscono per dono Divino, che debbono tornare per un altra via, che debbono prendere un' altra direzione, per aiutare Gesù nel suo disegno di salvezza. Dio ha scritto per noi la storia della salvezza, possiamo come molti non accoglierla, nonostante sia confermata dalla storia, oppure correre da Gesù Bambino, fare festa intorno a Lui, riconoscendo che è nato il salvatore del mondo e, come i re magi, aiutarlo nel suo progetto di salvezza.

sabato 15 dicembre 2018

(Lc 3,10-18) E noi che cosa dobbiamo fare?


VANGELO DI DOMENICA 16 DICEMBRE 2018
(Lc 3,10-18)
E noi che cosa dobbiamo fare?
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Io credo in Te Signore, e credo che il Tuo Spirito mi parli, come fa con tutti coloro che chiedono aiuto a te, Gesù ci ha insegnato a pregare, ci ha detto: "chiedi e ti sarà dato" ed io ti chiedo con molta umiltà .... illuminami.


Leggendo mi viene davanti agli occhi una frase, torna e s' insinua.... ripete:
" Poiché il popolo era in attesa".
Vedo la situazione di oggi; so che come me, molti attendono che qualcosa cambi, che la violenza sparisca, che l'uomo diventi più buono, che non ci sia più la fame, la guerra; insomma attendiamo che Gesù ritorni e metta fine a tutto questo.
C'e chi parla di fine del mondo, chi dell' inizio di una nuova era di pace e d'amore; io credo che la cosa più sensata sia quella di non aspettare, ma di cercare di cambiare questo mondo, cominciando da quello che ci è possibile, e chiedendo a Dio di aiutarci per cambiare quello che non sembra possibile.
Siamo cristiani perché battezzati con acqua, come dice Giovanni? O perché battezzati con lo Spirito Santo e il fuoco di Gesù Cristo?
La differenza la facciamo noi; in questa domenica definita “ della gioia.”
Una gioia che possiamo provare nell' essere salvati, ma anche tanta angoscia per chi rifiuta questa salvezza, per chi rifiuta Dio.
Non possiamo stare fermi, restare inermi ed aspettare che Dio ami anche per noi, che perdoni anche per noi, che spezzi il pane anche per noi! Ognuno di noi deve fare la sua parte, testimoniare il nostro amore per i fratelli, specialmente per chi è lontano, e non farci trascinare dallo spirito di divisione e di giudizio.
Essere Cristiani significa essere un tutt' uno con Gesù, ma ancor di più, significa capire che se non facciamo la cosa giusta, se non ci preoccupiamo dei fratelli che hanno più bisogno, se lasciamo vincere il nostro egoismo e la nostra superbia, faremo la fine della paglia, che brucerà nel fuoco inestinguibile.
Essere nella gioia non vuol dire vivere con ilarità, preoccupandoci solo di divertirci, ma vivere nella consapevolezza di fare quello che è meglio per noi e per la nostra vita, presente e futura.

venerdì 14 dicembre 2018

(Mt 17,10-13) Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.



VANGELO DI SABATO 15 DICEMBRE 2018
(Mt 17,10-13)
Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Santo Spirito che mi fosti donato il giorno del battesimo in Cristo Gesù, tu che sei nascosto nel mio cuore, soffocato dal mio io inutile, ti prego vieni ad illuminarmi e a farmi capire come vivere la Parola del Signore, per l' amore misericordioso che il Padre ci elargisce, riempimi di Te. Amen.
È venuto il Signore nella nostra vita? Si siamo cristiani, crediamo in Dio creatore e Signore, in Gesù Cristo; ma veramente gli abbiamo dato il posto che gli spetta?
Gesù trasforma la nostra fede in fuoco vivo, e noi siamo fuoco vivo? Bruciamo di amore inestinguibile verso tutti gli uomini? Bruciamo d’ amore per Lui? Quanto e come preghiamo il Signore? Con le labbra o con il cuore?
Molti quando il Signore ha bussato gli hanno aperto, ma poi… visto che era così difficile seguirlo, visto che ci chiedeva di essere fedeli, onesti, umili… hanno preferito lasciarlo lì, in un angolino del cuore, giusto il tempo di pregarlo quando ci serve qualcosa? Se questo è il Messia che è venuto... anche noi non l’abbiamo riconosciuto?
Facciamo un bell’ esame di coscienza, e svegliamoci!
Dio ci ama e ci vuole felici, ci ha insegnato che la felicità non è quella che crediamo noi, il benessere materiale, a tutti i costi, e neanche la salute a tutti i costi, perché chi vive Gesù, sa accettare anche la croce, ma chi non vuole riconoscerlo, non lo farà, nascondendosi dietro a mille scuse, ed ancora il Signore busserà alla nostra porta… amore infinito che aspetta solo che aprendo diciamo: eccomi, sono qui, trasformami in quello che solo grazie a te posso diventare, fammi lasciare a terra il pesante bagaglio della mia nullità, dei miei falsi idoli ai quali non mi rendo neanche conto di dare un valore e sollevami su ali d' aquila!

giovedì 13 dicembre 2018

(Mt 11,16-19) Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.


VANGELO DI VENERDì 14 DICEMBRE 2018
(Mt 11,16-19) Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE PREGHIERA
Il Signore conduce il suo popolo per la strada della salvezza. Chiediamogli di essere attenti alle sue indicazioni e diciamo: Fa’ che ti riconosciamo, o Signore.Alla luce del Tuo Spirito,amen.
La chiesa saggiamente, unisce la lettura del profeta Isaia, e la preghiera del Salmo al vangelo di oggi; infatti possiamo leggere “Io sono il Signore tuo Dio che ti insegno per il tuo bene, che ti guido per la strada su cui devi andare.” E ancora ” Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte.”. Poi nel Vangelo,invece vediamo che gli uomini non vogliono seguire la legge del Signore, cercano tutte le scuse per non farlo; perché quello che Dio vuole da noi è un impegno SERIO, non gravoso, non triste, ma serio. Si tratta di rispettare quello che il Signore ci ha insegnato sempre, non solo quando ci fa comodo. Il Vangelo è pieno di esempi di gente che pur se si trova davanti a Gesù, non lo riconosce come Signore della sua vita. Alcuni vogliono seguirlo, ma non sono disposti a rinunciare ai loro beni, alla loro libertà di giudizio e si ribellano a Dio . Siamo come tanti bambini capricciosi, che rifiutano di ascoltare gli insegnamenti del Padre e che trovano tutte le scuse per non obbedire,come se quello che c’è in ballo sia un trofeo per chi “vince o perde” e non ci si rende conto che Dio vuole solo la nostra salvezza, che la sua non è sete di potere, ma sete di salvezza per noi che tanto ama.

mercoledì 12 dicembre 2018

(Mt 11,11-15) Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.

VANGELO 

+ Dal Vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!». 

Parola del Signore.






RIFLESSIONE DI LELLA 
 
PREGHIERA: Vieni o Santo Spirito Vieni, Spirito di Consiglio e di Fortezza, e rendici coraggiosi testimoni del Vangelo ricevuto. Sostieni chi è perseguitato; incoraggia chi è emarginato; dona forza a chi è imprigionato; concedi perseveranza a chi è calpestato e torturato; ottieni la palma della vittoria a chi, ancora oggi, viene condotto al martirio. 
 
Gesù sa che il cuore degli uomini è duro, che niente sembra,riuscire a poter essere accettato quando non si vuole e che a nulla servono le parole dei profeti ,se chi ascolta non vuole recepire il messaggio. La missione di Giovanni, è ben definita già dalla sua nascita,ricordiamo che il bambino sussultò nella pancia della madre Elisabetta, al riconoscere il Signore nel grembo di Maria. In questo brano sembra quasi che Gesù stia dando un giudizio su Giovanni, ma non è così secondo me, ma sta mettendo in evidenza come tutto sarà diverso dopo la sua morte in croce, dopo che dal vecchio si passerà al nuovo testamento, perché il battista profeta annuncia la sua venuta, ma è con la sua morte in croce che Gesù cambierà le cose, perché è morendo che germoglierà il perdono per tutti i figli di Dio. Infatti, contrariamente a quello che anche Giovanni pensava, Gesù non viene per castigare, ma per redimere,non per condannare,ma per salvare. Giovanni annunciò il Messia, ma gli sfuggiva il mistero più profondo della sua dottrina, del suo insegnamento. Gesù annuncia che siamo tutti figli di Dio, dello stesso Padre e pertanto fratelli. E’ questo che fa la differenza tra il vecchio e il nuovo e che rende tutti importanti allo stesso modo agli occhi di Dio.

martedì 11 dicembre 2018

(Mt 11,28-30) Venite a me, voi tutti che siete stanchi.

VANGELO
(Mt 11,28-30) Venite a me, voi tutti che siete stanchi.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.







RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni o Santo Spirito, nel mio cuore e disponilo ad accoglierti. Dammi la capacità di capire e di scrivere quello che tu desideri far conoscere. Amen.

Venite a me ... non andate cercando chi vi consoli, perché le ferite dell’anima e del corpo possono essere curate solo da chi vi ama veramente e vuole il vostro bene, sembra dirci Gesù. Insieme al Signore tutto diventa più facile, il giogo si fa leggero, perché Lui lo porta con noi.
Possono sembrare solo parole, belle ma inutili, per chi è disperato, ma credetemi, non le direi se non avessi la certezza che è così, se non lo avessi provato sulla mia pelle! Io non sono una persona facile da convincere, peggio di San Tommaso, se non ne avessi fatto esperienza, non starei qui a raccontarvelo, ma non ho la pretesa di essere creduta sulla parola, figuriamoci...non hanno creduto a Gesù, non crederete certo a me!
Io vi invito a parlare nel vostro cuore con Gesù, quando siete stanchi ed oppressi dalla fatica quotidiana, quando la sopportazione sembra venir meno. Preghiamo con parole nostre, se non sappiamo pregare,;preghiamo mettendoci all’ ascolto, magari con la Bibbia. Io amo molto il libro di Giobbe, e posso garantirvi che mi ha insegnato più la Bibbia che tutti i filosofi del mondo. Molti di noi si lamentano come Giobbe," Le mie viscere bollono e non hanno riposo, sono venuti per me giorni di afflizione." (Giobbe 30:27) Prendete il mio giogo, fate come me, dice Gesù, che ho accettato per amore vostro di caricarmi delle vostre colpe per liberarvi dalla schiavitù del peccato. L’amore rende dolce ogni sforzo, ogni fatica; sant’ Agostino diceva: “ L'amore, in effetti, rende assolutamente facili e riduce quasi a nulla le cose più spaventose ed orrende. “

lunedì 10 dicembre 2018

(Mt 18,12-14) Dio non vuole che i piccoli si perdano.

 VANGELO DI MARTEDì 11 DICEMBRE 2018.
+ Dal Vangelo secondo Matteo .
 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
Parola del Signore .


RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Ti prego Gesù, di stendere su di me la tua mano santa e di imporre lo Spirito di sapienza che mi darà la possibilità di capire, tutto quello che Tu vuoi che io capisca, e di vivere in coerenza con la tua parola.

Queste poche righe sembrano povere a prima vista, semplici, perché in fondo è normale che il pastore ci tenga alle sue pecore, fin qui non ci piove… ma se guardiamo più attentamente, scopriremo che il discorso è rivolto anche a noi. Che ve ne pare di questo pastore che corre dietro alla pecora smarrita fino a che non l’ha trovata? Sembra chiederci Gesù! Che amore pensate che sia quello che lo spinge a sacrificare anche se stesso per darci la possibilità di entrare a far parte del suo regno? Scoprire quanto e come Dio ci ama, ci fa notare che non è proporzionabile al nostro modo d’ amare, né a come noi concepiamo l’amore. Nella lettura del Vangelo, si parla di Gesù come dell’ agnello che è messo sul trono da Dio e che sarà il pastore per tutti noi, ma anche dell’ agnello che per primo ha accettato di essere sacrificato, di donare la sua vita, con una rassegnazione che è tipica di quest’ animale, che va incontro alla morte senza neanche un lamento, con docile accettazione. Gesù ha accettato di servire fino alla fine il progetto di Dio e per questo sarà ritenuto degno di diventare il pastore di tutti, quello che c’ indicherà la via da seguire. Una sola pecora in cambio di 99… sicuramente tornerà pensiamo, speriamo, ma sarà difficile che qualcuno di noi sarebbe disposto ad abbandonare le altre per correre mille pericoli ed andare a cercarla. Eppure questo è quello che fanno centinaia di missionari che corrono mille pericoli in terra straniera per far conoscere Gesù, perché questo sentimento di condivisione della salvezza, dono per tutti, deve essere quello che anima i nostri cuori di Cristiani per essere conformi a Cristo e non un rapporto egoistico. Sempre più spesso si parla di una chiesa troppo ricca, ma poi, quando sentiamo di quanti perdono la vita solo perché cristiani che cercano di far conoscere il Signore in ogni parte del mondo, capiamo che la chiesa con è soltanto una banca che prende per arricchirsi, ma un’ opera di grande umanità che porta nei posti più sconsolati del mondo tanto amore, istruzione e cibo per il corpo e per l’anima. Quanti di noi che stiamo caldi e comodi nelle nostre case, sono disponibili a camminare diverse miglia nella foresta o nel deserto per poche anime, quanti come Gesù sanno essere buoni pastori? Dacci o Signore la forza di non perderci mai e di poter aiutare chi non conosce le tue vie.

domenica 9 dicembre 2018

(Lc 5,17-26) Oggi abbiamo visto cose prodigiose.






VANGELO DI LUNEDì 10 DICEMBRE 2018


(Lc 5,17-26)
Oggi abbiamo visto cose prodigiose.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e portami la tua sapienza, grazie di ogni cosa che mi vorrai concedere.
Il Signore non è mai irraggiungibile se lo cerchiamo, anche se non sappiamo da dove iniziare, ci basterà averne il desiderio, ci basterà aprire il nostro cuore. Ci sarà qualcuno che ci si farà prossimo e ci porterà più vicino a Lui, anche se a noi sembrerà che tutto accada per caso, non sarà così. Quello che conta più di ogni cosa però, è racchiuso in una frase: Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati» Non c’è grazia che possa essere ricevuta se non c’è la nostra ricerca, la nostra adesione... il nostro SI, ed allora si che il Signore ci farà volare accanto a Lui.

sabato 8 dicembre 2018

(Lc 3,1-6) Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!


VANGELO DI DOMENICA 9 DICEMBRE 2018
(Lc 3,1-6)
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!


+ Dal Vangelo secondo Luca


Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».


Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore sei Tu il mio Pastore,non manco di nulla......Tu guidi la mia vita ed io provo a seguirti con amore; a volte cado mio pastore e tu sei sempre pronto per rialzarmi, concedimi ancora la luce del tuo spirito per illuminare la mia via e quella di chi leggerà... gratuitamente hai dato, gratuitamente vorrei restituire. Amen.
Gesù conosceva la gente mano a mano che avanzava nel suo cammino, nelle sinagoghe, nel deserto, nelle città, nei villaggi… ed ovunque andava provava compassione per le persone, le vedeva così sbandate, come pecore senza pastore, perché vagavano ma non sapevano neanche loro a chi rivolgersi per reindirizzare la propria vita. Ecco perché la folla si accalca intorno a Gesù, perché lui porta con se qualcosa di nuovo, di diverso. Lui solo ha parole di vita eterna. La parola di Gesù è valida ancora oggi e, a noi cristiani, suoi discepoli, affida il compito di vivere la sua parola e di portarla ai nostri fratelli, la stessa parola che aiuta a vivere una vita che ha un senso, una vita che ci introduce nel regno dei cieli.
Dove altro potremmo andare altrimenti, dietro a chi? Il mondo è pieno di sfavillanti lustrini, di tentazioni, di abbagli, ma tutto è fittizio, tutto è falso ed ingannevole, anche gli affetti non durano o si trasformano, difficilmente i legami superano le difficoltà, uno solo è l’amore eterno che ci cerca, il buon pastore che ci rincorre, che si incammina nel nostro deserto, nella nostra notte più nera e prendendoci per mano ci riporta all’ ovile, alla casa del Padre.
In questa pagina notiamo il parallelismo con quella di Luca, che discepolo di Paolo che era in prigione, come Matteo, mette in risalto quello che era il compito affidato ai discepoli: guidare il suo gregge. È chiaramente Gesù il Buon Pastore per eccellenza, ma affidando ai discepoli il compito di guidare il suo gregge noi vediamo che per prima cosa raccomanda la preghiera per la sua Chiesa, per i pastori. La preghiera è fondamentale perché crea quel legame profondo tra gli uomini e Dio, come se avessimo un lume accanto e lo accendessimo, allora potremo alla luce dello Spirito Santo vivere in comunione con Gesù Cristo. Ma se teniamo il lume spento, non alimentiamo la nostra fede, se vogliamo decidere di andare avanti da soli, inciamperemo molto presto.
Qualcuno potrebbe pensare che una persona non può pregare in continuazione, che non sarebbe vita, perché spesso ci pensa alla preghiera in maniera errata, come ad un obbligo da adempiere, e forse all’inizio è un po’ così per molti, ma pian piano, con il Suo Santo aiuto, si riesce ad entrare veramente in comunione, a vivere sentendo che il Signore è al nostro fianco, che ci guida e ci assiste in ogni nostra esigenza.
È il Signore che ci viene incontro, ma ci chiede di fare dei passi ben precisi verso di Lui, ed uno di questi è quello di conoscerlo veramente; di capire attraverso le sue parole, quello che è giusto e quello che è sbagliato ai suoi occhi, ma più di tutto, per il nostro bene, perché su una cosa non dobbiamo mai avere dubbi, anche nelle varie prove che si succedono nella nostra vita, ed è che Dio ci ama.
La sua presenza assidua, ci guarirà dall’ insoddisfazione, dalla cattiveria,
dall’ egoismo, dalla paura di perderci e, finalmente, potremo riuscire a sentirci fratelli di tutti nel mondo, figli di uno stesso Padre, membra del corpo di Cristo.
Quando Gesù passa nella nostra vita, ci guarisce e niente è più come prima, per questa grazia che abbiamo ricevuto, dobbiamo dare testimonianza, perché come Gesù, dobbiamo provare amore e compassione, per le altre pecore sperdute del gregge, e non sentirci salvi e giusti, fregandocene degli altri o giudicandoli.
È facile smarrire la via, il nostro nemico è molto astuto, ci abbaglia con il suo mondo di lustrini appariscenti e illudendoci, non ci permette di riconoscere i fratelli più piccoli e bisognosi.
In questo avvento, perché Gesù trovi veramente un posto nel nostro cuore, apriamolo a Lui, e lasciamoci trasformare. È un Natale di crisi per molti, facciamo che sia anche un Natale d’amore.

venerdì 7 dicembre 2018

(Lc 1,26-38) Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.



VANGELO DI SABATO 8 DICEMBRE 2018
(Lc 1,26-38) Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
Vieni o Santo Spirito e guida il mio cuore in quell'umile casa.... 

Alla base della nascita di Gesù, c’è la grande e meravigliosa umiltà di Maria. 
La grazia di Dio si riconosce anche da questo, dalla sua personalità docile, ma al tempo stesso ferma e consapevole. Non ha pensato Maria alle conseguenze , né si é sentita superiore e questo la dice lunga sulla diversità che c’è tra lei e noi, sempre pronte ad innalzare il nostro io al di sopra degli altri e ad usare il nome di Dio per acquistare credito agli occhi del mondo.Insegnaci Maria l’arte del silenzio, guidaci verso una fede forte e consapevole, aiutaci ad accettare tutto quello che accade con pazienza ed umiltà.

giovedì 6 dicembre 2018

(Mt 9,27-31) Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.


VANGELO DI VENERDì 7 DICEMBRE 2018
(Mt 9,27-31) Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Santo Spirito ed aiutami a capire,aiutami ad aiutare chi non riesce a vederti.
Oggi , mentre Gesù si allontana,molti restano indifferenti e lo lasciano allontanare, un pò perchè non credono di poter cambiare idea su di Lui, un pò perchè non si rendono conto della loro cecità. Di questa cecità tutti, chi più chi meno, siamo vittime, ma proprio come spesso accade con i difetti visivi, abbiamo imparato a vedere attraverso le varie deformazioni e ci siamo abituati, fino a credere di poter fare a meno degli occhiali. Così nella vita, pensiamo di poter fare a meno della guida del Signore, che non vogliamo riconoscere, e vaghiamo spediti verso ogni direzione. La vita senza Cristo è veramente di un’aridità incredibile, quasi come se tutto dovesse essere vissuto velocemente e per forza, come se un istinto incontrollabile prenda possesso del nostro io e lo costringa a vivere incurante delle conseguenze dei propri gesti. In un mondo così non c’è spazio per nessun altro che non sia il nostro io, ma ci circondiamo di falsi amici e di cattivi maestri per non rendercene conto. Se solo riuscissimo a leggere dentro di noi la nostra insoddisfazione e riuscissimo a dargli un nome... Se solo sapessimo sperare di essere guariti... Se solo sapessimo appoggiarci al bastone della fede... Tutto cambierebbe e non ci sentiremmo mai smarriti, neanche nei momenti peggiori.

mercoledì 5 dicembre 2018

(Mt 7,21.24-27) Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.

VANGELO DI GIOVEDì 6 DICEMBRE 2018
(Mt 7,21.24-27) Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Parola del Signore.






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, aiutami con il tuo Santo Spirito a leggere la Tua parola e a viverla nel mondo d’oggi, come Gesù duemila anni fa, voglio vivere solo con Te e di Te. Ascoltami e Così sia.
- Gesù ci mette in guardia da una cosa molto importante, non basta l’apparenza per entrare nel regno di Dio. Per vivere in pieno la fede, infatti, perché sia salda e non cada alle prime intemperie, bisogna capire e vivere la parola di Dio. È inutile pronunciare con la bocca per esempio, una preghiera per i poveri, se poi quando ci passano accanto ci giriamo dall’ altra parte schifati, non serve far vedere quanto si è bravi cristiani, ma occorre essere bravi cristiani, perché altrimenti alla prima tentazione forte, crolliamo. La fede che Gesù c’ invita ad avere è fondata sulle solide basi dell’ amore che ci lega a Dio, ed è una cosa bellissima confidare, affidarsi, condividere la propria vita con Lui. Troppo spesso noi preferiamo affidarci agli uomini, al politico potente, al personaggio pubblico e mettiamo Dio sul comodino, come un abat jour da accendere nel momento del bisogno. Questo è quanto di più sbagliato possiamo fare perché Gesù è la luce che deve illuminare i nostri passi, la sua parola la via da seguire; il nostro cuore deve spogliarsi delle cose del mondo e appartenere totalmente a Dio. Non è facile la via che il Signore ci indica, ma dobbiamo continuare a provare la via della perfezione, dobbiamo seguire la parola di Dio, perché quello che è scritto nelle sacre scritture, solo se praticato, renderà salda la nostra fede. Vivere il mondo e la nostra stessa vita, comunicando al Signore, la nostra accettazione di Figli Suoi, consapevoli di essere stati creati per amare quello che Lui ha creato per noi e per amarci l’ uno con l’ altro. Non dobbiamo pensare di essere da soli, di dover fare cose impossibili, ma solo di chiedere al Signore la forza e la grazia necessarie per vivere cercando il più possibile di capire che l’ amore che Dio ha riposto in noi, che il fatto di essere un solo corpo con Cristo, ci saprà condurre sempre sulla strada giusta.

martedì 4 dicembre 2018

(Mt. 15,29-37) Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.


(Mt. 15,29-37) Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

O Santo Spirito di Dio, aiutami, fa che quello che tu vuoi, si possa comprendere a chi legge le scritture, e aiutami ad aggiungere le briciole della tua sapienza a chi legge queste righe, perché tutto sia comprensibile anche a noi che siamo gli ultimi dei tuoi servi inutili. Te lo chiedo per Gesù Cristo nostro Signore…. grazie. Amen.

Questa pagina del vangelo, nella versione di Luca, l’ abbiamo trovata nel giorno del corpus Domini, quindi in uno dei tempi forti della liturgia. È un testo che ci fa vedere cosa intende Gesù per “condivisione”, che mette l’ accento su alcune piccole cose che potrebbero passare inosservate, ma che invece sono essenziali. Gesù è con il suo popolo, guarisce coloro che si sono radunati nel suo nome, e si preoccupa della loro stanchezza, del loro dover tornare a casa … Non può e non sa essere indifferente ai loro bisogni fisici, mentre i suoi discepoli invece, cercando di prevenire il problema, vorrebbero rimandarli a casa per tempo, (dal vangelo di Luca: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».) Proprio a loro Gesù chiede di usare tutto quello che avevano, di portarlo davanti a Lui perché lo benedica e di distribuirlo alla folla. Affidare al Signore le nostre povere forze, così come lui affida ai suoi discepoli il suo popolo, uno scambio di fiducia che deve essere reciproco, per essere concreto. Pensiamo che Gesù, pur essendo di natura Divina, non considerò se stesso un tesoro geloso, ma si spogliò divenendo servo per noi uomini, fino all’ estremo sacrificio della morte sulla croce. Pensiamo a quelle braccia aperte e abbracciamo il suo corpo, nutriamoci di Lui con tutto il rispetto e la devozione, chiediamo di vincere con Lui il nostro egoismo, portiamo con noi verso quell’ ostia i nostri fratelli, gli ammalati, i lontani, i deboli, ma in modo speciale, preghiamo Gesù per quelle mani consacrate che ci stanno offrendo il suo corpo e il suo sangue … Amiamo i nostri sacerdoti e la nostra Chiesa, preghiamo per loro. Non è facile vivere la carità, la condivisione, non sentiamoci santi, perché tutti nel nostro piccolo potremmo fare molto di più, ma la paura del domani spesso spezza le ali della carità; l’idea che quello che possiamo fare è inutile, perché non risolve i problemi del mondo, è una molla che scatta e toglie le ali alla speranza. Gesù c’ invita a prendere il poco che abbiamo ed a condividerlo con i fratelli, ci chiede di affidarci a Lui e come provò compassione per la folla e non la lasciò tornare digiuna alla loro vita, così anche noi potremo vivere con lui e di Lui, da ora e per sempre. È così facile sedersi sulle comodità, rilassarsi e poi diventare gelosi di tali beni e non volerli dividere con nessuno….Quando i poveri, gli afflitti, quelli che cercano di sopravvivere alla fame e all’ingiustizia, bussano alle porte dell’Italia, noi siamo spinti dall’egoismo e dalla paura a vedere solo il lato negativo della cosa; a vedere tutti come dei fanatici islamici assetati di sangue, come gente che ci ruba il pane ed il lavoro. Sono fratelli scomodi, hanno bisogno di tutto e noi abbiamo così poco, ma noi siamo gli stessi che non riescono a non sentire una morsa dentro quando vediamo in tv i bambini africani che muoiono di fame, noi siamo gli stessi che rabbrividiscono quando sentiamo che in India le bambine vengono violentate ed uccise…. noi siamo le mani che Gesù vuole usare per combattere l’ egoismo e l’indifferenza. Proviamo ad affidare i bisogni di chi chiede aiuto al Signore, e Lui ci renderà capaci di tutto il bene del mondo e ci restituirà.

lunedì 3 dicembre 2018

(Lc 10,21-24) Gesù esultò nello Spirito Santo.

VANGELO DI MARTEDI 4 DICEMBRE 2018

(Lc 10,21-24) Gesù esultò nello Spirito Santo. + Dal Vangelo secondo Luca.

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Parola del Signore.




RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni Signore con il Tuo Santo Spirito a dare forma ai pensieri, vieni perché tutto da te dipende; vieni perché io conto su di te per capire; conto su di te per vivere; conto su di te per essere degna di vivere nel tuo regno.

Innanzitutto facciamo un passetto indietro per capire che cosa fa esultare Gesù e leggendo l’antefatto vediamo che è appena avvenuto l’incontro con i 72 discepoli mandati in missione, che felici gli raccontavano come, nel suo nome, avevano scacciato i demoni. Gesù gioiva di questo, ma ancor di più ringraziava il Padre perché questi discepoli, nella loro semplicità, avevano compreso di non essere loro gli artefici di tanti miracoli, ma solo strumenti di Gesù. Ci vuole coraggio per pensare questo, non è facile sentirsi strumenti di Dio, ed al tempo stesso, rimanere umili, dobbiamo tenere sempre presente che tutto dipende da Dio, ma spesso il nostro orgoglio ci fa diventare superbi. Rispondere a Dio, accettare di essere partecipi al suo progetto, non è un’azione isolata, ma ha bisogno di farci sentire parte di un tutt’ uno, come ingranaggi di una stessa macchina che si intrinsecano l’uno con l’altro, a cui il Signore stesso dà ordine e forma. L’amore che germoglia, cresce e si sviluppa nel nostro cuore infatti, non deve diminuire se il mondo intorno sembra rifiutarlo, ma anzi, ancor più deve crescere proprio perché più l’uomo si allontana, più ha bisogno di qualcuno che lo tenga stretto nel suo cuore per riportarlo al Padre. Plasmaci Signore, dacci forma, perché dalla terra ci hai creato, e a te solo dobbiamo la vita, siamo figli tuoi e possiamo essere degni di te, solo se amiamo come tu ci ami. Insegnaci a vivere a tua immagine e somiglianza, proteggici dal fango del peccato che vuole impedirci di risplendere della tua luce.

domenica 2 dicembre 2018

(Mt 8,5-11) Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.





VANGELO DI LUNEDì 3 DICEMBRE 2018

(Mt 8,5-11) Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli. 
 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

VIENI SPIRITO DI DIO, donaci una fede forte e autentica in Gesù e guarisci tutte le nostre ferite. Allontana da noi ogni dubbio, paura e indecisione. Mostraci le nostre vocazioni e rendici disponibili e generosi nel realizzarle. Apri i nostri occhi alla comprensione della tua parola e donaci la luce per capire quello che Tu vuoi che noi capiamo. A te ci affidiamo con fede, come il centurione si affidò a Gesù.



Spesso quando ci poniamo davanti al Signore, il nostro atteggiamento è incerto, dubbioso, e non assomiglia per niente a quello del centurione di questo brano narrato da Matteo, anzi, sembra quasi che siamo noi gli esseri superiori che si abbassano al livello di un Dio che troppo spesso mettiamo in discussione, nel quale non crediamo veramente… perché non ci accontenta subito, perché alla minima difficoltà lo mettiamo sotto accusa.Non sento altro intorno a me che frasi del tipo: Dio non mi ascolta - Se Dio esiste perché….. - Proprio a me doveva mandare… - Ringrazio Dio di darmi la forza di non esplodere, di non arrabbiarmi, perché capisco il dolore di chi soffre, ma certe volte, quando percepisco in tutto questo, solo la provocazione, la stupidità di chi si sente superiore con la sua non fede, mi viene voglia di invitarli a fare un bagno nell’acqua santa, per liberarsi veramente dalla lebbra che hanno nell’anima.È abbastanza frequente che si abbia di Dio un' immagine che non corrisponde alla realtà, anche gli ebrei parlano infatti di un Dio severo, geloso, che non perdona e quindi molto simile a loro caratterialmente.Ma il centurione sente parlare di Gesù, che sembra veramente un ebreo diverso dagli altri, uno che non solo compie dei miracoli, delle guarigioni, ma che non disdegna di fermarsi per parlare ed accontentare anche gli ultimi e i lontani , quelli che per la fede ebraica erano tagliati fuori dalla loro cerchia di popolo eletto. Allora si fa coraggio e chiede ad alcuni anziani di chiedere per lui a Gesù di salvare il suo servo che stava molto male. L'uomo era stato caritatevole verso il suo servo, e con molta umiltà, quando Gesù stava andando da lui, gli dice che così come non si era ritenuto degno di chiedere lui stesso questa grazia, non si riteneva degno di ospitarlo in casa sua, ma che era sicuro che con una sua parola, il suo servo sarebbe guarito. Una fede così non poteva non colpire Gesù, che non aveva certo preconcetti, anche se aveva detto inizialmente di essere venuto solo per il popolo ebraico, ma da subito, non aveva rifiutato grazie a nessuno.Quest'uomo era un comandante dell'esercito romano, quindi un pagano, che mai e poi mai si sarebbe sognato di avvicinarsi a Dio nel tempio degli ebrei, proprio perché questi tenevano la gente a distanza, considerando Dio una loro proprietà, un loro diritto.Lui, che sa di non essere tra quelli che seguono Gesù, perché è preso dalla sua vita di soldato, dal considerarsi uno che ha potere, perché è comandante delle sue guardie, si rende conto, che tutto il potere terreno di cui dispone, non gli serve a nulla … e se ne accorge quando capisce di amare il suo servo e che vederlo soffrire lo fa star male a sua volta. È in quel momento che il suo cuore si apre e cerca l’aiuto di questo uomo buono di cui tutti parlano e non si aspettava che Gesù lo ascoltasse e subito intervenisse.Allora si sente indegno di tanta grazia, di tanta accortezza, perché la sua casa non è degna di riceverlo, poi si rende conto che Gesù è veramente lì davanti a lui e sta accogliendo la sua preghiera. Non conosceva Gesù quel soldato, ma era disposto a credere, ad aprire il cuore, molto più di tanti figli di Israele che restavano duri di cuore e non volevano credere in Lui .Gesù mette in risalto come aprirà le porte della nuova Gerusalemme a coloro che sono disposti a credere e lascerà fuori i duri di cuore, indipendentemente dalla loro origine terrena.

sabato 1 dicembre 2018

(Lc 21,25-28.34-36) La vostra liberazione è vicina.



VANGELO DI DOMENICA 2 DICEMBRE 2018
(Lc 21,25-28.34-36) La vostra liberazione è vicina.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
A te, Signore, elevo l’anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso....
Mentre l' uomo continua a vivere facendo dei suoi giorni il suo regno, Gesù continua a ricordarci che questo regno non ci appartiene come crediamo, ma è solo un'occasione da non perdere.Tutti parliamo della fine del mondo, e ne abbiamo timore, ma Gesù dice che quando accadranno queste cose, dovremo alzare la testa, perché la salvezza è vicina. Spesso si cerca di dare una connotazione, un significato ai segni, alle profezie e ai messaggi, ma forse quello che ne vien fuori, alla fine, è più confusione che altro. Nel Vangelo c' è tutto quello che serve all' uomo di Dio, senza cercare altro e, se qualcosa ci colpisce, se crediamo in un' apparizione o in una rivelazione privata, questo nulla toglie al Vangelo, se non va in contrapposizione con esso..... ma teniamo presente anche che nulla aggiunge!Il mio invito quindi, è quello di conoscere bene il Vangelo !Ricordiamo che satana esiste, ce ne parla Gesù proprio nel Vangelo, ed è molto astuto, non per niente era un angelo, quindi non pensiamo che satana è una invenzione dei preti e non diamo retta a chi ci dice che non esiste.Satana e i suoi angeli operano oggi nel mondo, nei cuori degli esseri umani, guidandoli nella ribellione, nei divertimenti, nell' accumulare beni materiali, nelle molte forme di religiosità e spiritualità, ecc. impedendo loro di riconoscere il loro stato di peccatori perduti, e tenendoli lontani dalla salvezza che Dio offre a ognuno personalmente in Gesù Cristo, che morì per noi sulla croce e risuscitò.