domenica 22 luglio 2018

(Gv 15,1-8) Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.

VANGELO DI LUNEDI 23 LUGLIO 2018.

Giorno liturgico: Lunedì, XVI settimana del Tempo Ordinario

Santorale 23 Luglio: Santa Brigida, religiosa, patrona d’Europa
Testo del Vangelo (Mt 12,38-42): In quel tempo, alcuni scribi e farisei interrogarono Gesù: «Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno». Ed egli rispose: «Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Quelli di Ninive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c’è più di Giona! La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall’estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c’è più di Salomone!».





RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Ti prego Spirito Santo di starmi vicino e di assistermi con la tua sapienza nella lettura e nella riflessione della tua parola.

Spesso uso l’espressione, siamo operai della vigna del Signore e oggi il vangelo ci spiega proprio questo passo. Quella della vite e dei tralci è una delle immagini più belle che Gesù ci propone, addirittura ci fa l' esempio di come il Padre ci tiene a che la vite produca buoni frutti. La pianta della vite è una pianta che si aggroviglia, si arrampica e si attorciglia tutta intorno alla madre vite, dalla quale riceve la linfa, e l' agricoltore la cura, taglia i rami inutili, che non portano frutto e la pota perché sia più robusta. I ruoli sono chiari, il raccolto va a Dio, è di Dio la vigna, di cui Cristo è la madre vite da cui partono i tralci, che siamo noi tutti. L' importante quindi è rimanere aggrappati alla pianta madre, a Gesù, e alla Chiesa da lui istituita, di cui lo Spirito Santo è la linfa. Tante sono le immagini che mi vengono alla mente, una è quella delle sofferenze che nella vita ognuno di noi passa, che in qualche modo, anche se sono difficili da accettare, sembrano arrivare per distruggerci e invece ci fanno crescere e ci rendono più forti, e l'altra è l'immagine della Chiesa, che per quanto imperfetta e divisa è in ogni modo la parte portante della vite. Restiamo quindi attaccati a questa Chiesa, e lasciamo a Dio il giudizio e la potatura dei tralci, lui sa quello che è giusto, noi non sappiamo vedere più in là del nostro naso, se vogliamo essere un tralcio e non d’intralcio, affidiamoci alla parola di Dio e abbracciamo con fiducia Cristo Gesù. Aggiungo una nota che mi sembra molto importante cogliere, Gesù dice molto chiaramente che senza di lui, cercando di fare le cose a modo nostro, non potremo fare nulla , questo non vuol dire che da soli non sappiamo fare niente, ma che da soli, non sappiamo fare niente di buono, ma posso dire anche di più, noi da soli, non sappiamo neanche riconoscere quello che è buono e quello che non lo è.
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Comentario: P. Joel PIRES Teixeira
(Faro, Portogallo)

Oggi, Gesù è posto a prova da "alcuni scribi e farisei" (Mt 12,38; Mc 10,12), che si sentono minacciati dalla persona di Gesù, non per ragioni di fede, ma di potere. Per la paura di perdere il loro potere, cercano di screditare Gesù, provocandolo. Questi "alcuni" spesso siamo noi stessi quando siamo portati via dal nostro egoismo e gli interessi individuali. Oppure, quando guardiamo la Chiesa come una realtà meramente umana e non come un progetto d'amore di Dio per ciascuno di noi.

La risposta di Gesù 'è chiara: «Nessun segno sarà dato loro» (cfr Mt 12,39), non per paura, ma per sottolineare e ricordare che i “segni” sono il rapporto di comunicazione e di amore tra Dio e l'umanità; Questo non è un rapporto tra interessi e poteri individuali. Gesù ricorda che ci sono molti segnali dati da Dio; e non è con la provocazione o il ricatto che si arriva a Lui.

Gesù è il segno più grande. In questo giorno la Parola è un invito per ciascuno di noi a capire, con umiltà, che solo un cuore convertito, rivolto a Dio, è in grado di ricevere, interpretare e vedere questo segnale che è Gesù. L'umiltà è la realtà che ci porta non solo a Dio, ma anche all'umanità. Per l’umiltà riconosciamo i nostri limiti e virtù, ma soprattutto vediamo gli altri come fratelli e Dio come Padre.

Come ricordava Papa Francesco, «Il Signore è veramente paziente con noi! Non si stanca mai di riricominciare dall'inizio ogni volta che cadiamo». Così, nonostante i nostri difetti e le provocazioni, il Signore è con le braccia aperte per accogliere e ricominciare. Cerchiamo dunque che la nostra vita, e oggi particolarmente, questa parola si faccia realtà in noi. La gioia del cristiano è nell’essere riconosciuto dall'amore che si vede nella sua vita, l'amore che sgorga da Gesù.

7 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI LUNEDI 23 LUGLIO 2018.

    Liturgical day: Monday 16th in Ordinary Time

    Saints July 23th: Bridget, religious, patron saint of Europe
    Gospel text (Mt 12,38-42): Some teachers of the Law and some Pharisees spoke up, «Teacher, we want to see a sign from you». Jesus answered them, «An evil and unfaithful people want a sign, but no sign will be given them except the sign of the prophet Jonah. In the same way that Jonah spent three days and three nights in the belly of the monster fish, so will the Son of Man spend three days and three nights in the depths of the earth. At the judgment, the people of Niniveh will rise with this generation and condemn it, because they reformed their lives at the preaching of Jonah, and here there is greater than Jonah. At the judgment, the Queen of the South will stand up and condemn you. She came from the ends of the earth to listen to the wisdom of Solomon, and here there is greater than Solomon».

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER: I pray the Holy Spirit to stay with me and assist me with your wisdom in reading and reflection of your word.

    I often use the expression, we are laborers in the vineyard of the Lord and the gospel today tells us just that step. That of the vine and the branches is one of the most beautiful images that Jesus offers us, even us the example of how the Father wants the vine produces good fruit. The plant of the vine is a plant that becomes tangled, climbs and twists all around the mother vine, from which it receives the sap, and the farmer care, cut unnecessary branches, which do not bear fruit and prunes so that it is more robust .
    The roles are clear, the harvest goes to God, it is God's vineyard, of which Christ is the mother vine from which the branches, that is all of us. It is therefore important to cling to the mother plant, to Jesus and to the Church which he established, of which the Holy Spirit is the sap. There are many images that come to mind, one is that of the suffering in life each of us goes, that in some way, even if they are difficult to accept, and instead seem to come to destroy us make us grow and make us stronger, and the other is the image of the Church, however imperfect and divided it in every way the load-bearing part of the screw.
    Days ago in reply to a wonderful catechesis of Don Vincenzo Carone , I found myself saying :
    " You can not love God and not love the Church , because the mission of Christ is the Church . Being Church is much more difficult , however , because being Church also means being home , comfort, help , forgiveness, sharing ... . brothers . Here something gets stuck , and I feel that we can not love ourselves , we are sick of presuppositional and egocentrism and this is proof that we can not love God either , because our promises crashing in our failure . Then I tell myself that the Church feels more like a family than a separate holy family, but I think it's always worthwhile to continue to believe that we can strengthen something that you may well want even if imperfectly , also all wrong , although at times we seem really too far ... although sometimes there just endure . " We therefore remain attached to this Church, and leave it to the judgment of God and pruning the branches, he knows what is right, we know not see beyond our noses, if we want to be a branch and not in the way, let us consider the word of God with confidence and embrace Christ Jesus Jesus says very clearly that without him, trying to do things our way, nothing can be done, this does not mean that we can not do anything by themselves, but that alone, we can not do anything good, but I can say even more, on our own, we do not know to recognize what is good and what is not.

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    1. Comment off : Brother. Joel PIRES Teixeira
      (Faro, Portugal)

      Today, Jesus is tested by 'some teachers of the law and Pharisees' (Mt 12:38; cf. Mc 10; 12), who feel threatened by his person, not because of reasons of faith, but of power. Fearing to lose their influence, they seek to discredit Jesus, by needling Him. These "some" can be quite often ourselves, when we are led by our selfishness and individual interests. Or, just as well, when we look at the Church as a merely human reality and not as a project of God’s love for each one of us.

      Jesus’ answer is sharp: «but none will be given» (cf. Mt 12:39), not by fear, but to emphasize and remind them that the "signs" are the relationship of communication and love between God and humanity; it is not an association of interests and individual powers. Jesus evokes that there are many signs given by God; and it is not by challenging or blackmailing Him that He can be reached.

      Jesus is the greatest signal. On this day the Word is an invitation for each one of us to humbly understand that only a converted heart turned towards God, can receive, interpret, and see this sign which is Jesus. Humility is the reality that not only brings us closer to God, but also to humanity. Through humility we acknowledge our limitations and virtues, but mostly we see our neighbors as brothers and God as our Father.

      As Pope Francis reminded us, "The Lord is patient with us! He never tires of starting over again each time we fall ". That is why, despite our faults and incitements, the Lord welcomes us with open arms to start all over again. Let us, therefore, try to accomplish that in our life, and particularly today, this Word becomes a reality in us. The joy of the Christian is to be recognized by the love that is seen in his life, love that springs from Jesus.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI LUNEDI 23 LUGLIO 2018.

    Día litúrgico: Lunes XVI del tiempo ordinario

    Santoral 23 de Julio: Santa Brígida, religiosa, patrona de Europa
    Texto del Evangelio (Mt 12,38-42): En aquel tiempo, le interpelaron algunos escribas y fariseos: «Maestro, queremos ver una señal hecha por ti». Mas Él les respondió: «¡Generación malvada y adúltera! Una señal pide, y no se le dará otra señal que la señal del profeta Jonás. Porque de la misma manera que Jonás estuvo en el vientre del cetáceo tres días y tres noches, así también el Hijo del hombre estará en el seno de la tierra tres días y tres noches. Los ninivitas se levantarán en el Juicio con esta generación y la condenarán; porque ellos se convirtieron por la predicación de Jonás, y aquí hay algo más que Jonás. La reina del Mediodía se levantará en el Juicio con esta generación y la condenará; porque ella vino de los confines de la tierra a oír la sabiduría de Salomón, y aquí hay algo más que Salomón».

    REFLEXIÓN LELLA

    ORACIÓN: Le pido al Espíritu Santo que se quedara conmigo y me ayude con su sabiduría en la lectura y la reflexión de la palabra.

    A menudo uso la expresión, somos obreros de la viña del Señor y el evangelio de hoy nos dice sólo que paso. El de la vid y los sarmientos es una de las imágenes más bellas que Jesús nos ofrece, incluso nosotros el ejemplo de cómo el Padre quiere que la vid produce buen fruto. La planta de la vid es una planta que se enreda, sube y gira alrededor de la cepa madre, de la que recibe la savia, y el cuidado de los agricultores, cortar ramas innecesarias, que no dan fruto y poda para que sea más robusto . Los roles están claros, la cosecha va a Dios, es la viña de Dios, del cual Cristo es la vid madre de la que las ramas, es decir todos nosotros. Por tanto, es importante que se aferran a la planta madre, a Jesús ya la Iglesia que fundó, en que el Espíritu Santo es la savia. Hay muchas imágenes que vienen a la mente, una es la del sufrimiento en la vida de cada uno de nosotros se va, que de alguna manera, aunque sean difíciles de aceptar, y en cambio parece que vienen a destruirnos nos hacen crecer y hacernos más fuertes, y la otra es la imagen de la Iglesia, por imperfecta y dividido por todos los medios la parte de carga del tornillo.
    Días atrás , en respuesta a una maravillosa catequesis de Don Vincenzo Carone , me encontré diciendo :
    "No se puede amar a Dios y no ama a la Iglesia , porque la misión de Cristo es la Iglesia. Ser Iglesia es mucho más difícil, sin embargo , porque el ser Iglesia significa también estar en casa , comodidad, ayuda, perdón, compartir .... hermanos . Aquí algo se atasca , y siento que no podemos amarnos a nosotros mismos , estamos enfermos de la presuposición y el egocentrismo y esto es una prueba de que no podemos amar a Dios tampoco, porque nuestras promesas de estrellarse en nuestro fracaso. Entonces me digo a mí mismo que la Iglesia se siente más como una familia que una sagrada familia separada , pero creo que es siempre vale la pena seguir creyendo que podemos fortalecer algo que es muy posible que desee aunque imperfectamente , también todo mal , aunque a veces parecen realmente demasiado ... aunque a veces no solo aguantan " . Por lo tanto, permanecer unidos a la Iglesia, y lo dejamos al juicio de Dios y la poda de las ramas, que sabe lo que es correcto, no lo sabemos ver más allá de nuestras narices, si queremos ser una rama y no en la forma, vamos a considerar la palabra de Dios con confianza y aceptar a Cristo Jesús Jesús dice muy claramente que sin él, tratando de hacer las cosas a nuestra manera, nada se puede hacer, esto no significa que no podemos hacer nada por sí mismos, pero que por sí sola, no podemos hacer nada bueno, pero puedo decir mucho más, por nuestra cuenta, no sabemos reconocer lo que es bueno y lo que no lo es.

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    1. Comentario: Fray Joel PIRES Teixeira
      (Faro, Portugal)

      Hoy, Jesús es puesto a prueba por «algunos escribas y fariseos» (Mt 12,38; cf. Mc 10,12), que se sienten amenazados por la persona de Jesús, no por razones de fe, sino de poder. Con miedo a perder su poder, procuran desacreditar a Jesús, provocándolo. Estos “algunos” muchas veces somos nosotros mismos, cuando nos dejamos llevar por nuestros egoísmos e intereses individuales. O también cuando miramos a la Iglesia como una realidad meramente humana y no como un proyecto del amor de Dios hacia cada uno de nosotros.

      La respuesta de Jesús es clara: «Ninguna señal les será dada» (cf. Mt 12,39), no por miedo, sino para enfatizar y recordar que las “señales” son la relación de comunicación y amor entre Dios y la humanidad; no se trata de una relación de intereses y poderes individuales. Jesús recuerda que hay muchas señales dadas por Dios; y que no es provocándole o chantajeándole como se consigue llegar a Él.

      Jesús es la señal más grande. En este día la Palabra es una invitación para que cada uno de nosotros comprenda, con humildad, que sólo un corazón convertido, vuelto hacia Dios, puede acoger, interpretar y ver esta señal que es Jesús. La humildad es la realidad que nos acerca no solamente a Dios, sino también a la humanidad. Por la humildad reconocemos nuestras limitaciones y virtudes, pero sobre todo vemos a los otros como hermanos y a Dios como Padre.

      Como nos recordaba el Papa Francisco, «¡El Señor es verdaderamente paciente con nosotros! No se cansa nunca de recomenzar desde el inicio cada vez que nosotros caemos». Por eso, a pesar de nuestras faltas y provocaciones, el Señor está con los brazos abiertos para acoger y recomenzar. Procuremos, por tanto, que nuestra vida, y hoy en particular, esta palabra se haga realidad en nosotros. La alegría del cristiano está en ser reconocido por el amor que se ve en su vida, amor que brota de Jesús.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI LUNEDI 23 LUGLIO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 16e Semaine: Lundi

    Martyrologe 23 Juillet: Sainte Brigitte, religieuse, patronne de l’Europe
    Texte de l'Évangile (Mt 12,38-42): Quelques-uns des scribes et des pharisiens lui adressèrent la parole: «Maître, nous voudrions voir un signe venant de toi». Il leur répondit: «Cette génération mauvaise et adultère réclame un signe, mais, en fait de signe, il ne sera donné que celui du prophète Jonas. Car Jonas est resté dans le ventre du monstre marin trois jours et trois nuits; de même, le Fils de l'homme restera au coeur de la terre trois jours et trois nuits. Lors du Jugement, les habitants de Ninive se lèveront en même temps que cette génération, et ils la condamneront; en effet, ils se sont convertis en réponse à la proclamation faite par Jonas, et il y a ici bien plus que Jonas. Lors du Jugement, la reine de Saba se dressera en même temps que cette génération, et elle la condamnera; en effet, elle est venue de l'extrémité du monde pour écouter la sagesse de Salomon, et il y a ici bien plus que Salomon».

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Je te prie Esprit Saint de rester près de moi et de m'assister de ton savoir dans la lecture et dans la réflexion de ta Parole.

      Souvent j'utilise l'expression nous sommes ouvriers du vignoble du Seigneur et aujourd'hui l'évangile nous expliques vraiment ce passage. Celle de la vigne et des sarments c'est une des images les plus belles que Jésus nous propose, il nous donne vraiment l'exemple comment le Père tient à nous, et que la vigne produis de bons fruits. La plante de la vigne est une plante qui s'embrouille, grimpe et s'entortille tout autour de la mère vigne de laquelle elle reçoit la sève et l'agriculteur la soigne, taille les branches inutiles, qui ne portent pas de fruit et il la taille pour qu'elle soit plus robuste. Les rôles sont clairs, la récolte va à Dieu, c'est de Dieu le vignoble dont le Christ est la mère vigne de laquelle partent les sarments que nous sommes tous. L'important donc est de rester saisi à la plante mère, donc à Jésus, et à l'Église fondée par lui dont l'Esprit Saint est la sève. Nombreuses sont les images qui me viennent à l'esprit, l'une est celle des souffrances que dans la vie chacun de nous passe, d'une façon ou d'une autre, même si ces passages sont difficiles à accepter, ils semblent arriver pour nous détruire et ils nous font au contraire grandir et nous rendent plus forts, et l'autre c'est l'image de l'Église qui bien qu'imparfaite et uniforme est de toute manière la partie portante de la vigne. Il y a quelques jours en répondant à une catechèse splendide de don Vincenzo Carone, je me suis retrouvée à dire: "On ne peut pas aimer Dieu et ne pas aimer l'Église, parce que la mission du Christ est l'Église. " Être Église c'est beaucoup plus difficile cependant, parce qu'être Église veut dire être aussi maison, réconfort, aide, pardon, copartage......mes frères. Là quelque chose coince, et je sent que nous ne réussissons pas à nous aimer, nous sommes malades de présupposition et d'égocentrisme et ceci est la preuve tangible que nous ne réussissons pas à aimer Dieu non plus, parce que nos promesses se brisent dans notre incapacité. Alors je me dit que l'Église semble plus une famille séparés qu'une famille sainte, mais je crois que cela vaut toujours le coup de continuer à croire que l'on peut renforcer quelque chose, que l'on peut vouloir du bien même si c'est de manière imparfaite, même en ratant tout, même si par moments nous semblons vraiment trop lointains...... même si parfois nous ne nous supportons pas vraiment." Restons donc attachés à cette Église, et laissons à Dieu le jugement et la taille des sarments, il sait ce qu'il nous est utile et juste nous ne savons pas voir plus loin que notre nez, si nous voulons être un sarment et pas une entrave, confions nous à la Parole de Dieu et enlaçons avec confiance Jésus Christ. Ajoutons une caractéristique qui me semble très d'importante a cueillir, Jésus dit très clairement que sans lui, en cherchant à faire les choses à notre manière, nous ne pourrons rien faire, cela ne veut pas dire que nous ne savons rien faire tout seul, mais que nous ne savons rien faire de bon tout seul, mais je peux dire aussi que nous ne savons pas plus, reconnaitre tout seul ce qui est bon, et ce qui ne l'est pas.

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    2. Commentaire de l'Abbé Joel PIRES Teixeira
      (Faro, Portugal)

      Aujourd'hui, Jésus est mis en épreuve par « certains » scribes et pharisiens » (Mt 12,38 ; Mc 10,12), qui se sentent menacés par la personne de Jésus, non pas pour des raisons de foi, mais de pouvoir. Avec la peur de perdre leur pouvoir, ils tentent de discréditer Jésus, en le narguant. Ces « certains » souvent se sont nous-mêmes quand nous sommes emportés par notre égoïsme et nos intérêts individuels. Aussi, quand on regarde l'Eglise comme une réalité purement humaine et non comme un projet d'amour de Dieu pour chacun de nous.

      La réponse de Jésus est claire : « Aucun signe leur sera donné » (cf. Mt 12,39) non par peur, mais bien pour souligner et rappeler que les « signes » sont la relation de communication et d'amour entre Dieu et l’humanité ; Ce n'est pas une relation d'intérêts et de pouvoirs individuels. Jésus rappelle qu'il y a beaucoup de signes donnés par Dieu ; et nous n’arriverons pas à Lui en le provocant ou en utilisant le chantage.

      Jésus est le plus grand signe. Ce jour-ci la Parole est une invitation pour chacun de nous à comprendre, avec humilité, que seul un cœur converti, tourné vers Dieu, peut recevoir, interpréter et voir ce signe qui est Jésus. L'humilité est la réalité qui nous amène non seulement à Dieu, mais aussi à l'humanité. Par l’humilité, nous reconnaissons nos limites et nos vertus, mais surtout, nous voyons les autres comme frères et Dieu comme Père.

      Le Pape François nous fait remémorer, « Le Seigneur est vraiment patient avec nous ! Il ne se lasse jamais de recommencer depuis le début à chaque fois que nous tombons ". Ainsi, malgré nos fautes et provocations, le Seigneur a les bras ouverts pour accueillir et recommencer. Tâchons que notre vie, et aujourd'hui en particulier, ce mot se soit réellement fait en nous. La joie du chrétien est d'être reconnu par l'amour qui est dans votre vie, l'amour qui jaillit de Jésus.

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