martedì 20 ottobre 2020

VANGELO DI MARTEDì 20 OTTOBRE 2020 (Lc 12,35-38) Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.




VANGELO (Lc 12,35-38)
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito accanto a me, su di me, dentro di me. Riempimi della tua sapienza e del tuo discernimento, perchè io possa solo fare e dire ciò che è utile al Signore. Amen.
In questi giorni la Chiesa ci presenta il Vangelo di Luca sulla vigilanza e sulla fedeltà ed in particolare oggi ci presenta un uso tipico dei lavoratori orientali, che si sollevavamo le lunghe vesti cingendo con una fascia i fianchi, per poter camminare più agevolmente, liberati dall’ingombro che ostacola il cammino. Questo può a mio avviso sottintendere anche un cammino spirituale più sciolto, libero dall’ingombro dei nostri pensieri, dei nostri peccati, così come Gesù ci chiama a compiere. Il padrone che torna dalle nozze e troverà ancora svegli e vigilanti i suoi servi, fa riflettere su altre parole di Gesù, che dice in (Lc 18,8.) ” Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra? ” Il banchetto nunziale diventa il banchetto con tutti i suoi amici, con chi persevererà nella fede e non si farà distrarre dalle cose del mondo e della carne, ma sempre rivolgerà lo sguardo alle cose di Dio. Nessuno sa il momento in cui ci troveremo davanti al Signore, ma non è solo per il dopo che dovremo imparare a camminare alla sequela di Cristo, ma anche per cambiare la nostra esistenza terrena. Beati coloro che saranno trovati vigilanti e fedeli al ritorno del Signore.

giovedì 17 settembre 2020

GIOVEDì 17 SETTEMBRE 2020 Vangelo Lc 7,36-50 Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.




VANGELO DI GIOVEDì 17 SETTEMBRE 2020
Vangelo Lc 7,36-50
Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.




+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».


Parola del Signore


UN MIO PENSIERO.
Una donna entra nella stanza. Tutti la guardano e la giudicano, solo Gesù non la sta giudicando, perché lui non vede la peccatrice, ma la donna che ha molto amato, che ama… Gesù va dritto al cuore, vede questa donna che piange e che si getta ai suoi piedi, non sa neanche chiedere perdono, sta lì muta e piangente, con i suoi profumi, che esalano, come la sua anima è lì, che esala al Signore la sua preghiera. Gesù mette ancora una volta al centro l’ amore, quando uno ama è più importante di tutto, e ogni cosa può essere perdonata in nome dell’ amore. In questo periodo, ma credo che da sempre sia così, si cerca di mettere i puntini sulle i anche alla misericordia di Dio; molti affermano che la fede non è sentimentalismo e vorrebbero con questo continuare a tenere il peccatore lontano dal perdono di Dio. È chiaro che il perdono si concede a chi lo chiede, mi sembra talmente ovvio ! È chiaro che alle parole devono seguire i fatti, per quanto difficoltoso sia!La parabola dei due debitori a cui veniva condonato il debito, serve a Gesù per spiegare che non fa differenza se il debito è poco o tanto per il creditore, ma è la risposta che è diversa, a chi è condonato di più, sarà più riconoscente. Quanto dobbiamo essere riconoscenti noi che siamo peccatori a Gesù che ci ha perdonato prima ancora che gli chiedessimo perdono. Quanto vorrei mio Signore lavare i tuoi piedi insanguinati dai miei peccati con le lacrime del mio pentimento… ma forse non sono capace neanche di questo amore mio, non sono neanche cosciente di quanto ho peccato e, di quanto continuo a peccare. Perdonami, tu che sai leggere il mio cuore, fa che a te esali il mio pentimento come profumo, sopra alle brutture del mio cuore.

lunedì 14 settembre 2020

LUNEDì 14 SETTEMBRE 2020 VANGELO (Gv 3,13-17) Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.




VANGELO DI LUNEDì 14 SETTEMBRE 2020
VANGELO (Gv 3,13-17)
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO
Una sintesi quella di Giovanni che racchiude in se la resurrezione e l’incarnazione di Gesù, unico al mondo, perché nessun altro come lui rappresenta l’eternità che appartiene solo a Dio.
Questo brano è breve, ma di un' intensità paurosa.
Molti tra noi cristiani, pensano che aver accettato di riconoscere Gesù come il Messia, ci metta in una posizione di privilegio, rispetto al popolo ebraico, perché abbiamo dimostrato di aver capito più di loro.
Io penso che purtroppo invece, stiamo facendo anche noi tanti errori rispetto alla parola di Dio, ed il primo di tutti è quello di dimenticare che tutti gli uomini sono legati tra di loro da un unico Padre e che queste differenze non dovrebbero creare fenomeni di razzismo tra di noi. Gesù era ebreo, Maria era ebrea, come possiamo pensare di dire che siamo dei buoni cristiani se per primi non rispettiamo i nostri fratelli? Che poi siano ebrei o di un altro paese, in fondo cosa importa, è il concetto che resta.
Il serpente di bronzo che Dio fece costruire a Mosè perché fosse innalzato, salvava la vita di chi lo guardava, è una allegoria fin troppo chiara a Gesù che innalzato sulla croce avrebbe salvato l' umanità intera. Mentre molti si stanno riavvicinando a Gesù, stanno riscoprendo una Chiesa che non esclude nessun peccatore, e che è composta da peccatori in cammino, altri pensano di trovare conforto in altre religioni o filosofie, perché da sempre, gli uomini vogliono un Dio che gli risolva i problemi.
Tutti noi siamo il suo popolo, tutti siamo il suo gregge, non sarà l'appartenere ad una razza o all'altra, a una religione o all'altra che ci salverà, ma l'aderire perfettamente all'amore che Dio ha per noi, ricambiandolo con lo stesso amore e fedeltà, senza curarci del resto del mondo, del potere, degli altri dei che satana ci propone come vincenti, delle regole che vengono infrante in nome della libertà e del progresso.
Questo sarà alzare lo sguardo a Cristo che ha accettato tutto per la nostra salvezza, anche la morte in croce; che per amore nostro ha dimenticato di essere Dio e ha vissuto nella nostra umanità, l'amore più intenso e profondo del mondo.

domenica 13 settembre 2020

VANGELO DI DOMENICA 14 SETTEMBRE 2020 (MT. 20,1-169



VANGELO (Mt 20,1-16)
Sei invidioso perché io sono buono?
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Dio è il padrone buono, quello che sa quello che fa, il giusto, L' UNICO . Anche Gesù lo ha messo in rilievo, dicendo -" uno solo è buono, uno solo è giusto" - eppure a volte noi vorremmo dirgli che cosa è giusto, secondo il nostro metro, vorremmo sapere più di lui perché ci costa accettare che non ci dia tutto quello che chiediamo.
I nostri sentimenti non sono perfetti, ma crediamo sempre di sapere quello che è più giusto per noi, e se non va tutto come vorremmo, siamo pronti a criticare tutti, anche Dio.
Questa parabola è indicativa di come noi vorremmo decidere al posto di Dio, e quando preghiamo, lo facciamo solo con la bocca e non con il cuore.
Noi siamo abituati a pensare che un premio vada dato in base al comportamento tenuto, perché dimentichiamo che la stessa bontà che il Signore usa agli altri , la usa con noi.
Ma noi siamo i buoni? Pensiamo davvero di meritare più degli altri? Ci rendiamo conto di quante grazie ci passano per le mani senza che neanche ce ne accorgiamo? Se ci sembra che la paga non sia giusta, forse è il caso che ci fermiamo a conoscere di più il nostro Dio. Dio AMA, la sua giustizia è più che giustizia, è amore, e l’amore dona e si dona senza misurare , perché è assoluto. Se così non fosse, non ci sarebbe salvezza per noi, ma il nostro Dio è inchiodato alla croce per amore nostro, il suo scopo, il suo desiderio, è quello di vederci liberi dal peccato. Non importa se solo un secondo prima di morire ci renderemo conto di quello che stiamo facendo, se risponderemo alla sua chiamata dopo aver vagabondato per tutta la vita , lui vuole solo che torniamo a casa, per poterci riempire del suo amore e della sua pace. Dio vuole la nostra salvezza, ma ci chiede di renderci conto di non poter essere salvi senza di lui.Una cosa voglio far presente alla nostra ostinazione che resiste ad ogni tentativo di conversione: non giudichiamo e non saremo giudicati!Se qualcuno ci sembra un grande peccatore, se pensiamo che la sua anima si perderà, non limitiamoci a pensare tutto il male possibile di lui, ma preghiamo perchè si salvi e ci passi avanti e meriti il paradiso ancor più di quanto noi pensiamo di meritarlo; e non facciamo che il giudizio sugli altri, firmi la nostra condanna.

sabato 12 settembre 2020

SABATO 12 SETTEMBRE 2020 VANGELO (Lc 6,43-49) Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?




VANGELO DI SABATO 12 SETTEMBRE 2020
VANGELO (Lc 6,43-49)
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».

Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Un brano questo che sembra voler dire che da buoni alberi nascono buoni frutti e viceversa, ma quella che Luca ci sta raccontando, non è certo una lezione di agricoltura.
Gesù tanto per cambiare, inverte le regole , mettendo in luce invece, come l' apparenza a volte inganna. Non è la teologia che fa il cristiano, ripete Papa Francesco, ed io condivido in pieno il suo pensiero, perché se non si è radicati in Cristo, se non si lascia il proprio io per vivere con Dio, non si vive da Cristiani.
Le nostre parrocchie sono piene di brave persone, che però, nelle difficoltà, nei momenti di discussione, non si comportano fraternamente. Giudichiamo le persone dall' abito che portano e spesso usiamo l' abito del cattolico, praticante, osservante e dentro di noi invece, si annidia il marciume che impedisce all' albero di dare buoni frutti.
Paolo nella prima lettura rincara la dose, sembrano riecheggiare le antiche parole, "o Dio o mammona", non si possono servire due padroni... se non si vive in Cristo, non si vive per Cristo ed allora che cristiani siamo? Belli fuori e vuoti dentro, più falsi dei soldi del monopoli!
«Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo profondamente e ha posto le fondamenta sopra la roccia», in modo da ottenere una casa solida e resistente, in cui sentirsi al sicuro. Se al contrario, chi edifica non ha avuto questa precauzione, finirà per ritrovarsi davanti un mucchio di pietre cadute intorno a lui e potrà perdere non soltanto la casa ma anche la propria vita.

venerdì 11 settembre 2020

VENERDì 11 SETTEMBRE 2020 VANGELO (Lc 6,39-42) Può forse un cieco guidare un altro cieco?




VANGELO DI VENERDì 11 SETTEMBRE 2020
VANGELO (Lc 6,39-42)
Può forse un cieco guidare un altro cieco?
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».


Parola del Signore.


UN MIO PENSIERO
Può forse un cieco guidare un altro cieco? Certamente no, ma penso che a volte bisognerebbe essere ciechi!
Bisognerebbe non vedere quanta cattiveria c'è in giro per non perdere la speranza; perché è così che il maligno ci vuole: disperati!
Quando sembra che tutto si stia disgregando,quando le lotte sono più degli abbracci, fermiamoci un attimo a leggere questo brano.
Nessuno è migliore degli altri, siamo veramente una massa di peccatori incalliti, chi per un verso chi per l'altro, e se Dio ha deciso che per ognuno può esserci salvezza, non lo ha certo fatto per i nostri meriti o i nostri miglioramenti...che da come va il mondo, ci dovrebbero far capire che sono stati più peggioramenti che altro.
In mezzo a milioni di persone che fanno il bene, il male non attecchirebbe...ma noi ci preoccupiamo di trovare intorno a noi il peccato, che invece dilaga dentro di noi.
Signore, aiutaci a combattere il male che non sappiamo neanche riconoscere dentro di noi!

giovedì 10 settembre 2020

GIOVEDì 10 SETTEMBRE 2020 VANGELO (Lc 6,27-38)




VANGELO DI GIOVEDì 10 SETTEMBRE 2020
VANGELO (Lc 6,27-38)
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».


Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.
Gesù che viene a invertire tutte le idee passate e misurate degli scribi e dei farisei, è un vero rivoluzionario, perché con le sue semplici parole, cerca di togliere il potere a chi ne vuole fare un uso improprio.
La legge di Dio non è la legge dei vari dei che fino ad allora si erano contrapposti a lui, (ricordiamo che gli ebrei sono il primo popolo monoteista) ed è stata "redatta" da Dio per gli uomini, ma non per servirsene nel suo nome.
Con Gesù decadono gli olocausti pro-forma, che venivano offerti a Dio, per imbonirlo e tacitarlo, proprio come si faceva con gli dei; ma non solo quelli, decade anche la legge degli uomini che decretava il loro potere, gli uni sugli altri, l' occhio per occhio dente per dente, che tanto è ancora cara agli uomini che non vogliono accettare Gesù nella loro vita, o che comunque non permettono a Gesù di cambiarla.
E si miei cari amici, anche tra noi "cristiani" vige ancora questa legge, solo che la chiamiamo con il suo vero nome, non ci nascondiamo più dietro alla legge del Signore, ma siamo costretti a guardare le cose nel loro vero volto e gli diamo il nome di Vendetta.
Gesù non accetta questi ragionamenti dettati dal rancore, ma impone un nuovo modo di pensare e di agire, dettato dall'amore, che Lui stesso è venuto a Portare fino all'immane sacrificio di se stesso.
Ha detto seguitemi, come possiamo pensare di seguirlo se il rancore ci porta da un' altra parte; con Lui stiamo imparando ad amare anche chi ci fa del male, perché impariamo a vederlo attraverso i suoi occhi, e se pensiamo a come ci ha amato da sempre, che è morto anche per la nostra salvezza, non ci dovrebbe essere poi così difficile.
Spesso ci rifiutiamo di pensare che noi ci comportiamo o ci siamo comportati, come quelli che hanno flagellato, deriso e crocefisso Gesù, solo perché non eravamo lì materialmente, o non siamo ebrei, poi però quando ci sentiamo appellare come fratelli minori ed eredi del regno di Dio, questa familiarità ci aggrada.... insomma come al solito, ci aggiustiamo tutto a secondo dei nostri comodi.
Ed è per questo che Gesù è venuto, per farci comprendere (per primi agli ebrei e poi a tutti) che per essere figli di Dio, non ci sono delle regole formali, ma una sola, quella dell' amore, perché per Amore siamo stati creati, per amore ci è stata donata la terra su cui viviamo, per amore Gesù ha dato la vita per noi e ci ha redenti dal peccato.
Amore sopra a tutto, anche sopra al male, perché amare chi ci ama è scontato; Gesù ci insegna a fare di più. Perdonare chi ci chiede perdono, è più facile, ma Gesù ci obbliga a perdonare tutti come vuole Dio, rimettendo agli altri i debiti per poter essere perdonati a nostra volta, anche a chi continua imperterrito la sua lotta contro di noi.
Ci obbliga ad essere buoni e caritatevoli, a dare sempre senza preoccuparci del nostro domani, ma solo dell' oggi nostro e dei fratelli, ci porta in una dimensione completamente diversa da quella in cui vorremmo vivere, perché ci proietta verso gli altri e non ci fa restare fermi su noi stessi, non più IO, ma Dio che vive in me, come diceva San Paolo e come tanti altri Santi hanno saputo percepire per noi. Questo è Gesù!!!!

martedì 8 settembre 2020

MERCOLEDì 9-9-2020 VANGELO (Lc 6,20-26) Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.




VANGELO DI MERCOLEDì 9-9-2020
VANGELO (Lc 6,20-26)
Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.
+ Dal Vangelo secondo Luca.


In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».


Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.
Questa pagina è una delle più belle del vangelo... io la definisco quella dei comandamenti di chi vive la fede. Quella dei comandamenti di Dio è una bellissima pagina in cui Lui ci detta delle regole per la nostra vita, dettate dall'amore che ha per noi, che come un Padre buono ha istituito perché non facessimo cose pericolose per la nostra vita e per la nostra serenità; ma quelle delle beatitudini sono una dichiarazione d'amore da parte nostra a Gesù e ai nostri fratelli. Infatti, anche se ad un primo sguardo può sembrare che dovremmo essere poveri, affamati e perseguitati per essere graditi a Dio, leggendo meglio vediamo che è essere Cristiani che ci fa diventare beati. Essere Cristiani vuol dire appartenere a Cristo, condividere con Lui il progetto che Dio ha per noi, essere suoi amici e accettare come Lui il volere di Dio. Non è il potere e la gioia della terra che ci danno la beatitudine, perché tutto va bene fino a che non ci succede niente di spiacevole, poi che facciamo? Come accettare una malattia o una disgrazia quando il metro con il quale misuriamo la nostra beatitudine è così terreno? Si può farsene una ragione, o arrabbiarsi, ma niente è paragonabile a quando il metro con il quale misuriamo tutto è quello dell'amore di Dio. Accettare la propria condizione ed offrire al Signore ogni cosa della nostra vita è una grande Grazia, i Santi non sono dei pazzi, né dei masochisti, ma imparano ogni giorno di più ad amare i propri fratelli e questo è molto bello e dà gioia. Proprio nelle difficoltà affinano le loro qualità con l'aiuto di Dio e ricevono grazie su grazie. Certo per qualcuno può suonare strano sentire che si considera una malattia come una GRAZIA e non una DISGRAZIA, ma certe cose ci sono e insegnano; cose che non si possono spiegare senza gli occhi della fede.... ditemi come qualcuno di noi potrebbe convincersi a vivere la sua vita e a provare la gioia che si prova nell'essere strumento di Dio se non fosse Dio stesso, a parlare direttamente al suo cuore.
Ricordiamo che la sofferenza non è solo fisica,a volte è non essere compresi,essere lasciati soli...Gesù ci ha insegnato nel suo vivere da uomo,come nel dolore ognuno di noi può sentirsi abbandonato da Dio:«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» questo ci deve spingere a procedere su una via che è tutto il contrario di quella che oggi molti percorrono,la ricerca della non sofferenza,l'eutanasia.
Bisogna percorrere la via della croce,quella Beatitudine del dolore ,oggi come oggi è quella che più ci unisce a Cristo,e rifiutarla senza nemmeno provare ad amara,ci porta lontano da Lui.
La gente soffre perché perde le sue certezze, ma questo in parte, avviene perché la nostra vita è basata su false certezze, su quello che pensiamo di aver costruito, sui beni che abbiamo accumulato, e la nostra fede è così scarsa che come gli apostoli tremiamo ed abbiamo paura della tempesta che agita le acque. Anche la barca della Chiesa viene sballottata da ogni parte, chi per le profezie, chi perché non riesce ad accettare i cambiamenti, chi per chissà quali altri motivi, molti sono quelli che vivono anche nella chiesa questo periodo con apprensione, dubitando, mettendo tutto in discussione, e cercando il pelo
nell' uovo ad ogni parola e gesto del Papa.
Beato chi rimarrà fermo nella fede,mentre tutto intorno è sotto l'attacco evidente di satana.




lunedì 7 settembre 2020

MARTEDì 8 SETTEMBRE 2020 VANGELO (Mt 1,1-16.18-23)




VANGELO DI MARTEDì 8 SETTEMBRE 2020


VANGELO (Mt 1,1-16.18-23)
Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.
Parola del Signore.

UN MIO PENSIERO.
La genealogia di Gesù, è riportata in due versioni nei Vangeli, quella di Matteo e quella di Luca, abbastanza dissimili tra loro, per vari motivi, ma questa è la parte che interessa gli studiosi teologi, o quelli che amano spaccare il capello in quattro. Ma la fede in Gesù Cristo segna la fine di tutte le diatribe possibili, riunisce tutto i popoli della terra, ci rende tutti figli di Dio. Nasce dalla famiglia di Davide, è vero, ma nella sua storia terrena manda i suoi discepoli ad ammaestrare i popoli di tutta la terra, è il primo grande eroe dell’unità, in un mondo che non sa far altro che dividersi, Lui rivoluziona tutto e ci dice che pur essendo diversi, di etnie ,razze, popoli, colori, tutti siamo figli dello stesso Dio, fratelli in Cristo. Non serve sapere altro, ma vivere questo è secondo me, già sufficiente per entrare a far parte di questo benedetto Regno di Dio. Una famiglia è unita da legami di sangue, d’ amore e, se solo pensassimo ogni giorno, prima di adirarci con un nostro fratello, che in lui scorre lo stesso DNA di figlio di Dio, forse potremmo pian piano, riuscire a vivere in pace e letizia. Se non riusciamo a farlo, se comunque odio, rancore e indifferenza la fanno da padroni nel nostro cuore, pensiamo bene, che forse, non viviamo solo come orfani di Dio Padre, ma che viviamo come figli adottivi di satana, e convertiamoci. Impariamo fratelli, con l' aiuto del Signore, che dobbiamo invocare continuamente, ad odiare la divisione e non i nostri nemici; ad odiare il peccato e non i peccatori.

domenica 6 settembre 2020

LUNEDì 7 SETTEMBRE 2020 VANGELO (Lc 6,6-11) Osservavano per vedere se guariva in giorno di sabato.




VANGELO DI LUNEDì 7 SETTEMBRE 2020
VANGELO (Lc 6,6-11)
Osservavano per vedere se guariva in giorno di sabato.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.
Gesù continua ad entrare nelle sinagoghe, a parlare per chi vuole comprendere, ma proprio lì, dove si legge la parola di Dio, gli riesce più difficile farsi conoscere veramente, perché chi detiene la sapienza di saper leggere le scritture, la usa per avere il potere sul popolo.
Cercando di metterlo in difficoltà, con domande a trabocchetto, volevano dimostrare che la sua parola andava contro la le legge di Dio, per loro era più importante rispettare le leggi che loro stessi avevano promulgato, che rispettare Dio e il suo amore per l'uomo. Anzi volevano tenere il popolo lontano da Dio, come se fosse il Dio di pochi eletti e non di tutta l' umanità.
Purtroppo questa presunzione è ancora oggi causa di grandi malintesi tra la Chiesa e il popolo dei fedeli, che invece di avvicinare la gente al Signore, molti si allontanano.
A volte basta un niente, una chiacchiera provocata dall' invidia, o dalla superbia, e subito si crea una frattura che se non chiarita diventa incolmabile, ci vuole serenità d' animo per chiarire i malintesi, da ambo le parti.
Scribi e farisei non erano disponibili a parlare con Gesù di quello che Dio voleva, perché vedevano in lui un usurpatore, uno che voleva prendere il loro posto, il più vicino a Dio, e facendo così, hanno inaridito il loro cuore e non hanno permesso al Signore di guarirli, non hanno accettato di rivedere le loro posizioni, di stendere quella mano inaridita, senza linfa vitale, senza Dio.
Accettare di essere malati, di aver bisogno di essere sanati nel cuore, è una cosa molto difficile, dobbiamo semplicemente prenderne atto, senza giudicare, ma pregare per chi si ostina a discutere, specialmente sulla parola di Dio.
Nel camminare dietro al Signore si impara molto,anche a capire lo scopo ed il valore della sofferenza; prendere la croce e seguire il Signore o rifiutarla, non accettare di condividere con Lui l'amore per i fratelli.
Il cammino di fede è un impegno, ma molti pensando di sapere già tutto, di poter fare a meno di rivestirsi di Cristo, e restano a parlare dentro e fuori del tempio,di quello che è giusto o sbagliato... e intanto Gesù passa e se ne va!