venerdì 30 novembre 2018

(Lc 21,34-36) Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.


VANGELO DI SABATO 1 DICEMBRE 2018
(Lc 21,34-36) Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
Vieni o Santo Spirito e illumina il mio cuore e la mia mente. Fa che oggi parola del Signore mi diventi chiara alla luce della tua sapienza, per Cristo nostro Signore. Amen. Il brano che oggi Luca ci propone, è molto simile a quello che Matteo ed a quello di Marco; vengono detti sinottici, ossia simili. Vengono chiamati così perché se si mette il testo dei tre vangeli su tre colonne parallele, in uno sguardo d'insieme (sinossi) si notano facilmente molte somiglianze nella narrazione, nella disposizione degli episodi evangelici, a volte anche nei singoli brani, con frasi uguali o con leggere differenze. Gesù dice non ci è dato di sapere come e quando Lui tornerà, ma che dobbiamo prepararci a quel giorno, perché sarà il giorno in cui saremo giudicati, in base a come avremo vissuto. Per essere pronti a quel momento, quindi, dobbiamo essere vigili, coerenti e costanti nel nostro rapporto con il Signore, perché solo la Sua presenza nella nostra vita, ci mette al sicuro dagli attacchi del maligno e dalla tentazione di vivere una vita di peccato. Uno sarà preso e uno lasciato... in base a quale criterio non lo sappiamo, vediamo che nel mondo muoiono uomini buoni e cattivi, vecchi e giovani, uomini e donne, e questo, per quanto umanamente ci possa mettere in apprensione, ci deve far capire che il disegno del Padre per tutti noi figli, non è limitato come il nostro piccolo mondo, agli affetti più vicini, ma all'intera umanità. Per allargare i nostri orizzonti quindi viviamo come figli di Dio nel mondo, considerando la terra come una casa terrena messa a nostra disposizione e la nostra vita come un'opportunità per entrare a pieno diritto nella vita eterna offerta dal Padre. Viviamo cercando di uscire dal nostro concetto di umanità, che è sempre, purtroppo, molto limitato a quello che conosciamo, e cerchiamo di affidare tutto il nostro essere al Signore. Questo non significa non vivere, non farsi una famiglia, non lavorare ecc, ma farlo tenendo presente che siamo inseriti in un progetto più grande d'amore, e che per comprenderlo dobbiamo cominciare a viverlo già da qui. Parafrasando, cerchiamo di entrare nell'arca dell'alleanza per essere salvati. Evitiamo i contrasti, evitiamo di fare discorsi inutili che possono farci cadere in discussioni, preghiamo per chi si comporta male, per chi coltiva l'odio nel suo cuore, innaffiamo intorno a noi il seme dell'amore,della speranza, della giustizia. Noi non siamo migliori di nessuno, neanche del più abietto degli uomini e non abbiamo il diritto di condannare gli altri, ma il dovere di amarli e pregare per loro. Oggi penso a quanto coraggio e quanto amore ha il Papa che si reca in Turchia, che è pronto ad offrire il dialogo a certi personaggi carichi d'odio e assetati di sangue; penso che è veramente difficile per un cristiano vivere in un contesto in cui rischia la sua vita e quella dei suoi familiari; penso che anche al tempo di Gesù molti sono morti per portare la sua parola... e che noi siamo capaci solo di giudicare e di fare i cristiani da poltrona, quelli che non vogliono rischiare di andare contro corrente e non vogliono rovinarsi le ginocchia per pregare. Penso tutto questo di me per prima,e spero veramente che il Signore mi salvi dal mettere alla prova la mia poca fede, o che mi aiuti a non perdermi prima di trovarmi davanti a Lui; Lui non ha tremato ed ha affrontato tutto questo anche per me. Non è il Battesimo, nè la Bibbia sul tavolo che ci salveranno, ma saremo giudicati per l'amore che sapremo donare, il Papa ha detto: Gratuità. Solo chi ha sperimentato tale gioia la può comunicare, anzi non può non comunicarla, poiché «il bene tende sempre a comunicarsi. … Comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa» ( Evangelii gaudium , 9).

giovedì 29 novembre 2018

(Mt 4,18-22) Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.



VANGELO DI VENERDì 30 N0VEMBRE 2018
(Mt 4,18-22)
Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito di discernimento, aiutami a capire, spiegare ed assimilare la parola di Dio, fin nelle più profonde pieghe del mio cuore, perché il conoscere la parola sia anche riuscire a viverla intensamente. Te lo chiedo per l'amore misericordioso di Dio Padre, che tanto ci ama!
In questa pagina del vangelo si parla di Pietro ed Andrea, due fratelli chiamati da Gesù ad evangelizzare, a seguirlo e portare la lieta novella alle genti... due fratelli che hanno continuato l'opera di Gesù in due diversi posti; uno a Roma
( Pietro ) e l'altro a Costantinopoli ( Andrea ). Due chiese che ancora oggi sono divise, e purtroppo, non è la sola divisione tra i cristiani. Tutti salgono sulla torre di babele della divisione; nessuno cerca di andare incontro all'altro... eppure vogliamo tutti seguire Gesù, perché non proviamo ad essere più umili e a cercare di aiutarci a vicenda invece di continuare a trattare gli altri come dei nemici? Un aspetto che mi piace rilevare è come la chiamata del Signore possa arrivare quando meno te lo aspetti, quando magari sei preso da altre faccende, quando pensi di avere già una tua realizzazione nella vita. Da quel giorno ti accorgi che Gesù ti sconvolge, ti fa lasciare tutte quelle cose che pensavi ti dessero sicurezza, e ti fa partire per un'avventura senza programmi, senza schemi.... Ti farò pescatore d’uomini, dice ad Andrea e a Pietro e loro lo seguono senza aver minimamente idea di cosa potesse voler dire pescare uomini, se non una semplice analogia con il loro lavoro di pescatori di pesci e mentre cercavano ancora di capire, erano pescati e catturati da quest'uomo singolare che li trascinava fuori dalla loro vita. I pesci vivono nel mare e trarli fuori significa farli morire, ma morire a se stessi per vivere nel Signore, vuol dire nascere a vita nuova, vuol dire avere il coraggio di fare cose che da soli non potremmo né oseremmo mai fare, vuol dire spingerci a gettare le nostre reti là dove non penseremmo mai di farlo, vuol dire fidarsi di Gesù, ancora più di se stessi.

mercoledì 28 novembre 2018

(Lc 21,20-28) Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.


VANGELO DI GIOVEDì 29 NOVEMBRE 2018
(Lc 21,20-28) Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo e non lasciarci mai, uniscici 

nell' amore di Dio, e insegnaci ad affidarci solo a Te.
Sembra un annuncio di catastrofe vero? Ma andate oltre amici, quello che leggiamo è quello che è successo e risuccesso nella storia, e anche se volesse dire che siamo alla fine dei tempi, perché la fine dei tempi nessuno sa quando verrà e come ho spesso ripetuto, non è importante, perché per ognuno di noi, la fine dei tempi è la fine della nostra vita. Abbiamo solo questo di tempo, non ne avremo altri, per vivere IL FINE DELLA NOSTRA VITA, quindi via dai nostri occhi scenari di disperazione o paura, e facciamo posto alla visione della vittoria, che si legge chiaramente anche nell'ultima riga e che Gesù spesso ci ripete. Il bene vincerà sul male, perché la gloria del Signore sarà un giorno visibile a tutti, e Gesù tornerà in tutta la sua gloria e libererà la terra dal male.Allora anche noi saremo liberati dalla morte, apriamo la Bibbia e leggiamo in Eb. 9:27 “ E come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto per una volta sola, per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a quelli che l’aspettano per la loro salvezza.” Ho aperto la Bibbia perché solo essa ci dice cosa avviene e non vi è altro luogo all’ infuori di essa dove noi possiamo trovare una risposta all’ interrogativo “ chi sono, cosa sarò, cosa diventerò, dove andrò ? ” Non sta a noi scegliere l’ ora della nostra morte ma è Dio che chiama il giusto e l’ ingiusto. Non fa Egli stesso piovere nello stesso tempo sul campo del buono che su quello del malvagio? Accogliamo quindi il Suo insegnamento “ Vegliate, vegliate! Non sapetene il giorno né l’ora.” Mt.25:13 - Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell'agnello! Quando la nostra conversione procederà decisa, anche noi vedremo come ci sentiremo vittoriosi sul male; quando saremo liberi da quel giogo che ci schiaccia e ci rende schiavi, dominando le nostre passioni che ci condurrebbero alla perdizione dei valori e del senso della vita oltre che del paradiso.

martedì 27 novembre 2018

(Lc 21,12-19) Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.



VANGELO DI MERCOLEDì 28 NOVEMBRE 2018
(Lc 21,12-19) Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.”
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
Vieni o Santo Spirito e assistici; a me che rifletto sulla parola del Signore ed a chi la legge. Fa che la Tua forza, vada a toccare le corde del cuore di ognuno di noi, per Cristo nostro Signore. 
Grazie amen. 

Sembra incredibile come Gesù ci chieda di seguirlo senza neanche addolcirci la pillola, non ci fa nessuna promessa di gioia e benessere materiali, ma continua a mettere in risalto le difficoltà che si incontrano nel seguirlo. La croce che aspetta Lui, aspetta anche noi, ma non ci lascia soli ad affrontare le difficoltà, sarà con noi in questa lotta e se ci affideremo a Lui, non ne saremo delusi. I segni delle persecuzioni contro il popolo di Dio, ci sono sempre stati, molti sono i martiri che hanno pagato con il loro sangue la loro fede, ma questo non ci deve intimorire, perché quella che può sembrare una morte terrena , è solo l'inizio di una nuova vita. A queste parole di Luca, possiamo aggiungere quelle di Marco " appena l’ inizio dei dolori di parto! " (Mc 13,8) che pur essendo molto dolorosi per la madre, non sono segno di morte, bensì di vita! Non sono motivo di timore, ma di speranza! Impariamo a fidarci di Dio, più di quanto ci fidiamo di noi stessi, dei nostri figli, dei nostri parenti e di ogni altro essere umano, considerando che le persecuzioni sono un' occasione per dimostrare al Signore la nostra fedeltà, infatti Gesù dice: - questo vi darà occasione di render testimonianza. - Pensiamo al povero Giobbe che fu provato fino all' inverosimile ma si mantenne fedele, perché la persecuzione non va intesa solo come un atto di violenza, ma come un perseverare nella fede anche di fronte alle difficoltà. La cosa che ci stupirà, andando avanti nel nostro cammino di fede, sarà proprio scoprire come questa sfida al fianco del nostro Dio può essere eccitante, come sapere di essere dalla parte giusta, ci farà sentire forti, proprio quando ci sentiremo deboli, perché non saremo mai soli, ma Gesù vivrà con noi e guiderà ogni nostra battaglia. Se ci sentiamo sconfortati, se ci sentiamo indegni, pensiamo solo a quanto il Signore sa trasformare chi si lascia ricreare da Lui.... “ che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?”. La frase finale “ Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita ” è la più importante secondo me, perché perseverare come intende Gesù, significa perseverare nell'amore, nonostante tutto il male del mondo, nonostante le cattiverie che ci circondano, gli allarmismi che si abbattono continuamente intorno a noi... perché saremo giudicati dall'amore che sapremo donare. É vero che ad ogni azione corrisponde una reazione, ma è anche vero che può essere contraria e non dobbiamo condividere il male con chi lo fa, ma possiamo chiede al nostro amico Gesù, di tramutare il male in bene negli altri e di farci portatori sani di amore.

lunedì 26 novembre 2018

(Lc 21,5-11) Non sarà lasciata pietra su pietra.


VANGELO DI MARTEDì 27 NOVEMBRE 2018
(Lc 21,5-11) Non sarà lasciata pietra su pietra.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
Vieni o Spirito del signore a fare nuove tutte le cose vieni e mostraci come interpretare la parola, i segni di cui il Signore ci parla, e più d’ogni altra cosa, insegnaci ad essere pronti per il giorno del giudizio. Fa che non vi preoccupiamo di salvare solo noi stessi, ma che siamo capaci come Gesù di rinunciare a noi stessi, per la salvezza dei fratelli. Grazie, amen. 

Rivediamo oggi questo brano, in cui Gesù torna a parlarci di una distruzione in cui non sarà lasciata pietra su pietra, proprio come giorni fa, in cui parlava della distruzione del tempio del suo corpo e della sua resurrezione. Sembra veramente che ci stia narrando tutto quello che viviamo in questo periodo, ma tra le sue parole c’è una importante rassicurazione: “ prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine. ” Ci preoccupiamo di noi, della nostra famiglia e già ci sembra d’ essere buoni e giusti se arriviamo a temere il giorno del giudizio, se ci preoccupiamo di poter essere graditi a Dio. Eppure non era questo che Gesù faceva, non si preoccupava di se stesso, né pregava solo per la sua famiglia, ma voleva e predicava per la salvezza di tutti i suoi fratelli, di tutti i figli di Dio. Spesso si sente parlare della croce da portare, ma non si comprende bene il senso di questa croce, il suo senso più profondo che è quello dell’obbedienza. Quante volte noi ci ribelliamo, rifiutiamo di accettare di essere feriti, o anche solo ripresi.... Quanto siamo lontani dall’ ubbidienza, dall’ umiltà. Noi vogliamo affrontare il mondo a muso duro, torto o ragione,cerchiamo sempre di imporre le nostre ragioni... gli uni contro gli altri...tutti...e nessuno cerca di far pace, portare pace, conquistare la pace!

domenica 25 novembre 2018

(Lc 21,1-4) Vide una vedova povera, che gettava due monetine.




VANGELO DI LUNEDì 26 NOVEMBRE 2018
(Lc 21,1-4)
Vide una vedova povera, che gettava due monetine.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, chinati con amore sulla mia povertà, perché come la povera vedova, io possa offrirti di me tutto quello che ho, tutta me stessa ora e sempre! Amen.


È stata appena proclamata la festa di Cristo re dell’ universo, in cui abbiamo messo Gesù al centro della nostra vita.... ma sicuramente stiamo già facendo altro!
I nostri desideri, le nostre priorità, umanamente comprensibili, spesso mettono
i nostri bisogni, anche quelli superflui, davanti ai bisogni degli altri, cercando tante scuse, plausibili o meno, per non fare quel gesto di misericordia verso i più bisognosi.
Non è solo una questione di elemosina, o di partecipazione alle opere della chiesa; è bene ricordare che le opere di misericordia sono quelle richieste da Gesù nel Vangelo (Matteo 25) per trovare misericordia (ossia perdono per i nostri peccati) ed entrare quindi nel suo Regno.
Nessuno è mai così povero da non poter donare un sorriso... portare una busta della spesa ad una persona anziana.
La povera vedova rappresenta la parte debole di una società che emargina chi è meno fortunato, e noi sappiamo che c'è anche chi vive proprio fuori dei margini, c'è chi ha fame, quella vera, quella che per la quale un pugno di riso rappresenta la sopravvivenza, ma noi siamo distratti da un altro tipo di mondo, quello sfavillante delle luci e degli addobbi che si prepara al Natale, siamo attirati dalle vetrine piene di bell'abbigliamento e di regali e se vediamo un barbone coperto di stracci, volgiamo lo sguardo altrove. Come siamo poveri Signore mio, abbiamo un animo arido ed impregnato del nostro egoismo, posa il tuo sguardo su di noi e trasforma il nostro piccolo cuore di pietra in un cuore di carne per imparare ad amare, per riempirci del tuo amore.

sabato 24 novembre 2018

(Gv 18,33-37) Tu lo dici: io sono re.


VANGELO DI DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018
(Gv 18,33-37) Tu lo dici: io sono re.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e aiutami a capire. La profezia si avvera, la liberazione è a portata di mano, eppure qualcuno ancora tentenna.
Cristo re! Perché re, quando Gesù è venuto si è fatto uomo e non ha cercato il potere sulla terra? Perché Cristo vuole regnare, non nel mondo, ma nel nostro cuore. L’ ha fatto intendere chiaramente quando ci ha detto che non dovevamo amare nessuno più di Lui, né la madre, né il padre, né il fratello, né le cose del mondo, né gli altri dei del mondo, come il denaro ed il potere, ma solo a Lui dobbiamo piegarci in ginocchio. Noi uomini cerchiamo la gloria, cerchiamo di essere stimati e amati, e rifiutiamo di farlo con l'unico che ha saputo amare infinitamente, sopra ad ogni logica terrena, per obbedire ad una esigenza d' amore. Sappiamo chi è Gesù, ma solo sapere non basta, bisogna scoprire quanto cambia l' ingresso di Gesù nella nostra vita, altrimenti è un teatrino senza senso. Il Papa anche quest' anno, ci sta dimostrando quanto sia importante una fede autentica, che non vuol dire una fede cieca, perché non è basata su delle fantasie, ma sulla parola di Dio. Deve essere vera, perché deve essere viva, ossia vissuta insieme al Signore e non può essere vissuta e non testimoniata con la propria vita. Essere cristiani vuol dire essere testimoni di Gesù, non semplicemente portando una croce sul petto, come un ornamento. Questo è il momento di scegliere per Dio, che non significa vivere solo per Dio, ma vivere sempre con Dio, anche nelle cose di ogni giorno, per entrare in quel regno che ci fa sentire che tutto con Lui è eterno. Quello che noi conosciamo è nulla rispetto a quello che è veramente; proprio perché il nostro essere umani, limita la nostra conoscenza delle cose dello Spirito, ma dobbiamo pensare che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, di poco inferiori agli angeli. Cerchiamo di essere CREDIBILI nel fare tutte le cose INCREDIBILI che Gesù ci è venuto ad insegnare, e facciamolo con amore, con gioia, anche quando ci costa sofferenza, anche quando il nostro IO ribolle e si ribella e vorrebbe esplodere in arroganza, superbia e cattiveria. Quello che non è amore, non viene da Dio; teniamolo sempre presente cercando di vincere a colpi di UMILTÁ la nostra guerra.

venerdì 23 novembre 2018

(Lc 20,27-40) Dio non è dei morti, ma dei viventi.



VANGELO DI SABATO 24 NOVEMBRE 2018
(Lc 20,27-40)
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Signore, di aiutarmi ad entrare con te nel mistero della vita dopo la morte, per vivere con te la resurrezione così come una figlia di Dio deve riuscire a vivere.
Tra ieri ed oggi, il Signore ci sta facendo intendere di smetterla di vedere le cose a modo nostro, e di considerare quello che è di qua, nella vita, in maniera totalmente diversa da quella che sarà oltre la vita.
Gesù veniva “avvicinato” dai sadducei che, poiché non credevano nella resurrezione, provocavano Gesù con domande sibilline, non per avere delle risposte, ma per metterlo in discussione come persona, non riconoscendo in lui il Messia atteso, mandato da Dio, Signore e Creatore di tutte le cose.
Tutto ha in se la vita, anche quelle cose che per noi hanno qui pochissimo senso, un filo d’erba o una goccia d’ acqua, perché tutto ha in se l’impronta di Dio. Dovremmo imparare ad apprezzare in ogni cosa Dio, a distinguere tra il rispetto e il disprezzo per la natura e a vincere in tutto la nostra ignoranza, che si vince con l'amore, la dove la sapienza non ci appartiene; amandoci e amando il mondo, uniamo cielo e terra.
Poi ... quando finalmente saremo di là, capiremo che l’amore che ci circonderà. conterà più di tutto.

giovedì 22 novembre 2018

(Lc 19,45-48) Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.








VANGELO DI VENERDì 23 NOVEMBRE 2018
(Lc 19,45-48)
Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.


Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidaci verso la luce della parola.
La mia casa sarà casa di preghiera....
Quanto vorremmo che veramente la casa di Dio fosse solo preghiera, perché allora si che vedremmo ciò che opera Dio,ma siamo troppo indaffarati a mercanteggiare, e difficilmente impareremo a non farlo anche con le preghiere, che troppo spesso sono di richiesta e sempre meno di lode e ringraziamento.

mercoledì 21 novembre 2018

(Lc 19,41-44) Se avessi compreso quello che porta alla pace!



VANGELO DI GIOVEDì 22 NOVEMBRE 2018
(Lc 19,41-44)Se avessi compreso quello che porta alla pace!
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito di Dio, e illumina il mio cuore e la mia mente, fa che la parola del Signore sia presente in tutto il suo significato, come tu vuoi. Per Cristo nostro Signore.
Quanta tristezza nel cuore di Gesù, quanto dolore, vedersi rifiutato, vedere che è tutto inutile, che non riesce ad entrare nel cuore degli uomini ed in particolar modo, in quelli del tempio, lo riempie d’angoscia. Non capiscono che non sarà nel tempio costituito tra le mura di Gerusalemme che troveranno la salvezza, perché, come tutto ciò che è materiale, sarà distrutto, ma in quello che sarà costituito dal suo corpo offerto sulla croce che non sarà mai distrutto, ma risorgerà dopo la morte.
Essere membra di quel corpo, vuol dire vivere con il Signore anche questa sofferenza per i fratelli che sì perdono, che si oppongono a Lui, che non riescono a vivere la salvezza che da Dio c’è proposta.
Non è rifugiandosi in una chiesa di mattoni che ci salveremo, ma vivendo in comunione con Cristo e con tutti i fratelli. Questo dobbiamo tenerlo presente, sempre, perché troppo spesso vediamo atteggiamenti di chiusura alla comprensione e alla carità, proprio da quelle persone che frequentano assiduamente il tempio e che invece di servire la comunità, amano essere considerati importanti, e questo è sintomo di estrema superbia.
Certi integralismi degli uomini, hanno allontanato i fedeli a loro affidati, come pecore ai pastori, dal cuore di Dio e non per rispetto al nome del Signore, ma per non voler perdere il potere e non saper vedere con quanto amore Dio è sceso tra i suoi figli e non sentire quanta e quale misericordia c’è nelle parole di Gesù che grazie alla sua Chiesa ci sono state riferite dagli evangelisti.
Mi sembra di leggere questa grande amarezza nel cuore di Gesù, quella di chi parla d’amore, cerca di salvarci e riceve solo ingiurie e ostilità, perché sembra quasi che noi uomini di tutti i tempi, non riusciamo a capire che in quello che il Signore ci dice, non c’è un desiderio di sottometterci al suo nome, ma di elevarci nel suo Spirito.
Senza di Lui noi siamo preda del nostro nemico, che ci può distruggere e solo con Gesù potremo salvarci, col suo aiuto. Ho spesso davanti agli occhi la scena dei due ladroni crocefissi accanto a Gesù, quello che rifiuta fino alla fine di riconoscere in Cristo il figlio di Dio e muore da solo e quello che salva la sua vita morendo con lui e dicendo semplicemente, ricordati di me, quando sarai in paradiso.


martedì 20 novembre 2018

(Lc 19,11-28) Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?



VANGELO DI MERCOLEDì 21 NOVEMBRE 2018

(Lc 19,11-28) Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca? +

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
Vieni o Spirito di Dio e illumina la mia mente, metti la tua sapienza al mio servizio, perché io possa servirti. 

Prima di tutto, dobbiamo considerare che i talenti che il Signore ci mette a disposizione, a volte non sono così chiari neanche a noi stessi, infatti, spesso facciamo della nostra vita un groviglio di cose senza senso, commettendo errori che ci portano a perdere gran parte del nostro tempo a rimpiangere quello che abbiamo perduto ed a commiserarci o arrabbiarci per quello che non abbiamo. Cominciamo a capire qualcosa sempre troppo tardi, e ad apprezzarci per quello che siamo, solo se ci guardiamo con gli occhi di chi ci apprezza per le nostre doti, ma spesso sono falsi apprezzamenti, rispetto a false doti. Quello che invece in questa parabola si vuole rilevare, è l’aspetto cristiano della cosa, quello che ci fa considerare, anche con nostro estremo disappunto, che noi non siamo niente e non abbiamo niente senza il nostro Dio. Diamo per scontato che quello che abbiamo è nostro, che ci appartiene, ma non è vero, è tutto dono di Dio, perché la vita stessa è dono. Nella parabola dopo aver distribuito i doni, il nobile parte e lascia i suoi servi da soli per tornare ad esprimere il suo giudizio. Ci chiediamo perché ad ognuno doni diversi; perché a chi più e a chi meno, ma nessuno di noi fa quella che è l’unica cosa giusta da fare: guardare al nostro dono. Vedere di far crescere quel seme che il Signore ha messo nel nostro cuore, semplicemente cercando di svilupparlo così come facciamo con tutti i nostri sensi, con tutta la nostra persona. Impariamo ad usare la parola, ma non tutto quello che diciamo è uguale, e nessuno se ne meraviglia. Abbiamo la vista e sappiamo grazie a questa leggere, ma non tutti sappiamo leggere nello stesso modo. Pochi giorni fa leggevo la storia di un grande attore che fu chiamato a leggere una pagina del vangelo e la lesse in modo perfetto, fermandosi nei punti giusti, con la giusta intonazione, ma quando toccò al piccolo prete di campagna, alla gente che ascoltava, quella pagina non riempì solo le orecchie, ma il cuore e i sentimenti vibrarono come corde di violino…. Il piccolo seme di figlio di Dio cresce in noi, cerchiamo di non farlo avvizzire, di non farlo soffocare dalla gramigna, cerchiamo di mettere tutto nelle mani di Dio, cominciando dalla nostra vita, saprà lui come farla fruttare.

lunedì 19 novembre 2018

(Lc 19,1-10) Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.


VANGELO DI MARTEDì 20 NOVEMBRE 2018
(Lc 19,1-10)
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».


Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito Di Dio e fa che la mia mente non sia offuscata dalle mie idee, ma fa che io possa veramente svuotarmi di me stessa per fare posto a quello che Tu imprimi nella mia mente e nel mio cuore.
Prima che Gesù passasse di lì, Zaccheo era solo un uomo che viveva la sua vita secondo gli schemi del mondo, in fondo come tutti quelli che si sono ben inseriti, che hanno un bel lavoro, che hanno raggiunto un certo benessere e che non guardano tanto per il sottile, pur di raggiungere il loro scopo.
Era un piccolo uomo che in fondo aveva tutto, ed era riuscito ad apparire soddisfatto, ma evidentemente non era poi così, perché nonostante sia appagato dal suo lavoro che gli rende bene (esattore dei tributi) cerca di nascosto Gesù, forse un po’ per curiosità, forse per gelosia verso chi vede guarito dall’ incontro col Signore, ma non vuole essere lui ad andare a chiedere e si nasconde tra le foglie di un sicomoro, come per osservare senza essere visto. Ma Gesù lo vede e legge nel suo cuore, perché quello che non è possibile agli uomini, è possibile a Dio e la sua risposta non si fa attendere: - «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
Zaccheo era una strana persona, che in fondo ci somiglia, perché trova giustificazione a tutto quello che compie, anche ai soprusi e alle azioni disoneste, quasi legittimandole, ma di fronte alla luce di Dio, si arrende. Il fatto di sentirsi accettato da Gesù, abbracciato nonostante, come tutti i peccatori, non se ne senta degno, lo riempie di gioia e lo fa capitolare; immediatamente si converte e promette di riparare al male compiuto restituendo il maltolto ed aiutando i poveri.
Quest’uomo ha capito che la vera conversione viene da Gesù e che in lui si resta soltanto vivendo da fratelli, e amando il prossimo così come siamo amati e perdonati dal Signore.
Mettere immediatamente le nostre scarpe nelle sue impronte per seguire ogni suo passo, per non sbagliare strada, perché Dio ci cerca con amore, ci perdona per amore e non ci giudica, ma ci aiuta a diventare migliori. L’idea che noi abbiamo prevalente di un Dio che giudica è dovuta ai nostri sensi di colpa, verso chi sentiamo come un Padre buono, ma non riusciamo a ricambiare e sappiamo di non meritare.Come spesso mi trovo a ripetere, l’amore di Gesù è veramente singolare, non ha schemi prefissati, ma è veramente a 360°, è per tutti.

domenica 18 novembre 2018

(Lc 18,35-43) Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!


VANGELO DI LUNEDì 19 NOVEMBRE 2018
(Lc 18,35-43) Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!
+ Dal Vangelo secondo Luca
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA O Dio che mi hai voluto in questo mondo, per partecipare alla vita, fa che io possa sempre camminare al tuo fianco e che mi lasci condurre sempre e solo dal Tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore. Amen. Voglio seguirti Signore, dammi la mano, guidami se io sono cieca, fa che io sappia sempre riconoscere la tua mano che mi guida e non mi lasci condurre da chi mi tira da tutte le parti. Spesso siamo costretti a gridare: dove sei Signore? Vieni a salvarmi, perché ci sembra che Dio ci perda di vista, ma siamo noi che non riusciamo a vederlo, noi che passiamo sotto alla croce come se la cosa non ci riguardasse; noi che non vogliamo condividere il dolore, ma solo la gloria. Eppure la gloria passa dalla croce e, se io sono così fortunata di sentire che la mia è leggera, voglio gridare ancora Gesù, per la croce di quei fratelli che sembrano soccombere sotto al suo peso. Siamo ciechi se siamo insensibili al dolore dei fratelli, se non sappiamo aiutare chi si sta facendo trascinare verso la perdizione. Essere cristiano, vuol dire essere corpo di Cristo, non mi stancherò mai di ripeterlo, quindi tutti siamo indispensabili gli uni agli altri, per far vivere questo corpo, e tutti dobbiamo fare la nostra parte, come se fossimo dei piccoli medici che sanano le parti ferite e la medicina è la nostra preghiera, che se urlata con la voce del cuore, arriverà al Signore. Amiamo fratelli, amiamo chi è lontano, chi sbaglia, chi non sa perdonare, chi ha il cuore ferito, chi non conosce il Signore! Amiamo e chiediamo al Signore di donare anche a loro la fede; amiamo e con amore sincero andiamo controcorrente e cerchiamo di combattere contro l’ indifferenza, di saper aiutare nel bisogno i fratelli invece di mettere a tacere la nostra coscienza, cerchiamo di saper ascoltare più che parlare, cerchiamo di sentirci tutti parte dello stesso corpo. Ascoltiamo ed ascoltiamoci, cerchiamo dentro di noi le nostre paure, le nostre incertezze, la nostra piccola fede che urla, aiutami Signore! Fa che io veda le mie infermità, che io riconosca la mia piccolezza, perché è nella mia superbia che io divento piccola; nella mia mancanza d' amore che divento egoista; nella mia inquietudine che ti cerco; nella rabbia che ti perdo; nell'orgoglio che ti rifiuto. Fa questo per me Signore mio, fa che io veda !

sabato 17 novembre 2018

(Mc 13,24-32) Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.





VANGELO DI DOMENICA 18 NOVEMBRE 2018
(Mc 13,24-32)
Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».


Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo di Dio, aiutami a comprendere il senso della mia storia con Dio.
Il Vangelo di oggi ci accompagna verso la fine del tempo ordinario e ci porta a scrutare quello che succederà nei giorni antecedenti al ritorno di Gesù.
Noi sappiamo che tornerà, mai come in questi tempi, forse, lo desideriamo; perché dietro a questo evento doloroso, c' è la speranza della vita nuova.
La resurrezione dopo la morte assume qui un duplice significato di salvezza, di Pasqua, di passaggio. Dopo la tribolazione di Gerusalemme, Gesù parla di segni che nel cosmo coinvolgono il sole, la luna, le stelle e le potenze dei cieli .
Tutto viene sconvolto e riportato al caos originario, non ci sarà più luce per vedere, ma si sarà immersi nelle tenebre, per indicare che non si comprenderà più il senso della storia.... o che forse richiamerà l’ uomo a capire che senza il creatore, nulla era possibile, nè vivibile. Un avvertimento che ci richiama al caos della creazione, ma con una parola in più che mi ha sempre creato un senso di curiosità: " il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. " un invito a cercare oltre, a fidarsi di Dio, che attraverso Gesù Cristo, ci ha sempre spinto là dove non sappiamo, dove non oseremmo mai, ma che in fondo è il fine ed il senso unico della nostra vita.
Nessuno sa il giorno e l'ora, perché nessuno è padrone del tempo, solo Dio. Quando il figlio dell' uomo tornerà, troverà la fede sulla terra? Io credo che la cosa da tenere a mente sia che Egli è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto, e che la tribolazione non è solo dolore e paura, ma anche purificazione e salvezza.
Dio creò il cielo e la terra, il buio fu rivestito di luce.... e l’uomo della grazia di appartenere al regno di Dio.
Dio ci perdoni, esseri creati per amore, incapaci d’amare!

venerdì 16 novembre 2018

(Lc 18,1-8) Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.



VANGELO DI SABATO 17 NOVEMBRE 2018
(Lc 18,1-8) Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE 

PREGHIERA
 Vieni o Spirito Santo e riempi il mio cuore della tua sapienza e dell’ amore di Dio, perché solo con questo amore nel cuore io posso leggere e capire i concetti che Gesù vuole esprimere con la sua parola. Un brano questo che mette in risalto l’ importanza di pregare sempre ed incessantemente; ma non di una preghiera fatta di parole ripetitive, ma che diventa vita in comune con Dio. Ci sono tante “scuole di preghiera”, ma probabilmente la più alta è quella dello Spirito Santo, che dona a piene mani la gioia della preghiera a chi la invoca in continuazione. La vedova chiede giustizia, questa piccola donna insiste presso il suo re, fino a che non ottiene di essere accontentata, ma non per amore o per pietà, solo per stanchezza. Se un re che non è misericordioso, ma disonesto, sa dare giustizia, quanta ne darà il nostro Padre celeste? Che cosa è la preghiera? Perché con tanta insistenza c’è chiesta da Gesù? Forse gode nell’ essere adulato il nostro Dio? È quindi un Dio vanitoso? No, anzi tutto il contrario. È per noi che ci chiede di insistere nella preghiera, perché possa levigarci l’ anima e renderla piena della grazia di Dio, è per entrare e rimanere in noi che Gesù ci chiede di pregare continuamente, di fare della nostra vita preghiera. Farci scavare dalla parola di Dio e dalla preghiera, farci scavare dei profondi solchi che Dio riempie del suo amore, perché noi gliene diamo la possibilità, perché vogliamo essere con Lui una cosa sola. Quando si sta con una persona che fa tutto per amore nostro, s’ impara ad amarla, e quest’ amore diventa reciproco; ma se noi trascuriamo di stare con chi ci ama, se lo ignoriamo, se lo facciamo soffrire con la nostra lontananza, non possiamo certo dire di amarlo. Sempre meno fede nel mondo e sempre più egoismo, basta leggere i giornali e vediamo come la cattiveria e la stupidità umana ogni giorno toccano il limite, e si pensa che sia il massimo, ma poi un altro delitto ancora più orribile, un’altra strage, un’altra violenza… sembra che il male non abbia mai fine… E il bene dov’è? È qui silenzioso, in quella donna che assiste il marito invalido; in quel vecchio stanco che con le ossa doloranti va a prendere il nipotino a scuola ogni giorno; in quella moglie che stanca e imbruttita dalla miseria, prepara una cena frugale ma amorevole per il marito che torna sempre più amareggiato e che con un sorriso stanco la accarezza con gli occhi; è in quella figlia che assiste la mamma ammalata e i fratelli più piccoli senza mai lamentarsi; è in quel soldato che per portare la libertà ad una popolazione schiava dei prepotenti, vive lontano di casa, e spesso muore per gente che neanche conosce, ma che si sente cittadino del mondo. Quando tornerà come ci troverà? Dalla parte dei buoni o da quella dei cattivi?

giovedì 15 novembre 2018

(Lc 17,26-37) Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.



VANGELO DI VENERDì 16 NOVEMBRE 2018
(Lc 17,26-37) Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito e illumina il mio cuore e la mia mente. Fa che oggi la parola del Signore mi diventi chiara alla luce della tua sapienza, per Cristo nostro Signore. 
Amen. 

Gesù continua a richiamare la nostra attenzione, ma non lo fa cercando di addolcirci la pillola, perché tutte le sue parole sono già un avvertimento. Molti sono quelli che cercano i segni, come per stabilire attraverso questi il momento della giustizia divina e spesso interpretano arbitrariamente i segni dei tempi. Dobbiamo invece cercare di essere pronti in qualunque momento, perché è questo che conta e da questo dipende la nostra salvezza. L’ esempio che ci fa Luca è molto chiaro, Lot è stato avvisato dall’ angelo che avrebbe distrutto quella città che era dedita al vizio e al peccato, come ai tempi di Noè facevano gli abitanti della terra, e dice a Lot come fare per mettersi in salvo. Pone il punto sul fatto di non avere desideri per le cose terrene, né rimpianto per una vita smodata, né curiosità su come e quando verrà quel giorno, ma attenzione a non pensare di essere giusti e di non aver bisogno di mantenere salda la nostra fede, perché sarà facile cadere se non sapremo mantenere vivo il nostro amore per il Signore, se non sapremo morire a noi stessi e vivere in Cristo Gesù. Non sarà certo un abito talare, una tonaca, nè l’ appartenenza ad una certa elite o ad un gruppo di preghiera che ci salveranno, ma la costanza nel ricercare sempre un comportamento, interiore ed esteriore, morale, da credente coerente e credibile .

mercoledì 14 novembre 2018

(Lc 17,20-25) Il regno di Dio è in mezzo a voi.


VANGELO DI GIOVEDì 15 NOVEMBRE 2018
(Lc 17,20-25) Il regno di Dio è in mezzo a voi.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Parola del Signore.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA Vieni o Santo Spirito e guidami alla conoscenza del pensiero di Dio. Fa che io non veda altro che quello che Tu mi vuoi mostrare, che possa sempre più rinunciare al mio io per il mio Dio. Catastrofi, segni ed eventi, apparizioni, profezie.... tutti cercano di scrutare il futuro, e questo denota paura e curiosità da parte della gente, ma troppo spesso si ferma al “cercare dei segni “ fuori di noi. Per quello che io riesco a percepire, tutto questo ha solo un senso di avvertimento, un richiamo, un monito per tenerci desti e deciderci per fare definitivamente la nostra scelta, ma è molto riduttivo rispetto a quello che dovremmo fare. Gesù c' invita a non cercare questi segni, ma a vivere già su questa terra da figli di Dio, ad essere partecipi del progetto di salvezza che il Padre ha per tutti i suoi figli, e ad entrare in quella che io definisco con molto coraggio e molta semplicità, la nostra famiglia divina. Svegliarsi al mattino e riconoscerci dal primo istante di veglia appartenenti a Dio tracciando il segno della croce, cominciare a trafficare per casa, al lavoro, in famiglia ed in ogni nostro interesse tenendo presente continuamente che la nostra vita sulla terra non è solo un passaggio inutile, una prova alla quale siamo sottoposti per vedere se superiamo un esame, ma uno scegliere di essere già da adesso come il Signore ci desidera. Dio non è un dittatore, né un prepotente, ma scegliere per lui ci costringe a scelte che vanno controcorrente, addirittura in alcune occasioni ci portano a fare delle scelte ben precise, e spesso dolorose, perché conversione significa tornare indietro, alla nostra origine, al nostro piccolo D.N.A. di figli di Dio, che abbiamo nel cuore e che per anni, purtroppo abbiamo soffocato cercando di appartenere a questa terra più che a questo cielo. Qualche anno fa c’ era una persona su fb che mi chiedeva di aiutarlo a credere, a pregare, ad affidarsi a Dio, in un paio di mesi l’ho sentito trasformarsi da pulcino impaurito a credente sincero, pronto ad affrontare la malattia ed offrirla a Maria per le anime che come lui erano lontane da Gesù. Ho vissuto in diretta un corso accelerato d’amore da parte di Dio per questo suo figlio che aveva perso la strada di casa ed in un momento drammatico della sua vita, se n’era reso conto ed aveva chiesto una mano per tornare a casa. La porta stretta è qui amici, è la decisione di non volere altro di appartenere a Dio, di essere abbracciati quando la paura vorrebbe farti soccombere alla disperazione, la scelta di fidarsi di Dio e di mettere nelle sue mani la nostra vita. Santi si, e da subito!

martedì 13 novembre 2018

(Lc 17,11-19) Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.


VANGELO DI MERCOLEDì 14 NOVEMBRE 2018
(Lc 17,11-19) Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
Vieni o Spirito Santo di Dio, su di me ed insegnami a lasciarmi penetrare dalla tua sapienza. Fa che nulla ostacoli la nostra unione, per il nostro Signore Gesù Cristo, che mi ha affidato alle tue cure per l’eternità. Grazie amen.
Il Vangelo di oggi ci parla di un Gesù che opera miracoli in terra straniera, tra peccatori e pagani, di un maestro che è riconosciuto anche da chi non è di Gerusalemme e che non disdegna di fermarsi a guarire coloro che gli si rivolgono con fiducia. Purtroppo anche se ricevono la grazia da Gesù tutti e dieci i lebbrosi, soltanto uno torna indietro a ringraziare, gli altri invece si comportano come se niente fosse, e non sentono neanche il bisogno di ringraziare. Sembra brutto vero?Eppure noi lo facciamo tante volte al giorno, quando diamo per scontato che quello che va bene è merito nostro o comunque del caso, e ci ricordiamo di Dio soltanto quando qualcosa non va per il verso giusto. A volte siamo veramente ridicoli, chiediamo la perfezione, la salute, la sicurezza… tutte cose che premiano la nostra presenza fisica, ma non cerchiamo mai il benessere spirituale, quello che ci dà invece la forza di affrontare la vita anche quando non va secondo i nostri canoni. La lebbra che ci avvelena è quella dell’ anima, sempre inquieta, sempre alla ricerca di una felicità esteriore che guarisce solo quando troviamo Gesù, ci lasciamo guarire e ci fermiamo vicino a lui, ossia, per dirla con le parole del vangelo, torniamo indietro, ci convertiamo a Lui, cambiamo vita per vivere l'amore con Lui. Se ascoltiamo la sua parola, ma non la facciamo nostra, non possiamo essere trasformati e salvati, ma restiamo solo degli uditori sonnecchianti che non riescono a percepire la voce dell'amore e della volontà di Dio.

lunedì 12 novembre 2018

(Lc 17,7-10) Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.

VANGELO DI MARTEDI 13 NOVEMBRE 2018

(Lc 17,7-10) Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore.




RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Ti prego o Santo spirito di venirmi nel cuore e di darmi la forza di vivere la fede, per quello che è giusto che io viva, senza paure né limiti umani, annientami ed usami, sono tua.

Per comprendere bene questo brano, sono dovuta tornare indietro, al versetto precedente che dice: In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “ Sradicati e vai a piantarti nel mare ”, ed esso vi obbedirebbe. Allora la mia fede, la nostra fede, quanto è piccola? Non abbiamo proprio capito niente di Dio, e Gesù ce lo fa capire in maniera chiara… ma solo con il cuore libero possiamo entrare in questo mistero. La fede è un dono, che arriva quando e come il Signore decide di aprirti il cuore. Può avvenire a 5 anni e a 50, ma per tutti coloro che si definiscono Credenti, c’è un momento in cui scatta una molla che ti spinge a cercare come un affamato la parola di Dio. Fame, sete, voglia di stare insieme…. ed è subito amore!!!
L’ esempio del padrone che appena arriva il servo stanco dal lavoro dei campi si mette a servirlo e così contraria alla realtà, ci deve far comprendere che la mentalità umana deve essere completamente abbandonata se vogliamo entrare in comunione con Gesù, ma noi non riusciamo proprio a farlo. Eppure i santi si sono fidati di Dio, fino ad ottenere grazie così particolari da farci rimanere incantati nel sentire le opere che sono riusciti a compiere. Perché se loro ci sono riusciti , noi non ci riusciamo? Sicuramente c’ è qualcuno che anche oggi, riesce a superare questo ponte che collega l’ umano con il Divino, ossia con lo Spirito di Dio, ma certo che se continuiamo a restare fermi credendo di fare già chissà cosa, non arriveremo mai neanche ad aver fede come neanche la metà di un granellino di senape. Provare per credere? La domenica, andremo in Chiesa, ci metteremo di fronte a Gesù, ci sentiremo grati a Dio di aver dato la sua vita per noi o ci sentiremo bravi e penseremo che Lui ci deve guardare… quanto siamo stati bravi, gli abbiamo fatto questo gran piacere a venire in Chiesa, con tutto quello che abbiamo da fare…. E pensare che senza il suo aiuto siamo niente, perché non proviamo ad essere appena un po’ di più di questo? Perché non apriamo la nostra mente ed il nostro cuore a quanto dobbiamo al Signore che si fida ancora e sempre di noi, fino all’ultimo, nonostante il nostro stupido egocentrismo! Perchè non proviamo a sradicare da dentro di noi tutte le nostre paure di lasciarci andare, i nostri dubbi, i nostri difetti, la nostra parte ingombrante, il nostro gelso radicato nella nostra umanità per far posto al semino di senape perchè possa far crescere in noi la fede.
Pe questo ti preghiamo Signore: accresci la nostra fede! Fa che comprendiamo che tutto quello che riceviamo è dono e che viviamo per servirti. Amen!

domenica 11 novembre 2018

(Lc 17,1-6)  Se sette volte ritornerà a te dicendo: Sono pentito, tu gli perdonerai. 


VANGELO DI LUNEDì 12 NOVEMBRE 2018
(Lc 17,1-6)
Se sette volte ritornerà a te dicendo: Sono pentito, tu gli perdonerai.


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».


Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito di Dio, guidami attraverso la tua parola nella conoscenza del cammino da percorrere per seguirti e non smarrire le tue tracce.
I primi discepoli di Gesù potevano sposarsi ed avere figli, ma non dovevano dare scandalo,anche se inevitabilmente gli scandali ci sarebbero stati, anche Gesù avverte di questo, perché è insito nella natura umana trasgredire alle regole. Ma Dio è misericordioso e capisce, ha sempre una grande attenzione per il peccatore, ma anche se per perdonarlo ha bisogno del suo pentimento, ci invita a fare altrettanto. Noi ci rendiamo conto che è molto quello che ci chiede, ma forse dimentichiamo le parole che ci ha insegnato nel Padre Nostro: RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI, COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI- ed allora, invece di accettare sempre solo quello che ci fa comodo, pensiamo bene a quello che facciamo, e se abbiamo giustamente paura di non riuscire, facciamo come i suoi discepoli e preghiamo: Signore accresci in noi la fede!- Gli scandali sono all’ ordine del Giorno, perché a volte chi dovrebbe guidare il gregge si perde nel peccato e nel vizio, si sottomette ad altri dei, come l’ apparire e il potere, la corruzione e la disobbedienza, ma vi esorto amici cristiani a non farvi ingannare da queste cose, perché mentre molti figli si allontanano e incolpano i loro pastori, dobbiamo ricordare di guardare ad un unico pastore che è Gesù Cristo; l’ unico che non ha mai sbagliato nulla e che ha sempre fatto il volere di Dio Padre e pregare per chi si perde, perché siamo tutti membra dello stesso corpo e del corpo di Cristo.Il perdono per i figli di Dio non è un optional, non è una scelta facoltativa, ma è parte integrante del cammino di fede. Ci sono cose,anche non molto gravi,che però non ci riesce di superare, di perdonare. Spesso ci sentiamo delusi, sconcertati, e il nostro orgoglio ci impedisce di fare il primo passo.Continuiamo a soffrire aspettando che sia l'altro a farsi avanti,a fare il primo passo....quando basterebbe pensare che noi non siamo capaci di perdonare,ma che chiediamo a Dio di perdonare la persona che ci ha ferito, con tutto il cuore e, quando sentiremo salire un po' di risentimento, preghiamo per quella persona, perchè sentire non significa acconsentire.

sabato 10 novembre 2018

(Mc 12,38-44) Questa vedova, nella sua povertà, ha dato tutto quello che aveva.


VANGELO DI DOMENICA 11 NOVEMBRE  2018
(Mc 12,38-44) Questa vedova, nella sua povertà, ha dato tutto quello che aveva.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Parola del Signore.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Parlaci Signore, parla al nostro cuore, donaci la capacità di comprendere e di vivere in pieno la parola di Dio, di essere fedeli nell'interpretazione, non come vogliamo , ma come il Tuo Spirito ci guida.
Spesso ci troviamo a confrontarci con la fede in Gesù in maniera sbagliata, con persone sbagliate che parlano molto, si rivestono della parola di Dio come di un abito che li fa belli, ma nella realtà non sanno darci nulla come insegnamento Cristiano, perché non vivono Cristo, ma la loro idea di fede e religione. Non sono le apparenze che fanno di noi dei buoni cristiani, ma una vera fede, una vera appartenenza a Cristo e allora non ci saranno impedimenti al contatto tra noi e Lui. Affidiamoci a Lui, allo Spirito che ci viene donato, più che agli uomini che si litigano il potere. La povera vedova, rappresenta colei che è fuori dalla società, perché all’epoca di Gesù, le donne non erano proprio considerate, se non come proprietà degli uomini, quindi le vedove erano come fuoriuscite dalla comunità. La donna avanza e, silenziosamente, pone la sua offerta nel mucchio, timorosa e piena di fede, dona tutto quello che ha al Signore e non cerca di farsi vedere, ma Gesù, tra tanti personaggi tronfi e pieni di se, nota proprio lei, piccola e umile donna e la indica ai suoi discepoli che lo ascoltavano. Oggi che il popolo di Dio sembra più che mai sballottato da tutte le parti, attaccato fin nelle sue membra, facciamo nostro questo insegnamento, non seguiamo l’apparenza, ma la sostanza della parola di Dio; non seguiamo come pecore chi si camuffa da pastore, ma cerchiamo nella parola di Dio la luce. Io spesso, e lo ripeto ancora una volta, vi invito a stabilire un rapporto intimo, personale con Gesù, con la sua parola, vi esorto alla preghiera individuale, fatta con parole semplici, come vi detta il cuore. Molti cercano come me di aiutarvi qui su FB e ci aiutiamo a vicenda anche grazie alle esperienze che ognuno di noi mette a disposizione degli altri, ma nessuno di noi è il pastore, solo uno è il pastore al quale dobbiamo tutti guardare ed è Gesù Cristo. I sacerdoti che ci guidano, i veggenti, siamo tutti uomini e tutti possiamo sbagliare, quindi affidiamoci a Gesù e Maria, non li possiamo vedere, ma sono molto più reali di tutti noi messi insieme, in loro riponiamo la nostra fiducia, preghiamo per rimanere saldi nella fede in questi brutti tempi in cui il principe del mondo sferra il suo attacco. Aiutiamoci l’un l’altro e riusciremo a rimanere nel Signore!

venerdì 9 novembre 2018

(Lc 16,9-15) Se non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera?


VANGELO DI SABATO 10 NOVEMBRE 2018
(Lc 16,9-15)
Se non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera?


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».


Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami o Signore con il tuo Santo Spirito a comprendere la tua scrittura come tu vuoi da me ed a vivere come Tu vuoi che io viva; non lasciare che io ondeggi , come canna al vento, ma guidami Tu in ogni mia cosa, con tutto il Tuo amore.


Il Signore vede tutto, anche quello che noi stessi non vediamo. Vede nel mio, nel tuo cuore, vede quello che pensiamo veramente, non quello che facciamo trasparire e, se avessimo la coscienza di questo, non la finiremmo più di chiedere perdono. Ci affanniamo per arrivare alla fine del mese, per riuscire a vivere dignitosamente, o per avere di più, o addirittura per essere ricchi…. ma alla nostra anima che stiamo dando? Non basta una preghiera ogni tanto, non basta neppure pregare tutto il giorno se non riusciamo a mettere in pratica nulla di quello che Gesù ci insegna. Sembriamo buoni cristiani, ma non lo siamo mai fino in fondo, c’ è sempre quello scalino che non riusciamo a superare, a salire, perché la nostra pigrizia o il nostro orgoglio ce lo impediscono. Siamo ricchi di noi stessi e poveri delle cose di Dio, purtroppo è questa la nostra realtà. Diamo quello che ci riempie di orgoglio dare, parlo soprattutto per me, quante volte mi sono sentita appagata da questa pagina che scrivo, se mi viene detto grazie…. a me, che non sono altro che uno scarabocchio di Dio, che non riesco neanche a farmi usare da Lui con umiltà.

giovedì 8 novembre 2018

(GV:2, 13-22) PARLAVA DEL TEMPIO DEL SUO CORPO


VANGELO DI VENERDì 9 NOVEMBRE 2018
(Gv 2, 13-22)
Parlava del tempio del suo corpo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni accanto a me Spirito Santo di Dio, ed aiutami a non essere ottusa e a non voler mettere il mio pensiero dinanzi al Tuo.
Questo brano è spesso e volentieri usato per parlare male della Chiesa, mettendoci al posto di Gesù, a rivoltare i banchetti di una chiesa che non ci piace in certi suoi aspetti.
Ma amici miei, tra quei banchetti che rivoltiamo e che non accettiamo c’è anche il nostro!
Tutti noi cerchiamo di mercanteggiare con tutto, non siamo abituati a dare senza ricevere nulla in cambio, e se anche in teoria lo facciamo, nella pratica se non riceviamo ringraziamenti e riconoscenza per le nostre opere o addirittura riceviamo offese, siamo subito pronti a rinfacciare tutto quello che abbiamo fatto.
Ma questo brano non si sofferma solo a questo aspetto della Chiesa, ma ci fa presente che la chiesa è il corpo di Cristo, e che noi ne siamo parte; quindi se vogliamo ritenerci degni di essere Chiesa, dobbiamo essere “divorati dallo zelo “ per essa, impegniamoci per primi come partecipanti della comunità ecclesiale, e non solo per apparire, ma veramente per dare tutto quello che Dio ci dona in grazia.
Ognuno di noi può chiedere di essere utile nella sua parrocchia, e senza metterci a spettegolare, ma magari semplicemente impegnandoci a servire la comunità la dove serve, dove il parroco ci indicherà. Chiediamo di poter stare con i bambini, con gli anziani, chiediamo di essere istruiti ed educati, con umiltà, quell’ umiltà che spesso sentiamo carente negli altri, cerchiamo di essere i primi a dimostrarla.
Essere parte viva del corpo di Cristo, questo è quello che dovremmo sapere di essere ,questo ci farebbe trovare lo zelo necessario per purificare noi stessi e quello che ci circonda,invece di perderci in mille chiacchiere.