domenica 31 agosto 2014

(Lc 4,16-30) Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio… Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.

VANGELO
 (Lc 4,16-30) Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio… Nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:«Lo Spirito del Signore è sopra di me;per questo mi ha consacrato con l’unzionee mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,a proclamare ai prigionieri la liberazionee ai ciechi la vista;a rimettere in libertà gli oppressi,a proclamare l’anno di grazia del Signore».Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA
Vieni, o Spirito di Sapienza e di intelligenza, ed apri la via dei cuori alla comprensione della verità tutta intera. Con la forza bruciante del tuo divino fuoco sradica ogni errore, spazza via ogni eresia, affinché risplenda a tutti nella sua integrità la luce della verità che Gesù ha rivelato. Vieni, o Spirito di Consiglio e di Fortezza, e rendici coraggiosi testimoni del Vangelo ricevuto. Sostieni chi è perseguitato; incoraggia chi è emarginato; dona forza a chi è imprigionato; concedi perseveranza a chi è calpestato e torturato; ottieni la palma della vittoria a chi, ancora oggi, viene condotto al martirio.


Gesù era stato battezzato da Giovanni al Giordano, fu rivestito di Spirito Santo, e si ritirò nel deserto per pregare, stette 40 giorni e 40 notti, fu tentato e resistette ad ogni tentazione, dopo di che tornò a Nazaret, da dove era venuto. La sua gente lo conosceva bene, sapeva di chi era figlio, di Giuseppe il falegname e di Maria, ed era uno di loro, spesso lo avevano visto nel tempio a leggere, ma quel giorno successe qualcosa di diverso. Lesse le parole del profeta Isaia: "18 Lo Spirito del Signore è sopra di me;per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 19 e predicare un anno di grazia del Signore." E subito dopo pronunciò guardando la folla: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi".
Forse qualcuno dentro di sé si stupì, qualcuno invece sapeva già della fama di Gesù, ma certo che ci voleva almeno una piccola predisposizione a dare fiducia a quest’uomo, considerandolo uno di loro. Essere profeta nella propria patria, tra la gente che lo conosce, lo mette fuori dal gruppo delle sue conoscenze, e questo fa si che con tante persone che gli sono contro e si fanno forti l’ un l’ altro, la sua vita sia subito messa in pericolo, infatti il brano dice che lo cacciarono dalla città, lo condussero sul ciglio del monte e volevano gettarlo di sotto, ma Egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.
Questo fu l’impatto di Gesù con la sua gente, parlava con autorità, vinceva sulla loro ostilità senza alzare la voce, parlava con parole precise, e faceva sentire gli scribi e i dottori della legge, dei falsi, che imponevano leggi che non rispettavano. Proclamò un anno di grazia per far finire tutte quelle ingiustizie, e questo fu il colpo di grazia per chi voleva attraverso la legge di Dio, non portare i fedeli alla salvezza, ma mantenere il potere sul popolo.
Per noi oggi è facile considerare la figura di Maria e Giuseppe con Gesù una sacra famiglia, ma provate a immaginare cosa possono aver pensato di loro in quei tempi.

sabato 30 agosto 2014

(Mt 16,21-27) Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.

VANGELO
 (Mt 16,21-27) Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Parola del Signore


La mia riflessione
Preghiera
Vieni o mio Signore, aiutami, con il tuo Santo Spirito infuocami, con il tuo amore guariscimi, con la tua sapienza illuminami e fa che io possa essere per i miei fratelli una lucina... piccolissima lucina che li conduca a Te anima della mia anima. Ti amo!

Pietro poverino, continua a voler suggerire a Gesù come comportarsi, proprio non accetta che si esponga così al pericolo. È ancora così pieno della sua umanità, che non riesce a seguire fino in fondo il disegno del suo Maestro, e questo lo mette in una posizione molto scomoda, quella di non piacere a Gesù.
Vediamo come si volta e lo apostrofa, senza mezzi termini, senza mezze misure… perché il nostro Gesù non ha mezze misure; disposto a sacrificare la sua vita per poterci salvare, ci spinge a fare altrettanto.  È tutto proporzionato, tanto rischieremo, tanto riceveremo, ma dobbiamo lasciare gli schemi della nostra umanità. Prima ci decidiamo, prima conosceremo il regno di Dio, perché rinunciando alla nostra umanità saremo rivestiti di quella di Cristo, e potremo dire come San Paolo: non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me!
Ieri , durante l'adorazione mi sembrava tutto chiaro, tutto semplice, ed ilmio SI urlava da dentro al mio petto, come un fuoco acceso. 
La mia decisione era profonda e sincera... Ieri era ieri e da ieri ad oggi, non ho fatto altro che cercare di dire a Gesù qualcosa... specialmente le cose che secondo me non andavano bene, proprio come Pietro, oggi capisco che a quel si devo aggiungere l'accettazione di tutto quello che non funziona come dico io, ma è volere di Dio.
Grazie Signore perchè ogni giorno mi dai la possibilità di capire, e di convertirmi, e forse è solo una pia illusione la mia, ma mi sembra quasi che tu mi sorrida e mi inciti a continuare a provare ad essere migliore.


venerdì 29 agosto 2014

(Mt 25,14-30) Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone

VANGELO
 (Mt 25,14-30) Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’ abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore

(Mt 25,14-30) Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone
(Mt 25,14-30) Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Venga il tuo Spirito, Signore, e ci trasformi interiormente con i suoi doni: crei in noi un cuore nuovo, affinché possiamo piacere a te e a conformarci alla tua Volontà. Per Cristo nostro signore. Amen.

 Vi sarà capitato di fare un regalo? Penso di si... come rimarreste se dopo tanto tempo vi accorgeste che la persona a cui l' avete fatto, non l' ha neanche aperto? O se invece dopo qualche anno, ve lo ricicla e ve lo restituisce?
Un po' così in fondo, ha diritto il Signore di rimanere deluso e offeso da noi. Chiediamo sempre, in continuazione e neanche apprezziamo quello che ci da, a cominciare dal dono della vita, a seguire alla nostra intelligenza e alla casa, la terra, il mare, i loro prodotti di cui nutrirci... Noi vogliamo sempre di più e pensiamo addirittura che possiamo sostituirci a Dio, nel creare in laboratorio prodotti sempre più grandi e più belli a vedersi, peccato che non abbiano quasi più sapore, dimenticando che Dio ce li offre per soddisfare il palato, ma noi vogliamo soddisfare la vista... belli fuori e insipidi dentro. Noi non siamo che guastatori della bellezza del creato, perché non mettiamo la nostra intelligenza al servizio di Dio, ma degli uomini, solo per soddisfare la nostra sete di denaro e di potere. Abbiamo invece tanti esempi di come si può ringraziare Dio di quello che ci ha dato, anche a livello spirituale, siamo in gradi di aprire ed apprezzare questi doni, o preferiamo lasciarli da una parte per paura di non esserne degni? Non ti chiedere se sei capace di aiutare ... fallo! Non ti porre dei limiti ... fidati dello Spirito Santo! Ad ognuno di noi il Signore ha fatto dei doni, a volte non li percepiamo, perché non riusciamo a vivere in comunicazione con Lui, talmente abbiamo messo il nostro ego al primo posto ed il nostro giudizio al posto di quello divino. Crediamo di saper fare tante cose, ma non riusciamo a fare le più semplici. Quando siamo piccoli, ci fidiamo della nostra mamma, appena sentiamo fame, basta un versetto e puntuale arriva la poppata..... non ci domandiamo niente, ci fidiamo e basta, perché non riusciamo a farlo con Dio? Ci aiuterà in tutto e per tutto appena glielo chiederemo, dobbiamo solo collaborare perché quel seme che ha seminato in noi possa fruttificare, possa crescere rigoglioso anche tra la zizzania che c'è nel nostro cuore... Chiedere a Gesù di estirpare da noi tutto il putridume che ci impedisce di essere liberi. Siamo stanchi e sfiduciati perché non ci rendiamo conto di essere noi gli artefici del nostro fallimento come uomini, anche se sembra che il male vinca sulla terra, non arrendiamoci; preghiamo e agiamo. Tutti noi, dal primo all'ultimo, siamo un esercito di anime, che ha armi potenti a disposizione, quelle che ci dà il Signore attraverso lo Spirito Santo, quindi, a meno che non scegliamo volontariamente di stare dalla parte del principe del male, proviamo a pregare ed invocare lo Spirito Santo per chiedere a Dio e alla sua Santissima Trinità:
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
Vieni o Spirito di Amore, e rinnova la faccia della terra; fa che torni tutto ad essere un nuovo giardino di grazie e di santità, di giustizia e di amore, di comunione e di pace, così che la Santissima Trinità possa ancora riflettersi compiaciuta e glorificata. Vieni, o Spirito di Amore, e rinnova tutta la Chiesa; portala alla perfezione della carità, dell’unità e della santità, perché diventi oggi la più grande luce che a tutti risplende nella grande tenebra che si è ovunque diffusa. Vieni, o Spirito di Sapienza e di intelligenza, ed apri la via dei cuori alla comprensione della verità tutta intera. Con la forza bruciante del tuo divino fuoco sradica ogni errore, spazza via ogni eresia, affinché risplenda a tutti nella sua integrità la luce della verità che Gesù ha rivelato. Vieni, o Spirito di Consiglio e di Fortezza, e rendici coraggiosi testimoni del Vangelo ricevuto. Sostieni chi è perseguitato; incoraggia chi è emarginato; dona forza a chi è imprigionato; concedi perseveranza a chi è calpestato e torturato; ottieni la palma della vittoria a chi, ancora oggi, viene condotto al martirio. Vieni, o Spirito di Scienza, di Pietà e di Timor di Dio, e rinnova, con la linfa del tuo divino Amore, la vita di tutti coloro che sono stati consacrati con il battesimo, segnati del tuo sigillo nella confermazione, di coloro che si sono offerti al servizio di Dio, dei Vescovi, dei Sacerdoti, dei Diaconi, perché possano tutti corrispondere al tuo disegno, che in questi tempi sta realizzando, nella seconda Pentecoste da tanto tempo invocata e attesa. Amen.

ADORAZIONE EUCARISTICA DEL 29 -8 -2014







Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa”.




(Mt 16, 13-20)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Parola del Signore.


Pausa di Silenzio

G. Che importanza ha per l’uomo d’oggi il fatto che 2000 anni fa, presso le sorgenti del Giordano, Pietro abbia detto a Gesù: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»? All’uomo d’oggi interessa ancora sapere chi è Gesù? La sua domanda: «Voi chi dite che io sia?», è sentita ancora come una interpellanza personale, un problema cruciale o almeno importante? A dispetto di un secolarismo sempre più diffuso e di un abbandono di pratiche e di tradizioni cristiane sempre più massiccio, è interessante notare come la domanda risuonata a Cesarea di Filippo continua a creare ancora interrogativi inquietanti. Per i giovani Gesù rappresenta oggi la novità, la freschezza, la contestazione di una società e di un sistema vecchio, arido, privo di fantasia e di creatività; alle masse oppresse dell’America Latina Gesù appare come il liberatore, il simbolo di una speranza che non è soltanto in un aldilà misterioso; agli operatori sociali Gesù appare come un rivoluzionario che lotta contro l’ingiustizia, l’oppressione, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Significativo, comunque, resta il fatto che il nostro mondo non può prescindere da Gesù. La nostra storia ne è talmente marcata che non si può ignorarlo.


Dal Salmo 137: Rit. Signore, il tuo amore è per sempre.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo. Rit.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. Rit.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. Rit.

Pausa di Silenzio

La domanda di Gesù è la domanda fondamentale della nostra fede: chi è Gesù per i discepoli? Chi è per noi? È una domanda di eccezionale importanza.

L'episodio si colloca in un momento delicato, ad una svolta della vita di Gesù: si raffredda l'entusiasmo delle folle, perché Gesù delude sempre più le loro attese; cresce l'opposizione delle autorità e la loro aperta ostilità; aumenta anche il disorientamento dei discepoli, anch'essi delusi.

Gesù ripete sempre più chiaramente che il suo destino è segnato dalla sofferenza. La pagina che abbiamo letto continua dicendo:

«Da allora Gesù incominciò a spiegare ai suoi discepoli che egli doveva soffrire molto e venire ucciso».

Per questa strada i discepoli fanno fatica a seguirlo. Pietro si ribellerà...

In questo contesto di delusione nascono molti interrogativi. Gesù vuole chiarezza e pone ai discepoli la questione decisiva della fede:

«Voi che cosa pensate di me?».

La gente tenta di interpretare la persona di Gesù secondo modelli del passato, il Battista redivivo, Elia o una delle grandi figure della tradizione biblica, vecchi schemi che permettono di non prendere posizione di fronte alla novità di Gesù.

Ma i discepoli non possono trincerarsi dietro l'opinione della gente, devono schierarsi personalmente:

«Voi, chi dite che io sia?».

Anche oggi è viva la tentazione di cercare l'identità di Gesù a partire dalle proprie attese, disegnando un Gesù che risponda ai propri desideri e dia dignità ai propri ideali umani.

Così per molti Gesù è l'operatore di miracoli, che deve risolvere i nostri problemi quotidiani e risparmiarci la sofferenza.

Per i più giovani Gesù è la contestazione di un sistema vecchio, arido, senza fantasia. Per gli emarginati Gesù può essere l'uomo che lotta con coraggio contro l'ingiustizia, l'oppressione, lo sfruttamento dell'uomo.

C'è molta verità in queste intuizioni.

Chi è dunque Gesù? Tutte le risposte, con sottolineature diverse, devono tener conto della risposta di Pietro:

«Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente»,

Cioè colui che ci riporta alle radici ultime delle nostre speranze e ci fa entrare in una dimensione trascendente, che invita ad andare oltre il modo diffuso di pensare, grazie al rapporto unico che egli ha con il Dio vivente, con la verità ultima della vita.

La risposta può sembrare vaga, senza agganci con la vita reale.

Allora precisiamo: Gesù non è un simbolo dei valori umani facili, accettati da tutti, perché in naturale sintonia con le culture emergenti.

Egli è piuttosto colui che soffre e muore per indicarci i valori più scomodi e più difficili, la libertà dai beni, l'amore-responsabilità, il perdono, e per mostrarci come salvarli dall'inquinamento egoistico.

Invece della retorica dei grandi ideali, a cui l'uomo è naturalmente aperto, Gesù ci indica la strada difficile che ci permette di realizzarli.

Gesù è la rivelazione di un'esistenza libera dai miti del facile benessere e totalmente donata agli altri, secondo il progetto di Dio, e, dunque, coraggiosa, capace di affrontare anche la sofferenza per fedeltà a quel progetto.

Con questa rivelazione egli ci libera dai nostri limiti, dalle nostre paure, dalle nostre difese, e ci rende capaci di un amore autentico, creativo, efficace, non solo ambizioso o istintivo.

Perché questa liberazione avvenga, non basta qualche gesto religioso, è necessario che la nostra fedeltà al Vangelo produca una cultura che si traduca nella vita, sul piano sociale e politico.

C'è un livello profondo che deve essere toccato e trasformato dai criteri che hanno ispirato la vita di Gesù.

Il nostro incontro con Gesù, cioè, deve cambiare la nostra vita e la nostra storia.

Allora ci chiediamo: quale immagine di Gesù abbiamo noi che ci diciamo credenti? Quale immagine riusciamo a comunicare nell'ambiente in cui viviamo? È un'immagine che suscita speranza? Provoca crisi feconde?

Oppure è solo un innocuo residuo di tradizioni religiose morte, in un clima di immaturità umana, insignificante sul piano storico?

In altre parole: la nostra immagine di Gesù ci lascia tranquilli nelle nostre complicità con l'ingiustizia del mondo o ci spinge a cambiare la nostra vita seguendo i criteri del Vangelo?

Tutti

Signore, nostro Dio,
fa' che il nome del tuo figlio Gesù
abbia ancora forza in mezzo a noi,
non serva solo
a coprire le nostre attese personali,
a dare dignità ai nostri ideali umani,
ma diventi rivelazione del tuo progetto,
dono di verità, di speranza e di impegno.
Noi ti ringraziamo, Signore nostro Dio,
perché il tuo figlio Gesù ci ha fatto conoscere
la grandezza del tuo progetto di umanità
e la pienezza della nostra vocazione,
non impoverita dal nostro conformismo religioso,
nel piccolo orizzonte delle nostre attese umane,
ma aperta al futuro nuovo
che la tua parola offre a tutti gli uomini.
Canto:

Pausa di Silenzio

«Voi, chi dite che io sia?». La singolare domanda di Gesù ai discepoli è una domanda provocatoria che ci induce a riflettere in prima persona sulla nostra fede.

A Gesù non interessa sapere che cosa dica la gente del Figlio dell'uomo, non gli interessano le opinioni generiche sul suo conto.

Che alcuni dicessero che era il Battista o un qualsiasi profeta poco gli importava, ma che cosa pensassero di Lui i suoi discepoli, e chi nel tempo avrebbe deciso di seguirlo, questo sì, gli stava a cuore.

La chiamata alla salvezza è indubbiamente universale per rendere cattolico l'universo degli uomini e formare nella sua Chiesa il popolo di Dio.

Tuttavia, se la chiamata è universale, il percorso che ognuno deve compiere per entrare a far parte dell'unico popolo di Dio non può essere un percorso massificato, dettato dalla tradizione, dall'appartenenza a un gruppo, a una nazione, a una cultura.

Gesù vuole che ognuno compia il suo singolare percorso per rispondere in piena coscienza alla sua domanda:

«Tu, chi dici che io sia?»,

Come per dire:

"Chi sono io per te, quando devi scegliere tra la mia Parola e le parole del mondo? Quando sei felice e quando soffri?".

Essere credenti, sebbene implichi il far parte di un unico "corpo" di cui Cristo è il capo e noi le membra, non significa perdere la propria individualità nel rapporto intimo con il Signore.

Alla domanda di Gesù non possiamo rispondere con risposte precostituite, con concetti dogmatici che a volte nemmeno comprendiamo né possiamo delegare ad altri la responsabilità di rispondere per noi di fronte ai problemi fondamentali dell'esistenza.

Ognuno deve rispondere da solo alla chiamata del Signore, o Cristo sarà sempre per alcuni un grande uomo, per altri un profeta.

E anche per chi, credendo di credere, risponde che Cristo è il Figlio di Dio, se la sua risposta non è sgorgata dal cuore, dal travaglio interiore di chi s'interroga sulla propria fede, anche per lui rimarrà un martire inchiodato a una croce, incapace di dare risposte al dolore del mondo.

Credere in Gesù di Nazareth significa credere davvero nel Risorto che, sconfitta la morte, ha promesso che sarebbe rimasto accanto a noi sino alla fine del mondo.

La risposta che Gesù vuole da noi è dunque una risposta difficile ma decisiva che ci cambia l'orizzonte della vita.

Certo non può essere una risposta immediata, scaturita dall'emozione di un momento, ma implica un lungo percorso fatto di inciampi e di cadute.

Tutti

Il tuo volto, Signore, io cerco,
mostrami il tuo volto,
tu ti mostri a chi ti cerca,
ti sveli solo a chi non mente.
Non chi dice: "Signore, Signore",
non chi altro dio serve
troverà risposta.
Abbandonarsi al tuo volere è sola gioia,
abbracciare il tuo Vangelo è la speranza.
Nessuno è uguale a Te, mio Signore,
chi ad altri ti paragona è falso.
Il Figlio di Dio dona la salvezza,
solo lui risveglia dal sonno della morte.
Parole vuote offendono il vero,
venditori di fumo appestano l'aria,
non cadrò nell'inganno di falsi profeti,
non accetterò consigli da loschi mercanti.
Solo in te riposa l'anima mia,
solo in te la verità si svela,
tu sei pace,
tu ogni ricchezza,
in te solo credo, in te soltanto spero.




giovedì 28 agosto 2014

(Mc 6,17-29) Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.

VANGELO
 (Mc 6,17-29) Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Parola del Signore

(Mc 6,17-29) Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.
(Mc 6,17-29) Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di illuminare la mia mente, e far penetrare la tua parola nel mio cuore. 

Non ci sono mezze misure, il Cristianesimo non è una teoria, ma una condizione di vita.
Non ci si può definire cristiani e adattare il cristianesimo alle nostre esigenze, perchè è  una scelta seria, in quanto ne va di mezzo la nostra salvezza, per questo risulta difficile, ma costi quel che costi, dobbiamo fare di tutto per riuscirci.
Anche Erode, che non aveva nessuna intenzione di convertirsi, temeva Dio, ma più per superstizione che per fede. Lo incuriosiva Giovanni Battista, perché aveva il coraggio di parlare, anche contro di Lui, infatti Giovanni denunciava la sua ambiguità.Erode passava per un buon regnante,addirittura per un benefattore, perché ci teneva molto a rimanere al suo posto, quindi lo fece arrestare temendo che dalle sue parole potesse scaturire una ribellione del popolo.Il potere è una tentazione continua, allora come ora.La vita di corte era all'insegna della lussuria, delle orge e del libertinaggio, Erodiade era la moglie legittima del fratello di Erode, ma viveva in peccato con il cognato e tutte le sollecitazioni di Giovanni Battista ad una vita onesta e correttamente morale le davano proprio fastidio. Aveva già provato a convincere l'amante ad ucciderlo, ma non c'era riuscita, perché in fondo anche lui temeva Dio e la sua ira, ricordiamo, più per superstizione che per sacro timore di fare del male.Ma quando uno accetta di vivere con la corruzione, col male, col peccato, perde sempre il controllo della situazione e per un ballo eccitante della figlia di Erodiade, per una promessa fatta giurando sul male, per non passare da bugiardo davanti agli altri, ecco che lo scempio si compie e la testa di Giovanni cade, servita su un vassoio alla richiesta della vergognosa figlia di Erodiade, conformata a quella della madre.Anche oggi compromessi e ricatti, per chi al potere usa la sua posizione per vivere una vita di lussi e vizi, invece che per amministrare onestamente.
 Non accettiamo il compromesso tra bene e male perché non esiste, è solo un'illusione che satana insinua nelle nostre menti per farci abituare al male fino a legittimarlo ai nostri occhi.Quando Erode sente parlare di Gesù, la coscienza di quello che aveva fatto a Giovanni ancora gli rimorde e dato che non lo conosceva, che era così estraneo alla sua figura,lo associa a quest'ultimo e teme che sia risorto dai morti. Un comportamento retto, non teme lo sguardo del Signore, per questo Gesù ci ha detto in altre occasioni che chi serve Dio, non può servire mammona, ossia satana.

mercoledì 27 agosto 2014

(Mt 24,42-51) Tenetevi pronti.

VANGELO
 (Mt 24,42-51) Tenetevi pronti. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
Spirito Santo, Spirito di Conoscenza, Spirito d’Amore, Tu solo conosci la Verità, Tu solo puoi scrutare l’essenza e il vero significato di ogni realtà. Tu solo sai perfettamente ciò che è bene e ciò che è male per me. Spirito di Dio, io mi abbandono a Te. Non voglio sapere più di quello che devo sapere. Non voglio dire più di quello che devo dire. Non voglio nulla più di quello che hai deciso per me. Tu mi ami e conosci il mio bene. Spirito di Amore, effondi su di me tutto quello che ora posso ricevere da Te. Sia lode a Te. 

In questo brano Gesù mette in risalto quella, che in fondo, deve essere una delle doti principali dei fedeli, LA VIGILANZA!
Spesso viviamo come se tutto ci spettasse di diritto, come se fossimo eterni, anche nelle situazioni più esplicite, come ad esempio la morte improvvisa di una persona. La prima reazione è sconforto e rabbia; ci si chiede perché a noi, perché proprio a quella persona e si trovano mille motivi per cui doveva succedere a tutti, ma non a quella persona.
Sempre meno ci si ferma a pregare, sempre più si cerca di cancellare l' idea della morte dalla propria vita, convincendosi che vivere intensamente la allontanerà da noi. Quando qualcuno parla della morte per ricordare che prima o poi arriverà per tutti, non racconta assolutamente una bugia, ma subito è visto come un menagramo se non peggio; figuriamoci poi quando si prende questo discorso per chiedere di riflettere sulla salvezza dell'anima....
Gesù ne sa qualcosa, lo hanno addirittura condannato a morte per questo. Il discorso è scomodo, ma necessario e, sarebbe utile, pensare per tempo alla salvezza dell'anima, senza rischiare di perderci la parte più bella della vita, perché vivere in comunione con il Signore, non è preoccuparci solo della nostra vita dopo la morte, ma vivere già da subito i frutti della redenzione.
Non c'è niente che ci sembri insormontabile, niente che ci possa distruggere, perché la consapevolezza di non essere solo dei pupazzetti senz' anima è così forte che ci porta ben oltre la vita terrena. Non voglio dire che possiamo volare, ma la nostra anima può farlo; perché l'amore che entra in noi attraverso lo Spirito Santo, può veramente trasformare la nostra vita.
Tutto quello che viviamo sulla terra per quanto bello, per quanto emozionante, ha il sapore di "provvisorio" amiamo i nostri figli in tantissimi modi diversi, i nostri genitori, i nostri fratelli, i nostri amici... ma per tutti c'è un inizio, un cambio e una fine.  Ne abbiamo la prova nel Matrimonio, all' inizio tutto baci e coccole e poi quando subentra l'abitudine, dobbiamo riscoprire nuove forme di amore per mantenere vivo il sentimento.
La fede invece ci porta a vivere ogni giorno più intensamente il rapporto con Dio, non svilisce, non sminuisce, non disillude... è qualcosa che ogni giorno ti dà qualcosa di più, che chiede la tua partecipazione attiva, ma ti da cento volte tanto.
L'amore che ti da Dio è incondizionato, mano mano che te ne rendi conto capisci che il senso della vita è tutto quì, in questo mirabile connubio, che tutto quello che per anni abbiamo considerato più importante di Dio, diventa solo una foto sfocata che racconta il nostro passato. 

martedì 26 agosto 2014

(Mt 23,27-32) Siete figli di chi uccise i profeti.

VANGELO
 (Mt 23,27-32) Siete figli di chi uccise i profeti. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».

Parola del Signore

(Mt 23,27-32) Siete figli di chi uccise i profeti.(Mt 23,27-32) Siete figli di chi uccise i profeti.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

 Vieni o Santo spirito ed apri i nostri occhi ed il nostro cuore alla parola del Signore.


Guai a voi.... continua Gesù; sembra sempre rivolto agli scribi e ai farisei, ma ormai abbiamo imparato che il suo discorso è anche per noi.
 Siamo tutti molto ipocriti, molto falsi per quello che riguarda la nostra fede , tanto da non sapere più neanche riconoscere il sacro dal profano, tanto da mascherare ogni cosa dietro ad un velo di apparente religiosità.
Andiamo a messa e per questo ci sentiamo a posto con la coscienza, ma se alla fine della funzione, chiedi a dieci persone di cosa parlavano le letture, si e no, una ricorda un po'  il vangelo...  siamo lì  per apparire, non per condividere.
Nelle mura della nostra casa, dimentichiamo che la nostra famiglia è chiesa e ci mettiamo a tavola trangugiando di tutto senza mai pensare di ringraziare il Signore per tutto quello che abbiamo sulla nostra tavola, e non educhiamo i figli a farlo.
Guai a noi che ci mascheriamo da Cristiani, ma non abbiamo senso della morale, non siamo coerenti con le nostre parole, che giudichiamo e non vogliamo essere giudicati. 
Quanta falsità in tutto quello che facciamo... a volte non è vera e propria ipocrisia, ma solo vergogna di apparire per quello che siamo veramente, che ci induce a fingere.
Avete mai pensato a quanto sia difficile confessarsi? A quanti peccati non abbiamo mai detto al nostro confessore? A quanto ci teniamo a non dare una cattiva impressione di noi?
Dove speriamo di andare se già alla partenza abbiamo gettato l'ancora del peccato, come pensiamo di volare se ci trasciniamo il peso di colpe che ci vergogniamo di dire agli uomini... Con quale faccia ci presenteremo davanti a Gesù?
 EPPURE CON LE NOSTRE CONFESSIONI IMPERFETTE E A VOLTE ADDIRITTURA SENZA CONFESSIONE....
CI PRESENTIAMO DAVANTI ALL'ALTARE PER FARE LA COMUNIONE E RICEVERE GESU'.

lunedì 25 agosto 2014

(Mt 23,23-26) Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.

VANGELO
 (Mt 23,23-26) Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito,di starmi vicino,di far si che solo il tuo volere entri nel mio cuore leggendo questo brano, perché non metta nulla del mio pensiero fuori dal tuo volere.

Gesù continua ad attaccare gli scribi e i farisei… sempre pronti a fare leggi e a trovare poi, per loro, le scappatoie per non rispettarle. Per loro qualsiasi prodotto naturale era soggetto alla legge (un’interpretazione più umana limitava l’ obbligo al “grano, vino e olio”). I rabbini applicavano il precetto mosaico della decima da prelevare sui prodotti della terra ed erano molto lontani dal concetto di giustizia, di misericordia e di fedeltà, veri e fondamentali precetti.
 L’ esempio del moscerino e del cammello sono significativi di come ci si può  perdere nei dettagli da dimenticare le cose veramente importanti e giuste da fare. Gesù mette in discussione la devozione legale farisaica, ai limiti del fanatismo perché la prassi ebraica si accontentava di lavare l’esterno dei recipienti ossia curava l’apparenza. I recipienti sono metafore e simboleggiano le persone, e il “guai” è diretto alla preoccupazione di una corretta osservanza esteriore a scapito di una disposizione interiore.
Le cose importanti, non sono le leggi e le leggine che loro imponevano, ma il senso di quello che Dio indicava importante per il suo popolo e che Gesù riassume su se stesso, fino alla croce, ama Dio e ama il prossimo tuo. Non ci si può mettere a dettar leggi, se non si comprende che il progetto di Dio è amore e non potere e sopraffazione. Il fatto stesso che ci lasci liberi di scegliere se aderire o no a questo progetto, deve essere da noi preso in considerazione, in tutti i sensi, anche nel rispetto di chi sceglie diversamente da noi.Io vorrei , se potessi, contagiare il mondo intero con questa mia piccola fede, che a volte , pur tanto minuscola, mi fa sentire un gigante, ma non è possibile, ogni cosa avverrà come Dio vorrà. Oggi molti vogliono dire agli altri come comportarsi, continuando a creare confini, recinti, ghetti, divisioni... io credo che l'unica cosa che possiamo dire a tutti è : -ama il prossimo tuo come te stesso!-


domenica 24 agosto 2014

(Mt 23,13-22) Guai a voi, guide cieche.

VANGELO 
(Mt 23,13-22) Guai a voi, guide cieche. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

Parola del Signore




La mia riflessione
preghiera
A Te o Santo Spirito chiedo aiuto per capire, a Te per vivere a Te per seguire la parola di Dio.

Quale responsabilità hanno scribi e farisei, continuamente ripresi da Gesù per quello che dicono e non fanno, per gli orpelli di cui si abbelliscono e abbelliscono gli altari, per la superbia di eleggersi portieri del regno di Dio ... e come loro molti di noi, pur nel nostro piccolo, credendo di sapere quello che è giusto, di interpretare le parole del Signore, compiamo dei veri e propri atti di superbia.
Questi sono momenti molto gravi e brutti per la Chiesa e per il popolo di Dio, e spesso ci spingiamo anche a criticare la Chiesa e i suoi ministri, addirittura a giudicare il Papa... noi poveri stolti, crediamo di essere migliori degli altri, e stiamo a guardare ed a giudicare quello che secondo noi non è giusto.
C'è Gesù per questo, per giudicare ed ammonire, c'è lo spirito Santo per illuminare e guidare, noi dobbiamo limitarci a riconoscere chi seguire, a non guardare all’offerente, ma all'offerta che è sull'altare.
Gesù è colui che si è offerto come agnello immolato come olocausto permanente ed a Lui dobbiamo guardare, senza farci fuorviare da niente e da nessuno.
Spesso mi chiedono che vuol dire "ANARCHICA DI DIO" che ho scelto come sottotitolo al mio accaunt, non significa che non accetto la sovranità di Dio nella mia vita, anzi proprio il contrario, che accetto solo la sua sovranità, perché pur nel pieno rispetto della Chiesa e dei suoi ministri, credo di avere un cervello pensante, che riesce a distinguere quelli che a volte mi sembrano degli "orpelli degli uomini" e non mi interessa seguirli.
Ci si interroga in continuazione sulle apparizioni della Madonna, e questo spesso crea contrasto anche tra noi Cristiani, ma perché? Che cosa dice la Madre di Gesù di diverso da Gesù? Niente aggiunge e niente toglie, dice pregate e credete al vangelo, fate quello che Gesù vi ha detto di fare dalle sue pagine, tutto il resto... sono orpelli che noi non siamo né in grado di capire né di giudicare; i veggenti come gli apostoli, come noi fedeli hanno solo un compito, imparare da Gesù e Maria com’ essere fedeli a Dio, come disporsi al suo cospetto.
C'è chi afferma che è stato un certo modernismo a rovinare la Chiesa e la fede, ma io non sono d'accordo con questo metro di misura, credo che sia il cuore degli uomini che non si è ben disposto a Dio, e non per colpa di qualcuno, ma solo per colpa nostra.
Cerchiamo di adattare Dio ai nostri scopi, e non a rispettare i suoi insegnamenti.
Ci camuffiamo da fedeli, ma la fedeltà non sappiamo neanche dove sta di casa.
Adoriamo una croce che però non vogliamo portare.
Cerchiamo un Dio di verità al quale non sappiamo credere.
Adattiamo a noi la religione, non ci integriamo con essa.
Parliamo ai fratelli, ma non ci consideriamo fratelli di quelli che non ci piacciono.
Dobbiamo crescere nella fede, migliorare con l'aiuto del Signore, ma vogliamo fare tutto da soli.
Gesù, lo Spirito Santo e tutto quello che è aiuto da parte di Dio, come ad esempio la vita dei Santi e la loro intercessione per fare di noi dei buoni cristiani, sono considerati degli optional, convinti di essere già tanto bravi da soli, e di non aver bisogno di niente e di nessuno.... questa è superbia amici miei, e quello che è più brutto è che la mascheriamo da umiltà ... quante volte abbiamo detto" non sono degno neanche di pregarti"....tutte scuse per non umiliarsi e non riconoscere che solo con il sacrificio di Cristo siamo degni di essere figli di Dio, non per la nostra bravura a fare meno peccati.
Quante volte pensiamo di essere buoni cristiani perchè andiamo a messa? Bhè potremmo anche restare a casa se pensiamo veramente che questo basti a fare di noi dei buoni cristiani.

sabato 23 agosto 2014

( Mt 16,13-20) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

VANGELO
( Mt 16,13-20) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami o Spirito Santo a dire quello che vuole il Signore, ad usare i fatti e gli avvenimenti della mia vita, per aprire quelle porte che sentono Dio lontano,Gesù sconosciuto,e Te dolce Spirito,come un canto mai cantato.
Precedentemente ho fatto queste due riflessioni, in cui vi ho narrato anche la mia "botta di conversione tra capo e collo".
http://bricioledivangelo.blogspot.it/2013/06/mt-1613-19-tu-sei-pietro-te-daro-le.html
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http://bricioledivangelo.blogspot.it/2013/02/mt-1613-19-tu-sei-pietro-e-te-daro-le.html
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Oggi voglio raccontarvi un'altra storia, voglio raccontarvi la storia di tutti coloro che come Pietro rispondono "si",subito,senza pensarci due volte, ma poi,devono fare i conti con il mondo.
He già! Perchè se fosse solo con Gesù il rapporto sarebbe facile, tu parli, io ti ascolto e ti seguo...che potrei desiderare di più?
Ma ci sono gli altri,quelli che spesso non scegliamo come compagni di strada, ma che il Signore sceglie per noi.
La parabola dei vignaioli ci rammenta che per tutti ci sarà la stessa paga, ma noi pensiamo sempre di meritare qualcosa di più, di diverso.
Siamo umani imperfetti, e non è facile sentirsi all'altezza dell'amore di Dio, e questo dovrebbe bastare per cercare di pensare a migliorare noi stessi , per chiedere continuamente perdono delle nostre disattenzioni, mancanze... ma noi ci impegnamo molto solo a guardare le mancanze degli altri.
Tutti siamo chiamati a compiere una missione, a percorrere una strada,e non sappiamo bene qual' è, ma piano piano se riusciremo ad entrare in contatto con Dio, riusciremo anche a percepire i segnali che ci guideranno.
Può essere solo una frase, un canto, un incontro, una lettura.... e ci immergeremo in qualcosa che ci trascina dove non credevamo di voler andare.
Ogni momento è buono,e ogni volta ci saranno altre mille cose che cercheranno di trascinarci via.
Non è che se si vive la vita di parrocchia siamo al sicuro... o se si sceglie il seminario....anzi!
Sembra incredibile ma in certi ambienti, che dovrebbero traboccare d' amore e umanità, vige tutt'altro tipo di sentimenti, e dobbiamo farci i conti, e a volte è veramente difficile.
La nostra umanità e la loro, nemiche - amiche, molto più simili di quel che pensiamo, neanche quando cerchiamo di fare qualcosa insieme per il bene comune ci riesce di non provare sentimenti contrastanti.
Gesù da a Pietro le chiavi del regno, come le da ad ognuno di noi; ci da la chiave per entrare nel suo regno, nella vita eterna.
Ad ognuno da la sua; non dobbiamo aprirci la porta rubando la chiave ad un altro, non siamo nella casa del grande fratello televisivo, in cui verremo premiati se sbaraglieremo gli avversari, ma tutt'altra cosa è il giudizio di Dio,esattamante il contrario di quello del mondo.