giovedì 2 dicembre 2010

AMAMI COME SEI - Parole di Gesù all'Anima (di Mons. Lebrun)

AMAMI COME SEI - Parole di Gesù all'Anima
(di Mons. Lebrun)
"Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: Dammi il tuo cuore, amami come sei... Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai.
Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non ricommettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei. In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nella infedeltà, amami... come sei...
Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai. Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l'Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio amore? Figlio mio, lascia che io Ti ami, voglio il tuo cuore.
Certo voglio col tempo trasformarti, ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore di poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: "Gesù ti amo". Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno ne' della tua scienza, ne' del tuo talento.
Una cosa sola m'importa, di vederti lavorare con amore. Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai... perché ti ho creato soltanto per l'amore.

Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, moriresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia. Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante solo per amore.
Conto su di te per darmi gioia... Non ti preoccupare di non possedere virtù; ti darò le mie. Quando dovrai soffrire ti darò la forza. Mi hai dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare... Ma ricordati... amami come sei... Ti ho dato mia Madre; fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro.

Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai... Va..." 

(Gesù guarisce due ciechi che credono in lui)



  • (Gesù guarisce due ciechi che credono in lui) Venerdi 3 Dicembre 2010 San Francesco Saverio



    VANGELO (Mt 9,27-31)

    Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.

    + Dal Vangelo secondo Matteo



    In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».

    Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».

    Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.

    Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.



    Parola del Signore


    LA MIA RIFLESSIONE

    PREGHIERA

    Vieni o Spirito Santo, trova il posto che è Tuo di diritto nel mio cuore e nella mente; fa che tutto di me viva di Te, perché la fede che il Signore mi ha donato, possa essere luce riflessa e lampada per i momenti di buio dei nostri piccoli cuori infedeli ed umani.



    Gesù sì allontanava….Questa frase mi colpisce, perché Gesù non si allontana, ma certo noi spesso lo facciamo ed ecco che appena lontani, diventiamo come ciechi.

    Se viviamo fuori della visione del Cristianesimo, quindi limitandoci a vivere da uomini, tutto è ammesso, tutto è normale, anche il male che fa parte della nostra vita ha una sua ragione d’essere, perché l’unico scopo dell’essere umano è il raggiungimento del proprio benessere, anche a scapito degli altri; è questo che gli uomini cercano, con tutti i mezzi, leciti e non.

    La vita senza Cristo è veramente di un’aridità incredibile, quasi come se tutto dovesse essere vissuto velocemente e per forza, come se un istinto incontrollabile prenda possesso del nostro io e lo costringa a vivere incurante delle conseguenze dei propri gesti.

    In un mondo così non c’è spazio per nessun altro che non sia il nostro io, ma ci circondiamo di falsi amici e di cattivi maestri per non rendercene conto.

    In questi giorni si discute in televisione d’eutanasia e d’accanimento terapeutico, molti sono quelli che, essendo lontani dall’amore, non accettano l’idea che doversi occupare di corpi martoriati ed inermi, definendoli soltanto dei vegetali, e prego Dio che queste persone non siano costrette mai a stare dall’altra parte, non siano costrette a capire che essere favorevoli all’eutanasia equivale a chiudere il corpo di una persona viva dentro ad una bara e a sotterrarla.

    Forte come immagine, lo so, ma visto che oggi si sta imponendo silenziosamente il concetto d’eutanasia, dovete concedermelo, anzi, concedercelo, perché voglio parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.

    Quando a ferragosto hanno ricoverato mia nipote Chicca per embolia celebrale, ci hanno chiesto di firmare un foglio per intervenire attaccandola alle macchine per mantenerla in vita, se ce ne fosse stato bisogno….Ma non dovrebbe essere sempre così? Non dovrebbe essere un nostro diritto essere aiutati a vivere in un ospedale? Silenziosamente hanno cambiato le regole ed ora dobbiamo chiedere di essere mantenuti in vita, solo perché siamo un costo aggiuntivo alle casse della previdenza sociale.Centinaia di famiglie sono abbandonate a se stesse nella triste esigenza di provvedere ad un parente invalido, ma lontani da Gesù, quelle famiglie non c’interessano, quelle persone non sono esseri umani, e questo che lo vogliamo o no, avviene anche per colpa nostra.

    Siamo Cristiani tiepidi, non ci sentiamo membra dello stesso corpo, non vogliamo vedere il dolore degli altri, ma solo le nostre privazioni, le nostre frustrazioni, facendoci accecare dall’egoismo.

    Gesù ci prende per mano e ci guida oltre tutto questo, ascoltiamolo, facciamoci aprire gli occhi dall’Amore assoluto, e viviamo alla luce della sua parola, perché solo con Gesù possiamo vivere una vita degna di essere chiamata tale.

    Gesù non ci permette di arrenderci davanti alla croce, ma ci aiuta a portarla; non ci fa schiacciare dall’egoismo e dalla cattiveria; non permette alla parte peggiore di noi di prevalere su quella buona, non ci fa vivere come bestie ascoltando solo i nostri istinti; Gesù ci dona la vista!










mercoledì 1 dicembre 2010

(Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.) Giovedi 2 Dicembre 2010 I settimana di Avvento

(Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.)
VANGELO (Mt 7,21.24-27)
Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, aiutami con il tuo Santo Spirito a leggere la Tua parola e a viverla nel mondo d’oggi, come Gesù duemila anni fa, voglio vivere solo con Te e di Te. Ascoltami e Così sia.

Gesù ci mette in guardia da una cosa molto importante, non basta l’apparenza per entrare nel regno di Dio.
Per vivere in pieno la fede, infatti, perché sia salda e non cada alle prime intemperie, bisogna capire e vivere la parola di Dio. E’ inutile pronunciare con la bocca per esempio, una preghiera per i poveri, se poi quando ci passano accanto ci giriamo dall’altra parte schifati, non serve far vedere quanto si è bravi cristiani, ma occorre essere bravi cristiani, perché altrimenti alla prima tentazione forte, crolliamo.
La fede che Gesù c’invita ad avere è fondata sulle solide basi dell’amore che ci lega a Dio, ed è una cosa bellissima confidare, affidarsi, condividere la propria vita con Lui.
Troppo spesso noi preferiamo affidarci agli uomini, al politico potente, al personaggio pubblico e mettiamo Dio sul comodino, come un abat jour da accendere nel momento del bisogno.
Questo è quanto di più sbagliato possiamo fare perché Gesù è la luce che deve illuminare i nostri passi, la sua parola la via da seguire; il nostro cuore deve spogliarsi delle cose del mondo e appartenere totalmente a Dio.
Non è facile la via che il Signore c’indica, ma dobbiamo continuare a provare la via della perfezione, dobbiamo seguire la parola di Dio, perché quello che è scritto nelle sacre scritture, solo se praticato, renderà salda la nostra fede.
Oggi leggiamo nella preghiera di colletta: ridesta la tua potenza, Signore e con grande forza soccorri i Tuoi fedeli; la Tua grazia vinca le resistenze del peccato e affretti il momento della salvezza.
Non dobbiamo pensare di essere da soli, di dover fare cose impossibili, ma solo di chiedere al Signore la forza e la grazia necessarie per vivere cercando il più possibile di capire che l’amore che Dio ha riposto in noi, che il fatto di essere un solo corpo con Cristo, ci saprà condurre sempre sulla strada giusta.
Vivere il mondo e la nostra stessa vita, comunicando al Signore, la nostra accettazione di Figli Suoi, consapevoli di essere stati creati per amare quello che Lui ha creato per noi e per amarci l’uno con l’altro.

Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani. Mercoledi 1 Dicembre 2010 I settimana di Avvento

Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.

VANGELO (Mt 15,29-37)

Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.

+ Dal Vangelo secondo Matteo



In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.

Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».

Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.

Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.



Parola del Signore

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LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

O Santo Spirito di Dio, aiutami, fa che quello che tu vuoi si possa comprendere a chi legge le scritture, e aiutami ad aggiungere le briciole della tua sapienza a chi legge queste righe, perché tutto sia comprensibile anche a noi che siamo gli ultimi dei tuoi servi inutili.Te lo chiedo per Gesù Cristo nostro Signore….grazie. Amen.



Questa pagina del vangelo, nella versione di Luca, l’abbiamo trovata nel giorno del corpus Domini, quindi in uno dei tempi forti della liturgia. E’ un testo che ci fa vedere cosa intende Gesù per “condivisione”, che mette l’accento su alcune piccole cose che potrebbero passare inosservate, ma che invece sono essenziali.

Gesù è con il suo popolo, guarisce coloro che si sono radunati nel suo nome, e si preoccupa della loro stanchezza, del loro dover tornare a casa…non può e non sa essere indifferente ai loro bisogni fisici, mentre i suoi discepoli invece, cercando di prevenire il problema, vorrebbero rimandarli a casa per tempo, (dal vangelo di Luca: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».)

Proprio a loro Gesù chiede di usare tutto quello che avevano, di portarlo davanti a Lui perché lo benedica e di distribuirlo alla folla.Affidare al Signore le nostre povere forze, così come lui affida ai suoi discepoli il suo popolo, uno scambio di fiducia che deve essere reciproco, per essere concreto. Pensiamo che Gesù, pur essendo di natura Divina, non considerò se stesso un tesoro geloso, ma si spogliò divenendo servo per noi uomini, fino all’estremo sacrificio della morte sulla croce.Pensiamo a quelle braccia aperte e abbracciamo il suo corpo, nutriamoci di Lui con tutto il rispetto e la devozione, chiediamo di vincere con Lui il nostro egoismo, portiamo con noi verso quell’ostia i nostri fratelli, gli ammalati, i lontani, i deboli, ma in modo speciale, preghiamo Gesù per quelle mani consacrate che ci stanno offrendo il suo corpo e il suo sangue…amiamo i nostri sacerdoti e la nostra chiesa, preghiamo per loro.

Non è facile vivere la carità,la condivisione, non sentiamoci santi,perché tutti nel nostro piccolo potremmo fare molto di più,ma la paura del domani spesso spezza le ali della carità,l’idea che quello che possiamo fare è inutile,perché non risolve i problemi del mondo,è una molla che scatta e toglie le ali alla speranza.

Gesù c’invita a prendere il poco che abbiamo ed a condividerlo con i fratelli,ci chiede di affidarci a Lui e come provò compassione per la folla e non la lasciò tornare digiuna alla loro vita,così anche noi potremo vivere con lui e di Lui,da ora e per sempre.



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Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Martedi 30 Novembre 2010 SANT'ANDREA

Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

VANGELO (Mt 4,18-22)

Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Parola del Signore

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LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA



Spirito di discernimento, aiutami a capire, spiegare, ed assimilare la parola di Dio fin nelle più profonde pieghe del mio cuore, perché il conoscere la parola sia anche riuscire a viverla intensamente.Te lo chiedo per l'amore misericordioso di Dio Padre, che tanto ci ama



In questa pagina del vangelo si parla di Pietro ed Andrea, due fratelli chiamati da Gesù ad evangelizzare, a seguirlo e portare la lieta novella alle genti...due fratelli che hanno


continuato l'opera di Gesù in due diversi posti; uno a Roma (Pietro) e l'altro a Costantinopoli (Andrea).Due chiese che ancora oggi sono divise, e non è la sola divisione tra i cristiani, tutti salgono sulla torre di babele della divisione, e nessuno cerca di andare incontro all'altro...eppure vogliamo tutti seguire Gesù, perché non proviamo ad essere più umili e a cercare di aiutarci a vicenda invece di continuare a trattare gli altri come dei nemici?


Un aspetto che mi piace rilevare è come la chiamata del Signore possa arrivare quando meno te lo aspetti, quando magari sei preso da altre faccende, quando pensi di avere già una tua realizzazione nella vita, ed ecco che ti accorgi che Gesù ti sconvolge, ti fa lasciare tutte quelle cose che pensavi ti dessero sicurezza, e ti fa partire per un'avventura senza programmi, senza schemi....ti farò pescatore d’uomini dice ad Andrea e a Pietro e loro lo seguono senza aver minimamente idea di cosa potesse voler dire pescare uomini, se non una semplice analogia con il loro lavoro di pescatori di pesci e mentre cercavano ancora di capire, erano pescati e catturati da quest'uomo singolare che li trascinava fuori dalla loro vita. I pesci vivono nel mare e trarli fuori significa farli morire, ma morire a se stessi per vivere nel Signore, vuol dire nascere a vita nuova, vuol dire avere il coraggio di fare cose che da soli non potremmo né oseremmo mai fare, vuol dire spingerci a gettare le nostre reti là dove non penseremmo mai di farlo, vuol dire fidarsi di Gesù, ancora più di se stessi.




Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.Lunedi 29 Novembre 2010 I settimana di Avvento





  • Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.
    VANGELO (Mt 8,5-11)

    Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.

    Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».

    Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

    Parola del Signore

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    LA MIA RIFLESSIONE



    PREGHIERA

    VIENI SPIRITO DI DIO Donaci una fede forte e autentica in GESù e guarisci tutte le nostre ferite. allontana da noi ogni dubbio, paura e indecisione, Mostraci le nostre vocazioni e rendici disponibili e generosi nel realizzarle. Apri i nostri occhi alla comprensione della tua parola e donaci la luce per capire quello che Tu vuoi che noi capiamo.A te ci affidiamo con fede,come il centurione si affidò a Gesù



    Spesso quando ci poniamo davanti al Signore,il nostro atteggiamento è incerto,dubbioso,e non assomiglia per niente a quello del centurione di questo brano narrato da Matteo,anzi,sembra quasi che siamo noi gli esseri superiori che si abbassano al livello di un Dio che troppo spesso mettiamo in discussione,nel quale non crediamo veramente…perché non ci accontenta subito,perché alla minima difficoltà lo mettiamo sotto accusa.

    Non sento altro intorno a me che frasi del tipo:Dio non mi ascolta-Se Dio esiste perché…..-Proprio a me doveva mandare…-Ringrazio Dio di darmi la forza di non esplodere,di non arrabbiarmi,perché capisco il dolore di chi soffre,ma certe volte,quando “sento”in tutto questo la provocazione,la stupidità di chi si sente superiore con la sua non fede,mi viene voglia di invitarli a fare un bagno nell’acqua santa,per liberarsi veramente dalla lebbra che hanno nell’anima.

    E' abbastanza frequente che si abbia di Dio un'immagine che non corrisponde alla realtà,anche gli ebrei parlano infatti di un Dio severo,geloso,che non perdona e quindi molto simile a loro caratterialmente. Ma il centurione sente parlare di Gesù,che sembra veramente un ebreo diverso dagli altri,uno che non solo compie dei miracoli,delle guarigioni,ma che non disdegna di fermarsi per parlare ed accontentare anche gli ultimi,e i lontani ,quelli che per la fede ebraica erano tagliati fuori ed allora si fa coraggio e chiede ad alcuni anziani di chiedere per lui a Gesù di salvare il suo servo che stava molto male. L'uomo era stato caritatevole verso il suo servo,e con molta umiltà,quando Gesù stava andando da lui,gli dice che così come non si era ritenuto degno di chiedere lui stesso questa grazia,non si riteneva degno di ospitarlo in casa sua,ma che era sicuro che con una sua parola,il suo servo sarebbe guarito. Una fede così non poteva non colpire Gesù,che non aveva certo preconcetti ,anche se aveva detto inizialmente di essere venuto solo per il popolo ebraico,ma da subito,non aveva rifiutato grazie a nessuno.


    Quest'uomo era un comandante dell'esercito romano,quindi un pagano,che mai e poi mai si sarebbe sognato di avvicinarsi a Dio nel tempio degli ebrei,proprio perchè questi tenevano la gente a distanza,considerando Dio una loro proprietà,un loro diritto. Lui ,che sa di non essere tra quelli che seguono Gesù,perché è preso dalla sua vita di soldato,dal considerarsi uno che ha potere,perché è comandante delle sue guardie,si rende conto,che tutto il potere terreno di cui dispone,non gli serve a nulla …e se ne accorge quando capisce di amare il suo servo e che vederlo soffrire lo fa star male a sua volta..E’ in quel momento che il suo cuore si apre e cerca l’aiuto di questo uomo buono di cui tutti parlano e non si aspettava che Gesù lo ascoltasse e subito intervenirsse.


    Allora si sente indegno di tanta grazia,di tanta accortezza,perché la sua casa non è degna di riceverlo,poi si rende conto che Gesù è veramente lì davanti a lui e sta accogliendo la sua preghiera.Non conosceva Gesù quel soldato,ma era disposto a credere,ad aprire il cuore,molto più di tanti figli di Israele che restavano duri di cuore e non volevano credere in Lui e per questo il Signore a loro aprirà le porte della nuova Gerusalemme .





  • (Vegliate, per essere pronti al suo arrivo)Domenica 28 Novembre2010 I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)

    (Vegliate, per essere pronti al suo arrivo)
    • VANGELO (Mt 24,37-44)

      Vegliate, per essere pronti al suo arrivo.

      Dal Vangelo secondo Matteo

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

      Parola del Signore

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      LA MIA RIFLESSIONE

      PREGHIERA



      Vieni o Santo Spirito e illumina il mio cure e la mia mente.Fa che oggi parola del Signore mi diventi chiara alla luce della tua sapienza,per Cristo nostro Signore. Amen.



      Il brano che oggi Matteo ci propone,è molto simile a quello che Luca ci propose il 12 novembre infatti i due vangeli di Luca e Matteo,insieme a quello di Marco vengono detti sinottici,ossia simili.

      Vengono chiamati così perché se si mette il testo dei tre vangeli su tre colonne parallele, in uno sguardo d'insieme (sinossi) si notano facilmente molte somiglianze nella narrazione, nella disposizione degli episodi evangelici, a volte anche nei singoli brani, con frasi uguali o con leggere differenze.

      Gesù dice non ci è dato di sapere come e quando Lui tornerà,ma che dobbiamo prepararci a quel giorno ,perchè sarà il giorno in cui saremo giudicati,in base a come avremo vissuto.

      Uno sarà preso e uno lasciato...in base a quale criterio non possiamo saperlo,vediamo che nel mondo muoiono uomini buoni e cattivi,vecchi e giovani,uomini e donne,e questo,per quanto umanamente ci possa mettere in aprrensione,ci deve far capire che il disegno del Padre per tutti noi figli,non è limitato come il nostro piccolo mondo,agli affetti più vicini,ma all'intera umanità.

      Per allargare i nostri orizzonti quindi viviamo come figli di Dio nel mondo,considerando la terra come una casa terrena messa a nostra disposizione e la nostra vita come un'opportunità per entrare a pieno diritto nella vota eterna offerta dal Padre.

      Viviamo cercando di uscire dal nostro concetto di umanità,che è sempre ,purtroppo,molto limitato a quello che conosciamo,e cerchiamo di affidare tutto il nostro essere al Signore.Questo non significa non vivere,non farsi una famiglia,non lavorare ecc,ma farlo tenendo presente che siamo inseriti in un progetto più grande d'amore,e che per comprenderlo dobbiamo cominciare a viverlo già da qui.Parafrasando,cerchiamo di entrare nell'arca dell'alleanza per essere salvati.

    Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.Sabato 27 Novembre 2010XXXIV settimana del T.O.

    Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.
    VANGELO




    Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

    «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.

    Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

    Parola del Signore

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    LA MIA RIFLESSIONE

    PREGHIERA

    

    Vieni Signore Gesù,restami accanto,perchè come Tu sei fedele a me,io lo sia a Te nell'ora della prova.

    

    Gesù ci torna a chiedere di vegliare e di pregare.Le prove che si succedono nel mondo sembrano sempre annunciare la fine dei tempi,ma ormai abbiamo capito che ognuno di noi ha solo il tempo della sua vita per prepararsi all'incontro con il Signorecome leggiamo nell'ultima frase...comparire davanti al figlio dell'uomo.

    Cosa vogliamo fare della nostra vita?Spenderla in bagordi?Farci trascinare dai vizi?Distruggere il nostro corpo svilendolo e disprezandolo?

    Ma questi non sono i soli pericoli che possiamo incontrare,quello che mette a dura prova la nostra fedeltà al Signore è proprio quella croce che anche a Gesù mise addosso una grande angoscia.

    Stamattina parlando con un'amica che sta affrontando la prova della malattia in famigli,io ,prendendo in prestito le parole di Gesù,ho detto :-prega,fino a consumare il rosario,prega incessantemente per avere non solo la grazia,ma prima di tutto,la forza di affrontare la prova.-

    preghiamo fratelli,lo so che sono ripetitiva,ma senza preghiera,non possiamo fare molta strada,senza preghiera crolleremmo presto,senza preghiera,non cerchiamo il Signore,ma cerchiamo di farcela da soli,e da soli restiamo al palo,non andiamo da nessuna parte,se non tra le braccia del nemico.



    (Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.)Venerdi 26 Novembre 2010XXXIV settimana t.o.

     
    (Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.)
    VANGELO (Lc 21,29-33)

    Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.

    Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

    Parola del Signore

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    LA MIA RIFLESSIONE

    PREGHIERA





    O Spirito Santo,che distingui il vero dal falso,aiutami a riconoscerlo.Aiutami a riconoscere gli insegnamenti che mi vuoi dare,non per i miei meriti,ma per Cristo,nostro Signore.Amen



    Nella fede che Dio ci chiede non ci deve essere disperazione,per questo ci fa notare la pianta del fico che germoglia,ma vuole l’attenzione,la perseveranza,l’accortezza e la ricerca della verità,per essere sempre pronti al giudizio divino,se Gesù ci dice che le sue parole non passeranno,è chiaro che ci invita a seguire i comandamenti e alla luce del suo vangelo ci insegna anche come seguire correttamente il volere di Dio perché si possano adempiere le sua parole:” Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino”.ed il regno di Dio sia veramente presente nel nostro cuore.