venerdì 31 gennaio 2014

VOCE DI SAN PIO :

-"VOCE DI SAN PIO : La preghiera è l’effusione del nostro cuore in quello di Dio… Quando essa è fatta bene, commuove il Cuore divino e lo invita sempre piú ad esaudirci. Cerchiamo di effondere tutto l’animo nostro quando ci mettiamo a pregare Iddio. Egli rimane avvinto dalle nostre preghiere per poterci venire in aiuto." (T, 74).

SANTI é BEATI :

Beato Andrea Conti (De Comitibus) Francescano

1 febbraio

Anagni, 1240 - Piglio, (monte Scalambra), 1° febbraio 1302

Martirologio Romano: A Piglio nel Lazio, beato Andrea dei Conti di Segni, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che, rifiutata ogni più alta dignità, preferì servire Cristo in umiltà e semplicità.

Andrea De Comitibus dei Conti di Segni, nacque ad Anagni verso il 1240; fu parente stretto dei papi Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV e Bonifacio VIII, degli ultimi due fu rispettivamente nipote e zio.
Dalla città di Anagni, che fu sede pontificia di alcuni papi e in cui conobbe l’Ordine Francescano, facendone parte, venne trasferito per suo desiderio nel vicino convento eremitaggio di Piglio, alle pendici del monte Scalambra, dove rimase per tutta la vita.
In questo convento divenne modello perfetto di umiltà francescana e mortificazione, di modestia e di pietà.
Ancora oggi è visibile la grotta in cui trascorreva gran parte della sua giornata in preghiera e nella più dura povertà e penitenza.
Ma fu anche uno studioso, suo è il trattato “De partu Virginis” purtroppo andato perduto; ebbe doni carismatici da Dio nell’aiutare le anime, con consigli e miracoli, specie contro le insidie diaboliche.
Nel 1295 suo nipote il papa Bonifacio VIII, voleva nominarlo cardinale, ma egli rifiutò tale dignità, preferendo servire la Chiesa nella sua solitudine. A circa 62 anni, morì il 1° febbraio 1302 nello stesso convento romitorio del monte Scalambra, dove il suo corpo riposa tuttora nella chiesa di S. Lorenzo dei Frati Minori Conventuali.
Il suo culto fu riconosciuto ed approvato da papa Innocenzo XIII, l’11 dicembre 1724; durante l’ultima Guerra Mondiale, il suo sepolcro ricevé danni dal bombardamento alleato del 12 maggio 1944 e per ripararlo si fece una ricognizione delle reliquie, l’8 febbraio 1945.
Un’antica immagine del beato datata al secolo XIV, si può vedere in un affresco di Taddeo Gaddi nella Basilica di S. Croce a Firenze.
La sua celebrazione liturgica è al 1° febbraio a Piglio (Frosinone) e nella diocesi di Anagni, in altre chiese francescane al 3 febbraio.

Autore: Antonio Borrelli

(Mc 4,35-41) Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?

VANGELO 
(Mc 4,35-41) Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
 
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
 
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
 
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA
Signore mio, donami la tua luce, per capire come applicare nella mia vita la tua parola, perché possa portarti con me nella vita di tutti i giorni. Amen.


Questa pagina del Vangelo, ha molte sfaccettature, guardiamo per prima cosa il fatto in se stesso: c’è una barca sulla quale far salire Gesù, immaginiamo che questa barca sia la nostra vita e viviamola con Gesù nel cuore. Poi vediamo che Marco ci parla anche di altre barche che si trovavano in quel mare, e che andavano tutte dalla stessa parte, verso l’altra sponda; questo mi fa pensare ad altre persone che come noi cristiani vivono la loro vita cercando di andare verso l’altra sponda come noi. Poi arriva la tempesta, e qual è quella vita in cui non c’è qualche difficoltà, più o meno grave.
Avere Gesù nella propria vita, non ci rende immuni da momenti difficili, o addirittura da croci che sembrano insormontabili, perché Gesù non è un amuleto, o un portafortuna, ma come vediamo nella scena che l’evangelista ci presenta, nella difficoltà, i discepoli lo chiamano, lo invocano, gli chiedono aiuto.
E gli altri, quelli che non sono sulla barca con lui, gioiscono anche loro dell’intervento divino, non vengono esclusi, eppure Gesù comanda la natura, ordina alle acque di chetarsi, poteva farlo solo per la sua barca, ma è evidente che non vuole escludere nessuno.
La domanda dei discepoli: “Maestro, ma non ti importa se siamo perduti ?” Non rimane senza risposta, è in quel momento che Gesù interviene solo dopo la richiesta dei discepoli. Il libero arbitrio che Dio ci ha dato, la libertà di decidere spingono Gesù ad intervenire nella nostra vita solo dopo la nostra richiesta, dopo la nostra preghiera e ci chiede perché abbiamo paura se lui è nella nostra vita, non abbiamo forse abbastanza fede?
E’ infatti questo il punto, se il Signore guida le nostre azioni, la nostra vita, non dobbiamo temere nulla, non sarà il mondo terreno quello a cui faremo riferimento ,ma il regno dei cieli che è già entrato a pieno diritto nella nostra vita.

giovedì 30 gennaio 2014

San Giovanni Bosco---------------San Ciro martire



Festa Liturgica in onore di San Giovanni Bosco
Padre e Maestro dei giovani,
patrono degli educatori e degli scolari .
Castelnuovo d’Asti, 16 agosto 1815 – Torino, 31 gennaio 1888
Grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”. 
Patronato: Educatori, Scolari, Giovani, Studenti, Editori
Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico,
 dono del Signore, dall'ebraico
Martirologio Romano: Memoria di san Giovanni Bosco, sacerdote: dopo una dura fanciullezza, ordinato sacerdote, dedicò tutte le sue forze all’educazione degli adolescenti, fondando la Società Salesiana e, con la collaborazione di santa Maria Domenica Mazzarello, l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, per la formazione della gioventù al lavoro e alla vita cristiana. In questo giorno a Torino, dopo aver compiuto molte opere, passò piamente al banchetto eterno.
Preghiera a San Giovanni Bosco

O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre e la salvezza dei prossimo; aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona morte,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso.
Amen.

Orazione a San Giovanni Bosco per ottenere qualche grazia

Bisognoso di particolare aiuto a Voi ricorro con grande fiducia,
o glorioso Don Bosco.
Mi occorrono grazie spirituali per fuggire sempre il peccato
 e perseverare nel bene fino alla morte.
Ma mi occorrono anche grazie temporali e specialmente...
(si nomina la grazia che maggiormente si desidera).
Voi che foste così devoto di Gesù Sacramentato e di Maria Ausiliatrice
 e così compassionevole delle umane sventure,
 ottenetemi da Gesù e dalla sua Celeste Madre la grazia che domando
e una grande rassegnazione al volere di Dio.
da "IL LIBRO DELLE NOVENE", Editrice Ancilla

Alcune frasi celebri di Don Bosco
  • Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene:
allegria, studio, preghiera. 
  • E' questo il grande programma per vivere felice,
e fare molto bene all'anima tua e agli altri.
  • Il migliore consiglio è di fare bene quanto possiamo e poi non aspettarci la ricompensa dal mondo ma da Dio solo.
  • Tutti hanno bisogno della Comunione:
i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni.  
  • I due sostegni più forti per sostenervi e camminare per la strada del Celo sono i Sacramenti della Confessione e Comunione.
Perciò guardate come gran nemico dell'anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da questi due Sacramenti.
  • Tutti dobbiamo portare la croce come Gesù, e la nostra croce sono le sofferenze che tutti incontriamo nella vita.


"All’età di nove anni ho fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per tutta la vita. Nel sonno mi parve di essere vicino a casa, in un cortile assai spazioso, dove stava raccolta una moltitudine di fanciulli, che si trastullavano. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. All'udire quelle bestemmie mi sono subito lanciato in mezzo di loro, adoperando pugni e parole per farli tacere.

In quel momento apparve un uomo venerando, in virile età, nobilmente vestito. Un manto bianco gli copriva tutta la persona; ma la sua faccia era così luminosa, che io non potevo rimirarlo. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di pormi alla testa di quei fanciulli aggiungendo queste parole:
- Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti dunque immediatamente a fare loro un'istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù.
Confuso e spaventato soggiunsi che io ero un povero ed ignorante fanciullo, incapace di parlare di religione a quei giovanetti.
Anche noi, Signore siamo protagonisti del sogno di Don Bosco.
Siamo come i monelli, ogni volta che viviamo la nostra vita come se ci fosse dovuta, e dimentichiamo che Tu sei nostro Padre e ci ami.
Siamo come i lupi, ogni volta che ci scagliamo contro i nostri fratelli con violenza, superbia e prepotenza, mentre Tu, Onnipotente, hai scelto la logica dell’Amore.
Siamo come Giovannino, ogni volta che ci dimentichiamo che nulla è impossibile a Dio e che imparando a fidarci di Te non c’è niente che non possiamo realizzare.
È questa la meta che dobbiamo raggiungere:
Dio, da amare, conoscere e servire.

Come don Bosco, anche per noi il più alto grado di "sapienza" da raggiungere è questa conoscenza di Dio e del Figlio suo Gesù Cristo.
 In Lui costruire la "casa" della nostra vita.
È questa la sapienza della vita!
"Il Padre ci conceda di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio". (Ef 3, 14-19)
È questa la sapienza della vita!
 
 

" Figlio, hai un’anima sola, pensa a salvarla.
 Nulla giova acquistare tutto il mondo se perdi l’anima tua.
 Beato chi si trova in punto di morte e aver fatto opere buone in vita sua ".
San Giovanni Bosco
San Giovanni Bosco dedicò la sua vita ai giovani e fondò i salesiani,
 un movimento cristiano per l’aiuto e la salvezza dei giovani.
 Ha sempre ripetuto che per essere santi bisogna “stare sempre allegri”,
vivere in amicizia profonda con tutti  e impegnarsi nei propri doveri e non dimenticarsi mai di ringraziare Maria e Gesù.
Ma allora tutti noi possiamo diventare dei piccoli grandi santi nel quotidiano!


per approfondire


Lemoyne_S_G_Bosco_Vol_1.pdf 
  • Lemoyne_S_G-Bosco_vol_2.pdf 
  •  

  •  
  • Il divoto dell'angelo custode.pdf  

  •  



  • Anche le parole al termine della sua vita
    sono particolarmente significative e commoventi:
    «Di’ ai giovani che li aspetto tutti in Paradiso».

    'Due sono le ali

    Anche le parole al termine della sua vita
    sono particolarmente significative e commoventi:
    «Di’ ai giovani che li aspetto tutti in Paradiso».

    'Due sono le ali per volare al cielo:
    la confessione e la comunione'
    Sac. Giovanni Bosco


    31 Gennaio
    Festa Liturgica in onore di S. Ciro Martire

    eremita, medico e 
    martire
    Patronato: Portici (NA)
    Emblema: Palma
    Martirologio Romano: Sempre ad Alessandria, santi Ciro e Giovanni, martiri, che per la loro fede in Cristo, dopo molti tormenti furono decapitati. 
    CIRO e GIOVANNI, santi, martiri. 

    Sono ricordati nel Martirologio Romano alla data del 31 gennaio. Nello stesso giorno sono commemorati anche dai Greci nei cui libri si trovano molte notizie sulla loro vita e sui loro miracoli mescolate a leggende. I principali dati sui due martiri sono molto vaghi e generici e si basano su testimonianze incerte. Secondo questi racconti, Giovanni fu soldato e Ciro fu monaco dopo aver esercitato l'arte medica: ad Alessandria si mostrava, incorporata alla chiesa dei «Tre Fanciulli», la camera dove Ciro riceveva i clienti. Questa leggenda si è formata, senza dubbio, quando i miracoli da lui operati a Menouthis aumentarono la sua fama di guaritore. Ciro e Giovanni, avendo un giorno saputo che quattro cristiane di Canopo, Teodosia (o Teodota), Teotista, Eudossia, e la loro madre Atanasia erano state arrestate si portarono a Canopo per incoraggiarle a non venire meno alla loro fede, ma furono anch'essi arrestati e condannati a morte, come avveniva contemporaneamente per le quattro cristiane. Gli uni e le altre furono decapitati verso il 303, sotto Diocleziano. Al principio del sec. V le reliquie dei ss. Ciro e Giovanni risposavano nella chiesa di S. Marco ad Alessandria. Il Sinassario Costantinopolitano ricorda, insieme con i due santi, le suindicate Teodosia, Teotista, Eudossia e Atanasia.

    SANTUARIO DEI SS. CIRO E GIOVANNI.
    A Menouthis, distante circa due miglia da Canopo, sorgeva un tempio in onore della dea Iside, molto venerata nella zona. Distrutto il tempio dai cristiani, vi era stata edificata una chiesa in onore degli Evangelisti; ma ciò non era stato sufficiente a distruggere l'antico culto e a spegnere i resti del paganesimo. S. Cirillo di Alessandria, per raggiungere questo scopo, pensò di fondarvi un santuario in onore dei ss. Ciro e Giovanni, traslandovi le reliquie. Fece aprire la tomba e ne fece trasportare i corpi a Menouthis. La traslazione avvenne in forma solenne e lo stesso s. Cirillo durante la cerimonia prese alcune volte la parola pronunziando discorsi che sono arrivati a noi. Le notizie relative a questo santuario a metà del sec. V ci fanno vedere come il fine voluto da s. Cirillo non fu raggiunto e occorsero altri interventi energici per distruggere il paganesimo. La chiesa acquistò un'importanza di prim'ordine nel sec. Vl, importanza dovuta alle guarigioni che vi avvenivano, divenendo, nel contempo, uno dei più celebri santuari del mondo orientale, facendo concorrenza all'altro dei SS. Cosma e Damiano di Costantinopoli. I santi indicavano, durante la notte, agli ammalati distesi sul pavimento della loro basilica i rimedi, alcune volte anodini e spesso curiosi. Agli eretici, accorrenti anch'essi, non venivano concesse grazie, se prima non fossero ritornati alla Chiesa cattolica. Nei primi anni del sec. VII Sofronio di Gerusalemme, amico di Giovanni Mosco e di s. Giovanni l'Elemosiniere, grato ai due santi per una guarigione agli occhi ottenuta per loro intercessione, fece una raccolta di settanta miracoli operati presso il loro sepolcro di Menouthis. Sofronio ricorda anche i nomi dei guariti e conosce alcuni ex voto di ringraziamento, ma spesso accetta le testimonianze con una estrema credulità. Il nome di Abukir è ancora oggi la migliore testimonianza del culto reso a questi martiri nella località, avendo sostituito quello di Menouthis (Abukir non è altro che la deformazione araba del nome di aba Ciro). Non si conosce esattamente l'epoca della rovina del santuario che, probabilmente, avvenne all'inizio dell'invasione araba. Le reliquie dei due martiri furono, in seguito, trasportate a Roma e deposte in una chiesetta sulla via Portuense, a destra del Tevere, il cui nome, S. Ciro, per una serie di trasformazioni linguistiche, da Abbaciro (abate Ciro) diventò per il popolo S. Passera. Essa fu meta di pellegrinaggi i durante il Medioevo ed è ricordata negli Itinerari romani. Altre quattro chiesette furono dedicate in Roma ai ss. Ciro e Giovanni.
    Attualmente le loro reliquie sono a Napoli nella chiesa cosiddetta del Gesù nuovo (Gesuiti).
    Autore: Filippo Caraffa

     


    CORONCINE DI SAN CIRO

    1. Coroncina per chiedere la guarigione degli infermi


    Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.


    O glorioso Medico San Ciro, che, con la tua immensa carità esercitata in favore degli infermi, durante la tua vita terrena, meritasti dal Signore la grazia di risanarli dai loro mali, per cui sei stato prescelto come lo speciale protettore degli ammalati, ti supplico ardentemente di ottenermi la grazia (…) ed altresì l’amorosa adesione alla volontà divina.
    Gloria al Padre

    O glorioso San Ciro, che sapesti congiungere la tua opera caritatevole verso i malati con una intensa vita di orazione, per cui avevi luce e forza nel distaccarti dai beni terrestri e aspirare a quelli del Cielo, ti supplico di ascoltare la preghiera mia e di farmi conoscere il mio vero bene e quello di coloro che a te raccomando.  
    Gloria al Padre

    O glorioso Martire del Signore, che, non solo per curare gl’infermi, ma soprattutto per salvare le anime, ti affaticasti tanto, con la tua amorevole dedizione, da meritarti di sacrificare la vita, nel doloroso martirio per la fede, ti prego di ottenermi la pazienza e la fiducia nell’accettare le mie pene per purificare la mia anima ed avere dal Signore il premio eterno. 
    Gloria al Padre


    Prega per noi, o San Ciro, affinché siamo fatti degni delle promesse di Gesù Cristo.


    Preghiera finale:
    O Signore, che con l’ispirazione della tua grazia, chiamasti il beato Ciro dalla solitudine per salvare le anime e i corpi, e coronasti la sua vita col martirio, concedi a noi, mediante la sua intercessione e il suo esempio, di non affezionarci alle cose terrene con scapito delle soprannaturali, e di superare vittoriosamente le avversità di questa vita. Per Gesù Cristo Signor Nostro. Così sia.



    2.  Coroncina per onorare con frutto san Ciro


    Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen


    Amorosissimo mio protettore e glorioso martire San Ciro, che, illustrato da celeste lume, conosceste la fallacia dei miseri beni di questa terra, sicché, disprezzandoli, vi deliberaste di far vita nascosta e mortificata fra l'orrore e le asprezze di un deserto; per questo eccelso dono di verace sapienza onde foste arricchito, vi prego ad ottenermi da Dio, con l'efficacia delle vostre preghiere, la grazia che, distaccato il mio cuore da ogni oggetto terreno, non desideri, a vostra imitazione, che l'amor di Dio e l'acquisto di quei veri e permanenti beni che si godono nel cielo. 
    Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre

    Amorosissimo mio protettore ed invitto martire San Ciro, che, acceso di pura e santa carità, tutto vi consacraste al sollievo degl'infermi, curandoli con affetto materno, e ottenendo loro la sanità coi vostri meriti e con le vostre efficacissime preghiere; per quest'ammirabile virtù che riceveste da Dio, vi prego ad ottenermi un cuore simile al vostro; affinché ami anch'io, a vostra imitazione, con puro affetto e sincera carità il mio prossimo, e possa meglio sperimentare in vita e molto più nel punto di mia morte gli effetti della vostra valevole protezione.
    Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre

    Amorosissimo mio protettore e invitto martire san Ciro, che, infiammato di santo zelo per la salvezza dei vostri simili, tutta la vita consumaste in guadagnare anime a Gesù Cristo, sino a spargere per amor di Lui, fra spietati martiri, il vostro innocentissimo sangue;  per questo singolarissimo dono che riceveste da Dio e per quella immensa gloria che ora vi godete fra i beati, vi prego ad ottenermi la grazia, che io, conosciuto l'eccesso e la gravezza dei miei peccati, li pianga fino all'estremo della mia vita; e mi abbracci in soddisfazione di essi, con perfetta pazienza e rassegnazione, tutte quelle croci con le quali piace a Dio di purificare l'anima mia: affinché degno del perdono, possa essere un giorno a parte della vostra gloria nel Cielo. 
    Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre