lunedì 16 luglio 2018

(Mt 11,20-24) Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi.

VANGELO DI MARTEDI 17 LUGLIO 2018.

Giorno liturgico: Martedì, XV settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Mt 11,20-24): In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida. Perché, se a Tiro e a Sidóne fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidóne nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, «sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!». Perché, se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!».





RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni Spirito di Dio nella mia vita, fa che diventi conforme ai tuoi desideri, a quella vita che tu vuoi per me, perché io possa vivere nel tuo amore.

Signore ce l’hai con me? Io so che sei un Dio presente, perché ho preso coscienza di quei segni che hai compiuto su di me, e cerco di comportarmi di conseguenza. Ma so che mai sarà abbastanza,che mai riuscirò a restituire nemmeno in parte quello che Tu mi hai dato; perché se non fossi intervenuto tante volte, io di questa vita, ne avrei fatto un vero guazzabuglio. Penso ad un libretto di don Giò (don Giovanni Bertocchi ) che mi è stato donato da un santo sacerdote: ”una vita firmata” sulla cui copertina c’è un groviglio di fili che all’ incontro col sole, si distendono ordinatamente e prendono la forma di un pentagramma su cui ci sono delle note musicali. Così è la nostra vita dopo l’incontro con il Signore, prende forma, si realizza, diventa qualcosa di piacevole da vivere in comunione con Dio e con i fratelli. A volte ci soffermiamo a vedere quanta fede c’è negli altri, dando per scontato che siano gli altri che non sanno avere fede nel Signore, che non sanno vivere in comunione ma, pur ammettendo che spesso siamo provocati, come rispondiamo ad ogni provocazione ? Leggendo sui social network gli sproloqui di chi si sente tanto santo e perfettino penso: Grazie Signore di chinarti ogni giorno sulla mia debolezza, aiutami a non giudicare nessuno, perché solo riconoscendo i miei peccati, posso sperare di salvarmi un giorno, imparando a fare la tua volontà!
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Comentario: Rev. D. Pedro-José YNARAJA i Díaz
(El Montanyà, Barcelona, Spagna)

Oggi, il Vangelo ci parla del giudizio storico di Dio su Corazìn, Cafarnaum ed altre città: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo (...) si sarebbero convertite» (Mt 11,21). Ho meditato questo passaggio tra le loro nere rovine, che è tutto ciò che resta di esse. La mia riflessione non mi ha portato ad allegrarmi della distruzione che soffrirono. Pensavo: nelle nostre popolazioni, nei nostri quartieri, nelle nostre case, anche da queste parti è passato il Signore e... quale caso Gli si fece? Che caso Gli ho fatto io?

Con una pietra in mano, mi son detto tra di me: qualcosa come questo resterà della mia esistenza storica, se non vivo responsabilmente la visita del Signore. Ho ricordato il poeta: «Anima, affacciati adesso alla finestra: vedrai con quanto amore insiste nel chiamare» e, con vergogna, riconosco che anch’io ho detto: «Domani Gli apriremo... per risponderGli domani la stessa cosa» (Lope de Vega).

Quando attraverso le strade inumane delle nostre “città dormitorio”, penso: che cosa si può fare tra questi abitanti con i quali mi sento incapace di stabilire un dialogo, con chi non posso condividere le mie illusioni, a chi mi riesce impossibile trasmettere l’amore di Dio? Ricordo, allora il motto che scelse San Francesco di Sales all’essere eletto vescovo di Ginevra –massimo esponente della Riforma protestante- in quei tempi; «Dove Dio ci ha piantato, è necessario saper fiorire». E se, con una pietra in mano, meditavo il severo giudizio di Dio che può ricadere su di me, in altri momenti –con un fiorellino silvestre, nato tra le erbacce e lo sterco d’alta montagna- penso che non devo perdere la Speranza. Devo corrispondere alla bontà che Dio ha dimostrato verso di me, e, così la mia piccola generosità, depositata nel cuore di chi saluto, lo sguardo interessato ed attento verso chi mi chiede un’informazione, il mio sorriso rivolto verso chi mi cede il passo, fiorirà in un futuro. Ed il nostro ambiente non perderà la Fede.

6 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI MARTEDI 17 LUGLIO 2018.

    Liturgical day: Tuesday 15th in Ordinary Time

    Gospel text (Mt 11,20-24): Jesus began to denounce the cities in which He had performed most of his miracles, because the people there did not change their ways, «Alas for you Chorazin and Bethsaida! If the miracles worked in you had taken place in Tyre and Sidon, the people there would have repented long ago in sackcloth and ashes. But I assure you, for Tyre and Sidon it will be more bearable on the day of judgment than for you. And you, Capernaum, will you be lifted up to heaven? You will be thrown down to the place of the dead! For if the miracles which were performed in you had taken place in Sodom, it would still be there today! But I tell you, it will be more bearable for Sodom on the day of judgment than for you».

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER: Come with the Spirit of God in my life, make it conform to your desires, to the life you want for me so that I can live in your love.

    Are you with me? I know that you are a present God, because I have taken notice of those signs you have done on me, and I try to act accordingly. But I know that it will never be enough, that I will never even return what you gave me; Because if I had not spoken so many times, I of this life, I would have made a real whirlwind. I think of a book by Don Giò (Don Giovanni Bertocchi), which was given to me by a holy priest: "a signed life" on whose cover there is a tangle of threads that, at the meeting with the sun, relax neatly and take the The shape of a pentagram on which there are musical notes. So it is our life after meeting with the Lord, it takes shape, it is realized, it becomes something pleasant to live in communion with God and with the brothers. Sometimes we stop to see how much faith there is in others, taking for granted that others who do not know to have faith in the Lord, who can not live in communion, but admit that we are often provoked, how do we respond to any provocation? Reading on social networks the roar of those who feel so holy and perfect I think: Thank you Lord for daydreaming on my weakness, help me to judge no one, because only acknowledging my sins, I can hope to save me one day, learning to do your will!

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    1. Comment off : Fr. Pedro-José YNARAJA i Díaz
      (El Montanyà, Barcelona, Spain)

      Today, the Gospel speaks of God's historical judgement of Chorazín, Capernaum and other towns: «Alas for you Chorazin and Bethsaida! If the miracles worked in you had taken place in Tyre and Sidon, the people there would have repented long ago in sackcloth and ashes» (Mt 11:21). Among their black ruins —all that is left out of them— I have been pondering over this passage. And I have not rejoiced over their failure. I thought: The Lord also went through our towns, our neighborhood our homes, and... did we pay any attention to him?, did I take notice of him?

      With a stone in my hand, I told myself: something like this will be all that will remain from my historical existence, if I do not responsibly live the Lord's visit. I remembered the poet: «O soul, lean now out the window: and you will see that love, when calling, holds on», and, ashamed, I admit having also answered: «Tomorrow, we shall let it in... it matters little if we answer tomorrow» (Lope de Vega).

      When crossing the inhuman streets of our “dormitory towns”, I wonder: what can it be done to help this people whom I feel totally unable to establish a dialogue with, whom I cannot share my illusions with, whom it seems impossible to transmit God's love to? And then, I remember the motto St. Francis de Sales chose when he was appointed bishop of Geneva —the then maximum exponent of the Protestant Reformation: «Where God planted us, we must yearn to bloom». And if, with a stone in my hand at times I wonder about God's strict judgement that may befall, at other times —with a wild little flower, born amongst the weeds and the manure in high mountains— I see that I should not lose Hope. I must reciprocate the goodness shown to me by God, and thus, what meager generosity I may place in the heart of whoever I am greeting, or the interested and attentive glance towards whoever is asking me some information, or just my smile of thanks addressed to whoever yields to let me through, will flourish in future. And Faith will not be lost in our environment.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MARTEDI 17 LUGLIO 2018.

    Día litúrgico: Martes XV del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Mt 11,20-24): En aquel tiempo, Jesús se puso a maldecir a las ciudades en las que se habían realizado la mayoría de sus milagros, porque no se habían convertido: «¡Ay de ti, Corozaín! ¡Ay de ti, Betsaida! Porque si en Tiro y en Sidón se hubieran hecho los milagros que se han hecho en vosotras, tiempo ha que en sayal y ceniza se habrían convertido. Por eso os digo que el día del Juicio habrá menos rigor para Tiro y Sidón que para vosotras. Y tú, Cafarnaúm, ¿hasta el cielo te vas a encumbrar? ¡Hasta el Hades te hundirás! Porque si en Sodoma se hubieran hecho los milagros que se han hecho en ti, aún subsistiría el día de hoy. Por eso os digo que el día del Juicio habrá menos rigor para la tierra de Sodoma que para ti».

    REFLEXIÓN LELLA

    ORACIÓN: Ven Espíritu de Dios en mi vida, es que se hace compatible a sus deseos, a la vida que quieres para mí, para que pueda vivir en su amor.

    Señor ¿estás enojado conmigo? Sé que eres un Dios que está presente, porque me di cuenta de los signos que se han hecho en mí, y yo trato de actuar en consecuencia. Pero sé que nunca será suficiente, nunca voy a ser capaz de volver, incluso parte de lo que me has dado; porque si no hubiera intervenido tantas veces, que de esta vida, yo hubiera hecho un verdadero desastre. Creo que con libreto de Don Gio (Don Giovanni Bertocchi) que fue dado a mí por un sacerdote santo: "A vidas firmados" en la cubierta hay una maraña de cables a 'encuentro con el sol, relajarse y tomar la ordenada la forma de una estrella de cinco puntas en las que no son notas musicales. Así es nuestra vida después del encuentro con el Señor, toma forma, se realiza, se convierte en algo agradable para vivir en comunión con Dios y con los demás.
    A veces nos detenemos a ver la cantidad de fe que hay en el otro, en el supuesto de que son otras personas que no pueden tener fe en el Señor, que no pueden vivir en comunión, pero, si bien admitió que a menudo nos causó, cómo responder a cada provocación? La lectura en las redes sociales las incoherencias de aquellos que se sienten pensar tan santa y remilgada: Gracias Señor agachas todos los días en mi debilidad, me ayude a no juzgar a nadie, porque sólo el reconocimiento de mis pecados, que puedo esperar para salvarme un día, aprender a hacer tu voluntad!

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    1. Comentario: Rev. D. Pedro-José YNARAJA i Díaz
      (El Montanyà, Barcelona, España)

      Hoy, el Evangelio nos habla del juicio histórico de Dios sobre Corozaín, Cafarnaúm y otras ciudades: «¡Ay de ti, Corozaín! ¡Ay de ti, Betsaida! Porque si en Tiro y en Sidón se hubieran hecho los milagros que se han hecho en vosotras, tiempo ha que (...) se habrían convertido» (Mt 11,21). He meditado este pasaje entre sus negras ruinas, que es todo lo que queda de ellas. Mi reflexión no me ha llevado a alegrarme del fracaso que sufrieron. Pensaba: en nuestras poblaciones, en nuestros barrios, en nuestros casas, por ellas también pasó el Señor y... ¿qué caso se le hizo?, ¿qué caso le he hecho yo?

      Con una piedra en la mano, me he dicho para mis adentros: algo así quedará de mi existencia histórica, si no vivo responsablemente la visita del Señor. He recordado al poeta: «Alma, asómate ahora a la ventana: verás con cuánto amor llamar porfía», y avergonzado reconozco que yo también he dicho: «Mañana le abriremos... para lo mismo responder mañana» (Lope de Vega).

      Cuando cruzo las inhumanas calles de nuestras “ciudades dormitorio”, pienso: ¿qué se puede hacer entre estos habitantes con quienes me siento incapaz de establecer un dialogo, con quienes no puedo compartir mis ilusiones, a quienes me resulta imposible trasmitir el amor de Dios? Recuerdo, entonces, el lema que escogió san Francisco de Sales al ser nombrado obispo de Ginebra —el máximo exponente de la Reforma protestante— en aquel tiempo: «Donde Dios nos plantó, es preciso saber florecer». Y si con una piedra en la mano meditaba el juicio severo de Dios que puede recaer sobre mí, en otros momentos —con una florecilla silvestre, nacida entre los hierbajos y el estiércol de la alta montaña— pienso que no debo perder la Esperanza. Debo corresponder a la bondad que Dios ha mostrado conmigo, y así mi pequeña generosidad depositada en el corazón del que saludo, la mirada interesada y atenta hacia el que me pide una información, mi sonrisa dirigida al que me cede el paso, florecerá en un futuro. Y nuestro entorno no perderá la Fe.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI MARTEDI 17 LUGLIO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 15e Semaine: Mardi

    Texte de l'Évangile (Mt 11,20-24): Jésus se mit à faire des reproches aux villes où avaient eu lieu la plupart de ses miracles, parce qu'elles ne s'étaient pas converties: «Malheureuse es-tu, Corazine! Malheureuse es-tu, Bethsaïde! Car, si les miracles qui ont eu lieu chez vous avaient eu lieu à Tyr et à Sidon, il y a longtemps que les gens y auraient pris le vêtement de deuil et la cendre en signe de pénitence. En tout cas, je vous le déclare: Tyr et Sidon seront traitées moins sévèrement que vous, au jour du Jugement. Et toi, Capharnaüm, seras-tu donc élevée jusqu'au ciel? Non, tu descendras jusqu'au séjour des morts! Car, si les miracles qui ont eu lieu chez toi avaient eu lieu à Sodome, cette ville subsisterait encore aujourd'hui. En tout cas, je vous le déclare: le pays de Sodome sera traité moins sévèrement que toi, au jour du Jugement».

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: Viens Esprit de Dieu dans ma vie, fait que je devienne conforme à tes désirs, dans cette vie que tu veux pour moi, pour que je puisse vivre dans ton amour.

    Seigneur qu'a tu contre moi? Je sais que tu es un Dieu il présent, parce que j'ai pris conscience de ces signes que tu as accompli sur moi, et je cherche à me comporter en conséquence. Mais je sais que ce ne sera jamais assez, que je ne réussirai jamais à rendre en partie ce que Tu m'as donné; parce que si Tu n'étais pas intervenu tant de fois, moi de cette vie j'en aurais fait un vrai méli-mélo. Je pense à un livret de don Giò, "don Giovanni Bertocchi", qui m'a été donné d'un prêtre saint: "une vie griffée" sur lequel la petite couverture est un enchevêtrement de fils qui se rencontre avec le soleil, ils s'étendent par ordre et prennent la forme d'une portée sur laquelle il y a des notes musicales. C'est ainsi qu'est notre vie après la rencontre avec le Seigneur, elle prend forme, elle se réalise, devient quelque chose d'agréable à vivre en communion avec Dieu et avec nos frères. Parfois nous nous arrêtons pour voir combien de foi ont les autres, en donnant pour escompte que ce sont les autres qui ne savent pas avoir foi dans le Seigneur qui ne savent pas vivre en communion mais, en admettant aussi que nous sommes souvent provoqués, comment répondons nous à chaque provocation? En lisant sur les social network les divagations de ceux qui se sentent si parfait et saint je pense: "Merci Seigneur de te pencher chaque jour sur ma faiblesse, aide moi à ne juger personne, parce que seul en reconnaissant mes péchés, je peux espérer de me sauver un jour, en apprenant à faire ta volonté!"

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    1. Commentaire de l'Abbé Pedro-José YNARAJA i Díaz
      (El Montanyà, Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui, l'Évangile nous parle du jugement historique que Dieu fera sur Corazine, Capharnaüm et autres villes: «Malheureuse es-tu, Corazine! Malheureuse es-tu, Bethsaïde! Car, si les miracles qui ont eu lieu chez vous avaient eu lieu à Tyr et à Sidon, il y a longtemps que les gens y auraient pris le vêtement de deuil et la cendre en signe de pénitence» (Mt 11,21). J'ai médité ce passage à l'endroit où se trouvaient ces villes et où il ne reste que des ruines noires. Ma pensée ne m'a pas amené à me réjouir du sort qu'elles ont subi. Je pensais plutôt à nos villes, nos arrondissements, nos maisons,… le Seigneur est passé par là aussi, est-ce que nous lui avons prêté attention? Est-ce que je lui ai prêté attention?

      En ramassant une de pierre de ces ruines, je me suis dit qu'il restera de mon existence quelque chose de semblable à ces ruines si je ne vis pas de façon responsable la visite du Seigneur. Je me suis rappelé le poète qui dit: «Âme regarde par la fenêtre et tu verras comme Il insiste avec amour» et honteux je reconnais que moi aussi j'ai dit: «On lui ouvrira demain… pour répondre la même chose le lendemain».

      Quand je traverse les rues inhumaines, de nos villes “dortoir”, je réfléchis à ce que je peux faire pour ces habitants avec lesquels je me sens incapable d'entamer une conversation, avec lesquels je ne peux pas partager mes illusions, et à qui je suis incapable de transmettre l'amour de Dieu. Je me souviens alors de la devise de Saint François de Sales, au moment d'être nommé évêque de Genève, qui était à l'époque le centre de la réforme protestante: «Là où Dieu nous a plantés, il faut savoir porter du fruit». Et si avec une pierre dans la main je méditais sur le jugement sévère que Dieu pouvait porter sur moi, à un autre moment —avec une petite fleur des champs née entre les herbes et le fumier de la haute montagne— je pense que je ne dois pas perdre espoir. Je dois répondre à la bonté avec laquelle Dieu m'a traité et ainsi ce petit élan de générosité que j'ai déposé dans le cœur de celui que je salue, le regard intéressé et attentif envers celui qui me demande un renseignement, le sourire que j'offre à celui qui me cède le passage, s'épanouira dans le futur. Et notre entourage ne perdra pas la foi.

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