venerdì 6 luglio 2018

(Mt 9,14-17) Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?

VANGELO DI SABATO 7 LUGLIO 2018.

Giorno liturgico: Sabato, XIII settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Mt 9,14-17): In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».




RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni o Santo Spirito e guidami in questa piccola stesura che mi accingo a fare, dammi la capacità di dire solo quello che Tu vuoi che io dica, e secondo i tuoi insegnamenti.

Tutti i tempi sono uguali, le cose si ripetono ora come 2000 anni fa.I discepoli di Giovanni cercavano di confrontarsi con quelli di Gesù ed erano pronti alla critica.Evidentemente il digiuno non era fatto con amore, ma accettato come una pratica religiosa, come un' imposizione. Capiamo così che non deve essere un atto apparente, una formalità, perché altrimenti non ha senso. Cominciamo a digiunare dalle liti, dalla violenza, dall' attaccamento ai beni materiali, dalla prepotenza, dal sopruso, dalla voglia di apparire e di mettere sempre il proprio io davanti a tutto e a tutti. Scegliamo l'umiltà di chi non sa riconoscere da solo, neanche i propri peccati e inginocchiamoci riverenti davanti al Signore, che per amore nostro, ha sacrificato il suo Figlio, fino alla morte umiliante della croce, per la salvezza di tutti noi, che sicuramente non meritiamo tanto amore. Matteo ci parla di Gesù che nella regione dei Gaderèni, è interrogato dai discepoli di Giovanni, sul digiuno, che loro e i farisei rispettavano scrupolosamente e che invece i suoi discepoli non facevano. Gesù tra le tante cose che vuole rinnovare per far capire bene i desideri del Padre, rinnova anche questa pratica del digiuno, togliendo da questa, la scorza dell' apparenza, e offrendo se stesso come olocausto, per farci capire che non c' è amore più grande di quello che Lui e il Padre hanno per noi. Gesù con la sua risposta fa capire loro che i suoi discepoli, sono talmente legati a lui da essere come invitati a nozze alla presenza dello sposo, e che pertanto, non hanno motivo di digiunare, perché sono in simbiosi con lui, potranno farlo, se vorranno, quando resteranno da soli. Se lo vorrano! Queste parole di Gesù fanno eco a quelle del Papa nell'enciclica " Lumen Fidei " presentata proprio oggi : "La fede non è una verità che si imponga con la violenza, non è verità che schiaccia il singolo. Il credente non è arrogante". Cerchiamo di vivere le regole fondamentali della fede, preghiera, digiuno e carità, con vero cuore, offrendo ogni nostra azione al Signore, perché è la disposizione dei nostri cuori che farà la differenza tra noi e i farisei

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Comentario: Rev. D. Joaquim FORTUNY i Vizcarro
(Cunit, Tarragona, Spagna)

Oggi, vediamo come con Gesù he iniziata una nuova era, una nuova dottrina, insegnata con autorità, e come tutte le cose nuove contrastavano con le pratiche e l’ambiente prevalente. Così, nelle pagine che precedono il Vangelo che stiamo considerando, vediamo Gesù che perdona i peccati del paralitico e guarisce la sua malattia, mentre gli scribi sono scioccati; Gesù che chiama Matteo, l’esattore delle tasse, e mangia con lui e altri pubblicani e peccatori, e i farisei “scandalizzati”; nel Vangelo di oggi sono i discepoli di Giovanni che vengono a Gesù perché non capiscono come mai Lui e i suoi discepoli non digiunano.

Gesù, che non lascia nessuno senza risposta, dice: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà tolto, e allora digiuneranno» (Mt 9,15). Il digiuno era, ed è, una pratica penitenziale che contribuisce a “farci acquistare il dominio sui nostri istinti e la libertà di cuore” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2043) e a implorare la misericordia divina. Ma in quei momenti, la misericordia e l’amore infinito di Dio era in mezzo a loro con la presenza di Gesù, il Verbo Incarnato. Come potevano digiunare? C’era solo un’atteggiamento possibile: la gioia, godere della presenza di Dio fatto uomo. Come avrebbero fatto a digiunare se Gesù aveva scoperto per loro un nuovo modo di relazionarsi con Dio, un nuovo spirito che ha rotto con tutti quei vecchi modi di fare?

Oggi Gesù c’è: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20), e non c’è perché è tornato al Padre, e così esclamiamo: “Vieni, Signore Gesù!”

Siamo in tempi di attesa. Pertanto, dovremmo rinnovarci ogni giorno con il nuovo spirito di Gesù, lasciar andare le rutine, il digiuno di tutto ciò che ci impedisce di muoversi verso una piena identificazione con Cristo, verso la santità. “Giusto è il nostro pianto -il nostro digiuno- se ci brucia il desiderio di vederlo” (Sant’Agostino).

Supplichiamo Santa Maria di concederci le grazie di cui abbiamo bisogno per sperimentare la gioia di sapere che siamo figli prediletti.

6 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI SABATO 7 LUGLIO 2018.

    Liturgical day: Saturday 13th in Ordinary Time

    Gospel text (Mt 9,14-17): John's disciples came to Jesus and said, «How is it that we and the Pharisees fast on many occasions, but not your disciples?». Jesus answered them, «How can you expect wedding guests to mourn as long as the bridegroom is with them? Time will come when the bridegroom will be taken away from them, then they will fast. No one patches an old coat with a piece of unshrunken cloth, for the patch will shrink and tear an even bigger hole in the coat. Besides you don't put new wine in old wineskins. If you do, the wineskins will burst and the wine be spilt. No, you put new wine in fresh skins; then both are preserved».

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER: Come Holy Spirit and guide me in this little drawing that I am going to do, give me the ability to say only what You want me to say, and according to your teachings.

    All times are equal, things repeat themselves now as 2000 years ago.The disciples of John were trying to compete with those of Jesus and were ready to criticize. Obviously the fast was not done with love, but accepted as a religious practice, as an imposition. We understand that such an act should not be apparent, a formality, because otherwise it does not make sense. We begin to fast from strife, from violence, attachment to material goods, the arrogance, the abuse of power, the desire to appear and to always put one's self in front of everything and everyone.We choose the humility of one who does not recognize alone, not even his own sins and reverently kneel before the Lord, who for our sakes, he sacrificed his Son, to the humiliating death of the cross for the salvation of us all, which is definitely not deserve so much love. Matthew speaks of Jesus in the region of Gaderèni, is questioned by the disciples of John, on fasting, they and the Pharisees scrupulously respected and that instead his disciples did not. Jesus among the many things he wants to renew to understand the desires of the Father, also renews the practice of fasting, taking away from this, zest of 'appearance, and offered himself as a sacrifice for us to understand that there' is love larger than that He and the Father have for us. Jesus with his response makes it clear to them that his disciples are so attached to him as to be invited to a wedding in the presence of the bridegroom, and who therefore have no reason to fast, because they are in harmony with him, it may do so if want, as they remain alone. If you will want to! Jesus' words echo those of the Pope's encyclical "Lumen Fidei" filed just today: "Faith is not a truth that is imposed by violence, it is not truth that crushes the individual. The believer is not arrogant." We try to live the basic rules of faith, prayer, fasting and charity, with true heart, offering all our actions to the Lord, because it is the disposition of our hearts that will make the difference between us and the Pharisees.

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    1. Comment off : Fr. Joaquim FORTUNY i Vizcarro
      (Cunit, Tarragona, Spain)

      Today, we see how Jesus brought new times with him and a new doctrine, which He taught with authority; and we also realize how, as usual with new things, they clash with prevailing praxis and environment. Thus, in the pages preceding today's Gospel, we see Jesus forgiving the paralytic of his sins and healing his disease while the scribes are shocked; or, Jesus telling Matthew, a tax collector, to follow him, and eating with him and other publicans and sinners, while the Pharisees were “going up the walls”; and, in today's Gospel, John's disciples are the ones to approach Jesus, because they do not understand that He and his disciples do not fast.

      Jesus, who never leaves anyone without an answer, replies: «How can you expect wedding guests to mourn as long as the bridegroom is with them? Time will come when the bridegroom will be taken away from them, then they will fast» (Mt 9:15). Fasting was, and still is, a penitential practice «which prepares us for the liturgical feasts and help us acquire mastery over our instincts and freedom of heart» (Catechism of the Catholic Church, n. 2043) and requests the Divine Mercy. But in those moments, God's infinite mercy and love was amidst them with Jesus' presence, the Incarnated Verb. How could they fast? There was only one possible attitude: joy, while enjoying the presence of God made man. How could they fast when Jesus had discovered for them a new way to relate to God, a new spirit that was breaking all those old manners and customs?

      Today Jesus is here: «And behold, I am with you always, until the end of the age» (Mt 28:20), and He is not because He went back to his Father, and thus, we cry out: Come, O Lord Jesus!.

      We are living times of expectation. This is why it is convenient to renew ourselves every day with the new spirit of Jesus, to give up our old routines, to abstain from what may prevent us from advancing towards a full identification of Christ, towards sanctity. «Fair is our crying —our fasting— if we have a burning desire to see him» (St. Augustine).

      We pray the Virgin Mother to grant us the grace we need to live the joy of knowing we are her beloved children.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI SABATO 7 LUGLIO 2018.

    Día litúrgico: Sábado XIII del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Mt 9,14-17): En aquel tiempo, se le acercan los discípulos de Juan y le dicen: «¿Por qué nosotros y los fariseos ayunamos, y tus discípulos no ayunan?». Jesús les dijo: «¿Pueden acaso los invitados a la boda ponerse tristes mientras el novio está con ellos? Días vendrán en que les será arrebatado el novio; entonces ayunarán. Nadie echa un remiendo de paño sin tundir en un vestido viejo, porque lo añadido tira del vestido, y se produce un desgarrón peor. Ni tampoco se echa vino nuevo en pellejos viejos; pues de otro modo, los pellejos revientan, el vino se derrama, y los pellejos se echan a perder; sino que el vino nuevo se echa en pellejos nuevos, y así ambos se conservan».

    REFLEXIÓN LELLA

    ORACIÓN: Ven, Espíritu Santo, y me guía en este pequeño dibujo que voy a hacer, me da la capacidad de decir sólo lo que Tú quieres que te diga, y de acuerdo con sus enseñanzas.

    Todas las horas son iguales, las cosas se repiten hoy como hace 2000 años. Los discípulos de Juan estaban tratando de competir con los de Jesús y estaban dispuestos a criticar. Es evidente que el ayuno no fue hecho con amor, pero aceptado como una práctica religiosa, como una imposición. Entendemos que este acto no debe ser evidente, una formalidad, porque de lo contrario no tiene sentido. Comenzamos a ayunar de conflictos, la violencia, del "apego a los bienes materiales, la arrogancia, el abuso de poder, el deseo de aparecer y poner siempre uno mismo delante de todo y todos.Elegimos la humildad de quien no reconoce solo, ni siquiera sus propios pecados y reverentemente de rodillas ante el Señor, que por nosotros, que sacrificó a su Hijo a la muerte humillante de la cruz por la salvación de todos nosotros, que no es sin duda merecen tanto amor. Mateo habla de Jesús en la región de Gaderèni, es cuestionada por los discípulos de Juan, en ayunos, y los fariseos escrupulosamente respetados y que en vez a sus discípulos no lo hicieron.Jesús entre las muchas cosas que quiere renovar a entender los deseos del Padre, también renueva la práctica del ayuno, tomar distancia de este, la ralladura de la "apariencia y se ofreció como un sacrificio para nosotros entender que hay es amor más grande que Él y el Padre tiene para nosotros. Jesús con su respuesta deja claro a ellos que sus discípulos están tan apegados a él como ser invitado a una boda en la presencia del esposo, y que por tanto no hay razón para ayunar, porque están en armonía con él, puede hacerlo si desear, ya que permanecen solos.Si usted quiere! Las palabras de Jesús se hacen eco de las de la encíclica "Fidei lumen" del Papa presentó hoy mismo: "La fe no es una verdad que se impone por la violencia, no es verdad que aplasta al individuo El creyente no es arrogante.". Tratamos de vivir las normas básicas de la fe, la oración, el ayuno y la caridad, con corazón sincero, ofreciendo todas nuestras acciones al Señor, porque es la disposición de nuestro corazón que hará la diferencia entre nosotros y los fariseos.

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    1. Comentario: Rev. D. Joaquim FORTUNY i Vizcarro
      (Cunit, Tarragona, España)

      Hoy notamos cómo con Jesús comenzaron unos tiempos nuevos, una doctrina nueva, enseñada con autoridad, y cómo todas las cosas nuevas chocaban con la praxis y el ambiente dominante. Así, en las páginas que preceden al Evangelio que estamos contemplando, vemos a Jesús perdonando los pecados al paralítico y curando su enfermedad, mientras que los escribas se escandalizan; Jesús llamando a Mateo, cobrador de impuestos y comiendo con él y otros publicanos y pecadores, y los fariseos “subiéndose por las paredes”; y en el Evangelio de hoy son los discípulos de Juan quienes se acercan a Jesús porque no comprenden que Él y sus discípulos no ayunen.

      Jesús, que no deja nunca a nadie sin respuesta, les dirá: «¿Pueden acaso los invitados a la boda ponerse tristes mientras el novio está con ellos? Días vendrán en que les será arrebatado el novio; entonces ayunarán» (Mt 9,15). El ayuno era, y es, una praxis penitencial que contribuye a «adquirir el dominio sobre nuestros instintos y la libertad del corazón» (Catecismo de la Iglesia, n. 2043) y a impetrar la misericordia divina. Pero en aquellos momentos, la misericordia y el amor infinito de Dios estaba en medio de ellos con la presencia de Jesús, el Verbo Encarnado. ¿Cómo podían ayunar? Sólo había una actitud posible: la alegría, el gozo por la presencia del Dios hecho hombre. ¿Cómo iban a ayunar si Jesús les había descubierto una manera nueva de relacionarse con Dios, un espíritu nuevo que rompía con todas aquellas maneras antiguas de hacer?

      Hoy Jesús está: «Yo estoy con vosotros todos los días hasta el fin del mundo» (Mt 28,20), y no está porque ha vuelto al Padre, y así clamamos: ¡Ven, Señor Jesús!

      Estamos en tiempos de expectación. Por esto, nos conviene renovarnos cada día con el espíritu nuevo de Jesús, desprendernos de rutinas, ayunar de todo aquello que nos impida avanzar hacia una identificación plena con Cristo, hacia la santidad. «Justo es nuestro lloro —nuestro ayuno— si quemamos en deseos de verle» (San Agustín).

      A Santa María le suplicamos que nos otorgue las gracias que necesitamos para vivir la alegría de sabernos hijos amados.



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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI SABATO 7 LUGLIO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 13e Semaine: Samedi

    Texte de l'Évangile (Mt 9,14-17): Les disciples de Jean Baptiste s'approchent de Jésus en disant: «Pourquoi tes disciples ne jeûnent-ils pas, alors que nous et les pharisiens nous jeûnons?». Jésus leur répondit: «Les invités de la noce pourraient-ils donc faire pénitence pendant le temps où l'Époux est avec eux? Mais un temps viendra où l'Époux leur sera enlevé, et alors ils jeûneront. Et personne ne coud une pièce d'étoffe neuve sur un vieux vêtement; car le morceau ajouté tire sur le vêtement et le déchire davantage. Et on ne met pas du vin nouveau dans de vieilles outres; autrement les outres éclatent, le vin se répand, et les outres sont perdues. Mais on met le vin nouveau dans des outres neuves, et le tout se conserve».

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: Viens ô Saint Esprit et guide-moi dans cette petite rédaction que je m'apprête à faire, donne-moi la capacité de dire seulement ce que Tu veux que je dise, et selon tes enseignements.

    Tous les temps sont égaux, maintenant les choses se répètent comme il y a 2000 ans. Les disciples de Jean tâchaient de se mesurer avec ceux de Jésus et ils étaient prêts à la critique. Le jeûne n'était pas fait avec amour évidemment, mais accepté comme une pratique religieuse comme une imposition. Nous comprenons ainsi que cela ne doit pas être un acte apparent, une formalité, parce que cela n'a pas de sens autrement. Commençons par jeûner des disputes, de la violence, de l'attachement aux biens matériels, de l'arrogance, de l'injustice, de l'envie d'apparaître et se mettre toujours devant tout et tous. Choisissons l'humilité de celui qui ne sait pas reconnaître tout seul, les propres péchés et agenouillons-nous respectueux devant le Seigneur qui pour notre amour, a sacrifié son FILS, jusqu'à la mort humiliante de la croix, pour le salut de nous tous, qui ne méritons sûrement pas tant d'amour. Jésus entre tant de choses qu'il veut renouveler pour bien nous faire comprendre les désirs du Père, il renouvelle cette pratique du jeûne aussi, en enlevant de celle-ci, l'écorce de l'apparence, et en s'offrant lui même comme holocauste, pour nous faire comprendre qu'il y n'a pas amour plus grand que celui qu'ils ont pour nous. Jésus avec sa réponse leur fait comprendre que ses disciples lui sont tellement lié qu'ils sont comme des invités aux noces en la présence de l'époux, et que donc, ils n'ont pas de motif pour jeûner, parce qu'ils sont en symbiose avec lui, ils pourront le faire, si ils veulent, quand ils resteront seul. Mathieu nous parle de Jésus qui dans la région des Gaderèni, est interrogé par les disciples de Jean, sur le jeûne qu'ils respectaient scrupuleusement et que par contre ses disciples ne faisaient pas. S'ils e voudront ! Ces Paroles de Jésus font écho à celles du Pape dans l'encyclique "Lumen Fidei" présenté aujourd'hui: "La foi n'est pas une vérité qui s'impose avec de la violence, elle n'est pas vérité qui écrase l'individu. . Le croyant n'est pas arrogant." Tâchons de vivre les règles fondamentales de la foi, prière, jeûne et charité, avec un vrai coeur, en offrant notre action au Seigneur, parce que c'est la disposition de nos coeurs qui fera la différence entre nous et les pharisiens.

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    1. Commentaire de l'Abbé Joaquim FORTUNY i Vizcarro
      (Cunit, Tarragona, Espagne)

      Aujourd'hui, nous remarquons comment avec Jésus commence un temps nouveau et une nouvelle doctrine, enseignée avec autorité et, comme toute chose nouvelle, elle choque les politiques et les autorités. Ainsi, dans les pages qui précèdent cet Évangile nous voyons Jésus en train de pardonner et guérir l'homme paralysé pendant que les pharisiens se scandalisent; Jésus appelant Mathieu un percepteur d'impôts et mangeant chez lui avec d'autres publicains et pécheurs pendant que les pharisiens "grimpent aux murs"; et dans l'Évangile d'aujourd'hui ce sont les disciples de Jean qui viennent vers Jésus car ils ne comprennent pas pourquoi Lui et ses disciples ne jeûnent pas.

      Jésus, qui ne laisse jamais personne sans réponse, leur dira: «Les invités de la noce pourraient-ils donc faire pénitence pendant le temps où l'Époux est avec eux? Mais un temps viendra où l'Époux leur sera enlevé, et alors ils jeûneront» (Mt 9,15). Le jeûne était et est, le "praxis" pénitentielle qui contribue à «acquérir la maîtrise de nos instincts et la liberté du cœur» (Catéchisme de l'Église Catholique, n. 2043) ainsi qu'à interpréter la miséricorde divine. Mais à ce moment précis la miséricorde et l'amour infini de Dieu étaient parmi eux dans la présence de Jésus, le Verbe Incarné. Comment pouvaient-ils jeûner? La seule attitude possible était la joie, le bonheur d'avoir la présence de Dieu fait homme. Comment pouvaient-ils jeûner si Jésus venait de leur révéler une nouvelle manière de se mettre en rapport avec Dieu, un esprit nouveau qui rompait avec toutes les anciennes façons de procéder?

      Aujourd'hui Jésus est là: «Et moi, je suis avec vous tous les jours jusqu'à la fin du monde» (Mt 28,20), et Il n'est pas là car Il a retourné au Père et nous clamons: «Viens Seigneur Jésus».

      Nous sommes dans l'attente. C'est pour cela qu'il faut que nous nous renouvelions chaque jour avec l'esprit nouveau de Jésus, afin de nous détacher de la routine, jeûner de tout ce qui peut nous empêcher d'avancer vers une identification totale avec le Christ, vers la sanctification. «Justes sont nos pleurs -notre jeûne- si nous brûlons d'envie de le voir» (Saint Augustin).

      Nous supplions notre Sainte Mère Marie de nous concéder les grâces nécessaires pour vivre la joie de savoir que nous sommes des enfants aimés.


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