lunedì 30 luglio 2018

(Mt 13,36-43) Come si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.

VANGELO DI MARTEDI 31 LUGLIO 2018.

Giorno liturgico: Martedì, XVII settimana del Tempo Ordinario

Santorale 31 Luglio: Sant' Ignazio di Loyola, Sacerdote
Testo del Vangelo (Mt 13,36-43): In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli.» Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».




RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni o Santo Spirito e illuminaci, a me che scrivo, a te che leggi, a noi che ti ascoltiamo. Fa che tutto sia comprensibile ai nostri orecchi, perché tu stesso hai detto, chi ha orecchie per intendere intenda, donaci Tu la sapienza per intendere.

Oggi davanti a questa parola, vedo realizzarsi la lotta di ogni giorno. Il problema non è il male del mondo, ma è non lasciarsi contaminare da questo male, da questo modo di vivere ed invece cercare il più possibile di comportarci da cristiani tra gli uomini che vivono come se Dio non ci fosse. Tutte le mamme vorrebbero educare i loro figlioli a vivere in maniera equilibrata, e per evitare che soffrano cercano di consigliarli a come reagire. Questa è la nuova chiave di lettura della vita: reagire e non agire perchè certi meccanismi non si innestino. Il mondo è crudele; lo si comincia presto ad imparare, ma il mondo siamo noi. Se viviamo sempre come in un campo di battaglia, ci scambieremo colpo su colpo e sempre in una guerra ci sarà chi soccombe. Le famiglie oggi sono lo specchio di questa società moderna; famiglie allargate, non più patriarcali, ma disunite dagli interessi e dalla voglia di prevalere gli uni sugli altri; ed in questi contesti dobbiamo restare fedeli al Signore senza seguire i consigli dell’egoismo, perchè è chiaro che gli uomini non hanno la stessa prospettiva di giudizio di Dio. Dopo averci detto di non estirpare la zizzania, il Signore ci parla di quello che sarà il giorno del giudizio. Ogni giorno è il giorno del giudizio, non dobbiamo pensare solo al giudizio finale, ma a come Dio ci guarda ogni istante, a come Gesù è in attesa della nostra voglia di riprenderci tra le mani la nostra vita e di reindirizzarla verso una società più equa, più giusta e vivibile.
Nel mondo è difficile non essere contaminati dalla nostra natura, dal nostro istinto, dal male che è in noi e fuori di noi; difficile,ma non impossibile, ed in questa semplicissima parabola Gesù ci dà la chiave per sconfiggere questo
male. La chiave di lettura è l' arma della pazienza, della comprensione, del non lasciarsi prendere dalla superbia e/o dall'orgoglio; l’arma dell 'umiltà e della capacità di cercare di comprendere, di saper perdonare, ma soprattutto, di non sentirsi migliori degli altri. Le notizie di tutti i giorni ci parlano di gente che semina terrore, di delitti, di rivalità politiche; ci parlano insomma di un mondo continuamente in lotta. Sentiamo che persone che hanno scelto la vita consacrata, si perdono e ci rattrista, ci fa male! Vorremmo che tutto questo venisse cancellato dalla faccia della terra, che chi rinnega Cristo dopo averlo seguito, pagasse ancora più duramente degli altri, come se spettasse a noi il giudizio, come se ci mettessimo al posto di Dio..... e probabilmente avremmo ucciso Pietro per la sua viltà, mentre Gesù, attese che le sue imperfezioni, lo rendessero migliore. Dobbiamo avere fiducia in Dio, la stessa fiducia che Lui ha in noi perché Lui solo sa quello che è giusto e ci ripagherà delle ingiustizie che subiamo e delle tribolazioni ma noi dobbiamo essere sempre fedeli alla sua parola e resistere alle tentazioni di quel mondo pieno di lustrini che ci abbaglia come specchietto per le allodole, per non rimanere invischiati nel putridume che sembra invece la felicità del consumismo con cui satana ci tenta, come tentò anche Gesù.
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Comentario: Fra. D. Iñaki BALLBÉ i Turu
(Terrassa, Barcelona, Spagna)

Oggi, per mezzo della parabola della zizzania e del grano, la Chiesa ci invita a meditare sulla convivenza del bene e del male. Il bene e il male nel nostro cuore; il bene e il male che vediamo negli altri e quello che vediamo nel mondo.

«Spiegaci la parabola» (Mt 13,36), chiedono a Gesù i suoi discepoli. E noi, oggi, possiamo fare il proposito di prestare più attenzione alla preghiera personale, al rapporto quotidiano con Dio. —Signore, possiamo dirGli, spiegami perché non progredisco sufficientemente nella mia vita interiore. Spiegami come posso esserti più fedele, come posso cercarti nel mio lavoro, o attraverso questa circostanza che non capisco, o non voglio. Come posso essere un valido apostolo. La preghiera è questo, chiedere “spiegazioni” a Dio. Com’è la mia preghiera? E`sincera? E`costante? E`fiduciosa?

Gesù Cristo ci invita ad avere gli occhi fissi nel cielo, la nostra dimora eterna. Spesso viviamo come impazziti per la fretta e non ci fermiamo quasi mai a pensare che un giorno —lontano o no, non lo sappiamo— dovremo render conto a Dio della nostra vita, di come abbiamo fatto fruttare le qualità che ci ha dato. E il Signore ci dice che alla fine dei tempi ci sarà una scelta. Il Cielo ce lo dobbiamo guadagnare sulla terra, nel tran tran quotidiano, senza aspettare situazioni che forse non arriveranno mai. Dobbiamo vivere eroicamente la consuetudine, ciò che apparentemente non ha nessuna trascendenza. Vivere pensando all’ eternità e aiutare gli altri a pensarci: paradossalmente, «si sforza per non morire l’uomo che deve morire; e non si sforza per non peccare l’uomo che deve vivere eternamente» (San Giuliano di Toledo).

Raccoglieremo ciò che abbiamo seminato. Bisogna lottare per dare il 100%. E che quando Dio ci chiami al Suo cospetto possiamo presentarGli le mani piene: di atti di fede, di speranza, di amore. Che si concretizzano in cose molto piccole e in piccole vittorie, che vissute quotidianamente, ci fanno più cristiani, più santi, più umani.

9 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI MARTEDI 31 LUGLIO 2018.

    Liturgical day: Tuesday 17th in Ordinary Time

    Saints July 31st: St. Ignatius of Loyola
    Gospel text (Mt 13,36-43): Jesus sent the crowds away and went into the house. And his disciples came to him saying, «Explain to us the parable of the weeds in the field». He answered them, «The one who sows the good seed is the Son of Man. The field is the world; the good seed are the people of the Kingdom; the weeds are those who follow the evil one. The enemy who sows them is the devil; the harvest is the end of time and the workers are the angels.» Just as the weeds are pulled up and burned in the fire, so will it be at the end of time. The Son of Man will send his angels, and they will weed out of his kingdom all that is scandalous and all who do evil. And these will be thrown in the blazing furnace, where there will be weeping and gnashing of teeth. Then the just will shine like the sun in the kingdom of their Father. If you have ears, then hear».

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    1. REFLECTION OF LELLA

      PRAYER: Come, O Holy Spirit, and enlighten me, to me that I write, to you that read, to us that we listen to you. Make everything understandable to our ears, because you yourself have said, who has ears to understand, give us Your wisdom to understand.

      Today, in front of this word, I see the struggle of every day accomplished. The problem is not the evil of the world, but it is not to be contaminated by this evil, from this way of life and instead to try as far as possible to behave as Christians among the men who live as if God were not there. All moms would like to educate their children to live in a balanced way, and to avoid suffering they try to advise them on how to react. This is the new key to life's reading: react and not act because some mechanisms do not engage. The world is cruel; We start learning it soon, but the world is us. If we always live like in a battlefield, we will swap a shot at a stroke and always in a war there will be those who will succumb. Today's families are the mirror of this modern society; Extended families, no longer patriarchal, but disinterested by the interests and the desire to prevail over each other; and in these contexts we must remain faithful to the Lord without following the counsel of selfishness, for it is clear that men do not have the same perspective as God's judgment. After telling us not to grind the weeds, the Lord speaks to us about what will be the day of judgment. Every day is the day of judgment, we must not only think of the final judgment, but how God looks at us every moment, how Jesus is waiting for our desire to resume our lives in our hands and to redirect them towards a more equitable society , more just and livable. In the world it is difficult not to be contaminated by our nature, our instincts, the evil that is in us and out of us; Difficult but not impossible, and in this very simple parable Jesus gives us the key to defeating this bad. The key to reading is the weapon of patience, of understanding, of not indulging in pride and / or pride; The weapon of humility and the ability to try to understand, to forgive, but above all, not to feel better than others. News of the day tells us of people who sow terror, crimes, and political rivalries; They talk to us about a continually struggling world. We feel that people who have chosen consecrated life, are lost and we are saddened, it hurts! We would like this to be wiped out of the face of the earth, that whoever deny Christ after following him would pay even more hard than others, as if he were to judge us, as if we were in God's place ..... and we would probably have Killed Peter for his cowardice, while Jesus waited for his imperfections to make him better. We must have faith in God, the same trust that He has in us because He only knows what is right and will repay us of the injustices we suffer and tribulations, but we must always be faithful to his word and resist the temptations of that full world of Glittering dazzles like a mirror for the lazy ones, so as not to get caught up in the puddle that seems to be the happiness of the consumerism with which Satan tries us, as Jesus also tempted.

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    2. Comment off : Brother. Iñaki BALLBÉ i Turu
      (Terrassa, Barcelona, Spain)

      Today, through the parable of the weeds and the wheat, the Church urges us to ponder over the coexistence of good and evil. Good and evil within our heart; good and evil we may spot on others, good and evil we can see in the world, all around us.

      «Explain to us the parable» (Mt 13:36), his disciples ask Jesus. And, today, we can mean to be more careful with our personal prayer, our everyday dealings with God. —Lord, we can ask him, explain to me why I do not progress enough in my interior life. Explain to me how can I be more faithful to you, how can I look for you in my work, or through these circumstances I do not understand or I do not want. How can I be a qualified apostle? A prayer is just this, to ask God for “explanations”. How is my prayer? Is it sincere?, is it constant?, is it trusting?

      Jesus Christ invites us to keep our eyes fixed on Heaven, our eternal home. Quite often, haste can drive us crazy, but we seldom stop to think that there will come a day —we do not know whether far-off or near— when we shall have to settle our accounts with God and explain which are the fruits borne by the good seeds He has sown on us. And the Lord tells us that at the end of time we shall be chosen. So, we must win Heaven here on earth, in our everyday life, without waiting for situations that perhaps will never occur. We have to live boldly our ordinary life, what apparently has no transcendence. We must live by thinking of eternity and helping others to think of it, too! paradoxically, «the man who strives to live must die; whereas the man who does not strive to avoid sin has to live eternally» (St. Julian of Toledo).

      We shall reap what we have sown. We have to fight to give today the 100%. So when we are called into God's presence we might be able to go with our hands full: of acts of faith, hope and love. Which result in minor things and events that, when lived on an everyday basis, make us better Christians, saints and human.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MARTEDI 31 LUGLIO 2018.

    Día litúrgico: Martes XVII del tiempo ordinario

    Santoral 31 de Julio: San Ignacio de Loyola, presbítero
    Texto del Evangelio (Mt 13,36-43): En aquel tiempo, Jesús despidió a la multitud y se fue a casa. Y se le acercaron sus discípulos diciendo: «Explícanos la parábola de la cizaña del campo». Él respondió: «El que siembra la buena semilla es el Hijo del hombre; el campo es el mundo; la buena semilla son los hijos del Reino; la cizaña son los hijos del Maligno; el enemigo que la sembró es el Diablo; la siega es el fin del mundo, y los segadores son los ángeles.» De la misma manera, pues, que se recoge la cizaña y se la quema en el fuego, así será al fin del mundo. El Hijo del hombre enviará a sus ángeles, que recogerán de su Reino todos los escándalos y a los obradores de iniquidad, y los arrojarán en el horno de fuego; allí será el llanto y el rechinar de dientes. Entonces los justos brillarán como el sol en el Reino de su Padre. El que tenga oídos, que oiga».

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    1. REFLEXIÓN LELLA

      ORACIÓN: Ven Espíritu Santo y nos ilumine, para mí que escribo, a los que leen a nosotros que te escuchan. Es que todo es comprensible para nuestros oídos, porque usted mismo ha dicho, los que tienen oídos para oír, nos conceda la sabiduría para entender.

      Hoy en frente de esta palabra, me di cuenta de la lucha de todos los días. El problema no es el mal del mundo, pero no está siendo contaminado por este mal, esta forma de vida y en lugar de tratar lo más posible a comportarse como cristianos entre los hombres que viven como si Dios no existiera. Todas las madres quieren educar a sus hijos a vivir de una manera equilibrada, y para evitar que sufra tratar de informarles cómo reaccionar. Esta es la nueva clave de lectura de la vida: reaccionar y no actuar debido a que ciertos mecanismos no se involucran. El mundo es cruel; pronto comienza a aprender, pero el mundo que nos es. Si siempre vivimos como un campo de batalla, vamos a intercambiar golpe por golpe y siempre en una guerra no habrá los que sucumben. Las familias hoy en día son un reflejo de una sociedad moderna; familias extendidas, no patriarcal, pero desunidos por los intereses y la voluntad de prevalecer sobre la otra; y en estos contextos debemos permanecer fieles al Señor sin seguir el consejo del egoísmo, porque está claro que los hombres no tienen la misma perspectiva del juicio de Dios. Después de decirnos no para eliminar las malas hierbas, el Señor nos habla de lo que será el día del juicio. Cada día es el día del juicio, no hay que pensar sólo en el juicio final, sino como Dios nos mira a cada momento, cómo Jesús está esperando en nuestro deseo de retomar en sus manos nuestra vida y redirigir hacia una sociedad más equitativa , más justo y habitable. En el mundo no es difícil estar contaminados por nuestra naturaleza, nuestro instinto, del mal que está en nosotros y alrededor de nosotros; difícil, pero no imposible, y de esta sencilla parábola Jesús nos da la clave para derrotar a este mala. La clave es el arma de la paciencia, la comprensión, ni abrumado por el orgullo y / o el orgullo; el arma de la humildad y la capacidad de tratar de comprender, perdonar, pero sobre todo, que no se siente mejor que otros. La noticia cotidiana de las personas que nos siembran el terror, de los crímenes, de las rivalidades políticas diga; En resumen, se habla de un mundo en constante guerra. Creemos que las personas que han elegido la vida consagrada se pierden y nos entristece, me duele! Nos gustaría que todo esto fuera borrado de la faz de la tierra, que aquellos que niegan a Cristo después de haberlo seguido, pagaría incluso con más dureza que los otros, como si fuera depende de nosotros el juicio, como si fuéramos a poner en el lugar de Dios ..... y probablemente lo haría el mató a Pedro por su cobardía, mientras que Jesús, esperó a que sus imperfecciones, debe hacerlo mejor. Nos gustaría que todo esto fuera borrado de la faz de la tierra, que aquellos que niegan a Cristo después de haberlo seguido, pagaría incluso con más dureza que los otros, como si fuera depende de nosotros el juicio, como si fuéramos a poner en el lugar de Dios ..... y probablemente lo haría el mató a Pedro por su cobardía, mientras que Jesús, esperó a que sus imperfecciones, debe hacerlo mejor. Debemos confiar en Dios, la misma confianza que tiene en nosotros, porque Él sabe lo que es correcto y nos compensar las injusticias que sufrimos y tribulaciones, pero siempre hay que ser fiel a su palabra y para resistir las tentaciones de este mundo lleno de brillo que nos deslumbra como un escaparate, de no quedar atrapados en la inmundicia que parece la felicidad del consumismo con la que Satanás nos tienta, como también la tentación de Jesús.

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    2. Comentario: Fray. D. Iñaki BALLBÉ i Turu
      (Terrassa, Barcelona, España)

      Hoy, mediante la parábola de la cizaña y el trigo, la Iglesia nos invita a meditar acerca de la convivencia del bien y del mal. El bien y el mal dentro de nuestro corazón; el bien y el mal que vemos en los otros, el que vemos que hay en el mundo.

      «Explícanos la parábola» (Mt 13,36), le piden a Jesús sus discípulos. Y nosotros, hoy, podemos hacer el propósito de tener más cuidado de nuestra oración personal, nuestro trato cotidiano con Dios. —Señor, le podemos decir, explícame por qué no avanzo suficientemente en mi vida interior. Explícame cómo puedo serte más fiel, cómo puedo buscarte en mi trabajo, o a través de esta circunstancia que no entiendo, o no quiero. Cómo puedo ser un apóstol cualificado. La oración es esto, pedirle “explicaciones” a Dios. ¿Cómo es mi oración? ¿Es sincera?, ¿es constante?, ¿es confiada?

      Jesucristo nos invita a tener los ojos fijos en el Cielo, nuestra casa para siempre. Frecuentemente vivimos enloquecidos por la prisa, y casi nunca nos detenemos a pensar que un día —lejano o no, no lo sabemos— deberemos dar cuenta a Dios de nuestra vida, de cómo hemos hecho fructificar las cualidades que nos ha dado. Y nos dice el Señor que al final de los tiempos habrá una tría. El Cielo nos lo hemos de ganar en la tierra, en el día a día, sin esperar situaciones que quizá nunca llegarán. Hemos de vivir heroicamente lo que es ordinario, lo que aparentemente no tiene ninguna trascendencia. ¡Vivir pensando en la eternidad y ayudar a los otros a pensar en ello!: paradójicamente, «se esfuerza para no morir el hombre que ha de morir; y no se esfuerza para no pecar el hombre que ha de vivir eternamente» (San Julián de Toledo).

      Recogeremos lo que hayamos sembrado. Hay que luchar por dar hoy el 100%. Y que cuando Dios nos llame a su presencia le podamos presentar las manos llenas: de actos de fe, de esperanza, de amor. Que se concretan en cosas muy pequeñas y en pequeños vencimientos que, vividos diariamente, nos hacen más cristianos, más santos, más humanos.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI MARTEDI 31 LUGLIO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 17e Semaine: Mardi

    Martyrologe 31 Juillet: Saint Ignace de Loyola, Abbé
    Texte de l'Évangile (Mt 13,36-43): Alors, laissant la foule, il vint à la maison. Ses disciples s'approchèrent et lui dirent: «Explique-nous clairement la parabole de l'ivraie dans le champ». Il leur répondit: «Celui qui sème le bon grain, c'est le Fils de l'homme; le champ, c'est le monde; le bon grain, ce sont les fils du Royaume; l'ivraie, ce sont les fils du Mauvais. L'ennemi qui l'a semée, c'est le démon; la moisson, c'est la fin du monde; les moissonneurs, ce sont les anges. De même que l'on enlève l'ivraie pour la jeter au feu, ainsi en sera-t-il à la fin du monde. Le Fils de l'homme enverra ses anges, et ils enlèveront de son Royaume tous ceux qui font tomber les autres et ceux qui commettent le mal, et ils les jetteront dans la fournaise: là il y aura des pleurs et des grincements de dents. Alors les justes resplendiront comme le soleil dans le royaume de leur Père. Celui qui a des oreilles, qu'il entende!».

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Viens o Saint Esprit et éclaire-nous, à moi qui écris, à toi qui lis, à nous qui t'écoutons. Fait que tout soit compréhensible à nos oreilles, parce que Toi même tu as dit, qui a des oreilles pour entendre entende, Toi donne-nous le savoir pour entendre.

      - Aujourd'hui devant cette Parole, je vois se réaliser la lutte de chaque jour. Le problème n'est pas le mal du monde, mais c'est de ne pas se laisser contaminer de ce mal, de cette manière de vivre et par contre chercher le plus possible à nous comporter en chrétiens parmi les hommes qui vivent comme si Dieu n'existait pas. Toutes les mamans voudraient éduquer leurs fils à vivre de manière équilibrée, et pour éviter qu'ils souffrent elles tâchent de leur conseiller comment réagir. Ceci est la nouvelle clé de lecture de la vie: réagir et ne pas agir parce que certains mécanismes ne se greffent pas. Le monde est cruel; on commence bientôt à apprendre, mais le monde c'est nous. Si nous vivons toujours comme dans un champ de bataille, nous échangerons coup sur coup et dans une guerre il y aura toujours celui qui succombe. Aujourd'hui Les familles sont le miroir de cette société moderne; familles élargies, non plus patriarcales, mais désunies des intérêts et de l'envie de prévaloir les uns sur les autres; et dans ces contextes nous devons rester fidèles au Seigneur sans suivre les conseils de l'égoïsme, parce qu'il est clair que les hommes n'ont pas la même perspective de jugement de Dieu. Après nous avoir dit de ne pas extirper la mauvaise herbe, le Seigneur nous parle de ce que sera le jour du jugement. Chaque jour est le jour du jugement, nous ne devons pas penser seulement au jugement final, mais comment Dieu nous regarde à chaque instant, comment Jésus est dans l'attente de notre envie de reprendre entre les mains notre vie et de réinitialiser vers une société plus équitable, plus juste et vivable. Dans le monde il est difficile de ne pas être contaminé par notre nature, par notre instinct, du mal qui est en nous et dehors de nous; difficile, mais pas impossible, et dans cette parabole simple Jésus nous donne la clé pour battre ce mal. La clé de lecture est l'arme de la patience, de la compréhension, de ne pas se laisser prendre par l'orgueil et/ou de l'orgueil; l'arme de l'humilité et de la capacité de chercher à comprendre, à savoir pardonner, mais surtout de ne se pas sentir meilleur que les autres. Les nouvelles de tous les jours nous parlent de gens qui sèment la terreur, les délits, les rivalités politiques; enfin ils nous parlent continuellement d'un monde en lutte. Nous entendons que les gens qui ont choisi la vie consacrée, sont pardonnaient et cela nous attristes, cela nous fait mal! Nous voudrions que tout ceci fût effacé de la face de la terre que celui qui renie le Christ après l'avoir suivi, payât encore plus durement que les autres, comme si e jugement nous appartînt, comme si nous nous mettions à la place de Dieu.....et nous aurions probablement tué Pierre pour sa lâcheté, pendant que Jésus, attendait que ses imperfections le rendent meilleur. Nous devons avoir confiance en Dieu, la même confiance qu'Il a en nous parce que Lui seul sait ce qui est juste et il nous repaiera des injustices que nous subissons et des tribulations mais nous nous devons être toujours fidèles à sa Parole et résister aux tentations de ce monde plein de paillettes qui nous éblouit comme des petits miroirs aux alouettes, pour ne pas rester englué dans la pourriture qui par contre nous semble être le bonheur de la tendance à la consommation immodérée avec lequel satan nous tente, comme il tenta aussi Jésus.

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    2. Commentaire de l'Abbé Iñaki BALLBÉ i Turu
      (Terrassa, Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui, à travers la parabole de l'ivraie et du bon grain, l'Église nous invite à méditer sur le bien et le mal. Le bien et le mal qui existe dans notre cœur; le bien et le mal que nous voyons dans les autres, et celui que nous voyons dans le monde.

      «Explique-nous clairement la parabole» (Mt 13,36), demandent-ils à Jésus ses disciples. Et nous, aujourd'hui, nous pouvons prendre la résolution de prendre soin de notre prière personnelle, de notre relation quotidienne avec Dieu. —Seigneur, pouvons-nous lui dire, explique-moi pourquoi je n'avance pas suffisamment dans ma vie intérieure. Explique-moi comment je peux t'être plus fidèle, comment je peux te trouver dans mon travail, ou à travers de cette circonstance que je ne comprends pas, ou que je ne veux pas comprendre. Comment puis-je devenir un apôtre qualifié. La prière consiste à demander «des explications» à Dieu. Comment est ma prière? Est-elle sincère? Est-elle constante? Est-elle pleine de confiance?

      Jésus-Christ nous invite à fixer le regard vers le Ciel, notre maison pour l'éternité. Souvent, nous vivons envahis par la presse, et presque jamais prenons le temps de penser qu'un jour —loin ou pas, nous ne le savons pas— nous devrons rendre compte à Dieu de notre vie, de comment nous avons fait fructifier les qualités qu'il nous a données. Et le Seigneur nous dit qu'à la fin du monde, il y a aura un triage. Nous devons gagner le Ciel sur la terre, dans le quotidien, sans attendre des situations qui n'arriveront peut-être jamais. Nous devons vivre l'ordinaire et ce qui ne semble avoir aucune transcendance de façon héroïque. Vivre en pensant à l'éternité et aider les autres à penser de cette façon!: paradoxalement, «l'homme qui doit mourir tente d'échapper à la mort; et l'homme qui doit vivre éternellement ne tente pas d'échapper au pécher» (Saint Julien de Toledo).

      Nous récolterons ce que nous avons semé. Il faut lutter pour donner aujourd'hui 100%. Et que lorsque Dieu nous appelle en sa présence nous puissions lui présenter les mains pleines: d'actes de foi, d'espérance, d'amour. Qui se concrètent dans de petites choses, dans de petites batailles qui, vécues dans le quotidien, nous font plus chrétiens, plus saints, plus humains.

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