domenica 17 aprile 2011

Mc 4,26-34 L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.

Vangelo


Mc 4,26-34 L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio,datore dello Spirito Santo,aiutami a capire e attuare nella mia vita,quello che tu mi insegni col vangelo.Amen

Gesù,si esprime con parabole,ma non perché ci vuole complicare la vita,ma per semplificarcela.Tutto quello che lui insegna,è nuovo agli occhi dei suoi discepoli e della gente che lo ascolta,eppure ci parla di una legge antica,nata con la fede in un unico Dio,la fede dei patriarchi,non è che ci volesse insegnare una nuova religione,ma sembra tutto così nuovo,perché è con la sua venuta che ha fatto nuove tutte le cose.
E’ il maestro che ci parla,che ci guida con amore verso la comprensione delle sue parole,che ci prende per mano e ci conduce nel regno di Dio.Nella prima parabola,ci tranquillizza parlando del seme che cresce e germoglia pur senza il controllo del contadino,e lo fa perché vuole che non ci affanniamo a pensare a ragionare,a cercare di voler essere noi che mettiamo a frutto i suoi insegnamenti,ma verrà tutto naturalmente,noi dobbiamo solo essere terra buona dove far seminare la sua parola,il resto verrà con i tempi ed i modi che al Signore piaceranno,senza voler essere noi a guidare ,ma affidandoci a Lui.
Non preoccupiamoci dunque della nostra piccolezza,del nostro essere ignoranti e miseri,ma diamo al Signore la possibilità di far crescere in noi una grande fede e vedremo meraviglie.
Quello che conta,non è chi siamo,ma quanto siamo disposti a far posto al Signore nella nostra vita,sarà questo che ci farà crescere nella fede e trasformerà la nostra vita in un turbine di emozioni e di amore e mogliorerà non solo la nostra vita,ma anche quella delle persone che verranno in contatto con noi,perché la fede vera,ha una luce particolare,che attira chi la intravede nelle nostre parole e nelle nostre azioni.

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