VANGELO DI DOMENICA 12 AGUSTO 2018.
Giorno liturgico: XIX Domenica (B) del Tempo Ordinario
Testo
del Vangelo (Gv 6,41-51): In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare
contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E
dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non
conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal
cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a
me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti
da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a
me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da
Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la
vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato
la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal
cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal
cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io
darò è la mia carne per la vita del mondo».
RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA: Vieni o Santo Spirito, anche se non ti meritiamo,vieni a accendere in noi la sapienza di figli.
Prima di passare al Vangelo,vorrei che rileggessimo ATTENTAMENTE la seconda lettura:
(Ef 4,30-5,2) Camminate nella carità come Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli,
non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste
segnati per il giorno della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza,
sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate
invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a
vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.Fatevi dunque imitatori di
Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui
anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio
in sacrificio di soave odore. Non credo di dover aggiungere parole alla
Parola di questa lettera, è di per se un fortissimo richiamo a non
lasciarci influenzare da chi chiacchiera e sputa sentenze.
Non
credo di dover aggiungere parole alla Parola di questa lettera, è di per
se un fortissimo richiamo a non lasciarci influenzare da chi
chiacchiera e sputa sentenze. La fede è un dono di Dio, fatto a chi
sceglie di accoglierlo, ma credere in Dio, non basta, non possiamo dire
di credere in Dio, se non riconosciamo il figlio che Lui ha mandato. Qui
sta il nocciolo della questione, accettare il Figlio perché si ascolta
la parola del Padre, che con Gesù si compie, trasformando questo Figlio
in amore che nutre la nostra fame di verità. Anche i giudei onorano Dio,
ne conoscono le letture, se le tramandano ancora, ma non hanno
adempiuto pienamente la sua parola, perché non hanno riconosciuto in
Gesù il Messia promesso. Non lo hanno accettato perché non era quello
che loro speravano, non era un vincitore, un re ricco e potente, non
veniva a portare gloria sulla terra, ma diceva che il suo regno non era
di questo mondo…è difficile accettare di conoscere qualcuno, quando
quello che ci propone non ci interessa, quando quello che cerchiamo è
solo terreno.Così oggi molti incartano le loro parole con la parola
delle scritture per parlare contro il Papa e contro i fratelli, salendo
sul pulpito e chiamandoli peccatori,eretici e miscredenti...e andando
contro ogni richiamo di Gesù all'amore e al perdono. Noi Signore invece
ti vogliamo conoscere, vogliamo che tu ci parli, che c’ indichi la via
da percorrere, perché ci fidiamo di Dio e di Te, Signore nostro Gesù
Cristo, perché solo attraverso di te, potremo entrare nel progetto di
Dio per la nostra salvezza. Continua il discorso del pane di vita e
penso che noi siamo il seme di Dio sparso sulla terra, per quanto tempo
non importa, ma in ognuno di noi c'è un seme di Dio. Quello che vediamo
sulla terra è il risultato di quello che da noi è germogliato e, stando a
quello che si vede oggi nel mondo, non sembra proprio che il risultato
sia ottimale; c'è molta gramigna e zizzania che soffoca anche i germogli
più buoni, ma verrà il giorno che la gramigna sarà strappata ed il seme
buono, potrà crescere rigoglioso. Nessuno può uccidere il seme buono in
noi se non noi stessi, ricordiamolo sempre; gli altri ci fanno quello
che ci lasciamo fare!
_________________________________________
Comentario: Fra. Lluc TORCAL Monje del Monasterio de Sta. Mª de Poblet
(Santa Maria de Poblet, Tarragona, Spagna)
Oggi,
il Vangelo ci presenta la perplessità che provavano i concittadini di
Gesù in sua presenza «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di
lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono
disceso dal cielo”?» (Gn 6,42). La vita di Gesù in mezzo ai suoi fu così
normale che, iniziando la proclamazione del Regno, chi lo conosceva si
scandalizzava di ciò che diceva.
Di quale Padre parlava loro
Gesù, che nessuno aveva visto? Chi era questo pane disceso dal cielo,
che chi lo mangiava sarebbe vissuto per sempre? Lui negava che fosse la
manna del deserto, perché chi l’avesse mangiata sarebbe morto. «Il pane
che io darò è la mia carne per la vita del mondo». (Gn 6,51). La sua
carne poteva essere un’alimento per noi? Lo sconcerto che Gesù provocò
nei giudei potrebbe estendersi tra noi se non rispondiamo a una domanda
centrale per la nostra vita cristiana: Chi è Gesù?
Molti uomini e
donne prima di noi si sono fatti questa domanda, hanno risposto
personalmente, sono andati verso Gesù, lo hanno seguito ed ora godono di
una vita senza fine e piena d’amore. E a coloro che vadano verso Gesù,
Lui li risuscitarà nell’ultimo giorno (cf. Gn 6,44). Giovanni Cassiano
esortava i suoi monaci dicendo loro: « “Avvicinatevi a Dio e Dio si
avvicinerà a voi”, perché “nessuno può andare a Gesù se il Padre che lo
ha inviato non lo attira”(...) ». Nel Vangelo ascoltiamo il Signore che
ci invita ad andare verso di Lui: “Venite a me tutti quelli che siete
stanchi e affaticati, ed io vi farò riposare”. Accogliamo la Parola del
Vangelo che ci avvicina a Gesù ogni giorno; accogliamo l’invito dello
stesso Vangelo ad entrare in comunione con Lui, cibandoci della sua
carne, perché «questo è il vero alimento, la carne di Cristo, il quale,
essendo la Parola, si è fatto carne per noi». (Origene).
Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
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VERSIONE IN INGLESE DI DOMENICA 12 AGUSTO 2018.
RispondiEliminaLiturgical day: Sunday 19th (B) in Ordinary Time
Gospel text (Jn 6,41-51): The Jews murmured because Jesus had said, «I am the bread which comes from heaven». And they said, «This man is the son of Joseph, isn't he? We know his father and mother. How can he say that he has come from heaven?». Jesus answered them, «Do not murmur among yourselves. No one can come to me unless he is drawn by the Father who sent me; and I will raise him up on the last day. It has been written in the Prophets: ‘They shall all be taught by God’. So whoever listens and learns from the Father comes to me. For no one has seen the Father except the One who comes from God; He has seen the Father.» Truly, I say to you, whoever believes has eternal life. I am the bread of life. Though your ancestors ate the manna in the desert, they died. But here you have the bread which comes from heaven so that you may eat of it and not die. I am the living bread which has come from heaven; whoever eats of this bread will live forever. The bread I shall give is my flesh and I will give it for the life of the world».
REFLECTION OF LELLA
EliminaPRAYER: Come Holy Spirit, even though you do not deserve, come to kindle in us the wisdom of children.
Before moving to the Gospel, I wish we would read CAREFULLY second reading:
(Eph 4.30 to 5.2) Walk in love as Christ.
From the Letter of St. Paul to the Ephesians
Brothers, do not grieve the Holy Spirit of God, with whom you were sealed for the day of redemption. Disappear from you all bitterness and wrath and anger and cries and gossip with all malice. And be kind to one another, tenderhearted, forgiving one another as God has forgiven you in Cristo.Fatevi therefore followers of God, as beloved children, and walk in love, in the way that Christ also loved us and gave Himself for us, an offering and sacrifice to God for a sweet odor. Do not think I need to add words to the Word of this letter, it is in itself a strong reminder not to be influenced by those who talk and pronouncing.
Do not think I need to add words to the Word of this letter, it is in itself a strong reminder not to be influenced by those who talk and pronouncing. Faith is a gift of God, that those who choose to accept it, but believing in God is not enough, we can not say they believe in God, if we do not recognize the child that he has sent. Therein lies the crux of the matter, accepting the Son because he hears the word of the Father, that Jesus is accomplished by transforming this Son in love that feeds our hunger for truth. Even the Jews honor God, they know the readings, if passed yet, but they have not fully complied with his word, because they did not recognize Jesus as the promised Messiah. They not have accepted it because it was not what they had hoped, it was not a winner, a rich and powerful king, was not to bring glory to the earth, but he said that his kingdom was not of this world ... it's hard to accept to know someone, when what it offers does not interest us, when what we want is just ground. Many paper today so their words with the word of scripture to speak against the Pope and against the brothers, climbing on the pulpit and calling them sinners, heretics and unbelievers ... and going against every call of Jesus to love and forgiveness. Lord instead we want you to know, we want you to speak to us, to show us the way to go, because we trust in God and to you, our Lord Jesus Christ, because only through you, we can enter into God's plan for our salvation. Continues the discussion of the bread of life and I think that we are the seed of God shed on the earth, no matter how long, but in each of us there is a seed of God. What we see on earth is the result of what we have germinated and, according to what you see today in the world, it does not seem that the result is optimal; There is a lot of weeds and weeds that stifles also shoots better, but the day will come that the weeds will be torn and the good seed, can grow lush.
No one can kill the good seed in us but ourselves, let us always remember; others make us do what we leave!
Comment di Brother. Lluc TORCAL Monk of Santa Maria de Poblet
Elimina(Santa Maria de Poblet, Tarragona, Spain)
Today, the Gospel shows how puzzled Jesus' compatriots were when in his presence: «This man is the son of Joseph, isn't he? We know his father and mother. How can he say that he has come from heaven?» (Jn 6:42). The life of Jesus amongst his own people had been so normal that, when He began with the proclamation of the Kingdom, those who knew him were shocked at what He was saying.
What Father was Jesus referring to, whom nobody had ever seen before? Which could be that living bread coming from heaven that those who eat of it would live forever? He denied it was the manna in the desert because those who ate it also died. «The bread I shall give is my flesh and I will give it for the life of the world» (Jn 6:51). Could his flesh be an aliment for us? The baffling doubts Jesus was spreading amongst the Jews could also embarrass us should we not be able to answer a question basic for our Christian life: Who is Jesus?
Many men and women before us have asked themselves the same question, have personally answered it, have gone to Jesus, have followed him and now they enjoy an endless life full of love. And those who now may come to Jesus, He will raise them up on the last day. (cf. Jn 6:44). John Cassian exhorted his monks by telling them: «‘Come close to God, and He will come close to you’, because ‘nobody can come to Jesus unless he is drawn by the Father who sent Him’ (...). In the Gospel we listen to the Lord inviting us to join Him: ‘You who are burdened and overwhelmed, come to me and I will make you rest’». Let us welcome the Word of the Gospel that every day brings us nearer to Jesus; let us welcome the invitation of the very Gospel to enter into communion with Him by eating his flesh, because «This is the true food, Christ's flesh, which being Word has become flesh, as it is said ‘And the Word became flesh’» (Origen).
REFLEXIÓN LELLA
RispondiEliminaORACIÓN: Ven Espíritu Santo, a pesar de que no mereces, ven a encender en nosotros la sabiduría de los niños. Antes de pasar al Evangelio, me gustaría que nosotros leeramos con atención la segunda lectura: (Ef 4.30 a 5.2) Caminar en el amor como Cristo. De la carta de St. Paul a los Efesios
Hermanos, no contristéis al Espíritu Santo de Dios, con el cual fuisteis sellados para el día de la redención. Desaparecen de usted toda amargura, enojo, ira, gritos y chismes y toda malicia. Y ser amables unos con otros misericordiosos,, perdonando a los otros como Dios os perdonó en Cristo.Fatevi pues, imitadores de Dios como hijos amados, y caminar en el amor, en la forma en que Cristo también nos amó y se entregó a sí mismo por nosotros, ofrenda y sacrificio a Dios en olor de suavidad. No creo que tenga que agregar palabras a la Palabra de esta carta, es en sí mismo un fuerte recordatorio para no dejarse influir por los que hablan y pronunciación.
No creo que tenga que agregar palabras a la Palabra de esta carta, es en sí mismo un fuerte recordatorio para no dejarse influir por los que hablan y pronunciación. La fe es un don de Dios, que los que optan por lo aceptan, pero creer en Dios no es suficiente, no podemos decir que creen en Dios, si no reconocemos al niño que él ha enviado. Ahí está el quid de la cuestión, aceptando el Hijo porque él oye la palabra del Padre, que Jesús se logra mediante la transformación de este Hijo en el amor que alimenta nuestra hambre de verdad. Incluso los Judios honran a Dios, ellos saben las lecturas, de ser aprobada todavía, pero no han cumplido plenamente con su palabra, porque no reconocen a Jesús como el Mesías prometido. No han aceptado porque no era lo que esperaban, que no era un ganador, un rey rico y poderoso, no era para traer gloria a la tierra, pero él dijo que su reino no era de este mundo ... es difícil de aceptar a conocer a alguien, cuando lo que ofrece no nos interesa, cuando lo que queremos es sólo tierra. Muchos periódico de hoy por lo que sus palabras con la palabra de la Escritura de hablar contra el Papa y contra los hermanos, la escalada en el púlpito y llamarlos pecadores, herejes y no creyentes ... y va en contra de todas las llamadas de Jesús de amar y perdonar. Señor en lugar de eso quiero que sepas, que queremos que hables con nosotros, para mostrarnos el camino a seguir, porque confiamos en Dios ya usted, nuestro Señor Jesucristo, porque sólo a través de usted, podemos entrar en el plan de Dios para nuestra la salvación. Continúa el debate sobre el pan de vida y creo que somos la semilla de Dios derramada sobre la tierra, no importa el tiempo, pero en cada uno de nosotros hay una semilla de Dios. Lo que vemos en la tierra es el resultado de lo que hemos germinado y, de acuerdo con lo que se ve hoy en día en el mundo, no parece que el resultado sea óptimo; Hay una gran cantidad de malas hierbas y malezas que ahoga también dispara mejor, pero llegará el día en que las malas hierbas serán arrancados y la buena semilla, puede crecer exuberante.
Nadie puede matar a la buena semilla en nosotros, sino nosotros mismos, recordemos siempre; otros hacen nosotros hacemos lo que nos vamos!
Comentario: Fray. Lluc TORCAL Monje del Monasterio de Sta. Mª de Poblet
RispondiElimina(Santa Maria de Poblet, Tarragona, España)
Hoy, el Evangelio presenta el desconcierto en el que los connacionales de Jesús vivían en su presencia: «¿No es éste Jesús, hijo de José, cuyo padre y madre conocemos? ¿Cómo puede decir ahora: He bajado del cielo?» (Jn 6,42). La vida de Jesús entre los suyos había sido tan normal que, el comenzar la proclamación del Reino, quienes le conocían se escandalizaban de lo que entonces les decía.
¿De qué Padre les hablaba Jesús, que nadie había visto? ¿Quién era este pan bajado del cielo que quienes lo comen vivirán para siempre? Él negaba que fuera el maná del desierto porque, quienes lo comieran, morirían. «El pan que yo (...) voy a dar, es mi carne por la vida del mundo» (Jn 6,51). ¿Su carne podía ser un alimento para nosotros? El desconcierto que sembraba Jesús entre los judíos podía extenderse entre nosotros si no respondemos a una pregunta central para nuestra vida cristiana: ¿Quién es Jesús?
Muchos hombres y mujeres antes que nosotros se han hecho esta pregunta, la han respondido personalmente, han ido a Jesús, lo han seguido y ahora gozan de una vida sin fin y llena de amor. Y a los que vayan a Jesús, Él los resucitará el último día (cf. Jn 6,44). Juan Casiano exhortaba a sus monjes diciéndoles: «‘Acercaos a Dios, y Dios se acercará a vosotros’, porque ‘nadie puede ir a Jesús si el Padre que lo ha enviado no lo atrae’ (...). En el Evangelio escuchamos al Señor que nos invita para que vayamos hacia Él: ‘Venid a mi todos los que estáis cansados y agobiados, y yo os haré reposar’». Acojamos la Palabra del Evangelio que nos acerca a Jesús cada día; acojamos la invitación del mismo Evangelio a entrar en comunión con Él comiendo su carne, porque «éste es el verdadero alimento, la carne de Cristo, el cual, siendo la Palabra, se ha hecho carne para nosotros» (Orígenes).
VERSIONE IN FRANCESE DI DOMENICA 12 AGUSTO 2018.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps ordinaire - 19e Semaine: Dimanche (B)
Texte de l'Évangile (Jn 6,41-51): Comme Jésus avait dit: «Moi, je suis le pain qui est descendu du ciel», les Juifs récriminaient contre lui: «Cet homme-là n'est-il pas Jésus, fils de Joseph? Nous connaissons bien son père et sa mère. Alors comment peut-il dire: ‘Je suis descendu du ciel’?». Jésus reprit la parole: «Ne récriminez pas entre vous. Personne ne peut venir à moi, si le Père qui m'a envoyé ne l'attire vers moi, et moi, je le ressusciterai au dernier jour. Il est écrit dans les prophètes: ‘Ils seront tous instruits par Dieu lui-même’. Tout homme qui écoute les enseignements du Père vient à moi. Certes, personne n'a jamais vu le Père, sinon celui qui vient de Dieu: celui-là seul a vu le Père.» Amen, amen, je vous le dis: celui qui croit en moi a la vie éternelle. Moi, je suis le pain de la vie. Au désert, vos pères ont mangé la manne, et ils sont morts; mais ce pain-là, qui descend du ciel, celui qui en mange ne mourra pas. Moi, je suis le pain vivant, qui est descendu du ciel: si quelqu'un mange de ce pain, il vivra éternellement. Le pain que je donnerai, c'est ma chair, donnée pour que le monde ait la vie».
REFLEXION DE LELLA
EliminaPRIERE: Viens, Esprit Saint, même si je ne le méritez pas, viens allumer en nous la sagesse des enfants.
Avant de passer à l'Evangile, je souhaite que nous ayons lu attentivement la deuxième lecture: (Eph 4/30 à 5/2) Marchez dans l'amour comme le Christ. De la Lettre de saint Paul aux Ephésiens
Frères, n’attristez pas le Saint Esprit de Dieu, qui vous a marqués de son sceau en vue du jour de votre délivrance.
Amertume, irritation, colère, éclats de voix ou insultes, tout cela doit être éliminé de votre vie, ainsi que toute espèce de méchanceté. Soyez entre vous pleins de générosité et de tendresse. Pardonnez-vous les uns aux autres, comme Dieu vous a pardonné dans le Christ. Oui, cherchez à imiter Dieu, puisque vous êtes ses enfants bien-aimés.
Vivez dans l’amour, comme le Christ nous a aimés et s’est livré lui-même pour nous, s’offrant en sacrifice à Dieu, comme un parfum d’agréable odeur.
Je ne crois pas devoir ajouter des mots au Parole de cette lettre, il est déjà un rappel fort à ne pas nous laisser influencer par celui qui bavarde et crache des sentences. La foi est un Don de Dieu, faite à qui choisit de l'accueillir, mais croire en Dieu, ne suffit pas, nous ne pouvons pas dire croire en Dieu, si nous ne reconnaissons pas le fils qu'il a envoyé. Le noyau du problème reste là, accepter le Fils parce qu'on écoute la Parole du Père qui s'accomplit avec Jésus, transformant en Amour ce Fils qui nourrit notre faim de vérité. Les juifs aussi honorent Dieu, ils en connaissent les lectures, ils les transmettent encore, mais ils n'ont pas complètement accompli sa Parole, parce qu'ils n'ont pas reconnu en Jésus le Messie promis. Ils ne l'ont pas accepté parce qu'il n'était pas celui qu'ils avaient espéré, il n'était pas un gagnant, un roi riche et puissant, il ne venait pas apporter la gloire sur la terre, mais il a dit que son royaume n'était pas de ce monde.....c'est difficile à accepter de connaître quelqu'un, quand ce qu'il offre ne nous intéresse pas, quand ce que nous voulons est juste terrestre. Ainsi beaucoup aujourd'hui écartent leurs Paroles avec la Parole des écritures pour parler contre le Pape et contre leurs frères, en montant sur la chaire et en les appelant pécheurs, hérétiques et mécréants .....et en allant contre chaque rappel de Jésus pour l'amour et le pardon. Par contre nous Seigneur nous voulons te connaître, nous voulons que tu nous parles, que tu nous indique la voie à parcourir, parce que nous nous fions en Dieu et en Toi, Seigneur Jésus Christ, parce que seul à travers toi, nous pourrons entrer dans le projet de Dieu pour notre salut. Le discours du pain de vie continue et je pense que nous sommes la graine de Dieu répandue sur la terre, bien que le temps n'importe pas, mais en chacun de nous il y a une graine de Dieu. Ce que nous voyons sur la terre est le résultat de ce qui a germé de nous et, en restant à ce qui aujourd'hui se voit dans le monde, il ne semble pas vraiment que le résultat soit optimal; il y a beaucoup de chiendent et de mauvaises herbes qui étouffe aussi les meilleures pousses, mais le jour viendra ou le chiendent sera arraché et la bonne graine pourra grandir luxuriant. Personne ne peut tuer la bonne graine en nous si ce n'est pas nous mêmes, rappelons-le toujours; les autres nous font ce que nous laissons faire!
Commentaire de l'Abbé Lluc TORCAL Moine de Monastère de Sta. Mª de Poblet
Elimina(Santa Maria de Poblet, Tarragona, Espagne)
Aujourd'hui, l'Evangile nous montre l'étonnement dans lequel vivaient les compatriotes de Jésus dans sa présence, «Cet homme-là n'est-il pas Jésus, fils de Joseph? Nous connaissons bien son père et sa mère. Alors comment peut-il dire: ‘Je suis descendu du ciel’?» (Jn 6,42). La vie de Jésus parmi les siens avait été tellement normale, qu'au début de sa mission, ceux qui le connaissaient se scandalisaient de ses paroles.
De quel Père, que personne n'avait vu, leur parlait-il? Quel était ce pain venu du ciel qui donnerait la vie éternelle à ceux qui le mangeraient? Il niait que c'était la manne du désert car ceux qui l'avaient mangé étaient morts. «Le pain que je donnerai, c'est ma chair, donnée pour que le monde ait la vie» (Jn 6,51). Sa chair pouvait-elle être une nourriture pour les hommes? La consternation que semait Jésus parmi les juifs pourrait s'appliquer à nous aussi si nous ne répondons pas à une question fondamentale de notre vie chrétienne; «qui est Jésus?».
Beaucoup d'hommes et des femmes se sont posé cette même question bien avant nous et ils ont répondu personnellement, ils sont allés vers Jésus, ils l'ont suivi et ils jouissent d'une vie sans fin et pleine d'amour. «(…) Et moi je les ressusciterait au dernier jour» (cf. Jn 6,44). Juan Casiano exhortait ses moines leur disant: «Approchez vous de Dieu et Dieu s'approchera de vous, car ‘personne ne peut venir à Moi si le Père qui m'a envoyé ne l'attire vers Moi’. Dans l'Evangile nous entendons le Seigneur qui nous invite à aller vers lui ‘Venez à moi, vous tous qui peinez sous le poids du fardeau, et moi, je vous procurerai le repos’». Accueillons la Parole de l'Evangile qui nos rapproche de Jésus chaque jour, accueillons l'invitation de ce même Evangile à rentrer en communion avec Lui en mangeant sa chair, car «c'est la nourriture vrai, la chair du Christ, celui qui étant le Verbe, se fait chair pour nous» (Orígenes).