venerdì 31 agosto 2018

(Mt 25,14-30) Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

VANGELO DI SABATO 1 SETTEMBRE 2018.

Giorno liturgico: Sabato, XXIII settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Mt 25,14-30): In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.» Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: "Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque". "Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone". Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: "Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due". "Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone".» Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: "Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il talento sotterra: ecco qui il tuo". Il padrone gli rispose: "Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti"».




RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Venga il tuo Spirito, Signore, e ci trasformi interiormente con i suoi doni: crei in noi un cuore nuovo, affinché possiamo piacere a te e a conformarci alla tua Volontà. Per Cristo nostro signore. Amen.

Vi sarà capitato di fare un regalo? Penso di si... come rimarreste se dopo tanto tempo vi accorgeste che la persona a cui l' avete fatto, non l' ha neanche aperto? O se invece dopo qualche anno, ve lo ricicla e ve lo restituisce? Un po' così in fondo, ha diritto il Signore di rimanere deluso e offeso da noi. Chiediamo sempre, in continuazione e neanche apprezziamo quello che ci da, a cominciare dal dono della vita, a seguire alla nostra intelligenza e alla casa, la terra, il mare, i loro prodotti di cui nutrirci... Noi vogliamo sempre di più e pensiamo addirittura che possiamo sostituirci a Dio, nel creare in laboratorio prodotti sempre più grandi e più belli a vedersi, peccato che non abbiano quasi più sapore, dimenticando che Dio ce li offre per soddisfare il palato, ma noi vogliamo soddisfare la vista... belli fuori e insipidi dentro. Noi non siamo che guastatori della bellezza del creato, perché non mettiamo la nostra intelligenza al servizio di Dio, ma degli uomini, solo per soddisfare la nostra sete di denaro e di potere. Abbiamo invece tanti esempi di come si può ringraziare Dio di quello che ci ha dato, anche a livello spirituale, siamo in gradi di aprire ed apprezzare questi doni, o preferiamo lasciarli da una parte per paura di non esserne degni? Non ti chiedere se sei capace di aiutare ... fallo! Non ti porre dei limiti ... fidati dello Spirito Santo! Ad ognuno di noi il Signore ha fatto dei doni, a volte non li percepiamo, perché non riusciamo a vivere in comunicazione con Lui, talmente abbiamo messo il nostro ego al primo posto ed il nostro giudizio al posto di quello divino. Crediamo di saper fare tante cose, ma non riusciamo a fare le più semplici. Quando siamo piccoli, ci fidiamo della nostra mamma, appena sentiamo fame, basta un versetto e puntuale arriva la poppata..... non ci domandiamo niente, ci fidiamo e basta, perché non riusciamo a farlo con Dio? Ci aiuterà in tutto e per tutto appena glielo chiederemo, dobbiamo solo collaborare perché quel seme che ha seminato in noi possa fruttificare, possa crescere rigoglioso anche tra la zizzania che c'è nel nostro cuore... Chiedere a Gesù di estirpare da noi tutto il putridume che ci impedisce di essere liberi. Siamo stanchi e sfiduciati perché non ci rendiamo conto di essere noi gli artefici del nostro fallimento come uomini, anche se sembra che il male vinca sulla terra, non arrendiamoci; preghiamo e agiamo. Tutti noi, dal primo all'ultimo, siamo un esercito di anime, che ha armi potenti a disposizione, quelle che ci dà il Signore attraverso lo Spirito Santo, quindi, a meno che non scegliamo volontariamente di stare dalla parte del principe del male, proviamo a pregare ed invocare lo Spirito Santo per chiedere a Dio e alla sua Santissima Trinità: Ho riflettuto spesso su questa pagina del Vangelo, ma oggi vorrei pensare ad altro; a questi benedetti talenti così diversamente distribuiti !Da bambina ho imparato che Dio è buono e giusto, come conciliare questo con questa diversità di talenti? Come si spiega con il fatto che c'è chi nasce più fortunato e chi meno?Nell' 88 comperai un libro che si intitola
"ABBRACCIATA DALLA LUCE", che consiglio di leggere
file:///C:/Users/ISABELLA/Downloads/Eadie%20Betty%20J.%20-%20ABBRACCIATA%20DALLA%20LUCE%20(3).pdf in cui molte sono le risposte che,romanzate o no, a me piace accettare come probabili, specialmente da pag 42 in poi. Invece di pensare alla differenza di talenti,cerchiamo di non sprecarne neanche una briciola, perchè se non li facciamo fruttare,se non riusciamo ad unirli a quelli dei nostri fratelli,non riusciremo mai a raggiungere l'unità con Dio e con i fratelli, perchè per come la vedo io noi siamo una parte di un insieme.
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Comentario: Fra Albert SOLS i Lúcia
(Barcelona, Spagna)

Oggi, contempliamo la parabola dei talenti. In Gesù osserviamo (come) un periodo di cambio nello stile del suo messaggio: l’annunzio del Regno non si limita tanto a dimostrare la sua prossimità quanto a descrivere il suo contenuto mediante racconti: è l’ora delle parabole!

Un grand’uomo decide di intraprendere un lungo viaggio, e confida tutto il patrimonio ai suoi servitori. Poteva averlo distribuito in parti uguali, ma non lo fece così. Diede a ciascuno d’accordo alle sue capacità (cinque, due ed un talento). Con quel denaro ogni servitore poté capitalizzare l’inizio di un buon affare. I primi due si dedicarono ad amministrare i loro depositi, ma il terzo —per paura o per pigrizia— preferì nasconderlo evitando ogni investimento: si chiuse nella comodità della sua propria povertà.

Il signore ritornò e... richiese la resa dei conti (cf. Mt 25,19). Premiò il coraggio dei primi due che raddoppiarono il deposito affidato. Il comportamento con il servo “prudente” fu molto diverso.

Il messaggio della parabola continua ad essere di grande attualità. Le moderne democrazie camminano verso una separazione progressiva tra la Chiesa e lo Stato. Questo non è controproducente, anzi al contrario. Tuttavia, questa mentalità globale e progressiva racchiude un effetto secondario, pericoloso per i cristiani: essere l’immagine viva di quel terzo servo a chi il signore (figura biblica di Dio Padre) rimproverò molto severamente. Senza malizia, soltanto per comodità o paura, corriamo il pericolo di nascondere e ridurre la nostra fede cristiana al circolo privato della famiglia e degli amici intimi. Il Vangelo non può limitarsi ad una lettura e contemplazione sterile. Dobbiamo amministrare con coraggio e rischio la nostra vocazione cristiana nel proprio ambiente sociale e professionale proclamando la figura di Cristo con le parole e il testimonio.

Commenta Sant’Agostino: «quelli che predichiamo la parola di Dio ai popoli non siamo tanto lontani dalla condizione umana e dalla riflessione basata nella fede da non avvertire i nostri pericoli. Però ci conforta il fatto che, dove c’è il nostro pericolo a causa del ministero, li abbiamo l’aiuto delle vostre preghiere».

9 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI SABATO 1 SETTEMBRE 2018.

    Liturgical day: Saturday 21st in Ordinary Time

    Gospel text (Mt 25,14-30): Jesus told this parable to his disciples, «Imagine someone who, before going abroad, summoned his servants to entrust his property to them. He gave five talents of silver to one, then two to another, and one to a third, each one according to his ability; and he went away. He who received five talents went at once to do business with the money and gained another five. The one who received two did the same and gained another two. But the one with one talent dug a hole and hid his master's money.» After a long time, the master of those servants returned and asked for a reckoning. The one who received five talents came with another five talents, saying: ‘Lord, you entrusted me with five talents, but see I have gained five more with them’. The master answered: ‘Very well, good and faithful servant, since you have been faithful in a few things, I will entrust you with much more. Come and share the joy of your master’. Then the one who had two talents came and said: ‘Lord, you entrusted me with two talents; I have two more which I gained with them’. The master said: ‘Well, good and faithful servant, since you have been faithful in little things, I will entrust you with much more. Come and share the joy of your master’.» Finally, the one who had received one talent came and said: ‘Master, I know that you are an exacting man. You reap what you have not sown and gather what you have not invested. I was afraid, so I hid your money in the ground. Here, take what is yours’. But his master replied: ‘Wicked and worthless servant, you know that I reap where I have not sown and gather where I have not invested. Then you should have deposited my money in the bank, and you would have given it back to me with interest on my return. Therefore, take the talent from him, and give it to the one who has ten. For to all those who have, more will be given, and they will have an abundance; but from those who are unproductive, even what they have will be taken from them. As for that useless servant, throw him out into the dark where there will be weeping and gnashing of teeth’».

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    1. REFLECTION OF LELLA

      PRAYER: Thy Spirit, Lord, and transform us inwardly with his gifts: create in us a new heart, that we may please you and to conform to your will. Through Christ our Lord. Amen.

      You happened to make a gift? I think so ... as you'd be if you find you after a long time that the person to whom you did it, it did not even open? Or do they after a few years, I recycle, and I return it? A little so basically, the Lord has the right to be disappointed and offended by us. We always ask, again and again and even appreciate what he gives us, starting with the gift of life, to follow our intelligence and the house, the land, the sea, their products on which to feast ... We always want more, and we think that we can even replace us to God, in creating in the laboratory products bigger and more beautiful to look at, pity they did not almost more flavor, forgetting that God gave them offers to satisfy the palate, but we want satisfy the view ... beautiful inside out and tasteless. We are not that sappers of the beauty of creation, because we do not put our intelligence to the service of God, but of men, just to satisfy our thirst for money and power. Instead, we have many examples of how you can thank God for what he has given us, also on a spiritual level, we are able to open and appreciate these gifts, or prefer to leave them on one side for fear of not being worthy? Do not ask yourself if you can help ... do it! Do not set limits ... trusted the Holy Spirit! For each of us the Lord gave gifts, sometimes not perceive them, because we can not live in communication with him, so we put our ego in the first place and our judgment in place of the divine. We believe we know how to do many things, but we can not do the simplest. When we are small, we trust our mother, just feel hungry, just a verse and arrives on the feed ..... we do not ask anything, just trust us, because we can not do that with God? It will help us in every way just ask him, we just have to work because the seed he has sown in us can bear fruit, can grow lush even among the weeds that is in our heart ... Ask Jesus to eradicate from us all the filth that keeps us from being free. We are tired and disheartened because there we realize that we are the architects of our failure as men, although it seems that evil wins on earth, we surrender; pray and act. All of us, from first to last, we are an army of souls, which has powerful weapons available, those that the Lord gives us through the Holy Spirit, then, unless you voluntarily choose to take the side of the prince of evil, we try to pray and invoke the Holy Spirit to ask God and his Holy Trinity. I have often reflected on this page of the Gospel but today I want to think about anything else ; these talents so blessed distributed differently ! As a child I learned that God is good and just, how can we reconcile this with this diversity of talent ? As is explained by the fact that there are those who are born more fortunate and who is not? In ' 88 I bought a book called "
      Embraced by the Light" , which I recommend you read
      (file: /// C: /Users/ISABELLA/Downloads/Eadie%20Betty%20J.%20-%20ABBRACCIATA%20DALLA%20LUCE% 20 ( 3 ) .pdf ) in which there are many answers , fictional or not , I like to accept as probable , especially from page 42 onwards. Instead of thinking about the difference in talent , we try not to waste even a crumb , because if they do not bear fruit, if we can not unite with those of our brothers and sisters, we will never achieve unity with God and with each other , because for as I see it we are a part of a whole.

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    2. Comment Brother Albert SOLS i Lúcia
      (Barcelona, Spain)

      Today, we contemplate the parable of the Talents. Here, we can appreciate something like a change of style in Jesus' message: the announcement of the Kingdom is no longer limited to point out its nearness but to the description of its contents through stories: it is the time of the parables!

      A great man sets out to start a long trip, and entrusts his assets to his servants. He might have distributed them equally, but he preferred not to. He gave each one according to his abilities (five, two and one). Each servant could capitalize with that money the beginning of a good business. The two first servants did well administering their deposits, but the third one —through fear or laziness— preferred to hide it away and eluded any investment: he chose the comfort of his own poverty.

      The master came back... and asked for a reckoning. He rewarded the courage and foresight of the two first servants that were able to duplicate his entrusted deposits. But the treatment to the “cautious” servant was very different.

      Two thousand years later the message of this parable is still very much applicable. Modern democracies are moving towards a progressive separation between Church and State, which is not bad; rather on the contrary. However, this global and progressive mentality hides a secondary effect, which may be dangerous for us Christians: to become the living image of that third servant whom the master (biblical figure of God Father) scolded to with great severity. Without any malice, just out of comfort or fear, we are running the risk of hiding away and reducing our Christian faith to the private environment of our family and intimate friends. The Gospel should not be limited to a reading and sterile contemplation. With courage and risk, we have to manage our Christian vocation in our own social and professional environment, while proclaiming the figure of Christ with words and examples.

      St. Augustine cites: «Those of us who preach the word of God to the people are not so far away from human condition and from the thinking supported by faith that we may not realize our own dangers. But we are consoled by the fact that where our risk lies because of our Christian ministry, we have the help of your prayers».

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI SABATO 1 SETTEMBRE 2018.

    Día litúrgico: Sábado XXI del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Mt 25,14-30): En aquel tiempo, Jesús dijo a sus discípulos: «Un hombre, al ausentarse, llamó a sus siervos y les encomendó su hacienda: a uno dio cinco talentos, a otro dos y a otro uno, a cada cual según su capacidad; y se ausentó. Enseguida, el que había recibido cinco talentos se puso a negociar con ellos y ganó otros cinco. Igualmente el que había recibido dos ganó otros dos. En cambio, el que había recibido uno se fue, cavó un hoyo en tierra y escondió el dinero de su señor.» Al cabo de mucho tiempo, vuelve el señor de aquellos siervos y ajusta cuentas con ellos. Llegándose el que había recibido cinco talentos, presentó otros cinco, diciendo: ‘Señor, cinco talentos me entregaste; aquí tienes otros cinco que he ganado’. Su señor le dijo: ‘¡Bien, siervo bueno y fiel!; en lo poco has sido fiel, al frente de lo mucho te pondré; entra en el gozo de tu señor’. Llegándose también el de los dos talentos dijo: ‘Señor, dos talentos me entregaste; aquí tienes otros dos que he ganado’. Su señor le dijo: ‘¡Bien, siervo bueno y fiel!; en lo poco has sido fiel, al frente de lo mucho te pondré; entra en el gozo de tu señor’.» Llegándose también el que había recibido un talento dijo: ‘Señor, sé que eres un hombre duro, que cosechas donde no sembraste y recoges donde no esparciste. Por eso me dio miedo, y fui y escondí en tierra tu talento. Mira, aquí tienes lo que es tuyo’. Mas su señor le respondió: ‘Siervo malo y perezoso, sabías que yo cosecho donde no sembré y recojo donde no esparcí; debías, pues, haber entregado mi dinero a los banqueros, y así, al volver yo, habría cobrado lo mío con los intereses. Quitadle, por tanto, su talento y dádselo al que tiene los diez talentos. Porque a todo el que tiene, se le dará y le sobrará; pero al que no tiene, aun lo que tiene se le quitará. Y a ese siervo inútil, echadle a las tinieblas de fuera. Allí será el llanto y el rechinar de dientes’».

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    1. REFLEXIÓN LELLA

      ORACIÓN: Tu Espíritu, Señor, y transformarnos interiormente con sus dones: crear en nosotros un corazón nuevo, para que podamos complacerte y cumplir con su voluntad. Por Cristo nuestro Señor. Amen.

      Usted pasó a hacer un regalo? Yo creo que sí ... lo que sería si usted encuentra después de mucho tiempo de que la persona a la que lo hizo, ni siquiera abierto? ¿O es que al cabo de unos años, reciclar, y me lo devuelven? Un poco de lo que, básicamente, el Señor tiene el derecho a ser decepcionado y ofendido por nosotros. Siempre pedimos una y otra vez e incluso apreciar lo que él nos da, empezando por el don de la vida, para seguir nuestra la inteligencia y la casa, la tierra, el mar, los productos en los que a la fiesta ... Nosotros siempre queremos más, y creemos que incluso nos podemos reemplazar a Dios, en la creación de los productos de laboratorio más grande y más bonito de ver, es una pena no lo hicieron casi más sabor, olvidando que Dios les dio ofrece para satisfacer el paladar, pero queremos satisfacer la vista ... bella por dentro y sin sabor.
      No somos tan zapadores de la belleza de la creación, porque no ponemos nuestra inteligencia al servicio de Dios, sino de los hombres, sólo para satisfacer nuestra sed de dinero y poder. En cambio, tenemos muchos ejemplos de cómo se puede agradecer a Dios por lo que nos ha dado, también a nivel espiritual, son capaces de abrir y apreciar estos dones, o prefieren dejarlas a un lado por temor a no ser digno? No te preguntes si puede ayudar ... hacerlo! No establecer límites ... confiado en el Espíritu Santo! Para cada uno de nosotros el Señor dio dones, a veces no se percibe, porque no podemos vivir en comunicación con él, así que pusimos nuestro ego en el primer lugar y nuestro juicio, en lugar de lo divino. Creemos que sabemos hacer muchas cosas, pero no podemos hacer lo más simple. Cuando somos pequeños, confiamos en nuestra madre, apenas siente hambre, sólo un verso y llega a la alimentación ..... no pedimos nada, sólo confían en nosotros, porque no podemos hacer lo mismo con Dios? Nos ayudará en todos los sentidos sólo le pregunto, sólo tenemos que trabajar porque la semilla que ha sembrado en nosotros puede dar fruto, puede crecer exuberante incluso entre las malas hierbas que hay en nuestro corazón ... Pídele a Jesús que erradicar de nosotros toda la inmundicia que nos impide ser libres. Estamos cansados y desanimados porque no nos damos cuenta de que somos los arquitectos de nuestro fracaso como hombre, aunque parece que los triunfos del mal en la tierra, nos rendimos , orar y actuar. Todos nosotros, desde el primero al último, somos un ejército de almas, que cuenta con armas poderosas, las que el Señor nos da a través del Espíritu Santo, entonces, a menos que voluntariamente decide tomar el lado del príncipe del mal, tratamos de orar e invocar al Espíritu Santo para pedir a Dios ya su Santísima Trinidad:
      He reflexionado a menudo en esta página del Evangelio , pero hoy quiero pensar en otra cosa ; estos talentos tan bendecida distribuyen de manera diferente ! De niño aprendí que Dios es bueno y justo , ¿cómo podemos reconciliar esto con esta diversidad de talento ? Como se explica por el hecho de que hay personas que han nacido más afortunado y quién no ? En el '88 me compré un libro llamado
      " Abrazado por la Luz " , que le recomiendo que lea
      ( file: /// C : /Users/ISABELLA/Downloads/Eadie%20Betty%20J.%20-%20ABBRACCIATA%20DALLA%20LUCE% 20 ( 3 ) .pdf ) en el que hay muchas respuestas , de ficción o no, me gustaría aceptar como probable , sobre todo a partir de la página 42 en adelante. En lugar de pensar en la diferencia de talento , tratamos de no perder ni una miga , porque si ellos no dan fruto , si no podemos unirnos con aquellos de nuestros hermanos y hermanas , nunca vamos a lograr la unidad con Dios y entre sí , porque para como yo lo veo que somos una parte de un todo

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    2. Comentario: Fray Albert SOLS i Lúcia
      (Barcelona, España)

      Hoy contemplamos la parábola de los talentos. En Jesús apreciamos como un momento de cambio de estilo en su mensaje: el anuncio del Reino ya no se limita tanto a señalar su proximidad como a describir su contenido mediante narraciones: ¡es la hora de las parábolas!

      Un gran hombre decide emprender un largo viaje, y confía todo el patrimonio a sus siervos. Pudo haberlo distribuido por partes iguales, pero no lo hizo así. Dio a cada uno según su capacidad (cinco, dos y un talentos). Con aquel dinero pudo cada criado capitalizar el inicio de un buen negocio. Los dos primeros se lanzaron a la administración de sus depósitos, pero el tercero —por miedo o por pereza— prefirió guardarlo eludiendo toda inversión: se encerró en la comodidad de su propia pobreza.

      El señor regresó y... exigió la rendición de cuentas (cf. Mt 25,19). Premió la valentía de los dos primeros, que duplicaron el depósito confiado. El trato con el criado “prudente” fue muy distinto.

      El mensaje de la parábola sigue teniendo una gran actualidad. La separación progresiva entre la Iglesia y los Estados no es mala, todo lo contrario. Sin embargo, esta mentalidad global y progresiva esconde un efecto secundario, peligroso para los cristianos: ser la imagen viva de aquel tercer criado a quien el amo (figura bíblica de Dios Padre) reprochó con gran severidad. Sin malicia, por pura comodidad o miedo, corremos el peligro de esconder y reducir nuestra fe cristiana al entorno privado de familia y amigos íntimos. El Evangelio no puede quedar en una lectura y estéril contemplación. Hemos de administrar con valentía y riesgo nuestra vocación cristiana en el propio ambiente social y profesional proclamando la figura de Cristo con las palabras y el testimonio.

      Comenta san Agustín: «Quienes predicamos la palabra de Dios a los pueblos no estamos tan alejados de la condición humana y de la reflexión apoyada en la fe que no advirtamos nuestros peligros. Pero nos consuela el que, donde está nuestro peligro por causa del ministerio, allí tenemos la ayuda de vuestras oraciones».

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI SABATO 1 SETTEMBRE 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 21e Semaine: Samedi

    Texte de l'Évangile (Mt 25,14-30): «C'est comme un homme qui partait en voyage: il appela ses serviteurs et leur confia ses biens. A l'un il donna une somme de cinq talents, à un autre deux talents, au troisième un seul, à chacun selon ses capacités. Puis il partit. Aussitôt, celui qui avait reçu cinq talents s'occupa de les faire valoir et en gagna cinq autres. De même, celui qui avait reçu deux talents en gagna deux autres. Mais celui qui n'en avait reçu qu'un creusa la terre et enfouit l'argent de son maître.» Longtemps après, leur maître revient et il leur demande des comptes. Celui qui avait reçu les cinq talents s'avança en apportant cinq autres talents et dit: ‘Seigneur, tu m'as confié cinq talents; voilà, j'en ai gagné cinq autres’. ‘Très bien, serviteur bon et fidèle, tu as été fidèle pour peu de choses, je t'en confierai beaucoup; entre dans la joie de ton maître’. Celui qui avait reçu deux talents s'avança ensuite et dit: ‘Seigneur, tu m'as confié deux talents; voilà, j'en ai gagné deux autres’. ‘Très bien, serviteur bon et fidèle, tu as été fidèle pour peu de choses, je t'en confierai beaucoup; entre dans la joie de ton maître’.» Celui qui avait reçu un seul talent s'avança ensuite et dit: ‘Seigneur, je savais que tu es un homme dur: tu moissonnes là où tu n'as pas semé, tu ramasses là où tu n'as pas répandu le grain. J'ai eu peur, et je suis allé enfouir ton talent dans la terre. Le voici. Tu as ce qui t'appartient’. Son maître lui répliqua: ‘Serviteur mauvais et paresseux, tu savais que je moissonne là où je n'ai pas semé, que je ramasse le grain là où je ne l'ai pas répandu. Alors, il fallait placer mon argent à la banque; et, à mon retour, je l'aurais retrouvé avec les intérêts. Enlevez-lui donc son talent et donnez-le à celui qui en a dix. Car celui qui a recevra encore, et il sera dans l'abondance. Mais celui qui n'a rien se fera enlever même ce qu'il a. Quant à ce serviteur bon à rien, jetez-le dehors dans les ténèbres; là il y aura des pleurs et des grincements de dents!’».

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Que vienne ton Esprit, Seigneur, et qu'il nous transforme intérieurement avec ses dons: qu'il créer en nous un cœur nouveau, afin que nous puissions s'il te plaît nous conformer à ta volonté. Par le Christ notre Seigneur. Amen.

      - Est-ce qu'il vous sera arrivé de faire un cadeau? Je le pense oui.. comment réagiriez-vous si après tant de temps vous verrez que la personne à qui vous l'avez fait ne l'a même pas ouvert? Ou si après quelques années, elle le recycle et vous le rend? C'est un peu ainsi le Seigneur à le droit d'être déçu, et vexé par nous. Nous demandons toujours, en continu et nous n'apprécions pas non plus ce qu'il nous donne, à commencer par le don de la vie, à suivre par notre intelligence et par la maison, la terre, la mer, et leurs produits dont nous nous nourrissons...Nous voulons toujours plus, et nous pensons que nous pouvons même nous substituer à Dieu, en créant des produits de laboratoire plus grand et plus beau à regarder, dommage qu'ils n'ont presque plus de saveur, oubliant que Dieu nous les à offert pour satisfaire nos palais, mais nous voulons satisfaire notre vue ... beau à l'intérieur et insipide au dehors..Nous ne sommes pas que des gouteur de beauté de la création, parce que nous ne mettons pas notre intelligence au service de Dieu, mais à celui des hommes, seulement pour satisfaire notre soif d'argent et de pouvoir. Est-ce que nous avons beaucoup d'exemples de la manière que l'on peut remercier Dieu de ce qu'il nous a donné, au niveau spirituel aussi, est-ce que nous sommes apte à ouvrir et à apprécier ces dons, ou est-ce que nous préférons les laisser de cotés par peur d'en être ou pas? Ne te demande pas si tu es capable d'aider... fait le ! Ne te pose pas de limites... fait confiance à l'Esprit Saint! À chacun de nous le Seigneur a fait des dons, parfois nous ne les percevons pas, parce que nous ne réussissons pas à vivre en communication avec Lui, tellement nous avons mis notre ego à la premier place et notre jugement à la place du divin. Nous croyons savoir faire beaucoup de choses, mais nous ne réussissons pas à faire le plus simples. Quand nous sommes petits, nous nous fions à notre maman, dès que nous avons faim, il suffit de verset une larme et ponctuellement la tétée arrive..... est-ce que nous ne nous demandons rien, est-ce que nous nous fions et cela suffit, pourquoi nous ne réussissons pas à le faire avec Dieu? Il nous aidera en tout et pour tout dès que nous le lui demanderons, nous devons collaborer seulement pour que cette graine qu'il a semé en nous puisse fructifier, puisse grandir luxuriant aussi entre la zizanie qui est dans notre coeur. Demander à Jésus d'extirper de nous toute la pourriture qui nous empêche d'être libres..... Nous sommes fatigués et découragé parce que nous ne nous rendons pas compte que nous sommes les auteurs de notre faillite en temps qu'hommes, même s'il semble que le mal gagne sur la terre, ne nous rendons pas; prions et agissons. Nous tous, du premier au dernier, nous sommes une armée d'âmes, qui a des armes puissantes à disposition, celles qu'il nous donne à travers l'Esprit Saint, donc, à moins que nous ne choisissons pas volontairement de rester du cotés du prince du mal, essayons de prier et invoquer l'Esprit Saint pour demander à Dieu et à sa Très sainte Trinité. J'ai souvent réfléchi sur cette page de l'Évangile, mais aujourd'hui je voudrais penser à autre chose; à ces talents bénits si différemment distribués! Etant fillette j'ai appris que Dieu est bon et juste, comment concilier ceci avec cette diversité de talents?
      Comment s'explique avec le fait qu'il y en est qui naissent plus chanceux et d'autres moins?

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    2. SUITE : En 88 j'ai acheté un livre "qui s'intitule "ENLACÉE PAR LE LUMIERE",che je conseille de lire
      file: ///C:/Users/ISABELLA/Download/Eadie%20Betty%20J.%20-%20ABBRACCIATA%20DALLA%20LUCE%20(3).pdf dans lequel beaucoup sont des réponses, est-il romancées ou non, à moi il me plaît de l'accepter comme probables, spécialement la
      page 42. Au lieu de penser à la différence de talents, tâchons de ne pas non plus en gaspiller une miette, parce que si nous ne les faisons pas rapporter, si nous ne réussissons pas à les unir à ceux de nos frères, nous ne réussirons jamais à atteindre l'unité avec Dieu et avec les frères, parce que pour comme je la vois moi, nous faisons partie d'un ensemble.

      Commentaire de l'Abbé Albert SOLS i Lúcia
      (Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui, nous contemplons la parabole des talents. Nous constatons un changement de style dans le message de Jésus: l'annonce du Royaume ne se limite plus à nous signaler son approche mais plutôt à nous raconter ce qu'il contient par des descriptions: c'est l'heure des paraboles!

      Un grand homme décide d'entreprendre un long voyage, et confie tout son patrimoine à ses serviteurs. Il aurait pu en effet le répartir en parties égales, mais ne l'a pas fait ainsi. Il donne à chacun selon ses capacités (cinq, deux et un talent). Avec cet argent chaque serviteur peut capitaliser le début d'un commerce. Les deux premiers se lancent dans l'administration de leurs dépôts, mais le troisième, par crainte ou par paresse, préfère le garder en évitant tout investissement: il s'est enfermé dans le confort de sa pauvreté.

      Le Seigneur revient et exige qu'on lui rende des comptes (cf. Mt 25,19). Il récompense le courage des deux premiers qui avaient doublé les sommes qu'il leur avait confiées. Sa réaction envers le serviteur “prudent” fut tout autre.

      Deux mille ans après, le message de cette parabole est toujours d'actualité. Les démocraties modernes se dirigent vers une séparation progressive entre l'Église et l'État. Cela n'est pas mauvais, au contraire. Néanmoins, cette mentalité globale et progressive cache un effet secondaire, dangereux pour les chrétiens: devenir l'image vivante du troisième serviteur qui se fait réprimander sévèrement par son Maître (figure biblique de Dieu le Père). Sans aucune malice, par confort ou par crainte, nous courons le risque de cacher et réduire notre foi chrétienne aux membres de notre famille et amis intimes. On ne peut pas se contenter d'une simple lecture et d'une contemplation stérile de l'Évangile. Nous devons gérer avec courage, et en prenant des risques, notre vocation chrétienne dans notre milieu social et professionnel, en proclamant le Christ par des paroles et par des témoignages.

      Saint Augustin dit: «Nous qui prêchons la parole de Dieu aux peuples nous ne sommes pas si éloignés de la condition humaine et de la réflexion appuyée sur la foi au point de ne plus voir nos dangers. Mais cela nous console de savoir que là où il y a des dangers à cause de notre ministère, là aussi nous avons l'aide de vos prières».

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