giovedì 2 agosto 2018

(Mt 13,54-58) Non è costui il figlio del falegname? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?

VANGELO DI VENERDI 3 AGUSTO 2018.

Giorno liturgico: Venerdì, XVII settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Mt 13,54-58): In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.





RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni o Spirito Santo e aiutami a capire come sentirmi parte di quel popolo che ascolta e vive Gesù.

Questa pagina del Vangelo mette in risalto quanto, proprio le persone per cui Gesù era venuto, per coloro che presiedevano il culto nel tempio, sia così difficile accettare di aprire il cuore e la mente al Cristo. Sarà che si sentono dotti, che credono di non aver nulla da imparare dalle scritture più di quello che hanno studiato, che invece di facilitarli , gli impedisce di andare oltre. Gesù era entrato lì appena dodicenne e i dottori del tempio si erano meravigliati di tanta sapienza; ma poi che cosa è cambiato? Ora Gesù non si limitava a dire loro quello che era giusto secondo il volere di Dio, non si fermava alla teoria, ma era passato alla pratica, e li spingeva alla pratica nel nome di Dio. La legge di Dio non è solo una legge scritta da imparare a memoria e decantare, ma è adesione alla parola e alla persona che è la parola stessa. "In principio era il verbo,il verbo era presso Dio, il verbo era Dio" Gv 1,1 Ma quando uno non vuole aprire il suo cuore, non permette che il Signore apra la sua mente; tutti coloro che si oppongono a Dio, che gli parlano sopra, non ascoltano la sua voce e si fermano ai loro pre-giudizi. Proprio così fecero i cosiddetti sapienti, che videro in Gesù, solo il figlio del falegname e non riuscirono ad andare oltre. Oggi mi chiedo e vi invito a porvi la stessa domanda: che cosa è cambiato in me da quando Gesù è entrato nella mia vita? Quanto riesco a lavorare su me stessa per far si che la sua parola sia aderente con la mia vita? Comprendo che le parole di Gesù mi riguardano personalmente?

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Comentario: Fra. D. Jordi POU i Sabater
(Sant Jordi Desvalls, Girona, Spagna)

Oggi, come ieri, parlare di Dio a chi ci conosce da sempre è difficile. Nel caso di Gesù, san Giovanni Crisostomo dice: «Quelli di Nazareth lo ammirano, ma questa ammirazione non li porta a credere ma ad essere gelosi, è come se dicessero: 'Perché lui e non io?'». Gesù conosceva bene quelli che, piuttosto che ascoltarlo, si scandalizzavano. Erano parenti, amici, vicini di casa che stimava, ma sono proprio loro quelli che non riceveranno il suo messaggio di salvezza.

Noi, -che non possiamo fare miracoli e non abbiamo la santità di Cristo-, non provocheremo l'invidia (anche se a volte può accadere se davvero cerchiamo di vivere cristianamente). In ogni modo, succede spesso, come a Gesù, che coloro che amiamo e apprezziamo sono quelli che meno ci ascoltano. In questo senso, dobbiamo ricordare anche che i difetti si vedono di più che le virtù, e che coloro che sono stati con noi per anni possono dire nel suo interno: -Tu che stavi facendo (o fai) questo o quello, che cosa vuoi insegnare a me?

Predicare o parlare di Dio tra la gente del nostro paese o famiglia è difficile, ma necessario. Inutile dire che quando Gesù va a casa sua è preceduto dalla fama dei suoi miracoli e della sua parola. Forse abbiamo bisogno anche noi, un po', di stabilire una certa fama di santità al di fuori (e dentro) di casa prima di "predicare" quelli di casa nostra.

San Giovanni Crisostomo aggiunge nel suo commento: «Guarda, ti prego, nella gentilezza del Maestro; non li punisce per no ascoltarlo, piuttosto dice con dolcezza: Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua» ( Mt 13,57). E' chiaro che Gesù sarebbe partito triste, ma continuerebbe a pregare affinché la sua parola di salvezza fosse ben accolta da i suoi. E noi (che niente avremo da perdonare o ignorare), chissà se dovremmo pregare affinché la parola di Gesù venga a coloro che amiamo, ma che non vogliono ascoltare.

6 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI VENERDI 3 AGUSTO 2018.

    Liturgical day: Friday 17th in Ordinary Time

    Gospel text (Mt 13,54-58): Jesus went to his hometown and taught the people in their synagogue. They were amazed and said, «Where did He get this wisdom and these special powers? Isn't He the carpenter's son? Isn't Mary his mother and aren't James, Joseph, Simon and Judas his brothers? Aren't all his sisters living here? How did he get all this?». And so they took offense at him. Jesus said to them, «The only place where prophets are not welcome is their hometown and in their own family». And He did not perform many miracles there because of their lack of faith.

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER: Come, or Holy Spirit, and help me understand how to feel part of that people who listen and live Jesus.

    This page of the Gospel highlights how much the people for whom Jesus had come, for those who presided over worship in the temple, it is so difficult to accept to open the heart and mind to Christ.
    It will be that they feel learned, who believe they have nothing to learn from scriptures more than they have studied, which instead of facilitating them, prevents them from going further. Jesus had come there just twelve and the doctors of the temple were astonished with such wisdom; But then what has changed?
    Now Jesus was not just telling them what was right according to God's will, he did not stop at the theory, but he went to practice and urged them to practice in the name of God. God's law is not just a written law To be memorized and decanted, but it is adherence to the word and person that is the word itself. "In the beginning was the verb, the verb was with God, the verb was God" Jn 1,1 But when one does not want to open his heart, he does not allow the Lord to open his mind; All those who oppose God, who speak to him above, do not listen to his voice and stop at their pre-judgments. Just so did the so-called wise men, who saw in Jesus, only the carpenter's son and could not go any further. Today I ask and I invite you to ask the same question: what has changed in me since Jesus entered my life? How much can I work on myself to make her word adhere to my life? Do I understand that the words of Jesus personally concern me?

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    1. Comment di Brother. Jordi POU i Sabater
      (Sant Jordi Desvalls, Girona, Spain)

      Today, as in yesteryears, to speak about God to those we know is a difficult thing to do. In a commentary about Jesus, St. John Chrysostom says: «The villagers of Nazareth do admire him, but their admiration does not go to the point of believing in him but, rather, of feeling envious, as if meaning: ‘Why him and not I’». Jesus knew quite well those who, instead of listening to him, took offense at him. They were his relatives, friends, neighbors He appreciated, but precisely to whom He will not be able to let them have his message of salvation.

      We —that cannot work out miracles or have Christ's saintliness— will not incite envies (though, at times, if we are really trying to live as true Christians, we may actually do). However, come what may, we shall often find that those we love the most are those who could not care less about listening to us. To this effect, we must also bear in mind that shortcomings are easier to spot than virtues and, accordingly, those closer to us may wonder: —What are you trying to teach me, who used to do (or still does) this or that?

      To preach or speak about God with our own people or family may be difficult but necessary. It must be said that when He was going back home, Jesus was preceded by his miracles and his word. Maybe, in our case, we may need a certain reputation for saintliness, whether at home or away, before “preaching” to those at home.

      In his previous comment St. John Chrysostom adds: «Please look at the Master's kindness: He does not punish them for not listening to him but He tells them sweetly: ‘The only place where prophets are not welcome is their hometown and in their own family’» (Mt 13:57)». It is evident Jesus would leave somewhat sadly but nonetheless He would proceed with his preaching until his word of salvation would be welcome by his own people. Likewise, we (that have nothing to forgive or oversee) will have to preach so that Jesus' word reaches those that we love but do not want to listen to us.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI VENERDI 3 AGUSTO 2018.

    Día litúrgico: Viernes XVII del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Mt 13,54-58): En aquel tiempo, Jesús viniendo a su patria, les enseñaba en su sinagoga, de tal manera que decían maravillados: «¿De dónde le viene a éste esa sabiduría y esos milagros? ¿No es éste el hijo del carpintero? ¿No se llama su madre María, y sus hermanos Santiago, José, Simón y Judas? Y sus hermanas, ¿no están todas entre nosotros? Entonces, ¿de dónde le viene todo esto?». Y se escandalizaban a causa de Él. Mas Jesús les dijo: «Un profeta sólo en su patria y en su casa carece de prestigio». Y no hizo allí muchos milagros, a causa de su falta de fe.

    REFLEXIÓN LELLA

    ORACIÓN: Ven Espíritu Santo y ayúdame a entender cómo se sienten parte de la gente que la escucha y Jesús vivo.

    Esta página del Evangelio pone de relieve cómo, la misma gente que Jesús había venido, para los que presidió el culto en el templo, no es tan difícil de aceptar para abrir sus corazones y mentes a Cristo.
    ¿Se sentirá académicos, que creen que no tienen nada que aprender de la mayor parte de las escrituras lo que han estudiado, que en lugar de facilitar ellas, le impide pasarse. Jesús había ido allí sólo doce años de edad y los doctores del templo se sorprendieron de que tanto la sabiduría; pero entonces, ¿qué ha cambiado? Ahora Jesús no sólo les digo lo que era correcto de acuerdo a la voluntad de Dios, no se detuvo en la teoría, pero había sido la práctica, y los instó a ejercer en el nombre de Dios. La ley de Dios no es sólo una ley escrita memorizar y decantar, pero la adhesión a la palabra y la persona que es la palabra misma. "En el principio era la Palabra, la Palabra estaba con Dios, la Palabra era Dios" Jn 1,1
    Pero cuando uno no quiere abrir su corazón, que no permite que el Señor abra su mente; todos los que se oponen a Dios, que hablan más arriba, no escuchan su voz y detener sus pre-juicios.
    Para que lo que hicieron los llamados sabios, que vieron en Jesús, el hijo de sólo el carpintero y no pudieron ir más allá. Hoy te pido e invitarle a que se pregunta la misma pregunta: ¿qué ha cambiado en mí desde que Jesús entró en mi vida? ¿Cómo puedo trabajar en mi mismo para asegurarse de que su palabra está al ras con mi vida? Tengo entendido que las palabras de Jesús me afectan personalmente?

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    1. Comentario: Fray. D. Jordi POU i Sabater
      (Sant Jordi Desvalls, Girona, España)

      Hoy, como ayer, hablar de Dios a quienes nos conocen desde siempre resulta difícil. En el caso de Jesús, san Juan Crisóstomo comenta: «Los de Nazaret se admiran de Él, pero esta admiración no les lleva a creer, sino a sentir envidia, es como si dijeran: ‘¿Por qué Él y no yo?’». Jesús conocía bien a aquellos que en vez de escucharle se escandalizaban de Él. Eran parientes, amigos, vecinos a quienes apreciaba, pero justamente a ellos no les podrá hacer llegar su mensaje de salvación.

      Nosotros —que no podemos hacer milagros ni tenemos la santidad de Cristo— no provocaremos envidias (aun cuando en ocasiones pueda suceder si realmente nos esforzamos por vivir cristianamente). Sea como sea, nos encontraremos a menudo, como Jesús, con que aquellos a quienes más amamos o apreciamos son quienes menos nos escuchan. En este sentido, debemos tener presente, también, que se ven más los defectos que las virtudes y que aquellos a quienes hemos tenido a nuestro lado durante años pueden decir interiormente: —Tú que hacías (o haces) esto o aquello, ¿qué me vas a enseñar a mí?

      Predicar o hablar de Dios entre la gente de nuestro pueblo o familia es difícil pero necesario. Hace falta decir que Jesús cuando va a su casa está precedido por la fama de sus milagros y de su palabra. Quizás nosotros también necesitaremos, un poco, establecer una cierta fama de santidad fuera (y dentro) de casa antes de “predicar” a los de casa.

      San Juan Crisóstomo añade en su comentario: «Fíjate, te lo ruego, en la amabilidad del Maestro: no les castiga por no escucharle, sino que dice con dulzura: ‘Un profeta sólo en su patria y en su casa carece de prestigio’ (Mt 13,57)». Es evidente que Jesús se iría triste de allí, pero continuaría rogando para que su palabra salvadora fuera bien recibida en su pueblo. Y nosotros (que nada habremos de perdonar o pasar por alto), lo mismo tendremos que orar para que la palabra de Jesús llegue a aquellos a quienes amamos, pero que no quieren escucharnos.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI VENERDI 3 AGUSTO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire- 17e Semaine: Vendredi

    Texte de l'Évangile (Mt 13,54-58): Jésus alla dans son pays, et il enseignait les gens dans leur synagogue, de telle manière qu'ils étaient frappés d'étonnement et disaient: «D'où lui viennent cette sagesse et ces miracles? N'est-il pas le fils du charpentier? Sa mère ne s'appelle-t-elle pas Marie, et ses frères: Jacques, Joseph, Simon et Jude? Et ses soeurs ne sont-elles pas toutes chez nous? Alors, d'où lui vient tout cela?». Et ils étaient profondément choqués à cause de lui. Jésus leur dit: «Un prophète n'est méprisé que dans sa patrie et dans sa propre maison». Et il ne fit pas beaucoup de miracles à cet endroit-là, à cause de leur manque de foi.

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: Viens ô Esprit Saint et veille sur moi; aide-moi à comprendre et à me sentir partie de ce peuple qui vivait Jésus.

    Cette page de l'Évangile met vraiment en contraste combien, les gens pour lesquels Jésus était venu, pour ceux qui présidaient le culte dans le temple, sois si difficile d'accepter d'ouvrir leur coeur et leur esprit au Christ. Ce sera parce qu'ils se sentent savants, qu'ils croient ne pas avoir à apprendre plus des écritures que ce qu'ils ont étudié, qu'au lieu de les faciliter, il les empêche d'aller au-delà. Jésus était entré là dès ses douze ans et les docteurs du temple s'étaient émerveillés de tant de savoir; mais ensuite qu'est-ce qui a changé? Maintenant Jésus ne se limitait plus à leur dire ce qui était juste selon le vouloir de Dieu, il ne s'arrêtait pas à la théorie, mais il était passé à la pratique, et il les poussait au nom de Dieu. La loi de Dieu n'est pas seulement une loi écrite pour apprendre par coeur et décanter, mais c'est l'adhésion à la Parole et à la personne qui est la Parole même. "Au commencement c'était le verbe, le verbe était près de Dieu, le verbe était Dieu" Gv 1,1 Mais quand quelqu'un ne veut pas ouvrir son coeur, il ne permet pas que le Seigneur ouvre son esprit; tout ceux qui s'opposent à Dieu, qui parlent quand Lui parle, n'écoutent pas sa voix et s'arrêtent à leurs pré-jugements. C'est vraiment ainsi que firent Les soi-disant savants, qui virent en Jésus, seulement le fils du menuisier et ils ne réussirent pas à aller au-delà.
    Aujourd'hui je me demande et je vous invite à vous posez la même question: qu'est-ce qui a changé en moi depuis que Jésus est entré dans ma vie? Comment je réussis à travailler sur moi même pour faire que sa Parole adhère à ma vie? Est-ce que je comprends que les Paroles de Jésus me concernent personnellement?

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    1. Commentaire de l'Abbé Jordi POU i Sabater
      (Sant Jordi Desvalls, Girona, Espagne)

      Aujourd'hui, comme hier, il nous est difficile de parler de Dieu à ceux qui nous connaissent depuis toujours. Dans le cas de Jésus, Saint Jean Chrysostome, disait: «Les gens de Nazareth l'admirent, mais cette admiration au lieu de leur inspirer la foi, leur inspire la jalousie, c'est comme s'ils se disaient ‘pourquoi Lui et pas moi?’». Jésus connaissait bien ceux qui au lieu de l'écouter se scandalisaient de ses paroles. C'était des parents, des amis, des voisins qui lui étaient chers, mais c'est justement à eux qu'Il ne réussira pas à faire entendre son message de salut.

      Nous, qui ne pouvons pas faire de miracles et qui n'avons pas la sainteté de Jésus, nous ne susciterons pas la jalousie (même si parfois cela peut arriver quand nous nous efforçons réellement de vivre en chrétien). Mais quoi qu'il en soit, comme à Jésus, il nous arrivera souvent que ceux que nous aimons et qui nous sont chers ne nous écoutent pas. Dans ces circonstances, nous devons nous rappeler que ceux qui ont toujours été très proches de nous voient davantage nos défauts que nos vertus et qu'ils peuvent se dire: —Toi qui faisais ça ou qui fait ça, tu n'as rien à m'apprendre.

      Prêcher ou parler de Dieu aux gens de notre entourage ou de notre famille est difficile mais nécessaire. Il faut dire, tout de même, que lorsque Jésus rentre chez lui, la renommée de ses paroles et de ses miracles le précèdent. Peut-être que nous aussi nous devrions établir une certaine réputation de sainteté en dehors (et à l'intérieur) de nos maisons avant de prêcher à nos proches.

      Sain Jean Chrysostome ajoute ce commentaire: «Je t'en prie, regarde l'amabilité du Maître: il ne les punit pas parce qu'ils ne l'écoutent pas, mais au contraire il leur dit avec douceur: ‘Un prophète n'est méprisé que dans sa patrie et dans sa propre maison’ (Mt 13,57)». Il est évident que Jésus s'en alla de là très triste, mais Il continu à prier pour que son message de salut parvienne à ceux de son village. Et nous (qui ne devrons rien pardonner ou excuser), nous devrons également prier pour que le message de Jésus parvienne à ceux qui nous sont chers, mais qui ne veulent pas nous écouter.

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