VANGELO DI DOMENICA 1 LUGLIO 2018.
Giorno liturgico: XIII Domenica (B) del Tempo Ordinario
Testo
del Vangelo (Mc 5,21-43): In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo
in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava
lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il
quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza:
«La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia
salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva
intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e
aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi
averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare
di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva
infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E
subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era
guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che
era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie
vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe
intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per
vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante,
sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse
tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata.
Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando
dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta.
Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano,
disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non
permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni,
fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli
vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro:
«Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo
deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la
madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la
bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che
significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si
alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande
stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo
e disse di darle da mangiare.
RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA: O mio Santo Spirito,
confortami.Con la Tua sapienza, consigliami.Con il Tuo amore,
riempimi.Con la Tua luce, illuminami.Fa che ogni tua parola diventi la
mia parola, per testimoniare la parola che porta luce e vita eterna in
ogni cuore.
Marco in questo 5° capitolo del suo Vangelo ci ha
accompagnato in questo andare e tornare di Gesù e degli apostoli da una
riva all’altra del mar Morto. Gesù acclamato dalla folla e Gesù
scacciato da chi ha altri interessi; come abbiamo visto nel vangelo di
ieri, quindi possiamo vedere come l’incontro con lo stesso uomo sia
accolto in maniera diversa, come nulla cambi nell’ accoglienza del
figlio di Dio in base a quello che Lui offre, ma in base a quanto il
cuore dell’uomo è disposto ad aprirsi.
Torna quindi sull’altra riva
con i suoi discepoli e trova la folla che lo aspetta, si accalca e lo
tocca. Immaginate quante mani lo abbiano sfiorato, si siano aggrappate a
Lui, ma c’è un tocco che non gli sfugge, che si distingue dagli altri:
il tocco di chi l’ ha cercato con la spasmodica attesa di chi crede il
Lui, di chi ha fiducia cieca, di chi vuole essere salvato e immerge con
quel suo tocco tutta la sua anima in quell’incontro.La donna rappresenta
tutte quelle persone con delle ferite interiori che cercano la
guarigione, ma quelle ferite così intime, che a volte non si vedono, ci
debbono far pensare a quanto possano sanguinare, quanto possano
indebolire e rendere fragili, specialmente quando ci troviamo davanti ad
una persona che reagisce alle cose della vita, in maniera che ci può
sembrare errata. Anche Giairo si fa presso Gesù, crede sicuramente in
Lui, nei suoi poteri di guaritore, altrimenti non si esporrebbe così
(lui è uno dei capi della Sinagoga) e sappiamo bene che Gesù non era
accettato dalla maggior parte di loro come il Messia.Hanno appena
comunicato che la figlia è morta, ma Gesù dopo aver guarito la donna si
rivolge a lui e dice: «Non temere, soltanto abbi fede!».Si reca a casa
sua e trova la gente che piangeva disperata, allontana tutti ed alla
presenza della mamma e del papà assicurò che la piccola non era morta,
ma dormiva e le ordinò di alzarsi. La fanciulla immediatamente si alzò e
si mise a camminare. Una cosa ancora per analizzare il comportamento di
Gesù, chiede all’uomo d’avere fede e ai parenti perché si agitano e
piangono, sembra quasi una domanda senza senso, la bambina è morta, ed
il dolore umano sfoga nel pianto, ma è evidente che Gesù lega tra loro
vari elementi, ma non si esprime operando il miracolo apertamente, come
fa in altre occasioni, perché? Lo deridevano…alcuni dei presenti, che
molto probabilmente era lì a piangere a pagamento (cosa in vigore
all’epoca) e che quindi non era spinto dall’amore per la fanciulla a
quelle lacrime, non essendo effettivamente addolorato non era
interessato al fatto che la ragazza si salvasse, quindi non avendo
niente che gli stesse a cuore da chiedere a Gesù, si permetteva di
deriderlo e di rifiutarlo. Vediamo che quello che chiede è una nuova
visione della vita e della morte, un superare le idee terrene della
morte come la fine di tutto, perché Gesù che dice perché piangete, non è
morta, sta dormendo è colui che crede nella resurrezione. Gesù quindi
fa distinzione tra chi lo prega con cuore sincero e chi no, scaccia via
chi finge dolore, allontana gli ipocriti; torniamo a scoprire che nessun
peccatore è allontanato da Gesù, neanche il peggiore, ma l’ipocrita si.
_________________________________________
Comentario: Fray Valentí SERRA i Fornell
(Barcelona, Spagna)
Oggi
san Marco ci presenta una valanga di bisognosi che si avvicina a
Gesù-Salvatore alla ricerca di consolazione e salute. Non solo, quel
giorno si fece strada tra la folla un uomo chiamato Giairo, il capo
della sinagoga, per implorare la salute per la sua figliola: «La mia
figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e
viva» (Mc 5,23).
Forse quell’uomo conosceva di vista Gesù,
avendolo incontrato tante volte nella sinagoga e, trovandosi così
disperato, decise di invocare il suo aiuto. In ogni caso, Gesù,
percependo la fede di quel padre afflitto, ascoltò la sua richiesta;
solo che mentre si dirigeva verso la sua casa arrivò la notizia che la
bambina era già morta e che era inutile disturbarlo: «Tua figlia è
morta. Perché disturbi ancora il Maestro?» (Mc 5,35).
Gesù,
rendendosi conto della situazione, chiese a Giairo che non si lasciasse
influenzare dal pessimismo dell’ambiente, dicendogli: «Non temere,
soltanto abbi fede!» (Mc 5,36). Gesù chiese a quel padre una fede più
grande, capace di andare più in là dei dubbi e della paura. Arrivato a
casa di Giairo, il Messia ridiede la vita alla bambina con le parole:
«Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!» (Mc 5,41).
Anche
noi dovremmo avere più fede, quella fede che non dubita di fronte alle
difficoltà e alle prove della vita e che sa maturare nel dolore mediante
la nostra unione con Cristo, così come ci suggerisce Papa Benedetto XVI
nella sua enciclica Spe Salvi (Nella speranza siamo salvati): «Non è lo
scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l'uomo,
ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di
trovare senso mediante l'unione con Cristo, che ha sofferto con infinito
amore».
Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
VERSIONE IN INGLESE DI DOMENICA 1 LUGLIO 2018.
RispondiEliminaLiturgical day: Sunday 13th (B) in Ordinary Time
Gospel text (Mc 5,21-43): Jesus crossed to the other side of the lake and while He was still on the shore, a large crowd gathered around him. Jairus, an official of the synagogue, came up and seeing Jesus, threw himself at his feet and asked him earnestly, «My little daughter is at the point of death. Come and lay your hands on her so that she may get well and live». Jesus went with him and many people followed, pressing from every side. Among the crowd was a woman who had suffered from bleeding for twelve years. She had suffered a lot at the hands of many doctors and had spent everything she had, but instead of getting better, she was worse. Since she had heard about Jesus, this woman came up behind him and touched his cloak thinking, «If I just touch his clothing, I shall get well». Her flow of blood dried up at once, and she felt in her body that she was healed of her complaint. But Jesus was conscious that healing power had gone out from him, so he turned around in the crowd and asked, «Who touched my clothes?». His disciples answered, «You see how the people are crowding around you. Why do you ask who touched you?». But he kept looking around to see who had done it. Then the woman, aware of what had happened, came forward trembling and afraid. She knelt before him and told him the whole truth. Then Jesus said to her, «Daughter, your faith has saved you; go in peace and be free of this illness». While Jesus was still speaking, some people arrived from the official's house to inform him, «Your daughter is dead. Why trouble the Master any further?». But Jesus ignored what they said and told the official, «Do not fear, just believe». And He allowed no one to follow him except Peter, James and John, the brother of James. When they arrived at the house, Jesus saw a great commotion with people weeping and wailing loudly. Jesus entered and said to them, «Why all this commotion and weeping? The child is not dead but asleep». They laughed at him. But Jesus sent them outside and went with the child's father and mother and his companions into the room where the child lay. Taking her by the hand, he said to her, «Talitha kumi!» which means: “Little girl, get up!”. The girl got up at once and began to walk around. (She was twelve years old.) The parents were astonished, greatly astonished. Jesus strictly ordered them not to let anyone know about it, and told them to give her something to eat.
REFLECTION OF LELLA
EliminaPRAYER: O my Holy Spirit, comfort me. With Your wisdom, advise me. With your love, fill me. With your light, enlighten me. Let your every word becomes my word, to bear witness to the word that brings light and life eternal in every heart.
Marco in this 5th chapter of his Gospel accompanied us in this go and return of Jesus and the apostles from one bank of the Dead Sea. Jesus cheered by the crowd and Jesus cast out by those who have other interests; as we saw in yesterday's Gospel, then we can see how the encounter with the same man to be welcomed in a different way, as nothing changes in the reception of the son of God according to what He offers, but based on what the heart of man is willing to open up. Back then on the other side with his disciples and the crowd is waiting for him, crowded and touches him. Imagine how many hands have touched it, you are clinging to him, but there is a twist that does not escape, that stands out from the others: the touch of those who have tried with the agonizing wait of those who believe in Him, to those who trust blind, who wants to be saved and plunges with his touch his whole soul into that meeting. She represents all those people with the inner wounds that seek healing, but those wounds so intimate, that sometimes are not seen, we must be thinking how they can bleed, they can weaken and make fragile, especially when we are faced with a person who reacts to the things of life, so that we may look wrong. Even Jairus do with Jesus, certainly believes in him, in his healing powers, otherwise you expose so (he is one of the leaders of the synagogue) and we know that Jesus was not accepted by most of them as the Messiah. They have just announced that the daughter is dead, but after Jesus healed the woman turns to him and says, "Do not be afraid, just have faith." He goes to his house and find the people weeping in despair, all away, and the presence of their mothers and fathers assured that the small was not dead, but sleeping and ordered her to get up. The girl immediately stood up and walked.
One more thing to analyze the behavior of Jesus, ask the man to have faith and to relatives because they agitate and cry, it seems almost a meaningless question, the little girl is dead, and the human suffering unleashed in tears, but it is clear that Jesus ties together various elements, but is not expressed openly working the miracle, as it does on other occasions, why?
Ridiculed him ... some of those present, that most likely was there to cry for a fee (which is in force at the time) and that therefore it was not prompted by love for the girl in those tears, not being actually grieved was not interested in the fact that the girl was saved, then having nothing that he cared to ask Jesus, was allowed to mock and reject it. Let's see what he asks for is a new vision of life and death, a overcome earthly ideas of death as the end of everything, because Jesus says that because weep, not dead, is sleeping is the one who believes in the resurrection. Jesus then makes a distinction between those who pray with a sincere heart and who is not, who drives away pretending pain away the hypocrites; back to discover that no sinner is turned away from Jesus, even the worst, but the hypocrite is.
Comment off: Fray Valentí SERRA i Fornell
Elimina(Barcelona, Spain)
Today, the Gospel presents us with two of Jesus' miracles that speak of the great faith of two entirely different persons. Whether Jairus —an official of the synagogue— or that poor ailing woman, both displayed much faith: Jairus is certain Jesus can cure his daughter, while that good old woman knows that just touching Jesus' robe will be more than enough to deliver her from her very serious bleeding. And, Jesus, because both are persons with a strong faith, grants them what they wanted.
The woman who thought she was unworthy of Jesus' attention, who did not dare to bother neither the Master nor those influential Jews, was the first one. Noiselessly, she came up behind him and, softly touching Jesus' cloak, she “draws out” her cure, and she can feel how her body is completely healed. Jesus, who knows what has happened, does not want to let her go without saying to her: «Daughter, your faith has saved you; go in peace and be free of this illness» (Mk 5:34).
To Jairus, Jesus is asking an even stronger faith. As God did with Abraham in the Old Testament, Jesus will ask Jairus to have faith against hope, a faith in impossible things. Jairus had been told the terrible news his little daughter had just died. We can easily imagine the deep anguish and horrible pain he must have felt in that very moment, and perhaps the temptation to despair. But Jesus, who had also heard the news, tells him: «Do not fear, just believe» (Mk 5:36). And, like those ancient patriarchs, hopelessly believing, he could see how his beloved little girl was resurrected by Jesus.
Two great lessons in faith for us. Jairus and the woman suffering a serious bleeding, along with so many others, from the Gospel pages, speak to us of the need to have an unmovable faith. We can make ours that beautiful evangelic exclamation: «O Lord, I believe; help my unbelief» (Mk 9:24).
VERSIONE IN SPAGNOLO DI DOMENICA 1 LUGLIO 2018.
RispondiEliminaDía litúrgico: Domingo XIII (B) del tiempo ordinario
Texto del Evangelio (Mc 5,21-43): En aquel tiempo, Jesús pasó de nuevo en la barca a la otra orilla y se aglomeró junto a Él mucha gente; Él estaba a la orilla del mar. Llega uno de los jefes de la sinagoga, llamado Jairo, y al verle, cae a sus pies, y le suplica con insistencia diciendo: «Mi hija está a punto de morir; ven, impón tus manos sobre ella, para que se salve y viva». Y se fue con él. Le seguía un gran gentío que le oprimía. Entonces, una mujer que padecía flujo de sangre desde hacía doce años, y que había sufrido mucho con muchos médicos y había gastado todos sus bienes sin provecho alguno, antes bien, yendo a peor, habiendo oído lo que se decía de Jesús, se acercó por detrás entre la gente y tocó su manto. Pues decía: «Si logro tocar aunque sólo sea sus vestidos, me salvaré». Inmediatamente se le secó la fuente de sangre y sintió en su cuerpo que quedaba sana del mal. Al instante, Jesús, dándose cuenta de la fuerza que había salido de Él, se volvió entre la gente y decía: «¿Quién me ha tocado los vestidos?». Sus discípulos le contestaron: «Estás viendo que la gente te oprime y preguntas: ‘¿Quién me ha tocado?’». Pero Él miraba a su alrededor para descubrir a la que lo había hecho. Entonces, la mujer, viendo lo que le había sucedido, se acercó atemorizada y temblorosa, se postró ante Él y le contó toda la verdad. Él le dijo: «Hija, tu fe te ha salvado; vete en paz y queda curada de tu enfermedad». Mientras estaba hablando llegan de la casa del jefe de la sinagoga unos diciendo: «Tu hija ha muerto; ¿a qué molestar ya al Maestro?». Jesús que oyó lo que habían dicho, dice al jefe de la sinagoga: «No temas; solamente ten fe». Y no permitió que nadie le acompañara, a no ser Pedro, Santiago y Juan, el hermano de Santiago. Llegan a la casa del jefe de la sinagoga y observa el alboroto, unos que lloraban y otros que daban grandes alaridos. Entra y les dice: «¿Por qué alborotáis y lloráis? La niña no ha muerto; está dormida». Y se burlaban de Él. Pero Él después de echar fuera a todos, toma consigo al padre de la niña, a la madre y a los suyos, y entra donde estaba la niña. Y tomando la mano de la niña, le dice: «Talitá kum», que quiere decir: «Muchacha, a ti te digo, levántate». La muchacha se levantó al instante y se puso a andar, pues tenía doce años. Quedaron fuera de sí, llenos de estupor. Y les insistió mucho en que nadie lo supiera; y les dijo que le dieran a ella de comer.
REFLEXIÓN LELLA
EliminaORACIÓN: ¡Oh, mi Espíritu Santo, me infundirán aliento. Con su sabiduría, consigliami. Con tu amor, me llenan. Por tu luz, me ilumine. Que cada palabra se convierte en mi palabra, para dar testimonio de la palabra que trae la luz y la vida eterna en cada corazón.
Marque este capítulo quinto de su Evangelio nos ha acompañado en este ir y venir de Jesús y de los apóstoles de un lado al otro del Mar Muerto. Aclamado por la multitud y Jesús echó fuera por aquellos que tienen otros intereses, como hemos visto en el Evangelio de hoy, Jesús, entonces podemos ver cómo el encuentro con el hombre mismo se recibirán de manera diferente, ya que nada cambia en la recepción del hijo de Dios, según la Él ofrece, pero basado en lo que el corazón del hombre está dispuesto a abrirse. En ese entonces en el otro lado con sus discípulos y la multitud lo espera, juncos y tocarlo. Imagínese cuántas manos han tocado, se aferran a él, pero c 'es un bonito detalle que no escapa, que se distingue de las demás: el toque de los que han probado la angustiosa espera de los que creen en Él, que tiene fe ciega, que quiere ser salvado y se sumerge con su toque toda su alma en esa reunión. La mujer representa a todas aquellas personas con lesiones que buscan sanación interior, pero esas heridas tan íntimas, que a veces no se ve, deberíamos estar pensando en cómo éstos pueden sangrar, pueden debilitar y hacer frágil, sobre todo cuando nos enfrentamos a una persona que reacciona a las cosas en la vida, para que podamos mirar mal. Incluso Jairo ver con Jesús, ciertamente cree en él, en sus poderes de curación, de lo contrario se exponen (es uno de los líderes de la sinagoga) y sabemos que Jesús no fue aceptada por la mayoría como el Mesías. Acaban de anunciar que la hija ha muerto, pero después de que Jesús sanó a la mujer se vuelve hacia él y le dice: "No tengas miedo, sólo tengan fe". Se fue a su casa y encontró a la gente llorando en desesperación, todas las distancias y la presencia de sus madres y padres aseguraron que el pequeño no estaba muerta, sino que duerme y le dijo que se levantara. La joven se puso de pie inmediatamente y echó a andar. Una cosa más para analizar el comportamiento de Jesús, le pregunta al hombre a tener fe y familiares, ya que temblar y llorar, parece casi una pregunta sin sentido, la niña está muerta, y el sufrimiento humano desató en lágrimas, pero está claro que Jesús une los diversos elementos, pero no se expresa abiertamente de trabajo del milagro, como lo hace en otras ocasiones, ¿por qué?
Se rió de él ... algunos de los presentes, que muy probablemente estaba allí para llorar tarifa (que está en vigor en ese momento) y por lo tanto no fueron movidos por el amor a la doncella a esas lágrimas, al no ser realmente apenado no estaba interesado en el hecho de que la niña se salvó, así que no tener nada que le importaba a preguntar a Jesús, le permitió burlarse y lo rechazan. Vemos que lo que quiere es una nueva visión de la vida y la muerte, superar las ideas mundanas de la muerte como el fin de todo, porque Jesús dice: ¿por qué lloras, no está muerto, está dormido es alguien que cree en la resurrección. Entonces Jesús hace una distinción entre aquellos que oran con un corazón sincero y quién no, ahuyentar a los que pretenden dolor, eliminar los hipócritas, vamos a volver a descubrir que ningún pecador se ha alejado de Jesús, no lo peor, sino que es el hipócrita.
Comentario: Fray Valentí SERRA i Fornell
Elimina(Barcelona, España)
Hoy, san Marcos nos presenta una avalancha de necesitados que se acerca a Jesús-Salvador buscando consuelo y salud. Incluso, aquel día se abrió paso entre la multitud un hombre llamado Jairo, el jefe de la sinagoga, para implorar la salud de su hijita: «Mi hija está a punto de morir; ven, impón tus manos sobre ella, para que se salve y viva» (Mc 5,23).
Quién sabe si aquel hombre conocía de vista a Jesús, de verle frecuentemente en la sinagoga y, encontrándose tan desesperado, decidió invocar su ayuda. En cualquier caso, Jesús captando la fe de aquel padre afligido accedió a su petición; sólo que mientras se dirigía a su casa llegó la noticia de que la chiquilla ya había muerto y que era inútil molestarle: «Tu hija ha muerto; ¿a qué molestar ya al Maestro?» (Mc 5,35).
Jesús, dándose cuenta de la situación, pidió a Jairo que no se dejara influir por el ambiente pesimista, diciéndole: «No temas; solamente ten fe» (Mc 5,36). Jesús le pidió a aquel padre una fe más grande, capaz de ir más allá de las dudas y del miedo. Al llegar a casa de Jairo, el Mesías retornó la vida a la chiquilla con las palabras: «Talitá kum, que quiere decir: ‘Muchacha, a ti te digo, levántate’» (Mc 5,41).
También nosotros debiéramos tener más fe, aquella fe que no duda ante las dificultades y pruebas de la vida, y que sabe madurar en el dolor a través de nuestra unión con Cristo, tal como nos sugiere el papa Benedicto XVI en su encíclica Spe Salvi (Salvados por la esperanza): «Lo que cura al hombre no es esquivar el sufrimiento y huir ante el dolor, sino la capacidad de aceptar la tribulación, madurar en ella y encontrar en ella un sentido mediante la unión con Cristo, que ha sufrido con amor infinito».
VERSIONE IN FRANCESE DI DOMENICA 1 LUGLIO 2018.
RispondiEliminaJour liturgique : 13e Semaine: Dimanche (B)
Texte de l'Évangile (Mc 5,21-43): Jésus regagna en barque l'autre rive, et une grande foule s'assembla autour de lui. Il était au bord du lac. Arrive un chef de synagogue, nommé Jaïre. Voyant Jésus, il tombe à ses pieds et le supplie instamment: «Ma petite fille est à toute extrémité. Viens lui imposer les mains pour qu'elle soit sauvée et qu'elle vive». Jésus partit avec lui, et la foule qui le suivait était si nombreuse qu'elle l'écrasait. Or, une femme, qui avait des pertes de sang depuis douze ans. Elle avait beaucoup souffert du traitement de nombreux médecins, et elle avait dépensé tous ses biens sans aucune amélioration; au contraire, son état avait plutôt empiré. Cette femme donc, ayant appris ce qu'on disait de Jésus, vint par derrière dans la foule et toucha son vêtement. Car elle se disait: «Si je parviens à toucher seulement son vêtement, je serai sauvée». A l'instant, l'hémorragie s'arrêta, et elle ressentit dans son corps qu'elle était guérie de son mal. Aussitôt Jésus se rendit compte qu'une force était sortie de lui. Il se retourna dans la foule, et il demandait: «Qui a touché mes vêtements?». Ses disciples lui répondaient: «Tu vois bien la foule qui t'écrase, et tu demandes: ‘Qui m'a touché?’». Mais lui regardait tout autour pour voir celle qui avait fait ce geste. Alors la femme, craintive et tremblante, sachant ce qui lui était arrivé, vint se jeter à ses pieds et lui dit toute la vérité. Mais Jésus reprit: «Ma fille, ta foi t'a sauvée. Va en paix et sois guérie de ton mal». Comme il parlait encore, des gens arrivent de la maison de Jaïre pour annoncer à celui-ci: «Ta fille vient de mourir. A quoi bon déranger encore le Maître?». Jésus, surprenant ces mots, dit au chef de la synagogue: «Ne crains pas, crois seulement». Il ne laissa personne l'accompagner, sinon Pierre, Jacques, et Jean son frère. Ils arrivent à la maison du chef de synagogue. Jésus voit l'agitation, et des gens qui pleurent et poussent de grands cris. Il entre et leur: «Pourquoi cette agitation et ces pleurs? L'enfant n'est pas morte: elle dort». Mais on se moquait de lui. Alors il met tout le monde dehors, prend avec lui le père et la mère de l'enfant, et ceux qui l'accompagnent. Puis il pénètre là où reposait la jeune fille. Il saisit la main de l'enfant, et lui dit: «Talitha koum», ce qui signifie: «Jeune fille, je te le dis, lève-toi!». Aussitôt la jeune fille se leva et se mit à marcher -elle avait douze ans. Ils en furent complètement bouleversés. Mais Jésus leur recommanda avec insistance que personne ne le sache; puis il leur dit de la faire manger.
REFLEXION DE LELLA
EliminaPRIERE: Ô Saint Esprit conforte-moi. Avec Ton savoir, conseille-moi. Avec Ton amour, remplis-moi. Avec Ta lumière, éclaire-moi. Fait que toute tes Paroles deviennent mes Paroles, pour témoigner la Parole qui apporte la lumière et la vie éternelle en chaque coeur.
Marc dans ce 5° chapitre de son Évangile nous a accompagnés dans cet allé retour de Jésus et des apôtres d'un bord à l'autre de la mer Morte. Jésus acclamé par la foule et Jésus chassés par ceux qui ont d'autres intérêts; comme nous avons vu dans l'évangile d'hier, donc nous pouvons voir comme la rencontre avec le même homme sois accueilli de manière différente, comme rien ne change dans l'accueil du fils de Dieu à partir de ce que lui offre, mais à partir de combien le coeur de l'homme est disposé à s'ouvrir. Il revient donc sur l'autre rive avec ses disciples et il trouve la foule qui l'attend, qui se presse et le touche. Imaginées combien de mains l'ont effleuré, ou se sont agrippées à Lui, mais il y a un touché qui ne le fuit pas, qui se distingue des autres: le touché de celui qui l'a cherché avec l'attente spasmodique de quelqu'un qui le croit, et qui a une confiance aveugle, de quelqu'un qui a voulu être sauvé et plonge avec son touché toute son âme dans cette rencontre.
La femme représente toutes les personnes avec des blessures qui cherchent la guérison intérieure, mais ces blessures si intimes, que, parfois, vous ne voyez pas, nous devons penser à la façon dont ils peuvent saigner, ils peuvent affaiblir et rendre fragile, surtout lorsque nous sommes confrontés à une personne qui réagit à des choses dans la vie, afin que nous puissions regarder mal. Giairo se tient près de Jésus, il croit sûrement en Lui, en ses pouvoirs de guérisseur, il ne s'exposerait pas ainsi autrement, c'est un des chefs de la Synagogue, et nous savons bien que Jésus n'était pas accepté par la plus grande partie d'eux comme le Messie. Ils ont à peine communiqué que la fille est morte, mais Jésus après avoir guéri la femme s'adresse à lui et il dit: "Ne crains pas aie la foi seulement!."Il se rend chez lui et trouve les gens qui pleurait désespérée, il les éloigne tous et en la présence de la maman et du papa il assura que la petite n'était pas morte, mais qu'elle dormait et il lui ordonna de se levé. La fille se leva immédiatement et se mit à marcher. Une chose encore pour analyser le comportement de Jésus, il demande à l'homme d'avoir foi et les parents pourquoi ils s'agitent et pleurent, cela semble presque une question sans aucun sens, la fillette est morte, et la douleur humaine passe dans les larmes, mais c'est évident que Jésus lie en eux des éléments différents, mais il ne s'exprime pas en opérant ouvertement le miracle, comme il a fait en d'autres occasions, pourquoi ? Quelques-uns se moquaient de lui........les personnes présentes qui étaient très probablement là à pleurer ils étaient payé (chose en vigueur à l'époque) et donc ils n'étaient pas poussé par l'amour pour l'enfant, en n'étant pas effectivement peiné ils ne pleuraient pas et n'étaient pas intéressé par le fait qu'il la sauvât, donc ils se permettaient de se moquer de lui et de le réfuter. Nous voyons que ce qu'il demande est une nouvelle vision de la vie et de la mort, un dépassement des idées terrestres de la mort comme la fin de tout, parce que Jésus qui dit pourquoi vous pleurez, elle n'est pas morte, elle est en train de dormir c'est celui qui croit en la résurrection. Jésus fait donc la distinction entre celui qui le prie avec un coeur sincère et celui que non, il chasse ailleurs celui qui feint la douleur, il éloigne les hypocrites; revenons découvrir qu'aucun pécheur n'est éloigné par Jésus, le pire non plus mais l'hypocrite oui.
Commentaire de frère Valentí SERRA i Fornell
Elimina(Barcelona, Espagne)
Aujourd'hui, saint Marc nous présente une avalanche de nécessiteux qui s’approchent de Jésus-Sauveur cherchant consolation et santé. Et même, ce jour-là, un homme nommé Jaïre, chef de la synagogue, s’ouvrit un chemin parmi la foule pour implorer la santé de sa fillette: «Ma petite fille est à toute extrémité. Viens lui imposer les mains pour qu'elle soit sauvée et qu'elle vive» (Mc 5,23).
Peut-être cet homme connaissait-il Jésus de vue, parce qu’Il fréquentait la synagogue et, dans son désespoir, décida-t-il de l’appeler à l’aide. Toujours est-il que Jésus, saisissant la foi de ce père affligé, accéda à sa demande. Mais, alors qu’Il se dirigeait vers la maison, la nouvelle survint de ce que la fillette venait de mourir et qu’il était désormais inutile de se déranger: «Ta fille vient de mourir. A quoi bon déranger encore le Maître?» (Mc 5,35).
Jésus, se rendant compte de la situation, demanda à Jaïre de ne pas se laisser influencer par l’ambiance pessimiste, en lui disant: «Ne crains pas, crois seulement» (Mc 5,36). Jésus demanda à ce père une foi plus grande, capable de surmonter les doutes et la crainte. En arrivant à la maison de Jaïre, le Messie rendit la vie à la fillette avec ces mots: «Talitha koum», ce qui signifie: «Jeune fille, je te le dis, lève-toi!» (Mc 5,41).
Nous aussi, nous devrions avoir plus de foi, une foi qui ne doute pas face aux difficultés et aux épreuves de la vie, et qui sait mûrir dans la douleur à travers l’union au Christ, comme nous le suggère le pape Benoît XVI dans son encyclique Spe Salvi (Sauvés par l’espérance): «Ce qui guérit l’homme ne consiste pas à éviter la souffrance et à fuir la douleur, mais dans la capacité d’accepter les tribulations, d’y puiser notre maturité et d’y trouver un sens par l’union au Christ, qui souffrit avec un amour infini».