mercoledì 13 giugno 2018

(Mt 5,20-26) Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello.

VANGELO DI GIOVEDI 14 GIUGNO 2018.

Giorno liturgico: Giovedì, X settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Mt 5,20-26): In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.» Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.» Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!».



RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Ti prego Spirito Santo, di non mancarmi mai, mentre cerco di scrivere questa mia riflessione alla tua parola,
perché voglio esserti fedele e togliere da me tutto quello che non è tuo. Te lo chiedo per nostro Signore Gesù Cristo. Amen.

Abbiamo già visto come gli uomini, adattino le leggi a loro piacimento, anche gli uomini di chiesa, quindi non dobbiamo essere come loro, (spesso falsi e ipocriti) ma migliori e non ci dobbiamo fermare alle apparenze ma andare nella profondità delle cose, dobbiamo cercare in verità, nel nostro rapporto con Dio le risposte che ci servono, perché noi in coscienza sappiamo qual è la verità.
Quando Gesù dice che non è venuto per abolire la legge di Dio, ma per darne compimento, intende dire che non è sufficiente dire:  io non uccido per essere a posto. La legge di Dio, non deve essere vista come un insieme di regole, da rispettare alla lettera, ma come un modo di vivere che mette tutto sotto alla lente d'ingrandimento dell'amore.
Non fare del male agli altri, perché sono i nostri fratelli e quindi come il nostro padre terreno ci chiede di non litigare con i nostri fratelli di sangue, così il nostro padre celeste ci esorta ad andare d’accordo con tutti i nostri fratelli spirituali.
Non ci dice di guardare chi ha torto o chi ha ragione, ma  di fare pace; di tendere in ogni caso la mano verso gli altri, di non ferire nessuno con le nostre parole ed i nostri comportamenti, perché anche questo è male.
Ci esorta a migliorare ed a cambiare seriamente il nostro atteggiamento per cercare la salvezza attraverso il rispetto della legge morale dettata da un vero amore, verso tutti, in particolar modo, verso quei fratelli che sentiamo più lontani, più difficili da raggiungere, più difficili da amare.
A questo proposito vorrei aggiungere che là dove non riusciamo da soli a farlo, non dobbiamo arrenderci, ma con il cuore veramente sincero, possiamo chiedere al Signore di donarci la forza del SUO amore perché sinceramente aderiamo al Suo progetto d’amore.
Spesso non è facile, con tutta la cattiveria che si vede intorno a noi, riuscire ad amare e a perdonare chi ci fa del male o fa del male ad un nostro famigliare, ma dobbiamo riuscire a farlo, perché il rancore, è un tarlo che distrugge quel ponte che ci lega a Dio, e sul quale anche noi dovremo passare un giorno per essere perdonati e poter entrare nel regno dei cieli.
Impariamo dunque ad amare come ci ha amato Gesù, a mettere le ali al nostro amore per  farlo volare al di sopra delle divisioni,  delle guerre, delle diverse etnie, religioni, differenze politiche; impariamo a perdonare, perché il perdono deve nascere da dentro al nostro cuore e non dipendere dalla gravità della cattiva azione subita. Prima di presentarsi in chiesa, a celebrare con il sacerdote la messa, è giusto presentarsi davanti a Dio, chiedere perdono delle nostre mancanze, ma in modo veramente sincero, con il cuore contrito e il desiderio di non ripetere i nostri errori, ma ancor di più, con la voglia di stare in pace con tutti, quindi cercare di rappacificarsi con i fratelli con cui abbiamo discusso e perdonare chi ci ha ferito. Benediciamo chi ci maledice e perdoniamo chi ci fa del male.Tutto quello che non riusciremo a perdonare non ci sarà perdonato, siamo quindi noi gli artefici del nostro destino, perché secondo come vivremo saremo alla fine giudicati da Gesù.
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Comentario: P. Julio César RAMOS González SDB
(Mendoza, Argentina)

Oggi, Gesù ci invita ad andare più in là di quanto possa vivere qualunque semplice osservante della legge. Anche senza cadere nella concrezione di cattive azioni, molte volte l’abitudine indurisce il desiderio della ricerca della santità, adattandoci conciliantemente all’abitudine di comportarsi bene e nient’altro. San Giovanni Bosco soleva ripetere: «Il buono è nemico dell’ottimo». E’ lì dove ci porta la Parola del Maestro, che ci invita a realizzare cose “maggiori” (cf. Mt5,20); che partono da un atteggiamento diverso. Cose maggiori che paradossalmente, passano attraverso cose minori, attraverso le più piccole. Incollerirsi, disprezzare e ingiuriare il fratello non vanno d’accordo con i discepoli del Regno, che è stato chiamato ad essere –nientemeno- che sale della terra e luce del mondo (cf.Mt 5,13-16), da quando esistono le beatitudini (cf.Mt 5,3-12).

Gesù, con autorità, cambia l’interpretazione del precetto negativo “non uccidere” (cf. Ex 20,13) con l’interpretazione positiva della profonda e radicale esigenza della riconciliazione – messa, per darle maggior enfasi- in relazione al culto. Così, non c’è offerta che valga quando ricordi che un fratello tuo ha qualcosa contro di te (cf. Mt 5,23) E’ perciò importante conciliare qualunque discordia, perché, diversamente, l’invalidità dell’offerta sarà rivolta contro di te (cf. Mt 5,26).

Tutto questo solamente potrà mobilitarlo un amore grande. Ci dirà San Paolo: «(...) non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si riassume in questa massima: Amerai il tuo prossimo come te stesso. La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità» (Rom 113,9-10). Chiediamo di essere rinnovati nel dono della carità –fino al minimo dettaglio- verso il prossimo e la nostra vita sarà la migliore e la più autentica offerta che possiamo fare a Dio.

9 commenti:

  1. VERSIONE IN SPAGNOLO DI GIOVEDI 14 GIUGNO 2018.

    Día litúrgico: Jueves X del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Mt 5,20-26): En aquel tiempo, dijo Jesús a sus discípulos: «Si vuestra justicia no es mayor que la de los escribas y fariseos, no entraréis en el Reino de los Cielos.» Habéis oído que se dijo a los antepasados: ‘No matarás; y aquel que mate será reo ante el tribunal’. Pues yo os digo: Todo aquel que se encolerice contra su hermano, será reo ante el tribunal; pero el que llame a su hermano "imbécil", será reo ante el Sanedrín; y el que le llame "renegado", será reo de la gehenna de fuego.» Si, pues, al presentar tu ofrenda en el altar te acuerdas entonces de que un hermano tuyo tiene algo contra ti, deja tu ofrenda allí, delante del altar, y vete primero a reconciliarte con tu hermano; luego vuelves y presentas tu ofrenda. Ponte enseguida a buenas con tu adversario mientras vas con él por el camino; no sea que tu adversario te entregue al juez y el juez al guardia, y te metan en la cárcel. Yo te aseguro: no saldrás de allí hasta que no hayas pagado el último céntimo».


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    1. REFLEXIÓN LELLA

      ORACIÓN: Le pido al Espíritu Santo, no vuelvas a faltar, mientras yo trato de escribir esta reflexión a su palabra, porque quiero ser fiel a ti, y quitaré de mí todo lo que no es tuyo. Le pido a nuestro Señor Jesucristo. Amen.

      Ya hemos visto cómo los hombres, deberán adaptar las leyes a su gusto, aunque los hombres de la iglesia, por lo que no deben ser como ellos, (a menudo falsa e hipócrita), pero el mejor y no hay que detenerse en las apariencias, pero entrar en el fondo de las cosas, tenemos que buscar la verdad, en nuestra relación con Dios las respuestas que necesitamos, porque en conciencia sabemos cuál es la verdad.
      Cuando Jesús dice que no vino a abolir la ley de Dios, sino para dar cumplimiento, es decir que no basta con decir que no mato a estar en su lugar. La ley de Dios, no debe ser visto como un conjunto de normas que deben cumplirse a la letra, sino como una forma de vida que pone todo bajo la lupa del amor.
      No hacer daño a los demás, porque son nuestros hermanos y hermanas así como nuestro padre terrenal nos pide no reñir con nuestros hermanos de sangre, por lo que nuestro Padre celestial nos exhorta a llevarnos bien con todos nuestros hermanos espirituales.
      Nos dice que mirar quién está equivocado o quién tiene razón, sino para hacer la paz, a luchar en todos los casos la mano a los demás, no hace daño a nadie con nuestras palabras y nuestro comportamiento, ya que esto es malo.
      Él nos urge a mejorar y cambiar en serio nuestra actitud de buscar la salvación a través del respeto de la ley moral dictada por un verdadero amor hacia todos, especialmente hacia los hermanos que se sienten más distante, más difícil de alcanzar, más difícil amando.
      En este sentido, me gustaría añadir que, cuando no podemos hacerlo solos, no hay que darse por vencido, pero con el corazón verdaderamente sinceros, podemos pedirle al Señor que nos conceda la fuerza de su amor porque sinceramente nos adherimos a su designio de amor.A menudo no es fácil, con todo el mal que vemos a nuestro alrededor, ser capaz de amar y perdonar a aquellos que nos lastiman o lastiman a uno de nuestra familia, pero tenemos que hacerlo, porque el resentimiento es un gusano que destruye ese puente que nos conecta con Dios, y en el que tenemos que pasar un día para ser perdonados y para entrar en el reino de los cielos.
      Y así aprendemos a amar como Jesús nos ha amado, para dar alas a nuestro amor por él volando por encima de las divisiones, las guerras, de diferentes etnias, religiones, diferencias políticas, aprender a perdonar, porque el perdón debe venir de dentro de la nuestro corazón y no dependen de la gravedad del delito sufrido. En primer lugar en la iglesia, con el sacerdote para celebrar la Misa, es derecho de comparecer ante Dios, pidiendo perdón de nuestras faltas, pero de una manera verdaderamente sincero, con un corazón quebrantado y un deseo de no repetir nuestros errores, pero incluso Además, con el deseo de estar en paz con todo el mundo, así que trata de hacer la paz con nuestros hermanos y hermanas con los que hemos discutido y perdonar a los que nos hacen daño. Bendice a los que nos maldicen, y perdonar a los que nos hacen male.Tutto lo que no podemos perdonar que no será perdonado, entonces somos los arquitectos de nuestro propio destino, porque de acuerdo a cómo vamos a vivir en el final seremos juzgados por Jesús.

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    2. Comentario: P. Julio César RAMOS González SDB
      (Mendoza, Argentina)

      Hoy, Jesús nos invita a ir más allá de lo que puede vivir cualquier mero cumplidor de la ley. Aún, sin caer en la concreción de malas acciones, muchas veces la costumbre endurece el deseo de la búsqueda de la santidad, amoldándonos acomodaticiamente a la rutina del comportarse bien, y nada más. San Juan Bosco solía repetir: «Lo bueno, es enemigo de lo óptimo». Allí es donde nos llega la Palabra del Maestro, que nos invita a hacer cosas “mayores” (cf. Mt 5,20), que parten de una actitud distinta. Cosas mayores que, paradójicamente, pasan por las menores, por las más pequeñas. Encolerizarse, menospreciar y renegar del hermano no son adecuadas para el discípulo del Reino, que ha sido llamado a ser —nada más y nada menos— que sal de la tierra y luz del mundo (cf. Mt 5,13-16), desde la vigencia de las bienaventuranzas (cf. Mt 5,3-12).

      Jesús, con autoridad, cambia la interpretación del precepto negativo “No matar” (cf. Ex 20,13) por la interpretación positiva de la profunda y radical exigencia de la reconciliación, puesta —para mayor énfasis— en relación con el culto. Así, no hay ofrenda que sirva cuando «te acuerdas entonces de que un hermano tuyo tiene algo contra ti» (Mt 5,23). Por eso, importa arreglar cualquier pleito, porque de lo contrario la invalidez de la ofrenda se volverá contra ti (cf. Mt 5,26).

      Todo esto, sólo lo puede movilizar un gran amor. Nos dirá san Pablo: «En efecto, lo de: No adulterarás, no matarás, no robarás, no codiciarás y todos los demás preceptos, se resumen en esta fórmula: ‘Amarás a tu prójimo como a ti mismo’. La caridad no hace mal al prójimo. La caridad es, por tanto, la ley en su plenitud» (Rom 13,9-10). Pidamos ser renovados en el don de la caridad —hasta el mínimo detalle— para con el prójimo, y nuestra vida será la mejor y más auténtica ofrenda a Dios.

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  2. VERSIONE IN INGLESE DI GIOVEDI 14 GIUGNO 2018.

    Liturgical day: Thursday 10th in Ordinary Time

    Gospel text (Mt 5,20-26): Jesus said to the crowds, «I tell you, then, that if you are not righteous in a much broader way than the teachers of the Law and the Pharisees, you cannot enter the kingdom of heaven.» You have heard that it was said to our people in the past: Do not commit murder; anyone who does kill will have to face trial. But now I tell you: whoever gets angry with a brother or sister will have to face trial. Whoever insults a brother or sister deserves to be brought before the council; whoever calls a brother or a sister “Fool” deserves to be thrown into the fire of hell.» So, if you are about to offer your gift at the altar and you remember that your brother has something against you, leave your gift there in front of the altar, go at once and make peace with him, and then come back and offer your gift to God. Don't forget this: be reconciled with your opponent quickly when you are together on the way to court. Otherwise he will turn you over to the judge, who will hand you over to the police, who will put you in jail. There you will stay, until you have paid the last penny».


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    1. REFLECTION OF LELLA

      PRAYER: I pray the Holy Spirit, do not ever miss me, while I try to write this reflection to your word,
      because I want to be faithful to you and remove from me all that is not yours. I ask for our Lord Jesus Christ. Amen.

      We have already seen how the men, they should adapt laws to their liking, even the men of the church, so we should not be like them, (often false and hypocritical), but the best and we must not stop at appearances but go into the depth of things, we must search for truth, in our relationship with God the answers we need, because we in good conscience we know what the truth is.
      When Jesus says that He came not to abolish the law of God, but to give fulfillment, you mean that it is not enough to say, I do not kill to be in place. The law of God, should not be seen as a set of rules to be observed to the letter, but as a way of life that puts everything under the magnifying glass of love.
      Do no harm to others, because they are our brothers and sisters so as our earthly father asks us not to quarrel with our blood brothers, so our heavenly Father exhorts us to get along with all of our spiritual brothers.
      It tells us to look at who is wrong or who is right, but to make peace, to strive in every case the hand to others, do not hurt anyone with our words and our behavior, because this is bad.
      He urges us to improve and to seriously change our attitude to seek salvation through respect for the moral law dictated by a true love towards all, especially towards those brothers who feel more distant, more difficult to reach, more difficult to loving.
      In this regard I would like to add that where we can not do it alone, we must not give up, but with your heart truly sincere, we can ask the Lord to grant us the strength of his love because honestly we adhere to His plan of love.It is often not easy, with all the evil that we see around us, being able to love and forgive those who hurt us or hurt one of our family, but we have to do it, because resentment is a worm that destroys that bridge that connects us to God, and on which we have to pass a day to be forgiven and to enter into the kingdom of heaven.
      And so we learn to love as Jesus has loved us, to give wings to our love for him flying above the divisions, wars, of different ethnicities, religions, political differences, learn to forgive, because forgiveness must come from within the our heart and do not depend on the severity of the wrongdoing suffered. First up at the church, with the priest to celebrate the Mass, it is right to appear before God, asking for forgiveness of our shortcomings, but in a truly sincere, with a contrite heart and a desire not to repeat our mistakes, but even Plus, with the desire to be at peace with everyone, so try to make peace with our brothers and sisters with whom we have discussed and forgive those who hurt us. Bless those who curse us and forgive those who do us male.Tutto what we can not forgive there will not be forgiven, then we are the architects of our own destiny, because according to how we will live in the end we will be judged by Jesus.

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    2. Comment off: Fr. Julio César RAMOS González SDB
      (Mendoza, Argentina)

      Today, Jesus invites us to go beyond what any reliable law-abiding person can go. Even, without falling into any evil deeds, routine quite often hardens the desire of seeking sanctity, by comfortably adapting ourselves to the habit of just a good behavior, and nothing else. St. John Bosco used to say: «The good is the enemy of the best». It is there, where the Master's Word reaches us, inviting us to be righteous in a “much broader” way (cf. Mt 5:20) that starts from a different attitude. Bigger things that, paradoxically, look lesser and smaller. To get angry, to scorn and disown your brother are not the right things for the disciple of the Kingdom who is supposed to be —nothing less but— the salt of the earth and the light of the world (cf. Mt 5:13-16), as of the applicability of the Beatitudes (cf. Mt 5:3-12).

      With authority, Jesus changes the interpretation of the negative precept “Do not kill” (cf. Ex 20:13), by the positive meaning of the deep and radical demand of reconciliation, which, for additional emphasis, is put in relationship to the cult. Thus, no offering is valid when «you remember that your brother has something against you» (Mt 5:23). This is why it is so important to settle any dispute as, otherwise, the invalidity of your offering will be turned against you (cf. Mt 5,26).

      All this can only be attained through a great love. «Indeed —St. Paul will say—: the commandments, ‘You shall not commit adultery; you shall not kill; you shall not steal; you shall not covet’, and whatever other commandment there may be, are summed up in this saying, ‘You shall love your neighbor as yourself’. Love does no wrong to the neighbor; hence, love is the fulfillment of the law» (Rm 13:9-10). Help us beg to be renewed in the gift of charity —to the minimum detail— towards our neighbor, and our life will be the best and most authentic of all our offers to God.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI GIOVEDI 14 GIUGNO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 10e Semaine: Jeudi

    Texte de l'Évangile (Mt 5,20-26): Je vous le dis en effet: «Si votre justice ne surpasse pas celle des scribes et des pharisiens, vous n'entrerez pas dans le Royaume des cieux.» Vous avez appris qu'il a été dit aux anciens: Tu ne commettras pas de meurtre, et si quelqu'un commet un meurtre, il en répondra au tribunal. Eh bien moi, je vous dis: Tout homme qui se met en colère contre son frère en répondra au tribunal. Si quelqu'un insulte son frère, il en répondra au grand conseil. Si quelqu'un maudit son frère, il sera passible de la géhenne de feu.» Donc, lorsque tu vas présenter ton offrande sur l'autel, si, là, tu te souviens que ton frère a quelque chose contre toi, laisse ton offrande là, devant l'autel, va d'abord te réconcilier avec ton frère, et ensuite viens présenter ton offrande. Accorde-toi vite avec ton adversaire pendant que tu es en chemin avec lui, pour éviter que ton adversaire ne te livre au juge, le juge au garde, et qu'on ne te jette en prison. Amen, je te le dis: tu n'en sortiras pas avant d'avoir payé jusqu'au dernier sou».


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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Je te prie Esprit Saint, de ne jamais me manquer, pendant que je tâche d'écrire ma réflexion de ta Parole, parce que je veux t'être fidèle et m'enlever de tout ce qui n'est pas tien. Je te le demande par notre Seigneur Jésus Christ. Amen.

      Nous avons déjà vu comment les hommes, adaptent les lois à leur goût, les hommes d'église aussi, donc nous ne devons pas être comme eux, (souvent faux et hypocrites,) mais meilleurs et nous ne devons pas nous arrêter aux apparences mais aller dans la profondeur des choses, nous devons chercher la vérité, en notre rapport avec Dieu les réponses qui nous servent, parce que nous savons en conscience savons qu'elle est la vérité.
      Quand Jésus dit qu'il n'est pas venu pour abolir la loi de Dieu, mais pour en donner l'accomplissement, il veut dire que cela n'est pas suffisant de dire: je ne tue pas pour être à ma place. La loi de Dieu ne doit pas être vue comme un ensemble de règles à respecter à la lettre, mais comme une manière de vivre qui met tout la loupe de l'amour. Ne pas faire du mal aux autres, parce que ce sont nos frère et ensuite comme notre père terrestre nous demande de ne pas se disputer avec nos frères de sang, notre père céleste nous exhorte ainsi à nous entendre avec tous nos frères spirituels. Il ne nous dit pas de regarder qui a tort ou qui a raison, mais de faire la paix; de tendre dans tout les cas la main vers les autres, de ne blesser personne avec nos paroles et nos comportements, parce que cela aussi est mal.
      Il nous exhorte à nous améliorer et à changer sérieusement notre attitude pour chercher le salut à travers le respect de la loi morale dicté par un vrai amour, vers tous le monde, de manière particulière, vers ces frères que nous sentons plus lointains, plus difficiles à atteindre, plus difficiles à aimer.
      À cette intention je voudrais ajouter que là où nous ne réussissons pas à le faire tout seul, nous ne devons pas nous rendre, mais avec le coeur vraiment sincère, nous pouvons demander au Seigneur de nous donner la force de SON amour parce que nous adhérons sincèrement à Son projet d'amour. Ce n'est pas souvent facile, avec toute la méchanceté que l'on voit autour de nous, réussir à aimer et à pardonner ceux qui nous fait du mal ou fait du mal à nos familles, mais nous devons réussir à le faire, parce que la rancune est un ver qui détruit ce pont qu'il nous lie à Dieu, et aussi sur lequel nous devrons passer un jour pour être pardonné et pouvoir entrer dans le royaume des cieux. Apprenons donc à aimer comme Jésus nous a aimé, et à mettre des ailes à notre amour pour le faire voler au-dessus des divisions, des guerres, des différentes ethnie, religions, ou différences politiques; apprenons à pardonner, parce que le pardon doit naître dans notre coeur et ne pas dépendre de la gravité de la mauvaise action subie. Avant de nous présenter à l'église, pour célébrer avec le prêtre la messe, il est juste de se présenter devant Dieu, pour demander pardon de nos manques, mais de manière vraiment sincère, avec le coeur contrit et le désir de ne pas répéter nos fautes, mais encore plus, avec l'envie de rester en paix avec tous, donc chercher de se réconcilier avec les frères avec lesquels nous avons disputé et pardonner qui nous a blessé. Bénissons qui nous maudit et pardonnons qui nous fait du mal. Tout ceux qui ne réussirons pas à pardonner ne serons pas pardonné, nous sommes donc les auteurs de notre destinée, parce que selon comment nous vivrons nous serons jugée par Jésus à la fin.

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    2. Commentaire de l'Abbé Julio César RAMOS González SDB
      (Mendoza, Argentine)

      Aujourd'hui, Jésus nous invite à aller au-delà de ce que peut vivre n'importe quel fidèle. Même si elle ne se traduit pas par de mauvaises actions, la coutume endurcit souvent le désir de rechercher la sainteté, en nous moulant commodément sur la routine des actions correctes, et rien d'autre. Saint Jean Bosco répétait: «Le bon est l'ennemi du meilleur». C'est là que nous atteint la Parole du Maître, qui nous invite à nous “surpasser” (cf. Mt 5,20), à partir d'une attitude différente. Surpassement qui, paradoxalement, passe par les choses les plus petites. Se mettre en colère, insulter et maudire son frère n'a rien de bon pour le disciple du Royaume, appelé à être —rien de plus, mais rien de moins— le sel de la terre et la lumière du monde (cf. Mt 5,13-16), par la vigueur des béatitudes (cf. Mt 5,3-12).

      Jésus, avec autorité, modifie l'interprétation du précepte négatif «Tu ne tueras pas» (cf. Ex 20,13) par l'interprétation positive de la profonde et radicale exigence de réconciliation, mise, pour insister davantage, en relation avec le culte. Ainsi n'y a-t-il pas d'offrande qui vaille quand «tu te souviens que ton frère a quelque chose contre toi» (Mt 5,23). C'est pourquoi il importe d'arranger tout litige, sinon l'invalidité de l'offrande se retournera contre toi (cf. Mt 5,26).

      Tout cela ne peut être mis en œuvre que par un grand amour. Saint Paul nous dira: «En effet, le précepte: Tu ne commettras pas d'adultère, tu ne tueras pas, tu ne voleras pas, tu ne convoiteras pas, et tous les autres se résument en cette formule: Tu aimeras ton prochain comme toi-même. La charité ne fait point de tort au prochain. La charité est donc la Loi dans sa plénitude» (Rom 13,9-10). Demandons à être renouvelés —jusque dans le moindre détail— dans le don de la charité à l'égard du prochain, et notre vie sera la meilleure et la plus authentique offrande à Dieu.

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