venerdì 29 giugno 2018

(Mt 8,5-17) Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe.

VANGELO DI SABATO 30 GIUGNO 2018.

Giorno liturgico: Sabato, XII settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Mt 8,5-17): In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie».



RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni spirito di Dio, donaci una fede forte e autentica in Gesù e guarisci tutte le nostre ferite. Allontana da noi ogni dubbio, paura e indecisione. Mostraci le nostre vocazioni e rendici disponibili e generosi nel realizzarle. Apri i nostri occhi alla comprensione della tua parola e donaci la luce per capire quello che Tu vuoi che noi capiamo. A te ci affidiamo con fede, come il centurione si affidò a Gesù.

Spesso quando ci poniamo davanti al Signore, il nostro atteggiamento è incerto, dubbioso, e non assomiglia per niente a quello del centurione di questo brano narrato da Matteo, anzi, sembra quasi che siamo noi gli esseri superiori che si abbassano al livello di un Dio che troppo spesso mettiamo in discussione, nel quale non crediamo veramente… perché non ci accontenta subito, perché alla minima difficoltà lo mettiamo sotto accusa.Non sento altro intorno a me che frasi del tipo: Dio non mi ascolta - Se Dio esiste perché….. - Proprio a me doveva mandare… - Ringrazio Dio di darmi la forza di non esplodere, di non arrabbiarmi, perché capisco il dolore di chi soffre, ma certe volte, quando percepisco in tutto questo, solo la provocazione, la stupidità di chi si sente superiore con la sua non fede, mi viene voglia di invitarli a fare un bagno nell’acqua santa, per liberarsi veramente dalla lebbra che hanno nell’anima.E' abbastanza frequente che si abbia di Dio un'immagine che non corrisponde alla realtà, anche gli ebrei parlano infatti di un Dio severo, geloso, che non perdona e quindi molto simile a loro caratterialmente. Ma il centurione sente parlare di Gesù, che sembra veramente un ebreo diverso dagli altri, uno che non solo compie dei miracoli, delle guarigioni, ma che non disdegna di fermarsi per parlare ed accontentare anche gli ultimi e i lontani , quelli che per la fede ebraica erano tagliati fuori dalla loro cerchia di popolo eletto. Allora si fa coraggio e chiede ad alcuni anziani di chiedere per lui a Gesù di salvare il suo servo che stava molto male. L'uomo era stato caritatevole verso il suo servo, e con molta umiltà, quando Gesù stava andando da lui, gli dice che così come non si era ritenuto degno di chiedere lui stesso questa grazia, non si riteneva degno di ospitarlo in casa sua, ma che era sicuro che con una sua parola, il suo servo sarebbe guarito. Una fede così non poteva non colpire Gesù, che non aveva certo preconcetti ,anche se aveva detto inizialmente di essere venuto solo per il popolo ebraico, ma da subito, non aveva rifiutato grazie a nessuno. Quest'uomo era un comandante dell'esercito romano, quindi un pagano, che mai e poi mai si sarebbe sognato di avvicinarsi a Dio nel tempio degli ebrei, proprio perché questi tenevano la gente a distanza, considerando Dio una loro proprietà, un loro diritto. Lui ,che sa di non essere tra quelli che seguono Gesù, perché è preso dalla sua vita di soldato, dal considerarsi uno che ha potere, perché è comandante delle sue guardie, si rende conto, che tutto il potere terreno di cui dispone, non gli serve a nulla … e se ne accorge quando capisce di amare il suo servo e che vederlo soffrire lo fa star male a sua volta. E’ in quel momento che il suo cuore si apre e cerca l’aiuto di questo uomo buono di cui tutti parlano e non si aspettava che Gesù lo ascoltasse e subito intervenisse.Allora si sente indegno di tanta grazia, di tanta accortezza, perché la sua casa non è degna di riceverlo, poi si rende conto che Gesù è veramente lì davanti a lui e sta accogliendo la sua preghiera. Non conosceva Gesù quel soldato, ma era disposto a credere, ad aprire il cuore, molto più di tanti figli di Israele che restavano duri di cuore e non volevano credere in Lui .
Gesù mette in risalto come aprirà le porte della nuova Gerusalemme a coloro che sono disposti a credere e lascerà fuori i duri di cuore, indipendentemente dalla loro origine terrena.
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Comentario: Rev. D. Xavier JAUSET i Clivillé
(Lleida, Spagna)

Oggi, nel Vangelo, vediamo l'amore, la fede, la fiducia e l'umiltà di un centurione, che sente una stima profonda verso il suo servo. Si preoccupa tanto di lui, che è capace di umiliarsi di fronte a Gesù e chiedergli: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente» (Mt 8,6). Questa richiesta, d'altronde, specialmente per un servo, ottiene da Gesù una risposta immediata: «Io verrò e lo curerò» (Mt 8,7). E tutto sbocca in una serie di atti di fede e di fiducia. Il centurione non si considera degno e, accanto a questo sentimento, manifesta la sua fede davanti a Gesù e di fronte a tutti quelli che erano lì presenti, in tal modo che Gesù dice «Presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande» (Mt 8,10).

Possiamo domandarci che cosa muove Gesù a realizzare il miracolo. Quante volte chiediamo e sembra che Dio non ci ascolti!, anche se sappiamo che Dio ci ascolta sempre. Dunque, cosa succede? Crediamo di chiedere bene, ma, lo facciamo come il centurione? La sua preghiera non è egoista, ma piena di amore, umiltà e fiducia. Dice San Pietro Crisologo: «La forza dell'amore non misura le possibilità (...). L'amore non distingue, non riflette, non conosce ragioni. L'amore non è rassegnazione davanti all'impossibilità, non s'intimorisce di fronte a nessuna difficoltà». È così la mia preghiera?

«Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto...» (Mt 8,8). È la risposta del centurione. Sono così i tuoi sentimenti? È così la tua fede? «Solo la fede può capire questo mistero, questa fede che è il fondamento e la base di quanto oltrepassa l'esperienza e la conoscenza naturale» (San Massimo). Se è così, anche tu ascolterai: «"Và, e sia fatto secondo la tua fede". In quell'istante il servo guarì» (Mt 8,13).

Santa Maria, Vergine Madre!, Maestra di fede, di speranza e d'amore sollecito, insegnaci a pregare come conviene per ottenere dal Signore tutto quello di cui abbiamo bisogno.

10 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI SABATO 30 GIUGNO 2018.

    Liturgical day: Saturday 12th in Ordinary Time

    Gospel text (Mt 8,5-17): When Jesus entered Capernaum, an army captain approached him to ask his help, «Sir, my servant lies sick at home. He is paralyzed and suffers terribly». Jesus said to him, «I will come and heal him». The captain answered, «I am not worthy to have you under my roof. Just give an order and my boy will be healed. For I myself, a junior officer, give orders to my soldiers. And if I say to one: ‘Go’, he goes, and if I say to another: ‘Come’, he comes, and to my servant: ‘Do this’, he does it». When Jesus heard this he was astonished and said to those who were following him, «I tell you, I have not found such faith in Israel. I say to you, many will come from east and west and sit down with Abraham, Isaac and Jacob at the feast in the kingdom of heaven; but the heirs of the kingdom will be thrown out into the darkness; there they will wail and grind their teeth». Then Jesus said to the captain, «Go home now. As you believed, so let it be». And at that moment his servant was healed. Jesus went to Peter's house and found Peter's mother-in-law in bed with fever. He took her by the hand and the fever left her; she got up and began to wait on him. Towards evening they brought to Jesus many possessed by evil spirits, and with a word he drove out the spirits. He also healed all who were sick. In doing this he fulfilled what was said by the prophet Isaiah: He bore our infirmities and took on himself our diseases.

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    1. REFLECTION OF LELLA

      PRAYER: Come the spirit of God, give us a strong and genuine belief in Jesus and heal all our wounds. Keep us from doubt, fear and indecision. Show us our vocations and make us ready and generous in achieving them. Open our eyes to the understanding of your word and give us light to understand what You want us to understand. To you we entrust ourselves with faith as the centurion, he entrusted himself to Jesus.

      Often when we ask ourselves before the Lord, our attitude is uncertain, doubtful, and in no way resembles that of the centurion of this piece narrated by Matthew, on the contrary, it seems that we are the superior beings that are lowered to the level of a God that too often we question, which we do not believe ... because there really satisfied now, because the slightest difficulty we impeach him. I do not hear more about me that phrases like God does not listen to me -
      If God exists because ..... - Just had to send it to me ...- I thank God for giving me the strength not to explode, do not get angry, because I understand the pain of those who suffer, but sometimes, when I perceive in all this, only the provocation, the stupidity of those who feel superior with its non-faith, I want to invite them to take a bath in the holy water, to really get rid of leprosy that have soul. It is quite common that you have a picture of God that does not correspond to reality, even the Jews in fact speak of a stern God, jealous, unforgiving and so much like their temperamentally. But the centurion heard about Jesus, a jew who looks really different from the others, one that not only performs miracles, healings, but that does not mind stopping to talk and satisfy even the distant past and, for those that the Jewish faith were cut off from their circle of chosen people.
      Then you courage and asks him for some elderly people to ask Jesus to heal his servant who was very ill. The man was charitable to his servant, and with great humility, when Jesus was going from him, tells him that as it was not deemed worthy of this grace to ask himself, did not consider himself worthy to host him in his house, but he was confident that with his word, his servant would be healed. A faith so could not hit Jesus, who certainly had no preconceptions, even though he initially said that he had come only for the Jewish people, but now, not because he had refused to none. This man was a commander of the Roman army, then a pagan, that never, ever would have dreamed of getting closer to God in the temple of the Jews, because they kept people at a distance, considering God their own property, their right. He who knows not to be among those who follow Jesus, because it is taken from his life as a soldier, regarded by one who has power because it is the commander of his guards, he realizes that all the power of land which has not the useless ... and realizes it when he learns to love his servant, and that it hurts to see him suffer in turn. It is at that moment that his heart opens and searches for the help of this good man everyone is talking about and did not expect that Jesus was listening and immediately intervene.
      Then you feel unworthy of such grace, with such foresight, because his house is not worthy to receive it, then you realize that Jesus is really there in front of him and he is accepting his prayer. Jesus did not know the soldier, but he was willing to believe, to open your heart, far more than all the children of Israel that remained hard-hearted and do not want to believe in Him.
      Jesus highlights how open the gates of the New Jerusalem to those who are willing to believe and leave out the hard of heart, regardless of their earthly origin.

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    2. Comment off: Fr. Xavier JAUSET i Clivillé
      (Lleida, Spain)

      Today, the Gospel speaks of the centurion's love, of his faith, confidence and humility. Of his deep concern towards his servant. He is so worried about him, that he humiliates before Jesus to ask his help: «Sir, my servant lies sick at home. He is paralyzed and suffers terribly» (Mt 8:6). This concern for others and, even more, for a servant, prompts Jesus' response: «I will come and heal him» (Mt 8:7), which is in turn followed by a series of acts of faith and confidence. The centurion does not consider himself worthy and, along with that feeling, he expresses his own faith in such a way before Jesus and before all those gathered there, that Jesus has to say: «I tell you, I have not found such faith in Israel» (Mt 8:10).

      We may wonder what impels Jesus to make this miracle. We so very often ask God to no avail, though we know He is always listening! So, what happens, then? We may think we ask properly, but are we sure we do it like the centurion did? His prayer is not selfish, but full of love, humility and confidence. St. Peter Crysologus says: «The power of love does not consider possibilities (...). Love does not discern nor ponders; love does not understand reasons. Love is not resignation before impossibility, nor does it get intimidated before difficulties». Is it like that, my prayer?

      «I am not worthy to have you under my roof...» (Mt 8:8). It is the centurion's answer. Do you feel this way? Is your faith like this? «Only faith can explain this mystery. Faith is true knowledge, the principles of which are beyond rational demonstration; for faith makes real for us things beyond intellect and reason» (St. Maximus, confessor). If your faith is such, then you are bound to hear too: «‘Go home now. As you believed, so let it be (...)’ And at that moment his servant was healed» (Mt 8:13).

      Blessed Virgin Mary, Mother of God, Master of faith, hope and devoted love, show us how to pray so that we may obtain from the Lord that which is best for us.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI SABATO 30 GIUGNO 2018.

    Día litúrgico: Sábado XII del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Mt 8,5-17): En aquel tiempo, al entrar en Cafarnaúm, se le acercó un centurión y le rogó diciendo: «Señor, mi criado yace en casa paralítico con terribles sufrimientos». Dícele Jesús: «Yo iré a curarle». Replicó el centurión: «Señor, no soy digno de que entres bajo mi techo; basta que lo digas de palabra y mi criado quedará sano. Porque también yo, que soy un subalterno, tengo soldados a mis órdenes, y digo a éste: ‘Vete’, y va; y a otro: ‘Ven’, y viene; y a mi siervo: ‘Haz esto’, y lo hace». Al oír esto Jesús quedó admirado y dijo a los que le seguían: «Os aseguro que en Israel no he encontrado en nadie una fe tan grande. Y os digo que vendrán muchos de oriente y occidente y se pondrán a la mesa con Abraham, Isaac y Jacob en el reino de los Cielos, mientras que los hijos del Reino serán echados a las tinieblas de fuera; allí será el llanto y el rechinar de dientes». Y dijo Jesús al centurión: «Anda; que te suceda como has creído». Y en aquella hora sanó el criado. Al llegar Jesús a casa de Pedro, vio a la suegra de éste en cama, con fiebre. Le tocó la mano y la fiebre la dejó; y se levantó y se puso a servirle. Al atardecer, le trajeron muchos endemoniados; Él expulsó a los espíritus con una palabra, y curó a todos los enfermos, para que se cumpliera el oráculo del profeta Isaías: «Él tomó nuestras flaquezas y cargó con nuestras enfermedades».

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    1. REFLEXIÓN LELLA

      ORACIÓN: Ven Espíritu de Dios, nos dan una creencia fuerte y genuina en Jesús y sanar nuestras heridas. Guárdanos de la duda, el miedo y la indecisión. Muéstranos nuestras vocaciones y hacernos listo y generoso en su consecución. Abre nuestros ojos a la comprensión de su palabra y nos dará luz para entender lo que usted quiere que nosotros entendemos. A ti nos encomendamos con fe como el centurión, se encomendó a Jesús.

      A menudo, cuando nos preguntamos ante el Señor, nuestra actitud es incierto, dudoso, y de ninguna manera se asemeja a la del centurión de esta pieza narrada por Mateo, por el contrario, parece que somos los seres superiores que se bajan al nivel de un Dios que con demasiada frecuencia nos preguntamos, que no creemos ... porque realmente satisfecho ahora, debido a la menor dificultad que lo acuse. No escucho más sobre mí que frases como Dios no me escucha - Si Dios existe porque ..... - Sólo tenía que enviar a mí ...- Doy gracias a Dios por darme la fuerza para no explotar, no te enfades, porque entiendo el dolor de los que sufren, pero a veces, cuando me doy cuenta de todo esto, sólo la provocación, la estupidez de los que se sienten superiores, con su no-fe, quiero invitarlos a tomar un baño en el agua bendita, para conseguir realmente deshacerse de la lepra que tienen alma. Es muy común que usted tiene una imagen de Dios que no se corresponde a la realidad, incluso los Judios, de hecho, hablan de un Dios severo, celoso, implacable y tan parecido a su temperamento.
      Pero el centurión oyó hablar de Jesús, un judio que se ve muy diferente a los demás, que no sólo hace milagros, sanidades, pero eso no importa detenerse a hablar y satisfacer a un pasado lejano y, para aquellos que la fe judía fueron separados de su círculo de pueblo elegido. A continuación, el coraje y le pregunta para algunas personas de edad avanzada a pedirle a Jesús que sanara a su siervo que estaba muy enfermo. El hombre era caritativo con su criado, y con gran humildad, cuando Jesús iba de él, le dice que ya que no se consideró digno de esta gracia que preguntarse, no se consideraba digno de lo acogerá en su casa, pero él estaba seguro de que con su palabra, su siervo sería sanado. Una fe así que no podría llegar a Jesús, que ciertamente no tenía ideas preconcebidas, a pesar de que inicialmente dijo que había venido sólo para el pueblo judío, pero ahora, no porque él se había negado a ninguno. Este hombre era un comandante del ejército romano, a continuación, un pagano, que nunca, nunca habría soñado con conseguir más cerca de Dios en el templo de los Judios, ya que mantienen las personas a distancia, teniendo en cuenta a Dios de su propiedad, de su derecho. El que sabe que no debe estar entre los que siguen a Jesús, porque se toma de su vida como soldado, considerado por quien tiene poder, porque es el comandante de su guardia, se da cuenta de que todo el poder de la tierra que no tiene lo inútil ... y se da cuenta de que cuando se aprende a amar a su siervo, y que me duele verlo sufrir a su vez. Es en ese momento que su corazón se abre y busca la ayuda de este hombre bueno que todos están hablando y no esperaba que Jesús estaba escuchando e intervenir inmediatamente. Entonces te sientes indigno de tal gracia, con tal previsión, porque su casa no es digno de recibir, entonces te das cuenta de que Jesús está realmente allí, delante de él, y él está aceptando su oración. Jesús no sabía que el soldado, pero que estaba dispuesto a creer, para abrir su corazón, mucho más que todos los hijos de Israel que se mantuvo duro de corazón y no quieren creer en él.
      Jesús pone de relieve el grado de apertura de las puertas de la Nueva Jerusalén a los que están dispuestos a creer y dejar de lado los duros de corazón, independientemente de su origen terrenal.

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    2. Comentario: Rev. D. Xavier JAUSET i Clivillé
      (Lleida, España)

      Hoy, en el Evangelio, vemos el amor, la fe, la confianza y la humildad de un centurión, que siente una profunda estima hacia su criado. Se preocupa tanto de él, que es capaz de humillarse ante Jesús y pedirle: «Señor, mi criado yace en casa paralítico con terribles sufrimientos» (Mt 8,6). Esta solicitud por los demás, especialmente para con un siervo, obtiene de Jesús una pronta respuesta: «Yo iré a curarle» (Mt 8,7). Y todo desemboca en una serie de actos de fe y confianza. El centurión no se considera digno y, al lado de este sentimiento, manifiesta su fe ante Jesús y ante todos los que estaban allí presentes, de tal manera que Jesús dice: «En Israel no he encontrado en nadie una fe tan grande» (Mt 8,10).

      Podemos preguntarnos qué mueve a Jesús para realizar el milagro. ¡Cuántas veces pedimos y parece que Dios no nos atiende!, y eso que sabemos que Dios siempre nos escucha. ¿Qué sucede, pues? Creemos que pedimos bien, pero, ¿lo hacemos como el centurión? Su oración no es egoísta, sino que está llena de amor, humildad y confianza. Dice san Pedro Crisólogo: «La fuerza del amor no mide las posibilidades (...). El amor no discierne, no reflexiona, no conoce razones. El amor no es resignación ante la imposibilidad, no se intimida ante dificultad alguna». ¿Es así mi oración?

      «Señor, no soy digno de que entres bajo mi techo...» (Mt 8,8). Es la respuesta del centurión. ¿Son así tus sentimientos? ¿Es así tu fe? «Sólo la fe puede captar este misterio, esta fe que es el fundamento y la base de cuanto sobrepasa a la experiencia y al conocimiento natural» (San Máximo). Si es así, también escucharás: «‘Anda; que te suceda como has creído’. Y en aquella hora sanó el criado» (Mt 8,13).

      ¡Santa María, Virgen y Madre!, maestra de fe, de esperanza y de amor solícito, enséñanos a orar como conviene para conseguir del Señor todo cuanto necesitamos.



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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI SABATO 30 GIUGNO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 12e Semaine: Samedi

    Texte de l'Évangile (Mt 8,5-17): Jésus était entré à Capharnaüm; un centurion de l'armée romaine vint à lui et le supplia: «Seigneur, mon serviteur est au lit, chez moi, paralysé, et il souffre terriblement». Jésus lui dit: «Je vais aller le guérir». Le centurion reprit: «Seigneur, je ne suis pas digne que tu entres sous mon toit, mais dis seulement une parole et mon serviteur sera guéri. Ainsi, moi qui suis soumis à une autorité, j'ai des soldats sous mes ordres; je dis à l'un: ‘Va’, et il va, à un autre: ‘Viens’, et il vient, et à mon esclave: ‘Fais ceci’, et il le fait». A ces mots, Jésus fut dans l'admiration et dit à ceux qui le suivaient: «Amen, je vous le déclare, chez personne en Israël, je n'ai trouvé une telle foi. Aussi je vous le dis: Beaucoup viendront de l'orient et de l'occident et prendront place avec Abraham, lsaac et Jacob au festin du Royaume des cieux, et les héritiers du Royaume seront jetés dehors dans les ténèbres; là, il y aura des pleurs et des grincements de dents». Et Jésus dit au centurion: «Rentre chez toi, que tout se passe pour toi selon ta foi». Et le serviteur fut guéri à cette heure même. Comme Jésus entrait chez Pierre, il vit sa belle-mère couchée avec de la fièvre. Il lui prit la main, et la fièvre la quitta. Elle se leva, et elle le servait. Le soir venu, on lui amena beaucoup de possédés; il chassa les esprits par sa parole et il guérit tous les malades. Ainsi devait s'accomplir la parole prononcée par le prophète Isaïe: Il a pris nos souffrances, il a porté nos maladies.

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Viens Saint Esprit de Dieu, nous donner une conviction forte et véritable en Jésus et guéri toutes nos blessures. Eloigne de nous le doute, la peur et l'indécision. Montre-nous nos vocations et rend nous disponible et généreux dans sa réalisation. Ouvre nos yeux à la compréhension de ta parole et donne nous la lumière pour comprendre ce que tu veut que nous comprenons. Pour toi, nous nous en remettons à la foi comme le centurion, qui s'est confié à Jésus"

      Souvent quand nous nous mettons devant le Seigneur, notre attitude est incertaine, hésitante, et elle ne ressemble pour rien à celle du centurion de ce passage raconté par Mathieu, il semble, presque que c'est nous les êtres supérieurs qui se baissent au niveau d'un Dieu que nous mettons trop souvent en discussion dans laquelle nous ne croyons pas vraiment...... parce que tout de suite elle ne nous contentes pas, parce qu'à la moindre difficulté nous la mettons sous accusation. Je n'entends autour de moi que des phrases comme "Dieu ne m'écoute pas - Si Dieu existe pourquoi..Justement il devait m'envoyer ...ceci ou cela.- Je rend grace à Dieu de me donner la force de ne pas exploser, de ne se pas facher, parce que je comprends la douleur de ceux qui souffrent, mais certaines fois, quand je perçois en tout cela, seulement de la provocation, la sottise de celui qui se sent supérieur avec sa "non foi".. l'envie me vient de les inviter à faire un bain dans de l'eau sainte, pour se libérer vraiment de la lèpre qu'ils ont dans l'âme.." Il est assez fréquent qu'on ait de Dieu une image qui ne correspond pas à la réalité, les Juifs parlent en effet eux aussi d'un Dieu sévère, jaloux, qui ne pardonne pas et puis très semblable à eux. Mais le centurion entend parler de Jésus, qui semble vraiment être un hébreux différent des autres, qui accomplit non seulement des miracles, des guérisons, mais qui ne dédaigne pas s'arrêter pour parler et contenter les derniers et les plus lointains ceux qui étaient jetés hors de la foi hébraïque du peuple élu par leur entourage.

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    2. SUITE

      Alors il prend son courage et demande à quelques-uns des plus âgés de demander à Jésus pour lui de sauver son serviteur qui était très mal. L'homme avait été charitable envers son serviteur, et avec beaucoup d'humilité, quand Jésus était en train d'aller chez lui, il lui dit que, comme il ne se considéré pas digne de demander lui même cette grâce, il ne se considérait pas digne de le recevoir dans sa maison, mais qu'il était sûr qu'avec seulement sa parole, son serviteur serait guéri. Une si grande foi ne pouvait pas ne pas frapper Jésus, qui n'avait certainement pas de préjugés, même s'il avait initialement dit être venu seulement pour le peuple hébraïque, mais tout de suite, il n'avait refusé aucune grâce. à personne Cet homme était un commandant de l'armée romaine, donc un païen, qui n'aurait jamais pus rêvé de se rapprocher de Dieu dans le temple des Juifs, vraiment parce que ceux-ci tenaient les gens à distance, considérant Dieu comme leur propriété, leur droit. Lui qui sait ne pas être entre ceux qui suivent Jésus, parce qu'il est pris par sa vie de soldat, d'être considérer comme quelqu'un qui a du pouvoir, parce qu'il est commandant de ses gardes, il se rend compte que tout le pouvoir terrestre dont il dispose, ne lui sert a rien et il s'en aperçoit quand il comprend qu'il aime son serviteur et que le voir souffrir le fait à son tour être mal. C'est à ce moment-là que son coeur s'ouvre et il cherche l'aide de ce bon homme dont tous parlent, il n'attendait pas que Jésus l'écoutât et tout de suite intervînt. Alors il se sent indigne de tant de grâce, de tant de perspicacité, parce que sa maison n'est pas digne de le recevoir, puis il se rend compte que Jésus est vraiment là devant lui et il est en train d'accueillir sa prière. Ce soldat ne connaissait pas Jésus, mais il était disposé à croire, à ouvrir son coeur, bien plus que beaucoup de fils d'Israël qui restaient durs de coeur et ne voulaient pas croire en Lui.
      Jésus met en contraste comment ouvrir les portes de la nouvelle Jérusalem à ceux qui sont disposés à croire et il laissera dehors les durs de coeur, indépendamment de leur origine terrestre

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    3. Commentaire de l'Abbé Xavier JAUSET i Clivillé
      (Lleida, Espagne)

      Aujourd'hui, dans l'Évangile nous observons l'amour, la foi, la confiance et l'humilité d'un centurion qui éprouve une très grande affection pour son serviteur. Il se fait du souci à un tel point qu'il va jusqu'à s'humilier devant Jésus et lui demander:«Seigneur, mon serviteur est au lit, chez moi, paralysé, et il souffre terriblement» (Mt 8,6). Cette sollicitude envers les autres, spécialement envers un serviteur lui obtient de la part de Jésus une réponse immédiate: «Je vais aller le guérir» (Mt 8,7). Tout ce qui se passe ensuite abouti dans une série d'actes de foi et de confiance. Le centurion ne se considère pas digne mais cependant il exprime sa foi et sa confiance envers Jésus face à tous, de telle manière que Jésus ne peut que s'exclamer: «Je vous le déclare, chez personne en Israël, je n'ai trouvé une telle foi» (Mt 8,10).

      Nous pouvons nous demander ce qui pousse Jésus à accomplir un miracle. Souvent on demande des choses et on dirait que Dieu ne s'occupe pas de nous! Et tout cela en ayant la certitude que Dieu entend toujours ce que nous lui demandons. Alors, qu'est-ce qui se passe? Nous pensons peut-être que nous le demandons correctement, mais est-ce que nous demandons comme l'a fait le centurion? La prière du centurion n'est pas égoïste, mais pleine d'amour, d'humilité et de confiance. Saint Pierre Crysologue nous dit: «La force de l'amour ne tient pas compte des possibilités (…). L'amour ne discerne pas, ne réfléchit pas, ne connaît aucun argument. L'amour n'est pas résignation devant l'impossible, car il ne se laisse pas intimider par les difficultés». Est-ce que notre prière est ainsi?

      «Seigneur, je ne suis pas digne que tu entres sous mon toit» (Mt 8,8). Ceci est la réponse du centurion, est-ce que vos sentiments sont ainsi? Est-ce que votre foi est comme la sienne? «Seule la foi peut comprendre ce mystère, la foi qui est le fondement et la base de tout ce qui surpasse l'expérience et la connaissance ordinaire» (Saint Maxime). S'il en est ainsi vous aussi vous entendrez ces paroles: «‘Que tout se passe pour toi selon ta foi’. Et le serviteur fut guéri à cette heure même» (Mt 8,13).

      Sainte Marie, Vierge et Mère! Maîtresse de foi, d'espérance et d'amour prévenant, enseigne-nous à prier comme il faut pour obtenir du Seigneur tout ce dont on a besoin.

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