venerdì 22 giugno 2018

(Mt 6,24-34) Non preoccupatevi del domani.

VANGELO DI SABATO 23 GIUGNO 2018.

Giorno liturgico: Sabato, XI settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Mt 6,24-34): In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?» E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: 'Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?'. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».




RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA:
Grazie o Gesù delle tue sante parole, grazie di ogni respiro che hai emesso per noi, concedimi di respirare del tuo respiro e di vivere di Te.

Non si può servire Dio se la ricchezza diventa il nostro Dio. Questo deve essere ben vivo nel nostro cuore e nella nostra mente, se vogliamo salvare la nostra anima, se non vogliamo fare scelte sbagliate.
Spesso ci occupiamo più del nostro corpo che della nostra anima, come se le due cose fossero scollegate, ma non ci rendiamo conto che separando l’una dall’ altra, noi ci separiamo dal creatore, ci allontaniamo da Dio.
Matteo mette in risalto le parole di Gesù con le quali ci dice con una chiarezza sconcertante, che nella vita è una questione di scelta d’appartenenza.
Non si può vivere nel mondo ed essere del mondo e allo stesso tempo servire Dio.
Appartenere a Dio vuol dire confidare che da Lui ti verrà tutto quello che ti serve per vivere.
Molte persone appena perdono le loro sicurezze terrene si preoccupano e disperano, e questo, anche se umanamente è comprensibile, è segno che non è nel Signore che confidano.
Penso agli apostoli che sulla barca, in mezzo alla tempesta avevano paura, ma appena anno invocato il nome di Gesù, hanno visto con loro stupore che comandò alle acque di calmarsi e queste si calmarono.
Abbiamo visto come con pochi pani e pochi pesci, sfamò una moltitudine di gente e ne avanzò.
Abbiamo visto che resuscitò i morti.
Di Dio noi abbiamo attraverso Gesù una rivelazione d’onnipotenza senza pari, ma non ci rivolgiamo a Lui se non in caso d’estrema necessità, e spesso, troppo spesso, lo consideriamo un talismano, un banco dei pegni, al quale dire una preghierina con la speranza di ottenere tutto e subito.
Crediamo di valere solo in base a quello che abbiamo, alla posizione sociale, al nostro aspetto fisico, ma forse questo è vero solo perché anche noi giudichiamo gli altri da questo.
Agli occhi del Signore invece contano le nostre piccole opere buone, la nostra mano tesa verso i fratelli più bisognosi, il nostro amore per lui, per la nostra famiglia; l’amore che riusciamo a dare è più importante di tutto quello che possiamo avere.
Nella vita passiamo molti esami, qualcuno riusciamo anche a truccarlo, con l’aiuto di altri uomini corruttibili…. ma quando passeremo il nostro ultimo esame, non potremo barare, ne comperarne l’ esito.
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Comentario: Rev. D. Carles ELÍAS i Cao
(Barcelona, Spagna)

Oggi, Gesù ci dice: « Non potete servire a Dio e a mammona» (Mt 6,24). Con queste parole ci mette di fronte alla nostra insicurezza che cerchiamo di mascherare con l'appoggio della tranquillità dell'avere non solo il necessario ma anche quello che ci piace, e ciò ci porta a sciupare e a sperperare.

«Che l'ascolti l'avaro; che l'ascolti chi pensa che, chiamandosi cristiano, può servire contemporaneamente la ricchezza e a Cristo. Tuttavia non disse: colui che ha ricchezze, ma chi serve le ricchezze; chi è schiavo della ricchezze e la conserva come uno schiavo; ma chi ha scosso il giogo della schiavitù, le distribuisce quale signore» (San Gerolamo).

Come nelle beatitudini —o in un altro passaggio importante, come quello del comandamento nuovo (cf. Jn 13,34-35)—, oggi il Signore ci invita ad una decisione per la fiducia illimitata in un Padre che ci si dona come provvidenza, per la ricerca del Regno di giustizia, di pace e di gioia per un'autentica povertà interiore dell'anima, che si contorce frequentemente con “con gemiti inesprimibili” (cf. Rom 8,26) verso Colui che solamente può saziare il nostro cuore di pienezza e di eternità. Da questo distacco, da questa incertezza assunta coscientemente, depositiamo tutta la nostra speranza nel seguire Cristo.

Lasciando il passato nel perdono di Dio e scacciando paure e preoccupazioni per un futuro che non è ancora arrivato, Gesù ci invita a vivere il giorno “d’oggi” che è l'unico che abbiamo adesso. Ed in quest’ “oggi” Egli ci si offre come pane che accompagna il giorno. «Solo il presente ci appartiene, giacchè è incerta la speranza del futuro (...). Ad ogni giorno gli è sufficiente la propria malizia. Perché preoccuparci del domani?» (San Gregorio di Nissa).

9 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI SABATO 23 GIUGNO 2018.

    Liturgical day: Saturday 11th in Ordinary Time

    Gospel text (Mt 6,24-34): Jesus said to his disciples, «No one can serve two masters; for he will either hate one and love the other, or he will be loyal to the first and look down on the second. You cannot at the same time serve God and money. This is why I tell you not to be worried about food and drink for yourself, or about clothes for your body. Is not life more important than food and is not the body more important than clothes? Look at the birds of the air; they do not sow, they do not harvest and do not store food in barns, and yet your heavenly Father feeds them. Are you not worth much more than birds? Can any of you add a day to your life by worrying about it?» Why are you so worried about your clothes? Look at the flowers in the fields how they grow. They do not toil or spin. But I tell you that not even Solomon in all his wealth was clothed like one of these. If God so clothes the grass in the field which blooms today and is to be burned tomorrow in an oven, how much more will he clothe you? What little faith you have! Do not worry and say: What are we going to eat? What are we going to drink? Or: what shall we wear? The pagans busy themselves with such things; but your heavenly Father knows that you need them all. Set your heart first on the kingdom and justice of God and all these things will also be given to you. Do not worry about tomorrow for tomorrow will worry about itself. Each day has enough trouble of its own».

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    1. REFLECTION OF LELLA

      PRAYER: Thanks or your holy words of Jesus, thank you for every breath you hear for us, grant me to breathe your breath and live for You.

      You can not serve God if wealth becomes our God
      This must be very much alive in our hearts and in our minds, if we want to save our soul, if you do not want to make poor choices.
      Often we take care of our body that most of our soul, as if the two were unrelated, but we do not realize that separating one from the other, we separate ourselves from the Creator, we turn away from God
      Matthew emphasizes Jesus' words with which tells us with a disconcerting clarity, which in life is a matter of choice belongs to.You can not live in the world and being of the world and at the same time serve God
      Belonging to God means trusting that He'll be everything you need to live.
      Many people just lose their earthly security worry and despair, and this, even if it is humanly understandable, it means that they who trust in the Lord.
      I think that the apostles on the boat, in the middle of the storm were afraid, but as soon as year invoked the name of Jesus, they saw to their amazement that commanded the waters to calm down and they calmed down.
      We have seen that with a few loaves and fishes, fed the multitudes of people and they walked.
      We have seen that raised the dead.
      Of God through Jesus we have a revelation of omnipotence without equal, but we do not turn to Him except in cases of extreme necessity, and often, too often, we consider a talisman, a pawnshop, which say a little prayer with the hope to get everything at once.
      We believe that we rely only on the basis of what we have, social position, to our physical appearance, but perhaps this is true only because we judge others by it.
      In the eyes of the Lord instead count our small good deeds, our outreach to those most in need, our love for him, for our family, the love that we give is more important than anything we could have.
      In life, we pass many tests, someone we can also fake it with the help of other men corruptible .... but when we pass our final exam, we will not cheat, it comperarne the outcome.
      I understand that it seems strange to trust a God that you do not see, especially for those who still can not let go of faith, but I challenge you to groped, to ask the Lord to let you experience his presence in your vita.Dio not want to believe that because someone tells us to do it, would not let the freedom if it were so; but invites us to ask, to seek, to trust, even to doubt at times, but you learn to recognize His presence, to make the experience of the risen Jesus always among us.

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    2. Comment off: Fr. Carles ELÍAS i Cao
      (Barcelona, Spain)

      Today, Jesus tells us: «You cannot at the same time serve God and money» (Mt 6:24). With these words He confronts us with our own uncertainty, which we try to alleviate by leaning on the conviction that we have, not only what we need, but also what we want, which, in turn, leads us into consumism and waste.

      «Let the avaricious hear these words; let the Christian who thinks he can serve both Christ and money, hear them too. For, He did not say: he who has riches but he who serves riches; nor he who is enslaved by riches and keeps them like a slave; but he who has cast off the yoke of slavery and distributes his wealth in a lordly manner» (St Jerome).

      Today, as in the beatitudes —or in the key passage of the new commandment (Jn 13:34-35)—, the Lord urges us to settle for an unlimited confidence in the Father, who offers Himself to us as the Divine Providence, for our quest for the Kingdom of justice, peace and joy, and for a true simplicity of our soul, that turns round, time and again, «with groans that words cannot express» (Rm 8:26), to the Only One who can fill to the brim our longing for plenitude and eternity. While conscious of the temporality of our existence, through our own self-denial, we must be certain of our desire to follow the Christ.

      Seeking God's forgiveness for past sins and throwing away any fears and worries for a future yet to come, Jesus invites us to live the present day, which is the only thing we can be more or less sure of. And this “today” is given to us as our daily bread. «We only own the present, while the hope for the future is uncertain (...). Each day has enough trouble of his own. So why worry about?» (St Gregory of Nyssa).

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI SABATO 23 GIUGNO 2018.

    Día litúrgico: Sábado XI del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Mt 6,24-34): En aquel tiempo, Jesús dijo a sus discípulos: «Nadie puede servir a dos señores; porque aborrecerá a uno y amará al otro; o bien se entregará a uno y despreciará al otro. No podéis servir a Dios y al dinero. Por eso os digo: No andéis preocupados por vuestra vida, qué comeréis, ni por vuestro cuerpo, con qué os vestiréis. ¿No vale más la vida que el alimento, y el cuerpo más que el vestido? Mirad las aves del cielo: no siembran, ni cosechan, ni recogen en graneros; y vuestro Padre celestial las alimenta. ¿No valéis vosotros más que ellas? Por lo demás, ¿quién de vosotros puede, por más que se preocupe, añadir un solo codo a la medida de su vida?» Y del vestido, ¿por qué preocuparos? Observad los lirios del campo, cómo crecen; no se fatigan, ni hilan. Pero yo os digo que ni Salomón, en toda su gloria, se vistió como uno de ellos. Pues si a la hierba del campo, que hoy es y mañana se echa al horno, Dios así la viste, ¿no lo hará mucho más con vosotros, hombres de poca fe? No andéis, pues, preocupados diciendo: ¿Qué vamos a comer?, ¿qué vamos a beber?, ¿con qué vamos a vestirnos? Que por todas esas cosas se afanan los gentiles; pues ya sabe vuestro Padre celestial que tenéis necesidad de todo eso. Buscad primero su Reino y su justicia, y todas esas cosas se os darán por añadidura. Así que no os preocupéis del mañana: el mañana se preocupará de sí mismo. Cada día tiene bastante con su propio mal».

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    1. REFLEXIÓN LELLA

      ORACIÓN: Gracias o sus santas palabras de Jesús, gracias por cada respiración que usted oye de nosotros, concédeme respirar tu aliento y vivir por Ti.

      No podéis servir a Dios si la riqueza se convierte en nuestro Dios
      Esto debe ser muy vivo en nuestros corazones y en nuestras mentes, si queremos salvar nuestra alma, si usted no quiere tomar decisiones pobres.
      A menudo nos ocupamos de nuestro cuerpo que la mayoría de nuestra alma, como si los dos no estaban relacionados, pero no nos damos cuenta de que separar el uno del otro, nos separamos del Creador, nos alejamos de Dios
      Mateo destaca las palabras de Jesús con el que nos dice con una claridad desconcertante, que en la vida es una cuestión de elección pertenece.No se puede vivir en el mundo y ser del mundo y al mismo tiempo servir a Dios
      La pertenencia a Dios significa confiar en que Él va a estar todo lo que necesita para vivir.
      Muchas personas simplemente pierden su preocupación de seguridad terrestre y la desesperación, y esto, aunque sea humanamente comprensible, significa que los que confían en el Señor.
      Creo que los apóstoles en el barco, en medio de la tormenta tenían miedo, pero tan pronto como el año invocó el nombre de Jesús, vi con asombro que ordenó que las aguas se calmen y se tranquilizó.
      Hemos visto que con unos pocos panes y peces, alimentó a las multitudes de personas y caminaron.
      Hemos visto que resucitó a los muertos.
      De Dios a través de Jesús tenemos una revelación de la omnipotencia sin igual, pero no nos volvemos a Él, excepto en casos de extrema necesidad, y, a menudo, demasiado a menudo, consideramos un talismán, una casa de empeño, que dicen una oración con el esperamos tener todo a la vez.
      Creemos que nos basamos sólo en la base de lo que tenemos, la posición social, a nuestra apariencia física, pero tal vez esto es cierto sólo porque juzgamos a los demás por el mismo.
      A los ojos del Señor en vez contar nuestras pequeñas buenas acciones, nuestro alcance a los más necesitados, nuestro amor por él, para nuestra familia, el amor que damos es más importante que cualquier cosa que podamos tener.
      En la vida, pasamos por muchas pruebas, alguien que también se puede fingir con la ayuda de otros hombres corruptibles .... pero cuando pasamos nuestro examen final, no vamos a engañar, que comperarne el resultado.
      Entiendo que me parece extraño que confiar en un Dios que no ves, sobre todo para aquellos que todavía no puede dejar de lado la fe, pero te desafío a tientas, a pedirle al Señor que le permiten experimentar su presencia en tu vita.Dio no quieren creer que porque alguien nos dice que lo haga, no deje que la libertad si fuera así; pero nos invita a preguntar, a buscar, a la confianza, incluso a dudar a veces, pero se aprende a reconocer su presencia, para que la experiencia de Jesús resucitado siempre entre nosotros.

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    2. Comentario: Rev. D. Carles ELÍAS i Cao
      (Barcelona, España)

      Hoy, Jesús nos dice: «No podéis servir a Dios y al dinero» (Mt 6,24). Con estas palabras nos enfrenta a nuestra inseguridad, que procuramos paliar con el apoyo en la tranquilidad de tener no sólo lo necesario, sino lo que nos apetece, lo cual nos lleva a consumir y malgastar.

      «Que lo oiga el avaro; que lo oiga el que piensa que, llamándose cristiano, puede servir al mismo tiempo a las riquezas y a Cristo. Sin embargo, no dijo: el que tiene riquezas, sino el que sirve a las riquezas; el que es esclavo de las riquezas y las guarda como un esclavo; pero el que ha sacudido el yugo de la esclavitud, las distribuye como señor» (San Jerónimo).

      Como en las bienaventuranzas —o en otro pasaje clave, como el del mandato nuevo (Jn 13,34-35)—, hoy el Señor nos invita a una decisión por la confianza ilimitada en un Padre que se nos da como providencia, por la búsqueda del Reino de justicia, paz y alegría, por una verdadera pobreza interior del alma, que se vuelve una y otra vez con “gemidos inenarrables” (cf. Rom 8,26) a Quien únicamente puede saciar nuestro anhelo de plenitud y eternidad. Desde este desasimiento, desde esta precariedad asumida conscientemente, ponemos toda nuestra esperanza en el seguimiento de Cristo.

      Dejando el pasado en el perdón de Dios y ahuyentando temores y preocupaciones por un futuro que todavía no ha llegado, Jesús nos invita a vivir el día de “hoy”, que es lo único que ahora tenemos. Y en este “hoy” Él se nos da como pan que acompaña el día. «Sólo el presente nos pertenece, siendo incierta la esperanza del futuro (...). Bástale a cada día su propia malicia. ¿Por qué angustiarnos por el mañana?» (San Gregorio de Nisa).

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI SABATO 23 GIUGNO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 11e Semaine: Samedi

    Texte de l'Évangile (Mt 6,24-34): «Aucun homme ne peut servir deux maîtres: ou bien il détestera l'un et aimera l'autre, ou bien il s'attachera à l'un et méprisera l'autre. Vous ne pouvez pas servir à la fois Dieu et l'Argent. C'est pourquoi je vous dis: Ne vous faites pas tant de souci pour votre vie, au sujet de la nourriture, ni pour votre corps, au sujet des vêtements. La vie ne vaut-elle pas plus que la nourriture, et le corps plus que les vêtements? Regardez les oiseaux du ciel: ils ne font ni semailles ni moisson, ils ne font pas de réserves dans des greniers, et votre Père céleste les nourrit. Ne valez-vous pas beaucoup plus qu'eux? D'ailleurs, qui d'entre vous, à force de souci, peut prolonger tant soit peu son existence? Et au sujet des vêtements, pourquoi se faire tant de souci? Observez comment poussent les lis des champs: ils ne travaillent pas, ils ne filent pas. Or je vous dis que Salomon lui-même, dans toute sa gloire, n'était pas habillé comme l'un d'eux. Si Dieu habille ainsi l'herbe des champs, qui est là aujourd'hui, et qui demain sera jetée au feu, ne fera-t-il pas bien davantage pour vous, hommes de peu de foi? Ne vous faites donc pas tant de souci; ne dites pas: ‘Qu'allons-nous manger?’ ou bien: ‘Qu'allons-nous boire?’ ou encore: ‘Avec quoi nous habiller?’. Tout cela, les païens le recherchent. Mais votre Père céleste sait que vous en avez besoin. Cherchez d'abord son Royaume et sa justice, et tout cela vous sera donné par-dessus le marché. Ne vous faites pas tant de souci pour demain: demain se souciera de lui-même; à chaque jour suffit sa peine».

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Merci O Jésus pour tes Paroles saintes, merci pour chaque souffle que tu as émis pour nous ! concède-moi de respirer ton souffle et de vivre de Toi.

      On ne peut pas servir Dieu si la richesse devient notre Dieu. Cela doit être bien vif dans notre coeur et dans notre esprit, si nous voulons sauver notre âme, si nous ne voulons pas faire des choix incorrects. Occupons nous en souvent plus de notre corps que de notre âme, comme si les deux choses fussent coupé, mais nous ne nous rendons pas compte qu'en séparant l'un de l'autre, nous nous séparons du créateur, nous nous éloignons de Dieu. Mathieu met en contraste les Paroles de Jésus avec lesquels il nous dit avec une clarté déconcertante, que dans la vie c'est une question de choix d'appartenance. On ne peut pas vivre dans le monde et être du monde et en même temps servir Dieu. Appartenir à Dieu veut dire se confier qu'en Lui te viendra tout ce qui te sert pour vivre. Beaucoup de personnes, dès qu'ils perdent leurs sûretés terrestres s'en préoccupent et se désespèrent, et cela, même si c'est compréhensible humainement, c'est signe que ce n'est pas dans le Seigneur qu'ils se confient. Je pense aux apôtres qui sur la barque, au milieu de la tempête, avaient peur, mais dès qu'ils ont invoqué le nom de Jésus ils ont vu avec stupeur qu'il commanda aux eaux de se calmer et celles-ci se calmèrent. Nous avons vu comment avec un peu de pains et peu de poissons, il fit manger une multitude de gens et il en resta d'avançe. De Dieu nous avons à travers Jésus une révélation d'omnipotence sans égal, mais nous ne nous adressons pas à Lui si ce n'est en cas d'extrême nécessité, et nous le considérons trop souvent comme un talisman, un banc des gages à qui dire un petite prière avec l'espoir d'obtenir tout et tout de suite. Nous croyons valoir seulement de manière à ce que nous avons, à notre position sociale, à notre aspect physique, mais ceci est vrai seulement peut-être parce que nous aussi jugeons les autres pour cela. Par contre aux yeux du Seigneur nos petites bonnes oeuvres compte, notre main tendue vers nos frères les plus besogneux, notre amour pour lui, pour notre famille; l'amour que nous réussissons à donner est plus important que tout celui que nous pouvons avoir. Dans la vie nous passons beaucoup d'examens, nous réussissons aussi à en maquiller quelqu'un avec l'aide d'autres hommes corruptibles. mais quand nous passerons notre dernier examen, nous ne pourrons pas tricher pour en acheter le résultat. Je comprends que cela semble étrange de se fier à un Dieu qui ne se voit pas, spécialement pour celui qui encore ne réussit pas à se laisser aller dans la foi, mais je vous défie de tenter, de demander au Seigneur de vous faire expérimenter sa présence dans votre vie. Dieu ne veut pas que nous croyons parce que quelqu'un nous dit de le faire, il ne nous aurait pas laissé la liberté si c'était ainsi; mais il nous invite à demander, à chercher, à se confier, et aussi parfois à douter, mais à apprendre à reconnaître sa présence à faire l'expérience de Jésus toujours ressuscité parmi nous...

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    2. Commentaire de l'Abbé Carles ELÍAS i Cao
      (Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui, Jésus nous dit: «Vous ne pouvez pas servir à la fois Dieu et l'argent» (Mt 6,24). Par ces paroles, il nous confronte à notre insécurité, que nous tâchons de palier par la tranquillité de posséder non seulement le nécessaire, mais encore ce qui nous plaît, qui nous porte à consommer et à gaspiller.

      «Que l’avare écoute; qu'il écoute celui qui pense que, tout en se disant chrétien, il peut servir en même temps les richesses et le Christ. Lui cependant n'a pas dit: celui qui est riche, mais celui qui sert les richesses; celui qui est esclave des richesses et les garde comme un esclave; mais celui qui a secoué le joug de l'esclavage, qu'il les distribue comme un maître» (saint Jérôme).

      Comme dans les béatitudes —ou dans d'autres passages clés, comme celui du commandement nouveau (Jn 13,34-35)— le Seigneur nous invite aujourd'hui à nous décider pour la confiance illimitée en un Père qui veille sur nous, pour la recherche du Royaume de la justice, de la paix et de la joie, pour une véritable pauvreté intérieure de l'âme, qui se tourne et se retourne avec des «gémissements ineffables» (cf. Rom 8,26) vers Celui-là seul qui peut rassasier notre soif de plénitude et d'éternité. Sur ce détachement, sur cette précarité assumée consciemment, nous fondons notre espérance comme disciple du Christ.

      Laissant le passé au pardon de Dieu, fuyant les craintes et les préoccupations pour un futur qui n'est pas encore là, Jésus nous invite à vivre le jour d'aujourd'hui, la seule chose en notre possession. En cet aujourd'hui, Il se donne à nous comme pain qui soutient la journée. «Seul le présent nous appartient, l'espérance de l'avenir demeurant incertaine (…). À chaque jour suffit sa propre malice. Pourquoi nous inquiéter de demain?» (Saint Grégoire de Nisse).

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