Santa Scolastica Vergine
10 febbraio
Norcia, Perugia, ca. 480 - Montecassino, Frosinone, ca. 547
Scolastica ci è nota dai “Dialoghi” di san Gregorio Magno. Vergine
Saggia, antepose la carità e la pura contemplazione alle semplici regole
e istituzioni umane, come manifestò nell’ultimo colloquio con il suo
fratello s. Benedetto, quando con la forza della preghiera “poté di più,
perché amò di più”. (Mess. Rom.)
Patronato: Suore
Emblema: Colomba, Giglio
Martirologio Romano: Memoria della deposizione di santa Scolastica,
vergine, che, sorella di san Benedetto, consacrata a Dio fin
dall’infanzia, ebbe insieme con il fratello una tale comunione in Dio,
da trascorrere una volta all’anno a Montecassino nel Lazio un giorno
intero nelle lodi di Dio e in sacra conversazione.
Il nome di Scolastica, sorella di Benedetto da Norcia, richiama al
femminile gli inizi del monachesimo occidentale, fondato sulla stabilità
della vita in comune. Benedetto invita a servire Dio non già "fuggendo
dal mondo" verso la solitudine o la penitenza itinerante, ma vivendo in
comunità durature e organizzate, e dividendo rigorosamente il proprio
tempo fra preghiera, lavoro o studio e riposo. Da giovanissima,
Scolastica si è consacrata al Signore col voto di castità. Più tardi,
quando già Benedetto vive a Montecassino con i suoi monaci, in un altro
monastero della zona lei fa vita comune con un gruppetto di donne
consacrate.
La Chiesa ricorda Scolastica come santa, ma di lei
sappiamo ben poco. L’unico testo quasi contemporaneo che ne parla è il
secondo libro dei Dialoghi di papa Gregorio Magno (590-604). Ma i
Dialoghi sono soprattutto composizioni esortative, edificanti, che
propongono esempi di santità all’imitazione dei fedeli mirando ad
appassionare e a commuovere, senza ricercare il dato esatto e la sicura
referenza storica. Inoltre, Gregorio parla di lei solo in riferimento a
Benedetto, solo all’ombra del grande fratello, padre del monachesimo
occidentale.
Ecco la pagina in cui li troviamo insieme. Tra loro è
stato convenuto di incontrarsi solo una volta all’anno. E Gregorio ce li
mostra appunto nella Quaresima (forse) del 542, fuori dai rispettivi
monasteri, in una casetta sotto Montecassino. Un colloquio che non
finirebbe più, su tante cose del cielo e anche della terra. L’Italia del
tempo è una preda contesa tra i Bizantini del generale Belisario e i
Goti del re Totila, devastata dagli uni e dagli altri. Roma s’è arresa
ai Goti per fame dopo due anni di assedio, in Italia centrale gli
affamati masticano erbe e radici. A Montecassino passano vincitori e
vinti; passa Totila attratto dalla fama di Benedetto, e passano le
vittime della violenza, i portatori di tutte le disperazioni, gli
assetati di speranza...
Viene l’ora di separarsi. Scolastica
vorrebbe prolungare il colloquio, ma Benedetto rifiuta: la Regola non
s’infrange, ciascuno torni a casa sua. Allora Scolastica si raccoglie
intensamente in preghiera, ed ecco scoppiare un temporale violentissimo
che blocca tutti nella casetta. Così il colloquio può continuare per un
po’ ancora. Infine, fratello e sorella con i loro accompagnatori e
accompagnatrici si separano; e questo sarà il loro ultimo incontro.
Tre giorni dopo, leggiamo nei Dialoghi, Benedetto apprende la morte
della sorella vedendo la sua anima salire verso l’alto in forma di
colomba. I monaci scendono allora a prendere il suo corpo, dandogli
sepoltura nella tomba che Benedetto ha fatto preparare per sé a
Montecassino; e dove sarà deposto anche lui, morto in piedi sorretto dai
suoi monaci, intorno all’anno 547.
Autore: Domenico Agasso
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