Presentazione del Signore
2 febbraio
Festa delle luci (cfr Lc 2,30-32), ebbe origine in Oriente con il nome
di ‘Ipapante’, cioè ‘Incontro’. Nel sec. VI si estese all’Occidente con
sviluppi originali: a Roma con carattere più penitenziale e in Gallia
con la solenne benedizione e processione delle candele popolarmente nota
come la ‘candelora’. La presentazione del Signore chiude le
celebrazioni natalizie e con l’offerta della Vergine Madre e la profezia di Simeone apre il cammino verso la Pasqua. (Mess. Rom.)
Martirologio Romano: Festa della Presentazione del Signore, dai Greci
chiamata Ipapánte: quaranta giorni dopo il Natale del Signore, Gesù fu
condotto da Maria e Giuseppe al Tempio, sia per adempiere la legge
mosaica, sia soprattutto per incontrare il suo popolo credente ed
esultante, luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo Israele.
Ascolta da RadioRai:
Ascolta da RadioMaria:
La festività odierna, di cui abbiamo la prima testimonianza nel secolo
IV a Gerusalemme, venne denominata fino alla recente riforma del
calendario festa della Purificazione della SS. Vergine Maria, in ricordo
del momento della storia della sacra Famiglia, narrato al capitolo 2
del Vangelo di Luca, in cui Maria, in ottemperanza alla legge, si recò
al Tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per
offrire il suo primogenito e compiere il rito legale della sua
purificazione. La riforma liturgica del 1960 ha restituito alla
celebrazione il titolo di "presentazione del Signore", che aveva in
origine. L'offerta di Gesù al Padre, compiuta nel Tempio, prelude alla
sua offerta sacrificale sulla croce.
Questo atto di obbedienza a un
rito legale, al compimento del quale né Gesù né Maria erano tenuti,
costituisce pure una lezione di umiltà, a coronamento dell'annuale
meditazione sul grande mistero natalizio, in cui il Figlio di Dio e la
sua divina Madre ci si presentano nella commovente ma mortificante
cornice del presepio, vale a dire nell'estrema povertà dei baraccati,
nella precaria esistenza degli sfollati e dei perseguitati, quindi degli
esuli.
L'incontro del Signore con Simeone e Anna nel Tempio
accentua l'aspetto sacrificale della celebrazione e la comunione
personale di Maria col sacrificio di Cristo, poiché quaranta giorni dopo
la sua divina maternità la profezia di Simeone le fa intravedere le
prospettive della sua sofferenza: "Una spada ti trafiggerà l'anima":
Maria, grazie alla sua intima unione con la persona di Cristo, viene
associata al sacrificio del Figlio. Non stupisce quindi che alla festa
odierna si sia dato un tempo tale risalto da indurre l'imperatore
Giustiniano a decretare il 2 febbraio giorno festivo in tutto l'impero
d'Oriente.
Roma adottò la festività verso la metà del VII secolo;
papa Sergio I (687-701) istituì la più antica delle processioni
penitenziali romane, che partiva dalla chiesa di S. Adriano al Foro e si
concludeva a S. Maria Maggiore. Il rito della benedizione delle
candele, di cui si ha testimonianza già nel X secolo, si ispira alle
parole di Simeone: "I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da
te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti". Da questo
significativo rito è derivato il nome popolare di festa della
"candelora". La notizia data già da Beda il Venerabile, secondo la quale
la processione sarebbe un contrapposto alla processione dei Lupercalia
dei Romani, e una riparazione alle sfrenatezza che avvenivano in tale
circostanza, non trova conferma nella storia.
Autore: Piero Bargellini
Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
Nessun commento:
Posta un commento