Beato Pietro da Ruffia Sacerdote e martire
2 Febbraio
Ruffia, Cuneo, 1320 circa - Susa, Torino, 2 febbraio 1365
Lasciata Ruffia (Cn) dove era nato da una famiglia della nobiltà
piemontese, entrò nell'Ordine, praticando eroicamente la povertà, il
rinnegamento di sé e applicandosi intensamente allo studio. Fu
inquisitore della fede a Torino e non risparmiò fatica per salvaguardare
dall'eresia le popolazioni del Piemonte e della Liguria. Mentre era
ospite a Susa dei Frati Minori, fu pugnalato dai valdesi il 2 febbraio,
giorno della Presentazione del Signore.
Emblema: Palma
Martirologio Romano: A Susa in Piemonte, beato Pietro Cambiani da
Ruffia, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che in odio
alla Chiesa fu trucidato nel chiostro dai suoi avversari.
Un
inquisitore barbaramente ucciso, se è un martire per la Chiesa
cattolica, è considerato invece, dai più, la vittima di un fenomeno
religioso, politico e sociale, circoscritto a un determinato periodo
storico, di cui era evidentemente protagonista. Nati alla fine del XII
secolo e, nel corso dei secoli, assai diversi nel loro funzionamento, a
seconda degli stati in cui operavano, i tribunali inquisitori dovevano
difendere la fede dalle eresie ma sovente erano strumentalizzati dai
vari sovrani per il controllo del territorio. D’altra parte anche i
protestanti attuarono un sistema di difesa del proprio credo religioso. I
fatti sanguinosi che genericamente e superficialmente identificano
l’inquisizione in realtà sono stati meno numerosi di ciò che si crede e
comunque si devono valutare nel complesso contesto in cui avvennero.
Secoli sono passati, oggi sono altre le eresie da arginare, resta però
l’esempio di alcuni uomini che si sono immolati, senza compromessi, a
difesa dei fondamenti cattolici. I Domenicani, da sempre a capo
dell’Inquisizione, spesso etichettati come intransigenti, pagarono in
alcuni casi un tributo di sangue. Il Beato Pietro Cambiani è il
protomartire degli inquisitori piemontesi: al suo successore, Beato
Antonio Pavoni, toccò la stessa sorte, la domenica in Albis del 1374 a
Bricherasio, come pure al Beato Bartolomeo da Cervere nel 1466.
Pietro, di nobile famiglia, nacque a Ruffia (Cuneo), intorno all’anno
1320. A sedici anni abbandonò gli agi familiari per entrare tra i
Domenicani di Savigliano dove studiò brillantemente la Sacra Scrittura,
la Teologia e il Diritto. Eccellenti doti umane e dottrinarie gli
valsero la fama di grande oratore. Ricercato per i preziosi consigli, il
suo nome giunse a Roma, tanto che il Papa lo elesse, nel 1351,
inquisitore generale per il Piemonte e la Liguria. Torino, che già
assumeva le caratteristiche di una capitale, era la sede del tribunale e
Pietro vi si stabilì. Nelle immediate vicinanze dell’antica chiesa di
S. Domenico, aveva la sua dimora con annesse alcune stanze adibite a
carcere speciale.
Il problema più grave per le gerarchie
ecclesiastiche era rappresentato dai Valdesi. L’ispiratore era un
mercante francese, Pietro Valdo, che nel 1173 aveva rinunciato ai suoi
beni per praticare e predicare la povertà. Successivamente il movimento
laicale, dividendosi in più correnti, conobbe un rapido sviluppo,
raggiungendo anche alcune valli piemontesi. Nati pacificamente, i loro
toni degenerarono in attacchi frontali all’autorità ecclesiastica,
confutando il potere dei sacerdoti, l’utilità degli edifici di culto e
delle indulgenze, negando la venerazione dei santi e il purgatorio. Il
Beato Pietro, dotto in scienza e dottrina, conoscendo bene il territorio
maggiormente esposto al pericolo, era stato appositamente scelto come
inquisitore. Piissimo, zelante nel suo ufficio, instancabile, per
quattordici anni operò a Torino, in cui aveva sede il tribunale, e nelle
valli della regione. Si spostava a piedi per le strade di montagna,
sopportando fatiche enormi. Vista la gravosità del compito, chiedeva
forza al Signore, fortificando il proprio spirito con preghiere,
penitenze e digiuni. Convertì molti eretici e preservò interi paesi
dall’abiura, con un ardore e un impegno eccezionali che però furono
causa di molte inimicizie.
Il 2 febbraio 1365, celebrata la S. Messa
della Presentazione del Signore nella chiesa francescana di Susa, due
sconosciuti, probabilmente valdesi giunti dalle Valli di Lanzo, gli
chiesero un colloquio appartato. Nel chiostro lo pugnalarono a morte per
poi fuggire. L’omicidio suscitò grande emozione anche perché avvenuto
in un edificio sacro, un vescovo dovette in seguito purificare il luogo
del delitto. I Savoia, a una dura repressione, preferirono aumentare il
presidio del territorio.
La fama del martirio di Pietro Cambiani fu
tale che ne parlarono come cosa notissima Papa Gregorio XI nel 1375 e S.
Vincenzo Ferreri nel 1403. Qualche tempo dopo la sua morte circolava
un’incisione in cui gli assassini era effigiati come demoni. Il corpo
rimase a Susa fino al 7 novembre 1516, quando fu traslato solennemente
nella chiesa torinese di S. Domenico. Fu posto in cornu evangeli con un
affresco che lo ritraeva, poi scomparso. Oggi le reliquie sono venerate
nella navata di sinistra. Papa Pio IX il 4 dicembre 1865, nel quinto
centenario della morte, ne confermò il culto. La sua festa, anticamente
al 7 novembre, è oggi fissata al 2 febbraio.
PREGHIERA
Per tuo amore, o Dio, il Beato Pietro da Ruffia
non esitò ad offrirti la propria vita.
Fa che in unione a Cristo anche noi ti offriamo
il sacrificio della nostra esistenza quotidiana.
Per Cristo Nostro Signore, amen.
Autore: Daniele Bolognini
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