Beata Giulia Rodzinska Domenicana, martire
20 febbraio
Polonia, 16 marzo 1899 - Stutthof (Polonia), 20 febbraio 1945
Martirologio Romano: In località Stutthof vicino a Danzica in Polonia,
beata Giulia Rodzińska, vergine della Congregazione delle Suore di San
Domenico e martire, che, devastata la patria dalla guerra, fu gettata in
un campo di prigionia, dove, ammalatasi gravemente, raggiunse la gloria
del cielo.
Papa Giovanni Paolo II ha beatificato il 13 giugno
1999 a Varsavia, durante il suo settimo viaggio apostolico in Polonia,
108 martiri vittime della persecuzione contro la Chiesa polacca,
scaturita durante l’occupazione nazista tedesca, dal 1939 al 1945.
L’odio razziale operato dal nazismo, provocò più di cinque milioni di
vittime tra la popolazione civile polacca, fra cui molti religiosi,
sacerdoti, vescovi e laici impegnati cattolici.
Fra i tanti si è
potuto, in base alle notizie raccolte ed alle testimonianze, istruire
vari processi per la beatificazione di 108 martiri; il primo processo fu
aperto il 26 gennaio 1992 dal vescovo di Wloclawek, dove il maggior
numero di vittime subì il martirio; in questo processo confluirono poi
altri e il numero dei Servi di Dio, inizialmente di 92 arrivò man mano a
108.
Diamo qualche notizia numerica di essi, non potendo riportare
in questa scheda tutti i 108 nomi. Il numeroso gruppo di martiri è
composto da quattro gruppi principali, distinti secondo gli stati di
vita: vescovi, clero diocesano, famiglie religiose maschili e femminili e
laici; appartennero a 18 diocesi, all’Ordinariato Militare ed a 22
Famiglie religiose.
Tre sono vescovi, 52 sono sacerdoti diocesani, 3
seminaristi, 26 sacerdoti religiosi, 7 fratelli professi, 8 religiose, 9
laici. Subirono torture, maltrattamenti, imprigionati, quasi tutti
finirono i loro giorni nei campi di concentramento, tristemente famosi
di Dachau, Aschwitz, Sutthof, Ravensbrück, Sachsenhausen; subirono a
seconda dei casi, la camera a gas, la decapitazione, la fucilazione,
l’impiccagione o massacrati di botte dalle guardie dei campi. La loro
celebrazione religiosa è singola, secondo il giorno della morte di
ognuno.
Fra loro ci fu la religiosa professa domenicana Giulia
Rodzinska (Stanislava era il suo nome di nascita), nata il 16 marzo 1899
in Polonia.
Di lei si sa che entrò nell’Ordine Domenicano nel 1916 e
fece la professione religiosa solenne il 5 agosto 1924; istitutrice
molto nota come “madre degli orfani” e ‘apostola del Rosario’.
Venne
arrestata il 12 luglio 1943, soffrì per due anni nel campo di
concentramento di Stutthof, dove morì il 20 febbraio 1945, dopo aver
contratto il tifo, che infuriava nel campo dove le condizioni igieniche
erano inesistenti. Contrasse l’infezione mentre si recava a dare
conforto e sostegno alle prigioniere ebree già contagiate e isolate.
È l’unica Suora Domenicana compresa in questo numeroso gruppo di martiri beatificati nel 1999.
Autore: Antonio Borrelli
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