lunedì 21 maggio 2018

(Mc 9,30-37) Il Figlio dell’uomo viene consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.

VANGELO DI MARTEDI 22 MAGGIO 2018.

Giorno liturgico: Martedì, VII settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Mc 9,30-37): In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».



RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Ti prego Spirito Santo ,di entrare nel mio cuore, per fare posto alla persona nuova che Gesù vuole per me. Te lo chiedo per poter vivere in comunione con Cristo nostro Signore. Amen.

Noi siamo uomini e rimaniamo uomini, con i nostri difetti e i nostri miseri pregi; noi non capiamo mai neanche quando la fede è forte, neanche quando abbiamo Gesù vicino al cuore, che il nostro ruolo non è apparire, ma servire.
E' molto difficile comprendere che Gesù ha accettato di morire per poterci salvare, che ha messo la sua vita al nostro servizio, perché noi sulla terra, abbiamo un altro modo di vedere le cose e non riusciamo a spostare il fuoco della nostra visione, perché non riusciamo a vedere con gli occhi dell'anima. È il figlio di Dio, è Dio e quindi la nostra mentalità umana, in fondo non percepisce come impossibile quello che è successo, quasi come se essere il figlio di Dio, gli avesse fatto vivere una vita umana diversa dalla nostra. In fondo faceva miracoli, forse non soffrì poi così tanto...... e non ci rendiamo conto che questa nostra ottusità, oltre ad essere bestemmia, non ci fa entrare nel mistero quaresimale, e che ci impedisce di capire che Gesù uomo ha sofferto veramente per noi, su questa terra, per farci risorgere con lui dalla morte che prima o poi inevitabilmente colpirà' ognuno di noi. Il nostro passaggio su questa terra, è contrassegnato da sofferenza, ma il messaggio di Gesù, ci fa intravedere la speranza della resurrezione; ma se non riusciamo a capire il mistero della sua morte in croce, l' amore che l' ha generato, e quanto è stato alto il prezzo da pagare per amore, non riusciremo a comprendere la certezza della resurrezione dei morti, come quella che Cristo ci ha svelato. Vogliamo apparire, essere i primi, farci vedere migliori di quello che siamo, anche a volte solo per noi stessi, come se guardandoci allo specchio e vedendo la nostra anima così scarsa nella fede, non ci piacessimo, e volessimo riempirla a tutti i costi con palliativi privi di contenuto.
Cerchiamo invece di metterci UMILMENTE davanti al Signore, e chiediamogli di farci capire a pieno il mistero della sua morte e resurrezione, perché Lui ce lo farà comprendere, sa che siamo imperfetti, non dobbiamo sembrargli migliori, dobbiamo aprire gli occhi del cuore a Lui e Lui grazie allo Spirito Santo ci illuminerà. Chiediamo soccorso a chi ha saputo comprendere e non fare domande, a chi ha saputo fidarsi e vivere con Dio il miracolo dell'amore, chiediamo aiuto a Maria, imitando la sua fede e la sua umiltà. Oggi leggendo queste parole , mi rendo conto che troppe volte perdiamo tempo a discutere, invece di affidarci al Signore.  Se quello che vogliamo è veramente fare il volere di Dio, non fa niente se dovremo servire ed essere anche trattati male, offesi e incompresi, non è forse stato così per Gesù? L’ importante è fare il volere del Padre, e questa deve essere la nostra preghiera: Padre se puoi allontana da me il calice dell’ umiliazione, ma non la mia volontà, ma la Tua sia fatta.
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Comentario: Rev. D. Jordi PASCUAL i Bancells
(Salt, Girona, Spagna)

Oggi, il Vangelo ci offre due insegnamenti di Gesù, che sono strettamente legati tra di loro. Da una parte, il Signore annuncia agli Apostoli che «lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà» (Mt 9,31). E’ la volontà del Padre per Lui: per questo è venuto al mondo; così vuole liberarci dalla schiavitù del peccato e dalla morte eterna; in questo modo Gesù ci renderà figli di Dio. La consacrazione di Gesù fino all’estremo di dare la propria vita per noi, ci dimostra l’infinito Amore di Dio: un Amore assoluto un Amore al quale non importa ribassarsi fino alla pazzia e allo scandalo della Croce.

Risulta terribile ascoltare la reazione degli Apostoli, ancora troppo presi nel pensare a sé stessi dimenticandosi di imparare dal Maestro: «non capivano queste parole» (Mc 9,32), poiché cammin facendo discutevano chi di loro sarebbe il più grande e per evitare di essere rimproverati non avevano il coraggio di rivolgerGli domande.

Con delicata pazienza, Gesù aggiunge: bisogna diventare l’ultimo ed essere servo degli altri. Bisogna accogliere chi è semplice e piccolo, perché il Signore ha voluto identificarsi con lui. Dobbiamo accogliere Gesù nella nostra vita, perché così staremo aprendo le porte allo stesso Dio. E’ come un programma di vita per continuare a camminare.

Così lo spiega con chiarezza il Santo parroco di Ars, Giovanni Battista Maria Vianney: «Ogni volta che possiamo rinunciare alla nostra volontà per fare quella degli altri, sempre che questa non vada contro la legge di Dio, otterremo grandi meriti, che solo Dio conosce». Gesù insegna con le Sue parole ma soprattutto con le Sue opere. Quegli Apostoli, inizialmente caparbi, dopo la Croce e la Risurrezione, seguiranno le stesse orme del loro Signore e del loro Dio. Accompagnati da Maria Santissima, vorranno diventare sempre più piccoli perché Gesù cresca in essi e nel mondo.

7 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI MARTEDI 22 MAGGIO 2018.

    Liturgical day: Tuesday 7th inOrdinary Time

    Gospel text (Mc 9,30-37): Jesus and his disciples made their way through Galilee; but Jesus did not want people to know where he was because he was teaching his disciples. And He told them, «The Son of Man will be delivered into human hands. They will kill him, but three days after he has been killed, He will rise». The disciples, however, did not understand these words and they were afraid to ask him what He meant. They came to Capernaum and, once inside the house, Jesus asked them, «What were you discussing on the way?». But they did not answer because they had been arguing about who was the greatest. Then he sat down, called the Twelve and said to them, «If someone wants to be first, let him be last of all and servant of all». Then He took a little child, placed it in their midst, and putting his arms around it he said to them, «Whoever welcomes a child such as this in my name, welcomes me; and whoever welcomes me, welcomes not me but the One who sent me».

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER: I pray the Holy Spirit to come into my heart, to make room for the new person that Jesus wants for me. I ask to be able to live in communion with Christ our Lord. Amen.

    - We are men and we are men, with our faults and our poor merits, we never understand, even when faith is strong, even when we have Jesus near the heart, that our role is not to appear, but to serve. It is very difficult to understand that Jesus accepted death to save us, who put his life at our service, because we on earth, we have another way of seeing things and we can not move the focus of our vision, why not we can see with the eyes of the soul. is the son of God, is God and therefore our human mentality, basically do not perceive as impossible what happened, almost as if being the son of God, had made him live a human life different from ours. After all worked miracles, maybe not suffered that much ...... and we do not realize that our dullness, as well as being blasphemy, does not make us enter into the mystery of Lent, and that prevents us from understanding that Jesus the man has really suffered for us on this earth to make us rise with him from the death that sooner or later inevitably affect each of us. Our passage on this earth, is marked by suffering, but the message of Jesus, let us glimpse the hope of the resurrection, but if we can not understand the mystery of his death on the cross, the love that created it, and how much is was a high price to pay for love, we fail to understand the certainty of the resurrection of the dead, like the one that Christ has revealed to us. We want to appear, be the first, let us see the best of what we are, even sometimes just for ourselves, as if, by looking in the mirror and seeing our soul so little faith, there piacessimo, and we wanted to fill it at all costs with palliatives no content. What we are trying to put ourselves humbly before the Lord and ask Him to make us understand fully the mystery of his death and resurrection, because He will do understand, know that we are imperfect, we should not have seemed better, we must open the eyes of our hearts to Him and he through the Holy Spirit will enlighten us. We demand relief to those who have been able to understand and not to ask questions, to those who have to trust God and live with the miracle of love, ask for help to Mary, imitating his faith and humility. Today, reading these words, I realize that too many times we lose time to discuss, instead of trust in the Lord. If what you really want is to do the will of God, it does not matter if we have to serve and also be treated badly, hurt and misunderstood, is it not been for Jesus? The important thing is to do the will of the Father, and this must be our prayer: Father, if you can take away from me the cup of humiliation, but not my will, but thine, be done.

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    1. Comment off: Fr, Jordi PASCUAL i Bancells
      (Salt, Girona, Spain)

      Today, the Gospel teaches us two lessons of Jesus, that are closely linked together. On the one hand, He tells them that «they will kill him, but three days after He has been killed, He will rise» (Mk 9:31). The Father's purpose for His coming to this world, was precisely this: to set us free from sin's slavery and eternal death; thus, we shall become the sons of God. Jesus' greatest form of submission —His death on the cross— shows God's infinite love for humanity: a measureless Love, a Love that does not mind facing the madness and scandal of the Cross.

      On the other hand, it is terrifying, to see the Apostles' reaction. They were just too busy thinking of themselves only and forgetting to learn from their Master: «The disciples, however, did not understand these words» (Mk 9:32), because they had been arguing on the way about who was the greatest, and they were afraid to ask Him anything, lest they could be scolded.

      With delicate patience, Jesus adds: let him be last of all and servant of all. We have to look for the simple and small, because the Lord identified Himself with them. We have to receive Jesus in our life; thus, we shall be opening the doors to the very same God. It is like programming our life to keep on going.

      This is how the holy Rector of Ars, John Baptist Mary Vianney explains it: «Each time we put the needs of others above our own, and provided this does not go against God's Law, we are achieving merits God only knows about». Jesus teaches with these words, but mostly He teaches with His deeds. Those Apostles, who were, in principle, supposed to understand him, but did not quite, after the Cross and Resurrection, will follow in the footsteps of their Lord and their God. And, accompanied by the Holy Virgin Mary, they will grow smaller and smaller every day to let Jesus grow in them and in the world.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MARTEDI 22 MAGGIO 2018.

    Día litúrgico: Martes VII del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Mc 9,30-37): En aquel tiempo, Jesús y sus discípulos iban caminando por Galilea, pero Él no quería que se supiera. Iba enseñando a sus discípulos. Les decía: «El Hijo del hombre será entregado en manos de los hombres; le matarán y a los tres días de haber muerto resucitará». Pero ellos no entendían lo que les decía y temían preguntarle.
    Llegaron a Cafarnaúm, y una vez en casa, les preguntaba: «¿De qué discutíais por el camino?». Ellos callaron, pues por el camino habían discutido entre sí quién era el mayor. Entonces se sentó, llamó a los Doce, y les dijo: «Si uno quiere ser el primero, sea el último de todos y el servidor de todos». Y tomando un niño, le puso en medio de ellos, le estrechó entre sus brazos y les dijo: «El que reciba a un niño como éste en mi nombre, a mí me recibe; y el que me reciba a mí, no me recibe a mí sino a Aquel que me ha enviado».

    REFLEXIÓN LELLA

    ORACIÓN: Le pido al Espíritu Santo que venga a mi corazón, para dar cabida a la nueva persona que Jesús quiere para mí. Pido poder vivir en comunión con Cristo, nuestro Señor. Amen.

    - Somos hombres y somos hombres, con nuestros defectos y nuestros méritos pobres, nunca entender, incluso cuando la fe es fuerte, incluso cuando tenemos a Jesús cerca del corazón, que nuestro papel no es para aparecer, sino para servir.
    es muy difícil de entender que Jesús aceptó la muerte para nosotros, que ponen su vida en nuestro servicio de salvarnos, porque en la tierra, tenemos otra manera de ver las cosas y no se puede mover el foco de nuestra visión, por qué no podemos ver con los ojos del alma. Es el hijo de Dios, es Dios y por lo tanto nuestra mentalidad humana, básicamente, no perciben como algo imposible lo que pasó, como si ser hijo de Dios, le había hecho vivir una vida humana distinta a la nuestra. Después de todos los milagros hechos, tal vez no sufrieron mucho ...... y no nos damos cuenta de que nuestra falta de brillo, así como la blasfemia, no nos hace entrar en el misterio de la Cuaresma, y que nos impide entender que Jesús, el hombre realmente ha padecido por nosotros en esta tierra para que nos levantamos con él de la muerte que afectará tarde o temprano, inevitablemente cada uno de nosotros. Nuestro paso por este mundo, está marcada por el sufrimiento, pero el mensaje de Jesús, nos deja entrever la esperanza de la resurrección, pero si no podemos comprender el misterio de su muerte en la cruz, el amor que lo creó, y el que queda era un alto precio a pagar por el amor, no somos capaces de entender la certeza de la resurrección de los muertos, como la que Cristo nos ha revelado. Queremos que aparezca, sea el primero, vamos a ver lo mejor de lo que somos, aunque a veces sólo para nosotros mismos, como si, mirando en el espejo y ver nuestra alma tan poca fe, no piacessimo, y queríamos llenar a toda costa con paliativos sin contenido. Lo que estamos tratando de ponernos humildemente ante el Señor y le pedimos que nos haga comprender plenamente el misterio de su muerte y resurrección, porque él hará entender, sabemos que somos imperfectos, que no debería haber parecido mejor, debemos abrir los ojos de nuestro corazón a Él y Él a través del Espíritu Santo nos ilumine. Exigimos alivio a aquellos que han sido capaces de entender y no hacer preguntas, a los que tienen que confiar en Dios y vivir con el milagro del amor, pedimos ayuda a María, imitar su fe y humildad. Hoy, leyendo estas palabras, me doy cuenta de que muchas veces perdemos el tiempo para discutir, en lugar de confiar en el Señor. Si lo que realmente quiere es hacer la voluntad de Dios, no importa si tenemos que servir y también ser tratado mal, el dolor y mal entendido, es no haber sido por Jesús? Lo importante es hacer la voluntad del Padre, y esto debe ser nuestra oración: Padre, si usted puede tomar lejos de mí la copa de la humillación, pero no se haga mi voluntad, sino la tuya.

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    1. Comentario: Rev. D. Jordi PASCUAL i Bancells
      (Salt, Girona, España)

      Hoy, el Evangelio nos trae dos enseñanzas de Jesús, que están estrechamente ligadas una a otra. Por un lado, el Señor les anuncia que «le matarán y a los tres días de haber muerto resucitará» (Mc 9,31). Es la voluntad del Padre para Él: para esto ha venido al mundo; así quiere liberarnos de la esclavitud del pecado y de la muerte eterna; de esta manera Jesús nos hará hijos de Dios. La entrega del Señor hasta el extremo de dar su vida por nosotros muestra la infinidad del Amor de Dios: un Amor sin medida, un Amor al que no le importa abajarse hasta la locura y el escándalo de la Cruz.

      Resulta aterrador escuchar la reacción de los Apóstoles, todavía demasiado ocupados en contemplarse a sí mismos y olvidándose de aprender del Maestro: «No entendían lo que les decía» (Mc 9,32), porque por el camino iban discutiendo quién de ellos sería el más grande, y, por si acaso les toca recibir, no se atreven a hacerle ninguna pregunta.

      Con delicada paciencia, Jesús añade: hay que hacerse el último y servidor de todos. Hay que acoger al sencillo y pequeño, porque el Señor ha querido identificarse con él. Debemos acoger a Jesús en nuestra vida porque así estamos abriendo las puertas a Dios mismo. Es como un programa de vida para ir caminando.

      Así lo explica con claridad el Santo Cura de Ars, Juan Bautista Mª Vianney: «Cada vez que podemos renunciar a nuestra voluntad para hacer la de los otros, siempre que ésta no vaya contra la ley de Dios, conseguimos grandes méritos, que sólo Dios conoce». Jesús enseña con sus palabras, pero sobre todo enseña con sus obras. Aquellos Apóstoles, en un principio duros para entender, después de la Cruz y de la Resurrección, seguirán las mismas huellas de su Señor y de su Dios. Y, acompañados de María Santísima, se harán cada vez más pequeños para que Jesús crezca en ellos y en el mundo.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI MARTEDI 22 MAGGIO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 7e Semaine: Mardi

    Texte de l'Évangile (Mc 9,30-37): En partant de là, Jésus traversait la Galilée avec ses disciples, et il ne voulait pas qu'on le sache. Car il les instruisait en disant: «Le Fils de l'homme est livré aux mains des hommes; ils le tueront et, trois jours après sa mort, il ressuscitera». Mais les disciples ne comprenaient pas ces paroles et ils avaient peur de l'interroger. Ils arrivèrent à Capharnaüm, et, une fois à la maison, Jésus leur demandait: «De quoi discutiez-vous en chemin?». Ils se taisaient, car, sur la route, ils avaient discuté entre eux pour savoir qui était le plus grand. S'étant assis, Jésus appela les Douze et leur dit: «Si quelqu'un veut être le premier, qu'il soit le dernier de tous et le serviteur de tous». Prenant alors un enfant, il le plaça au milieu d'eux, l'embrassa, et leur dit: «Celui qui accueille en mon nom un enfant comme celui-ci, c'est moi qu'il accueille. Et celui qui m'accueille ne m'accueille pas moi, mais Celui qui m'a envoyé».

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Je te prie Esprit Saint, d'entrer dans mon coeur, pour faire place à la nouvelle personne que Jésus veut que je soit. Je te le demande pour pouvoir vivre en communion avec le Christ notre Seigneur. Amen.

      - Nous sommes hommes et nous restons homme avec nos défauts et nos misérables valeurs; nous ne comprenons jamais même pas quand la foi est forte, ni quand nous avons Jésus près du coeur que notre role n'est pas d'apparaître, mais de servir. Il est très difficile de comprendre que Jésus a accepté de mourir pour pouvoir nous sauver, qu'il a mis sa vie à notre service, parce que nous sur la terre avons une autre manière de voir les choses et nous ne réussissons pas à déplacer le feu de notre vision, parce que nous ne réussissons pas à voir avec les yeux de l'âme. C'est le fils de Dieu, il est Dieu et notre mentalité humaine au fond ne perçoit pas comme impossible ce qui est arrivé, presque, comme si être le fils de Dieu, lui eût fait vivre une vie humaine différente de la nôtre. Après tout il faisait des miracles, il ne souffrait peut-être pas tellement......et nous ne nous rendons pas compte que notre stupidité, au-delà à d'être une injure, ne nous fait pas entrer dans le mystère quadragésimal, et nous empêche de comprendre que Jésus homme a souffert vraiment pour nous, sur cette terre, pour nous faire renaître avec lui de la mort qui tôt ou tard frappera inévitablement chacun de nous. Notre passage sur cette terre est marqué par la souffrance mais le message de Jésus, nous fait apercevoir l'espoir d'une résurrection; mais si nous ne réussissons pas à comprendre le mystère de sa mort en croix, l'amour qui l'a engendré, et tout ce qu'a été FORT le prix à payer par amour, nous ne réussirons pas à comprendre la certitude de la résurrection des morts comme celle-là qu'il nous a dévoilé. Nous voulons paraître, être les premier, nous faire voir meilleurs que ce que nous sommes, parfois aussi seulement pour nous mêmes, comme si en nous regardant dans un miroir et en voyant notre âme si insuffisante dans la foi, nous ne nous plaisons pas, et nous voulons la remplir à tout prix avec des palliatifs dépourvus de contenu. Cherchons au lieu de nous mettre HUMBLEMENT devant le Seigneur, et demandons-lui de nous faire comprendre vraiment le mystère de sa mort et résurrection, parce qu'Il nous le fera comprendre, il sait que nous sommes imparfaits, nous ne devons pas sembler meilleurs, nous devons ouvrir les yeux de notre coeur à Lui et Lui et grâce à l'Esprit Saint nous éclairera. Demandons du secours à celle qui a su comprendre et ne pas poser de questions, à celle qui a su se fier et vivre avec Dieu le miracle de l'amour, demandons de l' aide à Marie, en imitant sa foi et son humilité. Aujourd'hui en lisant ces paroles, je me rends compte que trop de fois nous perdons du temps à discuter, au lieu de nous confier au Seigneur. Si ce qui nous voulons c'est faire réellement la volonté de Dieu, cela ne fait rien si nous devons servir et être mal traité, vexés et aussi incompris, est-ce que peut-être cela n'a pas été ainsi pour Jésus? L' important est de faire la volonté du Père, et ceci doit être notre prière: Père si tu peux éloigne de moi le calice de l'humiliation mais que ce ne soit pas ma volonté, mais la Tienne qui soit faite.

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    2. Commentaire de l'Abbé Jordi PASCUAL i Bancells
      (Salt, Girona, Espagne)

      Aujourd'hui, l'Évangile nous apporte deux enseignements de Jésus qui sont étroitement liés. D'une part, le Seigneur nous annonce qu'«ils le tueront et, trois jours après sa mort, il ressuscitera» (Mc 9,31). C'est la volonté du Père à son égard: Il est venu au monde pour cela, Il veut nous libérer ainsi de notre esclavage du péché et de la mort éternelle; pour nous faire ainsi des fils de Dieu. Le dévouement du Seigneur au point de donner sa vie pour nous démontre l'infinité de l'amour de Dieu: un amour sans limite, un amour qui se contrefiche de s'abaisser à la folie et l'indignation de la croix.

      C'est terrifiant d'entendre la réaction des apôtres, toujours occupés à se regarder eux-mêmes en négligeant d'apprendre du Maître: ils «ne comprenaient pas ces paroles» (Mc 9,32), car en route ils discutaient toujours qui d'entre eux serait le plus grand et au cas où eux aussi devraient y passer, ils ont peur de lui poser des questions.

      Avec une douce patience, le Seigneur ajoute: il faut se faire le dernier et le serviteur de tous. Il faut accueillir le petit et le simple, car le Seigneur a voulu s'identifier à eux. Nous devons accueillir Jésus dans nos vies car c'est ainsi que nous ouvrons les portes à Dieu lui-même. C'est comme un programme de vie pour la route.

      Ainsi l'explique le saint Curé d'Ars, Jean Baptiste Marie Vianney: «A chaque fois que nous pouvons renoncer à notre volonté pour faire celle des autres, quand notre conscience n'y est pas compromise, nous obtenons des grandes mérites que Dieu seul connaît». Jésus enseigne par ses paroles, mais surtout par ses œuvres. Ces apôtres, qui au début étaient incapables de comprendre, après la Croix et la Résurrection suivront les mêmes traces que leur Seigneur et leur Dieu. Et accompagnés par la Sainte Vierge, ils deviendront de plus en plus petits pour laisser Jésus grandir en eux et dans le monde.

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