VANGELO DI SABATO 26 MAGGIO 2018.
Giorno liturgico: Sabato, VII settimana del Tempo Ordinario
Testo
del Vangelo (Mc 10,13-16): In quel tempo, presentavano a Gesù dei
bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al
vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a
me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno
di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo
accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le
braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.
RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA: Aiutami o Santo Spirito a comprendere ed a riferire quello che Tu desideri sia compreso.
“ In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. “
-
Basta già solo questa frase per capire che i discepoli di Gesù avevano
una concezione del loro Maestro abbastanza errata... loro che lo
seguivano, in fondo non riuscivano a comprendere la sua apertura a tutti
gli esseri viventi.
In questo caso vediamo che sono infastiditi dai bambini, e da chi,probabilmente le loro madri, glieli portava.
Ma queste però, avevano compreso, a questo riguardo, più dei Suoi stessi discepoli.
Gesù amava e chi ama veramente non può fare che bene.
Potrei
dire tante altre cose, ma credo che questo basti per capire il
messaggio che oggi le scritture ci danno; di mio vorrei aggiungere solo,
preghiamo per chi non permette ai bambini che gli sono affidati da Dio,
di avvicinarsi al Signore.
_________________________________________
Comentario: Rev. D. Josep Lluís SOCÍAS i Bruguera
(Badalona, Barcelona, Spagna)
Oggi,
i bambini sono notizia. Più che mai, i bambini hanno molto da dire,
malgrado che la parola “bambino” significhi “colui che non parla”. Lo
vediamo nei mezzi tecnologici: essi sono capaci di farli funzionare, di
usarli e, finanche, di insegnare agli adulti il loro uso corretto.
Diceva l’autore di un articolo che,«sebbene i bambini non parlano, ciò
non vuol dire che non pensino».
Nel passaggio del Vangelo di
Marco troviamo diverse considerazioni. «Gli presentavano dei bambini
perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono» (Mc 10,13). Il
Signore, però, nel Vangelo che abbiamo letto in questi ultimi giorni,
L’abbiamo visto farsi tutto per tutti, a maggior ragione, si fa con i
bambini. Così, «Al vedere questo s’indignò e disse loro: «Lasciate che i
bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti
appartiene il regno di Dio» (Mc 10,14).
La carità rispetta un
ordine: comincia dal più bisognoso. Chi è, dunque, più bisognoso, più
“povero” di un bambino? Tutti hanno diritto ad avvicinarsi a Gesù e il
bambino è uno dei primi che deve godere di questo diritto: «Lasciate che
i bambini vengano a me» (Mc 10,14).
Badiamo, però, che
all’accogliere i più bisognosi, i primi beneficiati siamo noi stessi.
Perciò il Maestro avverte: «In verità io vi dico: chi non accoglie il
regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso» (Mc
10,15). E corrispondendo al modo di fare semplice ed aperto dei bambini,
«Egli prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su
di loro» (Mc 10,16).
Bisogna imparare l’arte di accogliere il
Regno di Dio. Chi è come un bambino –come gli antichi “poveri di Jahvè”-
si accorge facilmente che ogni cosa è dono, tutto è una grazia. E, per
“ricevere” il favore di Dio, bisogna ascoltare e contemplare con
“silenzio ricettivo”. Secondo Sant’Ignazio di Antiochia: «E’ meglio star
zitti ed essere, che parlare e non essere (...). Colui che possiede la
parola di Gesù, può pure, in verità, ascoltare il silenzio di Gesù».
Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
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VERSIONE IN INGLESE DI SABATO 26 MAGGIO 2018.
RispondiEliminaLiturgical day: Saturday 7th in Ordinary Time
Gospel text (Mc 10,13-16): People were bringing their little children to Jesus to have him touch them, and the disciples rebuked them for this. When Jesus noticed it, He was very angry and said, «Let the children come to me and don't stop them, for the kingdom of God belongs to such as these. Truly, I say to you, whoever does not receive the kingdom of God like a child will not enter it». Then He took the children in his arms and laying his hands on them, blessed them.
REFLECTION OF LELLA
PRAYER: Help me O Holy Spirit to understand and to speak what you want to be understood.
"At that time, Jesus showed the children that he would touch them, but the disciples rebuked them. "
- Enough already only this sentence to understand that Jesus' disciples had a conception of them quite wrong Maestro ... them that followed him, basically could not understand his openness to all living beings.
In this case we see that they are annoyed by the children, and by whom, probably their mothers bore them to him.
But these, however, they understood, in this regard, most of His own disciples.
Jesus loved and who truly loves can not do that well.
I could say many other things, but I think this is enough to understand the message that today the scriptures give us; I would add my own, pray for those who do not allow children entrusted to him by God, get closer to the Lord.
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Comment off: Fr. Josep Lluís SOCÍAS i Bruguera
(Badalona, Barcelona, Spain)
Today, children are news. More than ever before, children have a lot to say, even the word “infant” means “he who does not speak”. We can better appreciate that in electronic devices: they know how to switch them on and off, how to use them properly and, even how to teach us, adults, to correctly use them. A noted reporter used to say that, «even if infants do not speak it does not mean they do not think».
In this fragment of Mark's Gospel we find several considerations: «People were bringing their little children to Jesus to have him touch them, and the disciples rebuked them for this» (Mk 10:13). But the Lord, who did not mind relating to everybody, did connect with infants even more so. This is why, «when Jesus noticed it, He was very angry and said, ‘Let the children come to me and don't stop them, for the kingdom of God belongs to such as these’» (Mk 10:14).
Charity must follow priorities: it begins with the most needy. And, if everybody has the right to approach Jesus, infants are the first ones to enjoy this privilege: «Let the children come to me and don't stop them» (Mk 10:14).
We should realize, however, that when helping the more needy, we happen to be the first ones to benefit of it. This is why the Master warns us: «Truly, I say to you, whoever does not receive the kingdom of God like a child will not enter it» (Mk 10:15). And, in correspondence to the simplicity and openness of those children «He took them in his arms and laying his hands on them, blessed them» (Mk 10:16).
We must learn the art of receiving the Kingdom of God. He who is like a child can easily perceive that everything is a gift, a grace. From our smallness we should be open to receive. And, “to receive” God's favour, we must listen and contemplate with “receptive silence”. After St. Ignatius of Antioch, to the Ephesians « It is better for a man to be silent and be [a Christian], than to talk and not to be one. (...) He who possesses the word of Jesus, is truly able to hear even His very silence, that he may be perfect, and may both act as he speaks, and be recognized by his silence».
VERSIONE IN SPAGNOLO DI SABATO 26 MAGGIO 2018..
RispondiEliminaDía litúrgico: Sábado VII del tiempo ordinario
Texto del Evangelio (Mc 10,13-16): En aquel tiempo, algunos presentaban a Jesús unos niños para que los tocara; pero los discípulos les reñían. Mas Jesús, al ver esto, se enfadó y les dijo: «Dejad que los niños vengan a mí, no se lo impidáis, porque de los que son como éstos es el Reino de Dios. Yo os aseguro: el que no reciba el Reino de Dios como niño, no entrará en él». Y abrazaba a los niños, y los bendecía poniendo las manos sobre ellos.
REFLEXIÓN LELLA
ORACIÓN: Ayúdame oh Espíritu Santo para entender y hablar lo que quiere ser entendido.
"En aquel tiempo, Jesús mostró a los niños que los tocara, pero los discípulos les reñían. "
- Ya basta sólo que esta frase para entender que los discípulos de Jesús tenían una concepción de ellos bastante mal Maestro ... los que le siguió, básicamente, no podía entender su apertura a todos los seres vivos.
En este caso vemos que están molestos por los niños, y por quién, probablemente, sus madres los dieron a luz a él.
Pero estos, sin embargo, entendieron, en este sentido, la mayor parte de sus propios discípulos.
Jesús amado y que ama de verdad no se puede hacer eso también.
Podría decir muchas otras cosas, pero creo que esto es suficiente para entender el mensaje que hoy en día las Escrituras nos dan; Me gustaría añadir mi propia, orar por aquellos que no permita que los niños confiados a él por Dios, estar más cerca del Señor.
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Comentario: Rev. D. Josep Lluís SOCÍAS i Bruguera
(Badalona, Barcelona, España)
Hoy, los niños son noticia. Más que nunca, los niños tienen mucho que decir, a pesar de que la palabra “niño” significa “el que no habla”. Lo vemos en los medios tecnológicos: ellos son capaces de ponerlos en marcha, de usarlos e, incluso, de enseñar a los adultos su correcta utilización. Ya decía un articulista que, «a pesar de que los niños no hablan, no es signo de que no piensen».
En el fragmento del Evangelio de Marcos encontramos varias consideraciones. «Algunos presentaban a Jesús unos niños para que los tocara; pero los discípulos les reñían» (Mc 10,13). Pero el Señor, a quien en el Evangelio leído en los últimos días le hemos visto hacerse todo para todos, con mayor motivo se hace con los niños. Así, «al ver esto, se enfadó y les dijo: ‘No se lo impidáis, porque de los que son como éstos es el Reino de Dios’» (Mc 10,14).
La caridad es ordenada: comienza por el más necesitado. ¿Quién hay, pues, más necesitado, más “pobre”, que un niño? Todo el mundo tiene derecho a acercarse a Jesús; el niño es uno de los primeros que ha de gozar de este derecho: «Dejad que los niños vengan a mí» (Mc 10,14).
Pero notemos que, al acoger a los más necesitados, los primeros beneficiados somos nosotros mismos. Por esto, el Maestro advierte: «Yo os aseguro: el que no reciba el Reino de Dios como niño, no entrará en él» (Mc 10,15). Y, correspondiendo al talante sencillo y abierto de los niños, Él los «abrazaba (...), y los bendecía poniendo las manos sobre ellos» (Mc 10,16).
Hay que aprender el arte de acoger el Reino de Dios. Quien es como un niño —como los antiguos “pobres de Yahvé”— percibe fácilmente que todo es don, todo es una gracia. Y, para “recibir” el favor de Dios, escuchar y contemplar con “silencio receptivo”. Según san Ignacio de Antioquía, «vale más callar y ser, que hablar y no ser (...). Aquel que posee la palabra de Jesús puede también, de verdad, escuchar el silencio de Jesús».
VERSIONE IN FRANCESE DI SABATO 26 MAGGIO 2018.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps ordinaire - 7e Semaine: Samedi
Texte de l'Évangile (Mc 10,13-16): On présentait à Jésus des enfants pour les lui faire toucher ; mais les disciples les écartèrent vivement. Voyant cela, Jésus se fâcha et leur dit: «Laissez les enfants venir à moi. Ne les empêchez pas, car le royaume de Dieu est à ceux qui leur ressemblent. Amen, je vous le dis: celui qui n'accueille pas le royaume de Dieu à la manière d'un enfant n'y entrera pas». Il les embrassait et les bénissait en leur imposant les mains.
REFLEXION DE LELLA
PRIERE: Aide moi o Saint Esprit à comprendre et à rapporter ce que Tu désires qu'il sois compris.
- "En ce temps, ils présentaient à Jésus des enfants pour qu'il les touchât, mais les disciples les réprimandèrent."
Il suffit déjà seulement avec cette phrase pour comprendre que les disciples de Jésus avaient une conception de leur Maître assez erroné... eux qui le suivaient au fond ne réussissaient pas à comprendre son ouverture à tous les êtres vivants.
Dans ce cas nous voyons qu'ils sont ennuyés par les enfants, et probablement par leurs mères qui les lui apportaient. Mais celles-ci cependant, avaient compris, à ce soin, plus que Ses mêmes disciples.
Jésus aimait et qui aime vraiment ne peut faire que le bien.
Je pourrais dire de nombreuses autres choses, mais je crois que cela suffit pour comprendre le message qu'il nous donne aujourd'hui; moi je voudrais ajouter seulement, prions pour celui qui ne permet pas aux enfants qui lui sont confiés par Dieu, de se rapprocher du Seigneur.
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Commentaire de l'Abbé Josep Lluís SOCÍAS i Bruguera
(Badalona, Barcelona, Espagne)
Aujourd'hui, les enfants sont toujours à la une. Plus que jamais, les enfants ont beaucoup à dire, même si être enfant veut dire qu'on ne sait pas parler. Nous le constatons avec les nouvelles technologies, ils sont capables de les faire marcher, de les utiliser y compris d'apprendre aux adultes comment bien les utiliser. Comme le disait un journaliste «ce n'est pas parce que les enfants ne parlent pas qu'ils ne pensent pas».
Dans le passage de l'Évangile de Marc nous rencontrons plusieurs variantes. «On présentait à Jésus des enfants pour les lui faire toucher; mais les disciples les écartèrent vivement» (Mc 10,13). Mais le Seigneur, que nous avons vu dans les évangiles de ces derniers jours se donner à tous, le fera avec plus grande raison avec les enfants. Ainsi, «voyant cela, Jésus se fâcha et leur dit: «Laissez les enfants venir à moi. Ne les empêchez pas, car le royaume de Dieu est à ceux qui leur ressemblent» (Mc 10,14).
La charité est organisée: elle commence par celui qui en a le plus besoin. Qui donc est plus dans le besoin qu'un enfant? Tout le monde a le droit de s'approcher de Jésus l'enfant est donc le premier qui doit jouir de ce droit: «Laissez les enfants venir à moi» (Mc 10,14).
Mais il faut remarquer qu'en accueillant le plus nécessiteux, nous sommes les premiers à en tirer profit. C'est pour cela que le Seigneur nous prévient: «celui qui n'accueille pas le royaume de Dieu à la manière d'un enfant n'y entrera pas» (Mc 10,15). Et répondant à l'humeur simple et ouverte des enfants, «Lui les embrassait et les bénissait en leur imposant les mains» (Mc 10,16).
Il faut apprendre l'art d'accueillir le Royaume des cieux. Celui qui est comme un enfant —comme les anciens "pauvres de Yahvé"— discerne facilement que tout est un don, que tout est une grâce. Et pour "recevoir" les faveurs de Dieu, il faut écouter et contempler avec un "silence réceptif". Selon saint Ignace d'Antioche: «mieux vaut se taire et être que parler et ne pas être (…) Celui qui comprend véritablement la parole de Jésus peut même entendre son silence».