martedì 29 maggio 2018

(Mc 10,32-45) Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato.

VANGELO DI MERCOLEDI 30 MAGGIO 2018.

Giorno liturgico: Mercoledì, VIII settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Mc 10,32-45): In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà». Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».



RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Manda o Signore il tuo Santo Spirito, sui tuoi apostoli moderni e su noi pecore smarrite, perché possiamo vivere e testimoniare la nostra fede.

- Povero Gesù, è uomo, ha paura, come tutti e, questo evidentemente, si legge sul suo volto, nel suo passo stanco, perché Marco ci dice che i discepoli che lo seguivano avevano paura. Non seguivano quindi un Gesù guerriero che li incitava alla battaglia, ma un agnello mite che si offriva come olocausto al suo destino. Presi i suoi apostoli gli disse che sapeva quello che stava succedendo, che sarebbe stato catturato, deriso, flagellato e ucciso, ma che dopo tre giorni sarebbe risorto.
Certo, capire che uno che uno che aveva resuscitato i morti (avevano visto Lazzaro tornare in vita) accettava di morire per risorgere, per i poveri apostoli non aveva senso, ma in ogni modo era tanta la fiducia che avevano in lui che volevano condividerne il destino. Morire e risorgere, vuol dire per noi, morire all’ uomo vecchio che c’è in noi, per risorgere nello Spirito con Cristo e seguirlo nella sua destinazione che è il Paradiso. Non è una via facile, perché bere il suo calice vuol dire passare attraverso la sofferenza; seguire Gesù non è seguire un potente della terra, ma uno che è venuto per servire, per offrire, per donare tutto quello che aveva per noi, anche  la cosa più preziosa, la sua vita. Tutto in Gesù è nuovo, tutto ha uno scopo, dal suo nascere povero in una stalla al suo morire martire sulla croce, tutto perché ci ama, e mentre noi mortali ci riempiamo spesso la bocca con parole d’ amore, mentre diciamo a vuoto “darei la vita per te” Gesù l’ha data veramente. Un’ ultima cosa da notare nel vangelo di oggi, è come Gesù risponde a quegli apostoli che si erano indignati contro Giacomo e Pietro, egli afferma che chi vuole essere il primo, il più grande, sarà quello che si umilierà per servire…e pensiamoci bene,perchè in fondo non dice mai agli altri di fare qualcosa che Lui non ha fatto per primo.
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Comentario: Rev. D. René PARADA Menéndez
(San Salvador, El Salvador)

Oggi, il Signore ci insegna quale dev’essere il nostro atteggiamento davanti alla Croce. L’amore ardente alla volontà di Suo Padre, per consumare la salvazione del genero umano –di ogni uomo e di ogni donna- Lo muove ad andare in fretta verso Gerusalemme, dove «sarà consegnato (...), lo condanneranno a morte (...), lo flagelleranno e l’uccideranno (cf. Mc 10,33-34). Anche se non comprendiamo, o incluso, abbiamo paura di fronte al dolore, la sofferenza o le contraddizioni di ogni giorno, cerchiamo di restare uniti –per amore alla volontà salvifica di Dio- all’offerta della croce di ogni giorno.

L’esercizio assiduo della preghiera e dei sacramenti, specialmente quello della Confessione personale dei peccati e quello dell’Eucaristia, aumenteranno in noi l’amore verso Dio e degli altri per Dio, in tal modo che ci renderemo capaci di dire: «Lo possiamo» (Mc 10,39), nonostante le nostre miserie, paure e peccati. Sì, possiamo abbracciare la croce di ogni giorno (cf.Lc 9,23) per amore, con un sorriso; questa croce che si svela in ciò che è ordinario e quotidiano: la stanchezza nel lavoro, le normali difficoltà nella vita familiare e nelle relazioni sociali, etc.

Solamente se abbracciamo la croce di ogni giorno, negando le nostre preferenze per servire gli altri, riusciremo a identificarci con Cristo, che venne «per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45). Giovanni Paolo II spiegava che «il servizio di Gesù arriva alla Sua pienezza con la morte sulla Croce, cioè con il dono totale di sè stesso». Imitiamo, dunque, Gesù, trasformando costantemente il nostro amore a Lui con atti di servizio a tutte le persone: ricchi o poveri, con grande o poca cultura, giovani o anziani, senza nessuna distinzione. Atti di servizio per avvicinarli a Dio e liberarli dal peccato.

7 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI MERCOLEDI 30 MAGGIO 2018.

    Liturgical day: Wednesday 8th in Ordinary Time

    Gospel text (Mc 10,32-45): The disciples were on the road going up to Jerusalem, and Jesus was walking ahead. The Twelve were anxious and those who followed were afraid. Once more Jesus took the Twelve aside to tell them what was to happen to him, «You see we are going up to Jerusalem, and the Son of Man will be given over to the chief priests and the teachers of the Law. They will condemn him to death and hand him over to the foreigners who will make fun of him, spit on him, scourge him and finally kill him; but three days later He will rise». James and John, the sons of Zebedee, came to Jesus and said to him, «Master, we want you to grant us what we are going to ask of you». And He said, «What do you want me to do for you?». They answered, «Grant us to sit one at your right and one at your left when you come in your glory». But Jesus said to them, «You don't know what you are asking. Can you drink the cup that I drink or be baptized in the way I am baptized?». They answered, «We can». And Jesus told them, «The cup that I drink you will drink, and you will be baptized in the way I am baptized. But to sit at my right or at my left is not mine to grant. It has been prepared for others». On hearing this, the other ten were angry with James and John; Jesus then called them to him and said, «As you know, the so-called rulers of the nations act as tyrants and their great ones oppress them. But it shall not be so among you; whoever would be great among you must be your servant, and whoever would be first among you shall make himself slave of all. Think of the Son of Man who has not come to be served but to serve and to give his life to redeem many».

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER: Send your Holy Spirit, O Lord, on your modern-day Apostles and we lost sheep, that we may live and bear witness to our faith.

    - Poor Jesus, he is a man, he is afraid, like everyone, and this clearly stated on his face, in his weary step, because Mark tells us that the disciples who followed were afraid. They did not follow Jesus then a warrior who urged them to battle, but a meek lamb that was offered as a burnt offering to his fate. I took his apostles told him that he knew what was going on, that would have been captured, mocked, scourged and killed, but that he would rise again after three days. Of course, understand that one that one who had raised the dead (they had seen Lazarus back to life) agreed to die to be reborn, for the poor apostles did not make sense, but either way she was so much trust they had in him that they wanted to share the destiny. Dying and rising, it means for us, we die to the old man that is in us, to rise again in the Spirit with Christ and follow him to his destination, which is Paradise. It is not an easy way, because drinking his cup means to go through the suffering; follow Jesus is to follow a powerful man on earth, but one who came to serve, to give, to give everything he had for us, even the most precious thing, his life. Everything is new in Jesus, everything has a purpose, from his birth in a stable to his poor dying as a martyr on the cross, because He loves us all, and while we mortals often we fill her mouth with words of 'love, while we say empty "I would give my life for you, "Jesus gave it really. One last thing to note in today's Gospel, Jesus is like answers to those apostles who were indignant with James and Peter, he says that whoever wants to be first, the largest, will be what is humbled to serve ... and think about good , because basically never says to the other to do something that he has not done first.

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    1. Comment off: Fr, René PARADA Menéndez
      (San Salvador, El Salvador)

      Today, the Lord teaches us which our attitude before the Cross must be. The ardent love of Jesus for His Father's Will, to carry out the salvation of Mankind, of each man, of each woman, urges Him to quickly move towards Jerusalem, where «the Son of Man will be given over (…) they will condemn him to death (…) they will scourge him and finally kill him» (Mk 10:33-34). Though, at times, we may not understand it or may be afraid of pain and suffering or of every day's contradictions, let us try to lovingly join God's salvific Will with the offering of our daily Cross.

      Assiduous prayer and the Sacraments, especially the personal Confession of our sins and the Eucharist, will increase our love for God and our love for others, in such a way that we shall be able to affirm that «We can!» (Mk 10:39), in spite of our misery, fears and sins. Yes, we shall be able to take up our daily Cross and follow Him (cf. Lk 9:23) for love, with a smile; that cross that is evidenced by our ordinary everyday life: tiredness in our job, family difficulties, social relations, etc.

      Only if we embrace our cross every day, denying us to serve others, shall we be able to identify ourselves with the Christ, who «came to serve and to give his life to redeem many» (Mk 10:45). John Paul II explained «the servitude of Jesus attains its culmination with his death in the Cross, that is by the total gift of himself». Let us, therefore, imitate Jesus Christ, by constantly transforming our love for Him in servicing actions for other people: wealthy or poor, educated or uneducated, young or old, without distinction. Servicing actions to get them closer to God and free them from sin.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MERCOLEDI 30 MAGGIO 2018..

    Día litúrgico: Miércoles VIII del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Mc 10,32-45): En aquel tiempo, los discípulos iban de camino subiendo a Jerusalén, y Jesús marchaba delante de ellos; ellos estaban sorprendidos y los que le seguían tenían miedo. Tomó otra vez a los Doce y comenzó a decirles lo que le iba a suceder: «Mirad que subimos a Jerusalén, y el Hijo del hombre será entregado a los sumos sacerdotes y a los escribas; le condenarán a muerte y le entregarán a los gentiles, y se burlarán de Él, le escupirán, le azotarán y le matarán, y a los tres días resucitará». Se acercan a Él Santiago y Juan, los hijos de Zebedeo, y le dicen: «Maestro, queremos, nos concedas lo que te pidamos». Él les dijo: «¿Qué queréis que os conceda?». Ellos le respondieron: «Concédenos que nos sentemos en tu gloria, uno a tu derecha y otro a tu izquierda». Jesús les dijo: «No sabéis lo que pedís. ¿Podéis beber la copa que yo voy a beber, o ser bautizados con el bautismo con que yo voy a ser bautizado?». Ellos le dijeron: «Sí, podemos». Jesús les dijo: «La copa que yo voy a beber, sí la beberéis y también seréis bautizados con el bautismo con que yo voy a ser bautizado; pero, sentarse a mi derecha o a mi izquierda no es cosa mía el concederlo, sino que es para quienes está preparado». Al oír esto los otros diez, empezaron a indignarse contra Santiago y Juan. Jesús, llamándoles, les dice: «Sabéis que los que son tenidos como jefes de las naciones, las dominan como señores absolutos y sus grandes las oprimen con su poder. Pero no ha de ser así entre vosotros, sino que el que quiera llegar a ser grande entre vosotros, será vuestro servidor, y el que quiera ser el primero entre vosotros, será esclavo de todos, que tampoco el Hijo del hombre ha venido a ser servido, sino a servir y a dar su vida como rescate por muchos».

    REFLEXIÓN LELLA

    ORACIÓN: Envía tu Espíritu, Señor, en sus apóstoles de hoy en día y perdimos las ovejas, para que podamos vivir y dar testimonio de nuestra fe.

    - Pobre Jesús, él es un hombre que tiene miedo, como todos, y esto claramente en su rostro, en su paso cansino, porque Marcos nos dice que los discípulos que le seguían tenían miedo. Ellos no siguen a Jesús entonces un guerrero que les instó a la batalla, sino un manso cordero que se ofrecía en holocausto a su suerte. Tomé sus apóstoles le dijeron que él sabía lo que estaba pasando, que habría sido capturado, escarnecido, azotado y matado, pero que resucitaría después de tres días.
    Por supuesto, entendemos que uno que uno que había resucitado a los muertos (que habían visto a Lázaro de vuelta a la vida) está de acuerdo que morir para renacer, para los apóstoles pobres no tenía sentido, pero de cualquier manera ella era tanta confianza que tenían en él que querían compartir el destino. Muerte y resurrección, que significa para nosotros, morimos al hombre viejo que está en nosotros, para aumentar de nuevo en el Espíritu de Cristo y seguirlo hasta su destino, que es el Paraíso. No es un camino fácil, ya beber su copa significa que pasar por el sufrimiento, seguir a Jesús es seguir a un hombre poderoso en la tierra, sino que vino para servir, dar, dar todo lo que tenía para nosotros, incluso la cosa más preciosa, su vida. Todo es nuevo en Jesús, todo tiene un propósito, desde su nacimiento en un establo a su mala muerte como mártir en la cruz, porque Él nos ama a todos, y mientras nosotros los mortales a menudo llenamos la boca con palabras de "amor, mientras decimos vacío" daría mi vida por ti ", Jesús le dio realmente. Una última cosa a destacar en el Evangelio de hoy, Jesús es como respuestas a esos apóstoles que estaban indignados con Santiago y Pedro, que dice que todo el que quiera ser el primero, el más grande, será lo que se humilló para servir ... y pensar en una buena , porque en el fondo no le dice al otro que haga algo que él no ha hecho primero.

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    1. Comentario: Rev. D. René PARADA Menéndez
      (San Salvador, El Salvador)

      Hoy, el Señor nos enseña cuál debe ser nuestra actitud ante la Cruz. El amor ardiente a la voluntad de su Padre, para consumar la salvación del género humano —de cada hombre y mujer— le mueve a ir deprisa hacia Jerusalén, donde «será entregado (…), le condenarán a muerte (…), le azotarán y le matarán» (cf. Mc 10,33-34). Aunque a veces no entendamos o, incluso, tengamos miedo ante el dolor, el sufrimiento o las contradicciones de cada jornada, procuremos unirnos —por amor a la voluntad salvífica de Dios— con el ofrecimiento de la cruz de cada día.

      La práctica asidua de la oración y los sacramentos, especialmente el de la Confesión personal de los pecados y el de la Eucaristía, acrecentarán en nosotros el amor a Dios y a los demás por Dios de tal modo que seremos capaces de decir «Sí, podemos» (Mc 10,39), a pesar de nuestras miserias, miedos y pecados. Sí, podremos abrazar la cruz de cada día (cf. Lc 9,23) por amor, con una sonrisa; esa cruz que se manifiesta en lo ordinario y cotidiano: la fatiga en el trabajo, las normales dificultades en la vida familiar y en las relaciones sociales, etc.

      Sólo si abrazamos la cruz de cada día, negando nuestros gustos para servir a los demás, conseguiremos identificarnos con Cristo, que vino «a servir y a dar su vida como rescate por muchos» (Mc 10,45). San Juan Pablo II explicaba que «el servicio de Jesús llega a su plenitud con la muerte en Cruz, o sea, con el don total de sí mismo». Imitemos, pues, a Jesucristo, transformando constantemente nuestro amor a Él en actos de servicio a todas las personas: ricos o pobres, con mucha o poca cultura, jóvenes o ancianos, sin distinciones. Actos de servicio para acercarlos a Dios y liberarlos del pecado.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI MERCOLEDI 30 MAGGIO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire- 8e Semaine: Mercredi

    Texte de l'Évangile (Mc 10,32-45): Les disciples étaient en route avec Jésus pour monter à Jérusalem; Jésus les précédait; ils étaient effrayés, et ceux qui suivaient étaient aussi dans la crainte. Prenant de nouveau les Douze avec lui, il se mit à leur dire ce qui allait lui arriver: «Voici que nous montons à Jérusalem. Le Fils de l'homme sera livré aux chefs des prêtres et aux scribes, ils le condamneront à mort, ils le livreront aux païens, ils se moqueront de lui, ils cracheront sur lui, ils le flagelleront et le tueront, et trois jours après, il ressuscitera». Jacques et Jean, les fils de Zébédée, s'approchent de Jésus et lui disent: «Maître, nous voudrions que tu exauces notre demande». Il leur dit: «Que voudriez-vous que je fasse pour vous?». Ils lui répondirent: «Accorde-nous de siéger, l'un à ta droite et l'autre à ta gauche, dans ta gloire». Jésus leur dit: «Vous ne savez pas ce que vous demandez. Pouvez-vous boire à la coupe que je vais boire, recevoir le baptême dans lequel je vais être plongé?». Ils lui disaient: «Nous le pouvons». Il répond: «La coupe que je vais boire, vous y boirez; et le baptême dans lequel je vais être plongé, vous le recevrez. Quant à siéger à ma droite ou à ma gauche, il ne m'appartient pas de l'accorder, il y a ceux pour qui ces places sont préparées». Les dix autres avaient entendu, et ils s'indignaient contre Jacques et Jean. Jésus les appelle et leur dit: «Vous le savez: ceux que l'on regarde comme chefs des nations païennes commandent en maîtres; les grands leur font sentir leur pouvoir. Parmi vous, il ne doit pas en être ainsi. Celui qui veut devenir grand sera votre serviteur. Celui qui veut être le premier sera l'esclave de tous: car le Fils de l'homme n'est pas venu pour être servi, mais pour servir, et donner sa vie en rançon pour la multitude».

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Envoie ton Saint Esprit ô Seigneur, sur tes apôtres modernes et sur nous brebis égarés, pour que nous puissions vivre et témoigner notre foi.

      - Pauvre Jésus c'est un homme, il a peur comme tous et on le lit sur son visage évidemment, sur son pas fatigué, parce que Marc nous dit que les disciples qui le suivaient avaient peur. Ils ne suivaient donc pas un Jésus guerrier qui les incitait à la bataille mais un agneau doux qui s'offrait comme holocauste à sa destinée. Il dit à ses apôtres qu'il savait ce qui était en train d'arriver, qu'il aurait été capturé, moquer, flagellé et tué, mais que trois jours après il reviendrait à la vie.. Certes, comprendre qu'il avait résusciter les morts ils avaient vu Lazare revenir à la vie, il acceptait de mourir pour renaître, pour les pauvres apôtres cela n'avait pas de sens, mais de toute manière c'était pour la confiance qu'ils avaient en lui qu'ils voulaient en partager la destinée. Mourir et renaître, cela veut pour nous, faire mourir l'homme vieux qui est en nous, pour renaître dans l'Esprit avec le Christ et le suivre vers sa destination qui est le Paradis. Ce n'est pas une voie facile, parce que boire son calice veut dire passer à travers la souffrance; suivre Jésus n'est pas suivre un puissant de la terre mais quelqu'un qui est venu pour servir, pour offrir, pour donner tout ce qu'il avait pour nous, la chose la plus précieuse aussi, sa vie. Tout en Jésus est nouveau, tout a un but, de sa naîssance pauvre dans une étable à sa mort en martyre sur la croix, tout ça parce qu'il nous aimes, et pendant que nous mortels nous remplissons souvent notre bouche avec des paroles d'amour, pendant que nous disons dans le vide "je donnerais ma vie pour toi" Jésus lui, nous l'a donnée vraiment. Une dernière chose à remarquer dans l'évangile d'aujourd'hui c'est comment Jésus répond à ces apôtres qui s'étaient indignés contre Jacques et Pierre, il affirme que celui qui veut être le premier, le plus grand, sera celui qui s'humiliera pour servir. et pensons-y bien, parce qu'il ne dit pas aux autres de faire quelque chose qu'il n'a pas fait en premier.

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    2. Commentaire de l'Abbé René PARADA Menéndez
      (San Salvador, El Salvador)

      Aujourd'hui, le Seigneur nous apprend quelle devrait être notre attitude face à la croix. L'amour fervent pour l'accomplissement de la volonté de son Père, pour que l'humanité —tout homme et toute femme— soit sauvée, font que Jésus a hâte d'arriver à Jérusalem où Il «sera livré (...), ils le condamneront à mort, ils le livreront (...) et le tueront» (cf Mc 10,33-34). Même si parfois nous ne comprenons pas, ou bien même si nous éprouvons de la crainte face à la douleur, la souffrance ou les contraintes de la journée, tâchons de nous unir, par amour pour la volonté salvatrice de Dieu à l'offrande de la croix chaque jour.

      La pratique constante de la prière et les saints sacrements, en particulier celui de la confession et de l'Eucharistie, augmente en nous l'amour de Dieu et par conséquent envers notre prochain par amour de Dieu, de telle façon que nous serons capables de dire «Nous le pouvons» (Mc 10,39), en dépit de nos misères, de nos craintes et de nos péchés. Oui, nous serons capables de nous unir à la croix de tous les jours (cf. Lc 9,23) par amour, avec le sourire, cette croix qui se manifeste dans nos habitudes et notre quotidien: la fatigue du travail, les difficultés dans notre vie de famille et avec nos proches, etc.

      Nous arriverons à nous identifier au Christ, qui «n'est pas venu pour être servi, mais pour servir» (Mc 10,45) uniquement si nous nous accrochons à notre croix de tous les jours, en délaissant nos envies afin de nous mettre au service des autres. Jean-Paul II expliquait que «la servitude de Jésus atteint sa plénitude dans sa mort sur la croix, c'est à dire dans le don total de soi». Imitons-Le, en transformant constamment notre amour envers Lui par nos actions, en nous mettant au service de tous sans distinctions: riches, pauvres, cultivés ou ignorants, jeunes ou vieux. En nous mettant à leur service afin de les rapprocher de Dieu et les libérer du péché.

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