domenica 13 maggio 2018

(Gv 15,9-17) Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.

VANGELO DI LUNEDI 14 MAGGIO 2018.

Giorno liturgico: 14 Maggio: San Mattia

Testo del Vangelo (Gv 15,9-17): In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.» Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.» Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».



RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: ieni su di me o Santo Spirito, vieni a portare luce nel mio cuore perché la parola del Divin Maestro, mi si stampi indelebilmente nell’ anima e sia luce che guida i miei passi.

- Questa pagina riassume quello che nei giorni scorsi Gesù ci ha insegnato, e allora ripetiamo la lezione con Lui.
Come il Padre ha amato me, io ho amato voi: quindi è il medesimo amore che lega il Padre al Figlio e Gesù a noi, un amore immenso che ha portato Dio a chiedere al suo figlio prediletto di scendere sulla terra e di soffrire in modo indicibile, fino alla morte in croce per salvare tutta l’umanità e Gesù lo ha fatto per noi e per il Padre, perché l’amore che li unisce è amore infinito, che li lega e ci lega a loro in maniera indissolubile. Ora sta a noi cercare di imparare ad amare in questo modo indissolubile i nostri fratelli, ad amarci tra noi e a sentirci un tutt’uno con Loro. Se seguiamo bene la lezione di Gesù, vediamo che da come parla, non dovrebbe essere poi così difficile, perché Lui ci sta trattando da amici e come il nostro migliore amico è pronto a condividere con noi quest’amore. Quindi come con gli amici più cari dividiamo tutto, anche con lui possiamo fare lo stesso, essere amici nel bene e nel male, nella gioia e nel pianto, ed essere sicuri che da parte sua non ci mancherà mai una spalla su cui piangere o una mano per rialzarci, che avrà sempre un buon consiglio da darci e che ci starà sempre vicino e inonderà con il suo Spirito Santo. Non siamo noi che scegliamo di diventare Cristiani, ma siamo chiamati da Dio, al quale possiamo chiedere tutto nel nome di Gesù, e tutta la lezione si racchiude in un comandamento: amiamoci.
Non è facile se ci fermiamo al nostro modo d’amare, così imperfetto e così terreno, che spesso è frainteso anche da noi stessi, ma quando ci mettiamo nelle mani di Maria, vediamo che nel silenzio Lei stessa c’ istruisce e ci porta alla comprensione di questo sentimento. Dare la vita per un altro, volere il suo bene sopra al nostro bene, anche se non solo spesso non si è ricambiati, ma addirittura si è offesi o peggio. È in questi momenti che la nostra umanità è messa alla prova, ed una frase affiora sui bordi del cuore… ma chi ce lo fa fare?  Gesù l’ ha fatto e se noi vogliamo seguirlo, dobbiamo andare fino in fondo, anche se non comprendiamo, e se saremo umiliati e derisi…Gesù c’insegna e noi non dobbiamo avere paura di continuare ad amare, anzi, dobbiamo amare ancora di più chi non ci ama, perché forse attraverso il nostro amore riusciremo a rivelargli il volto di Gesù Cristo. Voglio offrirti Gesù il mio amore per chi non ti ama, le mie lacrime per chi non ha capito, la mia vita per la sua. Amen.
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Comentario del Rev. D. Josep VALL i Mundó
(Barcelona, Spagna)

Oggi la Chiesa ricorda il giorno in cui gli Apostoli scelsero quel discepolo di Gesù che doveva sostituire a Giuda Iscariota. Come ci narra opportunamente San Giovanni Crisostomo in una delle sue prediche, al momento di scegliere persone che usufruiranno di una certa responsabilità, possono esserci certe rivalità e discussioni. Per questo, San Pietro «si disinteressa dell’invidia che avrebbe potuto sorgere», lo lascia alla sorte, all’ispirazione divina, evitando così questa possibilità. Questo Padre della Chiesa, continua dicendo: «È certo che le decisioni importanti molte volte possono generare dispiaceri».

Nel Vangelo del giorno, il Signore parla agli Apostoli riguardo all’allegria che devono sentire: «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena»(Gv 5,11). In effetti, il cristiano, come Mattia, vivrà felice e con una serena allegria, se assume i diversi avvenimenti della vita dalla grazia della filiazione divina. Altrimenti, finirebbe lasciandosi trasportare da falsi tormenti, da sciocche invidie o da pregiudizi di qualsiasi tipo. L’allegria e la pace sono sempre i frutti dell’esuberanza, dell’impegno apostolico e della lotta per arrivare a essere santi. È il risultato logico e soprannaturale dell’amore a Dio e dello spirito di servizio al prossimo.

Romano Guardini scriveva: «La sorgente dell’allegria, si trova nel più profondo dell’essere di una persona (...). Lì risiede Dio. Allora, l’allegria si espande e ci fa luminosi. E tutto ciò che è bello è percepito con tutto il suo splendore». Quando non siamo contenti dobbiamo saper pregare come San Tommaso Moro: «Mio Dio, concedimi il senso dell’umore affinché possa assaporare la felicità della vita e possa trasmetterla agli altri». Non dimentichiamo quello che Santa Teresa del Gesù chiedeva anche: «Dio, liberami dai santi con la faccia triste, giacché un santo triste è un triste santo».

7 commenti:

  1. VERSIONE IN SPAGNOLO DI LUNEDI 14 MAGGIO 2018.

    Día litúrgico: 14 de Mayo: San Matías, apóstol

    Texto del Evangelio (Jn 15,9-17): En aquel tiempo, Jesús dijo a sus discípulos: «Como el Padre me amó, yo también os he amado a vosotros; permaneced en mi amor. Si guardáis mis mandamientos, permaneceréis en mi amor, como yo he guardado los mandamientos de mi Padre, y permanezco en su amor.» Os he dicho esto, para que mi gozo esté en vosotros, y vuestro gozo sea colmado. Este es el mandamiento mío: que os améis los unos a los otros como yo os he amado. Nadie tiene mayor amor que el que da su vida por sus amigos. Vosotros sois mis amigos, si hacéis lo que yo os mando. No os llamo ya siervos, porque el siervo no sabe lo que hace su amo; a vosotros os he llamado amigos, porque todo lo que he oído a mi Padre os lo he dado a conocer.» No me habéis elegido vosotros a mí, sino que yo os he elegido a vosotros, y os he destinado para que vayáis y deis fruto, y que vuestro fruto permanezca; de modo que todo lo que pidáis al Padre en mi nombre os lo conceda. Lo que os mando es que os améis los unos a los otros».

    REFLEXIÓN LELLA

    ORACIÓN: Ven a mí, Espíritu Santo, ven y traer la luz en mi corazón, porque la palabra del Divino Maestro, voy a morir de forma indeleble en el alma y es la luz que guía mis pasos.

    - Esta página resume lo que los últimos días de Jesús nos enseñó, y después repetir la lección con él.
    Como el Padre me ha amado, así os he amado, que también es el mismo amor que une al Padre y al Hijo, Jesús, para nosotros, un inmenso amor que llevó a Dios a pedir a su hijo predilecto a la tierra para sufrir y así indecible, hasta su muerte en la cruz para salvar a toda la humanidad y que Jesús ha hecho por nosotros y el Padre, por el amor que los une es el amor infinito, que los une y que nos une a ellos inseparablemente. Ahora nos toca a nosotros para tratar de aprender a amar de esta manera indisolubles nuestros hermanos, que el amor entre nosotros y sentir un todo uno con Ellos. Si seguimos así la lección de Jesús, vemos que a partir de la forma en que habla, no debería ser tan difícil, porque Él nos trata como amigos y como nuestro mejor amigo está dispuesto a compartir con nosotros este amor. Así como con los amigos cercanos que compartimos todo, incluso con él podemos hacer lo mismo, ser amigos en las buenas y en las malas, en la alegría y en la tristeza, y estar seguros de que por su parte no habrá nunca un hombro para llorar o un mano para levantarnos, que siempre tendrá un buen consejo para darnos, y siempre habrá cerca y se inunde con su Espíritu Santo. No somos nosotros los que optan a convertirse en cristianos, sino que son llamados por Dios, a quien podemos pedir todo en el nombre de Jesús, y el conjunto está encerrado en un mandamiento lección: amarnos unos a otros. No es fácil si nos detenemos nuestro modo de amar, de modo imperfecto y por lo que el suelo, que es a menudo mal entendido, incluso por nosotros mismos, pero cuando nos ponemos en las manos de María, vemos que en el silencio Ella misma nos enseña y nos conduce a la comprensión de este sentimiento. Dar la vida por los otros, queriendo que ella muy por encima de nuestro propio bien, incluso si sólo es a menudo no correspondido, pero aún estás herido o algo peor. Es en estos momentos que nuestra humanidad se pone a prueba, y una frase surge en los bordes del corazón ... pero ¿quién lo hacemos? Jesús lo hizo y si queremos seguirlo, debemos ir hasta el final, incluso si no entendemos, y si somos humillados y ridiculizados Jesús nos enseña ... y no debemos tener miedo de seguir amando, de hecho, debemos amar aún más a los que no nos aman, porque tal vez a través de nuestro amor, podemos revelar el rostro de Jesucristo. Quiero ofrecer mi amor por Jesús, quien no te ama, mis lágrimas por aquellos que no entienden, mi vida por ella. Amén.

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    1. Comentario : Rev. D. Josep VALL i Mundó
      (Barcelona, España)

      Hoy, la Iglesia recuerda el día en el que los Apóstoles escogieron a aquel discípulo de Jesús que tenía que sustituir a Judas Iscariote. Como nos dice acertadamente san Juan Crisóstomo en una de sus homilías, a la hora de elegir personas que gozarán de una cierta responsabilidad se pueden dar ciertas rivalidades o discusiones. Por esto, san Pedro «se desentiende de la envidia que habría podido surgir», lo deja a la suerte, a la inspiración divina y evita así tal posibilidad. Continúa diciendo este Padre de la Iglesia: «Y es que las decisiones importantes muchas veces suelen engendrar disgustos».

      En el Evangelio del día, el Señor habla a los Apóstoles acerca de la alegría que han de tener: «Que mi gozo esté en vosotros, y vuestro gozo sea colmado» (Jn 15,11). En efecto, el cristiano, como Matías, vivirá feliz y con una serena alegría si asume los diversos acontecimientos de la vida desde la gracia de la filiación divina. De otro modo, acabaría dejándose llevar por falsos disgustos, por necias envidias o por prejuicios de cualquier tipo. La alegría y la paz son siempre frutos de la exuberancia de la entrega apostólica y de la lucha para llegar a ser santos. Es el resultado lógico y sobrenatural del amor a Dios y del espíritu de servicio al prójimo.

      Romano Guardini escribía: «La fuente de la alegría se encuentra en lo más profundo del interior de la persona (...). Ahí reside Dios. Entonces, la alegría se dilata y nos hace luminosos. Y todo aquello que es bello es percibido con todo su resplandor». Cuando no estemos contentos hemos de saber rezar como santo Tomás Moro: «Dios mío, concédeme el sentido del humor para que saboree felicidad en la vida y pueda transmitirla a los otros». No olvidemos aquello que santa Teresa de Jesús también pedía: «Dios, líbrame de los santos con cara triste, ya que un santo triste es un triste santo».

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  2. VERSIONE IN INGLESE DI LUNEDI 14 MAGGIO 2018.

    Liturgical day: May 14th: Saint Matthias, apostle

    Gospel text (Jn 15,9-17): Jesus said to his disciples, «As the Father has loved me, so I have loved you; remain in my love. You will remain in my love if you keep my commandments, just as I have kept my Father's commandments and remain in his love.» I have told you all this, that my own joy may be in you and your joy may be complete. This is my commandment: love one another as I have loved you. There is no greater love than this, to give one's life for one's friends; and you are my friends if you do what I command you. I shall not call you servants any more, because servants do not know what their master is about. Instead I have called you friends, since I have made known to you everything I learned from my Father.» You did not choose me; it was I who chose you and sent you to go and bear fruit, fruit that will last. And everything you ask the Father in my name, he will give you. This is my command, that you love one another».

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER : Come on me, Holy Spirit, come and bring light in my heart because the word of the Divine Master, I will die indelibly in the soul and is the light that guides my steps.

    - This page summarizes what the past few days Jesus taught us, and then we repeat the lesson with him.
    As the Father has loved me, I have loved you, so it is the same love that binds the Father and to the Son, Jesus, to us, an immense love that led God to ask his favorite son down to earth to suffer and so unspeakable, until his death on the cross to save all mankind and Jesus has done for us and the Father, for the love that unites them is infinite love, which binds them together and binds us to them inseparably. Now it's up to us to try to learn to love in this way indissoluble our brothers, to love between us and feel a whole one with Them. If we follow well the lesson of Jesus, we see that from the way he talks, it should not be that difficult, because He is treating us as friends and as our best friend is ready to share with us this love. So as with close friends we share everything, even with him we can do the same, be friends in good times and bad, in joy and in sorrow, and be sure that on his part there will never be a shoulder to cry on or a hand to lift us up, that will always have good advice to give us, and we will always be close and will flood with his Holy Spirit. It is not us who choose to become Christians, but we are called by God, to whom we can ask all in the name of Jesus, and the whole is enclosed in a lesson commandment: love one another. It is not easy if we stop our way of loving, so imperfect and so the soil, which is often misunderstood even by ourselves, but when we put ourselves in the hands of Mary, we see that in the silence She herself teaches us and leads us to the understanding of this sentiment. Give his life for another, wanting her well above our own good, even if it only is often not reciprocated, but even you are hurt or worse. It is in these moments that our humanity is put to the test, and a phrase emerges on the edges of the heart ... but who we do it? Jesus did it and if we want to follow him, we must go all the way, even if we do not understand, and if we are humiliated and ridiculed Jesus teaches us ... and we must not be afraid to continue to love, indeed, we must love even more those who does not love us, because maybe through our love we can reveal the face of Jesus Christ. I want to offer my love for Jesus who does not love you, my tears for those who did not understand, my life for her. Amen.

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    1. Comment off: Fr. Josep VALL i Mundó
      (Barcelona, Spain)

      Today, the Church remembers the day when the Apostles chose the disciple of Jesus who was to replace Judas Iscariot. In one of his homilies St. John Crisostom quite rightly says: «When we are to opt for persons who must have a certain responsibility we may have to face certain rivalries or discussions». This is why St. Peter «simply ignores the envy that it might have arisen», and leaves it up to chance and divine inspiration, thus, avoiding such possibility. And this Father of the Church goes on saying: «And it just so happens that quite often important decisions may be very upsetting».

      In today's Gospel, our Lord speaks to the Apostles of the joy they should have: that «my own joy may be in you and your joy may be complete» (Jn 15:11). And, sure enough, a Christian, like Matthias, will happily live with a quiet joy if he assumes the various events of life from the grace of divine filiation; otherwise, he is bound to be carried away by false annoyances, foolish jealousies or some kind of prejudice or other. Joy and peace are always fruit of the exuberance of our apostolic commitment and of our struggle to become saints. It is the logic and supernatural outcome of love for God and of a spirit of service towards our fellowmen.

      Romano Guardini wrote: «The source of joy is to be found in a person's deeper intimacy (...). It is there where God resides. Then, joy widens and makes us glitter. And all that is beautiful can be perceived by us in all its brilliance». When we feel unhappy we must know how to pray along with St. Thomas More: «Lord, give me a sense of humor and I will find happiness in life and profit for others». And, let us not forget St. Teresa of Avila also begged: «O Lord, save me from these sullen-faced saints, for a sad saint is a sorry saint».

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI LUNEDI 14 MAGGIO 2018

    Jour liturgique : 14 mai: Saint Matthias, apôtre

    Texte de l'Évangile (Jn 15,9-17): «Comme le Père m'a aimé, moi aussi je vous ai aimés. Demeurez dans mon amour. Si vous êtes fidèles à mes commandements, vous demeurerez dans mon amour, comme moi, j'ai gardé fidèlement les commandements de mon Père, et je demeure dans son amour.» Je vous ai dit cela pour que ma joie soit en vous, et que vous soyez comblés de joie. Mon commandement, le voici: Aimez-vous les uns les autres comme je vous ai aimés. Il n'y a pas de plus grand amour que de donner sa vie pour ses amis. Vous êtes mes amis si vous faites ce que je vous commande. Je ne vous appelle plus serviteurs, car le serviteur ignore ce que veut faire son maître; maintenant, je vous appelle mes amis, car tout ce que j'ai appris de mon Père, je vous l'ai fait connaître.» Ce n'est pas vous qui m'avez choisi, c'est moi qui vous ai choisis et établis afin que vous partiez, que vous donniez du fruit, et que votre fruit demeure. Alors, tout ce que vous demanderez au Père en mon nom, il vous l'accordera. Ce que je vous commande, c'est de vous aimer les uns les autres».

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Viens sur moi, O Saint Esprit, viens porter la lumière dans mon coeur pour que la Parole du Divin Maître s'imprime d'une manière indélébile dans mon âme et qu'elle sois lumière qui guide mes pas.

      - Cette page résume celles ou dans les jours derniers Jésus nous a enseignés, alors répétons la leçon avec Lui.
      Comme le Père m'a aimé, je vous ai aimés: c'est ensuite l'amour lui même qui lie le Père au Fils et Jésus à nous, un amour immense qui a porté Dieu le père à demander à son fils préféré de descendre sur la terre et de souffrir de manière indicible, jusqu'à la la mort en croix pour sauver toute l'humanité et Jésus l'a fait pour nous et pour le Père, parce que l'amour qui les unit est un amour infini, qui les lie et nous lie à eux de manière indissoluble. Maintenant il nous reste à chercher d'apprendre à aimer de cette manière indissoluble nos frères à nous aimer entre nous et à nous sentir tous en un avec Eux. Si nous suivons bien la leçon de Jésus, nous voyons que de la façon qu'il parle, cela ne devrait pas être si difficile, parce qu'Il est en train de nous traiter en amis et notre meilleur ami est prêt à partager avec nous cet amour. Ensuite comme avec les amis les plus chers nous partagerons tout, avec lui nous pouvons faire de même, être amis dans le bien et dans le mal, dans la joie et dans les larmes, et être sûrs qu'il ne nous manquera jamais une épaule de sa part sur laquelle pleurer ou une main pour nous relever, qu'il aura toujours un bon conseil à nous donner et restera toujours près de nous et nous inondera de son Esprit Saint. Ce n'est pas nous qui choisissons de devenir Chrétiens, mais nous sommes appelés par Dieu à qui nous pouvons demander tout au nom de Jésus et toute la leçon se renferme dans un commandement: aimons-nous. Ce n'est pas facile si nous nous arrêtons à notre manière d'aimer, si imparfaite et si terrestre, qu'elle est souvent équivoque aussi par nous mêmes, mais quand nous nous mettons dans les mains de Marie, nous voyons que dans le silence elle même nous instruit et nous porte à la compréhension de ce sentiment. Donner sa vie pour un autre, vouloir son bien avant le notre, même si non seulement souvent on n'a pas le change, mais au contraire vraiment vexé. C'est dans ces moments que notre humanité est mise à l'épreuve, et une phrase émerge sur le bords de notre coeur ......mais qui nous le fait faire? Jésus l'a fait et si nous voulons le suivre, nous devons aller jusqu'au bout, même si nous ne comprenons pas, et si nous sommes humiliés et moquer. Jésus nous enseigne et nous ne devons pas avoir peur de continuer à aimer, nous devons aimer encore mieux et plus ceux qui ne nous aiment pas, parce que peut-être à travers notre amour nous réussirons à leur révéler le visage de Jésus Christ. Je veux t'offrir mon amour Jésus pour ceux qui ne t'aiment pas, mes larmes pour ceux qui n'ont pas compris, ma vie pour la sienne. Amen.

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    2. Commentaire de l'Abbé Josep VALL i Mundó
      (Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui l'Église nous rappelle le jour où les Apôtres choisirent ce disciple de Jésus qui devait remplacer Judas Iscariote. Comme Saint Jean Chrysostome nous le dit avec justesse dans l'une de ses homélies, lorsqu'il s'agit de choisir des personnes qui doivent assumer une certaine responsabilité il se peut que nous devions faire face a des rivalités ou à des discussions. C'est la raison pour laquelle Saint Pierre «se désintéressant de possibles jalousies», abandonne l'affaire au sort et à l'inspiration divine. Et ce Père de l'Église ajoute: «Car les décisions importantes engendrent trop souvent les rancoeurs».

      Dans l'Évangile de ce jour, le Seigneur parle aux Apôtres de la joie qui doit être la leur: «que ma joie soit en vous, et que vous soyez comblés de joie» (Jn 15,11). En effet, le chrétien, comme Mathias, vivra heureux et avec une joie sereine s'il assume les différents événements de la vie à partir de la grâce de la filiation divine. Autrement, il finira par se laisser emporter par les fausses rancoeurs, d'absurdes jalousies ou toute autre sorte de préjugés. La joie et la paix sont toujours les fruits de l'exubérance du dévouement apostolique et de notre lutte pour parvenir à la sainteté. Elles sont le résultât logique et surnaturel de l'amour de Dieu et de l’esprit de service au prochain.

      Romano Guardini écrivait: «La source de la joie est une source qui jaillit au plus profond de nous-mêmes. (...). C'est là où demeure Dieu. Alors la joie se déploie en nous rendant lumineux. Et tout ce qui est beau est perçu dans toute sa splendeur». Quand nous ne sommes pas heureux nous devons prier comme le faisait Saint Thomas More: «Seigneur, donne-moi le sens de l'humour pour que je tire quelque bonheur de la vie et que j'en fasse part aux autres». N'oublions pas non plus ce que Sainte Thérèse de l'Enfant Jésus disait aussi: «Dieu, écartez moi des saints au visage triste, car un saint triste est un triste saint».

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