martedì 22 maggio 2018

(Mc 9,38-40) Chi non è contro di noi è per noi.

VANGELO DI MERCOLEDI 23 MAGGIO 2018.

Giorno liturgico: Mercoledì, VII settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Mc 9,38-40): In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».



RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni o Gesù, con lo Spirito Santo, ad aprire la mia mente alla comprensione della tua parola. Dammi la possibilità di aiutarti, divulgando il senso d’ogni tua parola, perché come la neve, possa disciogliere con il suo ardore, tutte le barriere della nostra stoltezza.

- Abbiamo visto che alcuni discepoli di Gesù, non erano stati capaci di scacciare il demonio da un ragazzo e che il padre si era rivolto al Cristo, disperato e aveva messo tutta la sua piccola fede nelle Sue mani, perché l’accrescesse.Grazie a questo suo atto d’abbandono alla grazia Divina, il figlio fu guarito da Gesù. Quindi essere vicini al Signore, essere nella sua Chiesa, non è la sola cosa che è richiesta, ma una fede vera e profonda in Gesù. Vediamo che in questo brano, Gesù toglie ancora dei paletti che gli uomini vogliono come sempre frapporre tra i fedeli e Dio. Dice poi una cosa che forse non molti hanno recepito, perché è un errore che in tanti fanno: - chi non è contro di noi è per noi!  - non limita il suo raggio d’azione, né la possibilità per qualcuno che sia fuori della sua chiesa di fare miracoli, ma con un preciso avvertimento: - perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me. Chi opera nel nome del Signore unisce, non divide, chi parla nel nome del Signore, non si meraviglia della potenza del suo braccio, e pensando alle parole del Magnificat, mi viene da aggiungere che Dio disperde i cuori superbi e gli fa perdere la strada della conoscenza. Dio non discrimina nessuno, né razza né religione, non facciamolo neanche noi, e non nascondiamoci dietro al nome di Dio per farlo.
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Comentario: Rev. D. David CODINA i Pérez
(Puigcerdà, Gerona, Spagna)

Oggi sentiamo un rimprovero all'apostolo Giovanni, che vede persone fare del bene nel nome di Cristo, senza far parte del gruppo dei suoi discepoli: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva» (Mc 9,38). Gesù ci dà la corretta visione che dobbiamo avere verso queste persone: accoglierle ed ampliare il nostro punto di vista, con umiltà verso noi stessi, compartendo sempre un comune legame di comunione, una stessa fede, la stessa orientazione, cioè camminare insieme verso la perfezione dell'amore a Dio e al prossimo.

Questo modo di vivere la nostra vocazione di "Chiesa" ci invita a rivedere con pace e serietà la coerenza con cui viviamo questa apertura di Gesù Cristo. Mentre ci siano "altri" che ci “molestano” perché fanno le nostre stesse cose, questo è un chiaro indizio che l'amore di Cristo non ci impregna in tutta la sua profondità, e ci richiederà la "umiltà" di accettare che non esauriamo "tutta la saggezza e l'amore di Dio ". In definitiva, accettare che siamo coloro che Cristo sceglie per annunciare tutti come l'umiltà è la via per avvicinarci a Dio.

Gesù operò così dalla sua Incarnazione, quando ci avvicina al massimo la maestà di Dio nella piccolezza dei poveri. Crisostomo dice: "Cristo non si accontentò di soffrire la croce e la morte, ma volle anche diventare povero e pellegrino, vagare errante e nudo, volle essere buttato in carcere e subirne le debolezze, per ottenere da te la conversione». Se Cristo non ha lasciato passare nessuna occasione affinché viviamo l'amore con gli altri, cerchiamo di non perdere l'occasione di accettare colui che è diverso da noi nel modo di vivere la propria vocazione nel formar parte della Chiesa, perché «chi non è contro noi è per noi» (Mc 9,40).

4 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI MERCOLEDI 23 MAGGIO 2018.

    Liturgical day: Wednesday 7th in Ordinary Time

    Gospel text (Mc 9,38-40): John said to Jesus, «Master, we saw someone who drove out demons by calling upon your name, and we tried to forbid him because he does not belong to our group». Jesus answered, «Do not forbid him, for no one who works a miracle in my name can soon after speak evil of me. For whoever is not against us is for us».

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER: Come O Jesus, with the Holy Spirit, to open my mind to the understanding of your word. Give me a chance to help, spreading the sense of every word, because as snow, can dissolve with his ardor, all the barriers of our foolishness.

    - We have seen that some of Jesus' disciples were not able to drive the demon from a boy and that his father had turned to Christ, desperate and had put all her little faith in His hands, because the accrescesse. Thanks to this his act of abandonment to Divine grace, the son was healed by Jesus. So close to our Lord, be in His Church, is not the only thing that is required, but a true and deep faith in Jesus we see that in this passage, Jesus taketh still some obstacles that men want as always interposed between the faithful and then God says something that perhaps not many have implemented, because it is a mistake many make: - whoever is not against us is for us! - Does not limit its sphere of action, nor the possibility for someone who is out of his Church to do miracles, but with a definite warning - because there is no one who does a miracle in my name will be able soon afterward to speak evil of me - Those who work in the name of the Lord unites, not divides, who speaks in the name of the Lord, is not surprised the power of his arm, and thinking about the words of the Magnificat, I have to add that God scatters the proud hearts and makes him lose the way of knowledge. God does not discriminate against anyone, neither race nor religion, let's not even us, and not hide behind the name of God to do it.
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    Comment off: Fr. David CODINA i Pérez
    (Puigcerdà, Gerona, Spain)

    Today, we hear a reproach by the apostle John who sees people doing good in the name of Christ but without being one of His disciples: «Master, we have seen someone casting our devils in your name and we have tried to stop them because they are not one of us» (Mc 9:38). Jesus give us the correct view that we should hold to these people; take them to ourselves, widen our horizons always with a humble spirit we are always in communion with them, one true faith, the same orientation, or in other words walking together on the path to the perfection of God's love for us and love for one another.

    This way of living our vocation as one “Church” invites us to review in a peaceful and serene manner the coherence with which we live this openness to Christ. The fact that there are “others” that upset us because they do the same as we do is an indication of the fact the Love of Christ has not fully penetrated us in all its dept. He asks us for the humility to accept that we are unable to fathom the full wisdom and love of God. To accept that we are the ones Christ has chosen to let all mankind know that humility is the way to become closer to God.

    Jesus went about his task from the incarnation onwards, when he brought us as close as is possible to the majesty of God in the insignificance of man. Saint John Chrysostom says «the Cross and Death was not enough for Christ, but he also wanted to be poor and of traveling stock, be errant and bare, He wanted to be thrown in prison and suffer weakness, all in order to convert you and me». If Christ did not let any opportunity pass to show his love for us, let us not let any prospect pass to accept those who are different to us in the manner in which each one lives his vocation forming part of the church, for «Whoever is not against us is for us» (Mc 9:40).

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MERCOLEDI 23 MAGGIO 2018..

    Día litúrgico: Miércoles VII del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Mc 9,38-40): En aquel tiempo, Juan dijo a Jesús: «Maestro, hemos visto a uno que expulsaba demonios en tu nombre y no viene con nosotros y tratamos de impedírselo porque no venía con nosotros». Pero Jesús dijo: «No se lo impidáis, pues no hay nadie que obre un milagro invocando mi nombre y que luego sea capaz de hablar mal de mí. Pues el que no está contra nosotros, está por nosotros».

    REFLEXIÓN LELLA

    ORACIÓN: Ven Oh Jesús, con el Espíritu Santo, para abrir mi mente a la comprensión de la palabra. Dame la oportunidad de ayudar, difundiendo el sentido de cada palabra, porque como la nieve, se puede disolver con su ardor, todas las barreras de nuestra necedad.

    - Hemos visto que algunos de los discípulos de Jesús no fueron capaces de conducir el demonio de un niño y que su padre se había convertido a Cristo, desesperado y había puesto todo su poca fe en sus manos, porque el accrescesse. Gracias a esto, su acto de abandono a la divina gracia, el hijo fue sanado por Jesús. Tan cerca de nuestro Señor, sea en su Iglesia, no es la única cosa que se requiere, sino una fe verdadera y profunda en Jesús vemos que en este pasaje, Jesús tomó aún algunos obstáculos que los hombres quieren como siempre interpone entre los fieles y entonces Dios dice algo que tal vez no muchos lo han implementado, porque es un error que muchos hacen: - que no está contra nosotros, está por nosotros! - No limitar su campo de acción, ni la posibilidad de que alguien que está fuera de su Iglesia a hacer milagros, pero con una advertencia clara - porque no hay nadie que haga un milagro en mi nombre, que luego pueda decir mal de mí - Los que trabajan en el nombre del Señor une, no divide, que habla en nombre del Señor, no se sorprende el poder de su brazo, y pensando en las palabras del Magnificat, tengo que añadir que Dios esparce los corazones orgullosos y le hace perder la forma del conocimiento. Dios no discrimina a nadie, ni la raza ni la religión, vamos ni siquiera nosotros, y no esconderse tras el nombre de Dios para hacerlo.
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    Comentario: Rev. D. David CODINA i Pérez
    (Puigcerdà, Gerona, España)

    Hoy escuchamos una recriminación al apóstol Juan, que ve a gente obrar el bien en el nombre de Cristo sin formar parte del grupo de sus discípulos: «Maestro, hemos visto a uno que expulsaba demonios en tu nombre y tratamos de impedírselo porque no viene con nosotros» (Mc 9,38). Jesús nos da la mirada adecuada que hemos de tener ante estas personas: acogerlas y ensanchar nuestras miras, con humildad respecto a nosotros mismos, compartiendo siempre un mismo nexo de comunión, una misma fe, una misma orientación, es decir, caminar juntos hacia la perfección del amor a Dios y al prójimo.

    Esta manera de vivir nuestra vocación de “Iglesia” nos invita a revisar con paz y seriedad la coherencia con que vivimos esta apertura de Jesucristo. Mientras haya “otros” que nos “molesten” porque hacen lo mismo que nosotros, esto es un claro indicio de que todavía el amor de Cristo no nos impregna en toda su profundidad, y nos pedirá la “humildad” de aceptar que no agotamos “toda la sabiduría y el amor de Dios”. En definitiva, aceptar que somos aquellos que Cristo escoge para anunciar a todos cómo la humildad es el camino para acercarnos a Dios.

    Jesús obró así desde su Encarnación, cuando nos acerca al máximo la majestad de Dios en la pequeñez de los pobres. Dice san Juan Crisóstomo: «Cristo no se contentó con padecer la cruz y la muerte, sino que quiso también hacerse pobre y peregrino, ir errante y desnudo, quiso ser arrojado en la cárcel y sufrir las debilidades, para lograr de ti la conversión». Si Cristo no dejó pasar oportunidad alguna para que vivamos el amor con los demás, tampoco dejemos pasar la ocasión de aceptar al que es diferente a nosotros en la manera de vivir su vocación a formar parte de la Iglesia, porque «el que no está contra nosotros, está por nosotros» (Mc 9,40).

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI MERCOLEDI 23 MAGGIO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 7e Semaine: Mercredi

    Texte de l'Évangile (Mc 9,38-40): Jean, l'un des Douze, disait à Jésus: «Maître, nous avons vu quelqu'un chasser des esprits mauvais en ton nom; nous avons voulu l'en empêcher, car il n'est pas de ceux qui nous suivent» Jésus répondit: «Ne l'empêchez pas, car celui qui fait un miracle en mon nom ne peut pas, aussitôt après, mal parler de moi; celui qui n'est pas contre nous est pour nous».

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: Viens, ô Jésus, avec l'Esprit Saint, viens ouvrir mon esprit à la compréhension de ta Parole. Donne-moi la possibilité de t'aider, en divulguant le sens de ta Parole, pour que comme la neige, je puisse dissoudre avec son ardeur toutes les barrières de notre sottise.

    - Nous avons vu que quelques disciples de Jésus n'avaient pas été capables de chasser le démon d'un garçon et que son père s'était adressé au Christ, désespéré et il avait mis toute sa petite foi dans ses mains, pour que Jésus l'augmentât. Grâce à son acte d'abandon en la grâce Divine, le fils fut guéri par Jésus. Etre près du Seigneur, être dans son Église, ce n'est pas la seule chose qui nous est demandée, mais aussi une vraie et profonde Foi en Jésus. Nous voyons que dans ce passage, Jésus enlève encore des barrières qu'ils veulent comme toujours interposer entre les fidèles et Dieu. Puis il dit une chose que peut-être peu de personne ont capté, parce que c'est une faute que beaucoup font: "Celui qui n'est pas contre nous, est pour nous! " il ne limite pas son rayon d'action, ni la possibilité pour quelqu'un qui sois hors de son église pour faire des miracles, mais avec un avertissement précis: "Parce qu'il y n'a personne qui fait un miracle en mon nom et tout de suite puisse parler mal de moi" Qui opère au nom du Seigneur, il unit, il ne divise pas, qui parle au nom du Seigneur, ne s'émerveille pas de la puissance de son bras, et en pensant aux Paroles du "Magnificat", il me faut ajouter que Dieu disperse les coeurs hautains et il leur fait perdre la voie de la connaissance. Dieu ne discrimine personne, ni race ni religion ne le faisons pas nous non plus, et ne nous cachons pas derrière le nom de Dieu pour le faire.

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    1. Commentaire de l'Abbé David CODINA i Pérez
      (Puigcerdà, Gerona, Espagne)

      Aujourd'hui, nous assistons à une récrimination à l'encontre de Jean, qui a vu des gens faire de bonnes œuvres au nom du Christ sans pour autant faire partie du groupe des disciples: «Maître, nous avons vu quelqu'un chasser des esprits mauvais en ton nom; nous avons voulu l'en empêcher, car il n'est pas de ceux qui nous suivent» (Mc 9,38). Jésus nous indique ici le regard que nous devons avoir envers ces personnes: les accueillir et ouvrir notre regard envers eux, en ayant beaucoup d'humilité vis-à-vis de nous-mêmes, partageant toujours un lien commun, une même foi, une même orientation, c'est-à-dire, cheminer ensemble vers la perfection de l'amour de Dieu et du prochain.

      Cette manière de vivre notre vocation d'"Église" nous invite à revoir en paix et sérieusement la cohérence avec laquelle nous vivons cette ouverture d'esprit qu'avait Jésus. Tant qu'il y a "d'autres" qui nous dérangent parce qu'ils font la même chose que nous, cela veut dire que l'amour du Christ n'a toujours pas imprégné notre vie dans toute sa profondeur et Il nous demandera d'avoir l'humilité d'accepter que nous ne déversons pas "toute la sagesse et l'amour de Dieu". En somme, nous devons accepter que nous sommes ceux choisis par le Christ pour annoncer à tous que l'humilité est le chemin pour nous approcher de Dieu.

      Jésus a agi de cette manière depuis son Incarnation, quand Il nous rapproche au plus haut de la majesté de Dieu par la petitesse des pauvres. Sain Jean Chrysostome nous dit: «Il ne s'est pas contenté de la mort et de la croix; mais il a voulu être pauvre, étranger, errant, nu, prisonnier, malade, afin de vous attirer à lui.» Si le Seigneur n'a pas laissé passer l'opportunité pour que nous vivions l'amour de notre prochain, ne laissons pas nous non plus passer l'opportunité d'accepter celui qui ne vit pas de la même manière que nous sa vocation de faire partie de l'Église, car «celui qui n'est pas contre nous est pour nous» (Mc 9,40).

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