mercoledì 9 maggio 2018

(Gv 16,16-20) Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

VANGELO DI GIOVEDI 10 MAGGIO 2018.

Giorno liturgico: Giovedì VI di Pasqua

Testo del Vangelo (Gv 16,16-20): In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».



 RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni o Santo Spirito, conducimi tra i filari di una vigna che mi è casa, conducimi per mano, con pazienza, perchè possa assaporare il valore di ogni istante vissuto con te.

- A volte è proprio strano Gesù, ma ancor più lo sono i suoi discepoli. Quello che li fa parlare tra loro è quel “ un poco ”, anche se Gesù ha appena detto che tornerà dal Padre. Credo che non abbiano veramente “ascoltato”, e siano arrivati alla conclusione che è più importante sapere quanto vale quel “poco” che quello che sta per accadere. Anche noi leggendo questo brano, notiamo questo “tempo” che sembra definito,ma che più indefinito di così non può essere. La lunghezza del tempo si stabilisce dall’intensità con cui si vive.... se sto bene con una persona il tempo vola e non basta mai, ma lo stesso tempo sembra interminabile nella noia. Il tempo non cambia però i fatti, e Gesù dice che tornerà in quel regno a noi invisibile, quindi la sensazione è quella di stare perdendo qualcosa, ma Gesù ha annunciato il Paraclito e questo cambia le cose, anche quelle che si tarda a capire... Non perderemo nulla di quanto ci è stato concesso. Questo è quello che cambia tutto, che ci fa vivere la gioia della nostra fede, che è sicuramente la più bella e completa, perchè Gesù ha sconfitto per noi la morte; è andato oltre il dolore.
Così lo scandalo della croce è diventato il traguardo da superare; così la nostra sofferenza non può essere vista che in questo modo, qualcosa che ci permetterà di passare oltre. Il cristiano che sa andare oltre è gioioso perchè la sua percezione di realtà divina, non è fatta di forse e di se , ma di certezze nella fede. Dio è sempre con noi e lo sarà fino alla fine, se con quel poco di fede che abbiamo , impariamo a lasciarci condurre oltre il visibile, tra quella sensazione di comunione che a tratti, addirittura , diventa mancanza e desiderio di Dio... e magari fosse sempre così!
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Comentario del Rev. D. Joan Pere PULIDO i Gutiérrez
(Sant Feliu de Llobregat, Spagna)

Oggi, contempliamo di nuovo la Parola di Dio con l’aiuto dell’evangelista Giovanni. In questi ultimi giorni di Pasqua sentiamo una speciale inquietudine per far nostra questa Parola e capirla. La stessa inquietudine dei primi discepoli, che si esprime profondamente nelle parole di Gesù — «Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete» (Gv 16,16)— concentra la tensione delle nostre apprensioni sulla fede, nella ricerca di Dio nella nostra vita quotidiana.

I cristiani di oggi sentiamo la stessa urgenza che i cristiani del primo secolo. Vogliamo vedere Gesù, sentiamo la necessità di percepire la sua presenza in mezzo a noi, per rinforzare la nostra fede, speranza e carità. Per questo, ci provoca tristezza pensare che Lui non sia tra di noi, che non possiamo sentire e palpare la sua presenza, sentire e ascoltare la sua parola. Però questa tristezza si trasforma in profonda allegria quando avvertiamo la sua presenza sicura tra di noi.

Questa presenza, così ce lo ricordava Giovanni Paolo II nella sua ultima Lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia, si concreta —specificamente— nell’Eucaristia: «La Chiesa vive dell’Eucaristia. Questa verità non esprime solamente una esperienza quotidiana di fede, ma in sintesi rinchiude anche il nucleo del mistero della Chiesa. Questa sperimenta con allegria come si realizza continuamente, in molteplici forme la promessa del Signore: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). (...) L’Eucaristia è mistero di fede e, allo stesso tempo, “mistero di luce”. Ogni volta che la Chiesa la celebra, i fedeli possono rivivere in qualche modo, l’esperienza dei due discepoli di Èmmaus: «Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero» (Lc 24,31).

Chiediamo a Dio una fede profonda, una costante inquietudine che si sazi nella fonte eucaristica, ascoltando e assimilando la Parola di Dio; nutrendo e saziando il nostro appetito nel Corpo di Cristo. Che lo Spirito Santo riempi di luce la nostra ricerca di Dio.

6 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI GIOVEDI 10 MAGGIO 2018.

    Liturgical day: Thursday 6th of Easter

    Gospel text (Jn 16,16-20): Jesus said to his disciples, «A little while and you will see me no more; and then a little while, and you will see me». Some of the disciples wondered, «What does he mean by: ‘A little while and you will not see me, and then a little while and you will see me’? And why did He say: ‘I go to the Father’?». And they said to one another, «What does he mean by ‘a little while’? We don't understand». Jesus knew that they wanted to question him; so He said to them, «You are puzzled because I told you that in a little while you will see me no more, and then a little while later you will see me. Truly, I say to you, you will weep and mourn while the world rejoices. You will be sorrowful, but your sorrow will turn to joy».

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER : Come, O Holy Spirit, lead me through the rows of a vineyard that I have home, carry me by hand, with patience, so that I can savor the value of every moment I have lived with you.

    - Sometimes it is just strange Jesus, but even more so are his disciples. What makes them talk to each other is that "a little," even though Jesus has just said he will return to the Father. I think they did not really "listen", and they came to the conclusion that it is more important to know how much that "little" is worth than what is going to happen. We, too, by reading this passage, we notice this "time" that seems to be defined, but that more indefinite than that can not be. The length of time is determined by the intensity with which you live .... if I'm fine with a person, time flies and is never enough, but the same time seems endless in boredom. Time does not change the facts, and Jesus says that he will return to that invisible kingdom, so the sensation is to lose something, but Jesus announced the Paraclete and this changes things, even those that are to be understood. We will not lose anything that has been granted to us.
    This is what changes everything that makes us live the joy of our faith, which is surely the most beautiful and complete, because Jesus has defeated for us death; Went beyond the pain. Thus the scandal of the cross has become the goal to be overcome; So our suffering can not be seen in this way, something that will allow us to go further. The Christian who knows how to go further is joyful because his perception of divine reality is not made of perhaps and of himself but of certainties in the faith. God is always with us and it will be until the end, if with that little faith we have, we learn to let us lead beyond the visible, between that feeling of communion that sometimes even becomes God's lack and desire ... and Maybe it was always like this!

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    1. Comment off: Fr. Joan Pere PULIDO i Gutiérrez
      (Sant Feliu de Llobregat, Spain)

      Today, we again contemplate the Word of God with the help of Evangelist John. In these final days of Easter we feel an especial uneasiness to make God's Word ours and be able to understand it. The very uneasiness shared by the first disciples. Which is profoundly expressed in Jesus' words —«A little while and you will see me no more; and then a little while, and you will see me» (Jn 16:16). These words concentrate our tension and concern about our faith and our research of God in our daily life.

      We, Christians of the 21st century, feel the same urge than those of the 1st century. We also want to see Jesus, to experiment his presence amidst us, to reinforce the virtues of faith, hope and charity. This is why we feel sad if we think He is not among us, or if we may not feel and detect his presence, or hear and listen to his words. But this sadness becomes deep joy when we experiment his definite presence among us.

      As His Holiness John Paul II reminded us in his last encyclical letter Ecclesia de Eucharistia, this presence is concrete —specifically— in the Eucharist: «The Church draws her life from the Eucharist. This truth does not simply express a daily experience of faith, but recapitulates the heart of the mystery of the Church. In a variety of ways she joyfully experiences the constant fulfillment of the promise: ‘I am with you always, to the close of the age’ (Mt 28:20) (...). The Eucharist is both a mystery of faith and a “mystery of light”. Whenever the Church celebrates the Eucharist, the faithful can in some way relive the experience of the two disciples on the road to Emmaus: ‘Their eyes were opened and they recognized him’ (Lk 24:31)».

      Let us turn to God and beg for a deep faith, a constant uneasiness to quench our thirst in the Eucharist Source, while listening to and understanding God's Word; by eating and satiating our spiritual hunger with the Body of Christ. Let the Holy Spirit fill out with light our research of God.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI GIOVEDI 10 MAGGIO 2018.

    Día litúrgico: Jueves VI de Pascua

    Texto del Evangelio (Jn 16,16-20): En aquel tiempo, Jesús habló así a sus discípulos: «Dentro de poco ya no me veréis, y dentro de otro poco me volveréis a ver». Entonces algunos de sus discípulos comentaron entre sí: «¿Qué es eso que nos dice: ‘Dentro de poco ya no me veréis y dentro de otro poco me volveréis a ver’ y ‘Me voy al Padre’?». Y decían: «¿Qué es ese ‘poco’? No sabemos lo que quiere decir». Se dio cuenta Jesús de que querían preguntarle y les dijo: «¿Andáis preguntándoos acerca de lo que he dicho: ‘Dentro de poco no me veréis y dentro de otro poco me volveréis a ver?’. En verdad, en verdad os digo que lloraréis y os lamentaréis, y el mundo se alegrará. Estaréis tristes, pero vuestra tristeza se convertirá en gozo».

    REFLEXIÓN DE LELLA

    ORACIÓN: Ven Espíritu Santo, llévame entre las filas de un viñedo a casa, me toma de la mano, con paciencia, por eso pueden disfrutar del valor de cada momento compartido con usted.

    - A veces es simplemente extraño Jesús, pero aún más lo son sus discípulos. Lo que les hace hablar unos con otros es que "un poco", aunque Jesús acaba de decir que va a volver al Padre. Creo que en realidad no han "oído", y han llegado a la conclusión de que es más importante saber cuánto es el "pequeño" que lo que está a punto de suceder. También leemos este pasaje, vemos este "tiempo" que parece estar definido, pero más indefinida que esto no puede ser. La cantidad de tiempo que determinan la intensidad con la que vivimos .... si estoy bien con alguien el tiempo vuela y nunca es suficiente, pero al mismo tiempo parece interminable aburrimiento. Pero el tiempo no cambia los hechos, y Jesús dice que regresará en ese reino invisible para nosotros, por lo que la sensación es que falta algo, pero Jesús anunció el Paráclito y que cambia las cosas, incluso los que son lentos para entender. .. que no pierden nada de lo que se nos ha concedido. Esto es lo que cambia todo, que nos hace vivir la alegría de nuestra fe, que es sin duda la más bella y completa, porque Jesús venció a la muerte por nosotros; Iba más allá del dolor. Por lo que el escándalo de la cruz se ha convertido en el objetivo de superar; por lo que nuestro sufrimiento no puede ser visto de esta manera, algo que nos va a permitir seguir adelante.
    El cristiano que quiere impulsar es alegre porque su percepción de la realidad divina, no está hecho y tal vez si, pero de certeza en la fe. Dios está siempre con nosotros y será hasta el final, sin embargo, con la poca fe que tenemos, aprender a ser llevado más allá de lo visible, entre el sentimiento de comunión que a veces incluso convertirse en ausencia y anhelo de Dios y ... me gustaría que fuera siempre tan!

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    1. Comentario : Rev Joan Pere PULIDO i Gutiérrez
      (Sant Feliu de Llobregat, Spain)

      Hoy contemplamos de nuevo la Palabra de Dios con la ayuda del evangelista Juan. En estos últimos días de Pascua sentimos una inquietud especial por hacer nuestra esta Palabra y entenderla. La misma inquietud de los primeros discípulos, que se expresa profundamente en las palabras de Jesús —«Dentro de poco ya no me veréis, y dentro de otro poco me volveréis a ver» (Jn 16,16)— concentra la tensión de nuestras inquietudes de fe, de búsqueda de Dios en nuestra vida cotidiana.

      Los cristianos de hoy sentimos la misma urgencia que los cristianos del primer siglo. Queremos ver a Jesús, necesitamos experimentar su presencia en medio de nosotros, para reforzar nuestra fe, esperanza y caridad. Por esto, nos provoca tristeza pensar que Él no esté entre nosotros, que no podamos sentir y tocar su presencia, sentir y escuchar su palabra. Pero esta tristeza se transforma en alegría profunda cuando experimentamos su presencia segura entre nosotros.

      Esta presencia, así nos lo recordaba San Juan Pablo II en su última Carta encíclica Ecclesia de Eucharistia, se concreta —específicamente— en la Eucaristía: «La Iglesia vive de la Eucaristía. Esta verdad no expresa solamente una experiencia cotidiana de fe, sino que encierra en síntesis el núcleo del misterio de la Iglesia. Ésta experimenta con alegría cómo se realiza continuamente, en múltiples formas, la promesa del Señor: ‘He aquí que yo estoy con vosotros todos los días hasta el fin del mundo’ (Mt 28,20). (...) La Eucaristía es misterio de fe y, al mismo tiempo, “misterio de luz”. Cada vez que la Iglesia la celebra, los fieles pueden revivir de algún modo la experiencia de los dos discípulos de Emaús: 'Entonces se les abrieron los ojos y le reconocieron' (Lc 24,31)».

      Pidamos a Dios una fe profunda, una inquietud constante que se sacie en la fuente eucarística, escuchando y entendiendo la Palabra de Dios; comiendo y saciando nuestra hambre en el Cuerpo de Cristo. Que el Espíritu Santo llene de luz nuestra búsqueda de Dios.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE GIOVEDI 10 MAGGIO 2018.

    Jour liturgique : Ascension du Seigneur (B)

    Texte de l'Évangile (Mc 16,15-20): Puis il leur dit: «Allez dans le monde entier. Proclamez la Bonne Nouvelle à toute la création. Celui qui croira et sera baptisé sera sauvé; celui qui refusera de croire sera condamné. Voici les signes qui accompagneront ceux qui deviendront croyants: en mon nom, ils chasseront les esprits mauvais ; ils parleront un langage nouveau; ils prendront des serpents dans leurs mains, et, s'ils boivent un poison mortel, il ne leur fera pas de mal; ils imposeront les mains aux malades, et les malades s'en trouveront bien». Le Seigneur Jésus, après leur avoir parlé, fut enlevé au ciel et s'assit à la droite de Dieu. Quant à eux, ils s'en allèrent proclamer partout la Bonne Nouvelle. Le Seigneur travaillait avec eux et confirmait la Parole par les signes qui l'accompagnaient.

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: Viens o Saint Esprit conduit-moi entre les files d'un vignoble qui est ma maison, mène-moi par la main, avec patience, pour que je puisse savourer la valeur de chaque instant vécu avec toi.

    - Parfois Jésus est vraiment étrange, mais ses disciple le sont encore plus.
    Ce qui les fait parler entre eux c'est ce " un peu ", même si Jésus à a peine dit qu'il reviendra du Père. Je crois que nous n'avons pas vraiment "écouté", et qu'ils soient arrivés à la conclusion qu'il est plus important de savoir tout ce que vaut ce "peu" que ce qu'il va arriver. Nous aussi, en lisant se passage nous notons ce "temps"qu'il semble défini mais ne peut pas être plus indéfinie que cela. La longueur du temps se stabilise par l'intensité avec laquelle nous vivons ....si je suis bien avec une personne le temps passe vite et ne suffit jamais, mais le même temps semble interminable dans l'ennui. Le temps ne change pourtant pas les faits, et Jésus disent qu'il reviendra dans ce royaume invisible pour nous, de sorte que la sensation est celle de perdre quelque chose, mais Jésus a annoncé le Paraclet et cela change les choses, même ceux qui sont lents à comprendre ...Nous ne perdons rien de tout ce que nous avons obtenu. C'est ce qui change tout, qui nous fait vivre la joie de notre foi, ce qui est sûrement la plus belle et complète, parce que Jésus a vaincu la mort pour nous; Il est allé au-delà de la douleur. Ainsi, le scandale de la croix est devenue l'objectif à surmonter; ainsi notre souffrance ne peut être vu de cette façon, ce qui nous permettra de passer au dessus. Le chrétien qui sait passer au dessus est joyeux parce que sa perception de la réalité divine, n'est pas faite de "peut-être et de si", mais de la certitude dans la foi. Dieu est toujours avec nous et le sera jusqu'à la fin, si avec le peu de foi que nous avons, nous apprenons à nous laisser conduire par dessus le visible, entre cet sensation de communion qui parfois même devient manque et désir de Dieu ... et peut-être si c'était toujours ainsi!

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    1. Commentaire de l'Abbé Joan Pere PULIDO i Gutiérrez
      (Saint Feliu de Llobregat, Espagne)

      - Aujourd'hui, nous contemplons à nouveau la Parole de Dieu avec l'aide de l'évangéliste Jean. En ces derniers jours de Pâques, nous ressentons une agitation particulière pour faire nôtre cette Parole et la comprendre. La même agitation des premiers disciples, qui s'exprime profondément dans les paroles de Jésus: «Un peu de temps et vous ne me verrez pas; un peu plus et vous me verrez »(Jn 16,16) - concentre la tension de nos appréhensions sur la foi, dans la recherche de Dieu dans notre vie quotidienne.

      Les chrétiens d'aujourd'hui ressentent la même urgence que les chrétiens du premier siècle. Nous voulons voir Jésus, nous ressentons le besoin de percevoir sa présence parmi nous, de renforcer notre foi, notre espérance et notre charité. Pour cette raison, il nous est triste de penser qu'il n'est pas parmi nous, que nous ne pouvons pas sentir et toucher sa présence, entendre et écouter sa parole. Mais cette tristesse se transforme en joie profonde quand nous sentons sa présence assurée parmi nous.

      Cette présence, comme nous l'a rappelé Jean-Paul II dans sa dernière Encyclique Ecclesia de Eucharistia, se concrétise «spécifiquement» dans l'Eucharistie: «L'Église vit de l'Eucharistie. Cette vérité n'exprime pas seulement une expérience quotidienne de la foi, mais elle résume aussi le noyau du mystère de l'Église. Ceci expérimente avec joie comment la promesse du Seigneur s'accomplit continuellement sous plusieurs formes: "Voici, je suis avec vous tous les jours, jusqu'à la fin du monde" (Mt 28,20). (...) L'Eucharistie est un mystère de foi et, en même temps, "un mystère de lumière". Chaque fois que l'Église la célèbre, les fidèles peuvent revivre en quelque sorte l'expérience des deux disciples d'Emmaüs: «Alors, ils ont ouvert les yeux et l'ont reconnu» (Lc 24,31).

      Demandons à Dieu une foi profonde, une agitation constante qui est satisfaite dans la source eucharistique, en écoutant et assimilant la Parole de Dieu; nourrir et satisfaire notre appétit dans le Corps du Christ. Que le Saint-Esprit remplisse notre recherche de Dieu avec la lumière.

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