martedì 25 settembre 2018

(Lc 9,1-6) Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.


VANGELO DI MERCOLEDì 26 SETTEMBRE 2018

(Lc 9,1-6) Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
+ Dal Vangelo secondo Luca 


In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
Parola del Signore
 

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA: Vieni o Santo Spirito, e donami la luce della sapienza per poter parlare di questo brano, fa che non porti nulla di mio ma solo quello che Tu vuoi comunicare.


Non serve essere dotti, capaci o santi per servire il Signore, con queste parole Luca ci ricorda che quello che viene chiesto ad un discepolo, non è prendere, ma lasciare. Il discorso forse è un po’ forte, ma anche se non preso alla lettera, il senso è molto chiaro. Non attaccatevi a nulla di terreno,perché non vi serve ed anche per distinguerci dagli altri. Al tempo di Gesù, c’erano diversi movimenti religiosi : esseni, farisei, zeloti. Anche loro cercavano un nuovo modo di convivere in comunità ed avevano i loro missionari. Ma costoro, quando andavano in missione, erano prevenuti. Portavano bastone e bisaccia per mettervi il proprio cibo. Non si fidavano del cibo che non sempre era “puro”. Al contrario degli altri missionari, i discepoli di Gesù riceveranno raccomandazioni diverse che ci aiutano a capire i punti fondamentali della missione di annunciare la Buona Notizia. Gesù li obbliga a confidare nell’ospitalità. Perché chi va senza niente, va perché confida nella gente e pensa che sarà ricevuto. Con questo atteggiamento loro criticano le leggi di esclusione, insegnate dalla religione ufficiale e mostrano, mediante una nuova pratica, che avevano altri criteri di comunità. Devono partecipare alla vita ed al lavoro della gente, e la gente li accoglierà nella sua comunità e condividerà con loro casa e cibo. Ciò significa che devono aver fiducia nella condivisione. Spieghiamo ora la critica contro coloro che rifiutano il messaggio: scuotere la polvere dei piedi, come protesta contro di loro, perché non rifiutano solo qualcosa di nuovo, ma sembra che Gesù, invece, inviti a scuotere qualcosa che i discepoli proveranno dentro di loro al momento del rifiuto. Vuole che escano da quella casa in pace, senza rancore, senza disprezzo, senza rimpianto, perché loro saranno stati portatori di relazione, di incontro, di Parola di salvezza. Il rifiuto è una chiusura di possibilità, ma non dovrà mettere in discussione la loro fede, il loro aver camminato a lungo in nome di questa e la loro testimonianza. Scuoteranno, allora, la polvere della delusione da sotto le scarpe, scuoteranno la polvere dell’attaccamento e dell’ostinazione, della stanchezza per non essere riuscita a trasmettere il tesoro che portano dentro, per riprendere, poi, il cammino con speranza e per essere nuovamente pronti a creare ponti di relazione, nel nome di Gesù, Ponte di relazione tra il Padre e l’umanità. Perché Gesù non manda ognuno per conto proprio? Li manda a coppie, perché nessuno può fare verità da solo. L’andare è sempre dialogico, coniugato. Andranno in due perché per l’uno ci sarà, a fianco, sempre l’altro a ricordargli la strada, quando la smarrirà, a difenderlo dal pericolo, a ricordargli l’amore di Dio, quando non lo sentirà e a portarlo a discernimento sulla sua verità, quando sarà necessario. Il due della missione diventa, criterio, di verità. Non si fa Chiesa singolarmente." Là dove due o tre di voi saranno riuniti nel mio nome, io sarò con loro " dice il Signore .
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Rev. D. Jordi CASTELLET i Sala (Sant Hipòlit de Voltregà, Barcelona, Spagna)
Oggi, viviamo in un tempo in cui nuove malattie mentali raggiungono una diffusione insospettata, come non si era mai visto nel corso della storia. Il ritmo della vita moderna impone stress alle persone, una corsa per consumare e apparentare di più che il vicino, tutto condito con una forte dose di individualismo, che costruiscono un essere isolato dal resto dei mortali. Questa solitudine alla quale molti sono costretti per la convivenza sociale, per la pressione lavorale, da convenzioni schiavizzanti, fa sì che molti soccombano alla depressione, la nevrosi, la isteria, la schizofrenia o altri squilibri che marcano profondamente il futuro di quella persona. «Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie» (Luca 9:1). Mali, questi, che possiamo identificare nello stesso Vangelo come malattie mentali. L'incontro con Cristo, persona completa e realizzata, apporta un equilibrio e una pace che sono in grado di calmare le acque e di far rincontrare la persona con se stessa, portandogli chiarezza e luce nella sua vita, utile per istruire ed insegnare, educare i giovani e gli anziani, e dirigere le persone lungo la strada della vita, quella che mai deve appassire. Gli Apostoli «giravano di villaggio in villaggio annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni» (Lc 9:6). É questa anche la nostra missione: vivere e meditare il Vangelo, la parola stessa di Gesù, per farla penetrare al nostro interno. Così, poco a poco, potremo trovare la via da seguire e la libertà da eseguire. Come Giovanni Paolo II ha scritto, «La pace deve realizzarsi nella verità, (...) si deve fare nella libertà. Che sia lo stesso Gesù Cristo, che ci ha chiamato alla fede e alla felicità eterna, chi ci riempia di speranza e di amore, Egli ci ha dato una nuova vita e un futuro inesauribile.

7 commenti:

  1. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MERCOLEDì 26 SETTEMBRE 2019
    Día litúrgico: Miércoles XXV del tiempo ordinario

    Santoral 26 de Septiembre: Beato Pablo VI, papa

    Ver 1ª Lectura y Salmo
    Texto del Evangelio (Lc 9,1-6): En aquel tiempo, convocando Jesús a los Doce, les dio autoridad y poder sobre todos los demonios, y para curar enfermedades; y los envió a proclamar el Reino de Dios y a curar. Y les dijo: «No toméis nada para el camino, ni bastón, ni alforja, ni pan, ni plata; ni tengáis dos túnicas cada uno. Cuando entréis en una casa, quedaos en ella hasta que os marchéis de allí. En cuanto a los que no os reciban, saliendo de aquella ciudad, sacudid el polvo de vuestros pies en testimonio contra ellos». Saliendo, pues, recorrían los pueblos, anunciando la Buena Nueva y curando por todas partes.

    MI REFLEXIÓN

    ORACIÓN
    Ven, Espíritu Santo, y me da la luz de la sabiduría para hablar de este pasaje, no trae nada de lo mío, pero sólo lo que quieres comunicar.

    No hay necesidad de ser aprendido, o santo capaz de servir al Señor con estas palabras Lucas nos recuerda que lo que se le pidió a un discípulo, no toma, pero que se fuera.
    El discurso es quizás un poco fuerte, pero incluso si se toma literalmente, el significado es muy claro.
    No coloque nada en el suelo, y también porque no es necesario para distinguirnos de los demás.
    En tiempos de Jesús, hubo varios movimientos religiosos: los esenios, fariseos, zelotes.
    Ellos también estaban buscando una nueva manera de vivir juntos en comunidad y tenían sus misioneros.
    Pero, cuando iban en una misión, se les impidió.
    Llevaban palo y bolsa para poner su propio alimento. No confiaban en la comida, que no siempre era "pura".
    A diferencia de los otros misioneros, los discípulos de Jesús recibirán diferentes recomendaciones que nos ayudan a entender los puntos fundamentales de la misión de anunciar la Buena Nueva.
    Jesús les obliga a depender de la hospitalidad. Porque los que van sin nada, y todo porque él confía en la gente y creo que va a ser recibido.
    Con esta actitud, critican las leyes de exclusión, enseñadas por la religión oficial y el espectáculo, a través de una nueva práctica, tenían otros criterios de comunidad. Debe participar en la vida y trabajo de la gente, y la gente de su comunidad les dará la bienvenida y compartir con refugio y alimento. Esto significa que tienen que confiar en el compartir. Aquí se explica la crítica contra los que rechazan el mensaje, sacude el polvo de sus pies contra ellos, ¿por qué no rechazar algo nuevo, pero parece que Jesús, en cambio, invitaciones para sacudir algo que los discípulos se tratarán dentro de ellos para el tiempo de rechazo.
    ¿Quieres que salga de la casa en paz, sin rencor, sin desprecio, sin pesar, porque habrán sido los portadores del informe, para satisfacer, a la Palabra de salvación. El rechazo es un cierre de posibilidades, pero no tendrá que cuestionar su fe, su haber caminado en el nombre de éste y su testimonio. Shake, entonces, el polvo de la decepción de debajo de sus zapatos, sacudir el polvo de fijación y la obstinación, el cansancio por no ser capaz de transmitir el tesoro que traer, para continuar, entonces el camino con esperanza y ser listo para construir puentes de relación, en el nombre de Jesús, relación puente entre el Padre y la humanidad. ¿Por qué Jesús no envía cada uno de los suyos? Él los envía de dos en dos, porque nadie puede hacer que sólo la verdad. El camino es siempre conjugado dialógica. Ellos van para los dos, porque uno va a estar ahí, al lado, siempre la otra para recordar el camino, cuando el mal camino, para defenderlo del peligro, para recordarle el amor de Dios, cuando no se siente y llevarlo a discernir la verdad, cuando sea necesario.
    Los dos la misión se convierte en criterio de verdad. Eso no se hace individualmente Iglesia.
    "Donde dos o tres de ustedes se reúnen en mi nombre, allí estoy yo con ellos", dice el Señor

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    1. Rev. D. Jordi CASTELLET i Sala
      (Sant Hipòlit de Voltregà, Barcelona, España)

      Hoy vivimos unos tiempos en que nuevas enfermedades mentales alcanzan difusiones insospechadas, como nunca había habido en el curso de la historia. El ritmo de vida actual impone estrés a las personas, carrera para consumir y aparentar más que el vecino, todo ello aliñado con unas fuertes dosis de individualismo, que construyen una persona aislada del resto de los mortales. Esta soledad a la que muchos se ven obligados por conveniencias sociales, por la presión laboral, por convenciones esclavizantes, hace que muchos sucumban a la depresión, las neurosis, las histerias, las esquizofrenias u otros desequilibrios que marcan profundamente el futuro de aquella persona.
      «Convocando Jesús a los Doce, les dio autoridad y poder sobre todos los demonios, y para curar enfermedades» (Lc 9,1). Males, éstos, que podemos identificar en el mismo Evangelio como enfermedades mentales.
      El encuentro con Cristo, que es la Persona completa y realizada, aporta un equilibrio y una paz que son capaces de serenar los ánimos y de hacer reencontrar a la persona con ella misma, aportándole claridad y luz en su vida, bueno para instruir y enseñar, educar a los jóvenes y a los mayores, y encaminar a las personas por el camino de la vida, aquélla que nunca se ha de marchitar.
      Los Apóstoles «recorrían los pueblos, anunciando la Buena Nueva» (Lc 9,6). Es ésta también nuestra misión: vivir y meditar el Evangelio, la misma palabra de Jesús, a fin de dejarla penetrar en nuestro interior. Así, poco a poco, podremos encontrar el camino a seguir y la libertad a realizar. Como ha escrito San Juan Pablo II, «la paz ha de realizarse en la verdad (...); ha de hacerse en la libertad».
      Que sea el mismo Jesucristo, que nos ha llamado a la fe y a la felicidad eterna, quien nos llene de su esperanza y amor, Él que nos ha dado una nueva vida y un futuro inagotable.

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  2. VERSIONE IN FRANCESE DI MERCOLEDì 26 SETTEMBRE 2018
    Jour liturgique : Temps ordinaire - 25e Semaine: Mercredi

    Martyrologe

    Voir Première Lecture et Psaume
    Texte de l'Évangile (Lc 9,1-6): Jésus, ayant assemblé les douze, leur donna force et pouvoir sur tous les démons, avec la puissance de guérir les maladies. Il les envoya prêcher le royaume de Dieu, et guérir les malades. «Ne prenez rien pour le voyage, leur dit-il, ni bâton, ni sac, ni pain, ni argent, et n'ayez pas deux tuniques. Dans quelque maison que vous entriez, restez-y; et c'est de là que vous partirez. Et, si les gens ne vous reçoivent pas, sortez de cette ville, et secouez la poussière de vos pieds, en témoignage contre eux». Ils partirent, et ils allèrent de village en village, annonçant la bonne nouvelle et opérant partout des guérisons.

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    1. REFLEXION de Lella:

      PRIERE : "Viens, Esprit Saint, et donne-moi la lumière de la sagesse pour parler de ce passage, fait que je n'apporte rien de moi, mais seulement ce que tu veut communiquer."

      -Pas besoin d'être doué, capable ou saint pour servir le Seigneur avec ces Paroles Luc nous rappelle que ce qui est demandé à un disciple, n'est pas de prendre, mais de laisser.
      Le discours est peut-être un peu fort, mais même si il est pris littéralement, le sens est très clair.
      Ne vous attachez pas à la terre, parce que cela ne vous servira pas même pas pour vous distinguez des autres.
      Au temps de Jésus, il y avait différents mouvements religieux: les esseniens, pharisiens, zélotes. Eux aussi cherchaient une nouvelle manière de cohabiter en communauté et ils avaient leurs missionnaires.
      Mais, quand ceux-ci allaient en mission, ils étaient prévenus. Ils portaient bâton et besace pour mettre leur propre nourriture. Ils ne se fiaient pas de la nourriture qui n'était pas toujours "pure." Au contraire des autres missionnaires, les disciples de Jésus recevront des recommandations différentes qui nous aident à comprendre les points fondamentaux de la mission d'annoncer la Bonne Nouvelle.
      Jésus les oblige à se fier à l'hospitalité. Parce que qui va sans rien, va parce qu'il se fie aux gens et il pense qu'il sera reçu. Avec cette attitude ils critiquent leur lois d'exclusion, enseignées par la religion officielle et ils montrent, par une nouvelle pratique, qu'ils avaient d'autres critères de communauté. Ils doivent participer à la vie et au travail des gens, et les gens les accueilleront dans la communauté et ils partageront avec eux leur maison et leur nourriture. Ceci signifie qu'ils doivent avoir confiance dans le copartage. Maintenant expliquons la contre critique de ceux qui refusent le message: secouer la poussière de vos pieds, en protestation contre eux, parce que ils ne refusent pas seulement quelque chose de nouveau, mais il semble que Jésus, par contre, les disciples les invitent à secouer les chose qu'ils éprouveront en eux au moment du refus.
      Il veut qu'ils sortent de ces maisons en paix, sans rancune, sans mépris, sans regret, parce qu'ils auront été porteurs de relation, de rencontre, de Paroles de salut. Le refus est une fermeture des possibilités, mais ils ne devront pas mettre en discussion leur foi, leur longue marche au nom de celle-ci et leur témoignage.
      Ils secoueront, alors, la poussière de la déception collé aux chaussures ils secoueront la poussière de l'attachement et de l'obstination, de la fatigue pour ne pas avoir réussi à transmettre le trésor qu'ils portent en eux, pour reprendre, ensuite, le chemin avec espoir et pour être prêts de nouveau à créer des ponts de relation, au nom de Jésus, Pont de relation entre le Père et l'humanité.
      Pourquoi Jésus ne les envoie pas chacun pour son propre compte? Il les envoie en couples, parce que personne ne peut faire la vérité tout seul. Le chemin est toujours un dialogue, conjugué. Ils iront par deux parce que pour l'un il y aura toujours l'autre à ces côtés, pour lui rappeler la voie, quand il la perdra, pour le défendre du danger, pour lui rappeler l'amour de Dieu, quand il ne le sentira pas et pour le porter au discernement sur sa vérité, quand cela sera nécessaire. Les deux de la mission deviennent, critère, de vérité. On ne se fait pas Église singulièrement."Là où deux ou trois de vous serons réuni en mon nom, je serai avec eux" dit le Seigneur...

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    2. Abbé Jordi CASTELLET i Sala
      (Sant Hipòlit de Voltregà, Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui, nous vivons dans une époque où de nouvelles maladies mentales atteignent une portée insoupçonnée, comme jamais on ne l'avait vu dans le cours de l'histoire. Le rythme de vie actuel qui augmente le niveau de stress, la course pour acheter et faire croire qu'on possède plus que ce que possède le voisin, le tout arrosé d'une forte dose d'individualisme, construit une personne isolée du reste des mortels. Cette solitude à laquelle nous sommes obligés, par convenances sociales, par la pression au travail, par certaines conventions qui rendent esclaves, font que plusieurs tombent dans la dépression, la névrose, l'hystérie, la schizophrénie ou autres déséquilibres qui marquent profondément le futur de ces personnes.
      «Jésus, ayant assemblé les douze, leur donna force et pouvoir sur tous les démons, avec la puissance de guérir les maladies» (Lc 9,1). Ce sont ces maux, que nous pouvons identifier dans l'Évangile comme des maladies mentales.
      La rencontre avec le Christ, une personne complète et réalisée, apporte un équilibre et une paix qui peut tranquilliser les esprits et permettre à la personne de se rencontrer de nouveau avec elle-même, lui apportant clarté et lumière dans sa vie, bien pour instruire et enseigner, éduquer les jeunes et les personnes âgées, et remettre les personnes sur le droit chemin de la vie.
      Les Apôtres «allèrent de village en village, annonçant la bonne nouvelle» (Lc 9,6). C'est aussi notre mission: vivre et méditer l'Évangile, la parole de Jésus, afin de la laisser faire son œuvre en nous. Ainsi, peu à peu, nous pourrons retrouver le chemin à suivre et la liberté à réaliser. Comme l'a écrit Jean-Paul II, «la paix doit se réaliser à travers la vérité (…); elle doit se faire dans la liberté».
      Que ce soit Jésus-Christ lui-même, qui nous appelle à la foi et au bonheur éternel, qui nous remplie de son espérance et de son amour, Celui qui nous a donné une vie nouvelle et un futur inépuisable.

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  3. VERSIONE IN INGLESE DI MERCOLEDì 26 SETTEMBRE 2018
    Liturgical day: Wednesday 25th in Ordinary Time

    Saints

    View 1st Reading and Psalm
    Gospel text (Lc 9,1-6): Jesus called his twelve disciples and gave them power and authority to drive out all evil spirits and to heal diseases. And He sent them to proclaim the kingdom of God and to heal the sick. He instructed them, «Don't take anything for the journey, neither walking stick, nor bag, nor bread, nor silver coins; and don't even take a spare tunic. Whatever house you enter, remain there until you leave that place. And wherever they don't welcome you, leave the town and shake the dust from your feet: it will be as a testimony against them». So they set out and went through the villages, proclaiming the good news and healing people everywhere.

    MY REFLECTION

    PRAYER
    Come Holy Spirit, and give me the light of wisdom to speak of this passage, does not bring anything of mine, but only what You want to communicate.

    No need to be learned, or holy able to serve the Lord with these words Luke reminds us that what is asked a disciple, not take, but to leave.
    The speech is perhaps a little strong, but even if taken literally, the meaning is very clear.
    Do not attach anything to the ground, and also because you do not need to distinguish ourselves from others.
    In Jesus' time, there were several religious movements: the Essenes, Pharisees, Zealots.
    They too were looking for a new way of living together in community and had their missionaries.
    But they, when they went on a mission, they were prevented.
    They wore stick and bag to put their own food. They did not trust the food that was not always "pure".
    In contrast to the other missionaries, the disciples of Jesus will receive different recommendations that help us to understand the fundamental points of the mission to proclaim the Good News.
    Jesus forces them to rely on the hospitality. Because those who go without anything, all because he trusts in people and think it will be received.
    With this attitude, they criticize the laws of exclusion, taught by the official religion and show, by means of a new practice, they had other criteria of community. Must participate in the life and work of the people, and the people in his community will welcome them and share them with shelter and food. This means that they have to trust in sharing. Here we explain the criticism against those who reject the message, shake the dust from their feet in protest against them, why not just reject something new, but it seems that Jesus, instead, invitations to shake something that the disciples will try within them to the time of rejection.
    You want me to come out of that house in peace, without rancor, without scorn, without regret, because they will have been bearers of the report, to meet, to the Word of salvation. The rejection is a closure of possibilities, but will not have to question their faith, their having walked in the name of this and their testimony. Shake, then, the dust of disappointment from under your shoes, shake the dust of attachment and obstinacy, weariness for not being able to convey the treasure you bring in, to resume, then the journey with hope and to be re ready to build bridges of relationship, in the name of Jesus, Bridge relationship between the Father and mankind. Why did not Jesus sends each to their own? He sends them in pairs, because no one can make truth alone. The going is always dialogical conjugate. They will go for the two because one will be there, alongside, always the other to remind the road, when astray, to defend him from danger, to remind him of the love of God, when you do not feel and bring it to discerning the truth, when necessary.
    The two mission becomes criterion of truth. You do not do individually Church.
    "Where two or three of you are gathered in my name, there I am with them," says the Lord.

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    1. Fr. Jordi CASTELLET i Sala
      (Sant Hipòlit de Voltregà, Barcelona, Spain)

      Today, we are given to live in times when new mental diseases are reaching unsuspected levels never ever known before. At present, our rhythm of life is impelling us towards a stressing race to consume and misrepresent more than our neighbor next door, the whole dragnet being seasoned with a strong dosage of individualism, that is customizing persons isolated from the rest of the world. This loneliness, that many of us are forced to put up with because of social conveniences, job pressure or enslaving practices, is responsible for quite a few of us buckling under depression, neurosis, hysterics, schizophrenia, or some other mental disorders, that may severely endanger a person's future.
      «Jesus called his twelve disciples and gave them power and authority to drive out all evil spirits and to heal diseases» (Lk 9:1). Diseases we can identify in the same Gospel as mental diseases.
      Meeting Christ, the perfect Person, brings about a state of equilibrium and peace that soothes our mood and allows us to rediscover ourselves while providing light and lucidity to our lives and to our approach to future. The Gospels are criteria to clarify any doubts; they are good to teach and mentor, to educate both young and older, and to lead persons through the path of life, that path that never has to shrivel.
      «So they set out and went through the villages, proclaiming the good news» (Lk 9:6). This is our mission too: to live and ponder over the Gospel, the very word of Jesus, so that it can be imbued into us. Thus, by and by, we shall be able to find the path to follow and the freedom to accomplish. As John Paul II has written, «peace has to be accomplished through truth (...); it has to be built in freedom».
      Let Jesus Christ —who called us to faith and eternal joy— overfills us with his hope and love, He who has given us a new life and an inexhaustible future.

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