lunedì 3 settembre 2018

(Lc 4,31-37) Io so chi tu sei: il santo di Dio!

VANGELO DI MARTEDI 4 SETTEMBRE 2018.

Giorno liturgico: Martedì, XXII settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Lc 4,31-37): In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.




RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni, o Spirito di Consiglio e di Fortezza, e rendici coraggiosi testimoni del Vangelo ricevuto. Fa che tutto quello che è mio non conti più nulla e quello che viene da Dio si impossessi della mia mente e del mio cuore.

Nella chiesa di Nazaret, tra i suoi, Gesù fu scacciato, non fu accettato, e se ne andò a Cafarnao, dove il sabato, nel tempio leggeva le letture ed era ascoltato, perché la sua era vista come una parola autorevole. Notevole questo fatto che Luca racconta, ”nella chiesa un indemoniato”, non basta una chiesa di mattoni per scacciare il demonio, ma Gesù con autorità lo scaccia .  Persino un ribelle per eccellenza come il demonio riconosce l’autorità di Gesù, riconosce in Gesù il Santo di Dio. Apriamo gli occhi fratelli, satana si nasconde e solo se riconosciamo in Gesù Cristo il Santo di Dio, possiamo scacciarlo dalla nostra vita. Riconoscere il Santo di Dio significa riconoscere il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo di Dio. Oggi leggendo questa lettura mi viene un pensiero,molti pensarono che Gesù era un perdente, ingannati da satana, che è il perdente per eccellenza!
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Comentario: Fra Joan BLADÉ i Piñol
(Barcelona, Spagna)

Oggi, vediamo come l’insegnamento fu per Gesù la missione centrale della sua vita pubblica. La predica di Gesù però era molto differente a quella degli altri maestri e questo fece sì che la gente si sorprendesse e si ammirasse. Certamente, anche se il Signore non aveva studiato (cf. Gv 7,15), sorprendeva con il suo insegnamento, perché «parlava con autorità» (Lc 4,32). Il suo stile nel parlare aveva l’autorità di chi si sa il “Santo di Dio”.

Precisamente, l’autorità della sua parola era quello che dava forza al suo linguaggio. Utilizzava immagini vive e concrete, senza sillogismi ne definizioni; parole e immagini che estraeva dalla natura stessa quando non dalla Sacra Scrittura. Non c’è dubbio che Gesù era un osservatore, uomo vicino alle situazioni umane: allo stesso tempo che lo vediamo insegnando, lo contempliamo anche vicino alle persone facendo del bene (sia con guarigioni di malattie, sia espellendo demoni, ecc.). Leggeva nel libro della vita di ogni giorno esperienze che dopo le erano utili per insegnare. Anche se questa materia era elementare e rudimentale, la parola del Signore era sempre profonda, turbante, radicalmente nuova, definitiva.

La cosa più grandiosa di Gesù Cristo nell’esprimersi era il concatenare l’autorità divina con la più incredibile semplicità umana. Autorità e semplicità erano possibili in Gesù grazie alla conoscenza che aveva del Padre e alla sua relazione di amorosa obbedienza con Lui (cf. Mt 11,25-27). È questo legame con il Padre ciò che spiega l’armonia unica tra la grandezza e l’umiltà. L’autorità della sua parola non era in consonanza con i criteri umani; non c’era concorrenza, ne interesse personale o desiderio di emergere. Era un’autorità che si manifestava tanto nella sublimità della parola o dell’azione come nell’umiltà e semplicità. Non c’era nelle sue labbra ne lode personale, ne arroganza, ne gridi. Mansuetudine, dolcezza, comprensione, pace, serenità, misericordia, verità, luce, giustizia… furono il profumo che circondava l’autorità dei suoi insegnamenti.

6 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI MARTEDI 4 SETTEMBRE 2018.

    Liturgical day: Tuesday 22nd in Ordinary Time

    Gospel text (Lc 4,31-37): Jesus went down to Capernaum, a town of Galilee, and began teaching the people at the sabbath meetings. They were astonished at the way He taught them, for his word was spoken with authority. In the synagogue there was a man possessed by an evil spirit who shouted in a loud voice, «What do you want with us, Jesus of Nazareth? Have you come to destroy us? I recognize you: you are the Holy One of God». Then Jesus said to him sharply, «Be silent and leave this man!». The evil spirit then threw the man down in front of them and came out of him without doing him harm. Amazement seized all these people and they said to one another, «What does this mean? He commands the evil spirits with authority and power. He orders, and you see how they come out!». And news about Jesus spread throughout the surrounding area.

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER: Come, O Spirit of counsel and might, and make us courageous witnesses of the Gospel received. Let everything that is mine and what does not count anything that comes from God takes possession of my mind and my heart.

    In the church of Nazareth, including his own, Jesus was driven out, was not accepted, and went to Capernaum, where the Sabbath, the temple was read and listened to the readings, because his was seen as an authoritative word. This remarkable fact that Luke says, "a demon in the church," not just a church of brick to ward off the devil, but Jesus sends him away with authority. Even a rebel par excellence like the devil recognizes Jesus' authority, recognizes in Jesus the Holy One of God open our eyes brethren, Satan is hiding and only if we recognize in Jesus Christ, the Holy One of God, we can banish from our lives. Recognizing the Holy One of God is to recognize the Father, the Son and the Holy Spirit of God is now reading this I read a thought, many thought that Jesus was a loser, deceived by Satan, who is the loser par excellence!

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    1. Comment Brother Joan BLADÉ i Piñol
      (Barcelona, Spain)

      Today, we can see how his teaching activity was Jesus' central mission of his public life. Jesus' preaching, however, was very different to others, and this surprised and amazed people. Despite the fact Jesus had not studied (cf. Jn 7:15), He, certainly, befuddled the Jews with his teachings, «for his word was spoken with authority» (Lk 4:32). His style of speech had the authority of he who knows He is the “Saint of God”.

      It was precisely such authority in his speech that gave strength to his language. He used living and specific images, without any syllogisms or definitions; words and images He pulled out from the very nature or, more often than not, from the Holy Scriptures. Jesus was, no doubt, a good observer, a man close to human situations: while we can watch him teaching, we can also see him so close to people doing good to them (healing their sicknesses, driving out evil spirits, etc.). In the book of everyday life He read those experiences that, later on, He would use in his teachings. Despite this elementary and “basic” material, the Lord's word was always profound and perturbing, radically new and definite.

      The greatest thing about Jesus Christ's speech was how He could combine his divine authority with the most incredible human simplicity. Both authority and simplicity were possible in Jesus thanks to his knowledge of the Father and his relation of amorous obedience with Him (cf. Mt 11:25-27). It is this especial relationship with the Father that explains that unique harmony between greatness and humility. The authority of his speech did not adjust to human parameters; there was no competition, no personal interest or glitter. It was the kind of authority manifested both by the sublimity of the word and its humility and simplicity. There was never in his lips any personal praise, haughtiness or shouting. Mansuetude, gentleness, understanding, peace, truth, light, justice..., this was the aroma surrounding the authority of his teachings.







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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MARTEDI 4 SETTEMBRE 2018.

    Día litúrgico: Martes XXII del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Lc 4,31-37): En aquel tiempo, Jesús bajó a Cafarnaúm, ciudad de Galilea, y los sábados les enseñaba. Quedaban asombrados de su doctrina, porque hablaba con autoridad. Había en la sinagoga un hombre que tenía el espíritu de un demonio inmundo, y se puso a gritar a grandes voces: «¡Ah! ¿Qué tenemos nosotros contigo, Jesús de Nazaret? ¿Has venido a destruirnos? Sé quién eres tú: el Santo de Dios». Jesús entonces le conminó diciendo: «Cállate, y sal de él». Y el demonio, arrojándole en medio, salió de él sin hacerle ningún daño. Quedaron todos pasmados, y se decían unos a otros: «¡Qué palabra ésta! Manda con autoridad y poder a los espíritus inmundos y salen». Y su fama se extendió por todos los lugares de la región.

    REFLEXIÓN LELLA

    ORACIÓN: ¡Ven, Espíritu de consejo y fortaleza, y nos hacen testigos valientes del Evangelio ricevuto.F que todo lo que no es su contabilidad y cualquier cosa que viene de Dios entre en posesión Delna mi mente y mi corazón.

    En la iglesia de Nazaret, incluso del propio, Jesús fue expulsado, no fue aceptada, y se fue a Cafarnaún, donde el sábado, en el tiempo para leer las lecturas y oído era, porque el suyo era visto como una palabra autorizada. Este hecho notable que Lucas dice: "un demonio en la iglesia" y no sólo una iglesia de ladrillo para alejar al diablo, pero conduce a Jesús a las autoridades. Incluso un rebelde por excelencia como el diablo reconoce la autoridad de Jesús, reconoce en Jesús, el Santo de Dios Abrir los ojos a tus hermanos, los cueros de Satanás, y sólo si reconocemos en Jesucristo, el Santo de Dios, podemos alejar de nuestras vidas. Reconocer el Santo de Dios es reconocer el Padre, del Hijo y del Espíritu Santo de Dios Hoy he leído es la lectura de este pensamiento, muchos pensaron que Jesús era un perdedor, engañado por Satanás, quien es el perdedor por excelencia!

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    1. Comentario: Fray Joan BLADÉ i Piñol
      (Barcelona, España)

      Hoy vemos cómo la actividad de enseñar fue para Jesús la misión central de su vida pública. Pero la predicación de Jesús era muy distinta a la de los otros maestros y esto hacía que la gente se extrañara y se admirara. Ciertamente, aunque el Señor no había estudiado (cf. Jn 7,15), desconcertaba con sus enseñanzas, porque «hablaba con autoridad» (Lc 4,32). Su estilo de hablar tenía la autoridad de quien se sabe el “Santo de Dios”.

      Precisamente, aquella autoridad de su hablar era lo que daba fuerza a su lenguaje. Utilizaba imágenes vivas y concretas, sin silogismos ni definiciones; palabras e imágenes que extraía de la misma naturaleza cuando no de la Sagrada Escritura. No hay duda de que Jesús era buen observador, hombre cercano a las situaciones humanas: al mismo tiempo que le vemos enseñando, también lo contemplamos cerca de las gentes haciéndoles el bien (con curaciones de enfermedades, con expulsiones de demonios, etc.). Leía en el libro de la vida de cada día experiencias que le servían después para enseñar. Aunque este material era tan elemental y “rudimentario”, la palabra del Señor era siempre profunda, inquietante, radicalmente nueva, definitiva.

      La cosa más grande del hablar de Jesucristo era el compaginar la autoridad divina con la más increíble sencillez humana. Autoridad y sencillez eran posibles en Jesús gracias al conocimiento que tenía del Padre y su relación de amorosa obediencia con Él (cf. Mt 11,25-27). Es esta relación con el Padre lo que explica la armonía única entre la grandeza y la humildad. La autoridad de su hablar no se ajustaba a los parámetros humanos; no había competencia, ni intereses personales o afán de lucirse. Era una autoridad que se manifestaba tanto en la sublimidad de la palabra o de la acción como en la humildad y sencillez. No hubo en sus labios ni la alabanza personal, ni la altivez, ni gritos. Mansedumbre, dulzura, comprensión, paz, serenidad, misericordia, verdad, luz, justicia... fueron el aroma que rodeaba la autoridad de sus enseñanzas.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI MARTEDI 4 SETTEMBRE 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 22e Semaine: Mardi

    Texte de l'Évangile (Lc 4,31-37): Jésus descendit à Capharnaüm, ville de Galilée, et il y enseignait, le jour du sabbat. On était frappé par son enseignement parce que sa parole était pleine d'autorité. Or, il y avait dans la synagogue un homme possédé par un esprit démoniaque, qui se mit à crier d'une voix forte: «Ah! que nous veux-tu, Jésus de Nazareth? Es-tu venu pour nous perdre? Je sais fort bien qui tu es: le Saint, le Saint de Dieu!». Jésus l'interpella vivement: «Silence! Sors de cet homme!». Alors le démon le jeta par terre devant tout le monde et sortit de lui sans lui faire aucun mal. Tous furent effrayés, et ils se disaient entre eux: «Quelle est cette parole? Car il commande avec autorité et puissance aux esprits mauvais, et ils sortent!». Et la réputation de Jésus se propagea dans toute la région.

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: Viens, ô Esprit de conseil et de force, et fait de nous des témoins courageux de l'Evangile reçu. Fait que tout ce qui est à moi ne compte plus et que ce qui vient de Dieu prend possession de mon esprit et de mon cœur.

    Dans l'église de Nazareth, parmi ses disciples, Jésus a été chassé, il n'a pas été acceptée, et se rendit à Capharnaüm, où le sabbat, dans le temple il a lu les lectures et a été entendu parce que cela a été considérée comme une parole d'autorité. Considérable ce fait que Luc raconte, "dans l'église un obsédé", une église de briques ne suffit pas pour chasser le démon mais Jésus avec de l'autorité le chasse. Un rebelle par excellence comme le démon reconnaît l'autorité de Jésus jusqu'à, reconnaître en Jésus le Saint de Dieu. Ouvrons les yeux frères, satan se cache et seul si nous reconnaissons en Jésus Christ le Saint de Dieu, nous pouvons le chasser de notre vie. Reconnaître le Saint de Dieu signifie reconnaître le Père, le Fils et l'Esprit Saint de Dieu. Aujourd'hui en lisant cette lecture il me vient une pensée, beaucoup pensèrent que Jésus était un perdant, trompé par satan, qui est le perdant par excellence!

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    1. Commentaire de l'Abbé Joan BLADÉ i Piñol
      (Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui, nous voyons comment l'enseignement fut le centre de la mission de Jésus dans sa vie publique. Mais la prédication de Jésus était très différente de celle des autres maîtres de la loi et cela faisait que les gens étaient dans la confusion et dans l'admiration. C'est clair que bien que Jésus n'avait jamais fait des études Il déconcertait par son enseignement car Il «parlait avec autorité». Sa façon de parler avait l'autorité de celui qui sait qu'Il est “le Saint de Dieu”.

      Précisément, cette autorité dans sa façon de parler était ce qui donnait de la force à son langage. Il utilisait des images vives et concrètes, sans syllogismes ni définitions; paroles et images qu'Il tirait de la nature ou des Saintes Ecritures. Il n'y a pas de doute que Jésus était un bon observateur, et très proche des situations humaines en tous genres: en même temps que nous le voyons en train d'enseigner, nous le voyons en train de faire le bien autour de Lui (guérison des malades, expulsion des démons, etc.). Il lisait dans le livre de la vie de tous les jours, des expériences de tous les jours qu'il utilisait pour enseigner. Même si ce matériel était basique et rudimentaire, la parole du Seigneur était toujours d'une grande profondeur, inquiétante, tout à fait nouvelle, définitive.

      La chose la plus grande dans la manière de parler de Jésus était qu'Il conciliait l'autorité divine avec la plus incroyable simplicité humaine. Autorité et simplicité étaient possibles pour Jésus grâce à sa connaissance du Père et à la relation d'obéissance amoureuse qu'Il entretenait avec Lui (cf. Mt 11,25-27). C'est précisément cette relation avec le Père qui explique l'harmonie unique entre la grandeur et l'humilité. L'autorité de son langage ne s'ajustait pas du tout aux paramètres humains, Il n'y avait aucune concurrence, aucun intérêt personnel ou empressement de se montrer. C'était une autorité qui se manifestait tant par le sublime de ses paroles ou ses actions que par son humilité et sa simplicité. De sa bouche ne sortaient pas des éloges personnels, ni de l'arrogance, ni des cris… Mansuétude, douceur, compréhension, paix, sérénité, miséricorde, vérité, lumière, justice… voici les parfums qu'exhalait l'autorité de son enseignement.

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