giovedì 6 settembre 2018

(Lc 5,33-39) Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.

VANGELO DI VENERDI 7 SETTEMBRE 2018.

Giorno liturgico: Venerdì, XXII settimana del Tempo Ordinario

Testo del Vangelo (Lc 5,33-39): In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».




RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: O mio Santo Spirito, ti prego, dammi la capacità di vedere ciò che chi ignora non riesce a vedere, per la forza del mio battesimo, per l' amore che Tu doni a chi a Te si rivolge ed in Te confida. O Santo Spirito che ci leghi al Padre e al Figlio, agisci in noi!

Gesù incontra i farisei, cerca di ragionare con loro, di fargli capire che con la sua venuta tante cose sono nuove e che quindi vanno viste sotto un'altra ottica. L' incontro con i suoi, si consuma come un matrimonio, in cui ci si dona completamente per formare una famiglia, per cui lo paragona ad una festa.Già dalla creazione Dio disse in Gn.2,24 " Per questo l' uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. " La nostra fede in Cristo ci chiede di lasciare tutto e di ricreare con Lui una nuova famiglia, in cui comprendere nell'amore tutti i figli di Dio.Se uno, vuole fidarsi di Gesù, non si mette a sindacare ed a dire quello che è vecchio e quello che è nuovo, quello che viene da lì o da là, ma guarda alla parola del Signore e al suo giudizio. La legge di Dio è chiara e anche se è cambiata nella forma alla venuta del messia, non è cambiata nella sostanza. Non facciamo come i farisei che si fermavano all'apparenza della fede, ma andiamo dritti alla sostanza, senza giudicare quello che non possiamo capire. La pratica del digiuno veniva imposta, ma con Gesù viene invece abolita come obbligo, perché serve a poco se non c'è l'amore per lo sposo. Non è il digiuno dal cibo che fa un cristiano, ma l'amore che lo lega a Dio, per il quale sceglie di essere in comunione con Lui. Digiunare, offrire sacrifici, o fare i fioretti, come ci insegnavano da bambini, non perchè il Signore ci vuole fare sentire degli esseri inferiori, ma proprio per far si che ci sentiamo in comunione con Lui, strette a Lui fino a quell' abbraccio sulla croce, in cui noi restiamo attoniti davanti al suo dolore e Lui scende a consolarci!
_________________________________________
Comentario: Fra Frederic RÀFOLS i Vidal
(Barcelona, Spagna)

Oggi, nella nostra riflessione sul Vangelo, vediamo la trappola che tendono i farisei ed i maestri della Legge, quando tergiversano una questione importante: semplicemente, essi contrappongono il digiunare ed il pregare dei discepoli di Giovanni e dei farisei col mangiare e bere dei discepoli di Gesù.

Gesù Cristo ci dice che nella vita c'è un tempo per digiunare e pregare, e che c'è un tempo per mangiare e bere. Vuol dire che: la stessa persona che prega e digiuna è quella che mangia e beve. Lo vediamo nella vita giornaliera: contempliamo la semplice allegria di una famiglia, forse della nostra stessa famiglia. E vediamo che, in un altro momento, la tribolazione visita quella famiglia. I soggetti sono gli stessi, ma ogni cosa a suo tempo: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni...» (Lc 5,34).

Tutto ha il suo momento; sotto il cielo c'è un tempo per ogni cosa: «Un tempo per sdrucire e un tempo per cucire» (Qo 3,7). Queste parole dette da un saggio dell'Antico Testamento, non precisamente dei più ottimisti, quasi coincidono con la semplice parabola del vestito rammendato. E sicuramente coincidono in qualche modo con la nostra propria esperienza. L'errore è che quando è tempo di cucire, sdruciamo; e che quando bisogna sdrucire, cuciamo. Ed è allora quando nulla riesce bene.

Noi sappiamo che, come Gesù Cristo, per la passione e morte, arriveremo alla gloria della Risurrezione. E che qualunque altro cammino non è il cammino di Dio. Precisamente, Simone Pietro viene rimproverato quando vuole allontanare il Signore dall'unico cammino: «perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!» (Mt 16,23). Se possiamo godere di alcuni momenti di pace e di allegria, approfittiamoli. Certamente ci arriveranno momenti di duro digiuno. L'unica differenza è che, per fortuna, sempre avremo lo sposo con noi. Ed era questo che non sapevano i farisei e, forse per ciò, nel Vangelo quasi sempre ci vengono presentati come persone di malumore. Ammirando la dolce ironia del Signore che s'intravvede nel Vangelo di oggi, soprattutto, cerchiamo di non essere persone malumorate.

6 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI VENERDI 7 SETTEMBRE 2018.

    Liturgical day: Friday 22nd in Ordinary Time

    Gospel text (Lc 5,33-39): Some people asked Jesus, «The disciples of John fast often and say long prayers, and so do the disciples of the Pharisees. Why is it that your disciples eat and drink?». Then Jesus said to them, «You can't make wedding guests fast while the bridegroom is with them. But later the bridegroom will be taken from them and they will fast in those days». Jesus also told them this parable, «No one tears a piece from a new coat to put it on an old one; otherwise the new will be torn and the piece taken from the new will not match the old. No one puts new wine into old wineskins; otherwise the new wine will burst the skins and be spilled, and the skins will be destroyed as well. But new wine must be put into fresh skins. Yet no one who has tasted old wine is eager to get new wine, but says: The old is good».

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER: O my Holy Spirit, I pray thee, give me the ability to see what those who are ignorant can not see, for the strength of my baptism, for the love that You give to those who turns to you and confides in you.
    O Holy Spirit that binds us to the Father and to the Son, act in us!

    Jesus meets the Pharisees, trying to reason with them, to make him understand that his coming with so many things are new and therefore must be viewed in a different light. The meeting with her, wears like a wedding, so comparing him to a party. Since the creation God said in Gn.2,24 "That's why the man leaves his father and his mother and cleaves to his wife and the two shall become one flesh." Our faith in Christ asks us to leave everything and recreate a new family with him, in which all the children understand the love of God. If one wants to trust Jesus, does not begin to criticize and to say what is old and what is new, what comes from there or from there, but look to the word of the Lord and to his judgment.The law of God is clear, even if it is changed in shape to the coming of the Messiah, has not changed in substance. We do not like the Pharisees who stopped the appearance of faith, but let's get right to the substance, without judging what we can not understand. The practice of fasting was imposed, but instead with Jesus is abolished as a requirement, because it is of little use if there is the love of the groom. It is not fasting from food that makes a Christian, but I love that binds him to God, for whom choose to be in communion with Him. Fast, offer sacrifices, or make little sacrifices, as we were taught as children, not because the Lord wants us to feel inferior beings, but just to make sure that we feel in communion with him, holds him up to that embrace the cross , in which we remain astonished in front of his pain and he drops to console us!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Comment Brother Frederic RÀFOLS i Vidal
      (Barcelona, Spain)

      Today, while pondering over the Gospel, we can detect the trap prepared by the Pharisees and masters of the Law, when they twist an important question: they simply oppose the fasting and praying of the Pharisees and John’s disciples to the eating and drinking of Jesus' disciples.

      Jesus Christ tells us there is a time to pray and fast and a time to eat and drink. Which means the same person that prays and fasts is who eats and drinks. We can appreciate that in our daily life: let us watch the simple joy of a family, maybe our own family. But, later on, tribulations may visit them. The persons are the same, but circumstances differ: «You can't make wedding guests fast while the bridegroom is with them. But later they will...» (Lk 5:34).

      Timing is everything; there is a time under the sky for everything: «A time to rend, and a time to sew» (Eccles 3:7). These words uttered by a learned man of the Old Testament, certainly not the most optimistic one, almost coincide with the simple parable of the torn coat. And, to a certain extent, they probably coincide with our own experience. Our mistake appears when at the time of sewing, we tear and at the time of tearing, we sew. Then, everything goes wrong.

      We are aware that, along with Jesus Christ, we shall reach the glory of Resurrection through his passion and death, and that no other way is God's way. Precisely, Simon Peter is scolded when he tries to lead the Lord away from the only way: «You are not setting your mind on the things of God, but on the things of men» (Mt 16:23). If we can enjoy a few moments of peace and joy, let us make the most out of it. There will probably come other moments when we shall have to fast for good. The only difference is that, thanks God, we shall always have the bridegroom beside us. And this is what the Pharisees did not know and, maybe, this is why in the Gospel they always appear as such bad-tempered persons. Therefore, and as far as we are concerned, let us avoid being bad-tempered, while admiring the Lord's soft irony, which can be gathered from today's Gospel.


      Elimina
  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI VENERDI 7 SETTEMBRE 2018.

    Día litúrgico: Viernes XXII del tiempo ordinario

    Texto del Evangelio (Lc 5,33-39): En aquel tiempo, los fariseos y los maestros de la Ley dijeron a Jesús: «Los discípulos de Juan ayunan frecuentemente y recitan oraciones, igual que los de los fariseos, pero los tuyos comen y beben». Jesús les dijo: «¿Podéis acaso hacer ayunar a los invitados a la boda mientras el novio está con ellos? Días vendrán en que les será arrebatado el novio; entonces ayunarán en aquellos días».
    Les dijo también una parábola: «Nadie rompe un vestido nuevo para echar un remiendo a uno viejo; de otro modo, desgarraría el nuevo, y al viejo no le iría el remiendo del nuevo. Nadie echa tampoco vino nuevo en pellejos viejos; de otro modo, el vino nuevo reventaría los pellejos, el vino se derramaría, y los pellejos se echarían a perder; sino que el vino nuevo debe echarse en pellejos nuevos. Nadie, después de beber el vino añejo, quiere del nuevo porque dice: ‘El añejo es el bueno’».

    REFLEXIÓN LELLA

    ORACIÓN: O mi Espíritu Santo, yo te ruego, dame la capacidad de ver lo que los ignorantes no pueden ver, por la fuerza de mi bautismo, por el amor que le dan a los que se dirige a ti y confía en usted. Oh Espíritu Santo que nos une al Padre y al Hijo, actuar en nosotros!

    Jesús se encuentra con los fariseos, tratando de razonar con ellos, para hacerle entender que su venida con tantas cosas son nuevas y, por tanto, debe ser visto en una otra óptica. La reunión con ellos, que se consume como una boda, en la que nos entregamos por completo para formar una familia, que lo compara a una fiesta. Desde la creación Dios dijo en Gn.2,24 "Por eso el hombre deja a su padre ya su madre y se unirá a su mujer y serán los dos una sola carne." Nuestra fe en Cristo nos pide que dejar todo y volver a crear una nueva familia con él, en el que todos los niños a entender el amor de Dios. Se quiere confiar en Jesús, no ofrece desafío y decir lo que es n la del Mesías, sino en y rejuvenecer lo que es nuevo, lo que viene de allí o de allá, pero mira la palabra Señor y su juicio. La la ley de Dios es clara y aunque cambió de forma de la venida del Mesías no ha cambiado en sustancia . No hacer como los fariseos que se detuvo la aparición de la fe, sino que van directamente al fondo, sin juzgar lo que no puede practicar descifrar. La de ayuno fue impuesto, sino que Jesús se suprime como requisito, porque si no hay mucho amor para novio. Non es el ayuno de alimentos que hace que un cristiano pero el amor que le une a Dios, que elige estar en comunión con Él. Rápido, ofrecer sacrificios, o hacer pequeños sacrificios, como nos enseñaron cuando niños, no porque el Señor nos quiere sentirse un ser inferior, pero sólo para asegurarse de que nos sentimos en comunión con él, lo sostiene hasta que abrazar la cruz , en el que permanecemos atónitos ante su dolor y se le cae a consolarnos!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Comentario: Fray Frederic RÀFOLS i Vidal
      (Barcelona, España)

      Hoy, en nuestra reflexión sobre el Evangelio, vemos la trampa que hacen los fariseos y los maestros de la Ley, cuando tergiversan una cuestión importante: sencillamente, ellos contraponen el ayunar y rezar de los discípulos de Juan y de los fariseos al comer y beber de los discípulos de Jesús.

      Jesucristo nos dice que en la vida hay un tiempo para ayunar y rezar, y que hay un tiempo de comer y beber. Eso es: la misma persona que reza y ayuna es la que come y bebe. Lo vemos en la vida cotidiana: contemplamos la alegría sencilla de una familia, quizá de nuestra propia familia. Y vemos que, en otro momento, la tribulación visita aquella familia. Los sujetos son los mismos, pero cada cosa a su tiempo: «¿Podéis acaso hacer ayunar a los invitados a la boda mientras el novio está con ellos? Días vendrán...» (Lc 5,34).

      Todo tiene su momento; bajo el cielo hay un tiempo para cada cosa: «Un tiempo de rasgar y un tiempo de coser» (Qo 3,7). Estas palabras dichas por un sabio del Antiguo Testamento, no precisamente de los más optimistas, casi coinciden con la sencilla parábola del vestido remendado. Y seguramente coinciden de alguna manera con nuestra propia experiencia. La equivocación es que en el tiempo de coser, rasguemos; y que durante el tiempo de rasgar, cosamos. Es entonces cuando nada sale bien.

      Nosotros sabemos que como Jesucristo, por la pasión y muerte, llegaremos a la gloria de la Resurrección, y todo otro camino no es el camino de Dios. Precisamente, Simón Pedro es amonestado cuando quiere alejar al Señor del único camino: «¡Tus pensamientos no son los de Dios, sino los de los hombres!» (Mt 16,23). Si podemos gozar de unos momentos de paz y de alegría, aprovechémoslos. Seguramente ya nos vendrán momentos de duro ayuno. La única diferencia es que, afortunadamente, siempre tendremos al novio con nosotros. Y es esto lo que no sabían los fariseos y, quizá por eso, en el Evangelio casi siempre se nos presentan como personas malhumoradas. Admirando la suave ironía del Señor que se trasluce en el Evangelio de hoy, sobre todo, procuremos no ser personas malhumoradas.

      Elimina
  3. VERSIONE IN FRANCESE DI VENERDI 7 SETTEMBRE 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 22e Semaine: Vendredi

    Texte de l'Évangile (Lc 5,33-39): On disait un jour à Jésus: «Les disciples de Jean jeûnent souvent et font des prières; de même ceux des pharisiens. Au contraire, tes disciples mangent et boivent!». Jésus leur dit: «Est-ce que vous pouvez faire jeûner les invités de la noce, pendant que l'Époux est avec eux? Mais un temps viendra où l'Époux leur sera enlevé: ces jours-là, ils jeûneront». Et il dit pour eux une parabole: «Personne ne déchire un morceau à un vêtement neuf pour le coudre sur un vieux vêtement. Autrement, on aura déchiré le neuf, et le morceau ajouté, qui vient du neuf, ne s'accordera pas avec le vieux. Et personne ne met du vin nouveau dans de vieilles outres; autrement, le vin nouveau fera éclater les outres, il se répandra et les outres seront perdues. Mais il faut mettre le vin nouveau dans des outres neuves. Jamais celui qui a bu du vieux ne désire du nouveau. Car il dit: ‘C'est le vieux qui est bon’».

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: O mon Saint-Esprit, je te prie, donne-moi la capacité de voir ce que les ignorants ne peuvent pas voir, par la force de mon baptême, par l'amour que vous donnez à ceux qui se tourne vers vous et se confie à Vous. O Saint-Esprit qui nous lie au Père et au Fils, agis en nous!

    Jésus rencontre les pharisiens, il cherche de raisonner avec eux, de leur faire comprendre qu'avec sa venue beaucoup de choses sont nouvelles et qui sont donc vues sous une autre optique. La rencontre avec les siens se consume comme un mariage qu'il compare à une fête. Depuis la création, Dieu a dit dans Gn.2,24 «C'est pourquoi l'homme quittera son père et sa mère et s'attachera à sa femme et les deux deviendront une seule chair." Notre foi dans le Christ nous invite à tout laisser et à recréer une nouvelle famille avec lui, dans lequel tous les enfants doivent comprendre l'amour de Dieu. Si quelqu'un veut se fier en Jésus, il ne se met pas à critiquer et à dire ce qui est vieux et ce qui est nouveau ce qui vient de là ou de là bas, mais qu'il écoute la Parole du Seigneur et son jugement. La loi de Dieu est claire et même si elle est changée dans la forme à la venue du messie, elle n'est pas changée dans la substance. Ne faisons pas comme les pharisiens qui s'arrêtaient aux apparences de la foi, mais allons astucieusement à la substance, sans juger ce que nous ne pouvons comprendre. La pratique du jeûne était imposé, mais avec Jésus l'obligation est aboli, parce qu'elle sert à rien s'il n'y a pas d'amour pour l'époux. Ce n'est pas le jeûne de nourriture qui fait un chrétien mais l'amour qui le lie à Dieu pour qui il choisit d'être en communion. Jeûner, offrir des sacrifices, ou en faire de petits, comme ont nous l'enseigne quand nous sommes enfants, non pas parce que le Seigneur veut nous faire sentir inférieurs, mais juste pour s'assurer que nous nous sentons en communion avec lui, serrée contre Lui jusqu'à l'enlace sur la croix en nous laissant stupéfaits devant sa douleur et Lui descend nous consoler!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Commentaire de l'Abbé Frederic RÀFOLS i Vidal
      (Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui, dans notre réflexion sur l'Évangile de ce jour, nous voyons comment les pharisiens et les maîtres de la loi trichent quand ils tergiversent une question importante: ils opposent le jeûne et le temps de prière des disciples de Jean et des pharisiens au boire et au manger des disciples de Jésus.

      Jésus nous dit que dans la vie il y a un temps pour jeûner et pour prier et qu'il y a un temps pour boire et manger. C'est bien cela: la personne qui prie et jeûne est aussi celle qui boit et mange. Nous le voyons dans la vie de tous les jours: contemplons la joie simple d'une famille, peut-être même la nôtre. Et nous voyons, qu'à un autre moment les tribulations lui rendent visite. Les sujets sont les mêmes, mais chaque chose a son temps: «Est-ce que vous pouvez faire jeûner les invités de la noce, pendant que l'Époux est avec eux?» (Lc 5,34).

      Il y a un moment pour tout: sous le ciel il y a un temps pour chaque chose: «Un temps pour déchirer, et un temps pour coudre» (Qo 3,7). Ces paroles exprimées par un sage de l'Ancien Testament, pas des plus optimistes, coïncident presque avec la parabole du vêtement rapiécé. Et coïncident sûrement d'une certaine manière avec nos propres expériences. L'erreur c'est que pendant le temps de déchirer nous cousions et que pendant le temps de coudre nous déchirions, à ce moment là plus rien ne va.

      Nous savons que comme Jésus, nous arriverons à la gloire de la résurrection par la mort et par la passion et tout autre chemin n'est pas le chemin de Dieu. Précisément, Simon Pierre est grondé quand il veut éloigner le Seigneur du “chemin unique”: «tes pensées ne sont pas celles de Dieu, mais celles des hommes» (Mt 16,23) Si nous pouvons profiter de moments de paix et de joie, profitons-en. Nous aurons certainement de durs moments de jeûne. La seule différence c'est que, par chance, nous aurons toujours l'Epoux avec nous. C'est cela que les Pharisiens ne savaient pas et c'est peut-être pour cela que dans l'Évangile on nous les présente presque toujours comme des personnes de mauvaise humeur. En admirant la douce ironie du Seigneur qui émane de l'Évangile d'aujourd'hui, essayons surtout de ne pas être des personnes de mauvaise humeur.

      Elimina