VANGELO DI LUNEDI 15 OTTOBRE 2018
Giorno liturgico: Lunedì, XXVIII settimana del Tempo Ordinario
Santorale 15 Ottobre: Santa Teresa di Gesù, Vergine e Dottore della Chiesa
Testo
del Vangelo (Lc 11,29-32): In quel tempo, mentre le folle si
accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione
malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non
il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive,
così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel
giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di
questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi
confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui
vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti
di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno,
perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è
uno più grande di Giona».
RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA:
Vieni o Santo Spirito di Dio, ad indicarmi i segni che contano per il
mio Signore, a dirmi cosa è giusto che veda e che faccia per non
sbagliare ai Suoi occhi, perché solo questo io voglio.
Prima
di tutto, facciamo mente locale alla storia di Giona, prendendo questo
riassunto da wikipedia: Nel capitolo 1 la Parola del Signore è rivolta a
Giona, figlio di Amittai, e gli viene comandato di andare a predicare a
Ninive, la Grande Città. Giona invece fugge a Tarsis via nave; di
questa localizzazione si dirà più sotto. Ma la nave è investita da un
temporale e rischia di essere colata a picco dalla violenza delle onde.
Giona allora ritrova improvvisamente il proprio coraggio e svela ai
compagni di viaggio che la colpa dell'ira divina è sua, poiché ha
rifiutato di obbedire a JHWH; perché la nave sia salva, egli deve essere
gettato in mare. E così, ecco nel capitolo 2 l'episodio che ha ispirato
generazioni di scrittori ed artisti. Giona è gettato in mare, ma un
"grande pesce" (da nessuna parte è precisato che si tratti di una
balena) lo inghiotte. Dal ventre del pesce, dove rimane tre giorni e tre
notti, Giona rivolge a Dio un'intensa preghiera, che ricorda uno dei
Salmi. Allora, dietro comando divino, il pesce vomita Giona sulla
spiaggia. Nel capitolo 3, Giona ottempera la sua missione e va a
predicare ai niniviti. Questi, contro ogni aspettativa, gli credono,
proclamano un digiuno, si vestono di sacco e Dio decide di risparmiare
la città. Ma qui riemerge l'istinto ribelle di Giona: lui non è contento
del perdono divino, voleva la punizione della città di Ninive. Così,
nel capitolo 4, si siede davanti alla città e chiede a Dio di farlo
morire. L'episodio più gustoso del libretto si trova proprio nel
capitolo 4. Il Signore fa spuntare un ricino sopra la sua testa per
apportargli ombra, ed egli se ne rallegra. Ma all'alba del giorno dopo
un verme rode il ricino che muore, il sole e il vento caldo flagellano
Giona, che invoca di nuovo la morte. Allora l'autore riporta le parole
di Dio, divenute celeberrime:« Tu ti dai pena per quella pianta di
ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto
spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita; ed io
non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono
più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano
destra e la sinistra, e una grande quantità di animali? » Ed ora
passiamo a riflettere sulla parola di oggi, in primo luogo, mettendoci
di fronte a Gesù con tutti i nostri difetti, ritrovandoci purtroppo,
insieme a quelle persone che seguivano Gesù in cerca di segni e non per
ascoltare la sua parola e metterla in pratica. Facendo questo invece,
potremmo vedere i segni dentro di noi e sarebbero dei segni di quanto
Dio può operare in ogni uomo che segue la sua parola con fede. Giona
ragiona con il suo cervello e mette in dubbio quello che Dio gli chiede
di fare, non ha fede, ma poi, viste le conseguenze del suo rifiuto al
Signore, si pente e ammette la sua colpa. Gli uomini lo gettano in mare
per salvarsi, ma il Signore gli concede ancora la possibilità di
redimersi e dopo tre giorni lo fa ritrovare sulla spiaggia. Compie la
sua missione e nonostante il suo pensiero negativo, il popolo di Ninive
si converte, ma lui ancora non ha capito e vorrebbe che Dio punisse quel
popolo, dimenticando che anche lui aveva disobbedito a Dio, e che anche
lui allora era degno di essere punito. Come facciamo presto noi uomini a
giudicare e a condannare gli altri, proprio l'altro giorno abbiamo
riflettuto sulle parole " rimetti a noi i nostri debiti, come noi li
rimettiamo ai nostri debitori. "Dio ama il suo popolo, i suoi figli, non
cerca vendetta né cieca obbedienza, ma come un Padre misericordioso,
invia suo Figlio tra noi per aiutarci a comprendere il senso del suo
amore. Se non crediamo che il Cristo sia la più alta espressione dell’
amore di Dio e non seguiamo la sua parola, non ha senso che cerchiamo
dei segni di prodigio negli avvenimenti che ci circondano, perché il
prodigio che conta per il Signore è la conversione di tutti i suoi figli
alla sua parola, perché attraverso i suoi insegnamenti riusciamo a
passare per quella porta stretta che ci fa entrare nel regno dei cieli,
già da questa terra. Seguiamo la parola di Gesù, ascoltiamola con il
cuore e cerchiamo di farla entrare in noi con avidità, perché diventi
l’unica strada da percorrere, non giriamo la testa in cerca di segni,
perché da soli non saremmo neanche in grado di riconoscere il vero dal
falso, e solo grazie all’ azione dello Spirito Santo, e per grazia di
Dio, possiamo farlo.
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Comentario: Fra. Raimondo M. SORGIA Mannai OP
(San Domenico di Fiesole, Florencia, Italia)
Oggi,
la dolce voce –ma severa- di Cristo mette in guardia quelli che sono
convinti di aver già il “biglietto” per il paradiso soltanto perché
dicono: “Gesù, che bello sei!”. Gesù ha pagato il prezzo della nostra
salvezza senza escludere nessuno, ma bisogna osservare alcune condizioni
primordiali. E, tra queste, c’è la condizione di non pretendere che
Cristo faccia tutto e noi niente. Questo sarebbe non solo stupidità, ma
superbia malvagia. Per questo, oggi il Signore usa la parola “malvagia”:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma
non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona» (Lc 11,29). Gli
da il nome “malvagia” perché impone la condizione di vedere prima
miracoli spettacolari per dare poi la sua eventuale e condiscendente
adesione.
Nemmeno davanti ai suoi paesani di Nazareth consentì,
perché –esigenti!- pretendevano che Gesù segnasse la sua missione di
profeta e Messia con prodigi meravigliosi, che loro volevano assaporare
come spettatori seduti nella poltrona di un cinema. Ma questo non è
possibilie: il Signore offre la salvezza, ma solo a quelli che si
sottomettono a Lui per mezzo di una obbedienza che nasce dalla fede, che
aspetta e tace. Dio pretende quella fede antecedente (che Lui stesso ha
messo nella nostra anima come un seme di grazia).
Un testimone
contro i credenti che mantengono una caricatura della fede sarà la
regina del Sud, che si spostò dai confini della terra per ascoltare la
sapienza di Salomone, e risulta che «qui vi è uno più grande di
Salomone» (Lc 11,31). Dice un proverbio che “non c’è più sordo che
quello che non vuole ascoltare”. Cristo, condannato a morte, risusciterà
al terzo giorno: a chi lo riconosce, Lui propone la salvezza, mentre
invece per gli altri –tornando come Giudice- non ci sarà più nulla da
fare, bensì ascoltare la condanna per ostinata incredulità. Accettiamolo
con fede e amore anticipato. Lo riconosceremo e Lui ci riconoscerà come
suoi. Diceva il Servo di Dio Don Alberione: “Dio non spreca la luce:
accende le lampadine nel momento del bisogno, ma sempre nel tempo
opportuno”.
VERSIONE IN INGLESE DI LUNEDI 15 OTTOBRE 2018
RispondiEliminaLiturgical day: Monday 28th in Ordinary Time
Saints October 15th: St. Teresa of Jesus (of Avila), Virgin & Doctor of the Church
Gospel text (Lc 11,29-32): As the crowd increased, Jesus began to speak in this way, «People of the present time are evil people. They ask for a sign, but no sign will be given to them except the sign of Jonah. As Jonah became a sign for the people of Nineveh, so will the Son of Man be a sign for this generation. The Queen of the South will rise up on Judgment Day with the people of these times and accuse them, for she came from the ends of the earth to hear the wisdom of Solomon; and here there is greater than Solomon. The people of Nineveh will rise up on Judgment Day with the people of these times and accuse them, for Jonah's preaching made them turn from their sins, and here there is greater than Jonah».
REFLECTION OF LELLA
EliminaPRAYER: Come Holy Spirit of God, to show me the signs that count for my Lord, tell me what is right for me to see and that makes it right in His sight, only because I want this.
First of all, we think about the story of Jonah, taking this summary from wikipedia: In Chapter 1, the Word of the Lord is unto Jonah the son of Amittai, and he is commanded to go and preach to Nineveh, that Great City. Jonah flees to Tarshish instead by ship, this location will be discussed below. But the ship is hit by a storm and is likely to be sunk by the violence of the waves. Jonah then suddenly finds his courage and reveals to his fellow travelers that the fault of God's wrath is his, because he refused to obey YHWH, because the ship is saved, he shall be cast into the sea.
And so, here is the episode in Chapter 2 that has inspired generations of writers and artists. Jonah is thrown into the sea, but a "big fish" (nowhere is it stated that it is a whale) swallows it. From the belly of the fish, where he remained three days and three nights, Jonah turns to God intense prayer, which reminds one of the Psalms. Then, behind the divine command, the fish vomit Jonah on the beach. In Chapter 3, Jonah fulfills his mission and goes to preach to the Ninevites. These, against all odds, believe him, proclaim a fast, dress in sackcloth and God decides to spare the city. But here emerges the rebellious instincts of Jonah, he is not happy with the divine forgiveness, he wanted the punishment of the city of Nineveh. Thus, in Chapter 4, sits in front of the town and asks God to kill him. The episode tastier of the booklet is located in Chapter 4. The Lord puts forth a gourd over his head for making any shadow, and he welcomes it. But at dawn the next day a worm that gnaws the castor dies, the sun and the warm wind lash Jonah, who's renewed call for the death. Then the author quotes the words of God, which became very famous:
"You are concerned for the castor plant for which you did not make any effort and that you did not tick, which is grown in a night and perished in a night: and should not I have pity on Nineveh, that great city , in which there are more than one hundred twenty thousand people, who can not tell their right hand from their left, and a large amount of animals? » And now we move on to reflect on the word of today, in the first place, confronting Jesus with all our faults, and end unfortunately, along with those people who followed Jesus for signs and not to listen to his word and put it into practice . Doing this however, we could see the signs within us, and what would be the signs of God can work in every man who follows his word with faith. Jonah thinks with his brain and puts into question what God asks him to do, do not have faith, but then, given the consequences of his refusal to the Lord, repent and admit his guilt. The men throw him overboard to save themselves, but the Lord granted him another chance to redeem himself and after three days he does find on the beach. He fulfills his mission and despite his negative thinking, the people of Nineveh converts, but he still did not understand and that God would punish the people, forgetting that he had disobeyed God, and that even then he was worthy to be punished. How soon do we humans to judge and condemn others, just the other day we reflected on the words "forgive us our debts, as we forgive our debtors."God loves his people, his children, does not seek revenge or blind obedience, but as a merciful Father sends his Son among us to help us understand the meaning of his love.
If you do not believe that Christ is the highest expression of 'love of God and we do not follow his word, does not make sense that we look for signs of prodigy in the events that surround us, because the miracle that matters to the Lord is the conversion of all his children to his word, because through his teachings we can go through that narrow door that makes us enter into the kingdom of heaven, from this earth. We follow the word of Jesus, let's listen with your heart and try to bring it into us with greed, so that it becomes the only way to go, do not turn our heads in search of signs, because alone we would not even be able to recognize the true from the false, and only thanks to the 'action of the Holy Spirit, and by the grace of God, we can do it.
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Comment Brother Raimondo M. SORGIA Mannai OP
(San Domenico di Fiesole, Florencia, Italy)
Today, Christ's sweet —but stern— voice admonishes those who believe they certainly deserve a “ticket” for Paradise, just because they may say: «Jesus, how wonderful you are!». Christ has paid the price of our salvation without excluding anyone, but, all the same, some minimum conditions must be kept. And, amongst them, not pretending to have Christ doing all the work while we do nothing at all. That would not only be sheer foolishness, but wicked arrogance. This is why, the Lord has no doubt using the word “evil”: «People of the present time are evil people. They ask for a sign but no sign will be given to them except the sign of Jonah» (Lk 11:29). He calls them “evil” because they want to see first his spectacular miracles in order for them to grant their eventual and condescending adhesion.
Not even in front of his own Nazareth countrymen did He agree, because —demanding as they were!— they expected Jesus to sign up his mission as Prophet and Messiah by means of wonderful prodigies. They would like to savor as comfortably seated watchers in a theater. But this is not possible: the Lord offers the salvation, but only to those who submit to him through an obedience born from the faith, that waits and says nothing. This total faith (that God himself has planted in our inside as a seed of grace) is what He wants from us.
A testimony against those believers keeping a caricature of their faith will be the queen of the South, for she came from the ends of the earth to hear the wisdom of Solomon, and it turned out that «here there is greater than Solomon» (Lk 11:31). There is a proverb that goes «there's none so deaf as those who will not hear». Christ, condemned to death, will rise in three days: He will offer salvation to whoever recognizes him, while all others —when He comes back as a Judge— can wait for nothing but their sentence because of their stubborn disbelief. Let us accept him with advanced faith and love. We shall recognize him and He will recognize us as belonging to him. Don Alberione, servant of God said: «God wastes no light: He lights the lamps as needed, but always on time».
VERSIONE IN FRANCESE DI LUNEDI 15 OTTOBRE 2018.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps ordinaire - 28e Semaine: Lundi
Martyrologe 15 Octobre: Sainte Thérèse de Jésus, vierge et docteur de l’Eglise
Texte de l'Évangile (Lc 11,29-32): Comme la foule s'amassait, Jésus se mit à dire: «Cette génération est une génération mauvaise: elle demande un signe, mais en fait de signe il ne lui sera donné que celui de Jonas. Car Jonas a été un signe pour les habitants de Ninive; il en sera de même avec le Fils de l'homme pour cette génération. Lors du Jugement, la reine de Saba se dressera en même temps que les hommes de cette génération, et elle les condamnera. En effet, elle est venue de l'extrémité du monde pour écouter la sagesse de Salomon, et il y a ici bien plus que Salomon. Lors du Jugement, les habitants de Ninive se lèveront en même temps que cette génération, et ils la condamneront; en effet, ils se sont convertis en réponse à la proclamation faite par Jonas, et il y a ici bien plus que Jonas».
REFLEXION DE LELLA
EliminaPRIERE: Viens ô Saint Esprit de Dieu, pour m'indiquer les signes qui comptent pour mon Seigneur, et me dire les choses juste qu'il voie et que je fasse pour ne pas me tromper à ses yeux, parce que c'est seulement ça que je veux.
Avant tout faisons un esprit local à l'histoire de Jonas en prenant ce résumé sur wikipedia, Dans le chapitre 1 la Parole du Seigneur est tourné vers Jonas, fils d'Amittai, et elle lui commande d'aller prêcher à Ninive la Grande Ville. Par contre Jonas fuit à Tarses par voie fluviale; cette localisation se déclarera plus bas. Mais le navire est renversé par un orage et il risque d'être coulée au pic dans la violence des flots. Alors Jonas retrouve son propre courage à l'improviste et il dévoile aux camarades de voyage que la faute de la colère divine est sienne, car il a refusé d'obéir au JHWH; pour que le navire soit sauvé, il doit être jeté en mer. Et ainsi, voilà que dans le second chapitre l'épisode qui a inspiré des générations d'écrivains et d'artistes. Jonas est jeté en mer mais un "grand poisson", (nulle part il est précisé qu'il s'agit d'une baleine), l'avale. Du ventre du poisson, où il reste trois jours et trois nuit, Jonas tourne vers Dieu une prière intense, qui rappelle un des Psaumes. Alors, derrière le commandement divin, le poisson vomit Jonas sur la plage. Dans le troisième chapitre, Jonas obtempère sa mission et va prêcher aux Ninive. Ceux-ci, contre toute attente, le croient, ils proclament un jeûne, ils s'habillent de sac et Dieu décide d'épargner la ville. Mais l'instinct rebelle de Jonas émerge ici: il n'est pas content du pardon divin, il voulait la punition de la ville de Ninive. Ainsi, dans le quatrième chapitre il s'assied devant la ville et demande à Dieu de le faire mourir. L'épisode le plus savoureux du livre se trouve vraiment dans le quatrième chapitre. Le Seigneur fait épointer un ricin sur sa tête pour lui apporter de l'ombre, et il s'en réjouit. Mais à l'aube du jour d'après un ver le ronge le ricin meurt, le soleil et le vent chaud flagellent Jonas, qui invoque la mort de nouveau. Alors l'auteur reporte les Paroles de Dieu, devenue très célèbre: " Toi tu te consacres pour cette plante de ricin pour laquelle tu ne t'es pas fatigué et que tu n'as pas fait épointer, en une nuit elle a grandie et en une nuit elle a péri; et est-ce que je ne devrais pas avoir pitié de Ninive, cette grande ville ou vivent plus de cent vingt mille personnes, qui ne savent pas distinguer entre leur main droite et la gauche et une grande quantité d'animaux ? " Et maintenant nous passons à la réflexion sur la Parole d'aujourd'hui, surtout, en nous mettant devant Jésus avec tous nos défauts, en nous retrouvant malheureusement, avec ces gens qui suivaient Jésus en quête de signes et non pour écouter sa Parole et la mettre en pratique. Par contre en faisant cela, nous pourrions voir les signes en nous et ce seraient des signes que Dieu peut opérer en chaque homme qui suit sa Parole avec foi. Jonas raisonne avec son cerveau et il met en doute ce que lui demande de faire Dieu, il n'a pas de foi, mais ensuite vue les conséquences de son refus envers le Seigneur, il se repent et admet sa faute. Les hommes le jettent en mer pour se sauver eux, mais le Seigneur lui accorde encore la possibilité de se racheter et après trois jours il le fait se retrouver sur la plage. Il accomplit sa mission et malgré sa pensée négative, le peuple de Ninive se convertit, mais encore il n'a pas compris et il voudrait que Dieu punît ce peuple, en oubliant que lui aussi il avait désobéi à Dieu, et qu'alors il était digne lui aussi d'être puni. Comme nous faisons nous les hommes à juger et à condamner les autres, nous avons réfléchi vraiment hier sur ces Paroles " remets nous nos dettes, comme nous les remettons à nos débiteurs."
Dieu aime son peuple, et ses enfants ils ne cherchent ni vengeance ni obéissance aveugle, mais comme un Père miséricordieux, il envoie son Fils parmi nous pour nous aider à comprendre le sens de son amour. Si nous ne croyons pas que le Christ est la plus haute expression de l'amour de Dieu et que nous ne suivons pas sa Parole, cela n'a aucun sens que nous cherchons des signes de prodige dans les événements qui nous entourent, parce que le prodige qui est la conversion de tous ses enfants à sa Parole, parce qu'à travers ses enseignements nous réussissons à passer par cette porte étroite qui nous fait entrer dans le royaume des cieux, déjà sur cette terre. Suivons la Parole de Jésus, écoutons-la avec le coeur et cherchons à la faire entrer en nous avec de l'avidité, parce que c'est la seule voie que nous devons parcourir, ne tournons pas la tête en quête de signes, parce que nous ne serions pas non plus tout seul apte à reconnaître le vrai du faux, et seulement grâce à l'action de l'Esprit Saint, et par la grâce de Dieu, nous pouvons le faire.
EliminaCommentaire de l'Abbé Raimondo M. SORGIA Mannai OP
(San Domenico di Fiesole, Florencia, Italie)
Aujourd'hui, la voix douce –mais sévère– du Christ met en garde ceux qui sont convaincus d'avoir déjà leur “ticket” pour le Paradis, parce qu'ils disent: «Jésus, comme tu es beau!». Le Christ a payé le prix de notre salut sans exclure qui que ce soit, mais il faut remplir certaines conditions élémentaires. Entre autres, celle de ne pas prétendre que le Christ fasse tout, nous rien. Ce serait non seulement une sottise, mais un mauvais orgueil. C'est pourquoi le Seigneur emploie aujourd'hui le mot “mauvais”: «Cette génération est une génération mauvaise: elle demande un signe, mais en fait de signe il ne lui sera donné que celui de Jonas» (Lc 11,29). Il l'appelle “mauvaise” parce qu'elle subordonne son éventuelle et condescendante adhésion à la condition de voir des miracles spectaculaires.
Jésus n'accepta jamais d'agir ainsi, même devant ses compatriotes de Nazareth, qui exigeaient qu'Il garantisse sa mission de prophète et de Messie par de prodigieux miracles, à savourer assis dans un fauteuil de cinéma. Mais c'est impossible: le Seigneur offre son salut à ceux-là seuls qui se soumettent à Lui par une obéissance qui naît de la foi, qui espère et se tait. Dieu requiert cette foi antécédente (qu'Il a mise en nous comme semence de grâce).
Contre cette caricature de foi, la reine de Saba se lèvera, elle qui vint des confins de la terre pour écouter la sagesse de Salomon, alors que «il y a ici bien plus que Salomon» (Lc 11,31). Un proverbe dit: «Il n'est pire sourd que celui qui ne veut pas entendre». Le Christ, condamné à mort, ressuscitera trois jours plus tard: à qui Le reconnaît, Il propose le salut; aux autres –quand Il reviendra comme Juge– il ne restera plus qu'à entendre la condamnation pour leur incrédulité obstinée. Prenons les devants: acceptons-Le avec foi et amour. Nous Le reconnaîtrons et Il nous reconnaîtra comme siens. Le serviteur de Dieu Don Albérione disait: «Dieu ne gaspille pas l'électricité: il éclaire les lampes nécessaires, toujours au bon moment».
VERSIONE IN SPAGNOLO DI LUNEDI 15 OTTOBRE 2018.
RispondiEliminaDía litúrgico: Lunes XXVIII del tiempo ordinario
Santoral 15 de Octubre: Santa Teresa de Jesús, virgen y doctora de la Iglesia
Texto del Evangelio (Lc 11,29-32): En aquel tiempo, habiéndose reunido la gente alrededor de Jesús, Él comenzó a decir: «Esta generación es una generación malvada; pide una señal, y no se le dará otra señal que la señal de Jonás. Porque, así como Jonás fue señal para los ninivitas, así lo será el Hijo del hombre para esta generación. La reina del Mediodía se levantará en el Juicio con los hombres de esta generación y los condenará: porque ella vino de los confines de la tierra a oír la sabiduría de Salomón, y aquí hay algo más que Salomón. Los ninivitas se levantarán en el Juicio con esta generación y la condenarán; porque ellos se convirtieron por la predicación de Jonás, y aquí hay algo más que Jonás».
REFLEXIÓN LELLA
EliminaORACIÓN: Ven Espíritu Santo de Dios, que me mostrara los signos que cuentan para mi Señor, me dicen lo que es correcto para mí ver y eso hace las cosas bien delante de él, sólo porque yo quiero esto.
En primer lugar, pensamos en la historia de Jonás, teniendo este resumen de la wikipedia: En el capítulo 1, la Palabra del Señor a Jonás hijo de Amitai, y se le ordena ir a predicar a Nínive, la gran ciudad. Jonás huye a Tarsis, no por barco, esta ubicación se discutirá más adelante.
Pero el barco es golpeado por una tormenta y es probable que se hundió por la violencia de las olas. Jonás y de repente encuentra su coraje y revela a sus compañeros de viaje que la culpa de la ira de Dios es la suya, porque se negó a obedecer a YHWH, porque el barco se salva, sea echado en el mar. Y así, aquí está el episodio en el capítulo 2, que ha inspirado a generaciones de escritores y artistas. Jonás es arrojado al mar, pero un "gran pez" (en ninguna parte se indica que se trata de una ballena) se lo traga. Desde el vientre del pez, donde permaneció tres días y tres noches, Jonás se dirige a Dios una intensa oración, que recuerda a uno de los Salmos. Entonces, detrás de la orden divina, los peces vómito Jonás en la playa. En el capítulo 3, Jonah cumple su misión y se va a predicar a los ninivitas. Estos, a pesar de todo, él cree, proclaman un vestido rápidamente en cilicio y Dios decide preservar a la ciudad. Pero aquí surge los instintos rebeldes de Jonás, que no está contento con el perdón divino, que quería que el castigo de la ciudad de Nínive. Así, en el capítulo 4, se sienta frente a la ciudad y le pide a Dios que lo matara.
El episodio más sabroso del folleto se encuentra en el Capítulo 4. El Señor pone adelante una calabaza en la cabeza para hacer ninguna sombra, y se congratula de ello. Pero al amanecer del día siguiente, un gusano que roe la rueda muere, el sol y el viento caliente del latigazo Jonás, quien ha renovado llamamiento a la muerte. A continuación, el autor cita las palabras de Dios, que se hizo muy famoso: "Está preocupado por la planta de ricino para el que no hizo ningún esfuerzo y que usted no marque, que se cultiva en una noche y en una noche pereció, y no puedo tener piedad de Nínive, aquella gran ciudad , en el que hay más de ciento veinte mil personas que no saben discernir entre su mano derecha y su izquierda, y una gran cantidad de animales? » Y ahora pasamos a reflexionar sobre la palabra de hoy, en primer lugar, hacer frente a Jesús con todas nuestras faltas, y al final, por desgracia, junto con las personas que seguían a Jesús por señales y no escuchan su palabra y ponerla en práctica. Haciendo esto, sin embargo, podríamos ver las señales dentro de nosotros, y lo que serían los signos de Dios puede trabajar en todo hombre que sigue a su palabra con fe. Jonás piensa con el cerebro y pone en tela de juicio lo que Dios le pide que haga, no tienen fe, pero, dadas las consecuencias de su negativa al Señor, arrepentirse y admitir su culpabilidad. Los hombres lo lanzan al mar para salvarse a sí mismos, pero el Señor le concedió otra oportunidad de redimirse y después de tres días se la encuentra en la playa. Él cumple su misión a pesar de su pensamiento negativo, la gente de Nínive se convierte, pero todavía no entendía y que Dios castigaría al pueblo, olvidando que había desobedecido a Dios, y que hasta entonces era digno de ser castigados. ¿En cuánto tiempo lo hacen los seres humanos para juzgar y condenar a los demás, el otro día reflexionamos sobre las palabras "perdónanos nuestras deudas, como también nosotros perdonamos a nuestros deudores."
Dios ama a su pueblo, a sus hijos, no busca venganza ni la obediencia ciega, sino como un Padre misericordioso envía a su Hijo entre nosotros para ayudarnos a entender el significado de su amor. Si usted no cree que Cristo es la máxima expresión de "amor de Dios y que no siguen su palabra, no tiene sentido que buscamos signos de prodigio en los acontecimientos que nos rodean, porque el milagro que le importa al Señor es la conversión de a todos sus hijos a su palabra, porque a través de sus enseñanzas podemos pasar por esa puerta estrecha que nos hace entrar en el reino de los cielos, de la tierra. Seguimos a la palabra de Jesús, vamos a escuchar con el corazón y tratar de ponerla en contacto con con la codicia, por lo que se convierte en la única manera de ir, no gire la cabeza en busca de signos, porque solos no podríamos incluso ser capaces de reconocer lo verdadero de lo falsas, y sólo gracias a la "acción del Espíritu Santo, y por la gracia de Dios, podemos hacerlo.
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Comentario: Fray Raimondo M. SORGIA Mannai OP
(San Domenico di Fiesole, Florencia, Italia)
Hoy, la voz dulce —pero severa— de Cristo pone en guardia a los que están convencidos de tener ya el “billete” para el Paraíso solamente porque dicen: «¡Jesús, qué bello que eres!». Cristo ha pagado el precio de nuestra salvación sin excluir a nadie, pero hay que observar unas condiciones básicas. Y, entre otras, está la de no pretender que Cristo lo haga todo y nosotros nada. Esto sería no solamente necedad, sino malvada soberbia. Por esto, el Señor hoy usa la palabra “malvada”: «Esta generación es una generación malvada; pide una señal, y no se le dará otra señal que la señal de Jonás» (Lc 11,29). Le da el nombre de “malvada” porque pone la condición de ver antes milagros espectaculares para dar después su eventual y condescendiente adhesión.
Ni ante sus paisanos de Nazaret accedió, porque —¡exigentes!— pretendían que Jesús signara su misión de profeta y Mesías mediante maravillosos prodigios, que ellos querrían saborear como espectadores sentados desde la butaca de un cine. Pero eso no puede ser: el Señor ofrece la salvación, pero sólo a aquel que se sujeta a Él mediante una obediencia que nace de la fe, que espera y calla. Dios pretende esa fe antecedente (que en nuestro interior Él mismo ha puesto como una semilla de gracia).
Un testigo en contra de los creyentes que mantienen una caricatura de la fe será la reina del Mediodía, que se desplazó desde los confines de la tierra para escuchar la sabiduría de Salomón, y resulta que «aquí hay algo más que Salomón» (Lc 11,31). Dice un proverbio que «no hay peor sordo que quien no quiere oír». Cristo, condenado a muerte, resucitará a los tres días: a quien le reconozca, le propone la salvación, mientras que para los otros —regresando como Juez— no quedará ya nada qué hacer, sino oír la condenación por obstinada incredulidad. Aceptémosle con fe y amor adelantados. Le reconoceremos y nos reconocerá como suyos. Decía el Siervo de Dios Don Alberione: «Dios no gasta la luz: enciende las lamparillas en la medida en que hagan falta, pero siempre en tiempo oportuno».