(Mc 10,35-45) Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Parola del Signore.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Manda o Signore il tuo Santo Spirito, sui tuoi apostoli moderni e su noi pecore smarrite, perché possiamo vivere e testimoniare la nostra fede.
Povero Gesù, è uomo, ha paura, come tutti e, questo evidentemente, si legge sul suo volto, nel suo passo stanco, perché Marco ci dice che i discepoli che lo seguivano avevano paura. Non seguivano quindi un Gesù guerriero che li incitava alla battaglia, ma un agnello mite che si offriva come olocausto al suo destino. Presi i suoi apostoli gli disse che sapeva quello che stava succedendo, che sarebbe stato catturato, deriso, flagellato e ucciso, ma che dopo tre giorni sarebbe risorto. Certo, capire che uno che uno che aveva resuscitato i morti (avevano visto Lazzaro tornare in vita) accettava di morire per risorgere, per i poveri apostoli non aveva senso, ma in ogni modo era tanta la fiducia che avevano in lui che volevano condividerne il destino. Morire e risorgere, vuol dire per noi, morire all’ uomo vecchio che c’è in noi, per risorgere nello Spirito con Cristo e seguirlo nella sua destinazione che è il Paradiso. Non è una via facile, perché bere il suo calice vuol dire passare attraverso la sofferenza; seguire Gesù non è seguire un potente della terra, ma uno che è venuto per servire, per offrire, per donare tutto quello che aveva per noi, anche la cosa più preziosa, la sua vita. Tutto in Gesù è nuovo, tutto ha uno scopo, dal suo nascere povero in una stalla al suo morire martire sulla croce, tutto perché ci ama, e mentre noi mortali ci riempiamo spesso la bocca con parole d’ amore, mentre diciamo a vuoto “darei la vita per te” Gesù l’ha data veramente.Giacomo e Giovanni chiedono a Gesù di sedere accanto a lui, uno alla sua destra ed uno alla sua sinistra, cercano un favoritismo personale, non vogliono che nessun altro, neanche Pietro, sieda presso Gesù prima di loro. Non hanno idea del modo in cui Gesù vincerà sui suoi nemici, non riescono neanche ad ascoltarlo del tutto, perché continuavano a seguire l'idea che si erano fatta di Lui come Messia. È la stessa proposta che nel Vangelo di Matteo 20,20. viene attribuita alla madre dei due apostoli, forse perché fu considerata inappropiata. I posti del cielo non si decidono per conoscenza come sulla terra, ma i discepoli ancora non riescono a comprenderlo e, anche tra loro c'erano invidie e gelosie.Anche oggi nelle parrocchie, si cerca di essere al centro, accanto al sacerdote, o accanto al Vescovo, o al Papa e ci si sgomita l'uno contro l'altro... in fondo nulla cambia se non cambia il cuore dell'uomo... di qualunque uomo. Sedere alla destra di qualcuno significava avere la stessa natura, la stessa dignità e lo stesso potere di colui che siede al centro; Gesù, essendo seduto alla destra del Padre ha la stessa dignità, potenza e natura di Dio Padre. Un’ ultima cosa da notare nel vangelo di oggi, è come Gesù risponde a quegli apostoli che si erano indignati contro Giacomo e Pietro, egli afferma che chi vuole essere il primo, il più grande, sarà quello che si umilierà per servire… e pensiamoci bene, perché in fondo non dice mai agli altri di fare qualcosa che Lui non ha fatto per primo.
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Rev. D. Antoni CAROL i Hostench (Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)
Oggi, di nuovo, Gesù sconvolge i nostri progetti. Stimolate da Giacomo e Giovanni, sono arrivate fino a noi queste parole piene di autenticità: « Il Figlio dell’uomo non è venuto a farsi servire, ma per servire e dare la propria vita» (Mc 10,45). Quanto ci piace essere ben serviti! Pensiamo, per esempio, quanto gradevole ci risulta la efficacia, la puntualità e la diligenza nei servizi pubblici; o le nostre proteste quando, dopo aver pagato un servizio, non otteniamo quello che aspettavamo. Gesù ci insegna con il Suo esempio. Egli non è solo il servo della volontà del Padre, che include la nostra redenzione, ma, inoltre, paga! E il prezzo del nostro riscatto è il Suo sangue, per mezzo del quale siamo stati redenti dai nostri peccati. Grande assurdità che non riusciremo a capire mai! Egli, il grande Re, il Figlio di Davide, Colui che doveva venire nel nome del Signore, «svuotò sè stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini (…) facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,7-8). Come sono espressive le immagini di Cristo vestito da Re inchiodato sulla croce! Nella Catalogna in Spagna ce ne sono molte e ricevono il nome di “Santa Maestà”. Consideriamo, in maniera catechetica, che servire è regnare e che l’esercizio di qualsiasi autorità deve essere sempre un servizio. Gesù rimuove le condizioni di questo mondo in tal modo che riaccomoda il senso delle attività umane. Non è migliore l’impiego che ci distingue di più, ma quello che, realizziamo, più identificati con Gesù-servo, con maggior amore a Dio e ai fratelli. Se crediamo davvero che «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13), allora ci sforzeremo per offrire un servizio di qualità umana e di capacità professionale con il nostro lavoro, pieno di un profondo senso cristiano di servizio. Come diceva Madre Teresa di Calcutta: «Il frutto della fede è l’amore, il frutto dell’amore è il servizio, il frutto del servizio è la pace».
VERSIONE IN INGLESE DI DOMENICA 21 OTTOBRE 2018
RispondiEliminaLiturgic day: Sunday 29th (B) in Ordinary Time
Gospel text (Mc 10,35-45): James and John, the sons of Zebedee, came to Jesus and said to him, «Master, we want you to grant us what we are going to ask of you». And He said, «What do you want me to do for you?». They answered, «Grant us to sit one at your right and one at your left when you come in your glory». But Jesus said to them, «You don't know what you are asking. Can you drink the cup that I drink or be baptized in the way I am baptized?». They answered, «We can». And Jesus told them, «The cup that I drink you will drink, and you will be baptized in the way I am baptized. But to sit at my right or at my left is not mine to grant. It has been prepared for others».
On hearing this, the other ten were angry with James and John; Jesus then called them to him and said, «As you know, the so-called rulers of the nations act as tyrants and their great ones oppress them. But it shall not be so among you; whoever would be great among you must be your servant, and whoever would be first among you shall make himself slave of all. Think of the Son of Man who has not come to be served but to serve and to give his life to redeem many».
MY REFLECTION
EliminaPRAYER
Send your Holy Spirit, O Lord, on your modern-day Apostles and we lost sheep, that we may live and bear witness to our faith.
Poor Jesus, he is a man, he is afraid, like everyone, and this clearly stated on his face, in his weary step, because Mark tells us that the disciples who followed were afraid. They did not follow Jesus then a warrior who urged them to battle, but a meek lamb that was offered as a burnt offering to his fate.
I took his apostles told him that he knew what was going on, that would have been captured, mocked, scourged and killed, but that he would rise again after three days.
Of course, understand that one that one who had raised the dead (they had seen Lazarus back to life) agreed to die to be reborn, for the poor apostles did not make sense, but either way she was so much trust they had in him that they wanted to share the destiny.
Dying and rising, it means for us, we die to the old man that is in us, to rise again in the Spirit with Christ and follow him to his destination, which is Paradise. It is not an easy way, because drinking his cup means to go through the suffering; follow Jesus is to follow a powerful man on earth, but one who came to serve, to give, to give everything he had for us, even the most precious thing, his life.
Everything is new in Jesus, everything has a purpose, from his birth in a stable to his poor dying as a martyr on the cross, because He loves us all, and while we mortals often we fill her mouth with words of 'love, while we say empty "I would give my life for you, "Jesus gave it really.
James and John ask Jesus to sit with him, one on his right and one on his left, looking for a personal favoritism, they do not want anyone else, not even Peter, sit at Jesus before them.
They have no idea of how Jesus will win over his enemies, can not even listen to him at all, because they continued to follow the idea that they had made of him as the Messiah.
It is the same proposal that in the Gospel of Matthew 20:20. It is attributed to the mother of the two apostles, perhaps because it was considered inappropriate. The posts of the sky does not decide for knowledge as the earth, the disciples still fail to understand it, and even among them there were envy and jealousy. Even today in the parishes, we try to be at the center, next to the priest or by the Bishop or the Pope and you sgom the one against the other ... basically nothing changes if it does not change the heart of man ... any man. Sitting at the right of someone meant to have the same nature, the same dignity and the same power of the man who sits at the center; Jesus, being seated at the right hand of the Father has the same dignity, power and nature of God the Father.
One last thing to note in today's Gospel, Jesus is like answers to those apostles who were indignant with James and Peter, he says that whoever wants to be first, the largest, will be what is humbled to serve ... and think about good , because basically never says to the other to do something that he has not done first.
Fr. Antoni CAROL i Hostench
Elimina(Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spain)
Today, once more, Jesus overturns our schemes. Stirred by James and John, these words full of wisdom reach us: «The Son of Man, (…) has not come to be served but to serve and to give his life» (Mk 10:45).
We certainly like to be properly served! Let us just think of how we can expect all public services to be efficient, punctual and clean; or how we can complain when, having paid for a certain service, we do not receive the expected compensation. Jesus Christ teaches us with his own example: He not only does his Father’s will, that includes our Redemption, but on top of it He bears a terrible cost! It is with his Blood through which our sins have been redeemed. A great paradox we shall never fully understand! He, the great King, the Son of David, who was to come in the name of the Lord, «rather, he emptied himself, taking the form of a slave, coming in human likeness; (…) becoming obedient to death, even death on a cross» (Phil 2:7-8).
How expressive are the images of Christ on the Cross donning garments befitting a King nailed to the Cross! In our country (Catalonia) we have quite a few; it is what we call “Santes Majestats” (Their Most Holy Majesties). In a sort of catechesis, we can appreciate how to serve is to reign and how the exercise of any authority must always be a service.
Jesus overturns so much this world’s categories that He gives an entire new approach to human activities. The most praiseworthy assignment is no better than the smallest job we can carry out to identify ourselves with Christ; with more love for God and for our brothers. If we truly believe that «no one has greater love than this, to lay down one's life for one's friends» (Jn 15:13), then we can also make the effort of offering with our work a service of human quality and professional competence, imbued with a profound Christian attitude of service. As mother Teresa of Calcutta used to say: «The fruit of silence is prayer, the fruit of prayer is faith, the fruit of faith is love, the fruit of love is service, the fruit of service is peace».
VERSIONE IN SPAGNOLO DI DOMENICA 21 OTTOBRE 2018
RispondiEliminaDía litúrgico: Domingo XXIX (B) del tiempo ordinario
Texto del Evangelio (Mc 10,35-45): En aquel tiempo, Santiago y Juan, los hijos de Zebedeo, se acercan a Jesús y le dijeron: «Maestro, queremos, nos concedas lo que te pidamos». Él les dijo: «¿Qué queréis que os conceda?». Ellos le respondieron: «Concédenos que nos sentemos en tu gloria, uno a tu derecha y otro a tu izquierda». Jesús les dijo: «No sabéis lo que pedís. ¿Podéis beber la copa que yo voy a beber, o ser bautizados con el bautismo con que yo voy a ser bautizado?». Ellos le dijeron: «Sí, podemos». Jesús les dijo: «La copa que yo voy a beber, sí la beberéis y también seréis bautizados con el bautismo con que yo voy a ser bautizado; pero, sentarse a mi derecha o a mi izquierda no es cosa mía el concederlo, sino que es para quienes está preparado».
Al oír esto los otros diez, empezaron a indignarse contra Santiago y Juan. Jesús, llamándoles, les dice: «Sabéis que los que son tenidos como jefes de las naciones, las dominan como señores absolutos y sus grandes las oprimen con su poder. Pero no ha de ser así entre vosotros, sino que el que quiera llegar a ser grande entre vosotros, será vuestro servidor, y el que quiera ser el primero entre vosotros, será esclavo de todos, que tampoco el Hijo del hombre ha venido a ser servido, sino a servir y a dar su vida como rescate por muchos».
MI REFLEXIÓN
EliminaORACIÓN
Envía tu Espíritu, Señor, en sus apóstoles de hoy en día y perdimos las ovejas, para que podamos vivir y dar testimonio de nuestra fe.
Pobre Jesús, él es un hombre que tiene miedo, como todos, y esto claramente en su rostro, en su paso cansino, porque Marcos nos dice que los discípulos que le seguían tenían miedo. Ellos no siguen a Jesús entonces un guerrero que les instó a la batalla, sino un manso cordero que se ofrecía en holocausto a su suerte.
Tomé sus apóstoles le dijeron que él sabía lo que estaba pasando, que habría sido capturado, escarnecido, azotado y matado, pero que resucitaría después de tres días.
Por supuesto, entendemos que uno que uno que había resucitado a los muertos (que habían visto a Lázaro de vuelta a la vida) está de acuerdo que morir para renacer, para los apóstoles pobres no tenía sentido, pero de cualquier manera ella era tanta confianza que tenían en él que querían compartir el destino.
Muerte y resurrección, que significa para nosotros, morimos al hombre viejo que está en nosotros, para aumentar de nuevo en el Espíritu de Cristo y seguirlo hasta su destino, que es el Paraíso. No es un camino fácil, ya beber su copa significa que pasar por el sufrimiento, seguir a Jesús es seguir a un hombre poderoso en la tierra, sino que vino para servir, dar, dar todo lo que tenía para nosotros, incluso la cosa más preciosa, su vida.
Todo es nuevo en Jesús, todo tiene un propósito, desde su nacimiento en un establo a su mala muerte como mártir en la cruz, porque Él nos ama a todos, y mientras nosotros los mortales a menudo llenamos la boca con palabras de "amor, mientras decimos vacío" daría mi vida por ti ", Jesús le dio realmente.
Santiago y Juan piden a Jesús que se sentara con él, uno a su derecha y otro a su izquierda, en busca de un favoritismo personal, que no quieren a nadie más, ni siquiera Pedro, se sientan a Jesús delante de ellos.
No tienen ni idea de cómo Jesús va a ganar sobre sus enemigos, ni siquiera puede escuchar a él en absoluto, ya que continuaron siguiendo la idea de que habían hecho de él como el Mesías.
Es la misma propuesta que en el Evangelio de Mateo 20:20. Se atribuye a la madre de los dos apóstoles, tal vez porque se consideró inadecuado. Los mensajes del cielo no decidan por el conocimiento como la tierra, los discípulos siguen sin entenderlo, e incluso entre ellos había envidia y los celos. Incluso hoy en día en las parroquias, tratamos de estar en el centro, al lado del sacerdote o el obispo o el Papa y sgom el uno contra el otro ... básicamente nada cambia si no cambia el corazón del hombre ... cualquier hombre. Sentado a la derecha de alguien significaba tener la misma naturaleza, la misma dignidad y el mismo poder del hombre que se sienta en el centro; Jesús, siendo sentado a la diestra del Padre tiene la misma dignidad, el poder y la naturaleza de Dios el Padre.
Una última cosa a destacar en el Evangelio de hoy, Jesús es como respuestas a esos apóstoles que estaban indignados con Santiago y Pedro, que dice que todo el que quiera ser el primero, el más grande, será lo que se humilló para servir ... y pensar en una
buena , porque en el fondo no le dice al otro que haga algo que él no ha hecho primero.
Rev. D. Antoni CAROL i Hostench
Elimina(Sant Cugat del Vallès, Barcelona, España)
Hoy, nuevamente, Jesús trastoca nuestros esquemas. Provocadas por Santiago y Juan, han llegado hasta nosotros estas palabras llenas de autenticidad: «Tampoco el Hijo del hombre ha venido a ser servido, sino a servir y a dar su vida» (Mc 10,45).
¡Cómo nos gusta estar bien servidos! Pensemos, por ejemplo, en lo agradable que nos resulta la eficacia, puntualidad y pulcritud de los servicios públicos; o nuestras quejas cuando, después de haber pagado un servicio, no recibimos lo que esperábamos. Jesucristo nos enseña con su ejemplo. Él no sólo es servidor de la voluntad del Padre, que incluye nuestra redención, ¡sino que además paga! Y el precio de nuestro rescate es su Sangre, en la que hemos recibido la salvación de nuestros pecados. ¡Gran paradoja ésta, que nunca llegaremos a entender! Él, el gran rey, el Hijo de David, el que había de venir en nombre del Señor, «se despojó de su grandeza, tomó la condición de esclavo y se hizo semejante a los hombres (…) haciéndose obediente hasta la muerte, y una muerte de cruz» (Fl 2,7-8). ¡Qué expresivas son las representaciones de Cristo vestido como un Rey clavado en cruz! En Cataluña tenemos muchas y reciben el nombre de “Santa Majestad”. A modo de catequesis, contemplamos cómo servir es reinar, y cómo el ejercicio de cualquier autoridad ha de ser siempre un servicio.
Jesús trastoca de tal manera las categorías de este mundo que también resitúa el sentido de la actividad humana. No es mejor el encargo que más brilla, sino el que realizamos más identificados con Jesucristo-siervo, con mayor Amor a Dios y a los hermanos. Si de veras creemos que «nadie tiene amor más grande que quien da la vida por sus amigos» (Jn 15,13), entonces también nos esforzaremos en ofrecer un servicio de calidad humana y de competencia profesional con nuestro trabajo, lleno de un profundo sentido cristiano de servicio. Como decía la Madre Teresa de Calcuta: «El fruto de la fe es el amor, el fruto del amor es el servicio, el fruto del servicio es la paz».
VERSIONE IN FRANCESE DI DOMENICA 21 OTTOBRE 2018.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps ordinaire - 29e Semaine: Dimanche (B)
Texte de l'Évangile (Mc 10,35-45): Jacques et Jean, les fils de Zébédée, s'approchent de Jésus et lui disent: «Maître, nous voudrions que tu exauces notre demande». Il leur dit: «Que voudriez-vous que je fasse pour vous?». Ils lui répondirent: «Accorde-nous de siéger, l'un à ta droite et l'autre à ta gauche, dans ta gloire». Jésus leur dit: «Vous ne savez pas ce que vous demandez. Pouvez-vous boire à la coupe que je vais boire, recevoir le baptême dans lequel je vais être plongé?». Ils lui disaient: «Nous le pouvons». Il répond: «La coupe que je vais boire, vous y boirez; et le baptême dans lequel je vais être plongé, vous le recevrez. Quant à siéger à ma droite ou à ma gauche, il ne m'appartient pas de l'accorder, il y a ceux pour qui ces places sont préparées».
Les dix autres avaient entendu, et ils s'indignaient contre Jacques et Jean. Jésus les appelle et leur dit: «Vous le savez: ceux que l'on regarde comme chefs des nations païennes commandent en maîtres; les grands leur font sentir leur pouvoir. Parmi vous, il ne doit pas en être ainsi. Celui qui veut devenir grand sera votre serviteur. Celui qui veut être le premier sera l'esclave de tous: car le Fils de l'homme n'est pas venu pour être servi, mais pour servir, et donner sa vie en rançon pour la multitude»
REFLEXION DE LELLA
EliminaPRIERE : Envoie ton Saint Esprit ô Seigneur, sur tes apôtres modernes et sur nous brebis égarés, pour que nous puissions vivre et témoigner notre foi.
Pauvre Jésus c'est un homme, il a peur comme tous et on le lit sur son visage évidemment, sur son pas fatigué, parce que Marc nous dit que les disciples qui le suivaient avaient peur. Ils ne suivaient donc pas un Jésus guerrier qui les incitait à la bataille mais un agneau doux qui s'offrait comme holocauste à sa destinée. Il dit à ses apôtres qu'il savait ce qui était en train d'arriver, qu'il aurait été capturé, moquer, flagellé et tué, mais que trois jours après il reviendrait à la vie.. Certes, comprendre qu'il avait résusciter les morts ils avaient vu Lazare revenir à la vie, il acceptait de mourir pour renaître, pour les pauvres apôtres cela n'avait pas de sens, mais de toute manière c'était pour la confiance qu'ils avaient en lui qu'ils voulaient en partager la destinée. Mourir et renaître, cela veut pour nous, faire mourir l'homme vieux qui est en nous, pour renaître dans l'Esprit avec le Christ et le suivre vers sa destination qui est le Paradis. Ce n'est pas une voie facile, parce que boire son calice veut dire passer à travers la souffrance; suivre Jésus n'est pas suivre un puissant de la terre mais quelqu'un qui est venu pour servir, pour offrir, pour donner tout ce qu'il avait pour nous, la chose la plus précieuse aussi, sa vie. Tout en Jésus est nouveau, tout a un but, de sa naîssance pauvre dans une étable à sa mort en martyre sur la croix, tout ça parce qu'il nous aimes, et pendant que nous mortels nous remplissons souvent notre bouche avec des paroles d'amour, pendant que nous disons dans le vide "je donnerais ma vie pour toi" Jésus lui, nous l'a donnée vraiment. Jacques et Jean demandent à Jésus de siéger avec lui, l'un à sa droite et l'autre à sa gauche, il cherche un favoritisme personnel, ils ne veulent pas que personne d'autre, pas même Pierre, soit assis à cotés de Jésus avant eux. Ils n'ont aucune idée de la façon dont Jésus va gagner sur ses ennemis, ils ne peuvent même pas l'écouter du tout, parce qu'ils ont continué à suivre l'idée qu'ils avaient fait de lui comme le Messie. c'est la même proposition que, dans l'Evangile de Matthieu 20:20. Il est attribué à la mère des deux apôtres, peut-être parce qu'il a été considéré comme inapproprié. Les messages du ciel ne décide pas de la connaissance comme la terre, les disciples ne comprennent pas encore et, même parmi eux il y avait des jalousies et des envies. Aujourd'hui aussi dans les paroisses, en essayant d'être au centre, à côté du prêtre, ou à côté de l'évêque, ou le Pape et il se bouscule les uns contre les autres ... rien ne change fondamentalement si le coeur de l'homme ne change pas ... quel que soit l'homme. S'assoir à droite de quelqu'un est censé avoir la même nature, la même dignité et le même pouvoir que l'homme qui se trouve au centre; Jésus, étant assis à la droite du Père a la même dignité, la puissance et la nature de Dieu le Père. Une dernière chose à remarquer dans l'évangile d'aujourd'hui c'est comment Jésus répond à ces apôtres qui s'étaient indignés contre Jacques et Pierre, il affirme que celui qui veut être le premier, le plus grand, sera celui qui s'humiliera pour servir. et pensons-y bien, parce qu'il ne dit pas aux autres de faire quelque chose qu'il n'a pas fait en premier.
Abbé Antoni CAROL i Hostench
Elimina(Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Espagne)
Aujourd'hui, à nouveau Jésus dérange nos schémas humains. Sous la provocation de Jacques et Jean nous arrivent à travers le temps ces paroles qui sont toujours d'actualité: «Le Fils de l'homme n'est pas venu pour être servi, mais pour servir, et donner sa vie» (Mc 10,45). Nous aimons être bien servis! Pensons, par exemple, comme c'est agréable de constater l'efficacité, la ponctualité et la propreté des services publics, ou bien comment nous sommes mécontents quand après avoir payé pour un service, nous ne recevons pas le service que nous attendions. Jésus nous enseigne par son exemple. Il est non seulement le Serviteur de la volonté du Père, ce qui inclut notre rédemption, mais en plus c'est lui qui “paye” la note! Et le prix de notre rédemption est son Sang, par laquelle nous recevons la rémission de nos péchés. C'est un grand paradoxe que nous n'arriverons jamais à comprendre! Lui, le grand Roi, le fils de David, Lui qui est venu au nom du Seigneur: «Mais il s'est anéanti lui-même, en prenant la condition d'esclave, en se rendant semblable aux hommes (…) il s'est abaissé lui-même, se faisant obéissant jusqu'à la mort, et à la mort de la croix» (Ph 2,7-8). Les images du Christ comme un Roi cloué sur la Croix sont très éloquentes! En Catalogne nous rencontrons souvent ces images et on les appelle “Sainte Majesté”. Comme une leçon de catéchisme nous contemplons comment servir veut dire régner, et comment l'exercice d'une quelconque fonction d'autorité doit être toujours un service.
Jésus dérange de telle manière les statuts du monde actuel qu'Il remet en question le sens même de l'activité humaine. Ce n'est pas le travail qui brille le plus qui est le meilleur, mais celui que nous accomplissons en nous identifiant à Jésus serviteur, avec plus d'amour envers Dieu et nos frères. Si en vérité nous croyons qu'«Il n'y a pas de plus grand amour que de donner sa vie pour ses amis» (Jn 15,13), alors nous nos efforcerons d'offrir un service de qualité humaine et compétence professionnelle dans notre travail, remplis d'un profond sentiment de service chrétien. Comme le disait Mère Thérèse de Calcutta: «Le fruit de la foi est l'amour, le fruit de l'amour est le service et le fruit du service est la paix».