VANGELO
(Lc 1,57-66) Nascita di Giovanni Battista.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Parola del Signore
RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA :
Vieni o Signore mio ti prego, inondami del tuo Spirito di sapienza, fa che io possa trarre da questa lettura tutto quello che vuoi concedermi di sapere. Io non merito nulla per me, sono la più stupida dei tuoi fratelli, ma sto cercando di fare quello che tu vuoi, sto cercando di testimoniare la tua parola, aiutami o mio tutto, a non essere me, ma a lasciare che tu occupi il mio posto.
- Oggi c'è internet, c'è il telefono, e le notizie volano nell'etere in tempo reale, ma pensiamo per un attimo ai tempi in cui Elisabetta partorì il piccolo Giovanni, andiamo tra le famiglie dell'epoca, intente nei loro lavori, chi a filare, chi a guardare le pecore e così via, un po' come le scenette che montiamo sui nostri presepi in questi giorni.
Ma lo sapete che Elisabetta ha avuto un figlio? Ma chi ? L'anziana moglie del vecchio Zaccaria? Com’è potuto succedere? E un miracolo Dio meraviglia per primi Zaccaria ed Elisabetta, che in quei mesi avevano avuto modo di capire che avevano sbagliato a mettere in dubbio la potenza della grazia di Dio, ma eccoli ora che coraggiosamente accettano la volontà di Dio in tutto e per tutto.
Si chiamerà Giovanni, come ha detto l'Angelo del Signore, non come il padre Zaccaria, come imporrebbero le regole del tempo. Questo gesto così semplice racchiude in se una cosa molto grande, l'accettazione del volere di Dio, dell'appartenenza alla stirpe Divina.
Giovanni vuol dire " Dio fa grazia " e con questa è entrato nella vita di Zaccaria e nella nostra, anche se sicuramente i poveri vecchi, non potevano mai immaginare che dopo 2000 anni ancora ci ricordiamo di loro per questo.
La nostra vita non è mai fine a se stessa, perché tutti facciamo parte di un progetto d'amore di nostro Signore, dobbiamo imparare a rendercene conto, a diventare coscienti di questo e vivere di conseguenza.
Poco tempo fa, parlando con un amico ateo (almeno così lui si definiva) mi chiese se questo non era rinunciare a vivere una vita fatta di tante cose belle, ho risposto che era semplicemente una questione di scegliere quali erano le cose belle per noi, in che modo intendevamo vivere, a chi volevamo fare riferimento,
qual era la parte che volevamo far prevalere.
Giovanni non è solo un bambino, ma è un segno del Signore, è qualcosa d’inspiegabile attraverso le leggi naturali, nato da una donna sterile ed un uomo molto anziano, ma attraverso di lui il Signore parlerà al mondo, presenterà un miracolo ancora più grande, presenterà quel figlio Dio, che s’incarnerà in una Vergine e cambierà la nostra storia. E noi chi siamo per il Signore? In che modo sapremo partecipare e saremo parte attiva della famiglia Divina? Saremo capaci di scegliere di farne parte? Ci lasceremo guidare dalla mano di Dio?
-------------------
COMMENTO DI:
Rev. D. Miquel MASATS i Roca
(Girona, Spagna)
Oggi, nella prima lettura leggiamo: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me» (Mal 3,1). La profezia di Malachia si compie in Giovanni Battista. È lui uno dei personaggi principali della liturgia di Avvento, che invita a prepararci con la preghiera e la penitenza per la venuta del Signore. Così come recita la preghiera di colletta della messa di oggi: «è ormai davanti a noi il Natale del tuo Figlio: ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria e si è degnato di abitare fra noi».
La nascita del Precursore ci parla della prossimità del Natale. Il Signore è vicino, prepariamoci! Interrogato dai sacerdoti venuti da Gerusalemme su chi egli fosse, rispose: «Io sono la voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore’» (Gv 1,23).
«Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20), si legge nell’antifona della Comunione. Dobbiamo fare un esame per vedere come ci stiamo preparando per ricevere Gesù il giorno di Natale: Dio vuole nascere soprattutto nei nostri cuori.
La vita del Precursore ci insegna la virtù di cui abbiamo bisogno per ricevere bene Gesù; fondamentalmente è l’umiltà del cuore. Egli si riconosce strumento di Dio per compiere la sua vocazione, la sua missione. Come dice sant’Ambrogio: «Non ti gloriare di essere chiamato figlio di Dio –riconosciamo la grazia senza dimenticare la nostra natura-; non ti inorgoglire se hai servito bene, perché hai solo fatto quello che si doveva fare. Il sole fa il suo lavoro, la luna obbedisce; gli angeli compiono la loro missione. Lo strumento scelto dal Signore per i gentili dice: ‘Io sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio’ (1Cor 15,9)».
Cerchiamo solo la gloria di Dio. La virtù dell’umiltà ci disporrà a prepararci come si deve alle feste che si avvicinano.
(Lc 1,57-66) Nascita di Giovanni Battista.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Parola del Signore
RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA :
Vieni o Signore mio ti prego, inondami del tuo Spirito di sapienza, fa che io possa trarre da questa lettura tutto quello che vuoi concedermi di sapere. Io non merito nulla per me, sono la più stupida dei tuoi fratelli, ma sto cercando di fare quello che tu vuoi, sto cercando di testimoniare la tua parola, aiutami o mio tutto, a non essere me, ma a lasciare che tu occupi il mio posto.
- Oggi c'è internet, c'è il telefono, e le notizie volano nell'etere in tempo reale, ma pensiamo per un attimo ai tempi in cui Elisabetta partorì il piccolo Giovanni, andiamo tra le famiglie dell'epoca, intente nei loro lavori, chi a filare, chi a guardare le pecore e così via, un po' come le scenette che montiamo sui nostri presepi in questi giorni.
Ma lo sapete che Elisabetta ha avuto un figlio? Ma chi ? L'anziana moglie del vecchio Zaccaria? Com’è potuto succedere? E un miracolo Dio meraviglia per primi Zaccaria ed Elisabetta, che in quei mesi avevano avuto modo di capire che avevano sbagliato a mettere in dubbio la potenza della grazia di Dio, ma eccoli ora che coraggiosamente accettano la volontà di Dio in tutto e per tutto.
Si chiamerà Giovanni, come ha detto l'Angelo del Signore, non come il padre Zaccaria, come imporrebbero le regole del tempo. Questo gesto così semplice racchiude in se una cosa molto grande, l'accettazione del volere di Dio, dell'appartenenza alla stirpe Divina.
Giovanni vuol dire " Dio fa grazia " e con questa è entrato nella vita di Zaccaria e nella nostra, anche se sicuramente i poveri vecchi, non potevano mai immaginare che dopo 2000 anni ancora ci ricordiamo di loro per questo.
La nostra vita non è mai fine a se stessa, perché tutti facciamo parte di un progetto d'amore di nostro Signore, dobbiamo imparare a rendercene conto, a diventare coscienti di questo e vivere di conseguenza.
Poco tempo fa, parlando con un amico ateo (almeno così lui si definiva) mi chiese se questo non era rinunciare a vivere una vita fatta di tante cose belle, ho risposto che era semplicemente una questione di scegliere quali erano le cose belle per noi, in che modo intendevamo vivere, a chi volevamo fare riferimento,
qual era la parte che volevamo far prevalere.
Giovanni non è solo un bambino, ma è un segno del Signore, è qualcosa d’inspiegabile attraverso le leggi naturali, nato da una donna sterile ed un uomo molto anziano, ma attraverso di lui il Signore parlerà al mondo, presenterà un miracolo ancora più grande, presenterà quel figlio Dio, che s’incarnerà in una Vergine e cambierà la nostra storia. E noi chi siamo per il Signore? In che modo sapremo partecipare e saremo parte attiva della famiglia Divina? Saremo capaci di scegliere di farne parte? Ci lasceremo guidare dalla mano di Dio?
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COMMENTO DI:
Rev. D. Miquel MASATS i Roca
(Girona, Spagna)
Oggi, nella prima lettura leggiamo: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me» (Mal 3,1). La profezia di Malachia si compie in Giovanni Battista. È lui uno dei personaggi principali della liturgia di Avvento, che invita a prepararci con la preghiera e la penitenza per la venuta del Signore. Così come recita la preghiera di colletta della messa di oggi: «è ormai davanti a noi il Natale del tuo Figlio: ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria e si è degnato di abitare fra noi».
La nascita del Precursore ci parla della prossimità del Natale. Il Signore è vicino, prepariamoci! Interrogato dai sacerdoti venuti da Gerusalemme su chi egli fosse, rispose: «Io sono la voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore’» (Gv 1,23).
«Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20), si legge nell’antifona della Comunione. Dobbiamo fare un esame per vedere come ci stiamo preparando per ricevere Gesù il giorno di Natale: Dio vuole nascere soprattutto nei nostri cuori.
La vita del Precursore ci insegna la virtù di cui abbiamo bisogno per ricevere bene Gesù; fondamentalmente è l’umiltà del cuore. Egli si riconosce strumento di Dio per compiere la sua vocazione, la sua missione. Come dice sant’Ambrogio: «Non ti gloriare di essere chiamato figlio di Dio –riconosciamo la grazia senza dimenticare la nostra natura-; non ti inorgoglire se hai servito bene, perché hai solo fatto quello che si doveva fare. Il sole fa il suo lavoro, la luna obbedisce; gli angeli compiono la loro missione. Lo strumento scelto dal Signore per i gentili dice: ‘Io sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio’ (1Cor 15,9)».
Cerchiamo solo la gloria di Dio. La virtù dell’umiltà ci disporrà a prepararci come si deve alle feste che si avvicinano.
VERSIONE IN SPAGNOLO SABATO 23 DICEMBRE 2017
RispondiEliminaDía litúrgico: Feria privilegiada de Adviento: 23 de Diciembre
Texto del Evangelio (Lc.1,57-66):Se le cumplió a Isabel el tiempo de dar a luz, y tuvo un hijo. Oyeron sus vecinos y parientes que el Señor le había hecho gran misericordia, y se congratulaban con ella. Y sucedió que al octavo día fueron a circuncidar al niño, y querían ponerle el nombre de su padre, Zacarías, pero su madre, tomando la palabra, dijo: «No; se ha de llamar Juan». Le decían: «No hay nadie en tu parentela que tenga ese nombre». Y preguntaban por señas a su padre cómo quería que se le llamase. Él pidió una tablilla y escribió: «Juan es su nombre». Y todos quedaron admirados. Y al punto se abrió su boca y su lengua, y hablaba bendiciendo a Dios. Invadió el temor a todos sus vecinos, y en toda la montaña de Judea se comentaban todas estas cosas; todos los que las oían las grababan en su corazón, diciendo: «Pues, ¿qué será este niño?». Porque, en efecto, la mano del Señor estaba con él.
LELLA REFLEXIÓN
ORACIÓN
Ven, Señor, te ruego que me inunde con su Espíritu de sabiduría, es que puedo sacar de esta lectura me dará todo lo que quieres saber. Yo no merezco nada para mí, son los más tontos de tus hermanos, pero yo estoy tratando de hacer lo que quiera, yo estoy tratando de dar testimonio de su palabra, a mí oa mi ayude a todos, a no ser yo, sino para que compartan la mi lugar.
- Hoy en día existe el Internet, ahí está el teléfono, y las noticias vuelan en el aire en tiempo real, pero piensa por un momento en el tiempo en que Isabel dio a luz al pequeño Juan, dejó que las familias de la época, ocupado en su trabajo, que a los efectos, algunos de ver a las ovejas y así sucesivamente, un poco como las parodias que montamos en nuestras cunas en estos días.
¿Sabía usted que Elizabeth tenía un hijo? Pero, ¿quién? La anciana esposa de Zacarías de edad? ¿Cómo pudo suceder esto? Es un milagro!
Dios pregunto a primera Zacarías y Elizabeth, que en aquellos meses había llegado a entender que ellos se equivocaron al dudar del poder de la gracia de Dios, pero aquí se aceptan ahora valientemente la voluntad de Dios en todo y para todo.
Se llamará Juan, como dijo el Ángel del Señor, como su padre Zacarías, como sería imponer las normas de la época. Este gesto tan sencillo, ya que combina una cosa muy grande, la aceptación de la voluntad de Dios, que pertenece al linaje de la Divinidad.
Juan significa "Dios da gracia", y esto se introduce en la vida de Zacarías y en el nuestro, aunque seguramente el pobre nunca podría imaginar que después de 2000 años todavía los recordamos por ello.
Nuestra vida nunca es un fin en sí mismo, porque todos somos parte de un proyecto de amor a nuestro Señor, tenemos que aprender a darse cuenta de que, al tomar conciencia de esto y vivir en consecuencia.Hace poco tiempo, hablando con un amigo ateo (o al menos eso se llama a sí mismo) me preguntó si esto no iba a renunciar a vivir una vida de tantas cosas bellas, le contesté que era simplemente una cuestión de elegir cuáles eran las cosas buenas para nosotros, cómo queríamos vivir, que queríamos ver, ¿cuál fue la parte que quería prevalecer.
John no es sólo un niño, pero es una señal de que el Señor, es algo inexplicable por las leyes naturales, nacidos de una mujer estéril y un hombre muy viejo, pero a través de él el Señor va a hablar al mundo, presentará un milagro aún mayor , presentará el hijo de Dios, quien encarnará en una Virgen y cambiar nuestra historia. Y quiénes somos nosotros para el Señor? De esta manera seremos capaces de asistir y vamos a ser parte activa de la Divinidad de la familia? Vamos a ser capaces de elegir ser parte de ella? Parte Vamos a guiar por la mano de Dios?
COMENTARIO DE:
RispondiEliminaRev. D. Miquel MASATS i Roca
(Girona, España)
Hoy, en la primera lectura leemos: «Esto dice el Señor: ‘Yo envío mi mensajero para que prepare el camino delante de Mí’» (Mal 3,1). La profecía de Malaquías se cumple en Juan Bautista. Es uno de los personajes principales de la liturgia de Adviento, que nos invita a prepararnos con oración y penitencia para la venida del Señor. Tal como reza la oración colecta de la misa de hoy: «Concede a tus siervos, que reconocemos la proximidad del Nacimiento de tu Hijo, experimentar la misericordia del Verbo que se dignó tomar carne de la Virgen María y habitar entre nosotros».
El nacimiento del Precursor nos habla de la proximidad de la Navidad. ¡El Señor está cerca!; ¡preparémonos! Preguntado por los sacerdotes venidos desde Jerusalén acerca de quién era, él respondió: «Yo soy la voz del que clama en el desierto: ‘Enderezad el camino del Señor’» (Jn 1,23).
«Mira que estoy a la puerta y llamo: si alguno oye mi voz y me abre la puerta, entraré en su casa y cenaré con él y él conmigo» (Ap 3,20), se lee en la antífona de comunión. Hemos de hacer examen para ver cómo nos estamos preparando para recibir a Jesús el día de Navidad: Dios quiere nacer principalmente en nuestros corazones.
La vida del Precursor nos enseña las virtudes que necesitamos para recibir con provecho a Jesús; fundamentalmente, la humildad de corazón. Él se reconoce instrumento de Dios para cumplir su vocación, su misión. Como dice san Ambrosio: «No te gloríes de ser llamado hijo de Dios —reconozcamos la gracia sin olvidar nuestra naturaleza—; no te envanezcas si has servido bien, porque has cumplido aquello que tenías que hacer. El sol hace su trabajo, la luna obedece; los ángeles cumplen su misión. El instrumento escogido por el Señor para los gentiles dice: ‘Yo no merezco el nombre de Apóstol, porque he perseguido a la Iglesia de Dios’ (1Cor 15,9)».
Busquemos sólo la gloria de Dios. La virtud de la humildad nos dispondrá a prepararnos debidamente para las fiestas que se acercan.
VERSIONE IN INGLESE DI SABATO 23 DICEMBRE 2017
RispondiEliminaLiturgical day: Weekdays of Advent: December 23th
Gospel text (Lc 1,57-66): When the time came for Elizabeth, she gave birth to a son. Her neighbors and relatives heard that the merciful Lord had done a wonderful thing for her and they rejoiced with her. When on the eighth day they came to attend the circumcision of the child, they wanted to name him Zechariah after his father. But his mother said, «Not so; he shall be called John». They said to her, «No one in your family has that name»; and they asked the father by means of signs for the name he wanted to give. Zechariah asked for a writing tablet and wrote on it, «His name is John», and they were very surprised. Immediately Zechariah could speak again and his first words were in praise of God. A holy fear came on all in the neighborhood, and throughout the Hills of Judea the people talked about these events. All who heard of it pondered in their minds and wondered, «What will this child be?». For they understood that the hand of the Lord was with him.
REFLECTION OF LELLA
PRAYER: Come, my Lord, I pray you, flood me with your Spirit of wisdom, is that I can draw from this reading give me everything you want to know. I do not deserve anything for me, are the dumbest of your brothers, but I'm trying to do what you want, I'm trying to witness to your word, help me or my all, to not be me, but to let you occupy the my place
- Today there is the internet, there's the phone, and the news flying in the air in real time, but think for a moment to the time when Elizabeth gave birth to little John, let the families of the time, busy in their work, who to spin, some to watch the sheep and so on, a bit like the skits that we mount on our cribs these days.
Did you know that Elizabeth had a son? But who? The elderly wife of Zachary old? How could this happen? Is a miracle!
God wonder at first Zechariah and Elizabeth, who in those months had got to understand that they were wrong to doubt the power of God's grace, but here they are now courageously accept the will of God in everything and for everything.
It will be called John, as he said the Angel of the Lord, as his father Zechariah, as would impose the rules of the time. This gesture as simple as it combines a very big thing, the acceptance of God's will, belonging to the lineage of the Divine.
John means "God gives grace" and this is entered into the life of Zechariah and in ours, although surely the poor old could never imagine that after 2000 years we still remember them for it.
Our life is never an end in itself, because we are all part of a project of love for our Lord, we must learn to realize it, to become aware of this and live accordingly.A short time ago, talking to a friend atheist (or so he called himself) asked me if this was not to give up living a life of so many beautiful things, I replied that it was simply a matter of choosing what were the good things for us, how we wanted to live, who we wanted to see, what was the part that wanted to prevail.
John is not only a child, but it is a sign of the Lord, is something inexplicable by natural laws, born of a barren woman and a very old man, but through him the Lord will speak to the world, will present an even greater miracle , will present the son God, who will incarnate in a Virgin and change our history. And who are we to the Lord? In that way we will be able to attend and we will be an active part of the family Divine? We will be able to choose to be part of it? We'll part guided by the hand of God?
COMMENT OFF:
EliminaFr. Miquel MASATS i Roca
(Girona, Spain)
Today, in the first reading we read: «Now I am sending my messenger ahead of me to clear the way» (Mal 3:1). Malachi's prophecy is fulfilled by John the Baptist. He is one of the main characters in the liturgy of Advent. He invites us to prepare ourselves with prayer and penance for the arrival of the Lord. As the collect of today's Mass says: «Your Son's birth is near; may the love of He who is the Word made flesh who became man in the Virgin's womb to live among men, welcome us».
The Precursor's birth speaks of the proximity of Christmas. The Lord is at hand!: let's get ourselves ready! When asked who he was by the priests who had come from Jerusalem, he said: «I am the voice crying out in the wilderness: Make straight the way of the Lord» (Jn 1:23).
«Look, I stand at the door and knock. If you hear my call and open the door, I will come in to you and have supper with you, and you with me» (Rev 3:20), we read in the Communion antiphone. It is necessary to examine ourselves to see how we are preparing ourselves to receive Jesus this Christmas: God, more than anything, wants to be born in our hearts.
The Precursor's life teaches us the virtues we need to receive Jesus properly; fundamentally, humility of the heart. He acknowledges himself as an instrument of God, to fulfil his vocation, his mission. As Saint Ambrose says: «Do not boast that they call you son of God —let us acknowledge His grace without forgetting our human nature—; do not become proud if you have served well because you have done just what was expected from you. The sun does its job, the moon obeys, the angels of the Lord do their duty. The instrument chosen by God for serve the Gentiles said: ‘I am the last of the apostles, and I do not even deserve to be called an apostle, because I persecuted the church of God’ (1Cor 15:9)».
We are looking for the glory of God only. The virtue of humility will help us to prepare ourselves for the coming festivities appropriately.
VERSIONE IN FRANCESE DI SABATO 23 DICEMBRE 2017.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps de l'Avent - Semaine avant Noël: 23 décembre
Texte de l'Évangile (Lc 1,57-66): Le temps où Élisabeth devait accoucher arriva, et elle enfanta un fils. Ses voisins et ses parents apprirent que le Seigneur avait fait éclater envers elle sa miséricorde, et ils se réjouirent avec elle. Le huitième jour, ils vinrent pour circoncire l'enfant, et ils l'appelaient Zacharie, du nom de son père. Mais sa mère prit la parole, et dit: «Non, il sera appelé Jean». Ils lui dirent: «Il n'y a dans ta parenté personne qui soit appelé de ce nom». Et ils firent des signes à son père pour savoir comment il voulait qu'on l'appelle. Zacharie demanda des tablettes, et il écrivit: «Jean est son nom». Et tous furent dans l'étonnement. Au même instant, sa bouche s'ouvrit, sa langue se délia, et il parlait, bénissant Dieu. La crainte s'empara de tous les habitants d'alentour, et, dans toutes les montagnes de la Judée, on s'entretenait de toutes ces choses. Tous ceux qui les apprirent les gardèrent dans leur coeur, en disant: «Que sera donc cet enfant?». Et la main du Seigneur était avec lui.
REFLEXION DE LELLA
EliminaPRIERE :" Viens O mon Seigneur je t'en prie, inonde-moi de ton Esprit du savoir, fait que je puisse tirer de cette lecture tout ce que tu m'accorde de savoir. Je ne mérite rien pour moi, je suis le plus stupide de tes frères, mais je suis en train de chercher à faire ce que tu veux, je suis en train de chercher à témoigner ta Parole, aide moi o mon tout, que ce ne soit pas moi, mais à Toi d'occupé ma place."
- Il y a aujourd'hui internet, le téléphone, et les nouvelles arrivent en temps réel, mais, pensons pour un instant aux temps dans lequel Elisabeth accoucha du petit Jean, allant entre les familles de l'époque, absorbées dans leurs travaux, l'un à filer, l'autre à garder les moutons et si ailleurs, un peu comme les scénette que nous mettons sur nos crèches ces jours-ci. "Saviez-vous que Elizabeth avait un fils? Mais qui? La vielle femme de Zachary ce vieux? Comment est-ce possible? C'est un miracle!" Dieu émerveille en premier Zacharie et Elisabeth, qui dans ces mois avaient eu la manière de comprendre qu'ils s'étaient trompés pour maintenant mettre en doute la puissance de la grâce de Dieu mais les voilà qui acceptent la volonté de Dieu courageusement en tout et pour tout. Il s'appellera Jean, comme a dit l'ange du Seigneur, pas comme le père de Zacharie, comme l'imposeraient les règles de ce temps. Ce geste si simple renferme en soi une très grande chose, l'acceptation du vouloir de Dieu, de l'appartenance à la souche Divine. Jean veut dire "Dieu fait grâce" et avec ceci il est entré dans la vie de Zacharie et dans la nôtre, même si sûrement les pauvres vieux ne pouvaient jamais imaginer que 2000 ans après nous nous rappellerons encore d'eux pour cela. Notre vie n'est jamais fini en soi même, parce que tous nous faisons partie d'un projet d'amour de notre Seigneur, nous devons apprendre à nous en rendre compte, à devenir conscients de cela et vivre en conséquence. Il y a peu de temps, en parlant avec un ami athée, (au moins il se définissait ainsi), il me demanda si cela n'était pas renoncer à vivre une vie faite de beaucoup de belles choses, j'ai répondu que c'était un problème simplement de choisir quels étaient les belles chose pour nous, comment nous entendions vivre, à qui nous voulions faire référence, quels est la partie que nous voulions faire prévaloir. Jean n'est pas seulement un enfant, mais c'est un signe du Seigneur, c'est quelque chose d'inexplicable à travers les lois naturelles, né d'une femme stérile et d'un homme très âgé, mais à travers lui le Seigneur parlera au monde, il présentera encore un miracle plus grand, il présentera ce fils Dieu, qui s'incarnera dans une Vierge et il changera notre histoire. Et qui sommes nous pour le Seigneur? De cette façon, serons nous en mesure d'assister et serons nous une part active de la Divine famille? Serons nous en mesure de choisir de faire partie de cela? Nous laisserons nous guidée par la main de Dieu?
Commentaire de l'Abbé Miquel MASATS i Roca
Elimina(Girona, Espagne)
Aujourd'hui, dans la première lecture nous lisons: «Voici que j'envoie mon messager, et il préparera le chemin devant Moi» (Ml 3,1). La prophétie de Malachie s'accomplit en Jean Baptiste. C'est un des personnages principaux de la liturgie de l'Avent, qui nous invite à nous préparer dans la prière et la pénitence à la venue du Seigneur. Comme la prière collective de la messe d'aujourd'hui: «Accorde-nous tes serviteurs, qui reconnaissons l'approche de la naissance de ton Fils, d'expérimenter la miséricorde du Verbe qui a daigné prendre chair de la Vierge Marie et habiter parmi nous». La naissance du Précurseur nous parle de la proximité de Noël. Le Seigneur est proche! Préparons-nous!. Quand les prêtres qui vinrent de Jérusalem lui demandèrent qui il était, il répondit: «Je suis la voix de celui qui crie dans le désert: Aplanissez le chemin du Seigneur» (Jn 1,23). «Voici que je me tiens à la porte et je frappe: si quelqu'un entend ma voix et ouvre la porte, j'entrerai chez lui, je souperai avec lui et lui avec Moi» (Ap 3,20), lit-on dans l'antienne de la communion. Nous devons nous examiner pour voir comment nous sommes en train de nous préparer à recevoir Jésus le jour de Noël: Dieu veut naître surtout dans nos cœurs. La vie du Précurseur nous enseigne les vertus dont nous avons besoin afin de profiter pleinement de la venue de Jésus, fondamentalement, l'humilité du cœur. Il se reconnaît comme un instrument de Dieu pour accomplir sa vocation, sa mission. Comme le dit Saint Ambroise; «Ne te glorifie pas d'être appelé fils de Dieu —reconnaissons la grâçe sans oublier notre nature—; ne t'enorgueillis pas si tu as bien servi, car tu as accompli ton devoir. Le soleil fait son travail, la lune obéit, les anges accomplissent leur mission. L'instrument choisi par le Seigneur pour les gentils dit: ‘Car je suis le moindre des Apôtres, moi qui ne suis pas digne d'être appelé apôtre, parce que j'ai persécuté l'Église de Dieu’ (1Co 15,9)». Cherchons uniquement la gloire de Dieu. La vertu de l'humilité nous conditionne à nous préparer dûment pour les fêtes qui approchent.