mercoledì 20 dicembre 2017

(Lc 1,39-45) A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?

VANGELO DI GIOVEDì 21 DICEMBRE 2017
(Lc 1,39-45) A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e aiutami a percepire il volere di Dio in ogni piccola sillaba della scrittura. Fa che io possa sempre accettare quello che il Signore mi chiede, che possa non aver mai dubbi e che mi renda sempre disponibile a tutto quello che decide per me.
In questo brano vediamo che Maria inizia da subito a vivere il suo sì a Dio, mettendosi al servizio della cugina Elisabetta, anziana e incinta per grazia di Dio del piccolo Giovanni, che precederà Gesù nella sua missione.
Due modi diversi di rispondere alla chiamata di Dio, quello di Maria, forse l'unico della storia, incondizionato e perfetto, l'altro quello d’Elisabetta e Zaccaria suo marito, che mettono davanti al Signore, come tutti in fondo facciamo, la propria umanità. Ma il miracolo di Dio si compie ugualmente, nonostante la nostra titubanza, ed allora ecco che, se riusciamo a lasciarci condurre, possiamo far parte di quest’avvenimento, così com’è stato per loro, sarà anche per noi.
C’è chiesto di arrenderci a Gesù, di riconoscerlo la dove non riusciamo a vederlo, perché questo vuol dire accettare di far parte di un progetto Divino, che ci fa vivere in questo mondo, non solo per il proprio gusto di farlo, ma per esserne partecipi. A Dio nulla è impossibile, se ancora non riusciamo a convincerci di questo, vuol dire che lo sentiamo lontano, forse indifferente al nostro destino, e questo è forse la cosa più sbagliata che possiamo fare, perché non riusciamo così a toccare l'amore di Dio.
Viene tra noi, si fa piccolo, accetta di nascere povero, umile, senza nulla, eppure è Dio; pensiamoci, quando ci lamentiamo di tutto quello che ci manca, cerchiamolo nella semplicità delle piccole cose di apprezzarlo, nel nostro vivere quotidiano e di abbracciarlo, condividendo con Lui la nostra vita. Cominciamo da questo Natale, perché sia il nostro Natale con Gesù.
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COMMENTO DI:
Rev. D. Àngel CALDAS i Bosch
(Salt, Girona, Spagna)
Oggi, il testo del Vangelo corrisponde al secondo mistero gaudioso: la «Visita di Maria a sua cugina Elisabetta». È davvero un mistero! Un’esplosione silenziosa di una gioia profonda come mai la storia ci aveva raccontato! È la gioia di Maria, che ha appena ricevuto la notizia che sarà madre per opera dello Spirito Santo. La parola latina “gaudium” esprime una gioia profonda, intima, che non esplode al di fuori. Nonostante questo, le montagne della Giudea si ricoprirono di giubilo. Maria esultava come una mamma che sa di aspettare un figlio. E che Figlio! Un Figlio che pellegrinava, già prima di nascere, per i sentieri sassosi che portavano fino ad Ain Karim, racchiuso nel cuore e nelle braccia di Maria.
Gaudio nell’anima e nel volto di Elisabetta e nel bambino che sussulta di gioia nel suo seno. Le parole della cugina di Maria attraverseranno i tempi: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» (cf. Lc 1,42). La preghiera del Rosario, come fonte di gioia, è una delle nuove prospettive scoperte da Giovanni Paolo II nella sua Lettera apostolica Il rosario della Vergine Maria.
La gioia è inseparabile dalla fede. «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?» (Lc 1,43). La gioia di Dio e di Maria si è sparsa per tutto il mondo. Per accoglierla, basta aprirsi nella fede all’azione costante di Dio nella nostra vita e camminare con il Bambino, con Colei che ha creduto e della mano innamorata e forte di san Giuseppe. Per le strade del mondo, sull’asfalto, sulle pietre o lungo i terreni fangosi, un cristiano porta con sé, sempre, due dimensioni della fede: l’unione con Dio e il servizio al prossimo. Il tutto ben assemblato: con una unità di vita che impedisca che ci sia una soluzione di continuità tra una cosa e l’altra.

6 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI GIOVEDì 21 DICEMBRE 2017

    Gospel text (Lc 1,39-45): Mary then set out for a town in the Hills of Judah. She entered the house of Zechariah and greeted Elizabeth. When Elizabeth heard Mary's greeting, the baby leapt in her womb. Elizabeth was filled with holy spirit, and giving a loud cry, said, «You are most blessed among women and blessed is the fruit of your womb! How is it that the mother of my Lord comes to me? The moment your greeting sounded in my ears, the baby within me suddenly leapt for joy. Blessed are you who believed that the Lord's word would come true!».

    MY REFLECTION
    PRAYER
    Come Holy Spirit and help me to perceive the will of God in every little syllable of writing. Grant that I may always accept what the Lord asks of me, that it can not ever having doubts and that makes me always willing to whatever you decide for me.
    In this passage we see that Mary immediately began to live her yes to God, putting himself at the service of her cousin Elizabeth, the elderly and pregnant by the grace of God, little John, which will precede Jesus in his mission.
    Two different ways to respond to the call of God, to Mary, perhaps the only one in the story, unconditional and perfect, the other that of Elizabeth and her husband Zechariah, who put before the Lord, as we all do in the end, his own humanity. But the miracle of God is fulfilled equally, despite our hesitation, and then here is that, if we let ourselves, we can be part of this event, as it was for them, it will be for us.
    We are asked to surrender to Jesus, to recognize the where we can not see it, because this means accepting to be part of a divine plan that makes us live in this world, not only for its own sake of it, but to be participate. With God nothing is impossible, if you still can not convince us of this, it means that we hear far away, perhaps indifferent to our fate, and this is perhaps the worst thing we can do, so why can not we touch the love of God
    Comes among us, makes himself small, he agrees to be born poor, humble, no nothing, yet is God, think about it, when we complain about everything that we lack, Let us seek simplicity to appreciate the little things in our daily lives and to embrace , sharing with Him our lives. Let's start this Christmas, because it is our Christmas with Jesus.

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    1. Fr. Àngel CALDAS i Bosch
      (Salt, Girona, Spain)

      Today, the text of the Gospel corresponds to the second joyful mystery: the «Visitation of the Blessed Virgin to Her Cousin, St. Elizabeth». It certainly is a complete mystery! A silent inburst of profound and intense joy as History has never ever narrated! It is Mary's joy that has just become a mother, because it is fitting that all grace continues to come through Mary by the work of the Holy Spirit. The latin word “gaudium” express a deep and intimate joy that does not burst out. Despite that, the mountains of Judah were covered with joy. Mary exulted as a mother who has just realized she is expecting a child. And what a Child! A Child that, before being born, already peregrinated through the bouldery trodden tracks leading to Ain Karim, nestled in the heart and lovely arms of Mary.

      Joy in Elisabeth's soul and face, and in the baby leaping in her womb. The words of Mary's cousin will travel through time: «Blessed are you among women, and blessed is the child you will bear!» (Lk 1:42). The prayer of the Saint Rosary, as a source of joy, is one of the new perspectives discovered by our Pope John Paul II in his apostolic Letter about the Rosary of the Virgin Mary.

      Joy is indivisible from faith. «But why am I so favored, that the mother of my Lord should come to me?» (Lk 1:43). The joy of God and Mary has spread all over the world. To allow it within us, we need only to open ourselves through our faith to God's constant influence in our life, while walking our path with the Infant, with She who has believed, by holding St. Joseph's strong and enamored hand. Earthen paths, asphalt, cobblestones or muddy roads through, any Christian always carries upon him, two dimensions of faith: the union with God and the service to others. Both quite closely linked up: with a unity of life that establishes no solution of continuity between one thing and the other.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI GIOVEDì 21 DICEMBRE 2015
    Día litúrgico: Feria privilegiada de Adviento: 21 de Diciembre
    Texto del Evangelio (Lc 1,39-45): En aquellos días, se levantó María y se fue con prontitud a la región montañosa, a una ciudad de Judá; entró en casa de Zacarías y saludó a Isabel. Y sucedió que, en cuanto oyó Isabel el saludo de María, saltó de gozo el niño en su seno, e Isabel quedó llena de Espíritu Santo; y exclamando con gran voz, dijo: «Bendita tú entre las mujeres y bendito el fruto de tu seno; y ¿de dónde a mí que la madre de mi Señor venga a mí? Porque, apenas llegó a mis oídos la voz de tu saludo, saltó de gozo el niño en mi seno. ¡Feliz la que ha creído que se cumplirían las cosas que le fueron dichas de parte del Señor!».

    MI REFLEXIÓN
    ORACIÓN
    Ven Espíritu Santo y me ayude a percibir la voluntad de Dios en cada pequeña sílaba de la escritura. Es que siempre puedo aceptar lo que el Señor me pide, que no pueden jamás dudar de mí y que siempre pone a disposición de todo el que decide por mí.
    En este pasaje vemos que María estaba determinada a vivir su sí a Dios, ponendose al servicio de su prima Elisabet, vieja y embarazadas por la gracia de Dios, del pequeño Juan, que precederá a Jesús en su misión.
    Dos maneras diferentes de responder a la llamada de Dios, a María, tal vez el único en la historia, incondicionales y perfectos, y el otro el de Elizabeth y su esposo Zacarías, quien puso delante del Señor, como todos lo hacemos, al final, con su propia humanidad. Pero el milagro de Dios se cumple por igual, a pesar de nuestras dudas, y luego aquí, si nos dejaremos conducir, podemos ser parte de este evento, como lo fue para ellos, será para nosotros.
    Nos ven pide de rendirse a Jesús, reconocer él donde no podemos verlo, porque esto significa aceptar de ser parte de un plan divino que nos hace vivir en este mundo, no sólo para el gusto de hacerlo, pero para ser partícipes.
    Para Dios nada es imposible, pero si no podemos convencernos de esto, significa que nos sentimos Dios muy lejos, tal vez indiferente a nuestro destino, y esto es quizás lo peor que podemos hacer, porque nosotros así no podemos tocar el amor de Dios .
    Viene entre nosotros, se hace pequeño, acepta que nacer pobre, humilde, nada de nada, sin embargo, es Dios; pensamos bien, cuando nos quejamos de todo lo que nos falta, Busquemos la sencillez de las pequeñas cosas para apreciar, en nuestra vida cotidiana y abrazarlo, compartir con él nuestras vidas. Vamos a empezar desde esta Navidad, porque es nuestra Navidad con Jesús.

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    1. COMENTARIO DE:
      Rev. D. Àngel CALDAS i Bosch
      (Salt, Girona, España)

      Hoy, el texto del Evangelio corresponde al segundo misterio de gozo: la «Visitación de María a su prima Isabel». ¡Es realmente un misterio! ¡Una silenciosa explosión de un gozo profundo como nunca la historia nos había narrado! Es el gozo de María, que acaba de ser madre, por obra y gracia del Espíritu Santo. La palabra latina “gaudium” expresa un gozo profundo, íntimo, que no estalla por fuera. A pesar de eso, las montañas de Judá se cubrieron de gozo. María exultaba como una madre que acaba de saber que espera un hijo. ¡Y qué Hijo! Un Hijo que peregrinaba, ya antes de nacer, por senderos pedregosos que conducían hasta Ain Karen, arropado en el corazón y en los brazos de María.
      Gozo en el alma y en el rostro de Isabel, y en el niño que salta de alegría dentro de sus entrañas. Las palabras de la prima de María traspasarán los tiempos: «¡Bendita tú eres entre todas las mujeres y bendito es el fruto de tu vientre!» (cf. Lc 1,42). El rezo del Rosario, como fuente de gozo, es una de las nuevas perspectivas descubiertas por San Juan Pablo II en su Carta apostólica sobre El Rosario de la Virgen María.
      La alegría es inseparable de la fe. «¿De dónde a mí que la madre de mi Señor venga a mí?» (Lc 1,43). La alegría de Dios y de María se ha esparcido por todo el mundo. Para darle paso, basta con abrirse por la fe a la acción constante de Dios en nuestra vida, y recorrer camino con el Niño, con Aquella que ha creído, y de la mano enamorada y fuerte de san José. Por los caminos de la tierra, por el asfalto o por los adoquines o terrenos fangosos, un cristiano lleva consigo, siempre, dos dimensiones de la fe: la unión con Dios y el servicio a los otros. Todo bien aunado: con una unidad de vida que impida que haya una solución de continuidad entre una cosa y otra.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI GIOVEDI 21 DICEMBRE 2017.

    Jour liturgique : Temps de l'Avent - Semaine avant Noël: 21 décembre

    Texte de l'Évangile (Lc 1,39-45): En ces jours-là, Marie se mit en route rapidement vers une ville de la montagne de Judée. Elle entra dans la maison de Zacharie et salua Élisabeth. Or, quand Élisabeth entendit la salutation de Marie, l'enfant tressaillit en elle. Alors, Élisabeth fut remplie de l'Esprit Saint, et s'écria d'une voix forte: «Tu es bénie entre toutes les femmes, et le fruit de tes entrailles est béni. Comment ai-je ce bonheur que la mère de mon Seigneur vienne jusqu'à moi? Car, lorsque j'ai entendu tes paroles de salutation, l'enfant a tressailli d'allégresse au-dedans de moi. Heureuse celle qui a cru à l'accomplissement des paroles qui lui furent dites de la part du Seigneur».

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE :" Viens, O Saint Esprit et aide-moi à percevoir la volonté de Dieu en chaque petite syllabe de l'écriture. Fait que je puisse toujours accepter ce qu'il me demande, que je puisse ne jamais avoir de doutes et que je me rende toujours disponible à tout ce qu'il décide pour moi."

    - Dans ce passage nous voyons que Marie commence tout de suite à vivre son oui à Dieu, en se mettant au service de la cousine Elisabeth, ancienne et enceinte du petit Jean par la grâce de Dieu, qui précédera Jésus dans sa mission. Deux manières différentes de répondre à l'appel de Dieu, celui de Marie, peut-être le seul de l'histoire, inconditionnel et parfait, l'autre celui d'Elisabeth et Zacharie son mari, qui se mettent devant le Seigneur sa propre humanité comme nous faisons tous au fond. Mais le miracle de Dieu s'accomplit également, malgré notre hésitation, et alors voilà que, si nous réussissons à nous laisser mener, nous pouvons faire partie de cet événement, comme cela a été pour eux, cela sera pour nous aussi. Il nous est demandé de nous rendre à Jésus, de le reconnaître là où nous ne réussissons pas à le voir, parce que cela veut dire accepter de faire partie d'un projet Divin, qui nous fait vivre dans ce monde, non seulement pour le propre goût de le faire, mais pour en être participant. À Dieu rien est impossible, si encore nous ne réussissons pas à nous convaincre de ceci, cela veut dire que nous le sentons loin, peut-être indifférent à notre destinée, et cela est la chose la plus incorrecte peut-être que nous pouvons faire, parce que ainsi nous ne réussissons pas à toucher l'amour de Dieu. Il vient parmi nous, il se fait petit, accepte de naître pauvre, humble, sans rien, pourtant il est Dieu; pensons-y, quand nous nous plaignons de tout ce qui nous manques, cherchons-le dans la simplicité des petites choses de l'apprécier, dans nôtre vie quotidienne et de l'enlacer en partageant avec Lui notre vie. Commençons à partir de ce Noël, pour que se sois notre Noël avec Jésus.

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    1. Commentaire de l'Abbé Àngel CALDAS i Bosch
      (Salt, Girona, Espagne)

      Aujourd'hui, le texte de l'Évangile correspond au 2ème mystère joyeux: «La visitation de Marie à sa cousine Elisabeth». Il s'agit d'un vrai mystère! Une explosion de joie profonde comme jamais l'histoire ne nous l'avait jamais raconté auparavant! La joie de Marie qui vient de devenir mère, par la grâce et l'action de l'Esprit Saint! Le mot “gaudium” exprime une joie profonde, intime qui ne se dévoile pas à l'extérieur. Pourtant, les montagnes de Judée se sont remplies de joie. Marie exulte comme une mère qui vient d'apprendre qu'elle attend un enfant… et quel Enfant! Un fils pèlerin, avant même la naissance, qui se rend par des sentiers rocheux à Ain Karen, enveloppé dans le cœur et les bras de Marie. Joie dans l'âme et le visage d'Elisabeth, et l'enfant qui tressaille d'allégresse dans son ventre. Les paroles même de la cousine de Marie se transmettront dans les âges: «Tu es bénie entre toutes les femmes, et le fruit de tes entrailles est béni» (Lc 1,42). La prière du rosaire comme source de joie, est une des nouvelles perspectives dévoilées par Jean Paul II dans sa lettre apostolique "Le rosaire de la Vierge Marie". L'allégresse est inséparable de la foi. «Comment ai-je ce bonheur que la mère de mon Seigneur vienne jusqu'à moi?» (Lc 1,43). La joie de Dieu et de Marie s'est dispersée dans le monde. Pour la laisser passer, il suffit de nous ouvrir par la foi à l'action constante de Dieu dans notre vie, devenir pèlerins avec l'Enfant, avec Celle qui a cru, et se tenir à la main forte et amoureuse de saint Joseph. Par les chemins de la terre, par les routes, sentiers ou chemins boueux, un chrétien porte en lui, toujours, deux dimensions de la foi: l'union avec Dieu et le service aux autres. Le tout bien rassemblé: avec une unité de vie qui empêche qu'il ait une solution de continuité entre une chose et l'autre.

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