giovedì 14 dicembre 2017

(Mt 11,16-19) Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.

VANGELO
(Mt 11,16-19) Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e fa che io possa comprendere le tue ispirazioni; dammi occhi limpidi per contemplarti, e un umile cuore per lasciarmi contemplare da te.
Spesso ci lamentiamo di come vanno le cose, ma la maggior parte delle volte è colpa nostra se accadono tante cose brutte. Non siamo mai contenti di quello che abbiamo e non ascoltiamo niente e nessuno, pieni di superbia pensiamo di sapere sempre tutto, figuriamoci se ascoltiamo la voce di Dio. Siamo duri di cuore e la storia non ci insegna nulla, eppure ci viene chiesta la santità, ed io credo che veramente, se solo riuscissimo a vivere almeno al 50% la grazia del Signore, se sapessimo apprendere dalle parole del vangelo e dai messaggi di Maria la voglia del Signore di inondarci di grazie, forse capiremmo cosa vuol dire “essere davanti al Signore”, ”vivere nel regno di Dio”. La difficoltà di essere umili, di rinunciare a quello spicchio di mondo frivolo per vivere in preghiera, di annullare i propri desideri per ascoltare quelli del Signore, io vorrei veramente riuscire a capire che cosa mi sto perdendo! Cerco di ascoltare, di afferrare, mi sembro un aspirapolvere a volte che cerca di raccattare le briciole di questo amore e che non riesce a stringerle tra le mani se non per qualche secondo. Facciamo di questo avvento la nostra grande occasione, facciamoci aiutare dalla Madre perfetta, dalla migliore collaboratrice di Dio ad essere come Lei, perché solo attraverso Lei potremo sperare di far nascere in noi Gesù, solo attraverso il grembo immacolato che è stato prescelto da Dio come sua prima dimora .
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COMMENTO DI:
Rev. D. Antoni CAROL i Hostench (Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)
Oggi, dovremmo turbarci davanti al sospiro del Signore: «a chi paragonerò io questa generazione?» (Mt 11,16). A Gesù lo stupisce il nostro cuore, troppe volte anticonformista ed ingrato. Non siamo mai contenti: ci lagniamo sempre. Abbiamo addiritttura il coraggio di accusarlo e di scaricare su di Lui la colpa di ciò che ci scomoda. Ma «la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie» (Mt 11,19). Basta contemplare il mistero del Natale. E, in quanto a noi? Com’è la nostra fede? Cerchiamo forse di nascondere con queste lamentele l’assenza della nostra risposta? Certamente una buona domanda per questo tempo d’Avvento! Dio viene all'incontro dell’uomo, ma l’uomo –particolarmente l’uomo contemporaneo- rifugge da Lui. Altri hanno paura di Lui, quali Erodi. Ad altri, risulta perfino molesta la Sua sola presenza: «Via! Via! Crocifiggilo!» (Gv 19,15). Gesù «è il Dio che viene» (Benedetto XVI) e noi, invece, sembriamo “l’uomo che se ne va”: «Venne fra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto» (Gv 1,11). Perché fuggiamo? Per la nostra mancanza di umiltà. San Giovanni Battista ci raccomandava di “rimpicciolirci”. E la chiesa ce lo ricorda ogni volta che arriva l’Avvento. Facciamoci, dunque, piccoli per poter capire ed accogliere il “Piccolo-Dio”. Lui ci si presenta nell'umiltà delle fasce: mai prima si era predicato un “Dio-con-le-fasce”! Che ridicola immagine presentiamo agli occhi di Dio quando gli uomini pretendiamo occultarci dietro scuse e false giustificazioni. Fin dagli albori dell’umanità, Adamo gettò la colpa su di Eva; Eva sul serpente e... con il passar dei secoli, continuiamo a fare lo stesso. Arriva però Gesù-Dio: nel freddo e nella povertà estrema di Betlemme non gridò e nulla ci rimproverò. Al contrario: comincia già a caricare sulle sue piccole spalle tutte le nostre colpe. Allora, dobbiamo avere paura di Lui? Davvero avranno valore le nostre scuse di fronte a questo “Piccolo-Dio”? «Il segno di Dio è il Bambino; impariamo a vivere con Lui ed anche a praticare con Lui l’umiltà» (Benedetto XVI).

6 commenti:

  1. VERSIONE IN SPAGNOLO DI VENERDì 15 DICEMBRE 2017
    Día litúrgico: Viernes II de Adviento

    Texto del Evangelio (Mt 11,13-19): En aquel tiempo dijo Jesús a la gente: «¿Pero, con quién compararé a esta generación? Se parece a los chiquillos que, sentados en las plazas, se gritan unos a otros diciendo: ‘Os hemos tocado la flauta, y no habéis bailado, os hemos entonado endechas, y no os habéis lamentado’. Porque vino Juan, que ni comía ni bebía, y dicen: ‘Demonio tiene’. Vino el Hijo del hombre, que come y bebe, y dicen: ‘Ahí tenéis un comilón y un borracho, amigo de publicanos y pecadores’. Y la Sabiduría se ha acreditado por sus obras».

    MI REFLEJO
    ORACIÓN
    Ven o Espíritu Santo y déjame entender tus inspiraciones; dame ojos claros para contemplarte, y un corazón humilde para dejarme contemplarte.
    A menudo nos quejamos de cómo van las cosas, pero la mayoría de las veces es nuestra culpa si ocurren tantas cosas malas.
    Nunca estamos satisfechos con lo que tenemos y no escuchamos nada ni a nadie, estamos orgullosos de que siempre sepamos todo, y mucho menos si escuchamos la voz de Dios.
    Somos duros de corazón y la historia nos enseña nada, y sin embargo se nos pide a la santidad, y realmente creo que, si pudiéramos vivir por lo menos el 50% de la gracia del Señor, si supiéramos cómo aprender da las palabras del Evangelio y los mensajes de María el deseo del Señor que nos inundan con, tal vez entenderíamos lo que significa "estar delante del Señor", "vivir en el reino de Dios."
    La dificultad de ser humilde, a renunciar a un diente de mundo frívolo vivir en la oración, para cancelar sus deseos de escuchar a los del Señor, yo realmente le gustaría ser capaz de entender lo que me falta! Trato de escuchar, de entender, que me parezco a un aspirador a veces tratando de recoger las migajas de este amor y que no puedo sacudir las manos si no fuera por unos pocos segundos.
    Hacemos esto advenimiento nuestra gran oportunidad, dejamos que la Madre perfecta nos ayuda, la mejor colaboradora de Dios para ser como ella, porque es sólo a través de ustedes, esperamos dar a luz a Jesús, sólo a través del seno inmaculado que ha sido elegido por Dios como Su primera casa.



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    1. COMENTARIO DE:
      Rev. D. Antoni CAROL i Hostench
      (Sant Cugat del Vallès, Barcelona, España)

      Hoy debiéramos removernos ante el suspiro del Señor: «Con quién compararé a esta generación?» (Mt 11,16). A Jesús le aturde nuestro corazón, demasiadas veces inconformista y desagradecido. Nunca estamos contentos; siempre nos quejamos. Incluso nos atrevemos a acusarle y a echarle la culpa de lo que nos incomoda.
      Pero «la Sabiduría se ha acreditado por sus obras» (Mt 11,19): basta contemplar el misterio de la Navidad. ¿Y nosotros?; ¿cómo es nuestra fe? ¿No será que con esas quejas tratamos de encubrir la ausencia de nuestra respuesta? ¡Buena pregunta para el tiempo de Adviento!
      Dios viene al encuentro del hombre, pero el hombre —particularmente el hombre contemporáneo— se esconde de Él. Algunos le tienen miedo, como Herodes. A otros, incluso, les molesta su simple presencia: «Fuera, fuera, crucifícalo» (Jn 19,15). Jesús «es el Dios-que-viene» (Benedicto XVI) y nosotros parecemos "el hombre-que-se-va": «Vino a los suyos y los suyos no le recibieron» (Jn 1,11).
      ¿Por qué huimos? Por nuestra falta de humildad. San Juan Bautista nos recomendaba "menguarnos". Y la Iglesia nos lo recuerda cada vez que llega el Adviento. Por tanto, hagámonos pequeños para poder entender y acoger al "Pequeño Dios". Él se nos presenta en la humildad de los pañales: ¡nunca antes se había predicado un "Dios-con-pañales"! Ridícula imagen damos a la vista de Dios cuando los hombres pretendemos encubrirnos con excusas y falsas justificaciones. Ya en los albores de la humanidad Adán lanzó las culpas a Eva; Eva a la serpiente y…, habiendo transcurrido los siglos, seguimos igual.
      Pero llega Jesús-Dios: en el frío y la pobreza extrema de Belén no vociferó ni nos reprochó nada. ¡Todo lo contrario!: ya empieza a cargar sobre sus pequeñas espaldas todas nuestras culpas. Entonces, ¿le vamos a tener miedo?; ¿de verdad van a valer nuestras excusas ante ese "Pequeño-Dios"? «La señal de Dios es el Niño: aprendamos a vivir con Él y a practicar también con Él la humildad» (Benedicto XVI).

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  2. VERSIONE IN INGLESE DI VENERDì 15 DICEMBRE 2017
    Liturgical day: Friday 2nd of Advent

    Gospel text (Mt 11,13-19): Jesus spoke to the crowds: «Now, to what can I compare the people of this day? They are like children sitting in the marketplace, about whom their companions complain: ‘We played the flute for you but you would not dance. We sang a funeral-song but you would not cry!’. For John came fasting and peo­ple said: ‘He is possessed’. Then the Son of Man came, he ate and drank, and people said: ‘Look at this man! A glutton and drunkard, a friend of tax collectors and sinners!’. Yet the outcome will prove Wisdom to be right».


    MY REFLECTION
    PRAYER
    Come or Holy Spirit and let me understand your inspirations; give me clear eyes to contemplate you, and a humble heart to let me contemplate you.
    We often complain about how things are going, but most of the time it's our fault if so many bad things happen.
    We are never content with what we have and we do not listen to anything or anyone, full of pride we think we always know everything, let alone if we listen to the voice of God.
    .We are hard of heart and history teaches us nothing, and yet we are asked holiness, and I truly believe that if only we could live at least 50% of the grace of the Lord, if we knew we learn from the words of the gospel and the message of Mary wants to flood the Lord's graces, perhaps we would understand what it means to be "before the Lord", "live in the kingdom of God."
    The difficulty of being humble, to give up one clove of frivolous world to live in prayer, to cancel their desires to listen to those of the Lord, I would really like to be able to understand what I'm missing! I try to listen, to grasp, I look like a vacuum cleaner at times trying to pick up the crumbs of this love and who can not shake his hands if not for a few seconds.
    We do this advent our big chance, let us help from Mother perfect, the best collaborator of God to be like you, because it is only through you we hope to give birth to Jesus, only through the immaculate womb that has been chosen by God as his first home.

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    1. COMMENT OFF:
      Fr. Antoni CAROL i Hostench
      (Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spain)
      Today, we should be distraught before the Lord’s sigh: «To what can I compare the people of this day?» (Mt 11:16). Jesus is overwhelmed by our heart, more often than not, nonconforming and ungrateful. We are never fulfilled; we are complaining all the time. We even dare to blame Him for all the things that disturb us.
      «Yet the outcome will prove Wisdom to be right» (Mt 11:19): it suffices to just look at the Christmas mystery. But what about us? how is our faith? Could it be that our complaints are actually harboring the nonexistence of our reply? A very appropriate query for the time of Advent!
      God comes to our encounter, but man —especially the present-day man— hides out from Him. Some, as Herod, are really afraid of Him. Others are even harassed by his simple presence: «Take him away, take him away! Crucify him!» (Jn 19:15). Jesus «is the God-who-comes» (Benedict XVI) and we look like "the-man-who-goes away": «He came to what was his own, but his own people did not accept him» (Jn 1:11).
      Why do we run away? Because of our lack of meekness. Saint John the Baptist recommended us to "dwindle". And the Church reminds us so, every time the Advent comes. We must, therefore, become as little children to be able to understand and receive the "Little God". He appears in front of us with the humility of his swaddling-clothes: never before a “God-wrapped-in-swaddling clothes” had been preached! We project a ridiculous image before God when we try to conceal ourselves with pretexts and dishonest explanations. Already at the dawn of humanity, Adam blamed Eve; Eve blamed the snake..., after all the centuries gone by, we remain just the same.
      Jesus-God, however, is coming: in the cold and the poverty of Bethlehem he neither admonished nor rebuked us. On the contrary! He begins to load his small shoulders with the weight of all our faults. Should we, then, be afraid of Him? Will our apologies be truly worth before this "Little-God"? «God’s sign is the Baby: we learn to live with him and to practice with him that humility of renunciation that belongs to the very essence of love» (Benedict XVI).

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI VENERDI 15 DICEMBRE 2017.

    Jour liturgique : Temps de l'Avent - 2e Semaine: Vendredi

    Texte de l'Évangile (Mt 11,13-19): «A qui vais-je comparer cette génération? Elle ressemble à des gamins assis sur les places, qui en interpellent d'autres: ‘Nous vous avons joué de la flûte, et vous n'avez pas dansé. Nous avons entonné des chants de deuil, et vous ne vous êtes pas frappé la poitrine’. Jean Baptiste est venu, en effet; il ne mange pas, il ne boit pas, et l'on dit: ‘C'est un possédé!’. Le Fils de l'homme est venu: il mange et il boit, et l'on dit: ‘C'est un glouton et un ivrogne, un ami des publicains et des pécheurs’. Mais la sagesse de Dieu se révèle juste à travers ce qu'elle fait».

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: Viens o Esprit Saint et laisse-moi comprendre tes inspirations; donne-moi des yeux limpides pour te contempler, et un cœur humble pour me laisser te contempler.

    - Nous nous plaignons souvent de la façon dont les choses se passent, mais la plupart du temps c'est de notre faute si tant de mauvaises choses arrivent. Nous ne sommes jamais satisfaits de ce que nous avons et nous n'écoutons rien ni personne, pleins de fierté nous pensons que nous savons toujours tout, pensez si nous écoutons la voix de Dieu. Nous sommes durs de cœur et l'histoire ne nous apprend rien, pourtant on nous demande la sainteté, et je crois vraiment que si seulement nous vivions à 50% la grâce du Seigneur, si nous pouvions apprendre des paroles de l'Évangile et des messages de Marie, le désir du Seigneur de nous inonder de grâces, peut-être pourrions-nous comprendre ce que signifie «être devant le Seigneur», «vivre dans le royaume de Dieu». La difficulté d'être humble, de renoncer à cette partie d'un monde frivole pour vivre dans la prière, d'annuler ses propres désirs d'écouter ceux du Seigneur, j'aimerais vraiment comprendre ce que je suis en train de perdre! J'essaie d'écouter, de saisir, j'ai l'air d'un aspirateur essayant parfois de ramasser les miettes de cet amour et qui ne peut pas les tenir dans ses mains si ce n'est pour quelques secondes. Faisons de cet Avent notre grande occasion, faisons nous aidés par la Mère parfaite, par le meilleur collaborateur de Dieu pour être comme elle, car seulement à travers elle nous pouvons espérer faire naitre Jésus en nous, seulement à travers le sein immaculé qui a été choisi par Dieu comme sa première demeure.

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    1. Commentaire de l'Abbé Antoni CAROL i Hostench
      (Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui nous devrions être émus par le soupir du Seigneur: «A qui vais-je comparer cette génération?» (Mt 11,16). Jésus est abasourdi par nos cœurs souvent anticonformistes et ingrats. Nous ne sommes jamais contents, nous sommes toujours en train de nous plaindre. Nous osons même l'accuser et le rendre responsable de tout ce qui nous incommode. Mais «la sagesse de Dieu se révèle juste à travers ce qu'elle fait» (Mt 11,19): il suffit de contempler le mystère de Noël. Et nous? Comment est notre foi? Est-ce qu'avec nos lamentations nous n'essayons pas de dissimuler l'absence de réponse? Voilà une bonne question à se poser en ce temps de l'Avent! Dieu vient à la rencontre de l'homme, mais l'homme –et plus particulièrement l'homme moderne– se cache. Certains, comme Hérode ont peur. D'autres, sont, tout simplement, dérangés par sa présence: «A mort! A mort! Crucifie-le!» (Jn 19,15). Jésus est «Dieu-qui-vient» (Benoit XVI) et nous nous ressemblons à «l'homme-qui-part»: «Il est venu chez les siens, et les siens ne l'ont pas reçu» (Jn 1,11). Pourquoi fuyons-nous? A cause de notre manque d'humilité. Saint Jean-Baptiste recommandait de nous "diminuer". Et l'Eglise nous le rappelle chaque année à l'arrivée de l'Avent. Ainsi donc, faisons nous tout petits afin de pouvoir comprendre et accueillir le "Petit-bon-Dieu". Il se présente à nous dans l'humilité de ses couches: et jamais auparavant on n'avait annoncé un "Dieu-avec-des-couches"! Nous faisons une piètre image aux yeux de Dieu quand nous prétendons nous cacher derrière des fausses excuses et de faux prétextes. Déjà au printemps de l'humanité Adam rejette la faute sur Eve, Eve sur le serpent et… même après tant de siècles, nous n'avons pas changé. Mais Jésus-Dieu arrive dans le froid et la pauvreté extrême de Bethléem et ne nous a fait aucun reproche. Au contraire!: il commence déjà à porter sur ses petites épaules toutes nos fautes. Alors, allons-nous avoir peur de Lui? Est-ce que nos excuses seront valables face au Petit Dieu? «Le signe de Dieu est l'Enfant: apprenons à vivre avec Lui et à pratiquer comme Lui l'humilité» (Benoit XVI).

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