giovedì 31 agosto 2017

(Mt 25,1-13) Ecco lo sposo! Andategli incontro! 

VANGELO DI VENERDì 1 SETTEMBRE 2017
(Mt 25,1-13) Ecco lo sposo! Andategli incontro!
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore


Rev. D. Joan Ant. MATEO i García
(La Fuliola, Lleida, Spagna)
Oggi, Venerdì XXl del tempo ordinario, il Signore ci ricorda nel Vangelo che bisogna essere sempre vigilanti e preparati ad incontrarci con Lui. A mezza notte, in qualunque momento, possono chiamare alla porta ed invitarci ad uscire per ricevere il Signore. La morte non chiede un appuntamento previo. Veramente, «non conoscete né il giorno né l'ora» (Mt 25,13).
Vigilare non significa vivere con paura ed angoscia. Significa vivere in un modo responsabile la nostra vita di figli di Dio, la nostra vita di fede, speranza e carità. Il Signore aspetta continuamente la nostra risposta di fede ed amore, costanti e pazienti, tra le occupazioni e preoccupazioni che vanno tessendo il nostro vivere.
E questa risposta solamente la possiamo dare noi, tu ed io. Nessuno può farlo in nostra vece. Questo è ciò che significa il negarsi delle vergini prudenti a cedere parte del loro olio per le lampade spente delle vergini stolte: «andate piuttosto dai venditori e compratevene» (Mt 25,9). Così la nostra risposta a Dio è personale ed intrasferibile.
Non aspettiamo un “domani” —che forse non verrà— per accendere la lampada del nostro amore per lo Sposo. Carpe diem! Bisogna vivere in ogni istante della nostra vita tutta la passione che un cristiano deve sentire per il suo Signore. È una frase conosciuta, ma che vale la pena ricordarla nuovamente: «Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse il primo della tua esistenza, come se fosse l'unico giorno di cui disponiamo, come se fosse l'ultimo giorno della nostra vita». Un richiamo realista alla necessaria e ragionevole conversione che dobbiamo portare a buon fine.
Che Dio ci conceda la grazia nella sua grande misericordia di non sentire nell´ora suprema: «In verità vi dico: non vi conosco» (Mt 25,12), vuol dire, «non avete avuto nessun rapporto né tratto con me». Trattiamo il Signore in questa vita in modo tale da essere conosciuti ed amici suoi nel tempo e nell'eternità.

mercoledì 30 agosto 2017

(Mt 24,42-51) Tenetevi pronti.



VANGELO DI GIOVEDì 31 AGOSTO 2017

(Mt 24,42-51) Tenetevi pronti.




+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.

Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

Parola del Signore









COMMENTO



+ Rev. D. Albert TAULÉ i Viñas

(Barcelona, Spagna)

Oggi, il testo evangelico ci parla dell'incertezza del momento in cui verrà il Signore: «non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (Mt 24,42). Se vogliamo che ci trovi svegli al momento del suo arrivo, non possiamo distrarci ne addormentarci: bisogna essere sempre preparati. Gesù ci da molti esempi di questa attenzione: quello che vigila caso mai venisse un ladro, il servo che vuole compiacere il padrone... Forse oggi ci parlerebbe di un portiere di calcio che non sa ne quando ne come gli arriverà il pallone..

Ma, forse, dovremmo prima chiarire di quale venuta ci si parla. Si tratta dell'ora della morte? Si tratta della fine del mondo? Certamente, sono venute del Signore che Lui ha lasciato volutamente nell´incertezza per suscitare in noi un’ attenzione costante. Ma, facendo un calcolo di probabilità, forse nessuno della nostra generazione sarà testimone di un cataclisma universale che metta fine all'esistenza della vita umana in questo pianeta. E, su quello che riguarda la morte, questa solamente succederà una volta e basta. Mentre ciò non accade, non ci sarà nessun’ altra venuta più vicina di fronte alla quale converrà essere sempre preparati?

«Come passano gli anni! I mesi si riducono a settimane, le settimane a giorni, i giorni a ore e le ore a secondi...» (San Francesco di Sales). Ogni giorno, ogni ora, in ogni istante il Signore è vicino alla nostra vita. Attraverso le ispirazioni interne, attraverso le persone che ci circondano, i fatti che vanno succedendosi, il Signore bussa alla nostra porta e, come dice l'Apocalissi: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20). Oggi, se facciamo la comunione, questo accadrà un’ altra volta. Oggi, se ascoltiamo pazientemente i problemi che altri ci affidano o diamo generosamente i nostri soldi per aiutare in una necessità, ciò tornerà a succedere. Oggi, se nella nostra preghiera personale riceviamo —improvvisamente— un’ispirazione inattesa, ciò tornerà ad accadere.

martedì 29 agosto 2017

(Mt 23,27-32) Siete figli di chi uccise i profeti.



VANGELO DI MERCOLEDì 30 AGOSTO 2017
(Mt 23,27-32) Siete figli di chi uccise i profeti.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
Parola del Signore


RIFLESSIONE DI + Rev. D. Lluís ROQUÉ i Roqué
(Manresa, Barcelona, Spagna)

Oggi, come nei giorni scorsi ed in quelli seguenti, vediamo Gesù, fuori di sé, condannando atteggiamenti incompatibili con una vita degna, non solo da cristiani ma per fino da esseri umani: «All’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità» (Mt 23,28). Queste parole vengono a confermare che la sincerità, l’onestà, la lealtà, la nobiltà, sono virtù amate da Dio e, pure, molto apprezzate dagli esseri umani.

Per non cadere, quindi, nell’ipocrisia, devo essere assai sincero. In primo luogo, con Dio perché vuole che sia puro di cuore e che detesti ogni classe di bugia perchè Egli è assolutamente puro, è la Verità assoluta. In secondo luogo, con me stesso, perché non sia proprio io il primo ad essere ingannato all’espormi a peccare contro lo Spirito Santo, non riconoscendo i miei peccati ne manifestandoli con chiarezza nel sacramento della Penitenza, o al non aver sufficiente fiducia in Dio, che non condanna mai a chi fa da figlio prodigo, ne condanna nessuno per il solo fatto di essere peccatore, ma perché no si riconosce come tale. In terzo luogo, poi, con gli altri, perché –come Gesù- a noi tutti, fa rabbia la bugia, l’inganno, la mancanza di sincerità, di onestà, di lealtà, di nobiltà…, e, precisamente per questo, dobbiamo applicarci il principio: «Quello che non vuoi per te, non farlo agli altri».

Questi tre atteggiamenti – che possono essere considerati di buon senso- dobbiamo farli nostri per non cadere nell’ipocrisia e renderci conto che abbiamo bisogno della grazia santificante, a causa del peccato originale provocato dal “padre della bugia”: il demonio. Perciò terremo presente l’esortazione di san Giuseppemaria Scrivà: «Al momento dell'esame sta' in guardia contro il demonio muto»; avremo presente anche Origene, che dice: «Ogni falsa santità resta morta perché non viene impulsata da Dio», e ci faremo guidare sempre dal principio elementare e semplice proposto da Gesù :«Sia…il vostro parlare:”Sì, sì”; “No, no”» (Mt 5,37).
Maria non spreca parole, ma il suo “Sì” al bene, alla grazia, fu unico e verace; il suo “No” al peccato fu chiaro e sincero.

lunedì 28 agosto 2017

(Mc 6,17-29) Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.

VANGELO
(Mc 6,17-29) Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guida il mio cuore e la mia mente verso la luce della Parola di Dio, perché, anche attraverso la mia oscurità, possa rifletterla per me e per chi il mio Signore vuole che legga. Sembra che ci sia sempre tempo per decidere, per scegliere... Erode prendeva tempo, trattenendo alla sua corte Giovanni il Battista. Non sapeva di preciso chi era, ma lo incuriosiva. Sapeva che quello che Giovanni gli rimproverava era vero, ma non riusciva a liberarsi da quella schiavitù che lo aveva portato a rubare la moglie al fratello. Quella donna lo aveva stregato nel corpo e nella mente; lui, che si sentiva così potente da poter avere tutto, era impotente davanti alla lussuria ed al peccato, perché non sapeva resistergli. A volte nascondiamo dietro alla nostra sete di libertà, solo l’incapacità di vincere sul peccato, e pur sapendo quello che è giusto, non riusciamo a farlo. Quando uno accetta di vivere con la corruzione, col male, col peccato, perde sempre il controllo della situazione e per un ballo eccitante della figlia di Erodiade, per una promessa fatta giurando sul male, per non passare da bugiardo davanti agli altri, ecco che lo scempio si compie e la testa di Giovanni cade, servita su un vassoio alla richiesta vergognosa di Salomè , conformata a quella della madre. Anche oggi compromessi e ricatti, per chi al potere usa la sua posizione per vivere una vita di lussi e vizi, invece che per amministrare onestamente. Non accettiamo il compromesso tra bene e male perché non esiste, è solo un'illusione che satana insinua nelle nostre menti per farci abituare al male fino a legittimarlo ai nostri occhi.

domenica 27 agosto 2017

(Mt 23,13-22) Guai a voi, guide cieche.

VANGELO
(Mt 23,13-22) Guai a voi, guide cieche.


+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore e fammi sentire forte la tua voce, come facesti in quei tempi, e fa che la voce di chi vuole mettere a tacere la mia coscienza non soffochi la tua.


Che cosa impediva agli scribi ed ai farisei di ascoltare Gesù?
Erano pieni di orgoglio e superbia!
Ma attenzione... vale anche per noi oggi questo monito.
Oggi poi davvero diventa difficile capire qual’è la verità, per quanto la parola di Dio è stata rimaneggiata, alterata, resa leggibile oppure solo resa piena di tutto quello che gli uomini, pieni di zelo, hanno saputo metterci sopra.
Io conservo una vecchia Bibbia di quando ero fanciulla ed onestamente, mi trovo così bene con quella che a volte, mi sembra di leggere un’altro libro.
In ogni edizione la arricchiscono con spiegazioni, immagini, commenti... ma le parole, non possono competere con “LA PAROLA”.
(Gv 1,1) « In principio era il Verbo , il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. “
Guardando a Gesù che è la parola incarnata, se vogliamo, possiamo capire come viverla.
Gesù è amore per coloro che soffrono: “I poveri e i sofferenti li avrete sempre con voi”, (Mt 26,11), curare un ammalato, accoglierlo, servirlo, è servire Cristo: il malato è la carne di Cristo.
Gesù è perdono: ( Lc 6,36 ) “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati…
Gesù è fedeltà: Poteva dire non ce la faccio più, come diciamo noi molto spesso, ma ha detto (Lc. 22,42) ”Non la mia ,ma la tua volontà sia fatta”
Guardando Gesù chiediamoci, che farebbe Lui al mio posto, e non stiamo a pensare a quello che è più conveniente.
Molti scribi e farisei, si comportano secondo il loro interesse perché glielo permettiamo, perché non siamo di nessun aiuto quando ci rendiamo complici di chiacchiere e malefatte.

sabato 26 agosto 2017

(Mt 16,13-20) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli. 

VANGELO
(Mt 16,13-20) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito che ispiri la Chiesa e la guidi, assisti anche questa piccola zappa spuntata di Dio che si affida a Te. 

La Chiesa non può essere guidata da chi non vede quanto c’è da fare.
La Chiesa non è un ufficio in cui si amministra . 
La Chiesa è un’insieme di anime che deve seguire un uomo, Gesù Cristo, e non un’ideologia . 
La chiesa deve includere e non escludere. 
La Chiesa deve curare e non considerare alcuni infetti. 
La Chiesa va avanti per tutti noi, nonostante noi. 
Papa Francesco rappresenta Gesù Cristo oggi. 
Gloria e onore a Gesù Cristo! 
Viva Papa Francesco.

venerdì 25 agosto 2017

(Mt 23,1-12) Dicono e non fanno.

VANGELO
(Mt 23,1-12) Dicono e non fanno.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Parola del Signore  


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e aiutami, togli da me la confusione e la tristezza di che s che non ha nulla da insegnare e tutto da imparare, e sente il peso di dover scrivere queste due righe con Te. Una cosa è certa, Dio conta su di noi, ma certe volte mi rendo conto che più ci sentiamo saggi e più siamo stolti, e questo mi fa stare male. Troppo presi da quello che crediamo importante, non ci accorgiamo che siamo più che altro attirati da quello che ci fa sentire importanti. Basta guardare come ci comportiamo... tra chi cerchiamo collaboratori, quante critiche facciamo invece di aiutare. L’umiltà non ci appartiene, siamo sempre in mostra ed invece dovremmo cercare di fondare tutto sull’amore. Che intendo per fondare tutto sull’amore? Fare semplicemente quello che Gesù ci ripete da tempo, amare Dio e portare questo amore verso il prossimo. Quindi evitiamo per compiacere qualcuno, di allontanare in malo modo i poveri dalla chiesa. Evitiamo di dire che tizio non sa leggere davanti all’ assemblea , ma troviamo qualcosa più adatta a lui/lei per farlo partecipare e se sappiamo fare qualcosa di buono, ricordiamoci che è perché qualcuno ha avuto la grazia di insegnarcelo. Non consideriamo un tesoro geloso quello che deve essere amorosamente condiviso.

giovedì 24 agosto 2017

(Mt 22,34-40) Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.



VANGELO DI VENERDì 25 AGOSTO 2017
(Mt 22,34-40) Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Parola del Signore  



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Santo Spirito e portami dove l’amore parla ed io ascolto.

Ho scelto un’immagine un po’ esagerata, ma poi non tanto, sicuramente provocatoria.
Tutti si affannano a studiare, molti ad insegnare, pochi s’impegnano ad amare!
Allora tutto diventa vano. Si creano parrocchie efficienti, piene di brave persone, di laici e sacerdoti che veramente si donano e cercano di creare intorno a loro un ambiente sereno, amicale, un agàpe.
Agàpe significa amore disinteressato, fraterno, smisurato. Questo è l'amor di Dio nei confronti dell'umanità e deve diventare condivisione perché il cerchio possa considerarsi chiuso, ma , c’è un ma troppo spesso; ci si chiude in un bel cerchio e si lascino fuori molti fratelli che continueranno a non sentirsi amati da Dio per colpa nostra.

mercoledì 23 agosto 2017

(Gv 1,45-51) Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.

VANGELO DI GIOVEDì 24 AGOSTO 2017
(Gv 1,45-51) Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore.





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami Signore attraverso il Tuo Santo Spirito, a comprendere cosa mi vuoi dire oggi con questo brano del Vangelo.
VIENI E VEDI!
Sapete, dopo tanti anni ho capito che nel mio vagare, che chi avevo sempre inseguito, mi seguiva in silenzio, in attesa!
Natanaele cercava il Messia, ma aveva idee sue su come doveva essere il Signore che cercava. Da Nazaret ,un paese così piccolo, non può venire nulla di buono... come può il Messia venire da questo nulla?
Dio è questo! Natanaele se ne renderà conto, quando comprenderà che quello sguardo di Gesù lo aveva sempre seguito, che lui non se ne era accorto perché cercava qualcuno che aveva immaginato secondo i suoi preconcetti.
La fede in Dio si dimostra invece qualcosa di diverso, di nuovo, di sconosciuto; la Fede di ognuno di noi cresce con la conoscenza, con la frequentazione, con la presenza di Dio in noi.
Ecco che allora anche da noi, dal nostro nulla, potrà nascere qualcosa che ci farà dire come Filippo: “ vieni e vedi”.

martedì 22 agosto 2017

(Mt 20,1-16) Sei invidioso perché io sono buono?

VANGELO
(Mt 20,1-16) Sei invidioso perché io sono buono?
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Parola del Signore  



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidami alla vera conversione del cuore, fa che io possa rendere grazie per la tua sapienza, bontà e misericordia. Amen.
Una parabola che fa male un po’ a tutti, perché credo che nessuno si possa guardare dentro senza sentirsi toccato da queste parole.
Ci sembra sempre di dare più di quanto riceviamo, di essere migliori degli altri, di meritare di più, ed è questo pensiero che spesso causa in noi delle aspettative sbagliate. È facile restare intrappolati nel ciclo del “meritare”, tanto facile quasi come raggiungere uno stato di frustrazione provocato dal non possedere quello che si crede di meritare, anche se non si sa il perché.
Quello che ce lo fa pensare è che invece di gareggiare nello stimarci a vicenda, come dice l’apostolo Paolo, gareggiamo spesso nel confrontarci con gli altri cercando di mettere in luce i difetti altrui.
Ecco che allora tiriamo fuori dal nostro cilindro, come per magia, le cattiverie, le invidie, le gelosie più assurde.
Leggendo la Bibbia, troviamo spesso storie di gelosie, perché nessuno ne è esente, purtroppo; ma la cosa meravigliosa è che volendo apparire sempre migliori di quello che siamo, le camuffiamo chiamandole “ ingiustizie.”
Una cosa molto attuale per esempio, è tutto questo parlare dello Ius soli, se sia giusto o no concederlo... allora io mi chiedo, ma se il mondo è stato creato per tutti gli uomini, perché ce lo siamo diviso in territori, e ce lo litighiamo cercando di conquistarne sempre un pezzettino in più, spintonando fuori gli altri? La nostra coscienza ci dice che abbiamo più diritti degli altri ? Che meritiamo di più perché siamo migliori? A volte sembriamo come animali che segnano il territorio, dimenticando di ringraziare per ciò che abbiamo senza merito, e di condividerlo con gli altri.
Chi sono i buoni? Uno solo è buono, quello che ci ha dato tutto, anche se stesso, ed ancora non abbiamo capito!

lunedì 21 agosto 2017

(Mt 19,23-30) È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.

VANGELO 
(Mt 19,23-30) È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Parola del Signore






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito del Signore, guida il mio cuore, conducimi per mano dove vuoi, e fa che nulla mi trattenga.
Le cose a cui siamo attaccati nella nostra vita, sono veramente tante ed è per questo che ci riesce così difficile seguire il volere di Dio. Non è solo una questione di ricchezza, ma di non saper fare a meno di troppe cose, che ormai, come droghe ci sembrano indispensabili. Il progresso ci ha reso schiavi, vedi quanto sembrano importanti i mezzi di comunicazione, ed in parte lo sono, ma per parlare con Dio non serve il cellulare e neanche il computer. Vanità ... tutto è vanità, tutto è vano, non cambia le cose, non cambieremo il corso della vita, non ci porteremo via nulla, ma per colpa di tante cose, possiamo perdere la cosa più importante, la chiave del regno. Abbiamo compreso che vuol dire " lasciare tutto" di Gesù, e pur avendone capito l'importanza, pur capendo di essere schiavi dei nostri averi, abbiamo difficoltà a distaccarcene. Quello che ci rende tutto difficile, è che viviamo come se fossimo eterni, nel momento delle scelte di vita, prevale il tutto e subito. La nostra breve vita di passaggio sulla terra, non viene presa in considerazione per quella che è ma per il tutto che abbiamo. Questo porta ad escludere che le nostre scelte siano basate sull’ eternità, ma vissute sulla temporalità della vita terrena. A che serve essere Cristiani se non riusciamo a vivere da figli di Dio e coeredi della realtà celeste? A che serve credere nella resurrezione di Cristo se non crediamo nella nostra resurrezione? Perché non riusciamo a vivere il Dio presente, relegandolo a qualcosa di indefinito che forse troveremo alla fine della vita e non capiamo che il regno che Dio ci ha preparato, è il fine della vita, e che se falliamo in questo, tutto il resto a cui teniamo tanto, sarà la causa della nostra rovina.

domenica 20 agosto 2017

(Mt 19,16-22) Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nel cielo.

VANGELO
(Mt 19,16-22) Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nel cielo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Santo Spirito e liberami da tutto quello che mi impedisce di seguire Gesù. Non so se è perchè questo per me è uno strano periodo, ma quanto vorrei poter mollare tutto e perdermi dietro al Signore. Non è così facile seguire Gesù quando tutto ti rema contro, quando intorno a te tutto concorre a farti perdere la pace. Non è sufficiente seguire le regole, essere onesti, cercare di non reagire alle offese... purtroppo la nostra umanità esce sempre fuori e ci trascina lontani dalla meta. C’è chi pone le sue sicurezze nella ricchezza; chi nella famiglia; chi nella chiesa e lascia tutto per servire il Signore, ma poi si rende conto che non è al sicuro, che non è abbastanza libero, perchè si trova in un’organizzazione che lo riempie di lavoro. Io non so davvero come colmare quel divario che c’è tra la nostra vita e quello che Dio vorrebbe per noi, lo vorrei anche io con tutto il cuore, ma non so neanche da che parte cominciare. Quando vado all’adorazione,vorrei non dover più andare via, ma fuori da lì il mondo mi ripiomba addosso e tutto crolla. Crollano i buoni propositi, crolla la pace... e allora ti chiedo Gesù, fai Tu qualcosa perchè io sappia seguirti sul serio, io so solo vivere il compromesso, ma tu sai come indicarmi la vera via, aiutami!

sabato 19 agosto 2017

(Mt 15,21-28) Donna, grande è la tua fede!

VANGELO DI DOMENICA 20 AGOSTO 2017
(Mt 15,21-28) Donna, grande è la tua fede!
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Parola del Signore
  

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidaci all’ascolto della Tua parola, perchè possiamo comprendere quello che è l’insegnamento di Gesù.
Quante volte pensiamo che molti non meritano la salvezza?
Oggi proviamo a leggere questo brano del Vangelo, attribuendo a quelle briciole il perdono del Signore, la salvezza.
Gesù ci vuole indicare che la salvezza non ci viene per diritto, nè per appartenenza , ma è una grazia che per amore ci viene concessa. Ricordiamo la parabola del figliol prodigo, quando l’altro fratello che si era sempre comportato bene, ha un moto di gelosia ed invidia per quel fratello che ha dissipato ogni avere e viene riaccolto e perdonato dal Padre? In questo brano ci porta ancora oltre, concede la salvezza a chi arriva da lontano, a chi non gli è mai stato accanto e lo conosce solo per sentito dire e sa di Lui che è il Dio degli ebrei: “ Signore, figlio di Davide!”
Penso a Paolo, che sentendosi interrogato dagli ateniesi su cosa stesse predicando, rispose loro:
“ Ateniesi, vedo che sotto ogni aspetto siete estremamente religiosi. Poiché, passando, e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio sconosciuto. Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio .”
Ecco chi è Dio, è colui che porta la salvezza; è quello che non appartiene a nessuno per diritto, ma che placa le ricerche di chi non ha ancora trovato pace.
Noi sappiamo come è facile smarrirci tra tutte le nostre idee, ma ci sono dei momenti in cui non sappiamo più a chi chiedere aiuto, ci sentiamo inermi davanti al dolore, come in questo episodio, di una mamma che soffre nel vedere la figlia posseduta dal demonio, ed oggi molti sono i demoni che catturano i nostri figli.
Ecco allora che la preghiera sale dal cuore alle labbra, la preghiera di chi sa di non essere degno neanche di chiedere aiuto: “ Pietà di me “, “ Io non sono degno”, “ io non merito “,“ma non c’è nessuno che veramente sappia amare anche chi è lontano come me”, “non conosco altro Dio che ha pregato per salvare anche i suoi nemici”.
Mi capita spesso di parlare con chi pensa di non credere, e non mi preoccupo molto per loro, perché so che se stanno cercando le briciole del Vangelo e che il Signore vede e provvede anche per loro.

venerdì 18 agosto 2017

(Mt 19,13-15) Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli.

VANGELO DI SABATO 19 AGOSTO 2017
(Mt 19,13-15) Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito e guidaci, prendici per mano come bambini.
Questo brano mi parla personalmente.
Sono stata sempre convinta che i prescelti dal Signore, sono quelli che più sono attaccati dal demonio.
Gravidanze difficili, malattie infantili, incidenti, insomma sembra quasi che debbano lottare per poter vivere, e non poco.
Sono certa che il Signore li protegge e posa le sue mani sante su di loro, anche se non sembra possibile come il demonio, che chiamiamo destino, si accanisca così.
I bambini che oggi purtroppo non vengono più neanche battezzati... non sanno neanche com’è una chiesa... i bambini che vengono tenuti lontani da Dio, come se potessero venire contagiati!





Che tristezza tutto questo... e poi ci chiediamo perché il mondo è così cattivo!

giovedì 17 agosto 2017

(Mt 19,3-12) Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. 



VANGELO DI VENERDì 18 AGOSTO 2017
(Mt 19,3-12) Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Parola del Signore 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore mio, con il tuo Santo Spirito a parlarmi di quell’ Amore che ci lega oltre le nostre mancanze, vieni ed insegnaci a farlo parlare per primo al nostro cuore e alla nostra mente.
Non c’è legge che possa superare la legge dell’Amore di Dio, perché l’uomo non è superiore a Lui, e per quanto dica o faccia, alla fine della vita, la creatura tornerà dal suo Creatore e saremo giudicati per quanto saremo stati capaci di amore vero.
É chiaro che quando si parla di amore vero, non ci si riferisce a quello che si arrende davanti alle difficoltà, ma ad un amore che, come quello di Gesù non si ferma davanti al nostro peccato, non arretra davanti alla nostra ingratitudine.
Mosè non vede la terra promessa... leggendo la storia di quest’ uomo di Dio, vediamo che possiamo trovare tanti difetti, e probabilmente già da questo episodio narrato da Matteo, troviamo uno di questi peccati, accettare i compromessi per piacere agli uomini, non saper andare contro la durezza del loro cuore.
In questo brano del Vangelo poi, Gesù si spinge oltre, là dove solo l’amore per Dio può portare, parla infatti di coloro che scelgono di rinunciare a formarsi una famiglia per servire Dio.
Tante volte pensiamo di poter mantenere quello che promettiamo... ma senza l’ aiuto di Dio e con l’intromissione di satana, tutto diventa difficile.
Preghiamo sempre per non essere troppo sicuri di saper vincere le tentazioni, per non cedere ai compromessi con il peccato , per saper rinunciare al nostro orgoglio e perdonare le offese ed i tradimenti, come Dio li perdona a noi.

mercoledì 16 agosto 2017

(Mt 18,21-19,1) Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

VANGELO
(Mt 18,21-19,1) Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, guida la mia mano, perché io possa scrivere solo quello che per Te è giusto. La legge del perdono è una legge non scritta nel decalogo, ma decisamente pronunciata da Gesù, per chi cercava di fingere di ignorarla. La Bibbia non parla di altro, che dei continui fallimenti degli uomini, e nell’antica legge giudaica, il perdono non era certo contemplato e la giustizia degli uomini somigliava molto più una vendetta : occhio per occhio – dente per dente. Ma Gesù è molto chiaro, se non perdoneremo non saremo perdonati. Non si parla mai del grado dell’offesa, di quanto fosse giusta o meno, anzi visto che ci dice di seguirlo e lasciare la nostra mentalità terrena, l’unico termine di paragone è Lui. Morto ammazzato ingiustamente, con una crudeltà senza pari e fino all’ ultimo chiede perdono per gli uomini di tutti i tempi, a Dio Padre. Padre perdonaci, perché non sappiamo perdonare neanche la più piccola delle offese e perdona chi ci offende con il Tuo perdono che è perfetto. Facci dono della carità senza limiti, della misericordia che abbraccia tutti e dell’amore che non conosce ostacoli. Rendici Padre simili a Gesù Cristo, costi quel che costi, e non tenere conto delle nostre paure ed indecisioni, del nostro orgoglio e dell nostra cocciutaggine. Fa o Padre buono, che capiamo che il perdono è necessario e che dipende solo da noi.

martedì 15 agosto 2017

(Mt 18,15-20) Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello.

VANGELO
(Mt 18,15-20) Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello.


+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».


Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e donami la tua sapienza, non per mostrarla ma per essere la tua voce.
Uno dei più grandi problemi della società è quello della pace.
La prima cosa che serve per costruire la pace, è l’amore per i fratelli.
Se un fratello sbaglia, e non se ne avvede da solo, possiamo avvisarlo, con delicatezza, a tu per tu,e soltanto a lui,senza parlarne prima con nessuno.
Se ci scolterà e comprenderà subito il suo errore, ci ringrazierà; ma se non dovesse essere così, dobbiamo dargli il tempo di riflettere e non correre a sputtanarlo a destra e a manca.
Questo non sarebbe difficile se la nostra fosse veramente una correzione fraterna, ma troppo spesso non facciamo altro che puntare il dito e giudicare.
Anche la comunità in cui viviamo deve avere un codice di comportamento basato sull’amore, in comunione di preghiera... ma il più delle volte è tutto così falso, così sterile.
La preghiera e l'invocazione allo spirito Santo, rimettono tutto nelle mani del Creatore, risolvono dubbi e affidano al Signore ogni cosa.
Non lasciamo che l’orgoglio, il giudizio, l’ intemperanza vincano sulla fiducia in Dio, e ricordiamoci che se non sappiamo concedere il perdono, non ci verrà perdonato nulla.
Per essere eredi del regno, bisogna essere fratelli di Gesù e Lui ci dice molto chiaramente cosa dobbiamo fare; non facciamo finta di non capire!
Se serbiamo rancore nel cuore e con indifferenza andiamo a fare la comunione, stiamo facendo tutt’altro che quello che ci insegna il Signore, e purtroppo vuol dire che stiamo seguendo un altro maestro, satana.

lunedì 14 agosto 2017

(Lc 1,39-56) Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

VANGELO
(Lc 1,39-56) Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore 


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA. 

Spirito di Dio, davanti a questa preghiera che è il cantico di gioia di Maria, non oso pregarti con parole, e mi pongo in silenzio all’ascolto, mentre il mio cuore trema. Mi sembra quasi di sentirla Maria... mentre finalmente può gridare la sua gioia,la sua meraviglia! Solo Elisabetta può capirla, perchè anche su di lei è scesa la grazia del Signore, anche lei che tutti dicevano sterile, è incinta perchè il Signore gli ha concesso la grazia. Prima di loro c’ era stata un’ altra donna che tanto aveva sperato nella grazia di Dio,ricordate? (1 Sam. 9-18) Anna, moglie di Elkana, che fa una preghiera meravigliosa chiedendo la grazia di un figlio dice: “ Se mi darai un figlio, ti prometto di consacrarlo per sempre al tuo servizio.” Maria e la Chiesa, Maria è la chiesa, è colei che lotta contro il male, è con la preghiera del rosario che noi chiediamo a Maria di sorreggerci in questa lotta contro il male. Papa Francesco dice che il rosario ha una dimensione “agonistica”, cioè di lotta, e spesso, pregando, sento che la speranza diventa talmente forte da poter essere chiamata certezza, e non perchè il Signore mi accontenta, ma perchè mi rende felicemente consapevole di obbedire alla sua volontà.

domenica 13 agosto 2017

(Mt 17,22-27) Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.

VANGELO
(Mt 17,22-27) Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Grande e meraviglioso Dio, che ci doni il tuo Santo Spirito, ti prego, perdonaci se continuiamo ad essere così piccoli, se continuiamo a dire di avere fede e non riusciamo mai a cambiare veramente, se mettiamo davanti a Te tutto e tutti ed abbiamo bisogno di aver paura di averti perduto per tornare a cercarti. Ancora una volta le parole di Gesù sconvolgono i discepoli...il figlio dell’uomo dovrà morire, ucciso da altri uomini, ma risorgerà! Loro hanno visto Gesù resuscitare i morti, ma non hanno compreso bene il mistero, il velo che oscura la comprensione umana è su di loro . Spesso usiamo parole più grandi di noi...diciamo di credere,di avere fede, di essere convertiti...e poi,per trovare Gesù al centro del nostro cuore,dobbiamo scavare parecchio, soffocato com’è da tutto quello che viene prima di Lui. Per Dio non è così, solo il suo cuore è talmente grande da saperci tenere al centro del suo amore, solo Lui ha accettato un destino terribile che non meritava,che non gli apparteneva, perché in nessun modo aveva mai ceduto alle lusinghe del male. Gesù vuole pagare una tassa che non dovrebbe pagare, ma accetta di pagarla per rendere liberi i figli degli uomini , la sua persona non sarà sporcata dal peccato, nè sconfitta dalla morte. Il povero Pietro sempre più sballottato tra le sue idee e quello che Gesù gli dice, ha la possibilità di capire che cosa è la divina provvidenza, trovando la moneta nel pesce, riuscirà a comprenderlo? E noi siamo in grado di capire che Dio non ci abbandona? Alcune cose necessarie per la nostra vita non ci mancheranno mai, dipenderà molto da quello che consideriamo necessario... io ho una grande richiesta da fare a Gesù: Signore aumenta la mia fede!

sabato 12 agosto 2017

(Mt 14,22-33) Comandami di venire verso di te sulle acque.



VANGELO DI DOMENICA 13 AGOSTO 20117
(Mt 14,22-33) Comandami di venire verso di te sulle acque.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e porta la sapienza del Signore, per me che scrivo e per chi legge, perché nessuno resti confuso.
Questo brano del Vangelo è stato letto e spiegato in tutti i modi possibili... ma oggi voglio vedere Pietro che ha ripetuto più volte che ama Gesù, ha lasciato tutto per seguirlo.
Lui è quello che Gesù sceglie per guidare la sua Chiesa; non mette in dubbio la sua fede e si butta dalla barca per andare verso Gesù sulle acque.
Nessun altro si lancia, solo lui e per un po’ riesce anche a camminare sull’ acqua, ma poi che succede?
Il vento era forte e si mette paura... anche Pietro, rude e forte, Pietro che era sicuro di aver fatto tutto... comincia ad vere dei dubbi.
La fede non nasce da sola, abbiamo detto spesso che è un dono di Dio e che sta a noi mantenerla viva, conservarla, farla maturare.
Sicuramente non era la preghiera che mancava al povero pescatore, non era la voglia di seguire Gesù, ma forse uno dei suoi errori era quello di pensare di conoscere il mare , proprio perché era il suo elemento.
Ma questo Vangelo ci porta a riconsiderare in che modo ritrovare il Signore, perchè non è nella potenza delle acque, nè nell’ impegno di Pietro, ma proprio in quei dubbi che lo rendono tanto fragile da gridare :” Signore Salvami”
Si Pietro, il Signore è proprio lì, in questi tuoi dubbi, nel fatto che pensavi di stare al sicuro con la tua bella fede certa, nella tua solitudine di fronte al mare mosso.
La solitudine a volte, non è stare soli, ma non poter parlare con nessuno di quello che si ha nell’angolo recondito del cuore, è essersi trasformati da uomini fragili a personaggi che devono rendere conto del proprio modo di comportarsi; è avere il dovere di dare l’esempio.
Quante volte mi sono trovata in questa situazione, quanti dubbi, quanta voglia di scappare davanti a tutte quelle persone che pretendono da me una correttezza morale addirittura esasperante.
Ci si ritrova giudicati per tutto; basta una foto, una barzelletta, una frase per finire nel mirino di chi si è creato di te un’immagine che con niente si distorce.
Ricordo che una volta per aver messo su fb una scenetta di “ricomincio da 3” mi sono sentita dare della blasfema.
E chi non dubiterebbe in questa giungla di tentatori e tentazioni , chi non avrebbe voglia di mollare tutto e lasciarsi andare visto che non si riesce ad essere sempre coerenti, sempre perfetti?
Ma Dio è con noi, peccatori dubbiosi come Tommaso, come Pietro... come chiunque pensa di poter fare da solo...perché quando si ha paura di cadere , si cerca la mano di Dio che ci solleverà.

venerdì 11 agosto 2017

(Mt 17,14-20) Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile.

VANGELO
(Mt 17,14-20) Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Parola del Signore.








LA MIA RIFLESSIONE PREGHIERA
Ti invoco Santo Spirito, che per potenza divina abbiamo ricevuto, di aiutarci a vivere in santità, per onorare Dio e Dio solo.
Una cosa che mi è subito evidente è come quest’uomo non si arrenda davanti alla prima non riuscita da parte dei discepoli di Gesù…ecco che va alla fonte, si rivolge a Gesù stesso, ed è esaudito. Se la nostra fede fosse così forte…se riuscissimo a non fermarci davanti a niente, se tutti gli ostacoli fra noi è Dio avessero come unico mediatore Gesù Cristo, se noi avessimo fede come un granello di senape…..Ma la nostra umanità è più forte della nostra fede, chiediamo, preghiamo, ci sforziamo di credere sempre di più, ma non raggiungiamo mai quella santità che ci rende veri discepoli di Gesù.I santi, questi sconosciuti, che operano miracoli in vita e dopo, perché riescono ad essere un tutt’uno con Cristo Gesù, sono ancora mille miglia lontani da noi. Leggiamo di loro, ma non riusciamo a penetrarne il segreto della fede, non riusciamo ad abbandonarci a Dio come loro hanno fatto, eppure altro non erano, e non sono, che uomini come noi, e dobbiamo aspirare a diventare anche noi Santi, non per la gloria degli uomini, ma perché nulla potrebbe essere più bello che riuscire ad essere così in comunione con Cristo. Eppure restiamo qui, ancorati alla nostra preghiera stanca e inconcludente, mentre il Signore ci mostra come la vera fede trasfigura. La domanda che cosa dobbiamo fare, non è quella giusta. Signore facci essere come Te, donaci la Tua fede, donaci la potenza del Tuo essere perché possiamo essere solo tuoi, possiamo farti vivere in noi, fa che tutto quello che c’è di così umano e terreno che c’impedisce di raggiungerti, sia spazzato via dal tuo Santo Spirito, e che abbracciati ed uniti a te possiamo farti operare attraverso di noi: Questa forse dovrebbe essere la nostra preghiera, e dovrebbe essere talmente forte e sincera da non tremare di fronte a nulla, da aver paura di non farcela, ma consapevole del “ Sia fatta la Tua volontà ” che ogni giorno diciamo senza neanche rendercene conto.

giovedì 10 agosto 2017

(Mt 16,24-28) Che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? 

VANGELO
(Mt 16,24-28) Che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o mio Signore, aiutami, con il tuo Santo Spirito infuocami, con il tuo amore guariscimi, con la tua sapienza illuminami e fa che io possa essere per i miei fratelli una lucina... piccolissima lucina che cammina verso Te anima della mia anima. Ti amo!
Andare dietro a Gesù , rinunciare a se stessi, prendere la propria croce... meglio non pensare a cosa significa e a quanto ci costa , anche perché ci confonderemmo pensando che Dio ci chiede grandi cose. Invece quello che dobbiamo cercare di fare, è imparare ad essere fedeli nel nostro piccolo. Resistere alle tentazioni è già un punto di partenza; occuparci di chi soffre, di chi è solo, aiutare, servire! Non dobbiamo cercare la perfezione, né in noi né negli altri, ma mettiamoci in testa che nessuno può essere delegato a fare quello che noi dobbiamo fare, e che non c’ è niente che ci può fermare se siamo pieni di Spirito Santo. Non salveremo mai il mondo, non libereremo l’Africa dalla fame, ma con qualche amica e poco per volta, potremo aiutare dei bambini ad avere una speranza che nessun altro può dargli, perchè ad ognuno di noi è affidato un piccolo della terra. Tutto quello che faremo con e per il Signore, sarà, non solo ben fatto, ma anche ben retribuito. Gesù stesso, fornirà i mezzi per far fronte a tutto ciò, la cosa importante è non arrendersi mai, non farsi distrarre dal mondo e sedurre, o spaventare da chi ci sta intorno, che è contro Dio, ma che è anche nostro fratello, ed è pregando per lui che forse, salveremo la sua e la nostra anima.

mercoledì 9 agosto 2017

(Gv 12,24-26) Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.

VANGELO
(Gv 12,24-26) Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA Vieni o Santo Spirito e porta in me la luce, fa che io sappia vedere,sappia ascoltare e sopra ogni cosa, sappia vivere la Tua parola.
Questo brano del Vangelo è sicuramente uno dei più suggestivi, io lo amo da quando ho cominciato a sentirmi seme. Tutto è molto semplice quando il Signore ci fa sentire la sua presenza, quando, come dico io, ci porta in braccio. All’inizio di ogni conversione è un po’ così, ci si sente come gli innamorati, ed il Signore ci insegna come è bello vivere accanto a Lui. Ma c’è sempre un momento in cui ci mette alla prova, ci lascia da soli e vuole vedere come camminiamo. Sconcerto, solitudine, paura...ci sembra di aver perso tutto, di non saper camminare, di non saper più comportarci come prima, quando Lui era con noi. La nostra fede viene messa alla prova, riceviamo scossoni da ogni parte, ed abbiamo la sensazione di sentirci soli, inutili, quasi orfani , vuoti...proprio come un chicco di grano che è caduto lontano dalla spiga. É a questo punto che invece accade il miracolo, quel chicco torna a generarsi, trovando in se stesso la vita ; e così noi, impariamo a risollevarci, a cercare di tornare a quelle sensazioni di gioia e di pace che ci dava l’abbraccio con Gesù. Lo sposo è stato incontrato, ora dobbiamo dimostrare la nostra fedeltà, e poichè sappiamo per certo che Lui è un Dio fedele, impareremo ad aver fede in lui. Tutto quello che Dio ha fatto è per noi, è morto per amore nostro e noi per amore suo, dobbiamo imparare a far morire i nostri egoismi, i vizi, e al loro posto far germogliare le virtù perché prendano definitivamente il loro posto.

martedì 8 agosto 2017

(Mt 25,1-13) Ecco lo sposo! Andategli incontro!

VANGELO
(Mt 25,1-13) Ecco lo sposo! Andategli incontro!
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito di Dio, nella tua immensa bontà, rivestimi della tua forza per affrontare la prova.


Ecco lo sposo !
Lo abbiamo tanto atteso come completamento della nostra vita ed ora che è giunto il momento che facciamo?
Ci sono sempre vari modi di affrontare le cose, e spesso la nostra vita non sembra essere indirizzata bene; chi non ha sbagliato mai?
Tutti abbiamo vissuto un po’ alla rinfusa senza renderci veramente conto che ogni giorno può essere importante.
La vita è come una macina che il più delle volte ci schiaccia, ma anche se non ce ne rendiamo sempre conto, è una sequenza di piccole scelte.
Alla luce della fede è più facile sapere quello che è giusto e quello che è sbagliato, perché Dio ci ha fornito delle indicazioni precise, che sono l’imput per comprendere e saper discernere.
La parola di Dio è un gran dono, e anche se a qualcuno può sembrare incomprensibile, è lo stesso sposo che ci viene in aiuto.
“Me ne vado, ma non vi lascio soli, il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa. “
Questo è quello che deve alimentare la nostra lampada, la fiducia che Dio non ci lascerà mai, avremo sempre la sua mano su di noi, anche se in certi momenti non saremo in grado di sentirla.
Teresa Benedetta della Croce , al secolo Edith Stein , ha sicuramente cercato questa luce nel suo cuore, mentre intorno a lei l’orrore della guerra, forse la più terribile della storia del mondo fino ad oggi, faceva pensare che tutto fosse tenebra.
Quali sono i segni che fanno pensare alla fine di questi tempi? Sicuramente nell’ultima guerra c’era talmente tanta crudeltà verso altri esseri umani, che era difficile si potesse pensare a qualcosa di peggio... ma al peggio non c’è mai fine e la storia non ci ha insegnato nulla.
Eppure a quell’orrore si aggiungono gli errori di chi ha letto questa storia, accusando la chiesa cattolica di non aver fatto nulla per aiutare il popolo ebraico, o addirittura di essere complice dei mostri che hanno compiuto tutto questo.
La colpa non è di nessuno se l’uomo compie delle scelte terrificanti, se pensa di poter terrorizzare un altro essere umano minacciandolo di morte.
Nella parola di Dio troviamo conforto, troviamo la luce che indica la via giusta: (Mt. 10,28)
- E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.
Aiutaci Signore a non allontanarci dalla retta via, perché non ci sembri troppo difficile tornare indietro; prendici per mano e sollevaci sul male del mondo, perché non ci nasconda la Tua luce. Fa o Padre buono che riusciamo a non mancare l’appuntamento più importante della nostra vita: l’incontro con lo sposo.

lunedì 7 agosto 2017

(Mt 15,1-2.10-14) Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata.

VANGELO
(Mt 15,1-2.10-14) Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito per l’amore che ti unisce a noi, vieni ad illuminare le mie tenebre e fa che dal mio nulla sorga la luce del Signore.
Leggiamo nella prima lettura che Maria e Aronne parlarono contro Mosè, perché per loro costituiva scandalo che avesse sposato una donna straniera, etiope. Anche la famiglia più unita può conoscere la discordia, infatti arrivò il giorno in cui il male spinse la sorella e i due fratelli l’uno contro l’altro. Dio punì Maria con la lebbra, così ci dice l’antico testamento e Mosè intercedette per lei, chiedendo la sua guarigione. Bellissimo questo brano e troppe volte passa inosservata la bontà di Mosè che reagisce alla calunnia pregando per la sorella. Davide è l’autore del salmo 50, forse uno dei più belli, cantato in un momento in cui sinceramente pentito della sua condotta, si rende conto che l’ uomo nasce e vive da peccatore; la macchia del peccato può essere lavata solo dalla misericordia del Signore. Ancora nel Vangelo, i farisei parlano contro i discepoli di Gesù, contestando loro il fatto che, non seguendo le regole dell’ abluzione , prendevano il cibo con mani impure. Certo oggi che la comunione viene trattata con tanta “leggerezza” fanno sorridere certe regole ed è vero che si può mancare di rispetto in moltissimi altri modi, anche meno visibili . Le regole che provocano tanta discordia sono varie, ma tutte nascono dal giudizio. Quel giudizio che spetta solo al Signore, e che troppo spesso mascheriamo usando le parole “correzione fraterna” dopo averne parlato prima con tutti e poi con l’interessato. Mi vengono in mente alcuni fatti recenti: un ragazzo, criticato duramente per aver detto una brutta parola; una donna che nelle calde giornate d’estate era entrata in chiesa con i pantaloncini... La correzione può e deve essere fatta, con l’amore di chi non vuole ferire l’altro, ma aiutarlo a discernere, aiutarlo a crescere, perché tutti siamo peccatori ed il più delle volte, offendiamo molto più il Signore con i nostri giudizi. LA FEDE IN DIO, NON SI MANIFESTA CON LA RELIGIONE, MA CON L’ADDESIONE AL MODO DI VIVERE DEL SIGNORE NOSTRO GESÚ CRISTO.

domenica 6 agosto 2017

(Mt 14,22-36) Comandami di venire verso di te sulle acque.

VANGELO
(Mt 14,22-36) Comandami di venire verso di te sulle acque.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Parola del Signore  






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami o Santo Spirito ad ascoltare col cuore la tua parola; a viverla e ad esprimerla, con parole semplici che sappiano penetrare i cuori, per primo il mio, e lascino tracce indelebili.
Incomincio realizzando che la vicinanza con Gesù, non cambia le cose se continuiamo a volere gestire tutto con le nostre idee. I discepoli pensavano che fosse buona cosa rimandare indietro tutta quella gente che era accorsa da Gesù, perché erano stanchi ed affamati, ed il viaggio per tornare nelle loro case era lungo. A nessuno di loro era passato per la mente di chiedere a Gesù cosa fare, e questo è quello che il più delle volte facciamo anche noi, vivendo anche da credenti, come se Dio fosse uno spettatore della nostra vita, da invocare solo nel momento in cui ci rendiamo conto dei nostri limiti, fino a che non facciamo quella che io definisco, l'esperienza del "risorto". Per questo Gesù li costrinse a salire sulla barca ed andare sull’altra riva. Capire chi è Gesù non basta, perché non si può restare spettatori quando lo si è incontrato, ma si deve vincere la paura, la vergogna, e soprattutto certi schemi di ragionamento umani, che ci tengono legati a preconcetti tutti nostri. Gesù non si vive a distanza, ma si vive da dentro, ci si convive, ci si deve sentire incatenati a Lui, altrimenti restiamo spettatori assonnati e spesso assenti. I discepoli che si addormentano, le donne che si addormentano... queste figure mi hanno sempre lasciato sconcertata; come si può dormire, come si può perdere quel contatto meraviglioso! Ma il più delle volte è proprio Gesù che ci costringe a questo, per farci stare coi piedi per terra. Noi senza Dio, navighiamo nella tempesta, abbiamo paura, perdiamo la rotta e non riusciamo a vincere i venti contrari. In queste notti annaspiamo, sperando in qualche miracolo che venga da fuori, da chissà dove, da chissà chi! La fede non è una sensazione esterna, ma come una piantina va seguita, accarezzata, fatta crescere, perché possa far fiorire un modo di vivere diverso. Io ho fede SE Gesù è sempre presente in me, con il Suo modo di vivere e non come spettatore del mio agire.

sabato 5 agosto 2017

(Mt 17,1-9) Il suo volto brillò come il sole. 



VANGELO

(Mt 17,1-9) Il suo volto brillò come il sole.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.

Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Vieni Santo Spirito e prendimi con Te, fa di me una cosa Tua, perché Dio possa raggiungermi nell’intimo del mio piccolo cuore.

La trasfigurazione del Signore è una delle pagine più sconcertanti e belle.

Non è dato a tutti di vedere quello che c’è oltre la nostra piccola fede, di avere la piena consapevolezza che tra noi e Dio c’è un qualcosa di invisibile agli occhi ma visibile al cuore.

Questo mistero io lo chiamo esperienza, perché è quello che Gesù fa fare agli apostoli.

Non sempre erano riusciti a capire quale era il fine di Gesù, non erano certi di volerne condividere certi aspetti, come la persecuzione e la sofferenza; vedevano cambiare le cose da un momento all'altro ed erano disorientati.

Era facile seguire Gesù quando la folla lo acclamava, quando compiva miracoli... era un Gesù vincente!

Ma quando vuole andare a Gerusalemme, dove troverà la morte, seguirlo non sarà così scontato.

C’è in lui una forza che non riescono a capire e per questo non lo volle spiegare a parole, ma volle che potessero condividere con Lui quel momento di preghiera, per aiutarli a comprendere che è proprio in questa accettazione di un disegno incomprensibile, ma ben più grande di quello che potevano vedere, che la luce della fede può diventare abbagliante.