venerdì 28 marzo 2014

(Lc 18,9-14) Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

VANGELO
 (Lc 18,9-14) Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni O Santo Spirito e lascia che io m’inebri di Te, fa che la tua parola mi entri nelle ossa e mi sia scheletro per camminare verso Dio.

Una scena come non se ne vedono molte onestamente, nelle chiese di oggi.
Credo che possiamo più riconoscerci nel fariseo che nel pubblicano, ma non credo per disonestà, forse più per ignoranza. Ignoriamo quanto siamo colpevoli e di che cosa siamo colpevoli il più delle volte, e quando ce ne rendiamo conto, troviamo sempre il modo per giustificarci.
Quando ci sembra di essere vicini al Signore, perché per grazia, riusciamo a credere in Dio, in Gesù Cristo e nello Spirito Santo, cominciamo un cammino che ci porta a migliorare pian piano, a smussare i nostri difetti, a farci riconoscere che nella nostra vita non sempre abbiamo rispettato certi criteri e così ci ripuliamo un pochino la coscienza.
Immediatamente però, cominciamo a fare altri errori, come quello di ergerci a giudici di chi è al nostro fianco, di chi frequenta le nostre comunità, dei nostri fratelli insomma, e guai se qualcuno ci riprende, perché noi ormai siamo quasi santi !
Ricordo che all'inizio della mia conversione, mi sembrava addirittura di non fare peccati... e parlando con molti fratelli, posso dire che anche per loro fu uguale.
Uno dei pericoli maggiori , non appena inizia il nostro cammino di conversione, è l' innalzamento del nostro IO.
" Io credo, io prego, io faccio la carità....  "  ed invece dovremmo lasciare fuori il nostro io e metterci davanti a Dio, spogli di tutte le strutture che ci costruiamo da soli, perché Dio che legge il nostro cuore, possa agire in noi e sulla nostra coscienza.
Se veramente vogliamo piacere a Dio, dobbiamo chiedere a Lui di farci diventare degni di stargli di fronte.
Siamo tutti peccatori e se ce ne rendiamo conto siamo già a buon punto, mentre se ci sentiamo santi, e ci pavoneggiamo davanti a Dio, non gli lasciamo neanche la possibilità di trovare in noi lo spazio per riempirci della sua grazia.
Ricordiamoci questo quando ci mettiamo davanti al Signore, non cerchiamo di trovare i colpevoli, le cause delle nostre colpe, ma vediamo come non peccare più chiedendo l' aiuto proprio a Lui, lasciandoci trasformare da Lui, che sarà felice di farlo.
Gesù allora sarà venuto anche per noi che ci riconosciamo malati, feriti, oppressi, affamati, molto più spiritualmente che fisicamente, accecati dalla nostra durezza di cuore e dalla nostra superbia. 
Senza l'umiltà la nostra preghiera non sale verso il Signore, ma gira intorno a noi stessi, ed invece di metterci a disposizione di Dio, ci facciamo belli dietro alla sua gloria, senza meriti, e vediamo solo i difetti degli altri, credendoci perfetti, e siamo lontanissimi dall' immagine che dovrebbe avere un seguace di Cristo.

3 commenti:

  1. MI REFLEXIÓN
    ORACIÓN
    Ven Oh Espíritu Santo, y permítanme decir para intoxicar a usted, deje que su palabra entro en los huesos y el esqueleto que tengo que caminar hacia Dios.

    Una escena de lo más honestamente no veo muchos en las iglesias de hoy.
    Creo que ya no podemos reconocer el fariseo que publican, pero no creo que por falta de honradez, quizás más por ignorancia. No sabemos lo que somos culpables y qué somos culpables mayor parte del tiempo, y cuando nos damos cuenta de que, siempre encontramos una manera de justificarlo.
    Cuando parece que estamos cerca del Señor, porque por gracia, creemos en Dios, en Jesucristo y en el Espíritu Santo, comenzamos un viaje que nos lleva a mejorar poco a poco, para suavizar nuestras faltas, para hacernos conscientes de que en nuestro la vida no siempre han cumplido con ciertos criterios por lo que limpiar un poco la conciencia. Inmediatamente, sin embargo, empezamos a hacer otros errores, como nosotros mismos en jueces de que está de nuestro lado, los que asisten a nuestras comunidades, de nuestros hermanos, en fin, y problemas si alguien nos necesita, porque ahora somos casi santos!
    Recuerdo que al principio de mi conversión, me pareció incluso no hacer pecados ... y hablar con muchos hermanos y hermanas, os puedo decir que para ellos era lo mismo. Uno de los mayores peligros, no sólo Comenzamos nuestro camino de conversión, es el "aumento de nuestra IO. "Yo creo, yo ruego que hago caridad .." y en su lugar debemos dejarlo fuera y poner a nosotros mismos ante Dios, despojada de todas las estructuras que se construye a sí mismo, porque Dios dice nuestro corazón, y podemos actuar sobre nuestra conciencia. Si realmente queremos agradar a Dios, debemos pedirle que nos haga dignos de estar con él en la cara.Todos somos pecadores y si nos damos cuenta de que ya están en marcha, y si nos sentimos santa, y pavoneándose delante de Dios, no le dejamos incluso la oportunidad de encontrar en nosotros el espacio que nos llene de su gracia. Recordemos esto cuando nos presentamos ante el Señor, no tratamos de encontrar a los autores, las causas de nuestros errores, pero vemos que no peques más para pedirle ayuda con Él, dejando que nos volvamos a Él, que estará encantado de hacerlo.
    Entonces Jesús vendrá para nosotros reconocer que estamos enfermos, heridos, oprimidos, hambrientos, mucho más espiritual y físicamente, cegados por nuestra dureza de corazón y nuestro orgullo.Sin humildad, nuestra oración no se eleva al Señor, pero se da la vuelta a nosotros mismos, y en lugar de poner a la disposición de Dios, hacemos hermosa detrás de su gloria sin mérito, y sólo ver las faltas de los demás, creyendo que el perfecto, y estamos muy lejos de la imagen que debería ser un seguidor de Cristo.

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  2. MY REFLECTION
    PRAYER
    Come O Holy Spirit, and let me say to intoxicate you, let your word I enter in the bones and skeleton I have to walk towards God.

    A scene as honestly do not see many in the churches of today.
    I believe that we can no longer recognize the Pharisee who publish in, but do not think for dishonesty, perhaps more out of ignorance. We do not know what we are guilty and what we are guilty most of the time, and when we realize it, we always find a way to justify it.
    When we seem to be close to the Lord, because by grace, we believe in God, in Jesus Christ and in the Holy Spirit, we begin a journey that takes us to improve slowly, to smooth our faults, to make us recognize that in our life does not always have met certain criteria and so we clean up a little consciousness. Immediately, however, we begin to make other errors, such as ourselves up as judges of who is on our side, those who attend our communities, of our brothers in short, and trouble if someone takes us, because we now we are almost saints!
    I remember that at the beginning of my conversion, I seemed even not to do sins ... and talking with many brothers and sisters, I can say that for them was the same. One of the greatest dangers, not just start our journey of conversion, it is the 'raising of our IO. "I believe, I pray, I do charity .." and instead we should leave it out and put our selves before God, stripped of all the structures that you build yourself, because God reads our hearts, and we can act on our conscience. If we really want to please God, we must ask Him to make us worthy to stay with him in the face.
    We are all sinners and if we realize we are already well under way, and if we feel holy, and there strutting in front of God, do not leave him even a chance to find in ourselves the space to fill us with his grace. Let us remember this when we come before the Lord, do not try to find the perpetrators, the causes of our faults, but we see how sin no more asking him for help with Him, leaving us to turn from Him, who will be happy to do so.
    Then Jesus will come for us to recognize that we are sick, injured, oppressed, hungry, much more spiritually and physically, blinded by our hardness of heart and our pride. Without humility, our prayer does not rise to the Lord, but turns around ourselves, and instead of putting at the disposal of God, we make beautiful behind his glory without merit, and we only see the faults of others, believing the perfect, and we are very far from the image that should be a follower of Christ.

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  3. REFLEXION DE LELLA.

    PRIERE : Viens, O Saint Esprit et laisse que je m'enivre de Toi, fait que ta parole entre dans mes os et sois mon squelette pour marcher vers Dieu.

    - Une scène comme on n'en voient honnêtement pas beaucoup, dans les églises d'aujourd'hui.

    Je crois que nous pouvons plus nous reconnaître dans le pharisien que dans le publicain, mais je ne crois pas que c'est par malhonnêteté, peut-être plus par ignorance. Nous ignorons combien nous sommes coupables et de quoi que le plus souvent sommes nous coupables, et quand nous nous en rendons compte, nous trouvons toujours les mots pour nous justifier.
    Quand il nous semble être proche du Seigneur, parce que par grâce, nous réussissons à croire en Dieu, en Jésus Christ et en l'Esprit Saint commence un chemin qui nous porte à nous améliorer tout doucement, à émousser nos défauts, à nous faire reconnaître que dans notre vie nous n'avons pas toujours respecté certains critères et nous nous lavons ainsi un peu la conscience.
    Cependant immédiatement, nous commençons à faire d'autres fautes comme celle de nous lever pour juger ce qui il sont à nos cotés, ce qui fréquente nos communautés, enfin nos frères, et malheur si quelqu'un nous reprend, parce que nous sommes presque saints maintenant!
    Je me rappelle qu'au début de ma conversion, il me semblait ne pas faire de péchés vraiment..... et en parlant avec beaucoup de frères, je peux dire que pour eux aussi ce fut pareil.
    Un des dangers les plus grands, est qu'à peine que commence notre chemin de conversion, c'est l'élévation de notre MOI.
    " Moi Je crois, moi je prie, moi je fais la charité...... " et par contre nous devrions laisser dehors notre moi et nous mettre devant Dieu, dépouillés de toutes les structures que nous construisons tout seul, pour que Dieu qui lit dans nos coeurs, puisse agir en nous et sur notre conscience.
    Si vraiment nous voulons plaire à Dieu, nous devons lui demander de nous faire devenir dignes de rester devant Lui.
    Nous sommes tous pécheur et si nous nous en rendons compte nous avons déjà fait un peu de chemin, et si pendant que nous nous sentons saints, et que nous nous pavanons devant Dieu, nous ne lui laissons pas la possibilité de trouver en nous la place pour nous remplir de sa grâce.
    Rappelons-nous de cela, quand nous nous mettons devant le Seigneur, nous ne cherchons pas à trouver des coupables, les causes de nos fautes, mais nous voyons comment ne plus pécher en demandant au Seigneur de l'aide, en nous laissant nous transformer par lui, qui sera heureux de le faire.
    Alors Jésus sera aussi venu pour nous, pour que nous nous reconnaissons malades, blessés, opprimés, affamés, plus spirituellement que physiquement aveuglé par notre dureté de coeur et par notre orgueil.
    Sans l'humilité notre prière ne monte pas vers le Seigneur, mais elle tourne autour de nous mêmes, et au lieu de nous mettre à la disposition de Dieu, nous nous faisons beaux derrière sa gloire, sans mérites, et nous voyons seulement les défauts des autres, en nous croyant parfaits, et nous sommes loin de l'image que devrait avoir un disciple du Christ.

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