Beato Vincenzo Kadlubek Vescovo, monaco cistercense
8 marzo
Karnow, Polonia, 1160 circa – Jedrzejow, Polonia, 8 marzo 1223
Etimologia: Etimologia: Vincenzo = vittorioso, dal latino
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: Nel monastero di Jędrzejów in Polonia, transito
del beato Vincenzo Kadlubek, vescovo di Cracovia, che, deposto il suo
incarico, praticò in questo luogo la vita monastica.
Wincenty
Kadlubek nacque da nobile famiglia verso l’anno 1160 presso Karnow, nel
ducato di Sandomir, in terra polacca. Studiò in Francia ed in Italia,
ricevette l’ordinazione presbiterale, finchè già dal 1189 potette
firmarsi quale “Magister Vincentius”, essendo a quanto pare divenuto
canonico e rettore della scuola della cattedrale di Cracovia. Un
documento del 1212 sopporta la sua firma quale “praepositus di
Sandomirensis del quondam”, cioè prevosto della cattedrale di Sandomir.
Alla morte del vescovo Fulk di Cracovia, l’11 settembre 1207, il
capitolo votò in favore dell’elezione di Vincenzo. Papa Innocenzo III
approvò tale atto il 28 marzo seguente ed il nuovo vescovo venne
consacrato dal metropolita Henry Kielicz, arcivescovo di Gnesen.
La
Polonia si trovava a quel tempo in un periodo di degrado morale, sia in
campo politico che ecclesiale, ed Innocenzo III chiese al metropolita,
suo compagno di studi, di intraprendere una profonda riforma del clero e
del popolo. Vincenzo si propose allora di procedere in armonia con la
linea indicata dal metropolita e con le sue visite pastorali ed i suoi
sermoni tentò di trasmettere lo spirito di rinnovamento auspicato dal
pontefice.
Seguì inoltre con attenzione la vita dei religiosi
presenti nella sua diocesi ed effettuò notevoli donazioni in favore dei
monasteri di Sulejow, Koprzywnica e Jedrzejow. Ordinò sacerdote il
domenicano polacco Beato Ceslao di Cracovia, che proprio nel suo
ambiente aveva maturato una cultura intellettuale e spirituale.
Nel
1214, proprio grazie al provvidenziale intervento del vescovo Vincenzo,
poté risolversi un annoso contenzioso circa il possesso della Galizia,
tanto agognata dai sovrani Andrea II d’Ungheria e Leszek il Buono,
principe di Cracovia. Quest’ultimo affidò al vescovo sua figlia, la
Beata Salomea, che allora aveva solamente tre anni, affinché la
conducesse alla corte del re ungherese, avendo infatti organizzato il
futuro matrimonio con il principe ereditario Kálmán (nome solitamente
italianizzato come Colomanno), di tre anni più grande.
Quattro anni
dopo Vincenzo rassegnò le sue dimissioni dalla cattedra episcopale e,
dopo l’accettazione da parte del pontefice Onorio III, si ritirò nel
monastero di Jedrzejow, primo polacco a ricevere l’abito cistercense.
Dopo il periodo prescritto emise la sua professione e morì cos’ monaco
l’8 marzo 1223 a Jedrzejow. Ricevette sepoltura sotto l’altar maggiore
della chiesa abbaziale.
Nel 1682 Giovanni Sobieski promosse una
petizione per ottenere la sua beatificazione ed una richiesta simile fu
inoltrata nel 1699 dal capitolo generale dell’ordine di Cîteaux, finchè
il 18 febbraio 1764, su pressione di Wojciech Ziemicki, abate di
Jedrzejow, il pontefice Clemente XIII concesse la conferma di culto
quale “beato” per Wincenty Kadlubek, che popolarmente è comunque
conosciuto come San Vincenzo da Cracovia.
Sono infine meritevoli di
nota le opere che il Beato Wincenty Kadlubek compose in qualità di primo
cronista polacco: “Chronica seu originale regum et principum Poloniae”
in quattro volumi. I primi tre sono sotto forma di dialogo fra
l’arcivescovo Giovanni di Gnesen (1148-65) ed il vescovo Matteo di
Cracovia (1145-65). Il primo è leggendario, il secondo è basato su una
cronaca di un certo Gallo, mentre il terzo ed il quarto riassumono
l’esperienza dello stesso autore. Il periodo in cui l’opera vide la luce
non trova concordi gli esperti: forse fu commissionata dal re Casimiro,
oppure da Leszek quando Vincenzo era già vescovo, mentre secondo altri
ancora egli si dedicò ad essa ormai recluso in monastero.
ORAZIONE
O Dio, che hai concesso al beato Vincenzo
di edificare, con il ministero pastorale, la tua Chiesa
e di dedicarsi completamente a te
nel nascondimento della vita monastica,
concedi anche a noi, per sua intercessione,
di poter giungere alla vita eterna,
camminando nella via angusta della mortificazione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figli, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Autore: Fabio Arduino
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