Beata Angela (Aniela) Salawa Terziaria Francescana
12 marzo
Siepraw, Cracovia, Polonia, 9 settembre 1881 - Cracovia, 12 marzo 1922
Beatificata da Papa Giovanni Paolo II, a Cracovia, il 13 agosto 1991.
Martirologio Romano: A Cracovia in Polonia, beata Angela Salawa,
vergine del Terz’Ordine di San Francesco, che scelse di impegnare tutta
la vita lavorando come donna di servizio: visse umilmente tra le serve e
migrò al Signore in assoluta povertà.
La categoria delle
domestiche ha dato lungo i secoli, alla Chiesa e alla cristianità, tante
figure di Beate e Sante, che iniziando a lavorare in questo campo, per
un tempo più o meno lungo, portarono nelle famiglie e nei fedeli,
l’esempio delle loro virtù cristiane e morali; e di un apostolato
possibile in ogni ambiente del vivere quotidiano.
La maggioranza di
esse, lasciarono poi il compito di domestiche, per entrare a far parte
di Istituti e Congregazioni religiose, alcune diventando loro stesse
fondatrici; quando non divennero suore, entrarono senz’altro nei
Terz’Ordini religiosi.
Ma ci furono anche quelle che domestiche
erano e tali rimasero fino al termine della vita; santificandosi fra i
fornelli e le pulizie delle abitazioni, fra rimproveri o ammirazione dei
padroni di casa, diventando apostole di Cristo fra i bisognosi.
Tale fu s. Zita (1218-1278) domestica di Lucca, patrona della città e
nominata da papa Pio XII il 26 settembre 1953, patrona delle domestiche,
festa il 27 aprile; e poi a cavallo fra l’Ottocento e Novecento la
beata polacca Angela (Aniela) Salawa, oggetto di questa scheda.
Nacque il 9 settembre 1881 a Siepraw presso Cracovia in Polonia,
undicesima dei dodici figli di Bartolomeo Salawa ed Ewa Bochenek, al
battesimo le fu dato il nome di Angela (Aniela); il padre era fabbro e
la madre tutta dedita alla casa ed ai numerosi figli, ai quali insegnava
la pietà, la modestia e la laboriosità.
E con questi principi
crebbe e si formò sotto la guida della madre, che la preparò anche alla
Prima Comunione verso i dodici anni, secondo la consuetudine dell’epoca.
Già a 15 anni nel 1894 era a servizio presso una famiglia di Siepraw,
pascolava le vacche, falciava l’erba, intratteneva i bambini, all’inizio
della primavera del 1895 estirpava le radici e i ciuffi d’erba nel gelo
del periodo.
Rientrò in famiglia dove sostò fino all’ottobre 1897,
rifiutando nel frattempo le insistenze del padre che la spingeva verso
il matrimonio; poi si trasferì a Cracovia per andare a lavorare come
cooperatrice familiare, dai primi giorni fu ospitata dalla sorella
Teresa, alla quale ribadì che non si sentiva chiamata al matrimonio.
A Cracovia, andò a servizio presso la famiglia Kloc, dove lavorò
duramente senza mai lamentarsi; aveva 16 anni ed era attraente, il
padrone di casa prese ad insidiarla, per cui Angela dopo poco tempo
lasciò l’occupazione.
Dopo altri rapporti di lavoro in alcune
famiglie dei paesi vicini, ritornò a Cracovia, dove assistette il 25
gennaio 1899, alla serena morte della sorella maggiore Teresa, anch’essa
domestica; rimasta scossa dalla perdita, avvertì il richiamo di una
voce interna che la chiamava a percorrere la via della perfezione, voce
alla quale lei corrispose prontamente.
Cercò la forza prolungando il
tempo della preghiera in chiesa e in casa e nella meditazione; con
l’assistenza del suo direttore spirituale il gesuita padre Stanislao
Mieloch, si consacrò a Dio, con il voto di castità perpetua, voto già
pronunciato nella prima giovinezza.
Prese a dedicarsi ad un
apostolato oscuro e fecondo, fra le domestiche di Cracovia, le riuniva,
le istruiva, le consigliava, le dirigeva; nell’adempiere i doveri delle
sue mansioni, dimenticava spesso sé stessa. Nonostante la salute
precaria, era sempre allegra e socievole; si vestiva bene, non per il
mondo ma per Dio.
Nel 1900 si iscrisse all’Associazione di S. Zita,
che promuoveva l’assistenza alle domestiche, così poté esercitare in
forma più organizzata, un fruttuoso apostolato fra le sue compagne di
lavoro, diventando per loro una guida e un modello di vita cristiana.
Nel 1911 fu colpita da una dolorosa malattia, che la sconvolse per
lungo tempo, poi morì la madre e la giovane signora alla quale prestava
la sua opera con affetto e dedizione; inoltre si sentì abbandonata anche
dalle compagne che non poteva più radunare in casa.
Questo periodo
di angosciosa sofferenza, raccontato nel suo Diario, fu affrontato da
Angela, unendosi maggiormente a Dio nella preghiera e nella meditazione e
nel 1912 ebbe anche fenomeni mistici, con la visione dell’incontro con
Gesù.
Aderì al Terz’Ordine di S. Francesco, prendendone l’abito il
15 maggio 1912, nella chiesa dei Francescani Conventuali e il 6 agosto
1913 emise la regolare professione.
Durante la Prima Guerra
Mondiale, aiutò con i suoi pochi risparmi, i prigionieri di guerra,
senza distinzione di nazionalità; volontariamente si impegnò con amore
all’assistenza dei feriti e dei malati negli ospedali di Cracovia, dove
rispettosamente era chiamata “la santa signorina”.
Per avere
rimproverata l’amante del suo padrone, l’avvocato Fischer, fu licenziata
nel 1916 da quella casa dove lavorava dal 1905. Seguirono alcuni anni
di abbandono, senza lavoro e con la malattia più incalzante, mentre
proseguivano i fenomeni mistici; nel 1918 ormai debilitata nelle forze,
lasciò anche i lavori saltuari e si ritirò in un piccolo ambiente in una
soffitta, preso in affitto; iniziò così l’ultimo periodo della sua
vita, cinque anni di sofferenze in unione con Dio, che la gratificava
con visioni, specie di Gesù con la corona di spine e sofferente.
Il confessore le portava ogni giorno la Comunione e le compagne inconsolabili, si alternavano nel suo tugurio per assisterla.
Annotò sul suo Diario: “Ripensando alla mia vita, credo di essere in
quella vocazione, luogo e stato, in cui fin dall’infanzia Dio mi ha
chiamato”; nella sua ardente carità, pregò di prendere su di sé le
malattie degli altri, le sue sofferenze si moltiplicarono, mentre coloro
per cui si era offerta guarirono.
Alla fine acconsentì di lasciare
quell’ambiente ristretto e fu ricoverata all’ospedale di S. Zita in
Cracovia, dove dopo aver ricevuto i Sacramenti, spirò il 12 marzo 1922
in estrema povertà e in fama di santità.
Nella concomitanza
dell’apertura del processo diocesano per la sua beatificazione, le sue
spoglie il 13 maggio 1949, furono traslate dal cimitero alla Basilica di
S. Francesco di Cracovia.
Papa Giovanni Paolo II la proclamò Beata
il 13 agosto 1991 a Cracovia, durante il suo viaggio apostolico in
Polonia. La sua festa celebrativa è al 12 marzo.
Autore: Antonio Borrelli
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