(Lc 12,35-38) Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito accanto a me, su di me, dentro di me. Riempimi della tua sapienza e del tuo discernimento, perchè io possa solo fare e dire ciò che è utile al Signore. Amen.
In questi giorni la Chiesa ci presenta il Vangelo di Luca sulla vigilanza e sulla fedeltà ed in particolare oggi ci presenta un uso tipico dei lavoratori orientali, che si sollevavamo le lunghe vesti cingendo con una fascia i fianchi, per poter camminare più agevolmente, liberati dall’ingombro che ostacola il cammino. Questo può a mio avviso sottintendere anche un cammino spirituale più sciolto, libero dall’ingombro dei nostri pensieri, dei nostri peccati, così come Gesù ci chiama a compiere. Il padrone che torna dalle nozze e troverà ancora svegli e vigilanti i suoi servi, fa riflettere su altre parole di Gesù, che dice in (Lc 18,8.) ” Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra? ” Il banchetto nunziale diventa il banchetto con tutti i suoi amici, con chi persevererà nella fede e non si farà distrarre dalle cose del mondo e della carne, ma sempre rivolgerà lo sguardo alle cose di Dio. Nessuno sa il momento in cui ci troveremo davanti al Signore, ma non è solo per il dopo che dovremo imparare a camminare alla sequela di Cristo, ma anche per cambiare la nostra esistenza terrena. Beati coloro che saranno trovati vigilanti e fedeli al ritorno del Signore.
COMMENTO DI:
Rev. D. Miquel VENQUE i To (Barcelona, Spagna) Oggi, è necessario prestare attenzione a queste parole di Gesù: «siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa» (Luca 12,36). Che gioia scoprire che, anche se sono un peccatore e piccolo, io stesso aprirò la porta al Signore quando Egli verrà! Che, nel momento della morte sarò io che aprirò la porta o la chiuderò, nessuno potrà farlo per me. «Persuadiamoci che Dio ci riterrà responsabili non solo delle nostre azioni e parole, ma anche di come abbiamo usato il tempo» (San Gregorio Nazianzeno). Stare davanti alla porta e con gli occhi aperti è una impostazione fondamentale e alla mia portata. Non posso distrarmi. Essere distratti è dimenticare l’obiettivo, voler andare in paradiso, ma senza una volontà operativa; è fare bolle di sapone, senza un desiderio impegnativo e valutabile. Aver messo il grembiule vuol dire essere in cucina, preparare nei minimi dettagli. Mio padre, che era contadino, diceva che non si può seminare se il terreno è “arrabbiato”; per fare una una buona semina è fondamentale preparare accuratamente il letto di semina e toccare i semi con cura. Il cristiano non è un naufrago senza bussola, sa da dove viene, dove va e come giungere alla meta; conosce l’obiettivo e i mezzi per andarci e le difficoltà. Prenderlo in considerazione ci aiuterà a vigilare e ad aprire la porta quando il Signore busserà. L’esortazione alla vigilanza e la responsabilità si ripete con frequenza nella predicazione di Gesù per due ovvi motivi: perché Gesù ci ama e ci “sorveglia”; colui che ama non si addormenta, e perché il nemico, il diavolo, non smette di tentarci. Il pensiero del cielo e dell’inferno non potrà mai distrarci dagli obblighi della vita presente, però è un pensiero sano ed espressivo, e merita le congratulazioni del Signore: “E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!» (Lc 12,38). Gesù, aiutami a vivere ogni giorno attento e vigile, amandoti sempre.