(Mc 6,1-6) Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Donami Signore la prudenza e l' umiltà necessarie per poter parlare di Te con giustizia e verità, perché quello che io scrivo possa far comprendere, non confondere.
Ho dato un'occhiata ad altre riflessioni che ho fatto in precedenza su questa pagina, ma questa immagine che ho scelto oggi, mi ha portato via e come al solito, a me non resta altro che seguire questa ispirazione. Gesù torna a Gerusalemme, tra i suoi, che conoscevano la sua storia, le sue origini, e la sua famiglia. Erano quindi convinti di sapere tutto di lui, di conoscerlo a fondo.... di sapere chi era e cosa potevano aspettarsi da lui!!! Ecco che la foto dimostra come non lo conoscevano affatto, perché, come nella foto, erano fermi, immobili sulla porta delle loro credenze. Gesù resterà sempre motivo di scandalo se non ci si immedesimerà con Lui, e mai come in questo periodo, vedo sacerdoti confusi, che cercano di allontanare le pecore dal pastore, creando altro scandalo. Ho più di 60 anni e ho vissuto la crisi della chiesa degli anni 70, che portò molti a dividersi, perché non riuscivano ad accettare le aperture del concilio vaticano 2°. La più famosa è quella dei cosiddetti cattolici tradizionalisti o lefevriani, ma non da meno furono i sedevacantisti che credono che dal Concilio Vaticano II ad oggi non ci siano più stati Papi legittimi e quindi la sede papale sia vacante: da quelli che sostengono che Giovanni XXIII fosse un eretico a quelli che ritengono il Concilio un complotto dei nemici della Chiesa – massoni od ebrei. Non voglio spaccare il capello in 4, né tornare ai motivi che li spinsero ad uscire dalla Chiesa Madre, o a restarne in seno minandone continuamente la credibilità, perché se andiamo a studiare un pò la storia della Chiesa, vediamo che di scismi ce ne sono stati molti, voglio solo dire che 50 anni fa la Chiesa vide il cambiamento, vi si avvicinò e lo ostacolò insieme, come fa tuttora. Io credo che l'unico cambiamento sarebbe l'unità di tutti i credenti, senza che si cerchi di omologare quello che per alcuni deve essere in un modo e per altri in un altro. Mi è capitato di ascoltare un intervento di una pastora protestante battista sull'argomento "salvaguardiamo la terra" , e trovo che il discorso di Papa Francesco molto simile; per questo io penso che se essere cristiano è un valore , questo lo è ancor più, nella dimensione della capacità dei cristiani di svolgere una funzione positiva nei confronti della società e della storia. Non arrendersi significa ascoltare la parola di Dio, farla propria, ognuno a modo suo e non restare immobili aspettando che il mondo cambi, ma iniziare il cambiamento smettendola di dividerci. Il sogno di Dio è anche il nostro, e non è un ideale di fantasia, come alcuni filosofi pensano, ma un ideale della ragione e non posso né voglio arrendermi a pensarla come Hegel che disse: "Può anche accadere, certo, che così resti sacrificato il diritto dell'individuo: ma ciò non riguarda la storia del mondo, a cui gli individui servono solo come mezzo per il suo progresso." No io non posso considerarmi un mezzo per il progresso, ma voglio pensare che il mondo è la mia casa, creata da Dio per la mia felicità, e non per la ricchezza di pochi a scapito di altri. Delinquenti che avvelenano la terra, assassini che uccidono senza pietà nei modi più svariati... questo sicuramente nessuno lo vuole accettare, ed allora usciamo dai preconcetti, sia che siamo battezzati o che non lo siamo, sia che siamo cattolici o no, riconosciamo che il mondo non migliora facendoci le guerre, e specialmente distruggendo ogni valore.
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COMMENTO DI:
Rev. D. Miquel MASATS i Roca (Girona, Spagna)
Oggi, il Vangelo ci fa vedere Gesù che va alla sinagoga di Nazareth, il paese dove era cresciuto. Il sabato è il giorno dedicato al Signore ed i giudei si riuniscono per ascoltare la Parola di Dio. Gesù va ogni sabato alla sinagoga e lì insegna, non come gli scribi ed i farisei, ma come chi ha autorità (cf.Mc 1,22). Anche oggi Dio ci parla per mezzo della Scrittura. Nella sinagoga si leggono le Scritture e, dopo, una persona competente si incarica di commentarle, segnalandone il senso ed il messaggio che Dio mediante loro vuole trasmettere. Viene attribuita a sant’Agostino la seguente riflessione: «Così come nella preghiera noi parliamo con Dio, nella lettura è Dio che ci parla». Il fatto che Gesù, Figlio di Dio, sia conosciuto tra i suoi compaesani, per il suo lavoro ci offre una prospettiva insospettabile per la nostra vita ordinaria. Il lavoro professionale di ognuno di noi è un mezzo di incontro con Dio ed è, perciò, una realtà santificabile e santificatrice. Sono parole di san José María Escrivà: «La vostra vocazione umana è parte, e parte importante, della vostra vocazione divina. Questa è la ragione, per la quale, dovete santificarvi, contribuendo contemporaneamente alla santificazione degli altri, dei vostri simili, precisamente al santificare il vostro lavoro ed il vostro ambiente: questa professione o impiego che riempie i vostri giorni che dà fisionomia peculiare alla vostra personalità umana, che è il vostro modo di stare al mondo; questa casa, questa famiglia vostra; e questa nazione in cui siete nati ed amate». Il passaggio evangelico termina dicendo che Gesù «non poteva compiere nessun prodigio (...) e si meravigliava della loro incredulità» (Mc 6,5-6). Anche oggi il Signore ci chiede maggior fede in Lui per realizzare cose che superano le nostre possibilità umane. I miracoli svelano il potere di Dio e il bisogno che abbiamo di Lui nella nostra vita quotidiana.
VERSIONE IN INGLESE DI MERCOLEDì 31 GENNAIO 2018
RispondiEliminaLiturgic day: Sunday 14th (B) in Ordinary Time
Gospel text (Mc 6,1-6): Jesus returned to his own country, and his disciples followed him. When the Sabbath came, He began teaching in the synagogue, and most of those who heard him were astonished. They commented, «How did this come to him? What kind of wisdom has been given to him that he also performs such miracles? Who is He but the carpenter, the son of Mary and the brother of James and Joseph and Judas and Simon? His sisters, too, are they not here among us?». So they took offense at him. And Jesus said to them, «Prophets are despised only in their own country, among their relatives and in their own family». And he could work no miracles there, but only healed a few sick people by laying his hands on them. Jesus himself was astounded at their unbelief.
MY REFLECTION
EliminaPRAYER
Lord give me prudence and humility necessary to speak of You with justice and truth, because what I write will make it clear, not confusing.
I took a look at other reflections that I made earlier on this page, but this I have chosen today, I got carried away and as usual, I do not just have to follow this inspiration.
Jesus returns to Jerusalem, including his, who knew its history, its origins, and his family.
They were so convinced that they know everything about him, to know him .... you know who he was and what they could expect from him !!!
Here the picture shows that did not know him at all, because, as in the picture, were standing, motionless in the doorway of their beliefs.
Jesus will always be a scandal if there is immedesimerà with him, and never as in this period, I see priests confused, trying to ward off the sheep by the shepherd, creating another scandal.
I have more than 60 years and have lived the crisis of the Church of the 70s, which led many to divide, because they could not accept the openings of the 2nd Vatican Council.
The most famous is that of so-called traditionalist Catholics or lefevriani, but not least were the sedevacantists who believe that the Second Vatican Council to date there have been more legitimate Popes and then the papal seat is vacant: those who claim that John XXIIIIt was a heretic to those who believe the council a conspiracy of the enemies of the Church - Masons or Jews.
I do not want to split hairs in four, nor return to the reasons that pushed them out of the Mother Church, or restarne within constantly undermining the credibility, because if we're going to study a little of the history of the Church, we see that there have been schisms many just want to say that 50 years ago the Church saw the change, he went up and clogged together, as it does today.
I believe that the only change would be the unity of all believers, without any attempt to approve what for some has to be one way and others in another.
I happened to hear a speech by a Protestant minister Baptist topic "safeguard the earth" , and I find that the speech of Pope Francesco very similar; why I think that if being a Christian is a value, this is even more so, in the dimension of the ability of Christians to play a positive role towards society and history.
Not surrender means ascoltre the word of God, make it their own, in their own way and not stand still waiting for the world to change, but change smettendola start to divide.
God's dream is ours, and it is not an ideal fantasy, as some philosophers think, but an ideal of reason, and I can not nor I want to surrender to think like Hegel, who said: "It can also happen, of course, that it remains He sacrificed the right of the individual, but it is not about the history of the world, in which individuals serve only as a means for its progress. "
No I can not consider myself a means for progress, but I think that the world is my home, reata from God for my happiness, and not for the wealth of the few at the expense of others.
Criminals who poison the earth, murderers who kill without mercy in many different ways ... this surely no one wants to accept, and then we go out preconceptions, whether they are baptized or we're not, whether we are cattolii or not, recognize that the world does not improve making wars, and especially destroying any value.
COMMENT OFF:
EliminaFr. Miquel MASATS i Roca
(Girona, Spain)
Today, the Gospel shows Jesus going to the Synagogue, in Nazareth, where He had grown up. The Sabbath is the day dedicated to our Lord when Jews get together to listen to God's Word. Every Sabbath, Jesus went to the synagogue to teach, not like the scribes and the Pharisees, but as one who had authority (cf. Mk 1:22).
Today, God also speaks to us through the Scriptures. At the synagogue, the Scriptures were read and, afterwards, the learned ones commented them and explained the sense of the message God wanted to transmit through them. The following thought is attributed to saint Augustine: «As we speak to God through prayer, God speaks to us through reading».
The fact that Jesus, the Son of God, is well known among his fellow citizens because of his work, offers us an unsuspected perspective for our ordinary life. Our professional activities are also a way for us to meet God and, therefore, a sanctified and sanctifying reality. Saint Josemaria Escrivà says: «Your human vocation is a part —and an important part— of your divine vocation. That is the reason why you must strive for holiness, giving a particular character to your human personality, a style to your life; contributing at the same time to the sanctification of others, your fellow men; sanctifying your work and your environment: the profession or job that fills your day, your home and family and the country where you were born and which you love».
The text of the Gospel ends with the words: «Jesus could work no miracles there (...). Jesus himself was astounded at their unbelief» (Mk 6:5-6). Today also our Lord demands more faith in Him to carry out things that overpower our human possibilities. Miracles show God's power and our need for daily dependence on God.
VERSIONE IN SPAGNOLO DI MERCOLEDì 31 GENNAIO 2018
RispondiEliminaDía litúrgico: Domingo XIV (B) del tiempo ordinario
Texto del Evangelio (Mc 6,1-6): En aquel tiempo, Jesús fue a su patria, y sus discípulos le seguían. Cuando llegó el sábado se puso a enseñar en la sinagoga. La multitud, al oírle, quedaba maravillada, y decía: «¿De dónde le viene esto? y ¿qué sabiduría es ésta que le ha sido dada? ¿Y esos milagros hechos por sus manos? ¿No es éste el carpintero, el hijo de María y hermano de Santiago, José, Judas y Simón? ¿Y no están sus hermanas aquí entre nosotros?». Y se escandalizaban a causa de Él. Jesús les dijo: «Un profeta sólo en su patria, entre sus parientes y en su casa carece de prestigio». Y no podía hacer allí ningún milagro, a excepción de unos pocos enfermos a quienes curó imponiéndoles las manos. Y se extrañó de su falta de fe.
MI REFLEJO
EliminaORACIÓN
Señor, dame la prudencia y la humildad necesaria para hablar de usted con la justicia y la verdad, porque lo que escribo va a dejar claro, no confuso.
Me tomó un vistazo a otras reflexiones que hice anteriormente por esta página, pero,la imagenque he elegido hoy, me dejé llevar y como de costumbre, no sólo hay que seguir esta inspiración.
Jesús regresa a Jerusalén, entre los suyos, que conocían su historia, sus orígenes y su familia.
Estaban tan convencidos de que saben todo acerca de él, de conocerlo .... ¿sabes quién era y lo que podía esperar de él !!!
Aquí la imagen muestra que no lo conocían en absoluto, ya que, como en la foto, estaban de pie, inmóvil en la puerta de sus creencias.
Jesús siempre será un escándalo si hay immedesimerà con él, y nunca como en este período, veo sacerdotes confundidos, tratando de protegerse de las ovejas por el pastor, la creación de otro escándalo.
Tengo más de 60 años y he vivido la crisis de la Iglesia de los años 70, lo que llevó a muchos a dividir, porque no podían aceptar las aberturas del segundo Concilio Vaticano II.
El más famoso es el de los llamados católicos tradicionalistas o lefevriani, pero no menos importante fueron los sedevacantistas que creen que el Concilio Vaticano II hasta la fecha no ha habido Papas más legítimos y luego la sede papal está vacante: los que dicen que Juan XXIII era un hereje a los que creen el consejo de una conspiración de los enemigos de la Iglesia - masones o Judios.
No quiero dividir pelos en cuatro, ni volver a las razones que les empujaron fuera de la Iglesia Madre, o restarne dentro constantemente socavando la credibilidad, porque si vamos a estudiar un poco de la historia de la Iglesia, vemos que ha habido cismas muchos sólo quieren decir que hace 50 años, la Iglesia vio el cambio, subió y obstruido juntos, como lo hace hoy.
Creo que el único cambio sería la unidad de todos los creyentes, sin ningún intento de aprobar lo que para algunos tiene que ser de una manera y otros de otra.
Me pasó a escuchar un discurso de una ministra protestante tema Bautista "salvaguardar la tierra" el año pasado, y me parece que el discurso del Papa Francesco muy similar; Por eso creo que si ser cristiano es un valor, esto es aún más, en la dimensión de la capacidad de los cristianos a desempeñar un papel positivo hacia la sociedad y la historia.
No rendirse medios ascoltre la palabra de Dios, hacerla suya, a su manera, y no quedarse quieto esperando que el mundo cambie, pero el cambio smettendola comenzar a dividirse.
El sueño de Dios es nuestra, y no es una fantasía ideal, ya que algunos filósofos piensan, sino un ideal de la razón, y no puedo ni quiero renunciar a pensar como Hegel, quien dijo: "También puede ocurrir, por supuesto, que sigue siendo sacrificado el derecho de la persona, pero no se trata de la historia del mundo, en la que los individuos sirven sólo como un medio para su progreso ".
No, no puedo considerarme un medio para el progreso, pero creo que el mundo es mi hogar, reata de Dios para mi felicidad, y no por la riqueza de unos pocos a costa de los demás.
Los criminales que envenenan la tierra, asesinos que matan sin piedad de muchas maneras diferentes ... esto seguramente nadie quiere aceptar, y luego nos salen las ideas preconcebidas, si están bautizados o que no lo son, ya sea que estemos cattolii o no, reconocer que el mundo no mejora haciendo guerras, y sobre todo la destrucción de cualquier valor.
COMENTARIO DE:
EliminaRev. D. Miquel MASATS i Roca
(Girona, España)
Hoy el Evangelio nos muestra cómo Jesús va a la sinagoga de Nazaret, el pueblo donde se había criado. El sábado es el día dedicado al Señor y los judíos se reúnen para escuchar la Palabra de Dios. Jesús va cada sábado a la sinagoga y allí enseña, no como los escribas y fariseos, sino como quien tiene autoridad (cf. Mc 1,22).
Dios nos habla también hoy mediante la Escritura. En la sinagoga se leen las Escrituras y, después, uno de los entendidos se ocupaba de comentarlas, mostrando su sentido y el mensaje que Dios quiere transmitir a través de ellas. Se atribuye a san Agustín la siguiente reflexión: «Así como en la oración nosotros hablamos con Dios, en la lectura es Dios quien nos habla».
El hecho de que Jesús, Hijo de Dios, sea conocido entre sus conciudadanos por su trabajo, nos ofrece una perspectiva insospechada para nuestra vida ordinaria. El trabajo profesional de cada uno de nosotros es medio de encuentro con Dios y, por tanto, realidad santificable y santificadora. Con palabras de san Josemaría Escrivá: «Vuestra vocación humana es parte, y parte importante, de vuestra vocación divina. Ésta es la razón por la cual os tenéis que santificar, contribuyendo al mismo tiempo a la santificación de los demás, de vuestros iguales, precisamente santificando vuestro trabajo y vuestro ambiente: esa profesión u oficio que llena vuestros días, que da fisonomía peculiar a vuestra personalidad humana, que es vuestra manera de estar en el mundo; ese hogar, esa familia vuestra; y esa nación, en que habéis nacido y a la que amáis».
Acaba el pasaje del Evangelio diciendo que Jesús «no podía hacer allí ningún milagro (...). Y se maravilló de su falta de fe» (Mc 6,5-6). También hoy el Señor nos pide más fe en Él para realizar cosas que superan nuestras posibilidades humanas. Los milagros manifiestan el poder de Dios y la necesidad que tenemos de Él en nuestra vida de cada día.
VERSIONE IN FRANCESE DI MERCOLEDI 31 GENNAIO 2018.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps ordinaire - 4e Semaine: Mercredi
Martyrologe 31 Janvier: Saint Jean Bosco, prêtre
Texte de l'Évangile (Mc 6,1-6): Jésus est parti pour son pays, et ses disciples le suivent. Le jour du sabbat, il se mit à enseigner dans la synagogue. Les nombreux auditeurs, frappés d'étonnement, disaient: «D'où cela lui vient-il? Quelle est cette sagesse qui lui a été donnée, et ces grands miracles qui se réalisent par ses mains? N'est-il pas le charpentier, le fils de Marie, et le frère de Jacques, de José, de Jude et de Simon? Ses soeurs ne sont-elles pas ici chez nous?». Et ils étaient profondément choqués à cause de lui. Jésus leur disait: «Un prophète n'est méprisé que dans son pays, sa famille et sa propre maison». Et là il ne pouvait accomplir aucun miracle; il guérit seulement quelques malades en leur imposant les mains. Il s'étonna de leur manque de foi. Alors il parcourait les villages d'alentour en enseignant.
REFLEXION DE LELLA
EliminaPRIERE: Donne-moi Seigneur la prudence et l'humilité nécessaire pour pouvoir parler de Toi avec justice et vérité, pour que ce que j'écris puisse faire comprendre et ne pas confondre.
- J'ai jeté un coup d'oeil aux autres réflexions que j'ai fait en priorité sur cette page mais cette image que j'ai choisi aujourd'hui, m'a porté et comme d'habitude, à moi il ne me reste rien d'autre que suivre cette inspiration. Jésus revient à Jerusalem, parmi les siens, qui connaissaient son histoire, ses origines et sa famille. Ils étaient donc convaincus de savoir tout sur lui, de le connaître à fond.... de savoir qui il était et ce qu'ils pouvaient s'attendre de Lui!!! Voilà que la photo montre comment ils ne le connaissaient pas du tout, parce que, comme dans la photo, ils étaient arrêté, immobiles sur la porte de leurs croyances. Jésus restera toujours un motif de scandale si ils ne se mettent pas dans son tissus avec Lui, et jamais comme dans cette période, je vois des prêtres confus, qui cherchent a éloigner les brebis de leur berger, en créant d'autre scandale. J'ai plus de 60 ans et j'ai vécu la crise de l'église des années 70, qui porta à se diviser, parce qu'ils ne réussissaient pas à accepter les ouvertures du concile Vatican 2°. La plus célèbre est celle des soi-disant traditionalistes catholiques ou les fevriani, mais ce furent moins le siège vacant qu'ils croient que du Concile Vatican 2 il n'y'ait plus aujourd'hui de Papes légitimes et le siège papal soit ensuite vacant: de ceux qui soutiennent que Jean XXIII fût un hérétique et ceux qui croient que le Concile est un complot des ennemis de l'Église siège franc-maçon ou Juifs. Je ne veux pas coupé le cheveu en 4, ni revenir sur des motifs qui les poussèrent à sortir de l'Église Mère, ou à en rester au sein en minant continuellement sa crédibilité, parce que si nous allions étudier un peu l'histoire de l'Église, nous verrons que des schismes il y en a eu beaucoup, je veux dire seulement qu'il y a 50 ans l'Église vit le changement, Elle l'a approché et entravé ensemble, comme elle le fait aujourd'hui. Je crois que le changement unique serait l'unité de tous les croyants, sans que l'on cherche à homologuer ce qui doit être d'une manière et d'une autres pour quelques-uns. Il m'est arrivé d'écouter une intervention d'une pasteur protestante baptiste sur le sujet "nous sauvegardons la terre" , et je trouve que le discours de Pape François est très semblable; pour cela moi je pense que si être chrétien est une valeur, ceci l'est plus encore, dans la dimension de la capacité des chrétiens de dérouler une fonction positive vis-à-vis de la société et de l'histoire. Ne pas se rendre signifie écouter la Parole de Dieu, se la faire sienne, chacun à sa manière et ne pas rester immobiles ici en attendant que le monde change, mais commencer le changement en arrêtant de nous diviser. Le rêve de Dieu est la nôtre, et ce n'est pas un fantasme idéal, comme certains philosophes le pensent, mais un idéal de la raison, et je ne peux, ni ne veux rendre à penser comme Hegel, qui a dit: "Il se peut aussi que le droit de l'individu soit sacrifié, bien sûr, mais pas sur l'histoire du monde, dans laquelle les individus servent seulement comme un moyen pour son progrès. "Non je ne peux pas me considérer comme un moyen pour le progrès, mais je veux penser que le monde est ma maison, réalité de Dieu pour mon bonheur, et pas pour la richesse de quelques uns au détriment des autres. Les criminels qui empoisonnent la terre, des meurtriers qui tuent sans pitié dans de nombreuses façons différentes ... ceci sûrement personne ne veut l'accepter, puis nous sortons nos préjugés, soient que nous soyons baptisés ou nous ne le sommes pas, si nous sommes catholique ou non, reconnaître que le monde ne s'améliore pas en faisant des guerres, et surtout en détruisant toute valeur.
Commentaire de l'Abbé Miquel MASATS i Roca
Elimina(Girona, Espagne)
Aujourd'hui, l'Evangile nous montre de quelle façon Jésus arriva à la synagogue de Nazareth, l'endroit où il avait grandi. Le samedi est le jour du Seigneur et les juifs se rassemblent pour entendre la Parole de Dieu. Jésus se rend à la synagogue tous les samedis et là il enseigne, non comme le font les scribes ou les pharisiens mais comme quelqu'un qui a l'autorité de le faire (cf Mc 1,22). De nos jours, Dieu nous parle également à travers l'écriture. A la Synagogue on lit les écritures, et ensuite l'un de ceux qui peuvent le faire, les commente en démontrant le sens et le message que Dieu veut transmettre à travers elles. On dit que Saint Augustin disait: «Par la prière nous parlons à Dieu; par la lecture, c'est Dieu qui nous parle». Le fait que Jésus soit connu de ses concitoyens par son travail nous offre une perspective tout à fait insoupçonnée pour notre vie ordinaire. Le travail professionnel de chacun d'entre nous est un moyen de retrouver Dieu, et est donc une réalité sanctifiante et qui nous sanctifie. Par les paroles de Saint Josepmaría Escriva: «Votre vocation humaine est une partie, et une partie importante, de votre vocation divine. C'est pourquoi vous devez vous sanctifier, en aidant en même temps à la sanctification des autres, vos égaux, en sanctifiant précisément votre travail et votre milieu: cette profession ou ce métier qui occupe vos journées, qui donne à votre personnalité humaine sa physionomie particulière, qui est votre manière d'être dans le monde, ce foyer, cette famille qui est la vôtre, ce pays où vous êtes nés et que vous aimez». Le passage de l'évangile prend fin en disant que Jésus «ne pouvait accomplir aucun miracle (…) Il s'étonna de leur manque de foi». (Mc 6,5-6). Aujourd'hui aussi le Seigneur nous demande d'avoir plus de foi en Lui afin qu'il puisse réaliser des choses qui surpassent nos capacités humaines. Les miracles manifestent le pouvoir de Dieu ainsi que le besoin que nous avons de Lui dans nos vies au quotidien.