Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
giovedì 25 gennaio 2018
(Mc 4,26-34) L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.
VANGELO
(Mc 4,26-34) L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore
RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA: Signore mio, datore dello Spirito Santo, aiutami a capire e attuare nella mia vita, quello che tu mi insegni col vangelo. Amen.
Gesù, si esprime con parabole, ma non perché ci vuole complicare la vita, ma per semplificarcela.
Tutto quello che lui insegna, è nuovo agli occhi dei suoi discepoli e della gente che lo ascolta, eppure ci parla di una legge antica, nata con la fede in un unico Dio, la fede dei patriarchi, non è che ci volesse insegnare una nuova religione, ma sembra tutto così nuovo, perché è con la sua venuta che ha fatto nuove tutte le cose.
È il maestro che ci parla, che ci guida con amore verso la comprensione delle sue parole, che ci prende per mano e ci conduce nel regno di Dio.
Nella parabola, ci tranquillizza parlando del seme che cresce e germoglia pur senza il controllo del contadino, e lo fa perché vuole che non ci affanniamo a pensare a ragionare, a cercare di voler essere noi che mettiamo a frutto i suoi insegnamenti, ma verrà tutto naturalmente, noi dobbiamo solo essere terra buona dove far seminare la sua parola, il resto verrà con i tempi ed i modi che al Signore piaceranno, senza voler essere noi a guidare, ma affidandoci a Lui.
Non preoccupiamoci dunque della nostra piccolezza, del nostro essere ignoranti e miseri, ma diamo al Signore la possibilità di far crescere in noi una grande fede e vedremo meraviglie.
Quello che conta, non è chi siamo, ma quanto siamo disposti a far posto al Signore nella nostra vita, sarà questo che ci farà crescere nella fede e trasformerà la nostra vita in un turbine di emozioni e di amore e migliorerà non solo la nostra vita, ma anche quella delle persone che verranno in contatto con noi, perché la fede vera, ha una luce particolare, che attira chi la intravede nelle nostre parole e nelle nostre azioni.
Quello che conta, non è chi siamo, ma quanto siamo disposti a far posto al Signore; sarà questo che ci farà crescere nella fede e trasformerà la nostra vita in un turbine di emozioni e di amore e migliorerà non solo la nostra vita, ma anche quella delle persone che verranno in contatto con noi, perché la fede vera, ha una luce particolare, che attira chi la intravede nelle nostre parole e nelle nostre azioni.
Commento di: Rev. D. Jordi PASCUAL i Bancells
(Salt, Girona, Spagna)
Oggi, Gesù parla alla gente di un’esperienza molto vicina alle loro vite: « un uomo che sparge il seme nella terra; (...) il seme germoglia e cresce; (...) La terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga» (Mc 4, 26-28). Con queste parole si riferisce al Regno di Dio, che consiste nella «santità e grazia, verità e vita, giustizia, amore e pace» (Prefazio per la Solennità di Cristo Re), che Gesù è venuto a portare. Questo Regno deve essere realtà, in primo luogo, in ognuno di noi, e poi nel nostro mondo. Nell’anima di ogni cristiano, Gesù ha seminato –per mezzo del Battesimo- la Grazia, la Santità, la Verità... Dobbiamo far crescere questo seme in modo che fruttifichino le buone opere: di servizio, carità, cortesia, generosità, di sacrificio per adempiere bene in ogni istante il nostro dovere e per rendere felici coloro che ci circondano, di preghiera costante, di perdono e comprensione, di sforzo per riuscire a crescere in virtù, di gioia...Così, questo Regno di Dio –che ha inizio in ciascuno di noi- si estenderà alla nostra famiglia, al nostro paese, alla nostra società, al nostro mondo. Perché chi vive così, «cos’altro fa se non preparare il cammino al Signore (...) in modo che penetri in lui la forza della Grazia, che lo illumini la luce della verità, raddrizzi le vie che conducono a Dio?» (San Gregorio Magno). Il seme inizia piccolo, come «un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene il più grande di tutti gli ortaggi» (Mc 4, 31-32). Ma la forza di Dio si diffonde e cresce con sorprendente vigore. Come nei primi tempi del cristianesimo, così anche oggi Gesù ci chiede di diffondere il Suo Regno in tutto il mondo.
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VERSIONE IN FRANCESE DI VENERDI 26 GENNAIO 2018.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps ordinaire - 3e Semaine: Vendredi
Martyrologe 26 Janvier: Sts Timothée et Tite, évêques.
Texte de l'Évangile (Mc 4,26-34): Jésus disait: «Il en est du règne de Dieu comme d'un homme qui jette le grain dans son champ: nuit et jour, qu'il dorme ou qu'il se lève, la semence germe et grandit, il ne sait comment. D'elle-même, la terre produit d'abord l'herbe, puis l'épi, enfin du blé plein l'épi. Et dès que le grain le permet, on y met la faucille, car c'est le temps de la moisson». Il disait encore: «A quoi pouvons-nous comparer le règne de Dieu? Par quelle parabole allons-nous le représenter? Il est comme une graine de moutarde: quand on la sème en terre, elle est la plus petite de toutes les semences du monde. Mais quand on l'a semée, elle grandit et dépasse toutes les plantes potagères; et elle étend de longues branches, si bien que les oiseaux du ciel peuvent faire leur nid à son ombre». Par de nombreuses paraboles semblables, Jésus leur annonçait la Parole, dans la mesure où ils étaient capables de la comprendre. Il ne leur disait rien sans employer de paraboles, mais en particulier, il expliquait tout à ses disciples.
REFLEXION DE LELLA
PRIERE: Mon Seigneur qui donne l'Esprit Saint, aide-moi à comprendre et à mettre en œuvre dans ma vie, ce que tu m'apprend avec l'évangile. Amen.
- Jésus s'est exprimé en paraboles, parce qu'il ne veut pas nous compliquer la vie, mais la simplifié. Tout ce qu'il enseigne est de nouveau dans les yeux de ses disciples et les gens qui l'écoutent, mais il nous parle d'une ancienne loi, qui est née avec la croyance en un seul Dieu, la foi des patriarches. Ce n'est pas que nous voulions enseigner une nouvelle religion, mais tout semble si nouveau, car c'est par sa venue qu'il a fait toutes choses nouvelles. C'est l'enseignant qui nous parle, pour nous guider avec amour vers la compréhension de ses paroles, qui nous prend par la main et nous conduit dans le royaume de Dieu Dans la première parabole, il nous calme nous parlons de la graine qui germe et croît sans le contrôle de l'agriculteur, et c'est parce que nous ne voulons pas nous précipiter pour penser à la raison, pour essayer de vouloir être ceux que nous avons mis à profit ses enseignements, mais nous verrons tous naturellement, nous devons être une bonne terre, pour semer sa parole, le reste viendra avec le temps et la manière qui plaira au Seigneur, sans vouloir être ceux à conduire, mais en s'appuyant sur lui. Donc, ne vous inquiétez pas de la petitesse de notre être ignorant et misérable, mais donnons au Seigneur une chance de développer une grande foi en nous et nous allons voir des merveilles. Ce qui importe n'est pas qui nous sommes, mais combien sommes-nous prêts à faire de la place pour le Seigneur dans nos vies. Il sera ce qui va nous faire grandir dans la foi et transformer notre vie dans un tourbillon d'émotions et d'amour et nous permettra d'améliorer non seulement nous, mais aussi les personnes qui entrent en contact avec nous, parce que la vraie foi a une lumière spéciale, qui attire ceux qui la voit dans nos paroles et dans nos actions.
Commentaire de l'Abbé Jordi PASCUAL i Bancells
Elimina(Salt, Girona, Espagne)
Aujourd'hui, Jésus parle aux gens d'une expérience qui leur est familière: «Un homme qui jette le grain dans son champ (…); la semence germe et grandit. D'elle-même, la terre produit d'abord l'herbe, puis l'épi, enfin du blé plein l'épi» (Mc 4,26-28). Avec ces paroles, Il fait référence au Règne de Dieu, qui consiste en "la sainteté et la grâce, la Vérité et la Vie, la justice, l'amour et la paix" (Préface de la solennité du Christ-Roi), que Jésus-Christ est venu nous apporter. Ce Règne doit se faire réalité, en premier lieu, dans chacun de nous; et ensuite dans notre monde. Dans l'âme de chaque chrétien, Jésus a semé —par le Baptême— la grâce, la sainteté, la Vérité… Nous devons faire grandir cette semence pour qu'elle se multiplie en bonnes œuvres: de service et charité, d'amabilité et de générosité, de sacrifice pour bien réaliser notre devoir de chaque instant et pour apporter le bonheur à ceux qui nous entourent, de prière constante, de pardon et compréhension, d'effort pour grandir en vertus, de joie…De cette façon, ce Règne de Dieu —qui commence en chacun de nous— s'étend à notre famille, à notre ville, à notre société, à notre monde. Car qui vit ainsi, «que fait-il sinon préparer le chemin du Seigneur (…), afin que pénètre en lui la force de la grâce, que l'illumine la lumière de la vérité, que se rectifient les chemins qui conduisent en Dieu?» (Saint Grégoire le Grand). La semence commence toute petite, comme «une graine de moutarde: quand on la sème en terre, elle est la plus petite de toutes les semences du monde. Mais quand on l'a semée, elle grandit et dépasse toutes les plantes potagères» (Mc 4,31-32). Mais la force de Dieu se répand et grandit avec une vigueur inespérée. Comme dans le temps des premiers chrétiens, Jésus nous demande aujourd'hui de répandre son Règne à travers le monde.
VERSIONE IN INGLESE DI VENERDì 26 GENNAIO 2018.
RispondiEliminaLiturgical day: Friday 3rd in Ordinary Time
Saints January 26th: Timothy and Titus, bishops
Gospel text (Mc 4,26-34): Jesus said, «In the kingdom of God it is like this. A man scatters seed upon the soil. Whether he is asleep or awake, be it day or night, the seed sprouts and grows, he knows not how. The soil produces of itself; first the blade, then the ear, then the full grain in the ear. And when it is ripe for harvesting they take the sickle for the cutting: the time for harvest has come». Jesus also said, «What is the kingdom of God like? To what shall we compare it? It is like a mustard seed which, when sown, is the smallest of all the seeds scattered upon the soil. But once sown, it grows up and becomes the largest of the plants in the garden and even grows branches so big that the birds of the air can take shelter in its shade». Jesus used many such stories or parables, to proclaim the word to them in a way they would be able to understand. He would not teach them without parables; but privately to his disciples he explained everything.
REFLECTION OF LELLA
PRAYER: My Lord, the giver of the Holy Spirit, help me to understand and implement in my life, what you teach me with the gospel. Amen.
- Jesus, expresses himself in parables, but not because we want to complicate life, but for semplificarcela.
All he teaches, is new in the eyes of his disciples and the people who listen to him, yet speaks of an ancient law, born with the belief in one God, the faith of the patriarchs, is not that we wanted to teach a new religion, but it all seems so new, because it is by his coming that made all things new.
It is the teacher who speaks to us, to guide us with love towards the understanding of his words, that takes us by the hand and leads us into the kingdom of God.
In the first parable, calms us talking about the seed that germinates and grows without control of the farmer, and he does not want to because we labor to think to think, to try to want to be the ones that we put to good use his teachings, but will quite naturally, we must only be good soil where to sow his word, the rest will come with time and manner that will appeal to the Lord, without wanting to be the ones to drive, but relying on Him.
Do not worry, therefore, of our littleness, of our being ignorant and poor, but we give the Lord a chance to grow in us great faith, and we will see wonders.
What matters is not who we are, but how much are we willing to make room for the Lord in our lives, it will be this that will make us grow in faith and transform our life into a whirlwind of emotions and love and will improve not only our lives but also that of the people who come into contact with us, because the true faith, has a special light that attracts those who sees in our words and in our actions.
What matters is not who we are, but what we are willing to make way for the Lord; will be this that will make us grow in faith and transform our life into a whirlwind of emotions and love and will improve not only our lives, but also that of the people who come into contact with us, because the true faith, has a particular light that attracts those who sees in our words and in our actions.
Coment of: Fr, Jordi PASCUAL i Bancells
Elimina(Salt, Girona, Spain)
Today, Jesus is telling people about an experience very close to his life: «A man scatters seed upon the soil (…), the seed sprouts and grows (…). The soil produces of itself; first the blade, then the ear, then the full grain in the ear» (Mk 4:26-28). With these words Jesus is speaking of the kingdom of God, consisting «of sanctity and grace, Truth and Life, justice, love and peace» (Preface of the Solemnity of our Lord Christ the King), that He is bringing us. We must make this kingdom real. First, within each one of us; afterwards, for all our world. In every Christian's, soul Jesus Christ has sown —by virtue of the Baptism— the grace, the sanctity, the Truth... It is necessary that these seeds sprout, grow and bear a multitude of good fruits, our deeds: deeds of service and charity, of kindness and generosity, of sacrifice to properly comply with our daily duty and to make happy those around us; deeds of constant prayer, of forgiveness and understanding, of effort to grow in virtue, of joy...Thus, this Kingdom of God —that begins within each one of us— will extend to our family, to our people, to our society, to our world. Because, he who lives like that, «what does he do but preparing the path of God (...), so that the strength of grace fills him and the light of truth lights him up; so that his ways to God are always straight?» (Saint Gregory the Great). The seed begins very small, «It is like a mustard seed which, when sown, is the smallest of all the seeds scattered upon the soil. But once sown, it grows up and becomes the largest of the plants in the garden» (Mk 4:31-32). But the force of God's will scatters it all over and makes it grow up with a surprising vigor. Jesus asks us today —as in the beginning of Christianity— to spread his kingdom throughout all the world.
VERSIONE IN SPAGNOLO DI VENERDì 26 GENNAIO 2018.
RispondiEliminaDía litúrgico: Viernes III del tiempo ordinario
Santoral 26 de Enero: Santos Timoteo y Tito, obispos
Texto del Evangelio (Mc 4,26-34): En aquel tiempo, Jesús decía a la gente: «El Reino de Dios es como un hombre que echa el grano en la tierra; duerma o se levante, de noche o de día, el grano brota y crece, sin que él sepa cómo. La tierra da el fruto por sí misma; primero hierba, luego espiga, después trigo abundante en la espiga. Y cuando el fruto lo admite, en seguida se le mete la hoz, porque ha llegado la siega». Decía también: «¿Con qué compararemos el Reino de Dios o con qué parábola lo expondremos? Es como un grano de mostaza que, cuando se siembra en la tierra, es más pequeña que cualquier semilla que se siembra en la tierra; pero una vez sembrada, crece y se hace mayor que todas las hortalizas y echa ramas tan grandes que las aves del cielo anidan a su sombra». Y les anunciaba la Palabra con muchas parábolas como éstas, según podían entenderle; no les hablaba sin parábolas; pero a sus propios discípulos se lo explicaba todo en privado.
REFLEXIÓN LELLA
ORACIÓN: Mi Señor y dador del Espíritu Santo, ayúdame a entender y aplicar en mi vida, lo que me enseñas con el evangelio. Amén.
- Jesús, se expresa en parábolas, pero no porque queremos complicar la vida, pero para simplificar por nosotros. Todo lo que él enseña, es nuevo a los ojos de sus discípulos y de las personas que lo escuchan, pero habla de una antigua ley, que nace con la creencia en un solo Dios, la fe de los patriarcas, no es que quería nos enseñar una nueva religión, pero todo parece tan nuevo, ya que es por su venida que hace nuevas todas las cosas. Es el maestro que nos habla, que nos guíe con amor hacia la comprensión de sus palabras, que nos lleva de la mano y nos lleva al reino de Dios. En la primera parábola, calma nos habla de la semilla que germina y crece sin control del agricultor, y él lo hace porque quiere que nosotros no obramos a pensar pero para tratar de querer ser los que hemos puesto a buen uso de sus enseñanzas, sino que como es natural, sólo tenemos que ser buena tierra donde sembrar su palabra, el resto vendrá con el tiempo y forma que será de interés para el Señor, sin querer ser los que conducir, pero confiando en Él. No hay preocupes, por lo tanto, por nuestra pequeñez, de nuestro ser ignorante y pobres, pero le damos al Señor la oportunidad de crecer en nosotros una gran fe, y vamos a ver maravillas. Lo que importa no es lo que somos, pero ¿cuánto estamos dispuestos a hacer espacio para el Señor en nuestras vidas, será esto lo que nos hará crecer en la fe y transformar nuestra vida en un torbellino de emociones y amor y mejorará no sólo nuestras vidas sino también la de las personas que entran en contacto con nosotros, porque la verdadera fe, tiene una luz especial que atrae a los que ve en nuestras palabras y en nuestras acciones.
Rev. D. Jordi PASCUAL i Bancells
Elimina(Salt, Girona, España)
Hoy Jesús habla a la gente de una experiencia muy cercana a sus vidas: «Un hombre echa el grano en la tierra (...); el grano brota y crece (...). La tierra da el fruto por sí misma; primero hierba, luego espiga, después trigo abundante en la espiga» (Mc 4,26-28). Con estas palabras se refiere al Reino de Dios, que consiste en «la santidad y la gracia, la Verdad y la Vida, la justicia, el amor y la paz» (Prefacio de la Solemnidad de Cristo Rey), que Jesucristo nos ha venido a traer. Este Reino ha de ser una realidad, en primer lugar, dentro de cada uno de nosotros; después en nuestro mundo. En el alma de cada cristiano, Jesús ha sembrado —por el Bautismo— la gracia, la santidad, la Verdad... Hemos de hacer crecer esta semilla para que fructifique en multitud de buenas obras: de servicio y caridad, de amabilidad y generosidad, de sacrificio para cumplir bien nuestro deber de cada instante y para hacer felices a los que nos rodean, de oración constante, de perdón y comprensión, de esfuerzo por conseguir crecer en virtudes, de alegría...Así, este Reino de Dios —que comienza dentro de cada uno— se extenderá a nuestra familia, a nuestro pueblo, a nuestra sociedad, a nuestro mundo. Porque quien vive así, «¿qué hace sino preparar el camino del Señor (...), a fin de que penetre en él la fuerza de la gracia, que le ilumine la luz de la verdad, que haga rectos los caminos que conducen a Dios?» (San Gregorio Magno). La semilla comienza pequeña, como «un grano de mostaza que, cuando se siembra en la tierra, es más pequeña que cualquier semilla que se siembra en la tierra; pero una vez sembrada, crece y se hace mayor que todas las hortalizas» (Mc 4,31-32). Pero la fuerza de Dios se difunde y crece con un vigor sorprendente. Como en los primeros tiempos del cristianismo, Jesús nos pide hoy que difundamos su Reino por todo el mundo.