VANGELO DI GIOVEDì 26 DICEMBRE
(Mt 10,17-22)
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e
vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a
governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai
pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che
cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire:
infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che
parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e
i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete
odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla
fine sarà salvato». Parola del Signore.
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Benedetto XVI, papa dal 2005 al 2013
Angelus del 26/12/2006 (© Libreria Editrice Vaticana)
Dalla stalla alla croce
All’indomani della solennità del Natale, celebriamo oggi la festa di
santo Stefano, diacono e primo martire. A prima vista l’accostamento …
alla nascita del Redentore può lasciare stupiti, perché colpisce il
contrasto tra la pace e la gioia di Betlemme e il dramma di Stefano,
lapidato a Gerusalemme nella prima persecuzione contro la Chiesa
nascente. In realtà, l’apparente stridore viene superato se consideriamo
più in profondità il mistero del Natale. Il Bambino Gesù, che giace
nella grotta, è l’Unigenito Figlio di Dio fattosi uomo. Egli salverà
l’umanità morendo in croce. Ora lo vediamo in fasce nel presepe; dopo la
sua crocifissione sarà nuovamente avvolto da bende e deposto in un
sepolcro. Non a caso l’iconografia natalizia rappresentava talvolta il
divino Neonato adagiato in un piccolo sarcofago, ad indicare che il
Redentore nasce per morire, nasce per dare la vita in riscatto per tutti
(Mc 10,45).
Santo Stefano fu il primo a seguire le orme di Cristo con il
martirio; morì, come il divino Maestro, perdonando e pregando per i suoi
uccisori (cfr At 7,60). Nei primi quattro secoli del cristianesimo,
tutti i santi venerati dalla Chiesa erano martiri. Si tratta di uno
stuolo innumerevole, che la liturgia chiama "la candida schiera dei
martiri", martyrum candidatus exercitus. La loro morte non incuteva
paura e tristezza, ma entusiasmo spirituale che suscitava sempre nuovi
cristiani. Per i credenti, il giorno della morte, ed ancor più il giorno
del martirio, non è la fine di tutto, bensì il "transito" verso la vita
immortale, è il giorno della nascita definitiva, in latino dies
natalis. Si comprende allora il legame che esiste tra il "dies natalis"
di Cristo e il dies natalis di Santo Stefano. Se Gesù non fosse nato
sulla terra, gli uomini non avrebbero potuto nascere al Cielo. Proprio
perché Cristo è nato, noi possiamo "rinascere"!
Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
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