-" Io
veggo che tutte le stagioni dell’anno si trovano nelle anime vostre;
che talora sentite l’inverno di molte sterilità, distrazioni,
svogliatezze e noie; ora le rugiade del mese di maggio con l’odore dei
santi fioretti; tra i calori del
desiderio di piacere al nostro Sposo divino. Non rimane, dunque, se non
l’autunno del quale non vedete voi gran frutti; però occorre bene spesso
che al tempo di battere le biade e di premere le uve, si trovino
raccolte maggiori di quelle che promettevano le mietiture e le
vendemmie. Voi vorreste che tutto fosse nella primavera e nell’estate;
ma no, mie dilettissime figliole, bisogna che sia questa vicissitudine
cosí nell’interno come nell’esterno. Nel cielo tutto sarà di primavera
quanto alla bellezza, tutto di autunno quanto al godimento, tutto di
estate quanto all’amore. Non vi sarà alcun inverno; ma qui l’inverno è
necessario per esercizio dell’abnegazione e di mille piccole ma belle
virtú che si esercitano nel tempo della sterilità." (Epist. III, p.
587s.).
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