- San Prosdocimo di Padova Protovescovo
7 novembre
Sec. II
Viene onorato, dalla tradizione, come il primo vescovo di Padova,
patrono della città euganea, e anche, secondo la opinione di vari
studiosi, probabile evangelizzatore di tutta
la Venezia occidentale. Anche la più bella immagine di San Prosdocimo
venne dipinta da un padovano, il grande quattrocentista Andrea Mantegna.
Fa parte di un polittico intitolato a Santa Giustina, altra celebre
martire di Padova, che si trova attualmente nella Pinacoteca di Brera, a
Milano. In questo, san Prosdocimo appare con il tipico attributo della
brocca, simbolo della sua infaticabile attività di battezzatore. Inviato
dallo stesso san Pietro, Prosdocimo a Padova avrebbe compiuto prodigi e
miracoli. Dopo la sua morte si trova citata, fuori dalle mura di
Padova, una «Ecclesia Sancti Prosdocimi», nota più tardi come basilica
di Santa Giustina. Il vescovo, infatti, avrebbe convertito proprio
Giustina, e la donna cristiana seppe mantenere intatta la sua fede,
affrontando il martirio nella persecuzione di Nerone. (Avvenire)
Etimologia: Prosdocimo = l'atteso, l'aspettato, dal greco
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Padova, san Prosdocimo, che si ritiene sia stato il primo vescovo di questa città.
Ci sono nomi che suonano familiari e addirittura tipici in certe città
d'Italia, mentre altrove sono considerati insoliti, strani, addirittura
inauditi. Sono nomi legati al culto di un Santo locale, in molti casi un
antico Vescovo, in altri un Martire.
Non molto tempo fa abbiamo
parlato di Lecce, e del suo tipico Sant'Oronzo. Potremmo aggiungere
Brescia, con San Giovita; Cagliari, con San Lucifero; Carrara, con San
Ceccardo. E finalmente Padova, con San Prosdocimo.
Il nome di
Prosdocimo per quanto oggi poco frequente, denunzia immediatamente una
provenienza veneta, e in particolare patavina. E questo perché il Santo
viene onorato, dalla tradizione, come il primo Vescovo di Padova,
Patrono della città euganea, e anche, secondo la opinione di vari
studiosi, probabile evangelizzatore di tutta la Venezia occidentale.
Anche la più bella immagine di San Prosdocimo venne dipinta da un
padovano, il grande quattrocentista Andrea Mantegna. Fa parte di un
polittico intitolato a Santa Giustina, altra celebre Martire di Padova,
che si trova attualmente nella Pinacoteca di Brera, a Milano. In questo,
San Prosdocimo appare con il tipico attributo della brocca, simbolo
della sua infaticabile attività di battezzatore.
Il significato
etimologico del nome di Prosdocimo è molto bello, perché in greco
significa " atteso ". Si può dire che San Prosdocimo, primo Vescovo di
Padova, fu veramente l'atteso di quella città ancora pagana, nella quale
sarebbe stato inviato dallo stesso San Pietro, dopo la consacrazione
episcopale.
Nella dolce plaga euganea, San Prosdocimo avrebbe
compiuto prodigi e miracoli, che una tardiva Leggenda descrisse con
evidente libertà d'immaginazione. Chi si occupa di agiografia è abituato
a certe letture che, nella pia intenzione degli autori, dovrebbero
essere edificanti, ma che, per eccesso di zelo, finiscono con l'essere
ingenue.
Fortunatamente, una certa ingenuità conferisce spesso una
nota di poesia anche ai testi più stanchi a causa delle ripetizioni e
dei ricalchi. A volte, però, gli scarni documenti sono più eloquenti
delle ridondanti leggende. E' il caso di San Prosdocimo, per il quale,
dopo la morte, si trova citata, fuor delle mura di Padova, una Ecclesia
Sancti Prosdocimi, nota più tardi come basilica di Santa Giustina, una
delle più belle della città.
La gloria di San Prosdocimo sarebbe
stata infatti Santa Giustina, festeggiata il 7 ottobre. San Prosdocimo
l'avrebbe convertita, e la donna cristiana seppe mantenere intatta la
sua fede, affrontando il martirio nella persecuzione di Nerone.
Il
Vescovo di Padova, invece, fu risparmiato, non si sa bene né come né
perché. Giunse al termine naturale della sua vita, carico di meriti e di
anni, amato come padre, venerato come Santo: San Prosdocimo, che in
greco vuol dire " l'atteso ".
Fonte:
Archivio Parrocchia
Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
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