Giorno liturgico: Feria propria del 18 Dicembre
RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA :
Vieni Signore mio,con il tuo Santo spirito,ad aiutare la mia mente a capire quello che Tu ritieni giusto che io debba capire e a liberare la mia mente da tutto il resto.
Matteo continua a raccontarci la storia della nascita di Gesù,vedendola dalla parte di Giuseppe.
La notte di Giuseppe! Questo dovrebbe essere il titolo di questa pagina di vangelo; ve la immaginate la notte del povero Giuseppe? Dubbi, angosce, paura, delusione… credo che nella sua mente sia passato veramente di tutto, e molto probabilmente ha anche pianto e a lungo, perché alla fine è crollato in un sonno profondo….
Ecco ora l’uomo Giuseppe finisce di comportarsi da uomo, ora stremato si lascia andare, allenta le difese, smette di pensare, e il Signore riesce ad intervenire mandando un suo angelo.
Quello che mi colpisce e mi fa riflettere è proprio questo, quando l’uomo ha provato tutto, ha pensato tutto, si arrende a Dio, e da lì in poi tutto è possibile. Giuseppe, semplice falegname, aveva come promessa sposa la piccola Maria; una fanciulla mite e sicuramente degna del massimo rispetto, tanto che anche a lui riesce difficile pensare male di lei, quando le dice che aspetta un bambino.
Giuseppe sa di non averla toccata, come può essere successa una cosa simile? E adesso che sarà di lei? Anche oggi come 2000 anni fa una ragazza che deve affrontare una gravidanza da sola si trova in mille difficoltà, dirlo alla famiglia, il giudizio della gente, ma in quei tempi era ancora peggio; una ragazza era messa al pubblico sdegno ed addirittura lapidata. Egli sente che non può farle questo, ma non può neanche sposarla! Non la sta giudicando, ma non comprende; le sue intenzioni erano altre: una casa, dei figli suoi, una bottega di falegname….. ed ora questa cosa gli sembra inaccettabile.
Molti uomini cercano di capire come una Vergine possa aver partorito ed essere restata tale, ed a questo proposito io vorrei dire: che questo possa essere un dubbio legittimo in chi non crede in Gesù Cristo, è normale, ma quando si riesce a scoprire ed accettare il mistero dell’incarnazione di Dio, perché questi dubbi? Perché resistere al miracolo della fede? Perché cercare di capire e limitare Dio? Che tipo di fede è questa?
Nella nostra vita avremo avuto e avremo sempre dei momenti in cui ci sarà difficile comprendere i disegni di Dio, ma se ci affidiamo a lui, tutto ci sarà poi comprensibile. Senza il Sì di Maria e di Giuseppe noi non saremmo qui dopo 2000 anni a parlare dei disegni di Dio, non aspetteremmo ancora una volta un Natale che ci rappresenta la nascita di “Dio con noi”, non spereremmo in un mistero ancora più grande di noi, in cui un piccolo esserino che sceglie di nascere in una stalla e morire su una croce, cambierà la storia della nostra vita!
Ma quando Dio decide di intervenire nel mondo, non ci chiede il permesso, anzi, a volte sconvolge i nostri piani ed è proprio quello che ha fatto con Giuseppe, che, poverino, credeva di aver già programmato la sua vita.
Se la nostra vita, non è sconvolta dall’arrivo di Gesù, se non cambia nulla, c’è qualcosa che non quadra, forse non è a Gesù che diamo ascolto, ma al nostro IO che grida più forte di DIO!
La vita del mondo ci spinge a cercare il benessere e la sicurezza nelle cose materiali, nel lavoro la solidità del futuro, ecc. e seguendo questi schemi è facile che quando qualcuno dei paletti su cui poniamo le basi della nostra esistenza, ci viene a mancare, ci sentiamo franare la terra sotto ai piedi e temiamo che tutto possa crollare, ma se la nostra vita è basata su solide fondamenta e sulla fede, niente, neanche la prova più dura, ci metterà paura, perché in ogni cosa cercheremo di accettare e di riconoscere la mano del Signore e faremo riferimento a Lui.
Non sarà sempre facile, Gesù ci ha avvertito che seguirlo non è una passeggiata, ma ci ha anche convinto che è l’unica via possibile per la nostra salvezza.
San Giuseppe, tu che hai ascoltato la voce dell’angelo mandato dal Signore, proteggici e guidaci come hai fatto con il piccolo Gesù, che ti fu affidato da Dio, e guidaci nella vita verso il progetto di Dio per noi. Grazie, amen.
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COMMENTO DI: Rev. D.
Antoni
CAROL i Hostench
(Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)
(Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)
Oggi, la liturgia della parola ci invita a considerare il meraviglioso
esempio di San Giuseppe. Lui fu straordinariamente sacrificato e
delicato con la sua promessa Sposa Maria. Non c’è dubbio che entrambi fossero persone eccellenti, innamorati fra
di loro come nessun’altra coppia. Però, allo stesso tempo, c’è da
riconoscere che l’Altissimo volle che il loro amore passasse per
circostanze molto esigenti. Il Papa san Giovanni Paolo II ha scritto che «Il cristianesimo è la
sorpresa di Dio che si è messo al lato della sua creatura». Di fatto, è
stato Lui a prendere “l’Iniziativa”: per venire a questo mondo, non ha
aspettato che facessimo meriti. Malgrado tutto, Egli propone la sua
iniziativa, non impone: quasi —diremmo— ci chiede permesso”. A Santa
Maria le è stato proposto —Non le è stato imposto!— la vocazione di
Madre di Dio: «Egli che aveva: Il potere di crearlo tutto partendo dal
nulla, si è negato a rifare ciò che era stato profanato se non
interveniva Maria» (San Anselmo). Però Dio non soltanto ci chiede permesso, ma anche la nostra
contribuzione ai suoi piani e una contribuzione eroica. E così fu nel
caso di Maria e Giuseppe. In concreto, il Bambino Gesù aveva bisogno di
avere dei genitori. Ancor di più: aveva bisogno dell’eroismo dei
genitori che dovettero sforzarsi molto per difendere la vita del
“piccolo Redentore”. Ciò che è molto bello è che Maria svelò pochissimi dettagli della
nascita: un fatto così emblematico è stato raccontato con solo due versi
(cf. Lc 2,6-7). In cambio fu più esplicita al parlare della delicatezza
che suo Sposo Giuseppe ebbe con Lei. Il fatto che «prima di cominciare a
vivere insieme, si ritrovò incinta per opera dello Spirito Santo».
Giuseppe suo Sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla
pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto (Mt 1,19). Così, prima che
fosse stata promulgata la legge della carità, San Giuseppe l’aveva già
messa in pratica. Maria (e il tratto giusto verso di Lei), fu la sua
legge).