VANGELO
(Mt 18,1-5.10) I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Parola del Signore
COMMENTO DI:
Prof. Dr. Mons. Lluís CLAVELL
(Roma, Italia)
Oggi, dirigendosi a Gerusalemme verso la Passione, «sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande» (Lc 9,46). Ogni giorno i mezzi di comunicazione e anche le nostre conversazioni sono piene di commenti sull’importanza delle persone: degli altri e di noi stessi. Questa logica soltanto umana produce frequentemente il desiderio di trionfo, di essere riconosciuto, apprezzato, aggraziato e, la mancanza di pace, quando questi riconoscimenti non arrivano.
La risposta di Gesù a questi pensieri —E chissà anche commenti— dei discepoli ricorda lo stile degli antichi profeti. Prima delle parole ci sono i gesti. Gesù «prese un bambino, se lo mise vicino» (Lc 9,47). Dopo, arriva l’insegnamento: «Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande» (Lc 9,48). —Gesù perché facciamo tanta fatica ad accettare che questo non è un’utopia per la gente che non è implicata nel traffico di un lavoro intenso, nel quale non mancano i colpi degli uni contro gli altri, e che con la tua grazia, lo possiamo vivere tutti? Se lo facessimo avremmo più pace interiore e lavoreremo con più serenità e gioia.
Questa attitudine è anche la fonte da dove sorge la gioia, vedendo come altri lavorano bene per Dio con uno stile diverso dal nostro, però sempre avvalendosi del nome di Gesù. I discepoli volevano impedirlo. Invece, il Maestro difende le altre persone. Nuovamente, il fatto di sentirci i figli piccoli di Dio ci facilita ad avere il cuore aperto verso tutti e credere nella pace, nella gioia e nel ringraziamento. Questi insegnamenti sono valsi a Santa Teresa di Lisieux, il titolo di “Dottoressa della Chiesa”: nel suo libro Storia di un’anima, lei ammira il bel giardino di fiori che è la chiesa, ed è contenta di sapersi, lei, un piccolo fiore. Al lato dei grandi Santi, —rose e gigli— ci sono i piccoli fiori —come le margherite o le viole— destinati a rallegrare gli occhi di Dio, quando Egli dirige il suo sguardo alla terra.
(Mt 18,1-5.10) I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Parola del Signore
COMMENTO DI:
Prof. Dr. Mons. Lluís CLAVELL
(Roma, Italia)
Oggi, dirigendosi a Gerusalemme verso la Passione, «sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande» (Lc 9,46). Ogni giorno i mezzi di comunicazione e anche le nostre conversazioni sono piene di commenti sull’importanza delle persone: degli altri e di noi stessi. Questa logica soltanto umana produce frequentemente il desiderio di trionfo, di essere riconosciuto, apprezzato, aggraziato e, la mancanza di pace, quando questi riconoscimenti non arrivano.
La risposta di Gesù a questi pensieri —E chissà anche commenti— dei discepoli ricorda lo stile degli antichi profeti. Prima delle parole ci sono i gesti. Gesù «prese un bambino, se lo mise vicino» (Lc 9,47). Dopo, arriva l’insegnamento: «Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande» (Lc 9,48). —Gesù perché facciamo tanta fatica ad accettare che questo non è un’utopia per la gente che non è implicata nel traffico di un lavoro intenso, nel quale non mancano i colpi degli uni contro gli altri, e che con la tua grazia, lo possiamo vivere tutti? Se lo facessimo avremmo più pace interiore e lavoreremo con più serenità e gioia.
Questa attitudine è anche la fonte da dove sorge la gioia, vedendo come altri lavorano bene per Dio con uno stile diverso dal nostro, però sempre avvalendosi del nome di Gesù. I discepoli volevano impedirlo. Invece, il Maestro difende le altre persone. Nuovamente, il fatto di sentirci i figli piccoli di Dio ci facilita ad avere il cuore aperto verso tutti e credere nella pace, nella gioia e nel ringraziamento. Questi insegnamenti sono valsi a Santa Teresa di Lisieux, il titolo di “Dottoressa della Chiesa”: nel suo libro Storia di un’anima, lei ammira il bel giardino di fiori che è la chiesa, ed è contenta di sapersi, lei, un piccolo fiore. Al lato dei grandi Santi, —rose e gigli— ci sono i piccoli fiori —come le margherite o le viole— destinati a rallegrare gli occhi di Dio, quando Egli dirige il suo sguardo alla terra.
VERSIONE IN FRANCESE DI LUNEDI 2 OTTOBRE 2017.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps ordinaire - 26e Semaine: Lundi
Martyrologe 2 Octobre: Les Saints Anges Gardiens
Texte de l'Évangile (Lc 9,46-50): Une discussion s'éleva entre les disciples pour savoir qui était le plus grand parmi eux. Mais Jésus, connaissant la discussion qui occupait leur pensée, prit un enfant, le plaça à côté de lui et leur dit: «Celui qui accueille en mon nom cet enfant, c'est moi qu'il accueille. Et celui qui m'accueille accueille aussi celui qui m'a envoyé. Et celui d'entre vous tous qui est le plus petit, c'est celui-là qui est grand».
Jean, l'un des Douze, dit à Jésus: «Maître, nous avons vu quelqu'un chasser les esprits mauvais en ton nom, et nous avons voulu l'en empêcher, car il n'est pas avec nous pour te suivre». Jésus lui répondit: «Ne l'empêchez pas: celui qui n'est pas contre vous est pour vous»
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COMMENTAIRE de Prof. Dr. Mgr. Lluís CLAVELL
(Rome, Italie)
«Celui d'entre vous tous qui est le plus petit, c'est celui-là qui est grand»
Aujourd'hui, sur la route de Jérusalem pour aller vers sa passion une discussion «s'éleva entre les disciples pour savoir qui était le plus grand parmi eux» (Lc 9,46). Tous les jours, les médias ainsi que nos conversations sont remplis de commentaires sur l'importance des personnes: des autres et de nous-mêmes également. Cette logique humaine provoque un désir de réussite, d'être reconnu, apprécié, remercié, et un manque de paix quand tout cela n'arrive pas. La réponse de Jésus aux réflexions —et peut-être aussi aux commentaires— des disciples nous rappelle la façon d'agir des anciens prophètes. D'abord les gestes ensuite viennent les paroles. Jésus «prit un enfant, le plaça à côté de lui» (Lc 9,47). Ensuite vient l'enseignement «Et celui d'entre vous tous qui est le plus petit, c'est celui-là qui est grand» (Lc 9,48). —Jésus pourquoi est-ce que nous avons tant de mal à accepter que ceci n'est pas une Utopie pour ceux qui ne sont pas impliqués dans le trafic d'une tâche intense, où les coups des uns contre les autres ne manquent pas et qu'avec ta grâce nous pouvons tous vivre cela? Si nous le faisions nous aurions plus de paix intérieure et nous travaillerions avec plus de calme et de joie. Cette attitude est aussi une source de joie, cela nous permet de constater que d'autres travaillent bien pour Dieu, avec un style différent du nôtre, mais toujours au nom de Jésus. Les disciples voulaient empêcher cela. En revanche, Jésus défend les autres. À nouveau, le fait de nous sentir fils de Dieu, petit fils de Dieu, nous permet d'ouvrir notre cœur vers les autres et de grandir dans la paix, la joie et la reconnaissance. Ces enseignements ont valu à Sainte Thérèse de l'Enfant Jésus le titre de Docteur de l'Église: dans son livre Histoire d'une âme, elle admire le beau jardin qu'est l'Église, et elle se contente d'être une petite fleur. A coté des grands saints –des roses et des lys– il y a les petites fleurs –les marguerites et les violettes— qui sont destinées à faire plaisir aux yeux de Dieu quand il tourne son regard vers la Terre.
VERSIONE IN SPAGNOLO DI LUNEDì 2 OTTOBRE 2017
RispondiEliminaDía litúrgico: Lunes XXVI del tiempo ordinario
Santoral 2 de Octubre: Los santos Ángeles de la Guarda
Texto del Evangelio (Lc 9,46-50): En aquel tiempo, se suscitó una discusión entre los discípulos sobre quién de ellos sería el mayor. Conociendo Jesús lo que pensaban en su corazón, tomó a un niño, le puso a su lado, y les dijo: «El que reciba a este niño en mi nombre, a mí me recibe; y el que me reciba a mí, recibe a Aquel que me ha enviado; pues el más pequeño de entre vosotros, ése es mayor».
Tomando Juan la palabra, dijo: «Maestro, hemos visto a uno que expulsaba demonios en tu nombre, y tratamos de impedírselo, porque no viene con nosotros». Pero Jesús le dijo: «No se lo impidáis, pues el que no está contra vosotros, está por vosotros».
«El más pequeño de entre vosotros, ése es mayor»
Prof. Dr. Mons. Lluís CLAVELL
(Roma, Italia)
Hoy, camino de Jerusalén hacia la pasión, «se suscitó una discusión entre los discípulos sobre quién de ellos sería el mayor» (Lc 9,46). Cada día los medios de comunicación y también nuestras conversaciones están llenas de comentarios sobre la importancia de las personas: de los otros y de nosotros mismos. Esta lógica solamente humana produce frecuentemente deseo de triunfo, de ser reconocido, apreciado, agradecido, y falta de paz, cuando estos reconocimientos no llegan.
La respuesta de Jesús a estos pensamientos —y quizá también comentarios— de los discípulos recuerda el estilo de los antiguos profetas. Antes de las palabras hay los gestos. Jesús «tomó a un niño, le puso a su lado» (Lc 9,47). Después viene la enseñanza: «El más pequeño de entre vosotros, ése es mayor» (Lc 9,48). —Jesús, ¿por qué nos cuesta tanto aceptar que esto no es una utopía para la gente que no está implicada en el tráfico de una tarea intensa, en la cual no faltan los golpes de unos contra los otros, y que, con tu gracia, lo podemos vivir todos? Si lo hiciésemos tendríamos más paz interior y trabajaríamos con más serenidad y alegría.
Esta actitud es también la fuente de donde brota la alegría, al ver que otros trabajan bien por Dios, con un estilo diferente al nuestro, pero siempre valiéndose del nombre de Jesús. Los discípulos querían impedirlo. En cambio, el Maestro defiende a aquellas otras personas. Nuevamente, el hecho de sentirnos hijos pequeños de Dios nos facilita tener el corazón abierto hacia todos y crecer en la paz, la alegría y el agradecimiento. Estas enseñanzas le han valido a santa Teresita de Lisieux el título de “Doctora de la Iglesia”: en su libro Historia de una alma, ella admira el bello jardín de flores que es la Iglesia, y está contenta de saberse una pequeña flor. Al lado de los grandes santos —rosas y azucenas— están las pequeñas flores —como las margaritas o las violetas— destinadas a dar placer a los ojos de Dios, cuando Él dirige su mirada a la tierra.
VERSIONE IN INGLESE DI LUNEDì 2 OTTOBRE 2017
RispondiEliminaLiturgical day: Monday 26th in Ordinary Time
Saints October 2nd: Guardian Angels
Gospel text (Lc 9,46-50): One day the disciples were arguing about which of them was the most important. But Jesus knew their thoughts, so he took a little child and stood him by his side. Then He said to them, «Whoever welcomes this little child in my name welcomes me; and whoever welcomes me, welcomes the one who sent me. And listen: the one who is found to be the least among you all, is the one who is the greatest».
Then John spoke up, «Master, we saw someone who drove out demons by calling upon your name, and we tried to forbid him because he doesn’t follow you with us». But Jesus said, «Don’t forbid him. He who is not against you is for you».
COMMENT OFF:
Prof. Dr. Mons. Lluís CLAVELL
(Roma, Italy)
Today, on their way to Jerusalem heading towards the Passion, «the disciples were arguing about which of them was the most important» (Lk 9:46). Every day the media, and even our conversations, are full of comments regarding the importance of some people: whether others or ourselves. This kind of logic, which is strictly human, quite often results in an unreasonable yearning for success, recognition, admiration, gratitude, or in a lack of peace if these expected rewards fail to reach us.
Jesus’ reaction to the thoughts of his disciples —and, perhaps, their remarks, too— reminds us of the old prophets’ style. Before words come gestures. Jesus «took a little child and stood him by his side» (Lk 9:47). Afterwards, comes the teaching: «the least among you all, is the one who is the greatest» (Lk 9:48). —O Jesus, why is it so difficult for us to accept this is not an utopia for those who are not involved in the hustled and bustled in overwhelming activity, fighting one another for success, whereas, thanks to your grace, it could, instead, be enjoyed by all of us? If we could, we would deep down have much more peace and would be able to do our job with more serenity and joy.
This attitude is also the source where joy comes from, when seeing that others work well for God, with a different style to ours, but always on Jesus’ name. The disciples wanted to prevent it. The Master, instead, protects those other persons. Once again, the fact of feeling as God’s small children makes it easy for us to open our hearts to everybody while growing in joy, peace and thankfulness. This doctrine is what deserves St. Therese of Lisieux the title of “Doctor of the Church”: in her book Story of a Soul, she admires the Church as a beautiful garden of flowers, where she is happy to consider herself just a little flower. By the side of the great saints —roses and white lilies— there are the little ones —daisies and violets— intended to give pleasure to God’s eyes, when He gazes at the Earth.