VANGELO
(Lc 12,39-48) A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Parola del Signore
COMMENTO DI :
Rev. D. Josep Lluís SOCÍAS i Bruguera
(Badalona, Barcelona, Spagna)
Oggi, con la lettura di questo frammento del Vangelo, possiamo osservare che ogni persona è un amministratore: quando si nasce, riceviamo tutti un’eredità genetica e delle capacità per realizzarci nella vita. Scopriamo che queste potenzialità e la vita stessa sono un dono di Dio, visto che noi non abbiamo fatto nulla per meritarle. Sono un regalo personale, unico e intrasferibile ed è ciò che ci conferisce la nostra personalità. Sono i “talenti” di cui ci parlò Gesù stesso (cf. Mt 25,15), le qualità che dobbiamo far crescere nel trascorso della nostra esistenza. «Nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (Lc 12,40), finisce dicendo Gesù nel primo paragrafo. La nostra speranza è nella vita del Signore Gesù alla fine dei tempi; però ora qui, anche Gesù si fa presente nella nostra vita, nella semplicità e nella complessità di ogni momento. È oggi che con la forza del Signore possiamo vivere nel suo Regno. Sant’ Agostino ce lo ricorda con le parole del salmo 32,12: «Beata la nazione il cui Dio è il Signore», affinché possiamo esserne consapevoli, formando parte di questa nazione. «Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (Lc 12,40), questa esortazione rappresenta un richiamo alla fedeltà, la quale mai è subordinata all’egoismo. Abbiamo la responsabilità di saper “corrispondere” ai beni che abbiamo ricevuto insieme alla nostra vita, «conoscendo la volontà del padrone» (Lc 12,47), è ciò che chiamiamo la nostra “coscienza”, ed è ciò che ci fa degnamente responsabili delle nostre azioni. La risposta generosa da parte nostra verso l’umanità, verso ogni essere vivente è una cosa doverosa e piena d’amore.
RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA : Vieni o Santo Spirito, e inondami con la tua luce, fa che io impari a conoscere ogni desiderio di Dio per poterlo soddisfare; forse non ci riuscirò, ma con il tuo aiuto, niente è impossibile.
La prima lettura è una lettera di San Paolo, ed io quando mi imbatto in Paolo, mi sento sempre collegata a lui , perché anch’ io come lui, non dimentico mai che quello che oggi sono, lo sono per grazia di Dio e non ne ho alcun merito, se non quello di aver lasciato che lo Spirito Santo agisse in me senza oppormi o rinnegarlo. Come Paolo, riconosciamo le nostre colpe, senza paura, perché negarle sarebbe come non voler riconoscere la opera salvifica di Gesù che si è dato tutto per noi, mentre noi siamo sempre troppo presi a far esperienza del mondo, per aver tempo di fare esperienza di Dio. Viviamo sempre come se fossimo eterni, ed anche se parliamo della morte, lo facciamo più per esorcizzarla che per crederci veramente.Ancora un appello alla vigilanza alla fedeltà e all' amicizia con il Signore. Tenerci e fare di tutto per far fruttare i doni che Dio ci mette a disposizione, e vivere ogni giorno con la consapevolezza che il nostro futuro va ben oltre la temporaneità della vita terrena. Dio non ha risparmiato, ci ha donato la vita di suo figlio, e noi? Cosa restituiamo di ogni grazia donata? Le briciole di un amore immenso….
(Lc 12,39-48) A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Parola del Signore
COMMENTO DI :
Rev. D. Josep Lluís SOCÍAS i Bruguera
(Badalona, Barcelona, Spagna)
Oggi, con la lettura di questo frammento del Vangelo, possiamo osservare che ogni persona è un amministratore: quando si nasce, riceviamo tutti un’eredità genetica e delle capacità per realizzarci nella vita. Scopriamo che queste potenzialità e la vita stessa sono un dono di Dio, visto che noi non abbiamo fatto nulla per meritarle. Sono un regalo personale, unico e intrasferibile ed è ciò che ci conferisce la nostra personalità. Sono i “talenti” di cui ci parlò Gesù stesso (cf. Mt 25,15), le qualità che dobbiamo far crescere nel trascorso della nostra esistenza. «Nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (Lc 12,40), finisce dicendo Gesù nel primo paragrafo. La nostra speranza è nella vita del Signore Gesù alla fine dei tempi; però ora qui, anche Gesù si fa presente nella nostra vita, nella semplicità e nella complessità di ogni momento. È oggi che con la forza del Signore possiamo vivere nel suo Regno. Sant’ Agostino ce lo ricorda con le parole del salmo 32,12: «Beata la nazione il cui Dio è il Signore», affinché possiamo esserne consapevoli, formando parte di questa nazione. «Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (Lc 12,40), questa esortazione rappresenta un richiamo alla fedeltà, la quale mai è subordinata all’egoismo. Abbiamo la responsabilità di saper “corrispondere” ai beni che abbiamo ricevuto insieme alla nostra vita, «conoscendo la volontà del padrone» (Lc 12,47), è ciò che chiamiamo la nostra “coscienza”, ed è ciò che ci fa degnamente responsabili delle nostre azioni. La risposta generosa da parte nostra verso l’umanità, verso ogni essere vivente è una cosa doverosa e piena d’amore.
RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA : Vieni o Santo Spirito, e inondami con la tua luce, fa che io impari a conoscere ogni desiderio di Dio per poterlo soddisfare; forse non ci riuscirò, ma con il tuo aiuto, niente è impossibile.
La prima lettura è una lettera di San Paolo, ed io quando mi imbatto in Paolo, mi sento sempre collegata a lui , perché anch’ io come lui, non dimentico mai che quello che oggi sono, lo sono per grazia di Dio e non ne ho alcun merito, se non quello di aver lasciato che lo Spirito Santo agisse in me senza oppormi o rinnegarlo. Come Paolo, riconosciamo le nostre colpe, senza paura, perché negarle sarebbe come non voler riconoscere la opera salvifica di Gesù che si è dato tutto per noi, mentre noi siamo sempre troppo presi a far esperienza del mondo, per aver tempo di fare esperienza di Dio. Viviamo sempre come se fossimo eterni, ed anche se parliamo della morte, lo facciamo più per esorcizzarla che per crederci veramente.Ancora un appello alla vigilanza alla fedeltà e all' amicizia con il Signore. Tenerci e fare di tutto per far fruttare i doni che Dio ci mette a disposizione, e vivere ogni giorno con la consapevolezza che il nostro futuro va ben oltre la temporaneità della vita terrena. Dio non ha risparmiato, ci ha donato la vita di suo figlio, e noi? Cosa restituiamo di ogni grazia donata? Le briciole di un amore immenso….
VERSIONE IN SPAGNOLO DI MERCOLEDì 25 OTTOBRE 2017
RispondiEliminaDía litúrgico: Miércoles XXIX del tiempo ordinario
Texto del Evangelio (Lc 12,39-48): En aquel tiempo, Jesús dijo a sus discípulos: «Entendedlo bien: si el dueño de casa supiese a qué hora iba a venir el ladrón, no dejaría que le horadasen su casa. También vosotros estad preparados, porque en el momento que no penséis, vendrá el Hijo del hombre».
Dijo Pedro: «Señor, ¿dices esta parábola para nosotros o para todos?». Respondió el Señor: «¿Quién es, pues, el administrador fiel y prudente a quien el señor pondrá al frente de su servidumbre para darles a su tiempo su ración conveniente? Dichoso aquel siervo a quien su señor, al llegar, encuentre haciéndolo así. De verdad os digo que le pondrá al frente de toda su hacienda. Pero si aquel siervo se dice en su corazón: ‘Mi señor tarda en venir’, y se pone a golpear a los criados y a las criadas, a comer y a beber y a emborracharse, vendrá el señor de aquel siervo el día que no espera y en el momento que no sabe, le separará y le señalará su suerte entre los infieles.
Aquel siervo que, conociendo la voluntad de su señor, no ha preparado nada ni ha obrado conforme a su voluntad, recibirá muchos azotes; el que no la conoce y hace cosas dignas de azotes, recibirá pocos; a quien se le dio mucho, se le reclamará mucho; y a quien se confió mucho, se le pedirá más».
COMENTARIO DE:
Rev. D. Josep Lluís SOCÍAS i Bruguera
(Badalona, Barcelona, España)
Hoy, con la lectura de este fragmento del Evangelio, podemos ver que cada persona es un administrador: cuando nacemos, se nos da a todos una herencia en los genes y unas capacidades para que nos realicemos en la vida. Descubrimos que estas potencialidades y la vida misma son un don de Dios, puesto que nosotros no hemos hecho nada para conseguirlas. Son un regalo personal, único e intransferible, y es lo que nos confiere nuestra personalidad. Son los “talentos” de los que nos habla el mismo Jesús (cf. Mt 25,15), las cualidades que debemos hacer crecer a lo largo de nuestra existencia.
«En el momento que no penséis, vendrá el Hijo del hombre» (Lc 12,40), acaba diciendo Jesús en el primer párrafo. Nuestra esperanza está en la venida del Señor Jesús al final de los tiempos; pero ahora y aquí, también Jesús se hace presente en nuestra vida, en la sencillez y la complejidad de cada momento. Es hoy cuando, con la fuerza del Señor, podemos vivir su Reino. San Agustín nos lo recuerda con las palabras del Salmo 32,12: «Dichosa la nación cuyo Dios es el Señor», para que podamos ser conscientes de ello, formando parte de esta nación.
«También vosotros estad preparados» (Lc 12,40), esta exhortación representa una llamada a la fidelidad, la cual nunca está subordinada al egoísmo. Tenemos la responsabilidad de saber “dar respuesta” a los bienes que hemos recibido junto con nuestra vida. «Conociendo la voluntad de su señor» (Lc 12,47), es lo que llamamos nuestra “conciencia”, y es lo que nos hace dignamente responsables de nuestros actos. La respuesta generosa por nuestra parte hacia la humanidad, hacia cada uno de los seres vivos, es algo justo y lleno de amor.
EliminaREFLEXIÓN DE LELLA
ORACIÓN
Ven Espíritu Santo, y me inunda con su luz, haz que yo pueda aprender a conocer a todos los deseos de Dios para poder cumplir, tal vez no, pero con su ayuda, nada es imposible.
La primera lectura es una carta de St. Paul, y cuando me encuentro con Paul, siempre me siento conectado a él, porque también "me gusta, no me olvido de que lo que somos hoy, soy por la gracia de Dios, y no tengo ningún mérito, pero eso de dejar que el Espíritu Santo actúa en mí sin oponerse o negar él.
Al igual que Pablo, admitimos nuestras faltas, sin miedo, porque negar sería como no querer reconocer la obra salvadora de Jesús, que lo dio todo por nosotros, ya que siempre estamos demasiado ocupados para tener una experiencia del mundo, por tomarse el tiempo para experimentar Dios.
Siempre vivimos como si fuéramos eternos, y aunque se habla de la muerte, hacemos más de exorcizar para creerlo veramente.Ancora un llamamiento a la vigilancia fidelidad y la amistad con el Señor. Nos guardar y hacer todo para que los dones que Dios hace a nuestra disposición, y vivir cada día con la certeza de que nuestro futuro va mucho más allá de la temporalidad de la vida terrenal.
Dios no perdonó, nos dio la vida de su hijo, y que? ¿Qué le da vuelta con toda la gracia que nos ha dado? Las migajas de un inmenso amor ...
VERSIONE IN INGLESE DI MERCOLEDì 25 OTTOBRE 2017
RispondiEliminaLiturgical day: Wednesday 29th in Ordinary Time
Gospel text (Lc 12,39-48): Jesus said to his disciples, «Pay attention to this: If the master of the house had known at what time the thief would come, he would not have let his house be broken into. You also must be ready, for the Son of Man will come at an hour you do not expect».
Peter said, «Lord, did you tell this parable only for us, or for everyone?». And the Lord replied, «Imagine, then, the wise and faithful steward whom the master sets over his other servants to give them food rations at the proper time. Fortunate is this servant if his master on coming home finds him doing his work. Truly, I say to you, the master will put him in charge of all his property. But it may be that the steward thinks: ‘My Lord delays in coming’, and he begins to abuse the menservants and the servant girls, eating and drinking and getting drunk. Then the master will come on a day he does not expect him and at an hour he doesn't know. He will discharge his servant and number him among the unreliable.
The servant who knew his master's will, but did not prepare to do what his master wanted, will be punished with sound blows; but the one who did what deserved a punishment without knowing it shall receive fewer blows. Much will be required of the one who has been given much, and more will be asked of the one entrusted with more».
COMMENT OFF:
Fr. Josep Lluís SOCÍAS i Bruguera
(Badalona, Barcelona, Spain)
Today, upon reading this fragment of the Gospel, we realize that each person is an administrator: when we are born, we all receive a heredity of genes and capabilities to fulfill ourselves in our life. We discover that these capabilities, and our very life, are just a gift from God, inasmuch we have not done anything to deserve them. They are the personal, unique and nontransferable gift, which bestows our personality on us. They are the “talents” which the same Jesus speaks about (cf. Mt 25:15), and we should make them grow during our life span. Capabilities for our complete self-realization, but with the additional possibility to communicate and share these values with each other.
Jesus finally ends the first paragraph by saying: «For the Son of Man will come at an hour you do not expect» (Lk 12:40). It is our hope the Lord Jesus will come at the end of time; but, now and here, Jesus also appears in our lives, in the simplicity and in the complexity of every moment. It is now then, with the Lord's strength, we can live his Kingdom. St. Augustine reminds us in the words of the Psalm 33:12: «Happy the nation whose God is the Lord, the people chosen as his very own», so that we can be fully aware of it while belonging to this kinship.
«You also must be ready» (Lk 12:40), this exhortation implies a call to fidelity, never submitted to selfishness. It is our responsibility to know “how to react” to the goods we have received with our life. «Knowing his master's will» (Lk 12:47), is what we identify as our “conscience”, and it is what makes us responsible for our actions. It is a matter of justice and love on our side, to generously respond to Mankind, and towards each one of its living beings.
EliminaREFLECTION OF LELLA
PRAYER
Come Holy Spirit, and flood me with your light, grant that I may learn to know every desire of God to be able to meet, maybe I do not, but with your help, nothing is impossible.
The first reading is a letter of St. Paul, and I when I come across Paul, I always feel connected to him, because too 'I like him, I never forget that what we are today, I am by the grace of God, and it I have no merit, but that of letting the Holy Spirit acting in me without oppose or deny him.
Like Paul, we admit our faults, without fear, because to deny them would be like not wanting to recognize the saving work of Jesus who gave everything for us, as we are always too busy to have an experience of the world, for taking time to experience God.
We always live as if we were eternal, and even if we speak of death, we do more to exorcise it to believe it veramente.Ancora a call for vigilance fidelity and friendship with the Lord. Keep us and do everything to make the gifts which God makes available to us, and live each day with the knowledge that our future goes far beyond the temporary nature of earthly life.
God did not spare, he gave us his son's life, and we? What do you give back with every grace given to us? The crumbs of an immense love ..
VERSIONE IN FRANCESE DI MERCOLEDI 25 OTTOBRE 2017.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps ordinaire - 29e Semaine: Mercredi
Texte de l'Évangile (Lc 12,39-48): «Vous le savez bien: si le maître de maison connaissait l'heure où le voleur doit venir, il ne laisserait pas percer le mur de sa maison. Vous aussi, tenez-vous prêts: c'est à l'heure où vous n'y penserez pas que le Fils de l'homme viendra». Pierre dit alors: «Seigneur, cette parabole s'adresse-t-elle à nous, ou à tout le monde?». Le Seigneur répond: «Quel est donc l'intendant fidèle et sensé à qui le maître confiera la charge de ses domestiques pour leur donner, en temps voulu, leur part de blé? Heureux serviteur, que son maître, en arrivant, trouvera à son travail. Vraiment, je vous le déclare: il lui confiera la charge de tous ses biens. Mais si le même serviteur se dit: ‘Mon maître tarde à venir’, et s'il se met à frapper serviteurs et servantes, à manger, à boire et à s'enivrer, son maître viendra le jour où il ne l'attend pas et à l'heure qu'il n'a pas prévue; il se séparera de lui et le mettra parmi les infidèles.» Le serviteur qui, connaissant la volonté de son maître, n'a pourtant rien préparé, ni accompli cette volonté, recevra un grand nombre de coups. Mais celui qui ne la connaissait pas, et qui a mérité des coups pour sa conduite, n'en recevra qu'un petit nombre. A qui l'on a beaucoup donné, on demandera beaucoup; à qui l'on a beaucoup confié, on réclamera davantage».
____________________________________
Commentaire de l'Abbé Josep Lluís SOCÍAS i Bruguera
(Badalona, Barcelona, Espagne)
«Vous aussi, tenez-vous prêts: c'est à l'heure où vous n'y penserez pas que le Fils de l'homme viendra»
Aujourd'hui, avec la lecture de ce fragment de l'Évangile, nous pouvons nous rendre compte que chaque personne doit être un administrateur: quand nous naissons, nous recevons tous un patrimoine avec nos gènes et facultés pour nous réaliser dans la vie. Nous découvrons, alors, que ces potentialités, et même notre vie, ce ne sont qu'un don gratuit de Dieu, car nous n'avons rien fait pour les obtenir. Ce sont un cadeau personnel, unique et intransférable, qui façonne notre personnalité. Ce sont les "talents" dont le même Jésus nous en parle (cf. Mt 25,15), les qualités que nous devons soigner et cultiver tout au long de notre existence.
«C'est à l'heure où vous n'y penserez pas que le Fils de l'homme viendra» (Lc 12,40), dit Jésus dans le premier paragraphe. Notre espérance réside dans la venue du Seigneur Jésus à la fin du temps; mais maintenant et ici, Jésus se fait aussi présent à nous dans notre vie, dans la simplicité et complexité de chaque moment. C'est aujourd'hui lorsque, avec la force du Seigneur, nous pouvons vivre son Royaume. Saint Augustin nous les rappelle dans les paroles du Psalm 32,12: «Heureux le peuple dont le Seigneur est le Dieu, heureuse la nation qu'il s'est choisie pour domaine!», afin que nous puissions en être conscients, et devenir part de cette nation.
«Vous aussi, tenez-vous prêts» (Lc 12,40), cette exhortation représentant un appel à la fidélité qui n'est jamais subordonnée à l'égoïsme. Nous sommes responsables de savoir comment "faire valoir" les biens que nous avons reçus avec notre vie. «Connaissant la volonté de son maître» (Lc 12,47), c'est ce que nous appelons "notre conscience", et c'est ce qui nous fait dignement responsables de nos actes. La réponse généreuse de notre part envers l'humanité, vers chacun des êtres vivants, c'est quelque chose juste et pleine d'amour.
REFLEXION DE LELLA
EliminaPRIERE : "Viens, O Saint Esprit, et inonde-moi avec ta lumière, fait que j'apprenne à connaître chaque désir de Dieu pour pouvoir le satisfaire; je ne réussirai peut-être pas, mais avec ton aide, rien n'est impossible."
- La première lecture est une lettre de Saint Paul et je quand je lis Paul, je me sens toujours unie à lui, parce que comme lui je n'oublie jamais que ce que je suis aujourd'hui, c'est par la grâce de Dieu et je n'en ai aucun mérite, si non d'avoir laissé que l'Esprit Saint agît entièrement en moi sans m'opposer ou le renier.
Comme Paul reconnaissons nos fautes, sans peur, parce que le nier serait comme ne pas vouloir reconnaître l'oeuvre salvatrice de Jésus qui s'est consacré tout entier pour nous, pendant que nous sommes toujours trop pris à faire nos expérience du monde pour avoir le temps de faire l'expérience de Dieu. Nous vivons toujours comme si nous étions éternel, et même quand nous parlons de la mort, nous le faisons plus pour l'exorciser que pour y croire vraiment. Encore un appel à la vigilance, à la fidélité et à l'amitié avec le Seigneur. Nous tenir et faire de tout pour rapporter les dons qu'il nous met à disposition, et vivre chaque jour avec la conscience que notre future va bien au-delà du caractère temporaire de la vie terrestre.
Dieu ne nous a t-il pas épargné, il a donné la vie de son fils et nous? Qu'est-ce que nous lui rendons pour chaque grâce donnée? Des miettes d'un amour immense ?